[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 86



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 86 del 9 ottobre 2014

 

In questo numero:

1. Persone

2. Il 19 ottobre 2014 la marcia della pace Perugia-Assisi

3. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

4. Dieci tesi di Giobbe Santabarbara sulla nonviolenza in marcia (2000)

 

1. EDITORIALE. PERSONE

 

Noi siamo le persone che le guerre uccidono.

 

2. INIZIATIVE. IL 19 OTTOBRE 2014 LA MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI

 

Si svolge domenica 19 ottobre la marcia della pace Perugia-Assisi.

E' la piu' importante mobilitazione pacifista in Italia.

Occorre promuovere la piu' ampia partecipazione.

*

Contro tutte le guerre e le uccisioni.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

4. REPETITA IUVANT. DIECI TESI DI GIOBBE SANTABARBARA SULLA NONVIOLENZA IN MARCIA (2000)

[Del vecchio amico ed insopportabile rampognatore Giobbe Santabarbara, antico discepolo di Juan de Mairena e di M. Chouchani, ripubblichiamo questo contributo alla riflessione promossa dalla marcia per la nonviolenza del 24 settembre 2000]

 

Prime quattro tesi, a proposito della marcia per la nonviolenza del 24 settembre

I. La marcia si e' lasciata alle spalle le baruffe chiozzotte tra movimentini che rissano tra loro e reciprocamente si scomunicano nel vuoto pneumatico di un ghetto invisibile;  essa ha invece voluto parlare a tutti, e quindi ascoltare tutti, incontrare tutti; nudamente, umilmente farsi incontro a tutti.

A quel tu-tutti che e' l'altro, a quell'altro per cui io sono l'altro; principio dialogico, enigma e speranza, sollecitudine e sollievo, timore e tremore, amore come lotta e lotta come amore.

E questa e' la nonviolenza.

II. La marcia si e' lasciata alle spalle la consuetudine ambigua delle piattaforme onnicomprensive in cui c'e' tutto e il contrario di tutto, cui si puo' aderire senza impegno e senza travaglio; essa ha invece scelto di enunciare pochi obiettivi ma chiari: anzi, uno solo: la scelta della nonviolenza, di cui l'opposizione integrale a tutti gli eserciti e a tutte le guerre e' un'esplicitazione concreta e cogente.

Ha chiamato chi era d'accordo con questo impegno: un impegno esigente, un percorso di ricerca, una lotta inesauribile; ed un esodo che e' anche riconquista del centro, nel vivo del conflitto.

Un appello non ai mass-media, non ai comitati centrali, non alle eminentissime eccellenze: ma alle singole persone: a te, ovvero a tutti; a tutti, ovvero a te.

III. La marcia si e' lasciata alle spalle, con pazienza ed ironia, la logica aberrante delle scomuniche reciproche e dei compromessi mercanteggiati, le pretese di monopolio, le controversie dogmatiche sulla linea giusta, la mediazione dei dottori della legge di questa e quella affiliazione e dei biscazzieri che giocano qualunque gioco; la logica aberrante dell'aggressione proprio a chi ti e' piu' vicino, ed anche delle meschinita' e dei non innocenti fraintendimenti di alcuni dibattiti laceranti ed insensati degli ultimi anni.

Tutto cio' e' alle spalle. Il nostro tempo e' poco, ed il cammino e' lungo e faticoso, e l'opera da compiere grande. Non dissipiamo il nostro tempo. Tutto cio' e' alle spalle.

IV. Coloro che alla marcia hanno preso parte, nella loro stragrande maggioranza, hanno, abbiamo bruciato la navi e non intendiamo tornare indietro: di qui in poi almeno noi lavoriamo per la nonviolenza e non per le alleanze tattiche, le progressioni di carriera, i piccoli guadagni, le convergenze parallele.

Lavoriamo per la nonviolenza, questo ha detto la marcia: chi ascolta questa voce puo' aderire o meno; non puo' impedirci di fare la nostra via.

*

Altre quattro tesi, a proposito della nonviolenza

V. Ma lavorare per la nonviolenza oggi significa in primo luogo lavorare perche' la nonviolenza diventi un movimento politico di massa di trasformazione profonda e immediata della realta'.

