[Nonviolenza] La domenica della nonviolenza. 311



 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 311 del 9 novembre 2014

 

In questo numero:

1. La festa degli assassini (ed altre storie)

2. Contro l'omicidio, quindi contro la pena di morte, quindi contro la guerra

3. Nelson Mandela

4. Opporsi alla guerra

5. Ancora un cruccio di un padre di famiglia

6. La nonviolenza non indossa il frac

7. Io sono quello

8. Dieci criteri

9. Tutte le guerre

10. Una lettera a un sindaco

11. Persone

12. Cosa e' la marcia della pace Perugia-Assisi?

13. Il lamento del vecchio

14. Mattinata di sole a Roma

15. E il nostro silenzio

16. La festa degli assassini

 

1. EDITORIALE. LA FESTA DEGLI ASSASSINI (ED ALTRE STORIE)

 

Ripubblichiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro notiziario dal dicembre 2013 ad oggi. Tralasciando, come usiamo, i nomi degli autori e le specifiche circostanze cui si riferivano. L'intelligenza di chi legge colmera' i vuoti, trovera' i varchi, proseguira' il cammino.

 

2. REPETITA IUVANT. CONTRO L'OMICIDIO, QUINDI CONTRO LA PENA DI MORTE, QUINDI CONTRO LA GUERRA

 

Ogni essere umano ha diritto a vivere.

E solo se si riconosce il diritto a vivere, ogni altro diritto sussiste; poiche' se si toglie a una persona la vita, ogni altro suo diritto viene annientato.

L'omicidio e' quindi il crimine piu' grave, il piu' inammissibile, il piu' antiumano.

Il divieto di uccidere e' la base della civile convivenza, il fondamento della civilta' umana, la promessa reciproca della comune solidarieta', il riconoscimento dell'umanita' di tutti gli esseri umani, il primo indispensabile passo per l'edificazione di una societa' di persone libere ed eguali in diritti, la premessa di ogni ordinamento giusto e sollecito del bene comune, l'azione che invera il principio responsabilita', l'estrinsecazione primaria della regola aurea del non fare ad altri cio' che non si vorrebbe fosse fatto a se stessi.

Il comandamento "non uccidere" e' il nucleo ed il cuore di ogni morale e di ogni politica degna.

*

Essendo l'omicidio il crimine piu' grave e quindi il piu' inammissibile, la pena di morte - che dell'esecuzione di un omicidio consiste - e' anch'essa inammissibile. La pena di morte rende criminale, assassino, nemico dell'umanita', lo stato che la prevede e la irroga.

*

Ed e' inammissibile altresi' la guerra, che di innumerevoli omicidi consiste.

Nella giornata dedicata a chiedere la fine della pena di morte nel mondo, si chiede pertanto ipso facto anche la fine di tutte le guerre; e quindi l'abolizione delle strutture - gli eserciti - all'esecuzione di esse preposte; e quindi la cessazione della produzione, del commercio, della detenzione e dell'uso degli strumenti - le armi - attraverso cui gli omicidi e le guerre si realizzano.

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Ogni essere umano ha diritto a vivere.

Soccorrere e salvare le vite di tutti gli esseri umani e' il primo dovere dell'umanita'.

 

3. REPETITA IUVANT. NELSON MANDELA

 

Nell'ora della morte, l'intera umanita' rende omaggio a Nelson Mandela.

Ed e' una prova ulteriore della grandezza di quell'uomo eroico e generoso questo unanime riconoscimento, questo unanime riconoscersi in lui, questa unanime riconoscenza: ogni essere umano riconosce in Mandela la parte migliore di se', ed il bene che tutti gli esseri umani affratella e degnifica.

*

Nell'ora della morte, l'intera umanita' rende omaggio a Nelson Mandela.

Ma l'intera esistenza di Nelson Mandela costituisce un esempio e un appello: convoca quindi a un dovere, a un impegno di verita', di giustizia, di solidarieta': chiama alla lotta contro tutte le violenze, contro tutte le oppressioni.

