[Nonviolenza] Telegrammi. 1671
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- Date: Mon, 16 Jun 2014 23:19:44 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1671 del 17 giugno 2014
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. In memoria di Marc Bloch
2. "One Billion Rising": Resoconto del convegno di Roma
3. Ad alcune personalita' intellettuali ed accademiche amiche della nonviolenza e ad alcuni centri di ricerca e iniziativa per la pace e i diritti umani
4. Una bozza di lettera al governo
5. Una bozza di lettera ai parlamentari
6. Una bozza di lettera ai Comuni
7. Mao Valpiana: Per i cinquant'anni di "Azione nonviolenta"
8. A Roma per la messa al bando internazionale delle armi nucleari
9. "Resistenza e disubbidienza in Lorenzo Milani". Un convegno
10. "Operazione Colomba": Marcia internazionale per la pace in Albania
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. IN MEMORIA DI MARC BLOCH
Si e' svolto nel pomeriggio di lunedi' 16 giugno 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione di Marc Bloch, nell'anniversario della morte dell'illustre storico ed eroe della Resistenza assassinato dai nazisti il 16 giugno 1944.
Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune pagine dalle opere principali di Bloch.
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Marc Bloch, iIlustre storico, nato a Lione nel 1886, docente universitario a Strasburgo e alla Sorbona, fondatore con Lucien Febvre delle "Annales d'histoire economique et sociale" che hanno cosi' potentemente contribuito al rinnovamento della storiografia. Impegnato nella Resistenza, fu assassinato dai nazisti nel 1944. Opere di Marc Bloch: tra i suoi lavori segnaliamo almeno I re taumaturghi, La societa' feudale, Apologia della storia, tutti editi da Einaudi. Opere su Marc Bloch: per un avvio cfr. Massimo Mastrogregori, Introduzione a Bloch, Laterza, Roma-Bari 2001.
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Concludendo la commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha rimarcato come nella fedelta' al ricordo di Marc Bloch e di tutti i martiri della Resistenza deve proseguire la lotta dell'umanita' per la verita' e la giustizia, per la liberta' e la solidarieta', per la pace e il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo di Marc Bloch, alla scuola di Marc Bloch, qui ed ora occorre opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Nel ricordo di Marc Bloch, alla scuola di Marc Bloch, qui ed ora occorre opporsi a tutte le guerra e a tutte le uccisioni.
Nel ricordo di Marc Bloch, alla scuola di Marc Bloch, qui ed ora occorre scegliere la nonviolenza, che e' la Resistenza antifascista che prosegue.
Vi e' una sola umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
La nonviolenza e' in cammino.
2. INCONTRI. "ONE BILLION RISING": RESOCONTO DEL CONVEGNO DI ROMA
[Da Nico Corradini di One Billion Rising - Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org) riceviamo e diffondiamo]
Inviamo la traduzione del report pubblicato sul sito ufficiale di One Billion Rising
http://www.onebillionrising.org/12540/one-billion-rising-global-coordinators-gather-rome/
A breve comunicheremo il lancio della campagna 2015 per inserire le azioni One Billion Rising all'interno delle vostre attivita'.
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Il 14 febbraio 2013 la campagna One Billion Rising ha visto uomini e donne di tutto il mondo danzare e scendere in strada per protestare contro la violenza sulle donne. I temi della protesta riguardavano la violenza di genere. Quest'anno "Un miliardo per la giustizia" (One billion Rising for Justice) ha reso ancora piu' forte la propria richiesta di porre fine alla violenza contro le donne e le bambine, concentrandosi in particolare sul mettere fine all'impunita' e sul legame che esiste tra giustizia sociale e violenza contro le donne.
Oltre a sollevarsi contro la violenza e a reclamare con piu' forza giustizia per donne e bambine, la richiesta di giustizia si e' allargata includendo la violenza di stato e la violenza strutturale contro le donne come la manodopera e la tratta di esseri umani, la migrazione coatta, il lavoro domestico, la violenza economica e lo sfruttamento, i diritti delle donne indigene, il saccheggio delle terre e dell'ambiente, le donne in prigione, la violenza razziale.
Gli eventi hanno approfondito le varie questioni legate alla giustizia e ciascuna comunita' ha affrontato il tema dell'impunita' scendendo in strada e danzando, dimostrando ancora una volta grande energia e forza collettiva.
"Un miliardo per la giustizia" ha ampliato la propria portata rispetto al 2013, facendo uso di creativita', arte, energia, coraggio, determinazione e strategia politica.
