[Nonviolenza] Telegrammi. 1969



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1969 del 28 aprile 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Hic manebimus optime

2. Se "Erinna" non ci fosse...

3. "Alienazione e solitudine nella civilta' industriale". Un incontro di riflessione a Viterbo

4. Il testo della proposta di legge di iniziativa popolare "Istituzione e modalita' di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta"

5. Cos'e' la difesa civile? La difesa civile e'... Le domande dei perplessi e le risposte dei persuasi

6. Segnalazioni librarie

7. La "Carta" del Movimento Nonviolento

8. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. HIC MANEBIMUS OPTIME

 

Non essere uccisi.

Essere salvati dalla morte.

Ricevere soccorso, accoglienza, assistenza.

Il primo diritto.

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Cessare di fare le guerre.

Salvare le vite.

Soccorrere, accogliere, assistere.

Il primo dovere.

*

Una sola umanita'.

Un unico mondo vivente.

Un'unica casa comune.

La civile convivenza.

 

2. APPELLI. SE "ERINNA" NON CI FOSSE...

 

Se "Erinna" non ci fosse, tante donne vittime di violenza resterebbero senza alcun aiuto, resterebbero nel dolore, nella paura, nella solitudine, e nel concreto, continuo, estremo pericolo di nuove violenze.

Ma il centro antiviolenza "Erinna" a Viterbo c'e', e da molti anni opera incessantemente.

Ed e' necessario che continui ad esserci ed a portare avanti tutte le attivita' in cui le donne che lo animano sono impegnate, dall'ascolto alla consulenza, dall'assistenza all'ospitalita', dalla formazione all'orientamento, dall'informazione alla sensibilizzazione, dall'intervento psicologico a quello legale, dall'aiuto materiale all'accoglienza e alla protezione nella casa-rifugio.

Decisori pubblici insipienti e irresponsabili hanno recentemente negato al centro antiviolenza "Erinna" i fondi a suo tempo ad esso attribuiti ed illegittimamente ed insensatamente da anni trattenuti dall'ente locale incaricato di trasmetterglieli; decisori pubblici insipienti e irresponsabili hanno recentemente preteso di negare l'esistenza stessa della piu' importante esperienza di donne che aiutano le donne vittime di violenza nell'Alto Lazio.

Occorre che ogni persona di volontà buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione repubblicana, nell'ambito delle proprie possibilita', sostengano "Erinna" in questo momento.

*

Dal profondo del cuore chiediamo a chi legge queste righe di inviare al Centro antiviolenza "Erinna" un contributo economico affinche' possa continuare nella sua indispensabile azione, ed un messaggio di solidarieta'.

I contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

*

Facciamo circolare questo appello, facciamo sapere che occorre sostenere il Centro antiviolenza "Erinna". E sosteniamolo insieme.

 

3. INCONTRI. "ALIENAZIONE E SOLITUDINE NELLA CIVILTA' INDUSTRIALE". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di lunedi' 27 aprile 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Alienazione e solitudine nella civilta' industriale: percorsi di ricerca nella filosofia e nella sociologia novecentesca".

Tra gli autori cui si e' fatto riferimento nel corso dell'incontro: Georg Simmel, Theodor W. Adorno, Gunther Anders, Vance Packard, Michel Foucault.

All'incontro ha preso parte Marco Graziotti.

*

Marco Graziotti e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Paolo Arena ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Laureato in Scienze della comunicazione, e' autore di un apprezzato lavoro su "Nuove tecnologie e controllo sociale nella ricerca di David Lyon"; recentemente ha realizzato una rilevante ricerca su "Riflessi nella letteratura e nel cinema della boxe come realta' complessa e specchio della societa' della solitudine di massa e della sopraffazione e mercificazione universale", interpretando con adeguate categorie desunte dalle scienze umane e filologiche numerose opere letterarie e cinematografiche; piu' recentemente ancora ha realizzato una ricerca sulle istituzioni e le politiche finanziarie europee facendo specifico riferimento alle analisi di Luciano Gallino e di Francuccio Gesualdi.

