[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 58



 

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 58 del 25 agosto 2015

 

In questo numero:

1. Contro la guerra e contro il terrore, contro il razzismo e contro la schiavitu'

2. Veza Canetti

3. Elisabeth Castonier

4. Hilde Domin

5. Cordelia Edvardson

6. Bettina Ehrlich

7. Marietta Federn Kohlhaas

8. Lisa Fittko

9. Mariana Frenk

10. Elisabeth Freundlich

11. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

12. "Azione nonviolenta" di luglio-agosto 2015

 

1. IN POCHE PAROLE. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL TERRORE, CONTRO IL RAZZISMO E CONTRO LA SCHIAVITU'

 

Abolire gli eserciti e le armi.

Soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla guerra.

Scegliere di salvare le vite.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Una sola umanita', un unico mondo vivente.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

2. PROFILI. VEZA CANETTI

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Venetiana Taubner-Calderon nasce il 21 novembre 1897 a Vienna. La madre e' un'ebrea sefardita, il padre ha origini ungheresi.

Al termine della prima guerra mondiale, dopo aver completato gli studi liceali, lavora principalmente come insegnate di inglese. Ama la letteratura, e' un'accanita lettrice, di bell'aspetto nonostante un handicap fisico al braccio che ne segna la costituzione sin dalla nascita.

Appassionata di scrittura, nel 1932 riceve il suo primo riconoscimento letterario per la novella Ein Kind rollt Geld: il lavoro ottiene infatti il secondo premio ad un concorso per racconti brevi, bandito dal quotidiano viennese "Arbeiter-Zeitung". Sullo stesso quotidiano, l'anno seguente, viene anche pubblicato il racconto Der Kanal. Negli anni immediatamente successivi appaiono molti altri racconti della giovane scrittrice, alcuni dei quali verranno poi riuniti in un romanzo unico dal titolo Die Gelbe Strasse. La maggior parte dei racconti esce presso la casa editrice Malik, con gli pseudonimi di Veronika Knecht, Martha o Martina Murner o ancora Veza Magd. A partire dal 1934, tuttavia, con il mutare delle condizioni politiche, i racconti di Veza non vengono piu' pubblicati, allo stesso modo i suoi romanzi Kaspar Hauser e Die Geniesser. In seguito sono misteriosamente scomparsi, probabilmente distrutti dalla stessa autrice.

Si ritiene che gli ultimi suoi testi pubblicati in quegli anni siano stati il racconto Drei Helden und eine Frau, apparso sui "Neue Deutsche Blaetter", e la traduzione dall'inglese di Die Macht und die Herrlichkeit di Graham Green.

Nel 1934 Veza conosce e sposa lo scrittore Elias Canetti, che ha ben otto anni meno di lei. Quanto i loro stili di scrittura e di pensiero si siano vicendevolmente influenzati per effetto della loro relazione e' ancora oggi oggetto di accesa discussione. Del loro rapporto d'amore si raccontano invece le difficolta' e le crisi dovute ai continui tradimenti di Elias.

Nel 1938 la coppia emigra dapprima a Parigi - dove vive meno di un anno - e, l'anno successivo, a Londra.

Nello stesso anno Veza compone il romanzo Die Schildkroetren che, a causa dello scoppio della guerra, non puo' essere pubblicato.

Durante gli anni del conflitto la scrittrice si mantiene lavorando come insegnante di lingua, come curatrice della corrispondenza commerciale di alcune aziende, in seguito anche come lettrice per una casa editrice, nonche' traduttrice e curatrice della posta del marito Elias. Nonostante abbia continuato a scrivere almeno fino al 1952, non rimane oggi alcuna traccia della produzione di quegli anni.

Veza Canetti muore a Londra il primo maggio del 1963, forse suicida, senza aver mai fatto ritorno a Vienna.

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Opere: Die gelbe Strasse, romanzo, 1989; Der Oger, dramma, 1990; Geduld bringt Rosen, racconto, 1991; Die Schildkroeten, romanzo, 1999; Der Fund, racconti, 2001; Briefe an Georges, 2006 (con Elias Canetti).

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Traduzioni in italiano: Le tartarughe, Venezia, 2000; La strada gialla, Venezia, 2001; La pazienza porta rose, Milano, 1993.

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Critica: Guertler Christian - Schmid-Bortenschlager, Sigrid, Erfolg und Verfolgung. Oesterreichische Schriftstellerinnen 1918-1945, Salzburg-Wien-Frankfurt am Main, 2002; Heinz, Ludwig Arnold (Hg.), Veza Canetti, Muenchen, 2002; Mulot, Sibylle, Das Leben vor der Haustuer, in "Die Zeit", 6.4.1990; Spoerk Ingrid - Strohmaier, Alexandra (Hg,), Veza Canetti (Franz-Nabl-Institut fuer Literaturforschung der Universitaet Graz), Graz, 2005; Schweikert, Uwe, Die Entdeckung einer Dichterin, in "Frankfurter Rundschau", 26.5.1990; Silverman, Lisa, Zwischenzeit and Zwischenort: Veza Canetti, Else Feldmann, and Jewish writing in Interwar Vienna, in "Prooftexts: A Journal of Jewish Literary History", 26, Winter/Spring 2006, 1-2.

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Sitografia: www.literaturhaus.at; www.perlentaucher.de; www.hakeillah.com; www.mostlyfiction.com; www.sagarana.it; www.morasha.it; www.aktion-patenschaften.de; www.exil-archiv.de; www.txt.de

 

3. PROFILI. ELISABETH CASTONIER

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Elisabeth Borchardt nasce a Dresda il 6 marzo 1894, unica figlia del pittore Felix Borchardt. Dopo la primissima infanzia trascorsa nella citta' natale, l'intera famiglia si trasferisce a Parigi, dove la produzione artistica paterna trova ampio riconoscimento di critica e di pubblico.