Un Miliardo per la Giustizia ha visto il mondo ballare in segno di protesta. Donne e uomini di tutto il mondo hanno danzato per chiedere migliori condizioni di lavoro per le donne, stipendi dignitosi, condizioni di vita e di sostentamento decenti - ballando davanti a societa' minerarie, imprese, tribunali, per denunciare il saccheggio delle risorse e la distruzione dell'ambiente. In molti paesi le comunita' si sono radunate davanti a palazzi presidenziali, ministeri di giustizia e altri enti governativi per reclamare istruzione per le donne, diritti di legge per donne e bambine e per pretendere vera giustizia sociale, ponendo l'accento anche sulle varie politiche neoliberiste che influenzano il mondo, contribuendo tra l'altro alla militarizzazione e alla tratta degli esseri umani. La campagna ha messo in evidenza le tematiche di giustizia che riguardano i contadini, gli operai, i giovani, i poveri delle zone urbane, le donne in carcere, le donne prigioniere politiche, le insegnanti e le migranti - riunendo in tutto il mondo diversi movimenti di massa quali quelli per i diritti umani, l'ambiente, i movimenti operai e quelli delle donne.
In molti paesi del mondo, la campagna ha evidenziato i tanti aspetti interdisciplinari di ciascuna comunita' e ha coinvolto artisti, giovani, studenti e uomini liberi per mettere in evidenza le ampie e diverse esigenze di giustizia di ciascun paese e porre fine all'impunita' che alimenta la violenza e l'oppressione.
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Dopo le varie azioni di protesta in tutto il mondo, piu' di 30 coordinatrici e coordinatori internazionali di Un Miliardo per la Giustizia si sono riuniti in un convegno a Roma dal 22 al 24 aprile per riflettere e discutere della campagna del 2014, per condividere idee e prospettive future e per immaginare la campagna One Billion Rising del 2015.
Hanno partecipato al convegno le attiviste e gli attivisti di piu' di 30 paesi, insieme ai membri del V-team. Accanto a Eve Ensler (fondatrice del V-Day e di One Billion Rising) c'erano la direttrice di One Billion Rising Monique Wilson (Filippine), Fartuun Adan (Somalia), Vanessa Arellano (Peru'), Abha Bhaiya (India), Kamla Bhasin (India / coordinatrice regionale per l'Asia del Sud), Rada Boric (Croatia / coordinatrice regionale per l'Europa orientale e i Balcani), Nicoletta Billi (Italia), Nico Corradini (Italia), Anne-Christine D'Adesky (Haiti), Karin Heisecke (Germania), Colani Hlatjwako (Swaziland), Lindsey Horvath (Los Angeles), Khushi Kabir (Bangladesh), Marsha Lopez Calderon (Guatemala / coordinatrice regionale per il Centro America e l'America Latina), Dianne Madray (Guyana / coordinatrice regionale per i Caraibi), Marya Meyer (Miami), Barbara Mhangami - Ruwende (Zimbabwe / coordinatrice regionale per il Sud Africa), Jessica Montoya (Santa Fe, New Mexico), Andres Naime (Messico), Nyasha Sengayi (Zimbabwe), Isatou Touray (Gambia), Karabo Tshikube (V-Girls Sud Africa), Laura Flanders (New York, coordinatrice e co-curatrice di State of Female Justice), Susan Celia Swan (Direttrice esecutiva del V-Day), Cecile Lipworth (Direttrice Generale del V-Day), Tony Montenieri (Direttore Operativo del V-Day) e Lisa Schejola- Akin (Membro del Consiglio direttivo V-Day).
Il convegno One Billion Rising ha contribuito a definire e mettere in pratica Un Miliardo per la Giustizia e ad evidenziare e dare priorita' ai singoli contesti locali nell'ambito delle varie campagne locali, regionali e nazionali, ed ha evidenziato i seguenti punti:
1. Un maggiore coinvolgimento di gruppi, settori e movimenti quali quelli impegnati per i diritti umani, l'ambiente e il lavoro, che generalmente non operano direttamente nella lotta alla violenza contro le donne.
2. Continua ad essere guidata dai movimenti di base.
3. Ha visto in molte regioni movimenti giovanili e uomini alla guida dei singoli eventi.
4. Ha evidenziato la mancanza di leggi o leggi vigenti che garantiscano giustizia alle donne.
5. Ha messo sotto i riflettori la responsabilita' delle autorita' statali nel perpetuare l'ingiustizia nei confronti delle donne e delle bambine.
6. Ha coinvolto temi trasversali relativi alla violenza contro le donne, quali la violenza economica, l'ambiente e le questioni legate alla terra, la violenza di stato, le politiche di esportazione della manodopera, la migrazione, la persecuzione politica e i diritti umani.
7. Ha motivato i legislatori a rendere prioritario l'impegno a porre fine alla violenza contro le donne, attraverso l'adozione e la rapida applicazione di leggi. La campagna ha, inoltre, visto il coinvolgimento delle autorita' locali in molte regioni e comunita'.
