[Nonviolenza] Telegrammi. 1780



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1780 dell'8 ottobre 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. "Cosa e' la nonviolenza". Un incontro di riflessione a Viterbo

2. Oggi la riunione del "Tavolo per la pace" di Viterbo

3. Il 19 ottobre 2014 la marcia della pace Perugia-Assisi

4. Danilo, o dell'azione nonviolenta (2006)

5. A cosa servono i classici (2007)

6. Cosa non e' la nonviolenza (2009)

7. Cosa e' la nonviolenza (2009)

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. "COSA E' LA NONVIOLENZA". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 7 ottobre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione su "Cosa e' la nonviolenza: un approfondimento terminologico, concettuale, storiografico, esperienziale".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi due anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta.

 

2. INCONTRI. OGGI LA RIUNIONE DEL "TAVOLO PER LA PACE" DI VITERBO

 

Si svolgera' oggi, mercoledi' 8 ottobre, con inizio alle ore 17,15, presso il Palazzetto della Creativita' in via Carlo Cattaneo 9 (sito nell'area del complesso scolastico degli istituti comprensivi Canevari e Vanni), la riunione del "Tavolo per la pace" di Viterbo.

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Per ogni comunicazione il punto di riferimento e' Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

 

3. INIZIATIVE. IL 19 OTTOBRE 2014 LA MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI

 

Si svolge domenica 19 ottobre la marcia della pace Perugia-Assisi.

E' la piu' importante mobilitazione pacifista in Italia.

Occorre promuovere la piu' ampia partecipazione.

*

Contro tutte le guerre e le uccisioni.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

4. REPETITA IUVANT. DANILO, O DELL'AZIONE NONVIOLENTA (2006)

 

1. Passi

La nonviolenza e' lotta, ma e' quello specifico tipo di lotta che e' insieme dialogo ed educazione, ascolto e comunicazione, conflitto che costruisce ed invera, umanizzazione di tutte le parti coinvolte, trasformazione strutturale e reciproco disvelamento. E' quella lotta che istituisce umana relazione, creaturale e compartecipe, ordinata al convivere, all'esserci insieme, al conoscere insieme (consapevolezza, coscienza), al riconoscere e riconoscersi: speranza che si fa esperienza.

La nonviolenza e' condivisione: della sofferenza, e del sentire, del sapere delle vittime. Chi non condivide la vita delle vittime, chi non si fa parte del loro patire, del loro cercare, del loro lottare, non pratica la nonviolenza. Ma la nonviolenza e' anche il rifiuto del perdurare di questo soffrire, e' anche protesta e indignazione contro la violenza e contro la rassegnazione e contro l'apatia: la nonviolenza e' infatti, gia' lo sappiamo, lotta: la lotta delle vittime della violenza per abolire la violenza in se' e nell'altro, dell'altro e propria. E per abolire altresi' quelle forme di violenza cristallizzata ed introiettata che sono la menzogna e la sottomissione, la protervia come la sudditanza: il consenso ad un ordine iniquo come l'azione che invece di trasformare ed evolvere tutto distrugge. La nonviolenza nel suo nocciolo e' questo: salvare le vite, e tutto il resto viene dopo.

La nonviolenza e' maieutica, e' ascolto reciproco e comune, e' autoanalisi popolare, e' progettazione dal basso, e' comunicazione, "palpitare di nessi".

La nonviolenza e' riconoscimento di umanita', prassi che umanizza, lotta benedicente e degnificante. Aiuto al mondo, "vittoria al mondo" dice Vinoba.

*

2. Sul digiuno, il silenzio, la sera

La nonviolenza sa che il digiuno di questo e' simbolo e traccia ed esperienza e appello: dell'assunzione di responsabilita', del riconoscimento della dialettica dell'io e del tu, del se' e dell'altro, che fin nell'interiorita' di ciascuno ha luogo e prende forma e sostanza.

Luogo della condivisione della fame e della ricerca, esperienza di esistenza nell'intreccio di solitudine e comunita', di apertura che scaturisce dall'intimo, radura e rilucere della creaturalita'.

La lotta contro l'ingiustizia, l'accostamento alla verita', comincia nel digiuno. E' nel digiuno che ti avvicini all'umanita'.

E la nonviolenza sa che anche il silenzio e' parola. Sa che tutto e' gesto, tutto e' azione, tutto e' relazione. E tutto e' musica. E tutto e' grazia.

E' solo nella propria capacita' di silenzio che si da' ascolto, che si restituisce altrui la parola. Chi non sa farsi silenzio non sa fare verita'.

Ma vi e' anche un silenzio che e' vile e complice della menzogna: e' il silenzio che non chiede, il silenzio che non da', il silenzio che non ascolta, il silenzio dell'indifferenza, e quello dell'ipocrisia.

