[Nonviolenza] Telegrammi. 1666



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1666 del 12 giugno 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Una proposta di delibera comunale per la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadini italiani

2. "Storia dell'opinione pubblica e storia del giornalismo". Un incontro di studio a Viterbo

3. "Operazione Colomba": Marcia internazionale per la pace in Albania

4. Una presentazione dell'Operazione Colomba

5. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Vergiliano Scorticossi (2010)

6. Segnalazioni librarie

7. La "Carta" del Movimento Nonviolento

8. Per saperne di piu'

 

1. MATERIALI DI LAVORO. UNA PROPOSTA DI DELIBERA COMUNALE PER LA CITTADINANZA ONORARIA ALLE BAMBINE E AI BAMBINI NON CITTADINI ITALIANI

 

Il testo che segue e' la bozza di una proposta di delibera che il "Tavolo per la pace" di Viterbo (un forum in cui si incontrano da alcuni mesi persone, associazioni ed istituzioni cittadine impegnate per la pace e i diritti umani) sta elaborando e discutendo, e che quando giungera' alla stesura definitiva verra' proposto al Consiglio comunale.

Ci sembra utile proporlo alla riflessione anche al di fuori di Viterbo come materiale di lavoro e proposta di iniziativa.

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Bozza di proposta di delibera

Il Consiglio comunale di Viterbo

- premesso che le bambine ed i bambini sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanita', e pertanto dell'umanita' intera sono il bene piu' prezioso, ed e' quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto e' in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;

- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana cosi' come di ogni consesso civile e' rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, ed in primo luogo delle persone piu' fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;

- affermato che Viterbo vuole essere citta' amica delle bambine e dei bambini;

- riconosciuto che della comunita' viterbese fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla citta' il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;

- evidenziato in particolare che della comunita' cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;

- richiamando la Dichiarazione universale dei diritti umani che riconosce che vi e' una sola umanita' e che tutti gli esseri umani in quanto tali sono portatori di inalienabili diritti;

- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutti gli esseri umani usando a tal fine la formula universalistica "uomo"); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge"; che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutti gli esseri umani presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;

- dando adempimento agli impegni di solidarieta' e quindi di civilta' espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;

- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e successivamente esposto nella Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari (che riprendono e sviluppano altresi' gli impegni gia' precedentemente enunciati nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo del 1924 dell'allora Societa' delle Nazioni);

- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;

- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parita' e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;

- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alle civilta' umana ed alla sua possibilita' di bene;

- intendendo altresi' dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresi' la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parita' e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;

- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento italiani, cosi' come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, cosi' come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;

- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verita': che tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nati e presenti ora e in futuro in Italia;

- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione viterbese e la voce ferma e profonda dell'umanita' intera cosi' come espressa dalle piu' alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:

delibera di

1. attribuire la cittadinanza onoraria di Viterbo:

a) a tutte le bambine e tutti i bambini nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;

b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadini italiani che vivono a Viterbo;

c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo.

2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che via via si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalita' democratica, della civile convivenza. Ed a tal fine da' mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunita' cittadina. Ed a tal fine da' mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

4. Chiedere al Governo e al Parlamento italiano nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. Ed a tal fine da' mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

5. Proporre agli altri Comuni dell'Alto Lazio di assumere deliberazioni analoghe. Ed a tal fine da' mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

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Alcune postille integrative

1. Un opportuno riferimento alla campagna "L'Italia sono anch'io": e' di grande interesse la proposta di legge e la documentazione prodotta dalla campagna "L'Italia sono anch'io": www.litaliasonoanchio.it

2. Un ovvio ma indispensabile riferimento all'Unicef: cfr. il sito dell'Unicef: www.unicef.it

3. Alcuni fondamentali riferimenti normativi: Dichiarazione universale dei diritti umani; Dichiarazione dei diritti del fanciullo; Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia; Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea; Costituzione della Repubblica Italiana.