E dunque oltre l'omaggio nel giorno del lutto, altro ancora occorre fare per onorare la memoria di Mandela, e per esser fedeli alla sua testimonianza e al suo messaggio di liberta' e di uguaglianza, di pace e di riconciliazione, di liberazione e di solidarieta', di responsabilita' e di condivisione, di universale fraternita' e sororita': occorre proseguirne la lotta.

*

Nell'ora della morte, l'intera umanita' rende omaggio a Nelson Mandela.

Ma quel che conta e' proseguirne la lotta: per la vita, la dignita', i diritti, la liberazione e la solidarieta' di tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' in cammino.

 

4. REPETITA IUVANT. OPPORSI ALLA GUERRA

 

Opporsi alla guerra, opporsi alle uccisioni.

La regola buona. Un buon inizio.

Opporsi alla guerra, opporsi alle uccisioni.

Vi e' una sola umanita'.

 

5. REPETITA IUVANT. ANCORA UN CRUCCIO DI UN PADRE DI FAMIGLIA

 

Solenne la voce mi chiedeva: "E lei cosa faceva?".

Io rispondevo: "Scrissi degli appelli, espressi la mia opposizione...".

- Opposizione come?

- Scrissi degli appelli, partecipai a qualche manifestazione, tentai anche di promuovere qualche campagna...

- Con quali esiti?

- Credo pressoche' nulli, in verita'.

- Quindi non fece nulla.

- Non proprio nulla, scrissi degli appelli, pubblicai degli articoli, inviai delle lettere...

- Ma in pratica non fu nulla. Non penso' che avrebbe dovuto opporsi concretamente a quell'orrore?

- Scrissi degli appelli...

- Lo sappiamo che scrisse degli appelli, e quali conseguenze ebbero?

- Nessuna.

- E lei, lei fu perseguitato per la sua solidarieta' con i perseguitati?

- No.

- Quindi quella solidarieta' fu ben misera cosa.

- Fu ben misera cosa.

- Fu anch'essa nulla.

- Fu nulla.

- E come dunque dovremmo giudicare quel suo agire, o meglio: quel suo non agire, quel suo restare sostanzialmente inerte a godere dei suoi privilegi, e quindi passivo complice della violenza razzista dispiegata, dei campi di concentramento, delle deportazioni, della schiavitu', della violenza assassina che sterminava i migranti nel Mediterraneo, che imprigionava i sopravvissuti, che li deportava, che li riconsegnava agli aguzzini cui erano sfuggiti a rischio della vita, che consentiva che venissero ridotti in schiavitu' nei capannoni, nei sottoscala, nei campi, sui cigli delle strade...

A questo punto mi svegliai in un bagno di sudore.

 

6. REPETITA IUVANT. LA NONVIOLENZA NON INDOSSA IL FRAC

 

La nonviolenza non la trovi al ristorante.

Non la incontri al circolo dei nobili.

Non frequenta la scuola di buone maniere.

E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.

La nonviolenza non fa spettacolo.

La nonviolenza non vende consolazioni.

La nonviolenza non guarda la partita.

*

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.

Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.

Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.

Non la trovi nei salotti e nelle aule.

Non la trovi tra chi veste buoni panni.

Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.

La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.

La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

*

Non siede nel consiglio di amministrazione.

Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.

Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.

Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.

Quando vince rinuncia a ogni potere.

Non esiste nella solitudine.

Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto, sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.

Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione; sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole: la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

*

La nonviolenza e' l'antibarbarie.

La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.

La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme, dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita; l'intera umanita' unita contro il male e la morte; si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.

La nonviolenza e' la lotta che salva.

*

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo, il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce; sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti con il fine della verita' e del bene. Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti. Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.

Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.

Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.

Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti, li', li' e' la nonviolenza.

Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

*

La nonviolenza e' una buona cosa.