8. Ha intensificato le azioni e le richieste politiche.
9. Ha riunito un numero ancora maggiore di coalizioni e di ampie alleanze che hanno lavorato insieme.
10. Ha incentivato la determinazione a protestare - in molti paesi abbiamo visto persone scendere in strada in condizioni meteorologiche avverse quali pioggia, neve, eruzioni vulcaniche, come in Indonesia.
11. Ha creato e dato vita ad iniziative artistiche e creative massicce, variegate, colorate e diverse tra loro.
12. Ha continuato ad approfondire l'educazione politica sulle cause e le radici della violenza contro le donne attraverso l'arte e l'attivismo.
13. E' andata oltre le tradizionali forme di impegno utilizzando la danza e altre iniziative artistiche, cosa che ha permesso di richiamare un'elevata attenzione da parte dei media e dell'opinione pubblica sui temi della violenza contro le donne.
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Le presentazioni dei coordinatori e delle coordinatrici hanno anche evidenziato alcuni eccellenti risultati ottenuti dalla campagna in specifici paesi e regioni. Eccone alcuni fantastici esempi:
In Zimbabwe 2000 donne condannate per delitti passionali sono state aiutate ad uscire di prigione.
In India centomila guidatori di riscio' hanno partecipato ad un'attivita' di formazione con moduli dedicati alla violenza contro le donne e hanno creato adesivi per i taxi con la scritta "Rispettare le donne e' la mia religione".
In Peru' gli operai edili, uno dei settori maggiormente responsabili di molestie sessuali in tutto il paese, si sono uniti alla campagna e hanno avviato attivita' di formazione contro le molestie sessuali per piu' di centomila operai.
A Citta' del Messico i sindaci di varie comunita' si sono impegnati a porre fine alla tratta per sfruttamento sessuale e grazie a One Billion Rising e' stato possibile individuare e accogliere le donne sopravvissute.
Nelle Filippine le autorita' responsabili delle discariche pubbliche si sono impegnate a garantire la protezione delle donne che l'anno precedente erano stato oggetto di vendita. Le autorita' locali sono intervenute e hanno lavorato con i movimenti delle donne per garantire che questa prassi venisse cessata.
Ad Haiti il carro del martedi' grasso di Un Miliardo per la Giustizia ha svolto attivita' di educazione della popolazione sui temi della violenza contro le donne e il governo si e' impegnato direttamente diventando parte della campagna. Grazie a questo si e' registrata una riduzione nel numero di stupri.
A Miami la tratta delle donne per sfruttamento sessuale e' diventata centrale nelle coscienze della popolazione e ha messo in evidenza che erano le ragazze della stessa citta' ad essere oggetto della tratta. Questo tema ha attraversato molte citta' statunitensi comprese Los Angeles, Santa Fe e San Francisco.
In Somalia e Sudan, nonostante gli enormi rischi di sicurezza, gli eventi della campagna sono stati guidati da giovani donne e il forte coinvolgimento sui temi della campagna ha visto riuniti vari gruppi e settori della societa'.
Nel Regno Unito, la campagna ha posto in primo piano le condizioni delle lavoratrici domestiche migranti e delle richiedenti asilo nei centri di detenzione e le azioni nazionali di protesta hanno reclamato giustizia sociale e legislativa per queste donne.
Nel Sudest e nel Sud Asiatico i movimenti delle donne sono scesi in piazza in massa per protestare contro l'Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) durante il vertice dell'Omc a Bali. Le donne del Sud Globale hanno manifestato contro l'ingiustizia economica, ambientale e dello sviluppo. Sono scese in piazza per opporsi alle politiche di "libero scambio" dell'Omc che intensificano lo sfruttamento delle donne; per presentare il punto di vista dei movimenti delle donne; per la giustizia e l'uguaglianza economiche; per un sistema di investimenti e commercio pro-donne, equo e sostenibile; nonche' sono scese in piazza per resistere all'intervento militare statunitense nell'Asia del Pacifico ed oltre.
Nel secondo giorno del convegno Eve Ensler insieme agli attivisti convenuti a Roma hanno tenuto una conferenza stampa per riflettere sulla campagna Un Miliardo per la Giustizia del 2014 e annunciare i temi della campagna per il 2015. Durante la conferenza stampa hanno indirizzato una lettera aperta a Papa Francesco chiedendo alla Chiesa Cattolica di unirsi all'appello dei partecipanti alla campagna in tutto in mondo a porre fine alla violenza contro le donne e far si' che questo tema diventi prioritario.