La nonviolenza sa che la via e' nell'interrogare. Ma che l'interrogare non basta, occorre saper ascoltare, e li' e' la via. Ma non basta neppure saper ascoltare, occorre che quel cercare diventi agire, cercare insieme, insieme agire. Poiche' cercare e' gia' agire, ma solo agire e' cercare. E solo nell'insieme, nel considerare insieme, nel tenere insieme, nello stare insieme, e' la verita'. E la via.

A sera gli amici di Danilo e Danilo s'incontrano, parlano, ascoltano, raccontano storie, s'interrogano sulle cose e le cause, sui fatti e il da fare, cercano e trovano.

Senza questo parlarsi e ascoltarsi, non esiste nonviolenza.

*

3. Del comunicare

La nonviolenza e' comunicare, ma quale comunicare?

Il comunicare che e' prassi del nascere e del sostegno al nascere da parte della levatrice: la maieutica, ed equivalente in campo morale del rapporto persona-natura mediato dal lavoro come poesia: l'appercezione dell'esistere - proprio e dell'umanita' e dell'essere-nel-mondo - come creatura di creature.

Il comunicare che e' spinta integrativa come riconoscimento che e' inveramento, ed e' contributo alla creazione, e nel circolo (ontologico, ermeneutico) creaturalita'-creativita' e' uno dei nuclei del sentire, del fare, del progettare che Danilo ci ha insegnato.

Il comunicare che si oppone all'annientamento.

*

4. Ove scompaiono

Ha scritto Danilo: "ove scompaiono schiavi scompaiono padroni".

La nonviolenza e' questo: quando tu cessi di esprimere il consenso (sia pure solo passivo) al potere iniquo, quel potere - per forte che sia - gia' s'incrina e cede. Quando la vittima rifiuta di accettare la relazione sacrificale, si apre la via che puo' riscattare altresi' l'umanita' dell'oppressore.

Ha scritto Hannah Arendt: "si può sempre dire un si' o un no". Quando tu dici no alla violenza e alla menzogna, la lotta di liberazione e' gia' cominciata, l'ordine dell'orrore gia' vacilla.

Ove scompaiono schiavi, scompaiono padroni, esseri umani appaiono.

*

5. Nec nec, aut aut, et et

La nonviolenza non e' ne' stupida ne' furba, e' innocente. Rifiuta di nuocere. E poiche' rifiuta di nuocere, essa e' la resistenza piu' forte contro ogni violenza e ingiustizia, contro ogni menzogna e vilta'.

Non-nocente, ripudia il far male, il mal fare, il farsi male, il rendersi, arrendersi al male, il cedere al male e lasciarsene insignorire; essa lotta contro l'alienazione: alienazione di cio' che e' piu' proprio di ogni essere umano: la propria - e comune - umanita'. La nonviolenza e' riconoscimento e quindi restituzione di umanita'. Di contro alla techne che aliena la psiche essa e' critica pratica delle ideologie e dello sfruttamento; e pratica critica, e appello, e moto, di liberazione ordinata al convivere in condizioni di riconoscimento di dignita', di condivisione e rispetto di se', degli altri, del mondo.

La nonviolenza sa che - come in quella visione di Alce Nero - ogni luogo e' il centro del mondo.

La nonviolenza sa che ogni parola, ogni gesto, e' esemplare. La nonviolenza sa che la sua lotta e' sempre anche educazione. Nutre, apre vie, sostiene, restituisce.

La nonviolenza e' compresenza dell'io e del tu, del singolo e dei tutti.

La nonviolenza e' l'umanita' in cammino.

*

6. Congedo

La nonviolenza e' lotta ed e' colloquio, comunica e restaura umanita'. Non e' concetto astratto ma pratica concreta, ed e' pensiero che solo nel conflitto si fa atto. Pensiero che si pensa solo insieme: di resistente e levatrice l'arte.

La nonviolenza non vuole che tu cambi i tuoi pensieri, ma che piu' in profondo li pensi; non ti chiede di rinunciare a te per qualcos'altro, ma di raggiungerti e cosi' trovare in te l'umanita', e negli altri te.

La nonviolenza non e' un corpo di regole, non ha ricette, sedi, probiviri, non vende nulla e nulla vuol comprare; la nonviolenza sei tu che ti apri al volto a un tempo sofferente e luminoso dell'altro, dell'altra persona.

La nonviolenza sa che tutti recano la verita', ed interroga incessante. A te lo chiede di salvare il mondo.

Ha scritto Danilo: "quanto non c'e' ancora va creato".