E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

 

7. REPETITA IUVANT. IO SONO QUELLO

 

Io sono quello che piange le vittime

tutte le vittime vittime per sempre

io sono quello che sa che tutti i morti

restano morti ed il resto e' silenzio.

 

Io sono quello che sa che il colpo dato

e' dato per sempre, per sempre la ferita

sanguina e sanguina e mai si richiude

vomita un fiume di sangue e di fuoco.

 

Io sono quello che i medicamenti

sa che non possono guarire nessuno

resta nel buio del sepolcro Lazzaro

resta grido e cenere Giordano.

 

Io sono quello che sa che il dolore

inflitto una volta e' inflitto per sempre

la carne inchiodata resta inchiodata

lungo la via tra il Golgota e Roma.

 

Poiche' sono quello che sa quel che so

non sono disposto a sputare a sparare

non sono disposto a plaudire agli artigli

non sono disposto a subire il fascismo.

 

Cessi all'istante di fare l'Italia

la guerra in Afghanistan, cessi all'istante

il riarmo assassino, cessi all'istante

la persecuzione nazista dei migranti.

 

Cessi l'orrore che strazia e che uccide

io sono quello che so solo questo:

che tu devi opporti all'orrore presente

che tu devi opporti al fascismo.

 

8. REPETITA IUVANT. DIECI CRITERI

 

1. Pace e' opposizione alla guerra e alle violenze, alle uccisioni e alle persecuzioni, alle devastazioni ed alle deprivazioni, alla riduzione in schiavitu' e all'abbandono nella solitudine, nella miseria e nella disperazione.

2. Pace e' responsabilita' per l'altro: riconoscimento, rispetto e difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; in primo luogo dei piu' fragili, dei piu' sofferenti, dei piu' bisognosi.

3. Pace e' condivisione dei beni e dei diritti, impegno per il bene comune; e quindi opposizione ad ogni potere che sottrae ad altri quel che occorre per vivere una vita degna, sobria, solidale; pace e' convivenza e dono.

4. Pace e' difesa della biosfera, casa comune dell'umanita' e mondo vivente di cui l'umanita' stessa e' parte; e quindi e' custodia dell'ecosistema nel rispetto della pluralita' e della diversita' delle vite, del diritto all'esistenza non solo degli esseri umani ma anche degli altri esseri viventi; e' prendersi cura del mondo.

5. Pace e' opposizione alla menzogna, che nega la dignita' umana in cio' che le e' piu' peculiare: la capacita' di comprendere; e' quindi anche empatia, capacita' di comprensione non solo concettuale ma anche affettiva, riconoscimento e rispetto dell'altro, atteggiamento costantemente dialogico.

6. Pace e' lotta contro l'ingiustizia, poiche' l'ingiustizia nega l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani; pace e' riconoscimento ad un tempo dell'eguaglianza di diritti e della peculiare diversita' di ogni persona, e pertanto essa afferma ad un tempo la giustizia e la liberta' connesse in un sinolo indissolubile; e' la compassione che mai nega ascolto ed aiuto.

7. Pace e' anche educare alla pace: si educa comunicando sapere e saggezza; nutrendo la consapevolezza, l'autonomia e la responsabilita'; dando l'esempio; compiendo l'azione buona.

8. Pace e' comunicazione e cooperazione, ascolto reciproco ed agire comune riconoscendo e valorizzando il contributo di ciascuno: da ciascuno ricevendo secondo le sue capacita', a ciascuno donando secondo i suoi bisogni.

9. Pace e' innanzitutto e fondamentalmente opposizione alla dominazione maschilista, che e' la radice di tutte le altre violenze.

10. Per tutto quanto precede pace e' dunque innocenza che agisce, ricerca e adesione alla verita', operare per salvare le vite, costruzione del bene comune, etica e politica della solidarieta' che ogni essere umano riconosce, raggiunge, sostiene. Racchiudendo tutti questi significati in un solo concetto, in una parola sola, in un unico impegno, diremo dunque che - nella sua concretezza, nella sua irradiazione, nella sua dinamica, nella sua pienezza - pace e' nonviolenza.

