[Nonviolenza] Telegrammi. 2190
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- Date: Mon, 7 Dec 2015 20:33:20 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2190 dell'8 dicembre 2015
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Opporsi alla guerra e al fascismo
2. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre
3. Hic et nunc, quid agendum
4. Peppe Sini: Un tentativo del 2008
5. E nei solchi i denti del drago (dicembre 2007)
6. Ancora sull'urgenza delle urgenze (dicembre 2007)
7. Il tempo stringe (dicembre 2007)
8. In memoria di Laudomia Bonanni, di Tavo Burat, di Pompeo Colajanni, di Gabriele De Rosa, di Pavel Florenskij, di Armanda Guiducci, di Paul Henri Thiry d'Holbach, di Georg Hornstein, di Tadeusz Kantor, di John Lennon, di Niklas Luhmann, di Alberto Mondadori, di Francesco Maria Pagano, di Goffredo Parise, di Ferruccio Parri, di Raffaele Pettazzoni, di Leon Poliakov, di Martin Ritt, di Mario Savio, di Madame de Tencin
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. OPPORSI ALLA GUERRA E AL FASCISMO
Con la Rosa rossa contro la guerra.
Con la Rosa bianca contro il nazismo.
Per la pace e i diritti umani.
*
Opporsi a tutte le uccisioni. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Opporsi a tutte le oppressioni. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Opporsi a tutte le uccisioni. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Opporsi a tutte le menzogne. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
*
Agire per la pace con mezzi di pace.
Innanzitutto salvare le vite.
Solo il bene puo' sconfiggere il male.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
*
Contro la guerra e tutte le uccisioni.
Contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
*
Con la Rosa rossa contro la guerra.
Con la Rosa bianca contro il nazismo.
Per la pace e i diritti umani.
2. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni uccisione e' un crimine.
Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.
Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.
A tutti i terrorismi occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.
Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.
Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.
A tutte le guerre occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.
La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.
Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.
Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.
Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La violenza assassina si contrasta salvando le vite.
La pace si costruisce abolendo la guerra.
La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.
La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Cominci l'Italia.
Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.
Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.
Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.
Cominci l'Italia cessando di produrre armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.
Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.
Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.
Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.
Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ogni vittima ha il voto di Abele.
Alla barbarie occorre opporre la civilta'.
Alla violenza occorre opporre il diritto.
Alla distruzione occorre opporre la convivenza.
Al male occorre opporre il bene.
Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.
Salvare le vite e' il primo dovere.
3. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
4. DI SCHELETRI E DI ARMADI. PEPPE SINI: UN TENTATIVO DEL 2008
Tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008 fui uno dei promotori di un'iniziativa per la presentazione di liste della nonviolenza alle elezioni politiche.
Forse puo' essere utile rileggere oggi, in un contesto per piu' versi profondamente mutato, alcuni ragionamenti di allora cosi' come apparvero sul nostro notiziario.
5. HERI DICEBAMUS. E NEI SOLCHI I DENTI DEL DRAGO (DICEMBRE 2007)
Quelli che si scandalizzano per le guerre venture e non si accorgono di quelle presenti.
Quelli che pontificano di nonviolenza ed hanno votato per la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.
Quelli che guardano cosi' lontano da non vedere piu' i cadaveri sotto i loro occhi.
Quelli che chiedono al governo di non fare dopodomani cio' che sta gia' facendo oggi, e su cio' che sta facendo oggi stendono ipocrita un velo, che subito di sangue s'impregna.
6. HERI DICEBAMUS. ANCORA SULL'URGENZA DELLE URGENZE (DICEMBRE 2007)
Mentre affonda nella guerra, nel razzismo e nell'ecocidio quella che fu la sinistra italiana, e con essa la democrazia nel nostro paese, occorre subito costruire la zattera della nonviolenza.
Poiche' non vi sara' piu' una sinistra e una democrazia in Italia se non vi sara' la proposta politica della nonviolenza.
Per questo occorrono due cose.
*
La prima: la costruzione di liste elettorali che abbiano come criterio decisivo dell'azione politica la scelta della nonviolenza, per portare in tutte le istituzioni la proposta della nonviolenza.
La seconda: la realizzazione del giornale della nonviolenza in Italia, che ogni giorno porti nelle edicole oltre che nella rete telematica le esperienze e le riflessioni della nonviolenza in cammino e sostenga la costruzione della politica della nonviolenza.
A queste due imprese ci sembra occorra chiamare tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona che dalla vicenda del Novecento hanno tratto la lezione della necessita' e dell'urgenza di una rottura radicale ed epocale: la rottura della subalternita' alla violenza, e quindi la scelta del definitivo ripudio della violenza come mezzo di lotta politica, come strumento di regolazione sociale, come ideologia e come habitus, come principio di organizzazione.
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Una politica della nonviolenza che erediti e inveri le grandi tradizioni culturali dei movimenti di liberazione delle oppresse e degli oppressi: una politica della nonviolenza socialista e libertaria, solidale e responsabile, della cura e della fraternita'-sororita', della relazione e del riconoscimento di dignita'.