Nei giorni successivi si sono delineati gli obbiettivi per la campagna One Billion Rising per il 2015. La questione della responsabilita' e l'intensificarsi delle richieste di giustizia, gia' oggetto della campagna 2014, restano temi urgenti con l'aggiunta della questione della dissacrazione e del saccheggio delle terre in quanto strettamente connessa alla violenza contro le donne.
Il convegno ha espresso la volonta' che siano le comunita' locali a guidare la campagna. Che si debba continuare ad immaginare e creare modalita' coraggiose ed estremamente fantasiose di utilizzo dell'arte e dell'attivismo per rendere ancora piu' forti gli eventi della campagna, nonche' utilizzare le reti globali di solidarieta' scaturite da One Billion Rising per mantenere sempre piu' alta l'attenzione sulla richiesta di giustizia. Le questioni di giustizia sociale in tutto il mondo hanno continuato ad animare le discussioni per scegliere le prossime mosse della campagna.
Le coordinatrici e i coordinatori si sono trovati d'accordo sulla necessita' di continuare a portare avanti la richiesta di giustizia - per dar seguito al lavoro gia' iniziato - e sul fatto che ciascuna comunita' debba determinare le proprie iniziative per rendere più forti i singoli appelli ad agire per una giustizia piu' equa.
Si vuole che One Billion Rising si espanda in un movimento sempre piu' decentralizzato, cosa che sta gia' avvenendo in tutto il mondo, determinato e guidato dalle comunita' locali. Che One Billion Rising continui a lottare contro tutte le forme di violenza nei confronti delle donne e contro il sistema patriarcale, ma che funga anche da catalizzatore non solo per reclamare giustizia, ma anche per aiutare a smuovere le coscienze in maniera radicale e arrivare ad una comprensione ed educazione piu' profonda rispetto ai concetti di uguaglianza, pace, democrazia, liberta', dignita' e umanita'.
Al di la' degli specifici temi regionali e delle specifiche richieste dei singoli paesi, tutti si sono trovati d'accordo nel ritenere che stiamo attraversando una fase estremamente grave per le donne e per il pianeta; che prima che le catastrofi ambientali causate dall'assalto furioso del capitalismo continuino ad inghiottire le vite delle donne in tutto il mondo, e' necessario agire ora e agire con urgenza e usare tutta la nostra creativita', tutta la nostra volonta' politica, tutta la nostra solidarieta' per rivoluzionare e cambiare il mondo.
Si e' anche parlato dei vari livelli di consapevolezza, di comprensione e di impegno nei confronti del sistema patriarcale e di come poter essere creativamente radicali, lasciando al tempo stesso spazio per coloro la cui consapevolezza della violenza contro le donne sta iniziando ora ad emergere.
*
I coordinatori e le coordinatrici hanno studiato strategie artistiche, politiche ed educative che potranno aiutare a creare spazi per tutti ed insieme hanno deciso che:
- si vuole / si deve continuare a reclamare giustizia;
- i movimenti di base guideranno la campagna: dobbiamo fare tutto quanto e' in nostro potere per far si' che vengano ascoltati, e renderli visibili attraverso azioni politiche, sociali, culturali o artistiche;
- si vuole continuare a sfidare le istituzioni, i governi, le politiche, le leggi e far si' che i sistemi responsabili della creazione di situazioni di poverta' e violenza rispondano del proprio operato;
- si vuole valorizzare la creativita' e trovare nuove iniziative artistiche che possano promuovere ulteriormente i nostri obiettivi. Non esiste strumento di trasformazione piu' potente dell'arte;
- dobbiamo agire ora e dobbiamo agire insieme.
Il convegno italiano di One Billion Rising e' stato occasione preziosa per condividere ispirazione, strategie e idee per far crescere ulteriormente la campagna affinche', con ancora maggior audacia, non solo arrivi alle coscienze del mondo intero, ma si trasformi in azioni concrete. Sono stati giorni importanti durante i quali si e' potuto mettere in primo piano nell'ambito della campagna le voci delle comunita' piu' emarginate delle loro regioni, alla ricerca di una visione del mondo specificamente locale e al tempo stesso condivisa a livello globale. E' stata anche l'opportunita' di approfondire l'educazione politica e rafforzare la solidarieta' globale. Le notizie sul prossimo livello di One Billion Rising - che verranno annunciate nei prossimi mesi - rispecchieranno il forte appello lanciato dalle popolazioni di tutto il mondo: uguaglianza, liberta' e dignita' per tutte le donne.
