[Nonviolenza] Telegrammi. 2095



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2095 del 3 settembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. La marchiatura

2. Alla Presidente della Camera dei Deputati: Per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre

3. Al Sindaco di Viterbo. Un appello urgente

4. In memoria di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Emanuela Setti Carraro, di Domenico Russo

5. Verso la Giornata internazionale della nonviolenza

6. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

7. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

8. Nelly Sachs

9. Rahel Sanzara

10. Anna Seghers

11. Alcune pubblicazioni di Francuccio Gesualdi e del "Centro nuovo modello di sviluppo"

12. Segnalazioni librarie

13. La "Carta" del Movimento Nonviolento

14. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. LA MARCHIATURA

 

Mancava solo questo perche' l'orrore fosse completo. Marchiare i profughi. Con quello che evoca.

*

Occorre che la popolazione europea insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per imporre ai governanti di riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Per imporre ai governanti di riconoscere il diritto di ogni essere umano a giungere in Europa in modo legale e sicuro.

Per imporre ai governanti di soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in pericolo.

Per imporre ai governanti di salvare le vite, che e' il primo dovere di ogni umano istituto.

Occorre che la popolazione europea insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per imporre ai governanti la legalita' che salva le vite, la democrazia che salva le vite, la civilta' che salva le vite.

*

Salvare le vite, e' il primo dovere.

V e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Razzismo, schiavismo e guerra sono crimini contro l'umanita'.

 

2. LETTERE. ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI: PER LA "GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA" DEL 2 OTTOBRE

 

Alla Presidente della Camera dei Deputati

Oggetto: Per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre

Gentilissima Presidente della Camera dei Deputati,

come ricordera', ricorre il 2 ottobre la "Giornata internazionale della nonviolenza" istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Sarebbe bene che la Camera dei Deputati celebrasse adeguatamente la ricorrenza e rivolgesse un invito all'intero paese a porsi all'ascolto della voce di Gandhi e delle altre donne e degli altri uomini che scegliendo e praticando la nonviolenza hanno indicato all'umanita' l'unica via per il bene comune.

Sarebbe bene che la nonviolenza ispirasse l'attivita' legislativa del Parlamento come l'agire di ogni istituzione democratica.

Le saremmo assai grati di un impegno in tal senso.

Voglia gradire distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 3 settembre 2015

 

3. REPETITA IUVANT. AL SINDACO DI VITERBO. UN APPELLO URGENTE

 

Al Sindaco del Comune di Viterbo

Egregio Sindaco,

ho letto nei giorni scorsi sui mezzi d'informazione locali che la sera del 3 settembre, in occasione della piu' importante manifestazione pubblica cittadina, il trasporto della Macchina di Santa Rosa, sarebbe stato invitato presso Palazzo dei Priori, sede del Comune, il segretario della "Lega Nord", movimento e personaggio che da anni si caratterizzano per fomentare la violenza razzista.

Trovo ignobile che un simile personaggio possa essere invitato ed accolto presso la sede istituzionale del Comune di Viterbo, e ritengo che questa ospitalita' si configurerebbe come un avallo de facto alle posizioni, proposte ed azioni che quel movimento e quel personaggio esprimono, posizioni, proposte ed azioni razziste, e quindi ne' legittime ne' morali, ed anzi illecite ed inammissibili.

Mi indigna e mi angoscia che quel movimento e il suo segretario possano impunemente istigare all'odio e alla persecuzione razzista e promuovere negli enti locali in cui sono sciaguratamente al governo iniziative abominevoli contro persone che hanno gia' subito violenze inaudite e che sono state costrette ad abbandonare le loro case, le loro famiglie ed i loro paesi nella speranza di salvare la vita.

Ricordo ancora quando in Veneto un bambino viterbese fu torturato perche' "terrone"; il fatto che il bersaglio delle violenze dei razzisti si sia successivamente spostato dagli italiani del centro e del sud del paese alle persone di altri paesi nulla muta nel giudizio che su quelle violenze e' da dare: quelle violenze sono un crimine infame su qualunque essere umano si abbattano.

Le chiedo pertanto di non ospitare presso il Comune di Viterbo quel giovinotto a capo di un movimento razzista.

Le chiedo di non avallare la violenza razzista e i suoi alfieri e cantori, i suoi incubatori e manutengoli.

Le chiedo di invitare piuttosto presso Palazzo dei Priori nell'occasione del trasporto della Macchina di Santa Rosa le ed i rappresentanti delle comunita' straniere presenti a Viterbo che con il loro lavoro, la loro cultura e la loro viva umanita' arricchiscono materialmente e spiritualmente la nostra citta', ed esprimere loro la nostra comune gratitudine.