Nel 1912, prima dello scoppio del primo conflitto mondiale, Elisabeth torna a Berlino. Durante la guerra raggiunge il padre a Monaco, dove egli, dopo il divorzio dalla prima moglie, si era risposato.

In quegli anni appare, tra le pagine del "Berliner Tageblatt", il romanzo Frau, Knecht, Magd, uno dei piu' grandi successi letterari della scrittrice, seguito dal romanzo Angele, che i nazisti inserirono nella lista dei libri banditi e poi pubblicamente bruciati.

Nel 1923 Elisabeth sposa il cantante danese Paul Castonier, dal quale in seguito si separa. Pubblica satire sul settimanale "Die Ente" e, dopo l'avvento al potere di Hitler, si rifugia dapprima a Vienna, poi, da li', in Italia e infine, nel 1938, in Inghilterra, dove lavora per la Bbc e scrive resoconti sulla resistenza spirituale e religiosa in Germania. Lavora inoltre come corrispondente per il "News Chronicle" e il "New Statesman" e per quotidiani dell'esilio come il "Pariser Tageszeitung" e il "Wiener Tageblatt".

Nel 1944 un'amica la invita a farle visita nella sua fattoria nello Hampshire. Elisabeth vi rimane per dieci anni, lavorando come bracciante agricola e rifiutando anche l'offerta di un prestigioso lavoro di traduttrice. Nel 1955 si ritira con l'amica Jane Napier in un cottage nel Wiltshire, dove riprende a scrivere storie sulla vita inglese.

A partire dal 1950 inizia la sua corrispondenza con la vedova dell'amico Kurt Tucholsky, morto durante l'esilio svedese. Muore il 24 settembre 1975 a Monaco di Baviera.

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Opere:  Frau, Knecht, Magd, romanzo, 1932; Die Sardinenfischer, dramma, 1932; Tony the donkey, 1941: Shippy the Tortoise, 1942; Jim the goat, 1942; The Eternal Front, 1942; Emily the Toad, 1944; Lolly the bat, 1944; Drei taube Tanten, 1957; Das vergessene Haus, romanzo, 1959; Mill Farm und ihre zwei - und vierbeinigen Originale, 1959; Die Herzogin Nana. Neue Geschichten von Mill Farm, 1960; Noella, romanzo, 1962; Stuermisch bis heiter. Memoiren einer Aussenseiterin, autobiografia, 1964; Die Vogelscheuche und andere Erzaehlungen aus einem englischen Cottage, racconti, 1964; Ein Menschenleben mit Tieren, racconto, 1965; Etwas laute Nacht, racconto, 1966; Magd in England, romanzo, 1967; Das vergessene Cottage, romanzo, 1967; Seltsame Muster. Begegnungen, Schicksale, 1971; Dreimal Liebe. Drei ungewoehnliche Frauenschiksale, 1975; Unwahrscheinliche Wahrheiten. Erlebnisse, Kurioses, Erinnerungen, 1975; Das Gesicht am Fenster, romanzo, 1976; il lascito di Elisabeth Castonier, prevalentemente costituito da lettere, si trova presso il Deutsches Literaturarchiv di Marbach.

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Critica: Polgar, Alfred, "Die Sardinenfischer". [Zu einer Auffuehrung des gleichnamigen Schauspiels von Elisabeth Castonier an der Berliner Volksbuehne], in "Die Weltbuehne: Wochenschrift fuer Politik, Kunst, Wirtschaft", 29, I, 1933, S. 330-331; Ritchie, James M.,  Women in exile in great Britain, in "German Life and Letters", 27, 1994, 1; Vietor-Englaender, Deborah, "Drittes Exil - Neue Heimat": Elisabeth Castoniers Leben im englischen Exil, in "Exil: Forschung, Erkenntnisse, Ergebnisse" 13, 1993, 2, S. 41-45; Wall, Renate, Lexikon deutschsprachiger Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004.

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Sitografia: www.aktion-patenschaften.de; www.exil-archiv.de; www.lesekost.de

 

4. PROFILI. HILDE DOMIN

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Hilde Domin nasce a Colonia il 27 luglio 1909, in una famiglia ebrea dell'alta borghesia.

Dopo aver completato gli studi liceali, frequenta le universita' di Heidelberg, Bonn e infine Berlino, cambiando il suo indirizzo di studi da giurisprudenza in economia politica, poi sociologia e infine filosofia.

Nel 1932, quando le idee nazionalsocialiste cominciano a diffondersi in Germania, si trasferisce in Italia insieme a un compagno universitario, lo studente di archeologia Erwin Walter Palm, e continua gli studi sia a Roma che a Firenze, dove si laurea nel 1936. Nello stesso anno sposa Palm, ormai da lungo tempo divenuto il suo compagno.

Nel 1939, a causa delle difficili condizioni di vita per gli ebrei all'indomani del patto tra Hitler e Mussolini, la coppia lascia l'Italia e raggiunge l'Inghilterra dove entrambi lavorano come insegnanti di lingue straniere presso un college. Un anno piu' tardi si trasferiscono nuovamente, questa volta nella Repubblica Domenicana, dove restano per ben dodici anni. Li' Hilde Domin lavora come traduttrice, fotografa e segretaria e in seguito anche come lettrice di lingua tedesca all'universita'.