4. Alcuni riferimenti ad altre esperienze di enti locali che hanno adottato analoghe deliberazioni: i Comuni che hanno gia' deliberato la cittadinanza onoraria per le bambine ed i bambini non cittadini italiani erano 246 gia' nel 2013, e tra essi vi erano Bologna, L'Aquila, Milano, Napoli, Perugia, Roma, Torino; nel 2014 si sono aggiunti anche i Comuni di Venezia, di Palermo, molti altri ancora, e l'iniziativa si sta estendendo ulteriormente in tutta Italia, in attesa che il Parlamento legiferi nel senso del riconoscimento del moderno, democratico, civile e filantropico criterio dello "ius soli" superando finalmente quello arcaico, gentilizio, barbarico e feudale dello "ius sanguinis".

5. Una nota metodologica. La presente proposta di deliberazione ha carattere modulare e progressivo, ovvero si ripromette di costruire il consenso passo dopo passo individuando tre successive specifiche tipologie di destinatari del provvedimento di concessione della cittadinanza onoraria.

In primis, alla lettera a), le bambine e i bambini nati a Viterbo, che essendo nati qui sono nostri concittadini de facto, se non ancora de iure (per un palese obiettivo ritardo dell'organo legislativo). Ogni persona ragionevole condivide l'evidente verita' che una bambina o un bambino nati a Viterbo sono viterbesi di nascita, come documenteranno peraltro i loro documenti di identita' per l'intera loro vita.

In secundis abbiamo evidenziato, alla lettera b), il dato esistenziale concreto delle bambine e dei bambini che vivono a Viterbo: chi vive in una comunita' fa parte di quella comunita'. E' una realta' inconfutabile tanto sul piano della logica formale, quanto su quello della specifica logica giuridica, quanto su quello dell'etica generale, quanto infine su quello della percezione condivisa della realta' a prescindere da qualsivoglia Weltanschauung di riferimento.

In tertiis abbiamo introdotto, alla lettera c), tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo: questo in vista di possibili ricongiungimenti familiari, pensando in particolare all'esempio concreto e diffuso delle famiglie che nel loro progetto di vita hanno deciso di vivere qui (per le piu' diverse motivazioni, ma tra esse sovente un peso decisivo lo ha il bisogno non solo semplicemente di migliorare le proprie condizioni di esistenza, ma specificamente di fuggire da situazioni di violenza talora terribili e tali per cui la Costituzione della Repubblica Italiana all'art. 10 esplicitamente prevede il diritto assoluto di essere accolti nel nostro paese). Ebbene, proprio pensando a questa situazione - e quindi anche a tutte le altre analoghe non precedentemente contemplate - ci e' sembrato doveroso prevedere anche questa terza tipologia inclusiva.

6. Una minima sitografia di riferimento per ulteriori opportuni approfondimenti

- Acnur: www.unhcr.it

- Amnesty International: www.amnesty.it

- Caritas: www.caritasitaliana.it

- Consiglio Italiano per i Rifugiati: www.cir-onlus.org

- L'Italia sono anch'io: www.litaliasonoanchio.it

- One billion rising: www.onebillionrising.org

- Onu: www.un.org, www.onuitalia.it

- Organizzazione mondiale della sanita': www.who.int

- Unicef: www.unicef.it

 

2. INCONTRI. "STORIA DELL'OPINIONE PUBBLICA E STORIA DEL GIORNALISMO". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di mercoledi' 11 giugno 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Storia dell'opinione pubblica e storia del giornalismo" con la partecipazione di Marco Ambrosini.

