[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 486



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 486 del 5 ottobre 2013

 

In questo numero:

1. Verso lo sciopero delle donne il 25 novembre

2. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

3. Alcuni testi del mese di settembre 2013 (parte seconda)

4. Alcune parole in un giorno di digiuno

5. La tomba di Periandro

6. Chiacchiere da caffe'

7. La condanna di Dell'Utri

8. Dell'invecchiare malamente

9. Proseguire ed intensificare l'impegno contro la guerra

10. Frattanto la Nato commette l'ennesima strage di bambini in Afghanistan

11. Il ventennale patto tra i mafiosi e il cavaliere

12. Chiacchiere da caffe' (II)

13. "La sociologia di Pierre Bourdieu". Un incontro di studio a Viterbo

14. Fermare la guerra

15. Chiacchiere da caffe' (III)

16. In memoria di Francesco Saverio Merlino

17. La pace e' possibile, la pace e' necessaria

18. Nell'anniversario della scomparsa di Mary Wollstonecraft

19. Per le vittime dell'11 settembre

20. Ricordando Theodor W. Adorno a 110 anni dalla nascita

21. In memoria di Eugenie Niboyet

22. Per Steve Biko, nell'anniversario della morte

23. Un incontro in memoria di Enrico Chiavacci

24. Il "Centro studi Francesco Saverio Merlino" ed il suo sito internet www.centrostudifsmerlino.org

 

1. INIZIATIVE. VERSO LO SCIOPERO DELLE DONNE IL 25 NOVEMBRE

[Riproponiamo il seguente intervento delle promotrici della proposta dllo sciopero delle donne contro la violenza femminicida, intervento che abbiamo ricevuto alcuni giorni fa dal centro interculturale "Trama di Terre" (per contatti: info at tramaditerre.org)]

 

Carissime tutte (carissimi tutti),

dopo la pagina fb ora e' attivo e visibile anche il sito http://scioperodonne.wordpress.com/, sul quale troverete l'appello e la lista delle adesioni, i link ai giornali e ai siti che riferiscono dello Sciopero, ma anche riflessioni e contributi che riteniamo interessanti per tutt@.

Per quanto riguarda l'organizzazione dello Sciopero, abbiamo aperto la pagina "Le iniziative, citta' per citta'", file che aggiorneremo via via che arriveranno le info sulle manifestazioni/iniziative organizzate nei territori. Pensiamo che la pagina sia utile anche per mettere in contatto gruppi e singole persone. A questo proposito, l'indirizzo mail cui scrivere e': organizza.scioperodonne at gmail.com

Diffondete, diffondete e fateci sapere cosa si muove nelle vostre citta'.

Sulla homepage c'e' quello che consideriamo il nostro manifesto, "Le parole che vogliamo", che vi riportiamo anche qui di seguito.

A presto,

Barbara, Adriana e Tiziana

*

Le parole che vogliamo

Una donna uccisa ogni due giorni non e' una questione di ordine pubblico, ma una ferita aperta nella societa' civile. Lucia, Antonella, Maria Grazia, tanto per citare le ultime della lista, sono state ammazzate dall'ex fidanzato, dal marito e dal compagno nei giorni successivi al decreto varato dal governo il 9 agosto scorso. La prova che misure soltanto repressive non sono la soluzione del problema perche' il femminicidio non ha natura emergenziale ma sistemica. Per questo occorrono, e con urgenza, iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, finanziamenti ai centri antiviolenza, campagne istituzionali e mediatiche che mettano al bando ogni giustificazione e sottovalutazione del fenomeno. E che, soprattutto, favoriscano la percezione delle donne non come vittime e soggetti deboli bisognosi di tutele, ma persone a tutto tondo da sostenere contro antiche imposizioni patriarcali, in grado di autodeterminarsi e scegliere liberamente il proprio modo di vivere.

Per questo rilanciamo con ancora piu' fermezza l'appello allo Sciopero delle donne per il 25 novembre prossimo, convinte che solo un'azione forte possa indurre il nostro Paese a una riflessione seria sulle relazioni tra i generi, sul potere e le sue dinamiche di sopraffazione.

Uno Sciopero generale e generalizzato contro il femminicidio per ridare peso alla politica delle donne, riprendere in mano le pratiche e i percorsi dei femminismi che in questi anni hanno lavorato sulle molteplici forme della violenza e dare un segnale chiaro e inequivocabile riconoscendo che solo una cultura antirazzista, antifascista e non sessista puo' produrre un nuovo modo di pensare e vivere le relazioni fra i sessi.

Uno Sciopero che afferma un nesso imprescindibile fra lavoro/cura/precarieta'/reddito, rivendica la maternita' come una scelta, rifiuta il ricatto delle dimissioni in bianco e afferma che anche la salute del corpo delle donne e' un diritto che non puo' essere in balia di ideologiche e strumentali obiezioni.

Uno Sciopero che chiede che non venga mai meno il rispetto per le differenze, la laicita' dello Stato e la lotta contro tutti i fondamentalismi etici, religiosi e politici e che chiede piena cittadinanza per le donne migranti che vivono nel nostro Paese in nome di una cultura laica dell'accoglienza, della condivisione e della solidarieta'.

Uno Sciopero che pretende dalle istituzioni, dai mass media e dalla societa' tutta che si facciano carico della quotidiana ed inesorabile furia omicida contro le donne che non accenna neanche per un giorno a fermarsi perche' frutto di una cultura violenta e sessista.