Nel 1951, sulla scia delle emozioni suscitate dalla morte della madre, scrive la sua prima poesia. Nel periodo che va dal 1951 al 1953 ne scrive piu' di duecento che cominceranno a essere pubblicate su alcune riviste a partire dal 1957, dopo il ritorno in Germania avvenuto nel 1954.

Dal 1961 in poi, Hilde Domin lavora come libera scrittrice: scrive saggi, romanzi, racconti, poesie e trattazioni scientifiche. Lavora inoltre come traduttrice e curatrice. Nel 1968 pubblica il romanzo Das zweite Paradies, una storia di esilio e ritorno in patria nella quale si riconoscono chiari tratti autobiografici.

Le letture pubbliche delle sue opere riscuotono sempre grande successo di pubblico e di critica e la scrittrice viene invitata nel 1987-1988 a tenere le celebri "Frankfurter Poetik Vorlesungen".

Alla scrittrice sono stati attribuiti numerosi premi e riconoscimenti, non ultimi il premio letterario a suo nome istituito dalla citta' di Heidelberg che nel 2004 le ha anche concesso la cittadinanza onoraria. Prima della sua morte, avvenuta il 22 febbraio 2006, Hilde Domin diviene socio onorario del P.E.N. Club dell'esilio.

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Opere: Nur eine Rose als Stuetze, poesie, 1959; Rueckkehr der Schiffe, poesie, 1962; Linguistik, poesie, 1963; Hier, poesie, 1964; Hoehlenbilder, poesie, 1968; Das zweite Paradies, romanzo, 1968; Wozu Lyrik heute. Dichtung und Leser in der gesteuerten Gesellschaft, riflessioni, 1968; Ich will dich, poesie, 1970; Von der Natur nicht vorgesehen. Autobiographisches, schizzi autobiografici, 1974; Aber die Hoffnung. Autobiographisches aus und ueber Deutschland, schizzi autobiografici, 1982; Der Baum blueht trotzdem, poesie, 1999.

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Traduzioni in italiano: Con l'avallo delle nuvole. Poesie scelte, Roma, 2011.

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Critica: Boehmel-Fichera, Ulrike, Das beschaedigte Bild von sich selbst: Die Suche nach Identitaet in Hilde Domins Roman "Das zweite Paradies" (1968), in M. Huml - M. Rappenecker (Hg.), Juedische Intellektuelle im 20. Jahrhundert. Literatur- und Kulturgeschichtliche Studien, Wuerzburg, 2003; Ead., Zum "Stelldichein mit mir selbst": Die Exilerfahrung in der Lyrik Hilde Domins, in J. Thuneke (Hg.), Deutschsprachige Exillyrik von 1933 bis zur Nachkriegszeit, Amsterdam-Atlanta, 1998; Braun, Michael, Exil und Engagement: Untersuchungen zur Lyrik und Poetik Hilde Domins, Frankfurt am Main-Berlin-Bern-New York-Paris-Wien, 1994; Conterno, Chiara, Hilde Domin, "Con l'avallo delle nuvole", in "L'indice dei libri del mese", 11, 2011, anche online sul sito http://www.germanistica.net/2011/12/23/hilde-domin-con-lavallo-delle-nuvole/; Karsch, Margret, "Das Dennoch jedes Buchstabens: Hilde Domins Gedichte im Diskurs um Lyrik nach Auschwitz, Bielefeld, 2007; Lehr-Rosenberg, Stephanie, "Ich setzte den Fuss in die Luft, und sie trug": Umgang mit Fremde und Heimat in Gedichten Hilde Domins, Wuerzburg, 2003; Loretan-Saladin, Franziska, Dass die Sprache stimmt: eine homiletische Rezeption der dichtungstheoretischen Reflexionen von Hilde Domin, Fribourg, 2008; Scheidgen, Ilka, Hilde Domin: Dichterin des Dennoch, Lahr, 2006; Vallaster, Elfe, "Ein Zimmer in der Luft": Liebe, Exil, Rueckkehr und Wort-Vertrauen; Hilde Domins lyrischer Entwicklungsweg und Interpretationszugaenge, New York-San Francisco-Bern-Baltimore-Frankfurt am Main-Berlin/ Wien/ Paris, 1994; Vogel, Harald - Gans, Michael, Rose Auslaender - Hilde Domin: Gedichtinterpretationen, Baltmannsweiler, 2004; Wangenheim, Bettina von (Hg.), Vokabular der Erinnerung: zum Werk von Hilde Domin, Frankfurt am Main, 1998; Ead., Heimkehr ins Wort, Materialien zu Hilde Domin, Frankfurt am Main, 1982; Wu, Jianguang, Das lyrische Werk Hilde Domins im Kontext der deutschen Literatur nach 1945, Frankfurt am Main/ Berlin (u.a.), 2000.

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Sitografia: www.faz.net; www.spiegel.de; www.ub.uni-heidelberg.de; www.shoa.de; www.cultura21.info; www.dradio.de; www.ichwilldich-derfilm.de; www.judentum-projekt.de; www.exil-archiv.de; www.fischerverlage.de; www.freitag.de; www.literaturkritik.de; www.philosophia-online.de

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Filmografia: Ich will dich, 2007.

 

5. PROFILI. CORDELIA EDVARDSON

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Cordelia Edvardson nasce il primo gennaio 1929 a Monaco, figlia illegittima di Elisabeth Langgaesser e di Hermann Heller. Cresce nella casa del patrigno, Paul Hoffmann, nella quale viene educata secondo i principi della religione cattolica.

