[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 72



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 72 dell'8 settembre 2014

 

In questo numero:

1. Un appello ai Presidenti della Camera e del Senato affinche' il Parlamento si opponga a un atto illegale annunciato dal Governo

2. Il 10 settembre riunione del "Tavolo per la pace" di Viterbo

3. Tre passi sul cammino della nonviolenza

4. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

 

1. URGENZE. UN APPELLO AI PRESIDENTI DELLA CAMERA E DEL SENATO AFFINCHE' IL PARLAMENTO SI OPPONGA A UN ATTO ILLEGALE DEL GOVERNO

 

Egregia Presidente della Camera dei Deputati,

egregio Presidente del Senato della Repubblica,

ed egregio Presidente del Consiglio dei Ministri, egregi ministri, deputati e senatori ed egregio Presidente della Repubblica cui inviamo questa lettera per opportuna conoscenza,

vorremmo sollecitare il tempestivo impegno dei Presidenti delle due Camere in cui si articola l'organo legislativo del nostro ordinamento istituzionale affinché il Parlamento si opponga a un atto illegale annunciato dal Governo, ovvero la fornitura di armi a milizie belligeranti in aree di conflitto.

Questa decisione governativa è palesemente contra legem.

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1. Parte prima. Avverso una decisione illegale

1.1. Leggiamo nella Costituzione della Repubblica Italiana che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e che "L'Italia ripudia la guerra": armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso (area che coinvolge ben due stati, ambedue fortemente destrutturati da guerre recenti ed attuali, ed in cui follemente sono state armate milizie irregolari fuori di ogni controllo e di ogni legalita' che oggi praticano terrorismo e violenze di massa) significa cooperare in modo decisivo alla commissione di omicidi e stragi, in flagrante contrasto con l'art. 2 e con l'art. 11 della Costituzione.

1.2. Leggiamo nel Codice Penale che "Chiunque cagioni la morte di un uomo e' punito con la reclusione...": armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso significa cooperare in modo decisivo alla commissione di omicidi e stragi, in flagrante contrasto con l'art. 575 e l'art. 422 del Codice Penale.

1.3. Leggiamo nella Legge 9 luglio 1990, n. 185, recante "Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento":

- all'art. 1, comma 1: "L'esportazione, l'importazione e il transito di materiale di armamento nonche' la cessione delle relative licenze di produzione devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i principi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". L'evidente contrasto con i principi costituzionali sopra richiamati vieta pertanto di armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso.

- All'art. 1, comma 5: "L'esportazione ed il transito di materiali di armamento, nonche' la cessione delle relative licenze di produzione, sono vietati quando siano in contrasto con la Costituzione, con gli impegni internazionali dell'Italia e con i fondamentali interessi della sicurezza dello Stato, della lotta contro il terrorismo e del mantenimento di buone relazioni con altri Paesi, nonche' quando manchino adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali". E' del tutto evidente che nel caso di specie si verificano precisamente sia il "contrasto con la Costituzione", sia la mancanza di "adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali", poiche' le armi verrebbero consegnate a milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso.

- All'art. 1, comma 6, lettera a: "L'esportazione ed il transito di materiali di armamento sono altresi' vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere". Anche in questo caso il Governo non puo' aggirare il divieto, poiche' la lettera a del comma 6 dell'art. 1 della legge 185/1990 è in aggiunta (di qui l'espressione "altresi'") e non in sostituzione di quanto gia' definito nei summenzionati commi 1 e 5, e pertanto nella situazione in esame il Consiglio dei Ministri non puo' deliberare contra legem "per la contradizion che nol consente".

- Ne' ci troviamo qui nella casistica prevista al comma 9 del medesimo art. 1 della medesima legge poiche' i destinatari ed utilizzatori delle armi non sono forze armate o di polizia regolari e non costituiscono articolazioni statuali, bensi' sono mere milizie irregolari con le quali a fortiori uno Stato di diritto, uno Stato costituzionale democratico come l'Italia, non puo' intrattenere relazioni bilaterali o negozi giuridici.