 

9. REPETITA IUVANT. TUTTE LE GUERRE

 

Ettore trascinato nella polvere.

Gano squartato.

Jean Calas torturato, strangolato e bruciato.

Olympe de Gouges tratta alla ghigliottina.

Auschwitz.

Hiroshima.

Le decapitazioni.

I bombardamenti.

*

Tutte le guerre la stessa guerra.

Tutte le uccisioni la stessa uccisione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

10. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA A UN SINDACO

 

Egregio Sindaco,

facendo seguito all'incontro del 23 luglio 2014, il "Tavolo per la Pace" di Viterbo (promosso dal Comune di Viterbo ed a cui prendono parte le rappresentanti ed i rappresentanti di varie associazioni impegnate per la pace, la solidarieta', i diritti umani e la nonviolenza) in occasione della celebrazione a Viterbo il 2 ottobre 2014 della Giornata internazionale della nonviolenza (indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi), propone che il Comune di Viterbo attribuisca un riconoscimento ad alcune persone legate alla nostra citta' da un vincolo profondo di sentimenti e di opere che si sono particolarmente distinte nell'impegno per la pace e i diritti umani.

*

Impegno per la pace e i diritti umani

Impegno per la pace e i diritti umani che si e' estrinsecato nell'ampiezza e nella pienezza dell'azione in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, nel riconoscimento che tutti gli esseri umani appartengono alla medesima umanita' e pertanto tutti sono eguali nel loro statuto di persone, e quindi nel loro inalienabile diritto al rispetto e alla solidarieta'.

*

Opposizione alla guerra, al razzismo, al maschilismo

Impegno per la pace e i diritti umani che quindi si e' espresso nell'opposizione alla guerra ed a tutte le uccisioni, nell'opposizione al razzismo ed a tutte le persecuzioni, nell'opposizione alla violenza maschilista ed al femminicidio che ne e' l'esito piu' atroce.

Vi e' infatti un nesso tra guerra, razzismo e maschilismo: tutte e tre queste forme di oppressione e violenza negano la dignita' della persona umana, deumanizzano una parte dell'umanita' fino a giungere al suo criminale annientamento.

Infatti la guerra deumanizza gli esseri umani considerati "nemici"; il razzismo deumanizza gli esseri umani considerati "altri" rispetto ad una singola comunita'; il maschilismo deumanizza meta' del genere umano considerando le donne "inferiori" agli uomini (cosi' peraltro deumanizzando altresi' l'intero genere umano pretendendo di trasformare tutte le donne in vittime designate e tutti gli uomini in complici dell'oppressione esercitata in loro nome: ne consegue altresi' che il maschilismo nel corso della storia e' la prima radice di ogni altra forma di oppressione e violenza, e che non si puo' realizzare una societa' giusta e una civile convivenza se non si riconosce l'eguaglianza di diritti e di doveri di tutti gli esseri umani).

*

Solidarieta' concreta, azione educativa, promozione della legalita', difesa della biosfera

Impegno per la pace e i diritti umani che peraltro si realizza anche nella solidarieta' concreta, nell'azione educativa, nella promozione della legalita', nella difesa della biosfera.

Nella solidarieta' concreta, ovvero nella condivisione dei beni, nell'ascolto reciproco, nell'aiuto donato da chi ne ha la possibilita' a chi ne ha bisogno, nell'accoglienza e nell'assistenza che rendono effettivo e quindi efficace nella prassi il dovere universale di soccorrere e sostenere chi e' nel dolore, nella paura, nell'oppressione; solidarieta' concreta che e' responsabilita' che agisce, umanita' che si riconosce.

Nell'azione educativa che tramanda la civilta' umana, consente la socializzazione, da' senso all'esistenza delle persone, appronta strumenti critici di comprensione ed interpretazione del mondo e di giudizio e condotta morale e civile nella societa' (e peraltro ogni azione buona, in quanto costituisce un esempio ed un'ispirazione per altri esseri umani, e' sempre anche intrinsecamente educativa, ovvero testimonianza esortativa al vero, al giusto, al bene).

