[Nonviolenza] Telegrammi. 1423



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1423 del 12 ottobre 2013

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Difendere ed attuare la Costituzione della Repubblica Italiana

2. In poche semplici parole

3. Peppe Sini: uomini in gabbia (2003)

4. La dottoressa Litta insignita di un prestigioso riconoscimento dall'International Society of Doctors for the Environment

5. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

6. La "Carta" del Movimento Nonviolento

7. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. DIFENDERE ED ATTUARE LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

 

La Costituzione della Repubblica Italiana e' un bene comune del popolo italiano.

Occorre opporsi al tentativo berlusconiano di stravolgerla ed annichilirla.

Occorre opporsi alla prostituzione del governo e del parlamento a questo disegno eversivo: e' a dir poco paradossale che dopo che Berlusconi ha perso le elezioni, che dopo che Berlusconi e' stato condannato con sentenza definitiva per un grave reato, costui ed i suoi luogotenenti ed i suoi manutengoli possano ancora tramare per fare strame della Costituzione nata dalla Resistenza antifascista.

Occorre opporsi alle trame della destra golpista e criminale.

Occorre difendere ed attuare la Costituzione della Repubblica Italiana.

 

2. EDITORIALE. IN POCHE SEMPLICI PAROLE

 

Ha diritto o no un essere umano a cercar di salvare la propria vita fuggendo da guerre e fame, da dittature e catastrofi, da miseria e violenze inaudite?

Se ne ha diritto cio' implica che gli altri esseri umani hanno il dovere di accoglierlo e di aiutarlo, altrimenti quel diritto resterebbe ineffettivo, ovvero sarebbe negato de facto sebbene affermato de jure, ovvero semplicemente non sussisterebbe.

Ma ogni essere umano ha diritto di cercar di salvare la sua vita, ergo: l'umanita' ha il dovere di recare soccorso.

*

Lo ripetiamo una volta ancora, si': per far cessare immediatamente le stragi nel Mediterraneo e' sufficiente che il parlamento italiano legiferi il diritto di tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - e quindi in Europa - in modo legale e sicuro, ovvero riconosca concretamente il diritto di ogni essere umano a circolare liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Far cessare immediatamente le stragi nel Mediterraneo e' la cosa piu' semplice del mondo: basta una legge del parlamento italiano che affermi che e' consentito a tutti gli esseri umani l'ingresso in Italia in modo legale e sicuro.

Una legge cosi' semplice e cosi' necessaria farebbe cessare ipso facto l'attuale criminale politica razzista che perseguita e assassina i migranti.

Una legge cosi' semplice e cosi' necessaria restituirebbe dignita' al nostro paese, e salverebbe innumerevoli vite.

Vi e' una sola umanita', e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

 

3. HERI DICEBAMUS. PEPPE SINI: UOMINI IN GABBIA (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 603 del 6 luglio 2003]

 

Nei mesi scorsi mi e' capitato piu' volte di entrare in visita nel carcere di Mammagialla a Viterbo.

Per poterlo fare ho dovuto sottoscrivere ogni volta una dichiarazione con la quale mi impegnavo a "non fare uso giornalistico" di cio' di cui venivo a conoscenza in quelle occasioni.

Pur trovando insensata ed indegna quella clausola, intendo continuare a rispettarla, poiche' vi ho impegnato la mia parola, ed essa per me ha un valore. Cio' che scrivero' qui prescinde dunque da quanto ho visto e sentito in quelle occasioni, e si fonda invece - per la parte, diciamo cosi', documentaria e specifica - su molti colloqui avuti con tanti amici che nel carcere lavorano come agenti di custodia, come personale civile o come volontari,  o che vi si sono trovati ristretti; colloqui avuti fuori da quelle mura, a voce o per iscritto.

*

Ho letto nell'edizione del 3 luglio 2003 del quotidiano "Il manifesto" la lettera che di seguito riproduco (e che ad oggi non mi risulta abbia ricevuto alcuna smentita).