Nel 1939 e' costretta a cambiare scuola e a trasferirsi in un istituto ebraico di istruzione poiche' figlia di padre ebreo e pertanto "indegna dell'attestato di appartenenza alla comunita' ariana". La madre cerca invano di evitarle un duro destino adoperandosi per farla adottare da una famiglia spagnola.

Allo scopo di proteggere il suo nucleo familiare e salvare la vita alla madre, Cordelia, appena quattordicenne, firma per la propria deportazione in un campo di concentramento.

Nel 1943, dopo un breve soggiorno a Theresienstadt, viene trasferita nel campo di Auschwitz dove lavora per il dottor Mengele, con l'incarico di protocollare i suoi esperimenti.

Nel 1945 e' tra i pochi fortunati ad esser salvati dalla Croce rossa internazionale. Verra' portata in Svezia, dove lavora come giornalista per il quotidiano "Svenska Dagbladet". Nel 1973 diventa corrispondente da Tel Aviv, in Israele, dove e' spettatrice della guerra dello Jom Kippur.

Nel 1974 si trasferisce dalla Svezia a Gerusalemme, dove vive tuttora.

Le sue esperienze di vita sono raccontate nell'autobiografia Gebranntes Kind sucht das Feuer, pubblicata nel 1986, per la quale, nello stesso anno riceve il premio Geschwister-Scholl.

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Opere: Gebranntes Kind sucht das Feuer, autobiografia, 1986; Die Welt zusammenfuegen, riflessioni di viaggio, 1989; Jerusalems Laecheln, poesie, 1993.

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Critica: Callenholm, Anna, Gendered Memory in Cordelia Edvardson's Burned Child seeks the fire, in A. Nuennung - M. Gymnich - R. Sommer (Eds.), Literature and memory. Theoretical paradigms - Genres - Functions, Marburg, 2006; El-Akramy, Ursula, Elisabeth Langgaesser, ihre Tochter Cordelia und die Feuer von Auschwitz, Frankfurt am  Main, 1997; Hoffmann, Daniel, Ariadnefaden und Auschwitznummer. Cordelia Edvardsons Errettung aus Elisabeth Langgaessers Mythenkosmos, in "Arcadia", 38, 2003, 1, S. 39-54; Hoffmann, Elisabeth, "Juedin-Deutsche-Katholikin. Fragen nach der Identitaet am Beispiel von Elisabeth Langgaesser und Cordelia Edvardson", in J. Dick - B. Hahn (Hg.), Von einer Welt in die andere. Juedinnen im 19. und 20. Jahrhundert, Wien, 1993; Krueger, Horst, Cordelias Opfergang durch die Hoelle von Auschwitz, in "Die Zeit", 21.3.1986; Sbarra, Stefania, La madre di carta. Cordelia Edvardson ed Elisabeth Langgaesser, in A. Scacchi (a cura di), Uno specchio materno. Madri e figlie tra biografia e letteratura, Roma, 2005; Seiler, Thomas, Im Leben verschollen: zur Rekontextualisierung skandinavischer Gefaengnis- und Holocaustliteratur, Heidelberg, 2006; Susanek, Corinne, Neue Heimat Schweden. Cordelia Edvardsons und Ebba Soerboms Autobiografik zur Shoah, Koeln, 2008; Wall, Renate, Lexikon deutschsprachiger Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004.

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Sitografia: www.unr.edu; www.faz.net; www.swopnet.com; www.fritz-bauer-institut.de; www.langgaesser.de

 

6. PROFILI. BETTINA EHRLICH

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Bettina Bauer nasce il 19 marzo 1903 a Vienna. A causa della sua salute cagionevole, gia' durante l'infanzia trascorre lunghi periodi a Grado, un luogo che diverra' importante per la sua opera. Dal 1920 al 1923 studia presso una scuola di artigianato a Vienna e successivamente due anni a Berlino. Si afferma come artista, pittrice, litografa e successivamente impara anche la tecnica di stampa a mano su tessuto. Negli anni Venti conta tra i suoi amici piu' cari il figlio di Arthur Schnitzler, Heinrich. In casa Schnitzler Bettina e' ospite assidua e molto apprezzata. Nei suoi diari narra divertenti aneddoti che vedono protagonista il grande autore.

Nel 1930 Bettina sposa il disegnatore, incisore e scultore Georg Ehrlich. La coppia emigra a Londra nel 1938.

All'inizio degli anni Trenta Bettina inizia a scrivere libri per bambini, molti dei quali vengono pubblicati presso case editrici inglesi e americane. I protagonisti sono prevalentemente ninfe, fauni, animali marini che richiamano i lunghi soggiorni marini della scrittrice durante l'infanzia. Tutti i libri di Bettina Ehrlich sono corredati da illustrazioni eseguite da lei stessa e caratterizzate dall'uso dell'acquarello su carta di riso, una tecnica che rende le figure opalescenti e quasi inconsistenti, conferendo, in questo modo, ancora piu' indeterminatezza e fascino alla loro definizione.

Bettina Ehrlich muore il 10 ottobre 1985 in un ospedale londinese a causa di un cancro ai polmoni.

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Opere: Poo-Tsee the Water-Tortoise, racconto, 1943; Show Me Yours. A Little Paintbook, racconto illustrato, 1943; Cocolo Comes to America, racconto, 1949; Cocolo's Home, racconto, 1950.