 

4. REPETITA IUVANT. IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE "ISTITUZIONE E MODALITA' DI FINANZIAMENTO DEL DIPARTIMENTO DELLA DIFESA CIVILE NON ARMATA E NONVIOLENTA"

[Diffondiamo ancora una volta il testo della proposta di legge della campagna "Un'altra difesa e' possibile" su cui si stanno raccogliendo da mesi le firme. Per contattare la segreteria nazionale della campagna: c/o Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax: 0458009804, e-mail: info at difesacivilenonviolenta.org, sito: www.difesacivilenonviolenta.org]

 

Art. 1 (Difesa civile non armata e nonviolenta)

1. In ottemperanza al principio costituzionale del ripudio della guerra, di cui all'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, ed al fine di favorire l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale, di cui all'articolo 2 della Costituzione, e l'adempimento del dovere di difesa della Patria di cui all'articolo 52 della Costituzione, viene riconosciuta a livello istituzionale una forma di difesa alternativa a quella militare denominata "Difesa civile non armata e nonviolenta", quale strumento di difesa che non comporti l'uso delle armi ed alternativo a quello militare.

2. Ai fini di cui al comma precedente, viene istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta", dal quale dipendono:

a) i Corpi Civili di Pace, la cui sperimentazione e' inserita nella Legge 27 dicembre 2013, n. 147 che prevede l'istituzione di un contingente da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale;

b) l'Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo, da istituirsi con apposita Legge successiva.

3. Per i fini di cui all'Articolo 1 Comma 1 della presente legge, il "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta" deve prevedere forme di interazione e collaborazione con:

a) il Dipartimento della Protezione Civile come organo di riferimento del Servizio Nazionale di Protezione Civile regolato dalla Legge 12 luglio 2012, n. 100 e successive modifiche ed integrazioni;

b) il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile incardinato presso il Ministero dell'Interno;

c) il Dipartimento della Gioventu' e del Servizio Civile Nazionale regolato dal Dpcm 21 giugno 2012;

in particolare con l'istituzione di un "Consiglio Nazionale per la difesa civile, non armata e nonviolenta" fra i suddetti Dipartimenti con compiti paritetici di indirizzo e di confronto da normare con successivo Regolamento emesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministero degli Interni.

4. Il "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta" ha i seguenti compiti:

a) difendere la Costituzione, affermando i diritti civili e sociali in essa enunciati, la Repubblica e l'indipendenza e la liberta' delle istituzioni democratiche del Paese;

b) predisporre piani per la difesa civile non armata e nonviolenta, coordinarne la loro attuazione, e curare ricerche e sperimentazioni, nonche' forme di attuazione della difesa civile non armata, ivi compresa la necessaria formazione e l'educazione della popolazione;

c) svolgere attivita' di ricerca per la pace, il disarmo, per la graduale differenziazione produttiva e la conversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa e la giusta e duratura risoluzione dei conflitti, e predisporre studi finalizzati alla graduale sostituzione della difesa armata con quella civile nonviolenta, provvedere alla formazione del personale appartenente alle sue strutture;

d) favorire la prevenzione dei conflitti armati, la riconciliazione, la mediazione, la promozione dei diritti umani, la solidarieta' internazionale, l'educazione alla pace nel mondo, il dialogo inter-religioso ed in particolare nelle aree a rischio di conflitto, in conflitto o post-conflitto;

e) organizzare e dirigere le strutture della Difesa civile non armata e nonviolenta e pianificare e coordinare l'impiego dei mezzi e del personale ad essa assegnati;

f) contrastare  le situazioni di degrado sociale, culturale ed ambientale e difendere l'integrita' della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni cagionati dalle calamita' naturali.