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Marco Ambrosini, con una pluriennale pratica di formatore alla nonviolenza e di impegno in difesa dei diritti umani e della biosfera, operatore culturale, videomaker, cooperante agricolo, e' impegnato nell'esperienza del movimento degli ecovillaggi ed e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo; fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; tra il 2010 e il 2012 insieme a Paolo Arena e Marco Graziotti e' stato uno degli animatori dell'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese (inchiesta che e' restata un esempio unico di ricerca sociologica in questo ambito e costituisce tuttora uno strumento di riflessione cui far riferimento). E' stato tra i principali promotori ed animatori dell'attivita' di accostamento alla nonviolenza svoltasi con cadenza settimanale per alcuni anni a Viterbo e a Blera (Vt) ed ha preso parte come formatore al ciclo di incontri di accostamento alla nonviolenza a Soriano nel Cimino (Vt). Cura il blog "Note minime - Gruppo di informazione nonviolenta" (per contatti: e-mail: noteminime at tiscali.it, sito: noteminime.wordpress.com).

 

3. REPETITA IUVANT. "OPERAZIONE COLOMBA": MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA

[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]

 

Marcia internazionale per la pace in Albania

"Un popolo si muove per la pace, contro le vendette di sangue"

Bajram Curri-Titana, 22 giugno - primo luglio 2014

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La gjakmarrja (vendetta di sangue) e' un fenomeno estremamente lesivo dei diritti fondamentali degli esseri umani, a partire dal piu' importante, quello alla vita. Tale pratica mina, inoltre, l'unita', la stabilita' e il futuro di tutta l'Albania.

Il superamento della gjakmarrja ("vendetta di sangue") puo' avvenire solo attraverso la promozione di una cultura di pace e nonviolenza che favorisca sia percorsi di riconciliazione tra le famiglie in vendetta, sia percorsi di riconciliazione collettiva: i cittadini albanesi non dovranno mai piu' sentire la necessita' di farsi giustizia da soli, perche' lo Stato sara' presente e in grado di tutelare i loro diritti.

Per permettere che cio' avvenga, e' indispensabile la mobilitazione della societa' civile nazionale (in primo luogo) ed internazionale.

E' per questo che Operazione Colomba ha deciso di promuovere una Marcia internazionale per la pace in Albania che partira' da Bajram Curri (regione di Tropoja) il 22 giugno e che, cercando di coinvolgere le zone piu' isolate e maggiormente colpite dal fenomeno, arrivera' alla capitale Tirana il primo luglio 2014.

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Gli obiettivi della Marcia sono:

1. ricordare le vittime delle "vendette di sangue" (gjakmarrjes);

2. sensibilizzare la societa' civile albanese ed internazionale sul fenomeno delle "vendette di sangue";

3. creare un movimento popolare dal basso che promuova in Albania il "pajtimi" (la riconciliazione) e lavori per riaffermare il diritto alla vita;

4. portare il fenomeno all'attenzione dei mezzi di informazione/comunicazione locali ed internazionali;

5. fare pressione nazionale ed internazionale sullo Stato albanese affinche' provveda immediatamente ad una applicazione reale e concreta della legge n. 9389 del 4/5/2005 in riferimento alla creazione e al funzionamento del Consiglio di coordinamento nella lotta contro la gjakmarrje.

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Pertanto i volontari di Operazione Colomba, insieme alla popolazione civile albanese e numerose associazioni e realta' locali, invitano la societa' civile internazionale a sottoscrivere un appello(www.operazionecolomba.it/albania/1891-appello.html) in cui si chiede:

1) alle istituzioni albanesi di impegnarsi: a dotare il Paese di un sistema giuridico/istituzionale adeguato a sostenere un processo di superamento del fenomeno; ad applicare immediatamente la legge 9389 del 4/5/2005 per la creazione e il funzionamento del Consiglio di coordinamento per la lotta contro le "vendette di sangue", previsto dalla stessa; a rendere certa la pena per quanti si macchieranno di crimini legati alle "vendette di sangue"; a promuovere una cultura di pace e rispetto dei diritti umani, prima di tutto il diritto alla vita.

