[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 591



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Numero 591 del 19 giugno 2014

 

In questo numero:

1. "Operazione Colomba": Dal 22 giugno al primo luglio la marcia internazionale per la pace in Albania

2. "Operazione Colomba": Appello per la marcia internazionale per la pace in Albania

3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Barberino Bavarozzi (2010)

 

1. INIZIATIVE. "OPERAZIONE COLOMBA": DAL 22 GIUGNO AL PRIMO LUGLIO LA MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA

[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]

 

Quando? Il periodo di realizzazione della marcia e' dal 22 giugno al primo luglio 2014.

Dove? In Albania, da Bajrami Curri a Tirana.

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Un popolo si muove contro le vendette di sangue

Abbiamo pensato di organizzare una marcia per la pace che percorra l'Albania toccando le localita' piu' significative al fine di sensibilizzare e coinvolgere la societa' civile presente in tutto il territorio nazionale e contare anche sulla partecipazione di realta' (singoli, associazioni...) internazionali.

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Iniziative di sensibilizzazione in Albania

Nel marzo 2013 i volontari di Operazione Colomba hanno promosso una campagna di raccolta di firme contro il perpetrarsi delle vendette di sangue, rivolta a tutti i cittadini, denominata "5.000 firma per Jeten", conclusasi nel settembre 2013, nel corso della quale sono state raccolte e consegnate alle principali autorita' albanesi quasi 6.000 firme affinche' fossero prese misure efficaci per contrastare il fenomeno della gjakmarrja.

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Chi e' Operazione Colomba

Operazione Colomba e' il corpo nonviolento di pace dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII. Fanno parte del progetto tutti coloro che vogliono sperimentare in maniera diretta che la nonviolenza e' la via per ottenere una pace giusta e duratura. I componenti sono volontari che danno una disponibilita' piu' o meno lunga, scegliendo di condividere la vita con le vittime su diversi fronti del conflitto, in maniera disinteressata. Attualmente e' presente e opera in Israele/Palestina, Colombia e Albania, e si sta cercando di aprire una presenza stabile anche in Libano. Dal 2010 Operazione Colomba e' presente in Albania, a Scutari, con una presenza anche a Tropoja, per sostenere il lavoro che la Comunita' Papa Giovanni XXIII svolge dal 2004 sul tema delle "vendette di sangue". I volontari, insieme ai membri della Comunita' e ai volontari del servizio civile internazionale, condividono la quotidianita' con le famiglie in situazioni di vendetta, anche attraverso sostegni nell'assistenza medica e scolastica, con l'obiettivo di giungere a percorsi di riconciliazione (Pajtimi) e perdono fra queste famiglie in primis, ma anche con l'intento di portare all'attenzione dell'opinione pubblica albanese (e non) questo fenomeno drammatico, al fine di contribuire ad avviare percorsi virtuosi tra le genti e con le associazioni, in vista di una riconciliazione a livello nazionale.

 

2. APPELLI. "OPERAZIONE COLOMBA": APPELLO PER LA MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA

[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]

 

Cambiare? Si puo'. Un popolo si muove per la pace, contro le vendette di sangue.

Marcia internazionale per la pace in Albania, 22 giugno - primo luglio 2014, Bajram Curri - Tirana

La gjakmarrja (vendetta di sangue) e' un fenomeno estremamente lesivo dei diritti fondamentali degli esseri umani, a partire dal piu' importante, quello alla vita. Tale pratica mina, inoltre, l'unita', la stabilita' e il futuro di tutta l'Albania.

Il suo superamento puo' avvenire solo attraverso la promozione di una cultura di pace e nonviolenza che favorisca sia percorsi di riconciliazione tra le famiglie in vendetta, sia percorsi di riconciliazione collettiva: i cittadini albanesi non dovranno mai piu' sentire la necessita' di farsi giustizia da soli, perche' lo Stato sara' presente e in grado di tutelare i loro diritti.