Una politica della nonviolenza nitida e intransigente: nell'opposizione alle guerre, agli eserciti, alle armi, nell'opposizione alle strutture socioeconomiche e culturali fondate sull'oppressione dispiegata o cristallizzata.
Non c'e' piu' tempo da perdere.
Occorre chiedere ai movimenti nonviolenti storici - la corrente calda del movimento operaio, i femminismi, l'ecologia che fu gia' detta nuova -, alle esperienze che alla nonviolenza si sono progressivamente sempre piu' accostate - come i movimenti di liberazione dei popoli oppressi e delle oppresse persone, anticolonialisti ed antirazzisti; come le rimeditazioni piu' rigorose e gli inveramenti piu' aggettanti dell'originario messaggio di grandi tradizioni religiose -, alle esperienze nonviolente che sono nate negli ultimi decenni - dalla medicina, la magistratura, la psichiatria democratica, al commercio equo e solidale, alla finanza etica -, ai movimenti di base che a partire da concrete questioni locali e immediate hanno avuto la capacita' di svolgere un ragionamento complesso e complessivo, a tutti costoro occorre chiedere di assumere questo impegno, prima che sia troppo tardi.
*
Non e' intenzione e non puo' essere compito di questo nostro minimo notiziario essere punto di riferimento per quante e quanti vorranno accogliere questo duplice appello; quel che possiamo e vogliamo fare e' invitare alla riflessione e all'azione, alla scelta della nonviolenza come proposta politica forte, all'uscita dalla subalternita', alla cessazione delle ambiguita', alla separazione dai poteri e dalle ideologie della violenza.
Che vi siano molti centri, e la trama verra'.
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Non c'e' piu' tempo da perdere: la situazione e' giunta a tal punto.
7. HERI DICEBAMUS. IL TEMPO STRINGE (DICEMBRE 2007)
Il tempo stringe.
O la nonviolenza si fa politica, o la catastrofe tutti ci travolgera'.
Occorre una politica ambientale che impedisca il collasso della biosfera. Solo una politica nonviolenta e' adeguata alla bisogna.
Occorre una politica di cooperazione internazionale che smilitarizzi i conflitti, che disarmi le societa', che bandisca le guerre dal novero degli strumenti di gestione delle relazioni internazionali, che costruisca la pace con mezzi di pace, la sicurezza con la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga e sostenga. E solo una politica nonviolenta e' adeguata alla bisogna.
Occorre una politica dei diritti e della democrazia che fermi il femminicidio, che contrasti la violenza maschile, le sue strutture e le sue ideologie. E ancora una volta solo una politica nonviolenta - quella che hanno ideato e praticato i femminismi - e' adeguata alla bisogna.
Occorre una politica dei diritti umani che li inveri in codificazione giuridica, in organizzazione sociale, in contrasto alle forme economiche e politiche dell'oppressione. E solo, solo una politica nonviolenta e' adeguata alla bisogna.
*
Ma una politica nonviolenta e' possibile solo se c'e' un soggetto politico nonviolento - complesso e plurale - che l'assuma, la promuova, la gestisca.
Non basta quindi piu' la testimonianza personale, pur apprezzabile; non basta piu' il ruolo propedeutico, educativo, sollecitatore, pur apprezzabile; non basta piu' la nicchia della formazione, del volontariato, della pratica che aggiunge o ripara, pur apprezzabile; occorre una nonviolenza come proposta politica, azione sociale, movimento organizzato di trasformazione.
E non bastano quindi piu' i movimenti piccini e sparuti (e non di rado litigiosi e subalterni): occorre uscire dalla minorita', dalla marginalita', con la piena coscienza di essere esperienze e riflessioni, ed organizzazioni, e persone in relazione infine, portatrici di una proposta rigorosa e complessa, aperta e caratterizzata, nitida e aggettante, una proposta politica e sociale, teorica e pratica, adeguata a fondare la politica effettuale - e non solo la cultura politica - necessaria all'umanita' del XXI secolo: la politica della nonviolenza che contrasti la barbarie che sta portando la biosfera al collasso e la civilta' umana alla catastrofe.
*
Ed occorre quindi rompere ogni subalternita' ed ogni complicita' con i guerrafondai e con gli squadristi, con i maschilisti e gli autoritari, con gli sfruttatori e i devastatori, con i militaristi e gli ecocidi, che talora della nonviolenza carpiscono questa o quella tecnica, questo o quel tratto di ragionamento o porzione di lessico, questa o quella particolare parcellizzata risorsa che ai loro fini torna in un determinato frangente utile, e per il resto operano il suo esatto contrario: operano la violenza dispiegata. Anche i nazisti talora usarono tecniche desunte dal repertorio della nonviolenza, a fini di male assoluto. La nonviolenza dimidiata, smembrata e disarticolata non e' nonviolenza. Per questo sebbene sia comunque preferibile l'uso da parte di tutti di tecniche nonviolente anziche' di pratiche violente, tuttavia non e' sufficiente l'uso di un pizzico di nonviolenza a mo' di spezia per qualificare come nonviolento un agire, e tantomeno il riempirsi la bocca del suo orecchiato e travisato lessico reso astratto e ridotto a infame maschera ideologica dell'effettuale violenza che altrui denega dignita' e diritti e vita. La conferma piu' flagrante e metuenda di cio' e' nell'azione dell'attuale compagine governativa italiana, sostenuta da ben tre partiti che dichiarano ad ogni pie' sospinto di essere "nonviolenti" e che non hanno esitato a votare per la guerra terrorista e stragista, per incrementare le armi sempre assassine, per pratiche di barbara persecuzione razzista dei migranti.