2) agli attori della societa' civile (singoli o associati) nazionale ed internazionale, di impegnarsi: a non usare la violenza in caso di conflitto e a rispettare sempre la vita umana; a promuovere tra i nostri associati/amici/parenti la prassi della risoluzione nonviolenta dei conflitti e della riconciliazione; a ricordare le vittime di ogni violenza, della gjakmarrje e hakmarrje; a diffondere la storia e le esperienze delle persone che al posto della vendetta hanno scelto di riconciliarsi perdonando; a sostenere la creazione in Albania di un movimento popolare che promuova la cultura della vita, del rispetto dell'altro e della riconciliazione (pajtimi) e che sensibilizzi le istituzioni locali affinche' garantiscano il rispetto e la promulgazione delle norme tese a contrastare il fenomeno delle "vendette di sangue".

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Invitiamo inoltre la societa' civile internazionale a percorrere insieme un tratto della marcia che, da Bajram Curri (nord dell'Albania) alla capitale Tirana, unira' centinaia di persone.

La partecipazione all'evento e' possibile attraverso tre differenti modalita':

- dal 23 al 26 giugno: partecipazione alle tappe di Puke-Lac Vaudejes e Lac Vaudejes-Scutari (per un totale di circa 18 km a piedi);

- dal 29 giugno al 2 luglio: partecipazione alle tappe di Mamurras-Fushe Kruje e Fushe Kruje-Tirana (per un totale di circa 18 km a piedi);

- dal 30 giugno al primo luglio: partecipazione alla tappa finale con arrivo a Tirana (per un totale di circa 4 km a piedi).

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E' possibile iscriversi alla marcia entro e non oltre il 10 giugno 2014.

Per iscriversi inviare una e-mail a: albania at operazionecolomba.it

Per maggiori informazioni: www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania

Tel. 054129005, cell. 3285857263 (chiedere di Agnese o Mingo).

 

4. REPETITA IUVANT. UNA PRESENTAZIONE DELL'OPERAZIONE COLOMBA

[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]

 

Operazione Colomba (www.operazionecolomba.it) e' il corpo nonviolento di pace dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII (www.apg23.org).

E' un progetto che nasce nel 1992 dal desiderio di alcuni volontari e obiettori di coscienza di vivere concretamente la nonviolenza in zone di guerra. Inizialmente ha operato in ex-Jugoslavia dove, sulla base dei rapporti di fiducia instaurati nel tempo con le persone del luogo, e' diventata punto di riferimento credibile per le diverse comunita' locali e conseguentemente ponte di incontro e dialogo tra le parti in conflitto: e' stato cosi' possibile riunire famiglie divise dai diversi fronti, proteggere (in maniera disarmata) minoranze etniche e contribuire a ricreare spazi di convivenza pacifica.

Dal 1992 ad oggi, tra volontari e obiettori di coscienza, vi hanno partecipato oltre millecinquecento persone.

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Le principali caratteristiche dell'intervento di Operazione Colomba sono:

- la nonviolenza: forza che rende possibile l'incontro con "l'altro" non per annientarlo (scontro), ma per risvegliarne la coscienza. Scopo della nonviolenza e' infatti quello di liberare, perseguendo sempre la verita' e la giustizia, sia l'oppresso che l'oppressore dalla spirale di odio e vendetta che ogni guerra inevitabilmente genera. Operazione Colomba cerca di vivere e concretizzare questa forza, che e' attiva e creativa, con azioni di interposizione, accompagnamento, mediazione, denuncia, protezione dei civili, riconciliazione, animazione con i bambini...

- l'equivicinanza: condivisione della vita con tutte le vittime sui diversi fronti del conflitto, indipendentemente dall'etnia, dalla religione, dall'appartenenza politica...

- la partecipazione popolare: e' una esperienza aperta a tutti (credenti e non), non sono richiesti particolari curricoli. Di indispensabile c'e' l'adesione ad un cammino di nonviolenza, una limpida affinita' con la proposta e con la vita di gruppo, la maggiore eta' e la partecipazione ad un corso di formazione specifico.