5. Le attivita', l'organizzazione ed il funzionamento del Dipartimento di cui al comma 2, e delle sue articolazioni, sono disciplinati con regolamento da emanarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della Legge 23 agosto 1988, n. 400 e successive modificazioni, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, entro sei mesi dalla data di approvazione della presente legge.

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Art. 2 (Fondo nazionale per la Difesa civile non armata e nonviolenta)

1. Per il funzionamento del Dipartimento di cui al precedente articolo 1, si provvede mediante costituzione presso la Presidenza del Consiglio, nell'ambito del relativo Programma della Missione "Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio", di un apposito Fondo denominato "Fondo nazionale per la Difesa civile non armata e nonviolenta", con  una dotazione annua  iniziale pari a 100 milioni di  euro per l'anno 2015, di cui non oltre il 10% per le spese di funzionamento, ed alimentato, per  gli anni successivi, anche dalle risorse derivanti dalla disposizione di cui al successivo articolo 3.

2. Al fine di sostenere per l'anno in corso l'onere finanziario derivante dalla precedente disposizione le spese sostenute dal Ministero della Difesa relative all'acquisto di nuovi sistemi d'arma sono ridotte in misura tale da assicurare risparmi pari ad almeno 100 milioni di euro.

3. Le modalita' di gestione e di rendicontazione delle risorse del Fondo e delle spese di funzionamento del "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta", sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro  dell'economia e delle finanze.

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Art. 3 (Scelta di destinazione del sei per mille dell'Irpef)

1. A decorrere dall'anno d'imposta 2015 e' riconosciuta al contribuente la facolta' di destinare una quota pari al sei per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dovuta e liquidata dall'amministrazione finanziaria sulla base della dichiarazione annuale, all'incremento della copertura delle spese di funzionamento del Dipartimento per la Difesa civile non  armata e nonviolenta ed al finanziamento delle attivita' dei Corpi Civili di Pace e dell'Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo di cui all'articolo 1, comma 2, lettera a) e b) della presente legge. A tal fine, per la destinazione delle relative somme e' necessario che il contribuente, con opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi, scelga di sostenere le spese per la Difesa civile non armata e nonviolenta.

2. Il ministro dell'Economia e delle finanze e' delegato a stabilire, con proprio decreto, da emanarsi entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le modalita' di esercizio, in sede di dichiarazione annuale ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dell'opzione fiscale di cui al comma 1, anche prevedendo a tal fine le dovute modifiche alla modulistica.

3. Il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell'economia e delle finanze presentano annualmente al Parlamento una dettagliata relazione sull'entita' e sulle modalita' di utilizzazione delle risorse rivenienti dalle opzioni fiscali di cui al precedente comma 1, e sullo stato di attuazione della presente legge.

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Art. 4 (Copertura finanziaria)

1. A decorrere dall'anno d'imposta 2015 l'ammontare delle risorse disposte ai sensi dell'articolo 3 e' compensato da corrispondenti risparmi derivanti dai meccanismi di revisione e di razionalizzazione della spesa pubblica di cui alla missione "Difesa e sicurezza del territorio" del bilancio statale secondo le procedure di cui alla legge 7 agosto 2012, n. 135 nonche' dai risparmi derivanti dalla dismissione di caserme e presidi di pertinenza del demanio militare.

2. Il Ministero dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.

 

5. REPETITA IUVANT. COS'E' LA DIFESA CIVILE? LA DIFESA CIVILE E'... LE DOMANDE DEI PERPLESSI E LE RISPOSTE DEI PERSUASI

[Da "Azione nonviolenta" n. 605, settembre-ottobre 2014. per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax: 0458009803 da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.azionenonviolenta.it]

 

Perche' una proposta di Legge di iniziativa popolare?

L'articolo 1 della Costituzione dice che la sovranita' appartiene al popolo. Una delle due forme di democrazia diretta" previste dal nostro ordinamento e' la Legge d'iniziativa popolare (l'altra e' il Referendum). Sono necessarie almeno 50.000 firme autenticate. La raccolta delle firme, che dura 6 mesi, e' un momento importante di dibattito e discussioni sui contenuti della Legge.