*

Egregio sindaco,

ricordera' che lo scorso anno avemmo occasione di riflettere insieme sul necessario impegno contro il razzismo e in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani: lei espresse allora un impegno che mi parve sincero e persuaso, ma che deve trovare coerente e concreta realizzazione: dia seguito a quelle parole.

Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

Ogni essere umano e' un valore infinito; tutti gli esseri umani sono eguali in diritti.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Il primo dovere di ogni istituzione legittima e democratica e' salvare le vite e promuovere la civile convivenza.

Cordialmente,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 2 settembre 2015

 

4. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI CARLO ALBERTO DALLA CHIESA, DI EMANUELA SETTI CARRARO, DI DOMENICO RUSSO

 

Ricorre oggi, 3 settembre, l'anniversario dell'omicidio mafioso di Carlo Alberto Dalla Chiesa (Saluzzo, 27 settembre 1920 - Palermo, 3 settembre 1982), di Emanuela Setti Carraro (Borgosesia, 9 ottobre 1950 - Palermo, 3 settembre 1982), di Domenico Russo (Santa Maria Capua Vetere, 27 dicembre 1950 - Palermo, 3 settembre 1982).

*

Anche nel ricordo delle vittime della strage di via Carini e di tutte le vittime della mafia proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

5. INIZIATIVE. VERSO LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA

 

Occorre fare del 2 ottobre una manifestazione mondiale contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni.

La Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi, e' infatti la migliore delle occasioni per far emergere nitida e forte la volonta' dell'umanita' cosciente che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione, democrazia, giustizia, solidarieta', rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, tutela dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

La nonviolenza ci convoca ad assumerci le nostre responsabilita'.

In ogni citta', in ogni paese, in ogni consesso civile, in ogni scuola, il 2 ottobre si celebri la Giornata internazionale della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

7. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

8. PROFILI. NELLY SACHS

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Leonie Sachs, piu' nota con lo pseudonimo di Nelly, nasce in una famiglia ebrea della borghesia berlinese il 10 dicembre 1891. Vive con il padre, l'industriale e inventore William Sachs, e la madre, Margareta Karger Sachs. Non ha fratelli ne' sorelle. Conduce, insieme alla madre, una vita molto ritirata. La sua primissima educazione, prima dell'entrata nella Hoehere Toechterschule di Berlino, e' affidata ad istitutori privati.

Il suo amore per la letteratura si manifesta parallelamente a quello per la danza e per la musica. Quando ha solo 15 anni legge il romanzo di Selma Lagerloef Goesta Berling e scrive all'autrice per manifestarle il suo entusiasmo, ne nasce un'amicizia che dura circa trentacinque anni.

Quando ha 17 anni Nelly Sachs comincia a comporre versi che attirano l'attenzione di Stefan Zweig, il primo ad adoperarsi affinche' vengano pubblicati. La prima raccolta di versi esclude tuttavia questi primi componimenti giovanili, che alla poetessa sembravano forse ancora troppo acerbi in forme e contenuti.

Nel 1921 viene pubblicato Legenden und Erzaehlungen, una raccolta di racconti, mentre le prime poesie appaiono tra il 1920 e il 1930 su numerosi quotidiani e riviste. Nei tardi anni Trenta la scrittrice entra a far parte dell'Associazione culturale ebraica.

Con la morte del padre, il complicarsi delle condizioni di vita per gli ebrei nella Germania nazista e lo scoppio del secondo conflitto mondiale, Nelly Sachs decide di trasferirsi in Svezia. Il trasferimento vero e proprio avviene nel 1940, quando Selma Lagerloef, che l'aveva aiutata a realizzarlo, e' ormai gia' morta.

Dopo aver imparato lo svedese, Nelly Sachs lavora principalmente come traduttrice dallo svedese al tedesco. Rimasta sola, dopo la morte della madre nel 1950, la poetessa cade in una fortissima crisi psicologica dalla quale non si riprendera' mai del tutto e che la portera' anche a trascorrere dei periodi di ricovero presso case di cura. Lo squilibrio emotivo di quegli anni e' in parte compensato dagli studi di letteratura chassidica, dalla lettura della Bibbia e dallo studio della Kabala. Nel 1954, un anno dopo aver acquisito la cittadinanza svedese, la Sachs inizia una corrispondenza con Paul Celan, al quale fa visita in Francia nel 1960. E' un momento importante della vita della scrittrice che decide di lasciare l'isolamento nel quale si era chiusa e di intraprendere un viaggio anche in Germania, dove tra il 1960 e il 1965 viene insignita di due importanti riconoscimenti letterari. Nel 1966, infine, riceve, insieme a Joseph Agnon, il prestigioso premio Nobel.