Nella difesa e nella promozione della legalita', in quanto garanzia della civile convivenza ed in quanto protezione del debole dall'arbitrio del forte: solo nella legalita' e' possibile la democrazia, solo nella democrazia e' possibile l'autentica partecipazione di ogni persona al governo responsabile e adeguato della cosa pubblica ed alla condivisione del bene comune.

Nel rispetto e nella difesa della biosfera, che e' sia la casa comune dell'umanita' sia l'insieme del mondo vivente cui la stessa umanita' appartiene: se non si difende l'ambiente naturale dalle devastazioni e dalle distruzioni si mette in pericolo la stessa sopravvivenza dell'umanita': e' quindi palese il legame tra rispetto della natura e rispetto dell'umanita', tra ambiente e diritti umani, tra pace fra gli esseri umani e pace con la natura.

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Uscire dalla spirale della violenza con la scelta della nonviolenza

Infine, impegno per la pace e i diritti umani significa testimoniare la possibilita' e costruire la realta' di un movimento ad un tempo antropologico e storico, morale e civile, che consiste nell'uscire dalla spirale distruttiva della violenza con la scelta di amore per l'umanita' della nonviolenza.

Intendendo la nonviolenza nel senso forte ed autentico del termine: opposizione a tutte le violenze; responsabilita' per gli altri esseri umani e per il mondo vivente; azione buona, giusta e misericordiosa; inveramento pieno e limpido dei principi di liberta', uguaglianza, fratellanza e sorellanza enunciati in tutti i monumenti del costituzionalismo moderno tra cui la Costituzione della Repubblica Italiana.

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Egregio Sindaco,

le persone che proponiamo alla sua attenzione di primo cittadino e primo amministratore del Comune di Viterbo, affinche' la citta' attribuisca loro un riconoscimento per il loro generoso e luminoso impegno per la pace e i diritti umani, sono le seguenti:

la professoressa Umbertina Amadio;

il vescovo Dante Bernini;

il professor Osvaldo Ercoli;

la signora Anna Maghi.

*

E le motivazioni che proponiamo per l'attribuzione del riconoscimento sono le seguenti:

- Alla professoressa Umbertina Amadio,

all'impegno prezioso, alla dignita' con cui ha costruito e trasmesso conoscenza a tutte le persone che hanno avuto la fortuna di averla come insegnante. All'ironia leggera e alla chiarezza della sua visione, alla sua fiducia in un futuro migliore per tutte e tutti noi. Alla riservatezza con cui ha sostenuto sogni e progetti, sempre donando senza che la sua mano sinistra sapesse cosa facesse la sua mano destra. E ricordando altresi' come abbia preso parte all'impegno di pace a Viterbo non solo con l'attivita' educativa, psicagogica, rischiaratrice delle intelligenze e formatrice delle coscienze, ma anche partecipando direttamente in anni dolorosi di generale profondo smarrimento alle limpide iniziative del movimento che si opponeva alle guerre e alle stragi, proponeva la scelta della nonviolenza e si impegnava in modo nitido e intransigente in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani,

la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

- A monsignor Dante Bernini,

vescovo emerito della diocesi di Albano, gia' presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e gia' membro della "Comece'" (Commission des Episcopats de la Communaute' Europeenne), una delle figure piu' illustri dell'impegno di pace, solidarieta', nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente e' stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarieta' con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilita' un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno,