Per fare questo e' indispensabile la mobilitazione della societa' civile nazionale (in primo luogo) ed internazionale, pertanto chiediamo alle Istituzioni albanesi, sottoscrivendo questo appello, di impegnarsi: a dotare il Paese di un sistema giuridico/istituzionale adeguato a sostenere un processo di superamento del fenomeno; ad applicare immediatamente la legge 9389 del 4/5/2005 per la creazione e il funzionamento del Consiglio di coordinamento per la lotta contro le "vendette di sangue", previsto dalla stessa; a rendere certa la pena per quanti si macchieranno di crimini legati alle "vendette di sangue"; a promuovere una cultura di pace e rispetto dei diritti umani, prima di tutto il diritto alla vita.

Come attori della societa' civile (singoli o associati) nazionale ed internazionale, sottoscrivendo questo appello, ci impegniamo: a non usare la violenza in caso di conflitto e a rispettare sempre la vita umana; a promuovere tra i nostri associati/amici/parenti la prassi della risoluzione nonviolenta dei conflitti e della riconciliazione; a ricordare le vittime di ogni violenza, delle gjakmarrje e hakmarrje; a diffondere la storia e le esperienze delle persone che al posto della vendetta hanno scelto di riconciliarsi perdonando; a sostenere la creazione in Albania di un movimento popolare che promuova la cultura della vita, del rispetto dell'altro e della riconciliazione (pajtimi) e che sensibilizzi le istituzioni locali affinche' garantiscano il rispetto e la promulgazione delle norme tese a contrastare il fenomeno delle "vendette di sangue".

Anche chi non puo' partecipare fisicamente alla marcia puo' sottoscrivere questo appello inviando una e-mail a: albania at operazionecolomba.it con scritto: "nome cognome aderisce all'appello per la vita contro le 'vendette di sangue' in Albania".

Per maggiori informazioni (modalita' di partecipazione, percorso, adesioni...): www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania

Operazione Colomba e' il corpo nonviolento di pace dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII. Dal 2010 Operazione Colomba e' presente in Albania, a Scutari e a Tropoja, per sostenere il lavoro che la Comunita' Papa Giovanni XXIII svolge dal 2004 sul tema delle "vendette di sangue".

I volontari, insieme ai membri della Comunita' e ai volontari in servizio civile internazionale, condividono la quotidianita' con le famiglie in situazioni di vendetta, offrendo loro anche assistenza medica e scolastica, ma con l'obiettivo principale di promuovere percorsi di riconciliazione (Pajtimi) e perdono fra queste famiglie.

Operazione Colomba promuove inoltre iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica (albanese e non) su questo drammatico fenomeno, affinche' si avviino anche processi virtuosi che portino a percorsi di riconciliazione nazionale.

 

3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO BARBERINO BAVAROZZI (2010)