"Sono detenuto nel carcere Mammagialla di Viterbo, sono qui per dirvi, quello che altrimenti nessuno saprebbe. Giovedi' sera, 26 giugno, alle 21.00 si e' impiccato alle sbarre della finestra M. C., 35enne, con una condanna definitiva da scontare di 10 mesi; era dentro da 3 mesi, durante i quali aveva chiesto piu' benefici di legge per scontare questo breve periodo agli arresti domiciliari, che non gli sono stati concessi. Si dice che abbia ricevuto una lettera d'addio dalla sua compagna e che per questo, da un po', non riusciva a 'reggere' la galera, aveva dato segni evidenti di sconforto e chiusura e per questo motivo molti compagni avevano notato che era a rischio. In questi casi ci si avvicina al compagno con parole e gentilezza varia, cercando di coinvolgerlo in piu' cose possibili perche' non 'svicoli via'. Ma Marco aveva gia' deciso di farla finita con questa vita e lo ha fatto. Nessuno dei cosiddetti operatori e specialisti e agenti addetti al controllo e alla nostra educazione e inserimento se n'e' accorto. Neanche il cappellano sapeva e/o veniva informato. E' il secondo compagno che perdiamo nel giro di pochi mesi, questo e' dovuto all'aumento di regole stupide e inutili anche all'interno di questo carcere viterbese, dettate dai vertici (come la nuova direzione) e a cui gli educatori e gli specialisti non possono opporsi perche' comandano loro. Quale apertura, quale inserimento, quale recupero" (Lettera firmata).

Non ho potuto effettuare riscontri per accertare se quanto riportato sia veridico, e non entro nel merito dei giudizi che la lettera contiene.

*

Ma per lunga frequentazione dei luoghi del potere giudiziario e della funzione penale questo so e posso e voglio e devo dire:

a) che le condizioni in cui sono tenute le persone detenute negli istituti di pena sono quasi sempre indegne ed orribili, e confliggono col dettato costituzionale che all'art. 27, comma terzo, testualmente recita: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita'";

b) che almeno la gran parte della popolazione carceraria e' del tutto insensato che si trovi li', anzi la loro reclusione e' per essi e per la societa' cosa nociva in sommo grado;

c) che anche il personale carcerario vive una vita lavorativa (e quindi una vita tout court) di grande sofferenze e disagio, una vita alla quale nessun essere umano dovrebbe essere costretto.

E' dagli anni '70 che cerco di dare anch'io una mano a contrastare la feroce violenza delle istituzioni totali, luoghi incompatibili con la dignita' umana.

Ed e' da allora che sono consapevole che per contrastare i poteri criminali e la violenza diffusa il carcere e' peggio che inefficace, e' dannoso in misura devastante, e' barbaro e criminogeno.

Cosicche' mi pare ragionevole sostenere tutte le iniziative limpide e democratiche affinche':

1. ci sia meno carcere possibile, e si progredisca nella direzione a suo tempo indicata dall'appello "liberarsi dalla necessita' del carcere" promosso da figure autorevolissime dell'impegno civile, morale, scientifico e culturale come Franca Ongaro Basaglia;

2. ci siano piu' alternative possibili alla detenzione, estendendo le esperienze che vanno nella direzione proposta dalla riflessione di quel grande uomo di pace che e' stato l'indimenticabile Mario Gozzini;

3. si faccia tutto il possibile affinche' le condizioni di vita nei luoghi di pena siano rese sempre meno inique, serpme piu' coerenti col dettato costituzionale;

4. siano denunciati e puniti tutti coloro che commettono, e coloro che permettono che si commettano, violenze soprattutto nei luoghi in cui le persone sono gia' vulnerate nella pienezza dei loro diritti e quindi a maggior ragione hanno bisogno e diritto a rispetto, solidarieta', ascolto, difesa;

5. si realizzi subito un provvedimento di clemenza, dopo anni di rinvii ed inganni;

6. in particolare si realizzi subito anche un provvedimento di clemenza per i detenuti che sono tali solo perche' non hanno avuto un processo adeguato, come accade sovente agli immigrati che subiscono il carcere innanzitutto perche' sono poveri;

7. siano aboliti i cosiddetti "centri di permanenza temporanea", veri e propri campi di concentramento in cui sono detenute persone che non hanno commesso alcun delitto.