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Critica: Neugebauer, Rosamunde, Zur Metaphorik der Heimatlosigkeit. Eine vergleichende Betrachtung von Bettina Ehrlichs Kinderbuch "Cocolo's Home" und Axl Leskoscheks Graphikzyklus "Odysseus", in H. D. Krohn (Hg.), Frauen im Exil, Bremen, 1993; Schintler-Zuerner, Susa, Ich glaub mit der "Zeit, die die Schmerzen heilt" oder auch nicht, ist es so, dass sie es Wellen tut, mal ja und mal nicht... Post memory of history - die Exilgeschichte der Bettin Ehrlich Bauer, in "Zwischenwelt, Literatur, Widerstand, Exil", 22. Jg., Nr. 4/23. Jg., Nr 1 (2006).

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Sitografia: www.bibliothekderprovinz.at; www.literaturhaus.at; www.punktdrei.at; www.wienerzeitung.at

 

7. PROFILI. MARIETTA FEDERN KOHLHAAS

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Marietta Federn Kohlhaas (detta Etta) nasce, ultima di cinque figli, nel 1883 a Vienna, in una famiglia ebrea assimilata di estrazione borghese.

Nel 1904, dopo gli studi liceali, si iscrive all'universita' cittadina per studiare germanistica e filosofia e trasferirsi poi, l'anno successivo, all'universita' di Berlino. Causa del trasferimento e' anche la triste storia d'amore con un giovane nobile viennese, che entrambe le rispettive famiglie, in particolare quella del ragazzo, ostacolavano a causa delle origini ebree della donna. Dalla relazione tra i due era nato un bambino, morto poco dopo il parto.

Il trasferimento di Etta a Berlino coincide anche con l'interruzione degli studi universitari e la decisione di dedicarsi al lavoro di scrittrice. In quegli anni, mentre, per mantenersi, lavora come critico letterario per alcune riviste e come docente privata e traduttrice (dall'inglese, francese, tedesco, danese, russo e yiddish), pubblica biografe, saggi, racconti, poesie e traduzioni di poeti internazionali presso diverse case editrici, tra cui la Malik, la Union-Verlag, la Delphin-Verlag. Parallelamente a questa vivace attivita' lavorativa, Etta contrae e scioglie due matrimoni, il primo con il pedagogo Max Bruno Kirmsee, dal quale nasce il figlio Hans, e il secondo con l'artista Peter Paul Kohlhaas, dal quale nasce il figlio Michael.

L'ambiente reazionario di Berlino la porta a stretto contatto con i movimenti anarchici, con agitatori dell'epoca, come Molly Steimer ed Emma Goldman, e all'adesione al "Syndakalistischen Frauenbund".

Nel 1932, a seguito delle minacce di morte ricevute dopo la pubblicazione, nel 1927, della biografia di Walther Rathenau (industriale e politico tedesco, ministro degli esteri della repubblica di Weimar), Etta Federn Kohlhaas e' costretta a lasciare la Germania.

Si dirige, con i due figli al seguito, in Spagna. L'esilio non implica per la scrittrice un cambiamento radicale delle sue scelte e condizioni di vita: a Barcellona entra subito in contatto con i movimenti anarchici del posto. In pochissime settimane impara la nuova lingua insieme al catalano, tanto da riuscire presto a scrivere lettere, comunicati e articoli di giornale in lingua spagnola. Dopo la presa di potere nazionalsocialista nel 1933, il suo appartamento diviene il punto di incontro dei fuggiaschi tedeschi membri della Faud (Freie Arbeiter-Union Deutschlands), nonche' la sede dove si danno lezioni private ai figli degli esuli. Insospettite da tanta attivita' attorno alla sua persona, le autorita' barcellonesi costringono Etta Federn Kohlhaas a una sorta di isolamento forzato che le impedisce di coltivare i suoi contatti. Etta si dedica pertanto alla scrittura, alla poesia, alla traduzione di poesia straniera, alla composizione di piccoli racconti poi andati perduti.

Nel 1936 aderisce al movimento delle Mujeres Libres, un'organizzazione femminista legata ai movimenti anarchici e sindacalisti. In quegli anni la scrittrice pubblica con regolarita' articoli per riviste e insegna nella sede di Barcellona del movimento, il "Casal de la Dona traballadora".

Nel 1938, quando non tollera piu' i bombardamenti che imperversano su Barcellona, si trasferisce a Parigi. Nel trasferimento si perdono molti dei suoi manoscritti.

Nella capitale francese Etta Federn si dedica alla stesura di un romanzo che manda negli Stati Uniti per proporlo alla giuria di un concorso letterario. Il tentativo risponde anche alla sua volonta' di trasferirsi oltreoceano, dove gia' vivono parenti cui deve il modesto aiuto economico per il sostentamento dei figli.

Al momento dell'occupazione della Francia, insieme ai figli, Etta Federn aderisce al movimento di resistenza. Dal 1940 e fino al 1945 la famiglia si trasferisce a Lione. Etta si occupa principalmente di propaganda politica, traduzione e distribuzione di informazioni e notizie. La sua vita e' costantemente in pericolo e la scrittrice vive per lo piu' nascosta.

Nell'agosto del 1944, Hans, il suo primogenito, muore combattendo nel Maquis. Afflitta dalla perdita, la scrittrice fa ritorno a Parigi con il figlio Michel. Qui riprende a scrivere. Nonostante la possibilita' di far ritorno in Germania o a Vienna, la sua citta', Etta Federn decide di restare in Francia e trascorre gli ultimi anni della sua vita, prima della morte occorsa il 29 settembre 1951, gravemente malata, in parziale isolamento, ma nel lavoro di intensa rielaborazione dei suoi scritti.