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Concretamente le attivita' che Operazione Colomba svolge in zone di guerra sono:

- la condivisione della vita con i piu' poveri tra le vittime del conflitto, cercando di sostenerli nei loro bisogni piu' immediati e condividendo con loro non solo la scomodita' delle situazioni d'emergenza, ma anche le paure e i rischi della guerra;

- la protezione dei civili piu' esposti alla violenza della guerra, attraverso la presenza, neutrale ed internazionale, che funge da deterrente verso l'uso della violenza, e attraverso azioni dirette nonviolente molto concrete;

- la promozione del dialogo e della riconciliazione, che si attua soltanto vivendo sui diversi fronti del conflitto e che si fonda sulla fiducia che le persone instaurano nei confronti dei volontari;

- il lavoro di advocacy a livello politico e istituzionale.

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In questi anni Operazione Colomba ha stretto importanti rapporti di collaborazione con organismi fra i quali le Nazioni Unite, l'Unione Europea, numerosi centri per i diritti umani ed Ong internazionali, esponenti delle chiese, associazioni e gruppi locali.

A partire dal 1995 Operazione Colomba ha sperimentato questo modo di entrare nelle guerre e di intervenire in maniera nonviolenta in molti conflitti nel mondo: Croazia, Bosnia Herzegovina, Yugoslavia (1992 - 1997); Albania (1997); Sierra Leone (1997); Kossovo - Albania - Macedonia (1998 - 2000); Timor Est - Indonesia (1999); Chiapas - Messico (1998 - 2002); Cecenia - Russia (2000 - 2001); Repubblica Democratica del Congo - Africa (2001); Palestina - Striscia di Gaza (2002 - 2003); Darfur - Sudan (2008); Kossovo (2003 - 2010); Nord Uganda (2005 - 2008); Georgia (2008 - 2009); Castel Volturno (2009 - 2010).

Attualmente Operazione Colomba e' presente in Albania, Colombia, Palestina e Israele.

Sta anche monitorando, con dei viaggi "esplorativi", la situazione nella Repubblica Democratica del Congo, nella Striscia di Gaza, in Grecia e in Siria (attraverso una presenza nei campi profughi in Libano).

 

5. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO VERGILIANO SCORTICOSSI (2010)

[Estratto dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 283. Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta". Vergiliano Scorticossi, manco a dirlo, e' un vecchio amico di questo foglio]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Vergiliano Scorticossi: Per un sentimento di disgusto e di disprezzo nei confronti della bassezza intrinseca nella violenza e nella menzogna. Ovvero: per un sentimento di rispetto della mia stessa dignita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?

- Vergiliano Scorticossi: Socrate, Spartaco.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Vergiliano Scorticossi: Macbeth, Tartuffe.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Vergiliano Scorticossi: Quelle contro la guerra (e gli eserciti, e le armi). Quelle contro il razzismo (e la schiavitu', ed ogni discriminazione).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Vergiliano Scorticossi: Sui campi di battaglia, nei campi di detenzione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Vergiliano Scorticossi: Sia lui il centro, cominci con l'aver cura di chi gli sta intorno e del luogo in cui vive.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Vergiliano Scorticossi: La lotta contro la violenza, la compassione universale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Vergiliano Scorticossi: Nonviolenza e antimafia sono la stessa cosa. Le due stesse parole si equivalgono in perfetto equilibrio.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte delle persone, delle classi e dei popoli oppressi?