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Che cosa s'intende per "difesa civile, non armata e nonviolenta"?

Sul piano normativo la formula e' esplicitata nella legge n.230 del 1998, che richiama precedenti sentenze della Corte costituzionale, e definisce "una modalita' di difesa della Patria alternativa a quella militare" che prevede la preparazione della guerra. La difesa civile, non armata e nonviolenta parte da un concetto di Patria piu' ampio rispetto ai soli confini e interessi nazionali,  prevedendo una difesa delle istituzioni democratiche e dei diritti fondamentali dei cittadini, senza l'uso della violenza ma con strumenti nonviolenti, come sperimentato in alcuni contesti storici internazionali (in India con Gandhi, negli Usa con M. L. King, in Sudafrica con Mandela, ecc.).

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Perche' e' necessario uno specifico Dipartimento?

La difesa civile, non armata e nonviolenta, per essere efficace, deve essere preparata, organizzata, sviluppata, finanziata. Non puo' essere lasciata alla sola buona volonta' di gruppi di base che gia' attualmente intervengono con modalita' nonviolente in contesti conflittuali. Il Dipartimento garantirebbe una dignita' istituzionale ed una dimensione strutturale alla "difesa civile", in coerenza con gli artt. 11 e 52 della Costituzione italiana.

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Perche' collocare il Dipartimento alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri?

Perche' la difesa civile e' di tipo trasversale, vuole difendere i cittadini dalle reali minacce alle proprie sicurezze e anche  fornendo al Paese la possibilita' di intervenire nelle controversie internazionali, con mezzi non armati. La Presidenza del Consiglio dei ministri e' luogo di sintesi delle politiche pubbliche, interne e internazionali.

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Non risponderebbe a criteri di miglior razionalizzazione delle risorse umane ed economiche una collocazione nell'ambito di uno dei dipartimenti gia' istituiti, con una semplice riorganizzazione di dinamiche e competenze?

I dipartimenti gia' istituiti, ai quali la proposta di legge fa riferimento (Servizio civile e Protezione civile), hanno specifiche competenze e strutture organizzative ad esse funzionali che, pur essendo parte integrante della "difesa civile, non armata e nonviolenta", non la ricomprendono nel suo insieme. Con l'istituzione del Dipartimento per la difesa civile s'intende dare fondamento istituzionale e autonomia organizzativa al principio fondante della legge, che vuole il pieno riconoscimento repubblicano di difesa alternativa a quella militare. Il necessario raccordo tra i dipartimenti avverra' all'interno del "Consiglio Nazionale della difesa civile, non armata e nonviolenta", analogo al "Consiglio supremo di difesa" per quanto riguarda la difesa armata.

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Allo scopo di attuare i fini prefissi, quali sono le professionalita' che possono essere inserite nelle strutture?

Nei diversi corsi di scienze della pace delle universita' italiane ed europee sono stati qualificati negli anni molti giovani competenti sui temi della difesa civile; diverse organizzazioni non govarnative hanno personale che ha fatto esperienza diretta in progetti di interposizione, mediazione e riconcializione in luoghi di conflitto; i volontari in servizio civile, infine, rappresentano - per definizione - i "difensori civili della Patria", sia nel loro impegno sociale in Italia che nei progetti di servizio all'estero. Insomma le competenze ci sono gia', ma vanno organizzate e valorizzate in una stretta collaborazione tra dimensione istituzionale e impegno associativo.

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Chi garantisce la formazione del personale?

La formazione del personale sarebbe assicurata dall'Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo, di cui si chiede l'istituzione con apposita Legge successiva. Inoltre buone competenze formative - alle quali lo stesso Istituto di ricerca potra' attingere - sono presenti nei Centri studi e ricerche che il mondo associativo e quello universitario hanno gia' costituito.

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Quanto costera' il Dipartimento?