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Opere: Das Bild des Weibes geschaut von Mann und Frau, monografia, 1917; Friederich Hebbel, saggio, 1920; Christiane von Goethe, saggio, 1920; Dante, saggio, 1923; Ein Sonnenjahr, racconti, 1925; Goethes Faust, saggio, 1927; Walther Rathenau, sein Leben und Wirken, biografia, 1928; Erziehung durch Gesundheit fuer die Mutter, monografia, 1930; Alltag, poesie, 1930; Mujeres de las Revoluciones, biografie, 1937; Revolutionaer auf ihre Art: von Angelica Balabanoff bis Madame Roland; 12 Skizzen unkonventioneller Frauen, ritratti biografici, 1997.

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Critica: Kroeger, Marianne, Von Berlin ins Exil nach Barcellona. Etta Federn (1883-1951) und die anarchisyndikalistische Frauenbewegung in Deutschland und Spanien zwischen 1920 und 1938, in "Ariadne", 32, (1997), S. 44-50; Ead., "Ich nehme an, dass ich und meine Arbeit Ihnen nicht ganz unbekannt sein duerften" - Lebenswerk und Lebenslauf der oesterreichisch-juedischen Schiftstellerin Etta Federn-Kohlhaas (1883-1951), in S. Bolbecher (Hg.), "Zwischenwelt. Frauen im Exil" 9, Klagenfurt, 2007, S.98-117; Ead., "Etta Federn - Schreiben als geistige Ueberlebensarbeit", in "Mit der Ziehharmonika", 3, (1995), S. 9-12.

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Sitografia: www.libcom.org; www.socialismolibertario.it; www.arabafenice.forumcommunity.net; www.graswurzel.net; www.literaturhaus.at

 

8. PROFILI. LISA FITTKO

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Lisa Fittko (alla nascita Elizabeth Eckstein), nasce il 23 agosto 1909 ad Uschhorod, in Ucraina (al tempo parte del territorio austro-ungarico). Cresce a Vienna in una famiglia molto impegnata culturalmente. Il padre e' l'intellettuale ebreo Ignaz Eckstein, che dal 1916 e' condirettore - e in seguito proprietario - del periodico politico e culturale "Die Waage". La madre, Julie Teriko Eckstein, e' la sorella della pittrice viennese Malva Schalek.

A partire dal 1922 i risparmi della famiglia diminuiscono sensibilmente e il periodico "Die Waage" non e' piu' finanziabile. La famiglia si trasferisce dunque a Berlino, dove Ignaz Eckstein abbandona l'impegno politico e apre un'attivita' di import-export. Lisa cresce nel vivace ambiente culturale di Berlino, continua a seguire le teorie di Maria Montessori, alle quali si era gia' accostata in Austria, fino a trasformarle in un attivismo non piu' solo pedagogico ma propriamente politico: in quegli anni Lisa prende parte a dimostrazioni e anche a lotte di strada tra attivisti di destra e di sinistra.

Dopo la presa di potere da parte dei nazisti, Lisa Fittko vive nell'illegalita', costretta a nascondersi nel retro di un negozio di dolciumi dal quale scrive a macchina volantini antifascisti che inneggiano alla fine del regime hitleriano. Impara a convivere con la paura della denuncia, a muoversi nell'ombra, a mettere in gioco la sua vita pur di pubblicare e diffondere articoli di giornale ed opuscoli informativi. Si unisce a un gruppo di altri avversari del regime, ma la Gestapo intercetta la loro attivita' e tutti i membri del gruppo vengono imprigionati.

Dopo l'ascesa al potere di Adolf Hitler, i genitori della scrittrice fuggono prima in Cecoslovacchia, poi a Vienna e infine in Francia, dove riusciranno a sopravvivere all'occupazione tedesca. Lisa, che invece aveva deciso di restare in Germania e opporre resistenza all'avanzata nazista, fuggira' a sua volta nel 1933 a Praga, dove incontra il suo futuro marito, Hans Fittko.

Quando Hans viene espulso dal territorio cecoslovacco per volere delle autorita' tedesche, Lisa lo segue in esilio in Svizzera. Basilea, citta' eletta dalla coppia a luogo di residenza, si mostra subito esser un posto ideale dal quale continuare l'attivita' di propaganda contro il regime nazista. Da li' la coppia riesce a captare e ricevere dalla Germania importanti informazioni, che regolarmente, con l'aiuto di altri compagni, pubblica sui volantini di propaganda. Allorche' la Gestapo scoprira' il nascondiglio degli autori dei libelli ed emanera' per loro un ordine di estradizione, la coppia decide di lasciare la Svizzera e trasferirsi in Olanda e continuare da li' la propaganda antinazista.

Ancora una volta pero' la Gestapo riesce ad intercettare alcune delle persone coinvolte nell'organizzazione e Lisa e Hans sono presto costretti a scappare nuovamente, questa volta in Francia, dove Lisa rivede la famiglia.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, i francesi arrestano tutti gli esuli austriaci e tedeschi, confinandoli in campi di lavoro, separati per sesso, in alcune localita' del sud della Francia.

Lisa e Hans non riescono a sottrarsi a questo destino, Lisa viene deportata a Gurs, ai piedi dei Pirenei, Hans a Vernuche.

Tra il 1940 e il 1941 Lisa e un gruppo di altri detenuti (tra i quali Walter Benjamin) riescono ad evadere dal campo di Gurs e scappano verso il confine franco-spagnolo. La fuga tra gli stretti sentieri dei Pirenei viene descritta con minuzia nel libro Mein Weg, pubblicato nel 1985.

