[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 688
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- Date: Tue, 28 Apr 2015 13:59:01 +0200 (CEST)
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)
Numero 688 del 28 aprile 2015
In questo numero:
1. Omero Dellistorti: Tra pochi giorni
2. Nepal
3. Giovanni Lo Porto
4. Gino Spiazzi
5. In memoria di Paule Mink
6. "Viterbo oltre il muro" ricorda Alfio Pannega
7. Se "Erinna" non ci fosse...
1. EDITORIALE. OMERO DELLISTORTI: TRA POCHI GIORNI
Tra pochi giorni
ancora una volta
tutto sara' dimenticato.
I morti resteranno morti
i vivi parleranno d'altro.
Poi verra' un nuovo massacro
e poi altri ancora.
Finche' i governi europei non saranno costretti
dai popoli europei a riconoscere
che ogni essere umano ha diritto alla vita
che ogni essere umano va accolto e assistito.
Che occorre cessare di fare le guerre
cessare di rapinare e schiavizzare
cessare la strage dei fragili e degli indifesi
cessare di saccheggiare e desertificare il mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Unico e' il nostro destino.
Una sola Terra, una sola umanita'.
2. LUTTI. NEPAL
Associandoci al lutto per le vittime del terremoto in Nepal, ovviamente consigliamo a chi ci legge di contribuire alle iniziative di solidarieta' sostenendo i soccorsi. Varie istituzioni benefiche ed organizzazioni umanitarie hanno promosso delle raccolte di fondi a tal fine.
3. LUTTI. GIOVANNI LO PORTO
Giovanni Lo Porto, cooperante italiano in Pakistan, rapito anni fa, e' stato ucciso in gennaio da un bombardamento americano condotto attraverso un drone, e con lui il cooperante americano Warren Weinstein anch'egli rapito e tenuto in ostaggio, ed altre persone - verosimilmente i loro carcerieri, ma forse non solo essi - di cui si ignora il nome.
Ed innumerevoli altri esseri umani sono stati uccisi dai bombardamenti - e non solo dai bombardamenti - in Afghanistan e in Pakistan in questo scellerato sterminio, in questa guerra infinita.
La guerra e' sempre e solo nemica dell'umanita'.
Cessare di uccidere e' il primo dovere.
4. LUTTI. GINO SPIAZZI
E' deceduto Gino Spiazzi, presidente dell'Aned di Verona, che fu deportato nel lager nazista di Flossenburg e dedico' l'intera vita alla lotta per la dignita' umana, per la solidarieta' con le oppresse e gli oppressi, per la liberazione dell'umanita' intera.
Riportiamo il comunicato con cui la sezione Aned di Verona ne da' notizia: "A tutti e tutte con grande dolore dobbiamo comunicare la scomparsa di Gino Spiazzi, sopravvissuto a Flossenburg, presidente della sezione veronese e membro del Comitato d'onore dell'Associazione, testimone insostituibile che tanto ha fatto per la citta' di Verona e perche' il sacrificio di deportati, partigiani, antifascisti continuasse a vivere nella memoria delle giovani generazioni.
Gino, attento, straordinario e generoso come solo chi e' passato, poco piu' che adolescente, attraverso le scelte e le prove piu' dure, lascera' un vuoto immenso nell'Aned e nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, rispettarlo, volergli bene.
La sezione di Verona, vicina alla famiglia, nel suo nome rinnova l'impegno antifascista e gli ideali di liberta' e democrazia che il caro Gino, per oltre sessant'anni, ha portato nelle scuole e nelle istituzioni. Abbiamo lavorato accanto a un gentiluomo, a un testimone, a un maestro e non dimenticheremo mai l'amico Gino".
5. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI PAULE MINK
Ricorre oggi, 28 aprile, l'anniversario della scomparsa di Paule Mink (1839-1901), militante femminista e socialista, educatrice, pubblicista, drammaturga, che prese parte alla Comune di Parigi.