*

La situazione del carcere di Viterbo e' grave. Detenuti ed operatori (dipendenti e volontari) lo denunciano da tempo. Peraltro essa riflette una situazione generalizzata nel nostro paese.

Occore dare piena e trasparente attuazione alle guarentigie gia' previste dalla normativa nazionale vigente; occorre costruire un rapporto responsabile e solidale tra comunita' locali e popolazione detenuta; occorre affermare sul serio il riconoscimento di tutti i fondamentali diritti umani a tutti gli esseri umani, e sopratutto a coloro che si trovano - per le piu' diverse ragioni - in condizioni di diminuita liberta'.

Invecchio. Tre decenni fa pensavo che impegnandosi in molti limpidamente e tenacemente presto si sarebbe riusciti a promuovere un progresso civile tale che certe morti e certe violenze non si sarebbero piu' date, almeno nel nostro paese. Troppi orrori sono seguiti, una grande regressione si e' data, la nostra volonta' buona non e' valsa a impedire ne' gli uni ne' l'altra.

Ragione in piu' per continuare e rendere piu' efficace l'impegno in difesa dei diritti e della dignita' umana, per il superamento delle istituzioni totali, per l'umanizzazione della pena, per la civile convivenza, per uno stato di diritto che valorizzi l'eredita' grande di Cesare Beccaria, di Franco Basaglia, di Germano Greganti, per un'umanita' di liberi ed eguali.

 

4. AMICIZIE. LA DOTTORESSA LITTA INSIGNITA DI UN PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO DALL'INTERNATIONAL SOCIETY OF DOCTORS FOR THE ENVIRONMENT

 

Il comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti, gioisce per l'attribuzione alla dottoressa Antonella Litta, nostra portavoce, di un prestigioso riconoscimento da parte dell'International Society of Doctors for the Environment, riconoscimento che le verra' consegnato con una cerimonia pubblica che si svolgera' ad Arezzo il 18 ottobre 2013 nell'ambito delle importanti "Giornate mediche dell'ambiente" cui prendono parte illustri medici e scienziati.

Ad Antonella Litta attestiamo una volta ancora la stima e l'affetto di sempre; all'International Society of Doctors for the Environment esprimiamo il nostro apprezzamento per una scelta che la onora: premiare Antonella Litta per la sua straordinaria opera in difesa della salute e dell'ambiente e' cosa che da' lustro tanto alla persona premiata quanto all'associazione che premia.

Osvaldo Ercoli, Emanuele Petriglia, Alessandro Pizzi, Peppe Sini e tutte le altre persone impegnate nel comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 12 ottobre 2013

Il comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti ha promosso e guidato dal 2007 la vittoriosa mobilitazione popolare che ha difeso la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame di dantesca memoria dalla minaccia di una illegale ed irreversibile devastazione. Il comitato e' nato da una lettera aperta di Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", ed e' animato da alcune delle piu' stimate personalita' dell'impegno morale e civile nell'Alto Lazio, come il professor Osvaldo Ercoli ed il professor Alessandro Pizzi; ne e' portavoce la dottoressa Antonella Litta, che e' anche figura di riferimento in Italia dell'impegno per la salubrita' delle acque; tra i suoi fondatori anche il compianto Alfio Pannega (1925-2010), luminoso maestro di dignita', simbolo indimenticabile della Viterbo popolare, antifascista e solidale.

*

Una breve notizia sulla dottoressa Antonella Litta

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (Vt). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si e' opposto vittoriosamente all'insensato ed illegale mega-aeroporto di Viterbo salvando la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame di dantesca memoria e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate al consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione. Per il suo impegno in difesa di ambiente, salute e diritti alla dottoressa Antonella Litta e' stato recentemente attribuito a Roma il prestigioso "Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai". Tra pochi giorni, il 18 ottobre 2013, le verra' consegnato ad Arezzo un nuovo riconoscimento da parte della "International Society of Doctors for the Environment" in occasione delle settime "Giornate italiane mediche per l'ambiente".

 

5. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

7. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1423 del 12 ottobre 2013

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