Nonostante fosse ormai diventata un'autrice celebre, Sachs continuo' ad abitare nel suo modesto appartamento di Stoccolma, dove, tra crolli psichici e fisici dovuti all'insorgere di una forma tumorale, muore il 12 maggio 1970.

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Opere: Legenden und Erzaehlungen, racconti, 1921; In den Wohnungen des Todes, poesie, 1947; Die Leiden Israels, poesie, 1951; Flucht und Verwandlung, poesie, 1959; Zeichen im Sand. Die szenischen Dichtungen, poesie, 1962; Ausgewaehlte Gedichte, poesie, 1963; Landschaft aus Schreien, poesie, 1966; Teile dich Nacht, Gedichte, poesie, 1971; Gedichte, poesie, 1977; Suche nach Lebenden. Die Gedichte, poesie, 1979; Fruehe Gedichte und Prosa, poesie e prose, 1983; Briefe der Nelly Sachs, lettere, 1984.

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Traduzioni italiane: Al di la' della polvere, Torino, 1966; Poesie, Torino, 1966 e 1971; Le opere: racconti di Gerusalemme di Shemuel Josef Agnon e Le opere: poesia di Nelly Sachs, Torino, 1979; Corrispondenza Paul Celan - Nelly Sachs, Genova, 1996; Poesie, Torino, 2006.

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Critica: Bahr, Ehrhard, Nelly Sachs, Muenchen, 1980; Bartmann, Franz-Josef, Nelly Sachs (1891-1970) - eine deutsche Dichterin: zum 100. Geburtstag der Nobelpreistraegerin fuer Literatur und ersten Preistraegerin des Kulturpreises der Stadt Dortmund - Nelly-Sachs-Preises, Dortmund, 1991; Bower, Kathrin M., Ethics and Remembrance in the Poetry of Nelly Sachs and Rose Auslaender, Columbia, 2000; Dinesen, Ruth, Sachs Nelly, in Neue Deutsche Biographie (NDB), Band 22, Berlin, 2005; Foot, Robert, The Phenomenon of Speechlessness in the Poetry of Marie Luise Kaschnitz, Guenter Eich, Nelly Sachs and Paul Celan, Bonn, 1982; Fritsch-Vivie', Gabriele, Nelly Sachs. Monographie, Reinbek, 2001; Gelhard, Dorothee, Spuren des Sagens: Studien zur juedischen Hermeneutik in der Literatur, Frankfurt am Main - Wien u.a., 2004; Huml, Ariane (Hg.), "Lichtersprache aus den Rissen": Nelly Sachs - Werk und Wirkung, Goettingen, 2008; Kuric, Johanna, Was ist das Andere auf das ihr Steine werft? Das Denken der Alteritaet in der Lyrik von Nelly Sachs, St. Ottilien, 1999; Menninghaus, Winfried, Meridian des Schmerzes: Zum Briefwechsel Paul Celan-Nelly Sachs, in "Poetica: Zeitschrift fuer Sprach- und Literaturwissenschaft", 26, 1994; Rospert, Christine, Poetik einer Sprache der Toten: Studien zum Schreiben von Nelly Sachs, Bielefeld, 2004.

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Sitografia: www.fembio.org; www.kirjasto.sci.fi; www.exil-archiv.de; http://zukunft-braucht-erinnerung.de; www.zentralratdjuden.de; http://kops.ub.uni-konstanz.de; www.boersenverein.dewww.graswurzel.net; www.literaturkritik.de

 

9. PROFILI. RAHEL SANZARA

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

La breve e triste storia di Rahel Sanzara, pseudonimo che nasconde l'identita' di Johanna Bleschke, inizia il 9 febbraio 1894 a Jena.