Non e' quindi piu' possibile la delega a organizzazioni e gruppi e figuri che hanno dato ampia prova di non rappresentare il bisogno di vita e felicita', la richiesta di solidarieta' e condivisione, l'istanza di giustizia e liberta' che sorge dal grido profondo delle oppresse e degli oppressi, che sorge dal muto grido della natura violata.
E non e' piu' possibile porsi col cappello in mano dinanzi ai sanguinari potenti del mondo ed ai loro seguaci ed allievi di ogni ordine e grado.
Tutto cio' - questa vilta', questa prostituzione - deve finire, deve finire subito e per sempre.
O la nonviolenza e' lotta di liberazione, forza della verita', fronte della coscienza, pratica della dignita' umana che ad ogni essere umano diritti e dignita' riconosce, ad un tempo principio disperazione (Anders) e principio speranza (Bloch) e principio responsabilita' (Jonas), o meglio sarebbe piantarla di usare questa parola.
*
Occorrono allora urgenti due cose.
La prima: promuovere l'organizzazione politica e la rappresentanza istituzionale della nonviolenza consapevole e organizzata. Non si tratta di fare un partito, non si tratta di fare dirigenze, organigrammi, funzionariati. Si tratta di prendere nelle proprie mani il proprio destino di esseri umani. Si tratta di non lasciare la cosa pubblica, cio' che e' di tutti, nelle sole mani rapaci dei poteri sfruttatori e assassini. Si tratta - mutatis mutandis, e in condizioni tanto piu' drammatiche - di avviare lo stesso processo e di svolgere lo stesso ruolo che fu della Prima Internazionale. Niente di meno che questo.
La seconda: occorre il giornale della nonviolenza come strumento di collegamento e suscitamento quotidiano, come specchio e appello, come informazione e strumentazione, formazione e verifica dell'agire di tante e tanti che con linguaggi diversi ed intenti convergenti ogni giorno sono gia' la nonviolenza in cammino.
8. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI LAUDOMIA BONANNI, DI TAVO BURAT, DI POMPEO COLAJANNI, DI GABRIELE DE ROSA, DI PAVEL FLORENSKIJ, DI ARMANDA GUIDUCCI, DI PAUL HENRI THIRY D'HOLBACH, DI GEORG HORNSTEIN, DI TADEUSZ KANTOR, DI JOHN LENNON, DI NIKLAS LUHMANN, DI ALBERTO MONDADORI, DI FRANCESCO MARIA PAGANO, DI GOFFREDO PARISE, DI FERRUCCIO PARRI, DI RAFFAELE PETTAZZONI, DI LEON POLIAKOV, DI MARTIN RITT, DI MARIO SAVIO, DI MADAME DE TENCIN
Ricorre oggi, 8 dicembre, l'anniversario della nascita di Laudomia Bonanni, della scomparsa di Tavo Burat, della scomparsa di Pompeo Colajanni, della scomparsa di Gabriele De Rosa, della scomparsa di Pavel Florenskij, della scomparsa di Armanda Guiducci, della nascita di Paul Henri Thiry d'Holbach, della nascita di Georg Hornstein, della scomparsa di Tadeusz Kantor, della scomparsa di John Lennon, della nascita di Niklas Luhmann, della nascita di Alberto Mondadori, della nascita di Francesco Maria Pagano, della nascita di Goffredo Parise, della scomparsa di Ferruccio Parri, della scomparsa di Raffaele Pettazzoni, della scomparsa di Leon Poliakov, della scomparsa di Martin Ritt, della nascita di Mario Savio, della scomparsa di Madame de Tencin.
*
Anche nel ricordo di Laudomia Bonanni, di Tavo Burat, di Pompeo Colajanni, di Gabriele De Rosa, di Pavel Florenskij, di Armanda Guiducci, di Paul Henri Thiry d'Holbach, di Georg Hornstein, di Tadeusz Kantor, di John Lennon, di Niklas Luhmann, di Alberto Mondadori, di Francesco Maria Pagano, di Goffredo Parise, di Ferruccio Parri, di Raffaele Pettazzoni, di Leon Poliakov, di Martin Ritt, di Mario Savio, di Madame de Tencin, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Naghib Mahfuz, Il caffe' degli intrighi, Ripostes, Salerno-Roma 1988, 1990, pp. 94.
- Nagib Mahfuz, Il ladro e i cani, Feltrinelli, Milano 1990, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2003, pp. 160.
- Nagib Mahfuz, Vicolo del mortaio, Feltrinelli, Milano 1989, 1995, pp. 254.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2190 dell'8 dicembre 2015
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