la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

- Al professor Osvaldo Ercoli,

gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera,

la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

- Ad Anna Maghi,

alla forza delle sue visioni, delle lucide utopie che ha rincorso fino a raggiungerle. All'impegno senza compromessi per la costruzione di un mondo migliore, perche' la voce delle donne, nella loro specifica e preziosa unicita', venisse ascoltata forte, qui come nel resto del mondo. All'opposizione netta alle guerre, alle ingiustizie, alle violenze. All'amore infinito per la liberta'. Alla capacita' inesausta di intessere relazioni, e di condurre con se' tutte noi. Per aver fatto nascere e per far vivere ogni giorno Erinna, l'associazione di donne contro la violenza alle donne ed il centro antiviolenza, luogo di comunicazione, solidarieta' ed iniziativa tra donne, e preziosa risorsa in questa citta' per l'umanita' intera. Di innumerevoli iniziative cittadine di pace e di solidarieta' e di nonviolenza - dalle Donne in nero a Psichiatria democratica - inesauribile animatrice e cuore chiaroveggente,

la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

*

Egregio Sindaco,

ringraziandola fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, e restando a disposizione per ogni ulteriore interlocuzione, voglia gradire distinti saluti

 

11. REPETITA IUVANT. PERSONE

 

Noi siamo le persone che le guerre uccidono.

 

12. REPETITA IUVANT. COSA E' LA MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI?

 

Domenica 19 ottobre si svolgera' una volta ancora la marcia della pace da Perugia ad Assisi.

Se non vado errato, da quando raggiunsi l'eta' della ragione - ed ora sono un vecchio dalla lunga barba bianca - ho partecipato quasi sempre alla marcia. Raramente ho condiviso del tutto le parole degli appelli di convocazione (e non di rado mi hanno amareggiato e indignato le flagranti omissioni), ma la marcia non e' ne' la macchina burocratica che la convoca e organizza, ne' l'etichetta che di volta in volte si pretende appiccicargli sopra. La marcia Perugia-Assisi e' un'altra cosa.

Non e' neppure la scampagnata per famiglie, la sagra paesana, la festa patronale o il ginnico esercizio cui pretendono ridurla i narcotici mass-media della societa' dello spettacolo. La marcia Perugia-Assisi e' un'altra cosa.

La marcia Perugia-Assisi e' la nonviolenza in cammino.

*

Essa smaschera e denuncia ogni complicita' con le guerre, con le uccisioni, con la violenza che opprime e denega l'umanita'.

Essa convoca al rigore morale e intellettuale, e alla lotta concreta contro le guerre, gli eserciti, le armi, le menzogne e le ingiustizie, le oppressioni e le vilta'.

E' la Resistenza antifascista che continua nella forma adeguata e necessaria: la nonviolenza.

La marcia non finisce alla Rocca di Assisi: comincia da li'.

La marcia della pace e' Aldo Capitini vivente.

La marcia della pace e' Primo Levi vivente.

La marcia della pace e' Nelson Mandela vivente.

E' Eleonora Fonseca Pimentel dinanzi al suo carnefice.

E' Rosa Luxemburg ripescata dal canale.

E' Etty Hillesum cuore della baracca.

E' Marianella Garcia ormai cadavere tra i cadaveri eppure ancora e per sempre viva.

E' Miriam Makeba che dice le ultime parole a Castel Volturno.

E' Dietrich Bonhoeffer tratto al patibolo.

E' Mohandas Gandhi dinanzi alla pallottola che lo uccide.

E' Martin Luther King dinanzi alla pallottola che lo uccide.

E' Oscar Romero dinanzi alla pallottola che lo uccide.

E' Chico Mendes dinanzi alla pallottola che lo uccide.

La marcia della pace e' Virginia Woolf vivente.

La marcia della pace e' Simone Weil vivente.

La marcia della pace e' Hannah Arendt vivente.

E' il volto e la voce di tutte e tutti i desaparecidos, i torturati e gli assassinati della storia.

E' la voce e il volto di tutte e tutti i resistenti della storia.

E' la civilta' e la dignita' umana che riemerge dal dolore in cui gli scellerati poteri dominanti pretendevano annegarla, annichilirla.