Pertanto anche alla luce della legge 185/1990 e' palesemente illegale armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso.

1.4. Leggiamo infine nel Trattato recepito dall'Italia con la Legge 4 ottobre 2013, n. 118, "Ratifica ed esecuzione del Trattato sul commercio delle armi, adottato a New York dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 2 aprile 2013":

- all'art. 6 : "Nessuno Stato Parte autorizzera' il trasferimento di armi se tale trasferimento è suscettibile di violare obblighi derivanti da misure adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite" (comma 1), o anche "se tale trasferimento e' suscettibile di violare obblighi internazionali ai sensi degli accordi internazionali di cui e' Parte, in particolare per quanto riguarda il trasferimento o il traffico illecito di armi convenzionali" (comma 2); o infine "che le armi possano essere utilizzate per la commissione di (...) attacchi diretti a obiettivi o soggetti civili" (comma 3). Orbene, non vi e' dubbio che armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato implica esattamente le fattispecie summenzionate.

- All'art. 7 si aggiunge che: "Se l'esportazione non e' proibita dall'art. 6, ciascuno Stato Parte esportatore (...) dovra' valutare (...) se le armi (...): a) possano contribuire a minacciare la pace e la sicurezza; b) possano essere utilizzate per commettere una grave violazione del diritto umanitario internazionale (...)", ed in tali casi "qualora vi sia un rischio preponderante di una delle conseguenze negative previste (...) lo Stato Parte esportatore non autorizzerà l'esportazione". Se ne evince che anche se la situazione de quo non rientrasse in quanto previsto dall'art. 6 (ed e' invece incontrovertibile che vi rientra), la fornitura di armi sarebbe comunque proibita in quanto e' flagrante la presenza di "un rischio preponderante di una delle conseguenze negative previste" (ed invero non solo di "un rischio", bensi' della certezza).

Pertanto anche alla luce del Trattato recepito con la legge 118/2013 e' palesemente illegale armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso.

1.5. E' pertanto inequivocabile, stando alla lettera e allo spirito delle singole disposizione normative citate, ed a maggior ragione per il combinato disposto di esse, che la decisione del Governo italiano di inviare armi a milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato (area che - ripetiamolo ancora una volta - coinvolge ben due stati, ambedue fortemente destrutturati da guerre recenti ed attuali, ed in cui follemente sono state armate milizie irregolari fuori di ogni controllo e di ogni legalita' che oggi praticano terrorismo e violenze di massa) e' palesemente contra legem e quindi inammissibile sotto ogni punto di vista.

Vi preghiamo pertanto di adoperarvi affinche' il Parlamento, titolare del potere legislativo, impedisca che il Governo compia un atto illegale dagli esiti omicidi e stragisti.

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2. Parte seconda. Per un intervento costruttivo

2.1. Naturalmente vi preghiamo di adoperarvi altresi' affinche' il Parlamento e il Governo italiano si impegnino al fine di sostenere l'invio in quell'area di una ingente forza d'interposizione dell'Onu, l'invio di aiuti umanitari adeguati, la creazione di corridoi umanitari, la difesa, accoglienza ed assistenza delle vittime in fuga, un'azione politica e diplomatica come normata dal diritto internazionale e finanche un'azione di polizia internazionale da parte dell'Onu qualora ne ricorrano le specifiche condizioni.