Giunta a Marsiglia Lisa rincontra Hans e prende contatto con l'Emergency Rescue Committee, un'organizzazione per rifugiati fondata dall'americano Varian Fry. Il nucleo di fuggiaschi prosegue il suo viaggio in direzione spagnola, e si dirige verso il Portogallo, paese neutrale, dal quale partono le navi dirette negli Stati Uniti e in Sud America.

Quando nell'aprile del 1941 per ordine dei tedeschi, i francesi impediscono ai non francesi di abitare e occupare le zone di confine, Lisa e Hans accettano l'invito di Varian Fry di imbarcarsi per Cuba. Solo li', dopo anni di lotte comuni e affetto immutato, si sposano.

Sette anni dopo la coppia si trasferisce negli Stati Uniti, dove Lisa lavora dapprima come corrispondente con l'estero, e in seguito nell'amministrazione dell'universita' di Chicago e milita nel movimento pacifista americano.

Hans Fittko, insignito in Israele della Medaglia Yad Vashem, muore nel 1960. Sulla coppia sono stati girati film e documentari. Nella cittadina francese di Banyuls-sur-Mer, nel gennaio del 2001, e' stato eretto in loro onore un monumento inteso a ricordare che la coppia, rischiando la propria stessa vita, ha consentito a numerosi altri perseguitati di giungere incolumi in Spagna. Ai piedi del monumento si diparte un sentiero percorribile, grazie al quale si giunge, in cinque ore, al vecchio sentiero di fuga che i coniugi Fittko battezzarono "F-Route" che conduceva da Banyuls (in territorio francese), fino a Portbou, in Spagna. Dal giugno 2007 quel sentiero e' noto con il nome di "Chemin Walter Benjamin" e viene considerato un percorso storico.

Lisa Fittko muore a Chicago il 12 marzo 2005.

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Opere: Mein Weg ueber die Pyrenaen. Erinnerungen 1940/41, ricordi, 1989; Solidaritaet unerwuenscht. Meine Flucht durch Europa. Erinnerungen 1933-1940, ricordi, 1990.

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Traduzioni in italiano: La via dei Pirenei, Roma, 2007.

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Critica: Dornhof, Dorothea, Nur nicht stillschweigen muessen zu den Verbrechen seines Landes. Gespraech mit Lisa Fittko, Chicago, 14 Dezember 1992, in: Krohn, Claus-Dieter (Hrsg.), Frauen und Exil. Ed. Text + Kritik, Muenchen, 1993; Stodolsky, Catherine, Die "F"-Route oder die Rettungsarbeit von Lisa und Hans Fittko in Suedfrankreich in den Jahren 1940-1941, Berlin, 2007.

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Sitografia: www.lrz-muenchen.de; www.varianfry.org

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Filmografia: Jenseits der Grenze, documentario, 1990; Resisting Paradise, documentario, 2003 (l'autrice vi appare in prima persona).

 

9. PROFILI. MARIANA FRENK

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Mariana Frenk nasce ad Amburgo il 4 giugno 1898 in una famiglia ebrea sefardita.

Nel 1930, per sfuggire alle prime manifestazioni di antisemitismo, emigra con il marito, il dottore Ernst Frenk, e i due figli in Messico.

Nel 1935, dopo essere stata privata della cittadinanza tedesca, acquisisce quella messicana. Dopo la morte del marito sposa lo storico dell'arte Paul Westheim, fondatore della rivista "Querschnitt", anch'egli in esilio in Messico.

Durante l'esilio lavora come scrittrice, saggista ed editorialista di testi per la radio, e' anche docente di letterature ispaniche, esperta museale nonche' traduttrice dell'autore messicano Juan Rulfo.

La maggior parte dei suoi testi, che comprendono prose brevi in stile magico-fantastico, aforismi e riflessioni, e' stata redatta solo in lingua spagnola. Nel 2001, quando ha gia' 103 anni, pubblica in lingua tedesca il volume di poesie Tausend Reime fuer Grosse und Kleine. Die Tier- und Dingwelt alphabetisch vorgestellt nel quale si ispira ai componimenti di Christian Morgenstern.

Trascorre gli ultimi anni di vita cieca, su una sedia a rotelle. Muore il 24 giugno 2004 a Citta' del Messico.

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Opere: Eternidad de lo effemero (Ewigkeit des Effemeren), 1982; Y mil aventuras (Und tausend Abenteuer), 1992; Tausend Reime fuer Grosse und Kleine, poesie, 2001; Arte entre dos continentes, 2005.

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Sitografia: www.analesiie.unam.mx; www.npla.de; www.jornada.unam.mx; www.cronica.com.mx; www.exilpen.de

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Filmografia: Los tres siglos de Mariana Frenk Westheim, documentario, 2004: La Emperatriz de Mexico: Retrato de una cosmopolita, documentario biografico, 2006.

 

