[Nonviolenza] Un appello di Bruno Segre al sindaco di Milano
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- Date: Sat, 19 Oct 2013 09:39:16 +0200 (CEST)
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UN APPELLO DI BRUNO SEGRE AL SINDACO DI MILANO
Diffondiamo come anticipazione un importante appello del prestigioso intellettuale Bruno Segre al sindaco di Milano che comparira' oggi nel foglio telematico "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 19 ottobre 2013
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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BRUNO SEGRE: UNA PROPOSTA AL SINDACO DI MILANO
[Ringraziamo Bruno Segre (per contatti: bsegre at yahoo.it) per questo intervento.
Bruno Segre, storico e saggista, e' nato a Lucerna nel 1930, ha studiato filosofia alla scuola di Antonio Banfi; si e' occupato di sociologia della cooperazione e di educazione degli adulti nell'ambito del movimento Comunita' fondato da Adriano Olivetti; ha insegnato in Svizzera dal 1964 al 1969; per oltre dieci anni ha fatto parte del Consiglio del "Centro di documentazione ebraica contemporanea" di Milano; per molti anni ha presieduto l'associazione italiana "Amici di Neve Shalom Wahat as-Salam"; nel quadro di un'intensa attivita' pubblicistica, ha dedicato contributi a vari aspetti e momenti della cultura e della storia degli ebrei; per anni ha diretto la prestigiosa rivista di vita e cultura ebraica "Keshet" (sito: www.keshet.it). Tra le opere di Bruno Segre: Gli ebrei in Italia, Giuntina, Firenze 2001; Shoah, Il Saggiatore, Milano 1998, 2003]
Mi riallaccio all'intervento del 17 ottobre, con il quale propongo di sollecitare Giuliano Pisapia a farsi promotore di un'iniziativa capace di favorire, in termini di umana civilta', un ordinato trasferimento in Europa di cittadini del Sud del mondo in fuga dalla guerra e da atroci dittature.
I milanesi della mia generazione ricordano che Milano ha istituito, nel corso degli ultimi decenni, rapporti di gemellaggio con numerose citta', grandi e meno grandi, in tutto il mondo.
Qualora decidesse di dare un seguito all'iniziativa di cui stiamo parlando, il nostro sindaco dovrebbe cercare di coinvolgere, in prima battuta, proprio le citta' gemellate, in particolare quelle europee, invitandole a organizzare, assieme a Milano, un'operazione di grande valore umanitario, e della quale non sfuggirebbe a nessuno anche l'innegabile significato politico.
Un'iniziativa di questo tipo, infatti, condotta in rete da un certo numero di importanti citta' d'Europa, avrebbe il pregio singolare di bypassare senza arroganza la Ue, con tutte le sue pastoie, le sue devianze, i suoi burocratismi, le sue insensibilita', e forse riuscirebbe persino a trasmettere un po' di elasticita', in sede Ue, ad apparati da troppi anni mummificati. Trovo che le denunce sollevate a questo proposito dal sindaco Giusi Nicolini e dal nostro assessore Majorino siano perfettamente giustificate.
In tema di gemellaggi, mi permetto di fare un'ulteriore proposta: Milano dovrebbe chiedere, senza spocchia e senza secondi fini, di gemellarsi a Lampedusa, offrendo all'isola tutto il sostegno di cui, all'occorrenza, la metropoli lombarda e' capace. Penso che una simile offerta permetterebbe a Lampedusa e ai lampedusani di sentirsi un po' meno "isola" e un po' piu' Europa.
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