Nel 1912 si trasferisce a Berlino dove viene assunta presso una casa editrice. Grazie alle frequentazioni di quel periodo le viene presentato lo scrittore e medico Ernst Weiss. Nonostante la differenza d'eta', 12 anni, tra i due nasce una solida amicizia, che dura circa vent'anni. Durante il primo conflitto mondiale Ernst lavora come medico mentre Johanna, dopo un corso specialistico, opera come infermiera. Negli stessi anni prende lezioni di danza presso lo studio di Rita Sacchetto, celebre danzatrice tedesca molto ammirata da artisti del calibro di Klimt, Moser e Hofmann. Al termine dei suoi studi si esibisce scegliendo lo pseudonimo di Rahel Sanzara con il quale rimane in seguito nota anche come scrittrice. Nonostante i numerosi ingaggi in spettacoli pantomimici e danzanti e la frequenza di un corso di recitazione che la porta ad ottenere una parte in un film (1917), un ruolo in un dramma scritto dallo stesso Ernst Weiss, nonche' numerose apparizioni sui palcoscenici tedeschi, in particolare nella citta' di Darmstadt, nel 1926 la sua popolarita' e' notevolmente calata e lei stessa decide di ritirarsi dalle scene. Nello stesso anno pubblica il suo primo romanzo, Das verlorene Kind, prima sulle pagine della "Vossische Zeitung" e in seguito in forma di libro. La trama, molto discussa, suscita grande scalpore: narra infatti della violenza sessuale ai danni di una bambina di soli quattro anni. Il successo editoriale del romanzo, tradotto gia' in quegli anni in numerose lingue straniere e piu' volte ristampato in Germania, le fa conquistare il premio Kleist. Nel 1927 Rahel sposa Walter Davidson, un agente di cambio ebreo, che la lascia, dopo il 1933, per emigrare in Francia.

La scrittrice non lo segue ma resta a Berlino dove si ammala di cancro e muore l'8 febbraio del 1939. La raccolta di racconti Die glueckliche Hand, pubblicata prima sulla "Vossische Zeitung" e poi, in volume, l'anno della morte, non ebbe successo editoriale. Lascia anche un romanzo incompleto, Hochzeit der Armen. Ernst Weiss, che le sopravvive, si toglie la vita in Francia, nel 1960.

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Opere: Das verlorene Kind, romanzo, 1926; Die glueckliche Hand, racconti, 1933 (Buchausgabe: Humanitas, Zuerich, 1936).

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Traduzioni italiane:E' scomparsa una bambina..., Milano, 1937 e 1947.

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Critica: Heering, Cornelia, Die Kultur des Kriminellen. Literarische Diskurse zwischen 1918 und 1933. Ernst Weiss, mit einem Exkurs zu Rahel Sanzara, Muenster, 2009; Leonhardt, Henrike, Schicksal Name. Johanna Bleschke alias Rahel Sanzara, Muenchen, 2004; Oredi-Hinze, Diana, Rahel Sanzara. Eine Biographie, Frankfurt am Main, 1981; Schmidt-Bortenschlager, Sigrid, Besinnung auf Traditionen. Heimat und Geschichte im Roman des fruehen 20. Jahrhundert, Muenchen, 1988; Schulz, Georg-Michael, Vom Boesen und in gleichem Masse auch vom Guten. Rahel Sanzara: "Das verlorene Kind", Muenchen, 2003; Wall, Renate, Lexikon deutschsprachiger Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004; Weidermann, Volker, Das Buch der verbrannten Buecher, Koeln, 2008.

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Sitografia: www.spiegel.de/spiegel/print/d-14024642.html; www.verbrannte-buecher.de/t3/fileadmin/user_upload/dokumente/buecher_texte/babett_rastig_sanzara.pdf; www.meine-lieblingsbuecher.de/Lese-Tipps/Sanzara/body_sanzara.html

 

10. PROFILI. ANNA SEGHERS

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Pseudonimo di Netty Reiling, Anna Seghers nasce a Mainz il 19 novembre 1900 da genitori di religione ebraica. Il padre Isidor possiede un negozio di arte e di antiquariato nella citta'. Dopo aver conseguito la maturita' classica nel 1920, nel '21 Netty Reiling si iscrive all'Universita' di Heidelberg, dove studia sinologia e storia dell'arte. Qui fa la conoscenza di Laszlo Radvany, filosofo, sociologo e scrittore, suo futuro marito. Nello stesso anno frequenta corsi di storia dell'arte anche presso l'Universita' di Colonia. Nel 1924 consegue a Heidelberg la laurea in storia dell'arte con una tesi dal titolo Jude und Judentum im Werk Rembrandts. Con lo pseudonimo di Antje Seghers pubblica sulla "Frankfurter Zeitung" il racconto Die Toten auf der Insel Djal. Eine Sage aus dem Hollaendischen, nacherzaehlt von Antje Seghers.

Nell'agosto del 1925 sposa Laszlo Radvanyi, che nel frattempo si e' impegnato nella fondazione della Marxistischen Arbeiterschule a Berlino. Nel 1926 nasce Peter, il primo figlio. L'anno successivo esce a puntate sulla "Frankfurter Zeitung" un secondo racconto di Anna Seghers (il nuovo definitivo pseudonimo della scrittrice) col titolo Grubetsch, grazie al quale, come grazie al romanzo Der Aufstand der Fischer von St. Barbara (1928), ottiene nel 1928 il prestigioso premio Kleist. Nasce la figlia Ruth. Anna Seghers entra a far parte della Lega degli scrittori proletari e rivoluzionari e del Partito Comunista. Grazie alla fama acquisita, partecipa, come delegata della Lega, al primo convegno internazionale sulla letteratura del proletariato a Charkov in Russia, dove rimane positivamente impressionata dalla nuova economia comunista promossa da Stalin.