3. APPELLI. AD ALCUNE PERSONALITA' INTELLETTUALI ED ACCADEMICHE AMICHE DELLA NONVIOLENZA E AD ALCUNI CENTRI DI RICERCA E INIZIATIVA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI
Ad alcune personalita' intellettuali ed accademiche amiche della nonviolenza
e ad alcuni centri di ricerca e iniziativa per la pace e i diritti umani
Gentili signore e signori,
spettabili istituti,
come forse gia' saprete in queste settimane ci stiamo adoperando per rilanciare l'iniziativa che gia' conducemmo nel 2001 per addivenire a una legge che preveda la formazione di tutti gli operatori delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza. Abbiamo gia' ricevuto positivi riscontri da alcuni senatori ed alcuni deputati, e speriamo vivamente che stavolta l'iniziativa non si areni dopo la presentazione del disegno di legge, ma si riesca ad ottenere la sua calendarizzazione nei lavori parlamentari e la conseguente discussione.
Insieme all'iniziativa per la legge (che avra' comunque tempi non brevi) abbiamo rilanciato anche la proposta di estendere subito a livello territoriale le esperienze locali gia' realizzate, in primo luogo chiedendo ai Comuni di promuovere attivita' di formazione alla nonviolenza per gli operatori dei corpi di polizia comunale.
Abbiamo infine iniziato da qualche giorno a chiedere a vari soggetti di impegnarsi in questa iniziativa in vario modo.
Con questa lettera vorremmo chiedere un contributo specifico anche a voi che operate nel campo dei saperi, della ricerca, della formazione, delle istituzioni culturali e delle pratiche intellettuali.
In particolare vorremmo chiedervi:
1. di prendere posizione a sostegno della proposta;
2. di elaborare riflessioni, progetti di attivita', programmi e materiali di studio;
3. di segnalarci pubblicazioni ed esperienze utili;
4. di far circolare la notizia dell'iniziativa ed i materiali che riterrete utili;
5. di promuovere occasioni di confronto e di approfondimento;
6. di dare la vostra disponibilita' come docenti in eventuali attivita' formative che le istituzioni interessate volessero realizzare.
*
Una minima documentazione sulla proposta ed alcuni primi materiali di supporto sono consultabili on line in vari numeri del nostro notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", e da ultimo particolarmente alle seguenti pagine web:
- http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/06/msg00015.html
- http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/06/msg00024.html
- http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/06/msg00033.html
- http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/06/msg00036.html
Grazie fin d'ora e un cordiale saluto,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 16 giugno 2014
4. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AL GOVERNO
Al/alla Ministro/a ...
Oggetto: proposta di un impegno suo personale, ovvero collegiale nell'ambito del Consiglio dei Ministri di cui fa parte, per la promozione e l'adozione di un atto normativo che disponga la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza
Gentile ministro/a ...,
le scrivo per formularle la richiesta di un atto legislativo ovvero regolamentare che disponga la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza.
Non vi e' bisogno di sottolineare la grande utilita' di tale formazione e addestramento, dovendo le forze dell'ordine intervenire anche in situazioni assai critiche, in cui le risorse della nonviolenza possono essere di insostituibile utilita'.
Distinti saluti,
FIRMA
LUOGO, DATA
Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html
INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE
5. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AI PARLAMENTARI
Al/alla senatore/senatrice/onorevole ...
Oggetto: proposta di presentazione di un disegno di legge affinche' tutti gli appartenenti alle forze di polizia statali e locali siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
Gentile parlamentare,
le scrivo per formularle una proposta: di voler presentare un disegno di legge affinche' tutti gli appartenenti alle forze di polizia siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Lei gia' sapra' che un analogo disegno di legge fu gia' presentato nel 2001, dopo la tragedia di Genova, sottoscritto da parlamentari di tutti gli schieramenti politici, ma allora non fu poi "calendarizzato" nei lavori parlamentari e quindi non giunse a buon fine.
Non vi e' bisogno di sottolineare la grande utilita' di tale formazione e addestramento, dovendo le forze dell'ordine intervenire anche in situazioni assai critiche, in cui le risorse della nonviolenza possono essere di insostituibile utilita'.
Distinti saluti,
FIRMA
LUOGO, DATA
Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html
INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE
6. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AI COMUNI
Al Sindaco del Comune di ...
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori della Giunta Comunale
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale
alla Segretaria generale del Comune
Oggetto: Proposta che il Comune di ... realizzi un corso di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per tutti gli operatori del Corpo di Polizia Locale.
Gentile sindaco,
forse sapra' gia' che in varie realta' territoriali, da Milano a Palermo, da diversi anni si svolgono attivita' di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per gli operatori dei vari Corpi di Polizia.
La nonviolenza appronta infatti strumenti di grande utilita', anche dal punto di vista comunicativo e relazionale, per gli operatori pubblici che nello svolgimento delle loro delicate funzioni possono trovarsi a dover fronteggiare situazioni complesse e critiche.
Con la presente lettera si avanza la proposta che il Comune di ... realizzi un corso di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per tutti gli operatori del Corpo di Polizia Locale.