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Nel ricordo di Paule Mink proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
6. MEMORIA. "VITERBO OLTRE IL MURO" RICORDA ALFIO PANNEGA
Avvicinandosi il quinto anniversario della scomparsa, il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" ricorda Alfio Pannega, indimenticabile maestro di vita e compagno di lotte con cui abbiamo condiviso esperienze e riflessioni.
Nel ricordo di Alfio continua la lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera.
Nel ricordo di Alfio continua la lotta per la pace e la giustizia, per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per il rispetto e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo di Alfio la Resistenza continua.
Nel ricordo di Alfio la nonviolenza e' in cammino.
Nel ricordo di Alfio prosegue il nostro impegno.
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Una minima notizia sul gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro"
Il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" ha realizzato tra il 2009 e il 2011 una intensa attivita' formativa, con una prolungata serie di incontri a cadenza settimanale presso il centro sociale autogestito "Valle Faul". Alla sua esperienza ha preso parte fino al termine della sua vita l'indimenticabile Alfio Pannega, figura esemplare della Viterbo popolare e antifascista. Alcuni degli animatori del gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" hanno realizzato nel 2010 una rilevante ricerca sulla situazione attuale della nonviolenza in Italia, con centinaia di interviste ai principali studiosi ed attivisti della nonviolenza nel nostro paese. Il gruppo ha sostenuto altre associazioni impegnate in iniziative di difesa dei diritti umani, per la pace, per la difesa della biosfera, sia partecipando ad incontri formativi, di studio e di riflessione, sia contribuendo a mobilitazioni civiche caratterizzate dalla scelta nitida e intransigente della democrazia, della solidarieta', della responsabilita' e della nonviolenza, sia collaborando attivamente col "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo che dagli anni Settanta del secolo scorso e' la memoria storica e il principale punto di riferimento dell'impegno pacifista, antimilitarista, ecologista e nonviolento nell'Alto Lazio e che da sedici anni pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".
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Una mimina notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909 e 1172, e i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e i nn. 548-552, e successivamente anche i testi nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 1260, 1261, 1272, 1401, ed ancora nei nn. 1622, 1623, 1624, 1763, ed in "Voci e volti della nonviolenza" n. 687 (tutti disponibili dalla pagina web http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ ).
7. APPELLI. SE "ERINNA" NON CI FOSSE...
Se "Erinna" non ci fosse, tante donne vittime di violenza resterebbero senza alcun aiuto, resterebbero nel dolore, nella paura, nella solitudine, e nel concreto, continuo, estremo pericolo di nuove violenze.
Ma il centro antiviolenza "Erinna" a Viterbo c'e', e da molti anni opera incessantemente.
Ed e' necessario che continui ad esserci ed a portare avanti tutte le attivita' in cui le donne che lo animano sono impegnate, dall'ascolto alla consulenza, dall'assistenza all'ospitalita', dalla formazione all'orientamento, dall'informazione alla sensibilizzazione, dall'intervento psicologico a quello legale, dall'aiuto materiale all'accoglienza e alla protezione nella casa-rifugio.
Decisori pubblici insipienti e irresponsabili hanno recentemente negato al centro antiviolenza "Erinna" i fondi a suo tempo ad esso attribuiti ed illegittimamente ed insensatamente da anni trattenuti dall'ente locale incaricato di trasmetterglieli; decisori pubblici insipienti e irresponsabili hanno recentemente preteso di negare l'esistenza stessa della piu' importante esperienza di donne che aiutano le donne vittime di violenza nell'Alto Lazio.
Occorre che ogni persona di volontà buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione repubblicana, nell'ambito delle proprie possibilita', sostengano "Erinna" in questo momento.
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Dal profondo del cuore chiediamo a chi legge queste righe di inviare al Centro antiviolenza "Erinna" un contributo economico affinche' possa continuare nella sua indispensabile azione, ed un messaggio di solidarieta'.
I contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
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Facciamo circolare questo appello, facciamo sapere che occorre sostenere il Centro antiviolenza "Erinna". E sosteniamolo insieme.
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 688 del 28 aprile 2015
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