Dopo la pubblicazione di vari racconti e del romanzo Die Gefaehrten, minacciata dal nuovo regime nazista, fugge verso la Svizzera, per stabilirsi, insieme alla famiglia, a Parigi. Si impegna, in vario modo, nella difesa della cultura dalla barbarie nazista e nella lotta politica. Nel 1935, in occasione del primo "Congresso internazionale degli scrittori in difesa della cultura", che lei stessa organizza nella capitale francese, tiene una conferenza dal titolo Vaterlandsliebe. Partecipa ad altri convegni internazionali degli scrittori (Madrid, Parigi), mentre sulla famosa rivista dell'esilio "Das Wort" si accende il dibattito sul "realismo", al quale Seghers prende indirettamente parte con le polemiche lettere che scrive a Georg Lukacs.

Con l'inizio della guerra, nel 1939, il marito viene internato nel campo di concentramento di Le Vernt, nel sud della Francia. Nel 1940 l'occupazione di Parigi da parte delle truppe hitleriane costringe Anna Seghers a lasciare la citta'. Si sposta verso sud e si stabilisce a Pamier, una cittadina non lontana da Le Vernet. Riesce a procurarsi un visto d'uscita per il marito e ad ottenerne il rilascio. Il 24 marzo 1941 si imbarca, insieme a lui e ai figli, a Marsiglia per il Messico.

Dopo un lungo viaggio i profughi arrivano a Citta' del Messico, una delle piu' importanti mete degli esuli comunisti, alla fine di giugno. Mentre Radvanyi ottiene un posto di Professore all'Universita' dei Lavoratori del Messico e, nel 1944, anche all'Universita' statale, Anna Seghers partecipa attivamente a iniziative antifasciste, diventa presidente del Club Heinrich Heine, importante centro messicano di attivita' antifascista, contribuisce a fondare insieme ad altri scrittori tedeschi esuli in Messico la rivista "Freies Deutschland", sulla quale pubblica vari saggi politici. Scritto in Francia tra il 1937 e il 1939, Das siebte Kreuz. Roman aus Hitlerdeutschland, il suo romanzo piu' famoso, esce nel 1942 in inglese (Usa) e in tedesco (Messico), ottenendo subito un grande successo. Grazie agli introiti ottenuti con le vendite del romanzo la scrittrice puo' assicurare a se stessa e alla famiglia un lungo momento di relativa serenita' economica. Serenita' turbata dalla deportazione della madre che morira' tra il 1942 e il 1943 nel campo di concentramento di Auschwitz. Il padre era scomparso gia' nel 1940, due giorni dopo la vendita forzata del negozio e della casa. Tutti gli sforzi di Anna Seghers per aiutare la madre nella fuga procurando anche a lei un visto d'uscita erano falliti. La scrittrice la ricordera' per la prima e unica volta nel racconto Der Ausflug der toten Maedchen, che scrive in Messico nel 1943 durante la convalescenza dopo le gravi ferite riportate in un incidente stradale del quale resta vittima nel medesimo anno. Nel 1944 esce, in lingua spagnola, inglese e francese, Transit, il secondo romanzo dell'esilio.

A partire dal 1945, anno in cui il figlio Peter si iscrive all'Universita' di Parigi, tutta la famiglia rientra in Europa. Nel 1946 lo segue la sorella Ruth, per iniziare come lui gli studi all'Universita' di Parigi, nel 1947 parte Anna Seghers che, dopo essere passata da New York, Stoccolma e Parigi, si stabilisce definitivamente a Berlino. Qui la casa editrice Aufbau inizia a pubblicare le opere scritte durante l'esilio. Il 20 luglio 1947 riceve il premio Buechner. In agosto compie il secondo viaggio in Russia insieme a una delegazione di artisti. Presso la casa editrice Weller, di Costanza, esce la versione tedesca del romanzo Transit.