- Vergiliano Scorticossi: Solo in quelle lotte si da' la nonviolenza. Solo la nonviolenza quelle lotte porta alla vittoria.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Vergiliano Scorticossi: La lezione di Giulio A. Maccacaro e di Franco Basaglia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Vergiliano Scorticossi: I ragionamenti rigorizzati da Emmanuel Levinas e da Hans Jonas. Le pratiche del femminismo come inveramento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Vergiliano Scorticossi: Critica dell'alienazione ed apertura reciproca. E l'incontro tra religione e visione meramente immanente del mondo sul piano dei valori liberamente e responsabilmente assunti e condivisi, con diversi linguaggi declinati.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Vergiliano Scorticossi: Nulla. Tutto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Vergiliano Scorticossi: La corrente calda del marxismo. La corrente calda dell'intreccio tra femminismo ed ecologia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Vergiliano Scorticossi: La voce di Antigone, l'esempio di Gesu' di Nazareth.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Vergiliano Scorticossi: Il primato della difesa del vivente. Il brocardo "In dubio contra projectum".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Vergiliano Scorticossi: La coscienza della non neutralita' sia dei saperi che delle pratiche. La coscienza della complessita' e dell'interdipendenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Vergiliano Scorticossi: Il punto di vista delle vittime. La storia come storia della liberazione dell'umanita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Vergiliano Scorticossi: Il prudente intreccio tra il principio di Pericle (pensare prima di agire) e il cardine etico del taoismo (l'azione non agente). Ovvero decidere solo cio' che persuade tutti, e mantenere le condizioni per la reversibilita' delle scelte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Vergiliano Scorticossi: L'esempio, l'ascolto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Vergiliano Scorticossi: Lenta e faticosa. Nel fuoco del conflitto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Vergiliano Scorticossi: Primato della prassi ed apertura alle ragioni altrui. Atteggiamento sperimentale e contestuale (ovvero: cosciente della complessita' e fallibilista).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Vergiliano Scorticossi: Spegnere le televisioni e guardarsi intorno con i propri occhi. Ascoltare e parlare.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?

- Vergiliano Scorticossi: Vi e' una sola umanita'. Ma essa si da' solo nella irriducibile pluralita' e assoluta diversita' delle singole persone che la compongono.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Vergiliano Scorticossi: Quella che hanno spiegato Hannah Arendt e Vandana Shiva. Quella che hanno spiegato Simone Weil e Luce Fabbri.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

- Vergiliano Scorticossi: Non essendovi in realta' altra vita che quella quotidiana, la nonviolenza ne e' ad un tempo esatta percezione e accudente rivelazione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Vergiliano Scorticossi: Tra Epicuro ed Elias Canetti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Vergiliano Scorticossi: Il femminismo. Il referendum brasiliano contro il commercio delle armi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

- Vergiliano Scorticossi: Ogni cultura e' gia' intercultura. La nonviolenza e' sempre incontro dialogico ed incessante apertura.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

- Vergiliano Scorticossi: La pratica della nonviolenza comincia dentro di se'. La lotta nonviolenta comincia contro di se'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?

- Vergiliano Scorticossi: Finche' le applicazioni delle scienze umane sono ordinate al mantenimento ed al rafforzamento dei poteri disumani, la nonviolenza e' la scienza dell'opposizione ad esse; quando ed in quanto le scienze umane umanizzano l'altro e contrastano quindi la sua denegazione, la sua umiliazione, il suo asservimento, la nonviolenza di esse si nutre e s'illumina.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio: quale relazione?

- Vergiliano Scorticossi: Nacque il linguaggio come alternativa alla violenza; ma presto fu piegato a strumento di menzogna a fini di potere. La nonviolenza e' tensione al linguaggio veritiero e liberante, che sia via e salvezza comune.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?

- Vergiliano Scorticossi: La nonviolenza, dite bene voi medesimi, e' stile di vita fondato sul rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra"; sulla compresenza, la convivenza, scelte di vita comunitarie; sul riconoscimento dell'altro, il principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia. La nonviolenza, dite bene voi medesimi, e' coscienza del limite ed agire di conseguenza per il bene comune.

 

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riedizioni

- Isabel Allende, La somma dei giorni, Feltrinelli, Milano 2008, Feltrinelli-Rcs, Milano 2014, pp. 320.

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Strumenti di lavoro

- Susanna Granello (et alii), Agenda della scuola. Quarto trimestre a. s. 2013/2014, "Esperienze amministrative", anno XXXI, n. 3/2014, Tecnodid, Napoli 2013, pp. 192, euro 40.

 

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

8. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1666 del 12 giugno 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com