2.2. Ed altrettanto ovviamente vi preghiamo di adoperarvi anche affinche' il Parlamento e il Governo italiano si impegnino al fine di sostenere il disarmo, la cessazione dei conflitti armati e delle violenze, il rispetto dei diritti umani e il ripristino della legalita': a tal fine gli interventi militari e le forniture di armi sono del tutto controproducenti, come l'esperienza ha tragicamente dimostrato; occorre invece promuovere nelle aree di conflitto processi de-escalativi della violenza e riconciliativi, sostenendo materialmente le popolazioni, ricostruendo le infrastrutture civili e promuovendo la convivenza e la sicurezza, la legalita' e la democrazia, in modo adeguato e coerente: a tal fine la cosa piu' necessaria ed urgente e' il disarmo, in primo luogo ovviamente delle organizzazioni criminali (che vanno naturalmente perseguite ai sensi di legge con interventi di polizia), ma piu' in generale di tutte le parti belligeranti. La guerra non e' la soluzione, ma il problema; il disarmo e' la via da percorrere; l'aiuto umanitario e' l'unico strumento adeguato per ricostruire cio' che guerra, dittature e terrorismo hanno devastato, e quindi per favorire la legalita' rispettosa dei diritti umani, la pace che salva le vite, la civile convivenza orientata alla giustizia ed alla solidarieta'.

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Per tutto quanto precede vi preghiamo pertanto, in conclusione, di adoperarvi affinche':

- l'Italia invii massicci e adeguati aiuti umanitari alle popolazioni dell'area, la cui distribuzione non sia affidata a parti in conflitto ma ad organismi internazionali umanitari di provata affidabilita';

- l'Italia si impegni affinche' nell'area irachena intervenga una adeguata forza di interposizione dell'Onu, e si rafforzi consistentemente la forza di interposizione dell'Onu nell'area siriana;

- l'Italia si impegni per la cessazione della fornitura di armi alle parti belligeranti e per la cessazione degli interventi armati i cui esiti stragisti sono del tutto manifesti e del tutto inammissibili;

- l'Italia si opponga alla folle e criminale proposta statunitense di promuovere una ulteriore escalation della guerra in Medio Oriente;

- l'Italia si disponga ad una politica internazionale di pace, di disarmo, di smilitarizzazione dei conflitti, di promozione del rispetto dei diritti umani; una politica internazionale coerente con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta delle Nazioni Unite, con la Dichiarazione Universale dei Diritti umani, con il diritto delle genti e con il sentire di ogni essere umano.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Solo il disarmo salva le vite.

Confidando nel vostro tempestivo intervento, vogliate gradire distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 8 settembre 2014

 

2. INCONTRI. IL 10 SETTEMBRE RIUNIONE DEL "TAVOLO PER LA PACE" DI VITERBO

 

Si svolgera' mercoledi' 10 settembre, con inizio alle ore 17,15, presso il Palazzetto della Creativita' in via Carlo Cattaneo 9 (sito nell'area del complesso scolastico degli istituti comprensivi Canevari e Vanni), la prossima riunione del "Tavolo per la pace" di Viterbo.

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Per ogni comunicazione il punto di riferimento e' Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

 

3. INIZIATIVE. TRE PASSI SUL CAMMINO DELLA NONVIOLENZA

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Il 2 ottobre e' la Giornata internazionale della nonviolenza: facciamo in modo che sia un momento di forte coscientizzazione e di efficace opposizione alla guerra, alle stragi di cui essa consiste, ai suoi strumenti e ai suoi apparati; di efficace opposizione al razzismo ed a tutte le persecuzioni e le schiavitu'; di efficace opposizione al maschilismo che e' la radice di tutte le altre violenze.

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Il 19 ottobre c'e' la marcia Perugia-Assisi: facciamo in modo che sia un momento di forte coscientizzazione e di efficace opposizione alla guerra, alle stragi di cui essa consiste, ai suoi strumenti e ai suoi apparati; di efficace opposizione al razzismo ed a tutte le persecuzioni e le schiavitu'; di efficace opposizione al maschilismo che e' la radice di tutte le altre violenze.

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Il 4 novembre riproporremo l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele": facciamo in modo che sia un momento di forte coscientizzazione e di efficace opposizione alla guerra, alle stragi di cui essa consiste, ai suoi strumenti e ai suoi apparati; di efficace opposizione al razzismo ed a tutte le persecuzioni e le schiavitu'; di efficace opposizione al maschilismo che e' la radice di tutte le altre violenze.

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita', in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

4. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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Numero 72 dell'8 settembre 2014