Seghers e' coinvolta nelle attivita' del movimento per la pace e contro gli armamenti nucleari. Nel 1948 si trasferisce nel settore sovietico della citta' e nel 1949 partecipa al Congresso per la pace nel mondo a Parigi. Esce il romanzo Die Toten blieben jung. La neonata Repubblica Democratica Tedesca (ottobre 1949) la chiama, nel 1950, a partecipare alla fondazione dell'Accademia Tedesca delle Arti. Nel 1951 la casa editrice Aufbau inizia con la pubblicazione dei Gesammelte Werke in Einzelausgaben. Escono poi Crisanta. Mexikanische Novelle e Die Kinder. Drei Erzaehlungen. Riceve il premio della Repubblica Democratica Tedesca.

Nel 1952 il marito, ancora in Messico, fa ritorno a Berlino. In occasione del terzo Congresso degli scrittori Anna Seghers viene eletta presidente. Pubblica la raccolta di novelle Der Bienenstock. Erzaehlungen in zwei Baenden. Nel 1954 trascorre alcune settimane in Unione Sovietica per compiere ricerche d'archivio su Lev Tolstoj. Al suo rientro a Berlino, nel 1955, si trasferisce nella Volkswohlstrasse 81 (oggi Anna-Seghers-Strasse), dove restera' fino alla morte e dove oggi ha sede il Centro Studi Anna Seghers. Viaggia molto, si impegna per la pace nel mondo e partecipa al XX congresso del Partito Comunista Sovietico, che, con la presidenza di Chruschtschow, inizia a fare i conti con la pesante eredita' dello stalinismo. Durante la rivolta in Ungheria Anna Seghers si adopera per aiutare l'amico Georg Lukács, ma nel 1957, in occasione del processo contro Walter Janka, direttore della casa editrice Aufbau, cui lei stessa si era rivolta per soccorrere Lukacs, Seghers tace, cosi' come tace quando molti suoi conoscenti comunisti vengono accusati e condannati per "attivita' controrivoluzionarie". In conseguenza della sua adesione alla politica del socialismo reale, la scrittura di Seghers ora ubbidisce a un imperativo pedagogico che la spinge ad abbandonare le tecniche narrative piu' moderne nel nome delle quali aveva polemizzato a suo tempo con Lukacs e col suo concetto di "realismo". Il nuovo stile caratterizza i cosiddetti "romanzi della Ddr": Die Entscheidung (1959) e Das Vertrauen (1968).

Nel 1962 Das siebte Kreuz viene pubblicato da Luchterhand per la prima volta nella Repubblica Federale. A partire dal 1963 Luchterhand pubblica l'edizione in sette volumi degli Ausgewaehlte Werke.

Nello stesso anno la scrittrice tace anche durante il Convegno su Kafka a Liblice, presso Praga (che indeboli' significativamente la politica antikafkiana della Sed), al quale partecipa, senza pero' tenere alcuna relazione. Tra il 1965 e il 1968 escono racconti (Die Kraft der Schwachen. Neun Erzaehlungen) e romanzi (Das wirkliche Blau. Eine Geschichte aus Mexiko, Das Vertrauen). Anna Seghers collabora alla sceneggiatura del film Die Toten bleiben jung, tratto dal suo omonimo romanzo. Nel 1969 esce, a cura di Christa Wolf, la raccolta di saggi e conferenze di Anna Seghers Glauben an Irdisches.

1975 riceve il premio del "Consiglio per la pace nel mondo" e la cittadinanza onoraria di Berlino (est). Nel 1978 riceve la presidenza onoraria dell'Unione degli Scrittori. Il 3 luglio muore il marito. Nel 1981 riceve la cittadinanza onoraria della citta' di Mainz. Muore il primo luglio del 1983.

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Opere: Die Toten auf der Insel Djal. Eine Sage aus dem Hollaendischen, nacherzaehlt von Antje Seghers, racconto, 1924 Grubetsch, racconto, 1927; Der Aufstand der Fischer von St. Barbara, romanzo, 1928; Auf dem Wege zur amerikanischen Botschaft und andere Erzaehlungen, racconti, 1930; Die Gefaehrten, romanzo, 1932; Der Kopflohn, romanzo, 1933; Der Weg durch den Februar, romanzo, 1935; Die Rettung, romanzo, 1937; Der Prozess der Jean d'Arc zu Rouen 1431, radiodramma, 1937; Die schoensten Sagen des Raeuber Woynok, racconti, 1940; Das siebte Kreuz, romanzo, 1942; Der Ausflug der toten Maedchen, racconto, 1943; Transit, romanzo, 1944; Das Argonautenschiff, racconto, 1948; Die Toten bleiben jung, romanzo, 1949; Die Hochzeit von Haiti, novelle, 1949; Crisanta, romanzo, 1951; Der Mann und sein Name, racconto, 1952; Der Bienenstock, racconti, 1953; Die Entscheidung, romanzo, 1959; Das Licht auf dem Galgen, racconti, 1961; Die Kraft der Schwachen, racconti, 1965; Das wirkliche Blau. Eine Geschichte aus Mexiko, racconto, 1967; Das Vertrauen, romanzo, 1968; Ueberfahrt. Eine Liebesgeschichte, racconto, 1971; Sonderbare Begegnungen, racconti, 1973; Steinzeit, Wiederbegegnung, racconti, 1977; Drei Frauen aus Haiti, racconti, 1980; Der gerechte Richter, racconto, 1990 (postumo).