[Estratto dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 360. Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Barberino Bavarozzi e' un vecchio amico di questo foglio]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Innanzitutto per una ragione politica: la lotta di liberazione dell'umanita' dalle molteplici forme di flagrante ingiustizia che la opprimono e umiliano non potra' avere esito positivo se non sara' nonviolenta; tutte le esperienze storiche novecentesche lo dimostrano "modo negativo". Ma tutte le sconfitte non dimostrano che la rivoluzione necessaria - e necessariamente nonviolenta - sia impossibile: dimostrano solo che e' ancora il nostro orizzonte, il "non ancora" ancora realizzabile. Inoltre per una ragione morale: proprio perche' sento dentro di me una fortissima spinta al rigore intellettuale e morale, all'intransigenza "azionista" nella lotta politica, ebbene, la scelta della nonviolenza mi aiuta a temperarla con un atteggiamento misericordioso nei confronti degli altri, fallibilista nei confronti di ogni riflessione, aperto alla meraviglia e al mutamento, primieramente rispettoso della vita. Infine per una ragione intellettuale: solo la nonviolenza lotta adeguatamente, coerentemente, efficacemente contro la violenza e la menzogna; solo la nonviolenza autenticamente schiude all'incontro del novum e dell'altro e del se'; solo la nonviolenza favorisce un accesso empatico, accudente, libero e fecondo alla relazione, alla complessita' e alla pluralita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Barberino Bavarozzi: Hannah Arendt e Simone Weil, sapienti di tutta la sapienza politica e morale; e ancora Virginia Woolf e Simone de Beauvoir; Rosa Luxemburg e Luce Fabbri; Franca Ongaro Basaglia e Silvia Vegetti Finzi; Anna Bravo e Maria G. Di Rienzo; Vandana Shiva.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Barberino Bavarozzi: Infiniti. Se non ha avuto gia' la fortuna di averli letti, legga quel giovane Cervantes, Melville, Kafka; I miserabili, le tragedie di Shakespeare, la Commedia dantesca; Tucidide, Tacito, le Operette morali di Leopardi; le Lettere a Lucilio, Giobbe e Qohelet; i tragici greci, Mary Wollstonecraft, Franco Basaglia; Raul Hilberg, Arcipelago Gulag, Kapuscinski; Fuenteovejuna, Germinal, le lettere dei condannati a morte della Resistenza; Arguedas, Jean Amery, tutte le Antigoni; i Delitti esemplari di Max Aub, gli atti del processo a don Milani raccolti col titolo L'obbedienza non e' piu' una virtu', gli scritti di Voltaire contro la guerra e contro l'intolleranza (ovvero tutti gli scritti di Voltaire); Montaigne, Pascal e Balducci; Svevo, Fanon, Bateson; la Storia della colonna infame, tutto Dostoevskij e tutto Tolstoj; Maria Montessori, Paulo Freire, Ivan Illich; la Bibbia, i sonetti romaneschi del Belli, Levi-Strauss; Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, l'autobiografia di Nelson Mandela, gli Scritti sulla nonviolenza di Aldo Capitini; Walter Binni, Sebastiano Timpanaro, Renato Solmi. Quanto alle biblioteche: oltre i gia' citati, tutto di Guenther Anders; tutto di Hannah Arendt; le poesie di Ingeborg Bachmann; Simone de Beauvoir, Il secondo sesso; Il principio speranza di Ernst Bloch; qualunque cosa di Norberto Bobbio; tutto di Heinrich Boell; Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa; di Bertolt Brecht quel che si trova; di Albert Camus soprattutto La peste e L'uomo in rivolta; Elias Canetti, Massa e potere; tutto di Danilo Dolci, ma almeno Esperienze e riflessioni e Creatura di creature; di Erasmo almeno il Dulce bellum inexpertis e la Querela pacis, ma anche i Colloquia con cui ogni persona puo' imparare a parlare, ad ascoltare, a capire; tutti i libri di Eduardo Galeano e particolarmente Memoria del fuoco; Allen Ginsberg, particolarmente l'antologia Jukebox all'idrogeno; Giulio Girardi, Sandinismo, marxismo, cristianesimo: la confluenza; gli scritti sull'ecologia di Andre' Gorz; Robert Jungk; Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell'umanita'; la Brevissima relazione di Bartolome' de Las Casas; tutte le opere di Primo Levi; Emmanuel Levinas; Maurice Merleau-Ponty, Umanismo e terrore; le cose fondamentali di Emmanuel Mounier; Franca Ongaro Basaglia; Erich Maria Remarque; l'autobiografia di Bertrand Russell; tutto di Vandana Shiva; tutto di Tzvetan Todorov e particolarmente Memoria del male, tentazione del bene; Silvia Vegetti Finzi; la Cassandra e la Medea di Christa Wolf; Una stanza tutta per se' e Le tre ghinee di Virginia Woolf. E ancora: Auerbach, Bachtin, Buber; Cesare Luporini, Franco Fortini, Rossana Rossanda; le lettere dal carcere e i quaderni di Gramsci, i Manoscritti economico-filosofici del giovane Marx, Rosa Luxemburg; Saba, Montale, tutte le opere di Franco Venturi. A voler dire un libro solo: la Bibbia, per chi legge il francese nella traduzione di Andre' Chouraqui.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Barberino Bavarozzi: nel mondo, le lotte delle donne per la liberta' comune e per la difesa della biosfera, da Aung San Suu Kyi a Vandana Shiva, da Shirin Ebadi a Wangari Maathai, a infinite altre. In Italia innanzitutto l'opposizione alla guerra e al colpo di stato razzista: ma sono iniziative che pressoche' nessuno conduce col necessario impegno e col necessario rigore; vi e' quasi solo la predicazione di questo foglio, ripetitiva e noiosa come tutte le voci clamantes in deserto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Barberino Bavarozzi: In verita' in ogni campo la nonviolenza gia' agisce, attraverso l'azione di persone che sovente di nonviolenza non hanno mai neppure sentito parlare e che si meraviglierebbero come monsieur Jourdain se qualcuno dicesse loro che cio' che stanno facendo e' esattamente cio' che qui si chiama nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Barberino Bavarozzi: Non so se e' inelegante rispondere cosi', riprendendo in guisa di schidionata alcuni dei termini in cui sono state formulate le domande gia' riprodotte in molte precedenti interviste: la nonviolenza e' il femminismo, l'ecologia, l'impegno antirazzista e la lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la lotta