*

I ventiquattro chilometri da Perugia ad Assisi sono solo lo slancio, la rincorsa, per il salto e il cammino vero e urgente che e' da fare: il cammino dell'abolizione della guerra e di tutte le uccisioni, il cammino dell'abolizione del razzismo e di tutte le persecuzioni, il cammino dell'abolizione del maschilismo e di tutte le oppressioni (e di tutte le violenze e le oppressioni il maschilismo e' la prima radice); e' il cammino del disarmo, il cammino della solidarieta', il cammino della liberazione dell'unica umanita' cui tutte e tutti - popoli e persone passate, presenti e venture - ugualmente apparteniamo.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Cosa e' la marcia della pace? La marcia della pace e' l'umanita' come dovrebbe essere.

 

13. REPETITA IUVANT. IL LAMENTO DEL VECCHIO

 

I miei maestri sono tutti morti

divenni vecchio tra le sconfitte

ho sempre saputo che nulla

conta oltre questo: salvare

le vite.

 

Il mondo in cui vissi e' scomparso

nessuna sa piu' la mia lingua

ho sempre saputo che solo

questo conta: salvare le vite.

 

Dei miei fallimenti non so darmi pace

nessuna mai ebbi speranza

sempre volli fare l'unica cosa giusta:

salvare le vite.

 

E' quasi l'alba. Esco di casa

per incamminarmi una volta ancora

sulla strada che da Perugia porta

ad Assisi.

 

Ovunque i padroni mangiano il cuore

dei loro operai, ovunque

le classi proprietarie controllano

le catene dell'umanita' loro schiava

ovunque le truppe imperiali

menano strage ancora.

 

Penso ancora i miei veri pensieri

sono felice di essere vivo

la lotta

continua.

 

14. REPETITA IUVANT. MATTINATA DI SOLE A ROMA

 

Noi siamo le oppresse e gli oppressi,

l'umanita' dolente.

Noi che facciamo tutto, noi siamo resi niente.

Da ora in poi mai piu'

subire iniquita':

siam l'internazionale futura umanita'.

 

Noi siamo la classe operaia,

l'umanita' alienata.

E merce tra le merci veniamo incatenata.

Da ora in poi mai piu'

subire crudelta':

siam l'internazionale futura umanita'.

 

Noi siamo le schiave e gli schiavi,

l'umanita' abbrutita.

Nutriti di frustate la nostra non e' vita.

Da ora in poi mai piu'

subire l'empieta':

siam l'internazionale futura umanita'.

 

Ed ecco, noi siamo persone

che si son ribellate.

Spezzando le catene ci siamo sollevate.

Da ora in poi mai piu'

subire la vilta':

siam l'internazionale futura umanita'.

 

15. REPETITA IUVANT. E IL NOSTRO SILENZIO

 

Muoiono ancora i migranti nel mare

sappiamo chi sono i loro assassini.

 

Le leggi italiane, gli accordi europei

il potere schiavista, i nostri governi

dei morti annegati sono assassini.

 

E il nostro silenzio.

 

*

 

Li sogno la notte, riaffiorano gonfi

mi sorgon di fronte, mi vengono incontro

mi guardano muti, so i loro pensieri

mi chiedono conto.

Del nostro silenzio.

 

16. REPETITA IUVANT. LA FESTA DEGLI ASSASSINI

 

La festa degli assassini

anche quest'anno e' andata molto bene.

Il signor presidente ha commosso l'uditorio

estraendo una pulce dall'orecchio

il generale ha mangiato un canarino vivo

il ministro ha guidato l'automobile

il pubblico cantava giovinezza.

 

Dinanzi alla tomba degli assassinati

si e' fatta una buona merenda

si e' giocato a bocce

e a chi sputava piu' lontano.

 

Tutti avevano il telefonino

e si facevano fotografie

e il governo infine ha fatto omaggio

di pane e salame a tutti i presenti.

 

Questo nostro felice paese

queste giornate di sole e di gloria

una terra, un popolo, una guida.

 

E' andata molto bene anche quest'anno

la festa degli assassini.

 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 311 del 9 novembre 2014

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