Non la testimonianza atterrita; non il mero foro interiore; non le buone maniere; non il vorrei ma non posso; non l'adelante con juicio.

La nonviolenza chiama alla lotta: e' oggi che dobbiamo contrastare.

VI. Ma questo scopo, che la nonviolenza diventi un movimento politico di massa, diventi qui e adesso il potere di tutti (l'omnicrazia di Aldo Capitini), puo' essere realizzato solo ad alcune precise condizioni, su cui non si puo' barare, si cui non si puo' essere tiepidi, su cui si deve prendere o lasciare. E proviamo dunque ad enunciarle.

VII. L'opposizione integrale alla violenza: chi usa metodi di lotta violenti non puo' essere un nostro compagno di lotta; chi usa violenza e' un oppressore sempre, poiche' la violenza riproduce, l'oppressione prolunga e ricrea, l'altrui umanita' denega. O si e' chiari ed onesti su questo, o verremo sbranati.

VIII. La nonviolenza ha molte qualificazioni, vediamone alcune forse irriducibili ad altre categorie.

- La nonviolenza e' nonmenzogna: nessuno mai deve essere ingannato, neppure per piaggeria, poiche' ingannare e' sempre diminuzione di umanita', denegazione di dignita'. La nonviolenza e' faticosa ricerca comune di verita', una ricerca che non finisce mai.

- La nonviolenza e' rottura incessante della complicita' con l'oppressione: e' la cessazione del silenzio degli onesti che sostiene la violenza degli oppressori. E' dunque lotta senza fine contro ogni potere oppressivo, e contro ogni mistificazione.

- La nonviolenza e' coscienza profonda del rapporto che lega i mezzi ai fini; come ebbe a dire Herbert Marcuse: i fini non giustificano i mezzi, piuttosto i mezzi pregiudicano i fini. Se pianto un dente di drago non puo' crescere una pianta di datteri.

- La nonviolenza e' chiamare ognuno ad essere un centro di nonviolenza: e' azione senza delega, e' azione senza oppressione, e' unita' di diversi, e' diversita' di eguali.

- La nonviolenza e' l'applicazione pratica del principio responsabilita'. Esso dice: realizza solo quell'azione che non incrementi il male, che non metta a repentaglio l'incolumita' altrui, nei casi dubbi e' meglio non agire che commettere il male. Ma poiche' anche il non agire e' un agire, un agire omissorio, anche l'astensione dinanzi alla violenza e' un commettere il male; cosicche' principio responsabilita' significa altresi': contrasta ogni commissione di male, opponiti sempre ad ogni violenza.

E questo ci pare sia la nonviolenza.

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Tesi nona, del chiedere e del non chiedere

IX. La nonviolenza non ti chiede se sei anarchico o liberale, se sei cattolico o sei musulmano, se sei falegname o ballerino, se hai gli occhi azzurri o neri, quale sia il tuo sesso e dove sei nato; la nonviolenza ti chiede solo se vuoi affermare la dignita' umana di ogni essere umano; ti chiede solo se vuoi difendere la biosfera perche' la vita e quindi anche la civilta' umana abbia un futuro; ti chiede solo se senti un legame di affinita' e di amicizia con l'umanita'.

Se tu rispondi di si', ti chiede di lottare per questo, senza rinunciare a nulla dei tuoi convincimenti, semplicemente rigorizzando i ragionamenti e la condotta, semplicemente cercando di essere concreto e coerente, di dire e fare cio' che davvero senti e pensi.

La nonviolenza e' questo. Una lotta di liberazione che non rinvia la liberazione a dopo la vittoria. Una difesa della dignita' umana che la dignita' umana difende in tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' una rivoluzione che comincia, che comincia da dentro di te, che comincia nell'incontro con gli altri, che comincia ribellandosi ad ogni ingiustizia.

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Tesi ultima, per arrivare a dieci

X. Chiesero una volta al mio buon maestro andaluso, quale fosse il maestro migliore: quello che ti ascolta.

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Numero 86 del 9 ottobre 2014