Distinti saluti
FIRMA
LUOGO, DATA
Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html
INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE
7. RIFERIMENTI. MAO VALPIANA: PER I CINQUANT'ANNI DI "AZIONE NONVIOLENTA"
[Da Mao Valpiana (per contatti: mao at nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' stato fondamentale ideatore, animatore e portavoce dell'"Arena di pace e disarmo" del 25 aprile 2014. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
E' uscito il numero di maggio-giugno 2014 di "Azione nonviolenta" che celebra i 50 anni della rivista:
http://www.azionenonviolenta.it/azione-nonviolenta-maggio-giugno-2014/
Verra' presentato alla Festa di Modena dal 19 al 22 giugno.
Qui tutti i dettagli:
http://www.azionenonviolenta.it/festa-per-i-50-anni-di-azione-nonviolenta/
8. INCONTRI. A ROMA PER LA MESSA AL BANDO INTERNAZIONALE DELLE ARMI NUCLEARI
[Da Antonia Sani della Wilpf - Lega internazionale di donne per la pace e la liberta' (per contatti: antonia.sani at alice.it) riceviamo e diffondiamo.
Antonia Baraldi Sani - nata a Ferrara nel 1936 - vive a Roma. E' stata docente di materie letterarie nella Scuola Secondaria Superiore. E' tra i membri fondatori del Comitato Nazionale Scuola e Costituzione (1985) e presidente del Crides (Centro Romano di Iniziativa per la Difesa dei Diritti nella Scuola), che rappresenta l'articolazione romana del Comitato Nazionale Scuola e Costituzione. Ha fatto parte della Giunta Esecutiva dell'Associazione "Carta 89", fondata da F. Gentiloni, M. A. Manacorda, E. Garin, R. Luporini, F. Gianpiccoli, per la difesa della laicita' dello Stato fino al suo scioglimento. E' stata presidente del "Comitato per la difesa e il rilancio della Costituzione" di Roma (1990-97). E' tra i soci fondatori della "Associazione nazionale per la scuola della Repubblica" (1999) di cui e' coordinatrice. E' stata consigliera circoscrizionale (Roma, II Circoscrizione) per due consigliature come indipendente nelle liste del Pci (1981-1989). Ha fatto parte del Consiglio Scolastico Provinciale di Roma come insegnante di Scuola Superiore. Dal 2007 e' presidente della Wilpf Italia (Womens International League for Peace and Freedom). Collabora a vari quotidiani e periodici di ispirazione laica, tra i quali "Laicita'", "Ecole", "Alternative", "Italialaica", "IL Paese delle donne". Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 354]
Venerdi' 20 giugno a Roma presso il Cesv, in via Liberiana 17 (S.ta Maria Maggiore), dalle ore 16 alle ore 19, si svolgera' il convegno "Verso Vienna 2014: esigiamo il bando internazionale delle armi nucleari".
Intervengono sulle prospettive della iniziativa umanitaria per il disarmo: Viola Giuliano (Wilpf internazionale), Mario Agostinelli, Luigi Mosca, Alfonso Navarra (presentatori del pamphlet "Esigete" di Stephane Hessel e Albert Jacquard, Ediesse), on. Paolo Bolognesi (Associazione famiglie vittime di stragi - Commissione Difesa della Camera), on. Giuditta Pini (Commissione Difesa della Camera), sen. Roberto Cotti (Commissione Difesa del Senato), Daniele Santi (Senzatomica - Ippnw - Associazione internazionale medici per la prevenzione della guerra nucleare), Maria Luisa Gizzio (Anpi), Raffaella Bolini (Arci).
Aderiscono Lidia Menapace, Domenico Gallo, Giulio Marcon, Giorgio Zanin, Manlio Dinucci, Donatella Duranti, Laura Greco.
Promuovono Wilpf-Italia e Loc.
9. INCONTRI. "RESISTENZA E DISUBBIDIENZA IN LORENZO MILANI". UN CONVEGNO
[Dall'Associazione culturale nazionale "Giorgio La Pira" riceviamo e diffondiamo.