10. PROFILI. ELISABETH FREUNDLICH

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Nasce a Vienna il 21 luglio del 1906. In quella citta', dal 1927 al 1931, studia germanistica, storia dell'arte e del teatro. Nel 1934, dopo l'uccisione di Dollfuss, prende parte attiva alla vita politica, impegnandosi inizialmente in un movimento pacifista. L'11 marzo 1938, con l'annessione dell'Austria alla Germania, dopo un breve soggiorno a Zurigo, fugge a Parigi. Nella capitale francese fonda la Ligue de l'Autriche vivante - Liga des geistigen Oesterreich. Due anni dopo si trasferisce nella Francia meridionale e da li', secondo un percorso gia' noto attraverso le peripezie di Walter Benjamin e di numerosi altri esiliati ed esiliate, riesce a scappare dapprima in Spagna e successivamente in Portogallo. Nel 1940, dopo aver ottenuto un permesso di espatrio per se stessa e per i genitori, approda a New York. Nella grande citta' americana accetta diversi lavori, tra gli altri quello di bibliotecaria presso la Columbia University. In seguito lavora anche presso il Metropolitan Museum e come redattrice dell'inserto culturale della rivista dell'esilio "Austro-American Tribune". Proprio in quegli anni compone il racconto Invasion Day, apparso anche nella Repubblica federale tedesca nel 1948, e porta a termine il romanzo Der Seelenvogel nel quale narra la storia, gia' in parte autobiografica, della scalata sociale ed economica di una famigli ebrea nella Vienna imperiale e che trova pubblicazione solo nel 1986. Nel 1945 conosce e sposa il filosofo Guenther Anders e nel 1950 la coppia ritorna a Vienna.

A partire dal 1953 Elisabeth Freundlich lavora a Vienna come corrispondente per la sezione culturale del quotidiano "Mannheimer Morgen" e come reporter dei processi nazisti in Austria e in Germania, nonche' per "Die Gemeinde", il giornale della comunita' ebraica di Vienna. Raggiunge la popolarita' a partire dal 1978, quando inizia a moderare trasmissioni scolastiche in televisione.

Nel 1960 era gia' apparso il romanzo Der eherne Reiter, ripubblicato nel 1982 con la casa editrice Insel ma e' solo a partire dal 1978, che Elisabeth Freundlich si dedica a tempo pieno alla scrittura. Nel 1986, quando finalmente viene pubblicato il romanzo Der Seelenvogel, appaiono anche quattro suoi racconti, raccolti con il titolo Finstere Zeiten. Dopo la separazione dal marito trascorre la sua tarda eta' in un ospizio viennese. Nel 1992 viene pubblicata la raccolta di ricordi e annotazioni autobiografiche dal titolo Die fahrenden Jahre. Erinnerung (1992). Muore a Vienna il 25 gennaio 2001.

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Opere: Invasion day, racconto, 1948; Der Seelenvogel, romanzo, 1945-'48; Sie wussten, was sie wollten. Lebensbilder bedeutender Frauen aus drei Jahrtausenden, saggio, 1981; Der eherne Reiter, romanzo, 1982; Die Ermordung einer Stadt namens Stanislau. NS-Vernichtungspolitik in Polen 1939-1945, saggio, 1986; Finstere Zeiten, racconti, 1992; Die fahrenden Jahre. Erinnerung, ricordi e annotazioni biografiche, 1992.

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Critica: Alge, Susanne, "Ich lebe hier fuer das, wofuer ich angetreten bin, als bewusste, politisch unabhaengige Schriftstellerin..." Zum Tode von Elisabeth Freundlich, in "Zwischenwelt" 1/2001; Adunka, Evelyn, Die vierte Gemeinde. Geschichte der Juden in Wien, Bd. 6, Die Zeit nach 1945, 2000; Reichart, Elisabeth (Hg.), Oesterreichische Dichterinnen, Salzburg-Wien, 1993; Walter, Ingrid, Dem Verlorenen Nachspuren. Autobiographische Verarbeitung des Exils deutschsprachiger Schriftstellerinnen, Taunusstein, 2000.

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Sitografia: www.literaturhaus.at; www.oeko-net.de; www.doew.at

 

11. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

12. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI LUGLIO-AGOSTO 2015

[Riceviamo e diffondiamo]

 

E' uscito il numero di luglio-agosto 2015 (anno 52, n. 610) di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, bimestrale di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Fascicolo monografico dedicato al pensiero e all'azione di Alexander Langer, nel ventennale delle sue dimissioni dalla vita terrena.

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In questo numero:

Editoriale: Parole ed opere di Alexander Langer, di Mao Valpiana.

Numero monografico su Alex Langer: Die Brucke, la metafora del ponte, di Daniele Lugli; Testimone e profeta della conversione ecologica e della convivenza interetnica, di Marco Boato; Un amico della nonviolenza convinto e convincente, di Mao Valpiana; I corpi civili di pace e la de-crescita, di Gianni Tamino; L'ecologia integrale e la politica verde, intervista a Michele Boato; Tornare in Bosnia: Tuzla, Sarajevo, Srebrenica, di Roberto De Bernardis; Pagar es morir voremos vivir, di Jutta Steigerwald; Diario di bordo di un viaggiatore leggero, di Alexander Langer; Il Mediterraneo e l'Europa, cosa si poteva fare..., appunti di Alexander Langer; Maestro di nonviolenza, portatore di speranza, a cura di Daniele Taurino.

Documentazione. In memoria di Luisa Schippa, di Claudio Francescaglia.

Rubriche: Educazione e stili di vita, a cura di Gabriella Falcicchio. La nonviolenza e' piu' gentile; La nonviolenza nel mondo, a cura di Caterina Bianciardi e Ilaria Nannetti. All'associazione Adopt di Srebrenica il Premio Langer 2015; Attivissimamente, a cura di Daniele Taurino. Le aperture di Langer tra pacifismo e nonviolenza.

In copertina: Cio' che era giusto vent'anni dopo (disegno di Mauro Biani).

In seconda di copertina: Indice.

In settima: Biani alla VII, Alex, lo stile di un ponte.

In terza di copertina: Materiale disponibile.

In quarta di copertina: Le occasioni di Azione nonviolenta.

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Direzione e amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19); e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.azionenonviolenta.it

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 32 euro sul ccp n. 18745455 intestato al Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona (Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455).

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 58 del 25 agosto 2015

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/