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Traduzioni italiane: La settima croce, Milano-Verona, 1947; La rivolta dei pescatori di Santa Barbara, Torino, 1949; I sette della miniera, Torino, 1950; I morti non invecchiano, Torino, 1952; Visto di transito, Roma, 1954; La via di febbraio, Firenze, 1956; Il processo di Giovanna d'Arco a Rouen - 1431, Milano, 1968; La gita delle ragazze morte e altri racconti, Milano, 1981; Incontro a Praga, Milano, 1983; Il vero azzurro, Roma, 1988; Transito, Roma, 1995; Jans deve morire, Roma, 2003; La figlia della delegata, Milano, 2006; Nozze a Haiti, Napoli, 2007; La gita delle ragazze morte, Venezia, 2010; I morti restano giovani, Sesto San Giovanni (Mi), 2011.

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Critica: Albrecht, Friedrich, Die Erzaehlerin Anna Seghers 1926-1932, Berlin, 1965; Id., Bemuehungen. Arbeiten zum Werk von Anna Seghers 1965-2004, Bern u.a., 2005; "Argonautenschiff. Jb. der Anna-Seghers-Gesellschaft", Berlin-Mainz, Berlin-Weimar, 1992; Benjamin, Walter, Eine Chronik der deutschen Arbeitslosen. Zu Anna Seghers Roman "Die Rettung", in Id., Gesammelte Schriften, hrsg. v. R. Tiedemann, Frankfurt am Main, 1972 e sgg., vol. III, pp. 530-538; von Bernstorff, Wiebke, Fluchtorte. Die mexikanischen und karibischen Erzaehlungen von Anna Seghers, Goettingen, 2006; Bock, Sigrid, Der Weg fuehrt nach St. Barbara. Die Verwandlung der Netty Reiling in Anna Seghers, Berlin, 2008; Fehervary, Helen, Anna Seghers: The Mythic Dimension, Ann Arbor, 2001; Greiner, Bernhard, Re-Presentation: Exil als Zeichenpraxis bei Anna Seghers, in Id. (Hg.), Placeless Topographies. Jewish Perspectives on the Literature of Exile, Tuebingen, 2003, pp. 161-176; Hilzinger, Sonia, Antifaschistische Zeitromane von Schriftstellerinnen, in "Exil. Forschung, Erkenntnisse, Ergebnisse", 1, 1992, pp. 30-45; Ead., Anna Seghers, Stuttgart, 2000; Mueller-Salget, Klaus, Totenreich und lebendiges Leben. Zur Darstellung des Exils in Anna Seghers Roman "Transit", in W. Koepke - M. Winkler (Hg.), Exilliteratur 1933-1945, Darmstadt, 1989, pp. 333-354; Pallus, Wolfgang, Der Schriftsteller waechst mit der Anteilnahme seiner Leser. Weiterfuehrung und Neuansatz epischer Gestaltung bei Anna Seghers, in W. Pallus - G. Mueller-Waldeck (Hg.), Neuanfaenge. Studien zur fruehen DDR Literatur, Berlin, 1986, pp. 172-225, 353-359; Rotermund, Erwin, Soziales Engagement und Dichtung der 'Unmittelbarkeit'. Ein Blick ueber das Frueh- und Exilwerk von Anna Seghers, in Id./B. Spies (Hg.), Artistik und Engagement, Aufsaetze zur deutschen Literatur, Würzburg, 1994, pp. 174-185; Thurner, Christina, Der andere Ort des Erzaehlens. Exil und Utopie, Koeln, 2003; Wallace, Ian (ed.), Anna Seghers in Perspective, Amsterdam u. a., 1998; Walter Hans-Albert, Eine deutsche Chronik. Das Romanwerk von Anna Seghers aus den Jahren des Exils, in A.M. Keim (Hg.), Exil und Rueckkehr. Emigration und Heimkehr. Ludwig Berger, Rudolf Frank, Anna Seghers und Carl Zuckmayer, Mainz, 1986, pp. 85-119; Zehl Romero, Christiane, Anna Seghers. Eine Biographie 1900-1947, Berlin, 2000; Ead., Anna Seghers. Mit Selbstzeugnissen und Bilddokumenten, Hamburg, 1993.