 

5. REPETITA IUVANT. A COSA SERVONO I CLASSICI (2007)

 

A cosa servono i classici (e per me, chiedo venia, in primo luogo sono i classici greci ed alcuni pochi latini): sono modelli insieme semplici e complessi, persone e personaggi che vedono l'insieme, ed al contempo avvertono le insondabili profondita'; sanno di danzare sull'abisso, poggiando su fili di tele di ragno, eppure amano e combattono, tremano e incedono con grido di tuono; sanno di essere maschera e nulla, eppure si sentono corpo vivo e caldo e palpitante, ed anime forti e insaziabili di tutto, di tutto capaci; non sono traviati e travolti dall'ossequio a una tradizione esteriore e non piu' vissuta, in loro tutto e' ancora interiore, vissuto, sentito con anima e cuore, in furia e tormento, e insieme tutto e' sole e pietra, canto e pianto, terra e mare e cielo e fuoco, incontrare ad ogni passo il mondo colmo di dei e di verita'. I loro maggiori non li vampirizzano, il futuro non li sfinisce, il peso dei giorni non li piaga. Conoscono l'orrore e la sventura, e non se ne lasciano abbattere.

I classici: a me non piace chi li usa per favoleggiare: non piace l'uso che ne fanno gli psicotecnici di ogni genia per riempire quegli otri vecchi di deliri nuovi e novissimi. E non mi piace l'accostamento bolso e impettito dei cattedratici di tutte le cattedre, dei professori di filosofia della filosofia dei professori, degli avvocati delle cause vinte, dei generali e dei chierici di tutte le gerarchie.

Devi leggere i classici come Machiavelli, come Simone Weil, come i rivoluzionari dell'89, come Leopardi.

I classici non sono un museo, ma un campo di battaglia. Shakespeare puoi leggerlo solo col coltello tra i denti, Qohelet puoi solo gridarlo.

Non devi leggere i classici, devi essere con loro, devi colluttare con loro. Piangeva mio padre recitando a me fanciullo le poesie civili di Carducci, la Spigolatrice di Mercantini, che erano i classici suoi. Sempre seppi che se un classico quando lo leggi - e puoi leggerlo solo ad alta voce, in piedi, faticando a star fermo, cercando il tono, il respiro giusto - non ti strozza la voce in gola, non ti fa gridare e piangere, allora non e' un classico.

Ma detto questo ancora non e' detto nulla: i classici ti chiamano alla lotta, alla lotta per la dignita' umana, alla lotta per contrastare ogni barbarie, ogni oppressione, ogni vilta'. E solo a questo servono i classici.

 

6. REPETITA IUVANT. COSA NON E' LA NONVIOLENZA (2009)

 

Tutti questi gran corsi di formazione, convegni, seminari, cattedre, riviste, libri, siti, musei e accademie, gitarelle e scorpacciate, spettacolini folclorici ad uso dei media, proliferare di variopinte associazioni dalle roboanti o pagliaccesche etichette, acrobatiche arrampicate sociali a spese dal pubblico erario, non sono la nonviolenza.

La nonviolenza e' la lotta delle oppresse e degli oppressi contro l'oppressione e la menzogna.

*

Gandhi non organizzava seminari, non pietiva finanziamenti pubblici, non promuoveva carriere nei ranghi delle istituzioni imperiali, non ammanniva prebende.

Gandhi organizzava la lotta delle oppresse e degli oppressi contro l'oppressione e la menzogna.

*

La lotta delle oppresse e degli oppressi contro l'oppressione e la menzogna.

La lotta la piu' nitida e intransigente, la piu' adeguata e coerente, la piu' accudente e misericorde.

 

7. REPETITA IUVANT. COSA E' LA NONVIOLENZA (2009)

 

La nonviolenza e' Mohandas Gandhi in carcere sotto l'impero.

La nonviolenza e' Aldo Capitini in carcere sotto il fascismo.

La nonviolenza e' Danilo Dolci in carcere sotto il regime della corruzione alleato alla mafia.

La nonviolenza e' Martin Luther King in carcere sotto il regime della segregazione.

*

La nonviolenza e' Rosa Luxemburg in carcere durante la prima guerra mondiale.

La nonviolenza e' Margarete Buber Neumann imprigionata nei gulag di Stalin e nei lager di Hitler.

La nonviolenza e' Hannah Arendt in esilio.

La nonviolenza e' Simone Weil che organizza la Resistenza.

*

La nonviolenza e' Socrate atenienese assassinato.

La nonviolenza e' Gesu' di Nazareth assassinato.

La nonviolenza e' Marianella Garcia assassinata.

La nonviolenza e' Chico Mendes assassinato.

*

La nonviolenza e' la lotta delle oppresse e degli oppressi contro l'oppressione e la menzogna.

La lotta la piu' nitida e intransigente, la piu' adeguata e coerente, la piu' accudente e misericorde.

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riedizioni

- Rabindranath Tagore, Victoria Ocampo, Non posso tradurre il mio cuore. Lettere 1924-1940, Rcs, Milano 2013, 2014, pp. 238, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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