antimafia, la corrente calda delle lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse e delle lotte di liberazione dei popoli oppressi; e' l'impegno di pace con mezzi di pace, e' antimilitarismo e disarmo; e' impegno diretto e concreto per il diritto alla salute e all'assistenza, alla condivisione e alla solidarieta', che inveri tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani; e' educazione alla civile convivenza; percezione dell'unita' dell'umanita', politica della vita quotidiana, cura del territorio in cui si vive e delle persone con cui si vive, intercultura e conoscenza di se'; rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra"; riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia; stile di vita sobrio e sostenibile, coscienza del limite, fallibilismo. La nonviolenza? e' lotta come amore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Barberino Bavarozzi: La nonviolenza eredita i grandi acquisti delle rivoluzioni storiografiche otto-novecentesche, dalla storiografia marxista alla scuola delle "Annales", all'impatto sulle scienze storiche delle prassi, dei metodi e delle riflessioni dell'antropologia (levi-straussiana in primis) e piu' in generale delle scienze umane, al portato delle lotte dei movimenti di liberazione contemporanei (anticoloniali, femministi, ecologisti...).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Barberino Bavarozzi: La persuasione - e quindi la capacita' di essa inveratrice - che e' possibile sempre raggiungere delle decisioni col consenso di tutti gli attori coinvolti. Nella storia di solito ci si adopera a tal fine dopo le guerre, tra i superstiti; la nonviolenza sa che e' possibile farlo prima e invece delle guerre.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Barberino Bavarozzi: A costo di apparire un vecchio barbogio, lo sciopero generale. Poi: lo sciopero alla rovescia, una delle forme di lotta piu' immediatamente ed evidentemente costruttive, dalle rilevantissime implicazioni anche sul piano concettuale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Come una progressiva presa di coscienza agita nel nesso con la prassi. I suoi primi modelli sono Antigone e Socrate.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Barberino Bavarozzi: Essendo l'azione diretta nonviolenta il cuore della nonviolenza in quanto lotta concreta e coerente contro la violenza, la preparazione personale a questo agire e' elemento e passaggio decisivo per compiere la scelta della nonviolenza non solo sul piano mentale e interiore, ma come forma di azione pratica sulla realta' sociale, come impegno realmente politico (e la nonviolenza e' dal mio punto di vista eminentemente lotta politica, coscienza politica, azione politica, programma politico: ovvero afferente alla vita in comune dell'umanita' in un mondo che e' uno e di tutti, delle presenti, passate e future generazioni). Uno strumento di lavoro formativo assai utile e' il Decalogo di Kieslowski (la visione e discussione dei dieci film, ma anche la lettura e discussione della sceneggiatura, nel volume di Kieslowski e Piesiewicz); altri libri utili: Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta; Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza; Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza; Maria G. Di Rienzo, Monica Lanfranco, Donne disarmanti; Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta; Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, I conflitti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Questo notiziario telematico quotidiano; la rivista mensile "Azione nonviolenta"; i "Quaderni Satyagraha"; tra le case editrici le Edizioni cultura della pace (Ecp); le Edizioni Gruppo Abele (Ega), le Edizioni Missionarie Italiane (Emi); le Edizioni Qualevita; Gandhi Edizioni; La Meridiana; la Libreria Editrice Fiorentina; ma con l'avvertenza che non pochi libri pubblicati da talune di queste benemerite case editrici sono scandalosamente scadenti; libri molto buoni pubblica sovente Bollati Boringhieri; tra le case editrici storiche (novecentesche) della cultura italiana Einaudi e Laterza hanno pubblicato molti utili libri (ma proprio l'amatissima Laterza ha recentemente pubblicato un pessimo libro contro la nonviolenza, capita anche questo).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Forse qui e' preferibile stendere un pietoso velo di silenzio. In questo specifico campo mi sembra che nell'ambito dell'educazione informale si fa molto di piu' che nelle istituzioni preposte al diritto allo studio. Tra le esperienze-guida, ovviamente il lavoro di Mario Lodi che tuttora prosegue; quello di Danilo Dolci; la scuola di Barbiana...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Barberino Bavarozzi: Propenderei per il no. Potrebbe essere utile tuttavia una collaborazione su singole campagne e una frequente consultazione comune, ad esempio per evitare di intraprendere iniziative che possano essere di nocumento ad altre gia' esistenti e di non minor valore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Barberino Bavarozzi: Bisognerebbe innanzitutto fare un'opera di ecologia della comuncazione, riducendo la produzione e propalazione di scempiaggini e farneticazioni. Invitando a cianciare di meno e a leggere di piu' e meglio. Invece di continuare a compilare diecimila manualetti e volantoni sovente deliranti sulla globalizzazione neoliberista o sull'azione diretta nonviolenta non sarebbe meglio leggere o rileggere il Critone di Platone, il Contr'uno di Etienne de La Boetie, il Manifesto marx-engelsiano, La guerra dei poveri di Nuto Revelli, Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt? Invece di ammannire bolsi predicozzi senza venusta' veruna e di una banalita' che e' peggiore della menzogna, non sarebbe meglio rileggere i Demoni di Dostoevskij o i Minima moralia o Arcipelago Gulag? Invece di flautare nebulosi elogi di una nonviolenza che svapora zuccherosa nel "volemose bene" senz'arte ne parte, non sarebbe meglio guardare in faccia l'orrore della violenza e cosi' approntare i propri e comuni necessari strumenti di resistenza leggendo Guenther Anders, Franca Ongaro Basaglia, Primo Levi?