La "difesa civile non armata e nonviolenta" avra' una dotazione annua di 100 milioni di euro, di cui solo il 10% (ossia 10 milioni) sara' utilizzabile per le spese di funzionamento interno. Il resto andra' ai servizi e progetti di difesa civile previsti dalla proposta di legge. Non si spendera' un solo euro in piu': la proposta di legge chiede che siano fondi trasferiti dalla riduzione di spese della difesa miliare. Questi fondi saranno poi incrementati dalla scelta dei cittadini che vorranno fare l'opzione del 6 per 1.000 a beneficio della difesa civile, in sede di dichiarazione dei redditi.

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Perche' il 6 x 1.000 dell'Irpef?

Per consentire ai cittadini di contribuire direttamente a questa forma di difesa costituzionale, finora trascurata dai governi che hanno sempre privilegiato la difesa militare. La quota del 6 x 1.000 e' stata indicata perche' non si tratta di una religione (8 x 1000) ne' di una associazione (5 x 1000) ne' di un partito (2 x 1000).

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Cosa accadra' delle firme una volta raccolte?

Saranno consegnate, in via istituzionale, alla Presidente della Camera, con la richiesta che la proposta di legge venga messa al piu' presto in discussione in Aula. Le Reti promotrici ne seguiranno passo dopo passo l'andamento, con l'appoggio dell'Intergruppo dei Parlamentari per la pace, facendo pressione sui partiti affinche' cio' possa avvenire entro la fine di questa legislatura.

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Pare che nella storia della Repubblica nessuna Legge di iniziativa popolare sia mai approdata in Aula e nemmeno discussa nelle Commissioni parlamentari. Che speranza avete?

Non e' proprio cosi'.  C'e' un precedente illustre. Il movimento femminista, nel 1980, su iniziativa dell'Udi (Unione donne italiane) presento' con 300.000 firme una Legge di iniziativa popolare contro la violenza sessuale. L'iter fu molto lungo e travagliato, ma alla fine venne approvata la legge n. 66 del 15 febbraio 1996, "Norme contro la violenza sessuale" che afferma il principio per cui lo stupro e' un crimine contro la persona, e non contro la morale pubblica, com'era prima. Dunque con l'impegno e la perseveranza e' possibile che una Legge di iniziativa popolare venga  approvata dal Parlamento. E' gia' successo e puo' riaccadere.

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Cosa posso fare personalmente per sostenere la Campagna?

Oltre a firmare e offrire un contributo economico, puoi prendere contatti con il Comitato promotore locale piu' vicino a te (troverai l'elenco sul sito http://www.difesacivilenonviolenta.org). Se non lo trovi costituiscine uno nel tuo Comune, seguendo le indicazioni del Vademecum.

 

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- AA. VV., "Ora e sempre Resistenza", volume monografico di "Micromega", n. 3, 2015, pp. 328, euro 15.

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Riletture

- AA. VV., La Resistenza italiana, Mondadori, Milano 1975, pp. 302 (con un inserto di 10 tavole).

- Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, Laterza, Roma-Bari 1966, 1977, pp. X + 566.

- Piero Calamandrei, Uomini e citta' della Resistenza, Laterza, Roma-Bari 1955, 1977, pp. XXXII + 304.

- Antonio Cassara' (a cura di), La scelta. Dalla Resistenza alla Liberazione, Nuova Iniziativa Editoriale, Roma 2005, pp. II + 188.

- Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella Resistenza, Bollati Boringhieri, Torino 1991, pp. XIV + 826.

- Massimo Rendina, Dizionario della Resistenza italiana, Editori Riuniti, Roma 1995, pp. 222.

- Nuto Revelli, La guerra dei poveri, Einaudi, Torino 1962, 1973, pp. XX + 540.

- Max Salvadori, Breve storia della Resistenza italiana, Vallecchi, Firenze 1974, pp. XVIII + 280.

 

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

8. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1969 del 28 aprile 2015

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