Giorgio La Pira nacque a Pozzallo il 9 gennaio 1904, ed e' deceduto a Firenze il 5 novembre 1977. Giurista, storico, politico, pubblico amministratore; antifascista, costituente, parlamentare, sindaco di Firenze; profonda coscienza religiosa, impegnato in rilevanti iniziative di pace e di solidarieta', fu luminoso esempio di impegno morale e civile. Tra le opere di Giorgio La Pira: segnaliamo almeno tra le edizioni apparse all'indomani della scomparsa: Principi, LEF, Firenze 1979; L'attesa della povera gente, LEF, Firenze 1978; Le premesse della politica. Architettura per uno stato democratico, LEF, Firenze 1978; Lettere alle claustrali, Vita e pensiero, Milano 1978; Le citta' sono vive, La Scuola, Brescia 1978; La casa comune. Una costituzione per l'uomo, Cultura Editrice, Firenze 1979; Il sentiero di Isaia, Cultura Editrice, Firenze 1979; per l'epistolario: (a cura di Alessandro Quasimodo), Quasimodo - La Pira. Carteggio, Scheiwiller, Milano 1980; (a cura di Francesco Mercadante), Lettere a Salvatore Pugliatti, Studium, Roma 1980; (a cura di Dino Pieraccioni), Lettere a casa (1926-1977), Vita e pensiero, Milano 1981. Tra le opere su Giorgio La Pira: Ernesto Balducci, Giorgio La Pira, Edizioni cultura della pace , S. Domenico di Fiesole (Fi) 1986; Amintore Fanfani, Giorgio La Pira, Rusconi, Milano 1978; Antonio Lugli, Giorgio La Pira, Messaggero, Padova 1978; Giuseppe Miligi, Gli anni messinesi di Giorgio La Pira, Scheiwiller, Milano 1980; Fioretta Mazzei, La Pira. Cose viste e ascoltate, LEF, Firenze 1980; AA. VV., La Pira oggi, Atti del I convegno di studi, 4-7 novembre 1981, Fondazione G. La Pira, Cultura, Firenze 1983; Pasquale Maffeo, Giorgio La Pira, EDB, Bologna 1986; Vittorio Citterich, Un santo al Cremlino, Edizioni Paoline 1986; tra i volumi recenti: Rodolfo Doni, Giorgio La Pira, Figlie di San Paolo, 2004, Il sole 24 ore, Milano 2013.
Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi e documenti ha pubblicato ancora la Lef (Il catechismo di don Lorenzo; Una lezione alla scuola di Barbiana; La parola fa eguali). Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. E ancora: Gerlando Lentini, Don Lorenzo Milani servo di Dio e di nessun altro, Gribaudi, Torino 1973; Giampiero Bruni, Lorenzo Milani profeta cristiano, Lef, Firenze 1974; Renato Francesconi, L'esperienza didattica e socio-culturale di don Lorenzo Milani, Cpe, Modena 1976; Piero Lazzarin, Don Milani, Edizioni Messaggero Padova, Padova 1984; Francesco Milanese, Don Milani. Quel priore seppellito a Barbiana, Lef, Firenze 1987; Giuseppe Guzzo, Don Lorenzo MIlani. Un itinerario pedagogico, Rubbettino, Soveria Mannelli 1988; Giovanni Catti (a cura di), Don Milani e la pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1988, 1990; Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.Tra i testi apparsi di recente: Domenico Simeone, Verso la scuola di Barbiana, Il segno dei Gabrielli, Negarine 1996; Michele Ranchetti, Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Mario Lancisi, Alex Zanotelli, Fa' strada ai poveri senza farti strada, Emi, Bologna 2003; Mario Lancisi, No alla guerra!, Piemme, Casale Monferrato 2005; Sergio Tanzarella, Gli anni difficili, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2007, 2008; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008; Frediano Sessi, Il segreto di Barbiana, Marsilio, Venezia 2008; Sandra Gesualdi e Pamela Giorgi (a cura di), Barbiana e la sua scuola. Immagini dall'archivio della Fondazione Don Lorenzo Milani, Inprogress-Aska - Fondazione Don Lorenzo Milani, Firenze 2014]
L'Associazione culturale nazionale "Giorgio La Pira", con il patrocinio dell'Accademia di studi storici "Aldo Moro" e dell'Archivio storico Flamigni, promuove un convegno su "Resistenza e disubbidienza in Lorenzo Milani" che si svolgera' a Civita Castellana il 21 giugno 2014, con inizio alle ore 17,30.
Introduzione: dott. Emilio Corteselli (presidente dell'Associazione culturale "Giorgio La Pira"); relazione introduttiva e presidenza: prof. Giovanni Bianco (Universita' di Sassari); interventi: prof. Francesco Biscione (Istituto dell'Enciclopedia italiana); dott. Luciano D'Andrea (direttore Accademia di studi storici "Aldo Moro"); prof. Aurelio Rizzacasa (Universita' di Perugia); prof. Nicola Tranfaglia (Universita' di Torino).
L'incontro si terra' presso la sala delle conferenze della Curia vescovile, in piazza Matteotti a Civita Castellana (Vt).