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Sitografia: www.anna-seghers.de/gesellschaft.php; www.ub.fu-berlin.de/service_neu/internetquellen/fachinformation/germanistik/autoren/autors/seghers.html; www.annaseghers.wordpress.com; http://golm.rz.uni-potsdam.de/Seghers/; http://golm.rz.uni-potsdam.de/Mexiko/Rabe/seghers.htm; www1.uni-hamburg.de/exillit/neueversion/index.htm; www.uni-potsdam.de/u/germanistik/literatur20/Seiten/biographie.htm

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Filmografia: Der Aufstand der Fischer von St. Barbara, 1934; Das siebte Kreuz, 1944; Die Toten bleiben jung, 1968; Die grosse Reise der Agathe Schweigert, 1972; Das Schilfrohr, 1974; Das Licht auf dem Galgen, 1976; Die Ueberfahrt, 1984; Das wirkliche Blau, 1986; Der Aufstand der Fischer von St. Barbara, 1988; Transit, 1991; Der gerechte Richter, 2000.

 

11. MATERIALI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI E DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO"

[Riproponiamo ancora una volta]

 

- Franco Gesualdi, Signorno', Guaraldi, Rimini-Firenze 1972.

- Franco Gesualdi, Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.

- Franco Gesualdi e Pierangelo Tambellini del Centro nuovo modello di sviluppo (Vecchiano - Pi), Energia nucleare. Cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento, Perugia 1987.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990, 1994.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Boycott! Scelte di consumo scelte di giustizia. Manuale del consumatore etico, Macro/edizioni, San Martino di Sarsina (Fo) 1992.

- Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sulla pelle dei bambini, Emi, Bologna 1994, 1995.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti. Guida alla comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il Sud del mondo, Emi, Bologna 1993, 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico. Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro, Emi, Bologna 1996, 1997.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile, Emi, Bologna 1998.

- Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano 1999.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Paola Costanzo, Te', infusi e tisane dal mondo, Sonda, Torino-Milano 2001.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sui comportamenti delle banche per scelte consapevoli, Emi, Bologna 2002.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di mezzo, Milano 2002.

- Willy Mutunga, Francesco Gesualdi, Stephen Ouma, Consumatori del nord lavoratori del sud. Il successo di una campagna della societa' civile contro la Del Monte in Kenya, Emi, Bologna 2003.

- Francesco Gesualdi, Acquisti trasparenti, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Tutti i tipi di te', Sonda, Torino-Milano 2005.

- Francesco Gesualdi, John Pilger, Comprare con giustizia, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo, Sobrieta'. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai giovani figli del pianeta. Scegliamo insieme un futuro per tutti, Emi, Bologna 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.

- Francesco Gesualdi, Acqua con giustizia e sobrieta', Emi, Bologna 2007.

- Francesco Gesualdi, Il mercante d'acqua, Feltrinelli Milano 2007.

- Francesco Gesualdi, Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, Terre di mezzo, Milano 2008.

- Francesco Gesualdi, Vito Sammarco, Consumattori. Per un nuovo stile di vita, La Scuola, Brescia 2009.

- Francesco Gesualdi, L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta', Terre di Mezzo, Milano 2009.

- Francesco Gesualdi, Dario Bossi, Il prezzo del ferro. Come si arricchisce la piu' grande multinazionale del ferro e come resistono le vittime a livello mondiale, Emi, Bologna 2010.

- Francesco Gesualdi, Cercatori del regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, I fuorilega del nordest, Dissensi, 2011.

- Centro nuovo modello di sviluppo, I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi, oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia, Milano 2012.

- Francesco Gesualdi, Le catene del debito. E come possiamo spezzarle, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, L'economia del bene comune, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, Cambiare il sistema. La storia e il pensiero del padre del consumo critico, fondatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", Altreconomia, Milano 2014.

- Francesco Gesualdi, Risorsa umana. L'economia della pietra scartata, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2015.

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Ovviamente cfr. inoltre anche almeno:

- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.

- AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.

 

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Friedrich Engels, Antiduehring, Editori Riuniti, Roma 1950, 1971, pp. XL + 352.

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Strumenti

- Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature, Bompiani - Rcs Libri, Milano 2005, 2006, 12 voll.

- Fondazione Centro studi filosofici di Gallarate (a cura di), Enciclopedia Filosofica Bompiani, Bompiani - Rcs Libri, Milano 2006, 2010, 20 voll.

 

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

14. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2095 del 3 settembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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