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Barberino Bavarozzi: Dei movimenti sociali la nonviolenza e' la principale risorsa sul piano delle tecniche organizzative, deliberative, operative; sarebbe bene ne fosse anche l'autocoscienza e il metro di valutazione delle scelte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

- Barberino Bavarozzi: La nonviolenza deve farsi giuriscostituente, ispiratrice di diritto e di istituti giuridici, gestrice degli ordinamenti sociali, governo della cosa pubblica. Il nesso nonviolenza-istituzioni e' la frontiera decisiva del nostro lavoro. Non si parte da zero: tanta parte del lavoro dell'Onu (della parte migliore del lavoro dell'Onu); la Dichiarazione universale dei diritti umani; il lavoro di insigni giuristi e filosofi del diritto da Norberto Bobbio a Luigi Ferrajoli; ebbene, questi ed innumerevoli altri apporti forniscono gia' strumenti e materiali, modelli interpretativi, strumentazioni metodologiche, proposte applicative, verifiche empiriche. Un'esperienza come quella della Commissione per la verita' e la riconciliazione presieduta da Desmond Tutu in Sudafrica fornisce la prova provata della possibilita' concreta di una gestione nonviolenta finanche del diritto penale. E la storia del costituzionalismo moderno e' in re ipsa la storia stessa dell'espansione della scelta della nonviolenza nelle strutture stesso degli ordinamenti giuridici progressivamente vieppiu' democratici.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Barberino Bavarozzi: Un militante politico della sinistra novecentesca che dagli anni Settanta del secolo scorso colse l'indispensabilita' della scelta della nonviolenza per il movimento di liberazione dell'umanita' e di preservazione della biosfera.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 591 del 19 giugno 2014

 

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