10. REPETITA IUVANT. "OPERAZIONE COLOMBA": MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA
[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]
Marcia internazionale per la pace in Albania
"Un popolo si muove per la pace, contro le vendette di sangue"
Bajram Curri-Titana, 22 giugno - primo luglio 2014
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La gjakmarrja (vendetta di sangue) e' un fenomeno estremamente lesivo dei diritti fondamentali degli esseri umani, a partire dal piu' importante, quello alla vita. Tale pratica mina, inoltre, l'unita', la stabilita' e il futuro di tutta l'Albania.
Il superamento della gjakmarrja ("vendetta di sangue") puo' avvenire solo attraverso la promozione di una cultura di pace e nonviolenza che favorisca sia percorsi di riconciliazione tra le famiglie in vendetta, sia percorsi di riconciliazione collettiva: i cittadini albanesi non dovranno mai piu' sentire la necessita' di farsi giustizia da soli, perche' lo Stato sara' presente e in grado di tutelare i loro diritti.
Per permettere che cio' avvenga, e' indispensabile la mobilitazione della societa' civile nazionale (in primo luogo) ed internazionale.
E' per questo che Operazione Colomba ha deciso di promuovere una Marcia internazionale per la pace in Albania che partira' da Bajram Curri (regione di Tropoja) il 22 giugno e che, cercando di coinvolgere le zone piu' isolate e maggiormente colpite dal fenomeno, arrivera' alla capitale Tirana il primo luglio 2014.
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Gli obiettivi della Marcia sono:
1. ricordare le vittime delle "vendette di sangue" (gjakmarrjes);
2. sensibilizzare la societa' civile albanese ed internazionale sul fenomeno delle "vendette di sangue";
3. creare un movimento popolare dal basso che promuova in Albania il "pajtimi" (la riconciliazione) e lavori per riaffermare il diritto alla vita;
4. portare il fenomeno all'attenzione dei mezzi di informazione/comunicazione locali ed internazionali;
5. fare pressione nazionale ed internazionale sullo Stato albanese affinche' provveda immediatamente ad una applicazione reale e concreta della legge n. 9389 del 4/5/2005 in riferimento alla creazione e al funzionamento del Consiglio di coordinamento nella lotta contro la gjakmarrje.
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Pertanto i volontari di Operazione Colomba, insieme alla popolazione civile albanese e numerose associazioni e realta' locali, invitano la societa' civile internazionale a sottoscrivere un appello(www.operazionecolomba.it/albania/1891-appello.html) in cui si chiede:
1) alle istituzioni albanesi di impegnarsi: a dotare il Paese di un sistema giuridico/istituzionale adeguato a sostenere un processo di superamento del fenomeno; ad applicare immediatamente la legge 9389 del 4/5/2005 per la creazione e il funzionamento del Consiglio di coordinamento per la lotta contro le "vendette di sangue", previsto dalla stessa; a rendere certa la pena per quanti si macchieranno di crimini legati alle "vendette di sangue"; a promuovere una cultura di pace e rispetto dei diritti umani, prima di tutto il diritto alla vita.
2) agli attori della societa' civile (singoli o associati) nazionale ed internazionale, di impegnarsi: a non usare la violenza in caso di conflitto e a rispettare sempre la vita umana; a promuovere tra i nostri associati/amici/parenti la prassi della risoluzione nonviolenta dei conflitti e della riconciliazione; a ricordare le vittime di ogni violenza, della gjakmarrje e hakmarrje; a diffondere la storia e le esperienze delle persone che al posto della vendetta hanno scelto di riconciliarsi perdonando; a sostenere la creazione in Albania di un movimento popolare che promuova la cultura della vita, del rispetto dell'altro e della riconciliazione (pajtimi) e che sensibilizzi le istituzioni locali affinche' garantiscano il rispetto e la promulgazione delle norme tese a contrastare il fenomeno delle "vendette di sangue".
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Invitiamo inoltre la societa' civile internazionale a percorrere insieme un tratto della marcia che, da Bajram Curri (nord dell'Albania) alla capitale Tirana, unira' centinaia di persone.
La partecipazione all'evento e' possibile attraverso tre differenti modalita':
- dal 23 al 26 giugno: partecipazione alle tappe di Puke-Lac Vaudejes e Lac Vaudejes-Scutari (per un totale di circa 18 km a piedi);
- dal 29 giugno al 2 luglio: partecipazione alle tappe di Mamurras-Fushe Kruje e Fushe Kruje-Tirana (per un totale di circa 18 km a piedi);
- dal 30 giugno al primo luglio: partecipazione alla tappa finale con arrivo a Tirana (per un totale di circa 4 km a piedi).
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E' possibile iscriversi alla marcia entro e non oltre il 10 giugno 2014.
Per iscriversi inviare una e-mail a: albania at operazionecolomba.it
Per maggiori informazioni: www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania
Tel. 054129005, cell. 3285857263 (chiedere di Agnese o Mingo).
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1671 del 17 giugno 2014
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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