Uno Sciopero, infine, come azione profondamente politica, la sola che puo' restituire il diritto alla felicita' che tutt@ ci meritiamo.

Aderisci allo Sciopero delle donne e degli uomini, per un mondo piu' giusto ed eguale da consegnare alle future generazioni.

Manda mail con nome cognome citta' a scioperodonne2013 at gmail.com

 

2. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcuni mesi fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

*

Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

*

Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2013 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2013.

 

4. ALCUNE PAROLE IN UN GIORNO DI DIGIUNO

 

1. Le guerre non fermano le guerre. La pace ferma le guerre. Le guerre soltanto distruggono e distruggono e distruggono, ed innanzitutto distruggono gli esseri umani. La pace salva le vite. Solo la pace salva le vite.

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2. Non e' la guerra lo stato naturale dell'essere umano, ma la pace: solo nella pace le vite vengono rispettate, le persone quindi convivono, e la civilta' fiorisce.

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3. Cosi' come solo con la democrazia si promuove e si difende la democrazia, solo con la pace si realizza e si preserva la pace.

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4. La guerra non e' uno strumento adeguato a difendere i diritti umani, poiche' dei diritti umani essa e' la violazione piu' flagrante consistendo nel privare degli esseri umani della loro stessa vita, perdendo la quale ogni diritto e' perso. Solo la pace rispetta e promuove i diritti umani.

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5. La guerra e' sempre stata nemica dell'umanita', consistendo dell'uccisione di esseri umani; ma ora e' un nemico in grado di estinguere l'umanita', di annientarla per sempre. Il primo dovere dell'umanita' e' quindi abolire la guerra.

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6. Vi e' una sola umanita': ogni mano che si leva a colpire colpisce le sue stesse carni. Vi e' una sola umanita', unita in un solo destino comune. Vi e' una sola umanita', incarnata in innumerevoli esseri umani passati, presenti e venturi, tutti ugualmente dotati di diritti e doveri, tutti ugualmente portatori di dignita' e di responsabilita', tutti congiunti e impegnati dalla regola aurea secondo cui devi agire verso le altre persone come vorresti che le altre persone agissero verso di te. Chi tradisce l'umanita', tradisce la sua stessa umanita', e perde se stesso. Vi e' una sola umanita', ogni persona reca intera la responsabilita' della comune salvezza.

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7. La guerra distrugge non solo gli esseri umani, ma il mondo vivente. Rispettare l'umanita' e rispettare la biosfera sono un'unica cosa: l'umanita' vive nella natura, e di essa natura e' essa stessa parte. Se anche si ammettesse per assurdo la liceita' agli umani della distruzione dell'umanita', mai si potrebbe ammettere la liceita' agli umani della distruzione della biosfera. E' evidente che la distruzione della natura e' gia' una forma di guerra, verso la biosfera e verso le presenti e future generazioni umani.

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8. La guerra e' il piu' grande dei crimini e il piu' grande nemico dell'umanita'. Le attivita', gli strumenti e le strutture ad essa ordinate sono anch'essi criminali, anch'essi nemici dell'umanita'. E' necessario ed urgente che l'umanita' abolisca la guerra. Per abolire la guerra e' necessario abolire altresi' le armi e gli eserciti, che non vi siano piu' armigeri.

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9. In verita' non vi e' altro modo concreto, adeguato e coerente di opporsi alla violenza assassina che la scelta nitida e intransigente della nonviolenza. La nonviolenza e' il cuore della politica necessaria; la nonviolenza e' la via della civile convivenza; la nonviolenza e' la giustizia e la solidarieta' a tutti dovuta, da tutti dovuta. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. LA TOMBA DI PERIANDRO

 

Fini' cosi': che Usa e Francia bombardarono Damasco per ritorsione; che Iran e Russia bombardarono Washington e Parigi per ritorsione; che Gran Bretagna e Germania bombardarono Teheran e Mosca per ritorsione; eccetera eccetera.

Quanto lavoro per l'edilizia. Peccato che non ci fossero piu' operai, ne' architetti, ne' niente.

 

6. CHIACCHIERE DA CAFFE'

 

- A.: E allora che si dovrebbe fare?

- B.: Innanzitutto smetterla di fornire armi agli assassini. E sostenere invece le persone, le esperienze e i movimenti impegnati in pratiche nonviolente di solidarieta' e di riconciliazione. E chiedere a tutte le parti in conflitto di aprire un dialogo e un negoziato. E recare aiuti umanitari a tutte le vittime. Ed iniziare il disarmo ed una politica internazionale fondata sul rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

- A.: Bubbole.

- B.: No, l'unica politica possibile. La guerra non e' una politica, e' la fine dell'umanita'.

- A.: Suvvia, la guerra e' la prosecuzione della politica con altri mezzi...

- B.: No. La massima di Clausewitz e' stata definitivamente confutata da Auschwitz ed Hiroshima. Ha scritto una volta per sempre l'indimenticabile Ernesto Balducci riflettendo sulle "tre verita' di Hiroshima": "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte... La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva... La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'".

- A.: Lo sapevo che lo avresti detto, te lo sento ripetere da una vita. E adesso continuerai con Guenther Anders, senza dubbio.

- B.: Senza dubbio, se ve ne fosse bisogno.

- A.: Per carita'... beviamoci questo caffe', prima che si freddi.

 

7. LA CONDANNA DI DELL'UTRI

 

La Corte d'Appello di Palermo nuovamente ha condannato l'ex-senatore berlusconiano Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa; nelle motivazioni della sentenza si argomenta che il gentiluomo in questione e' stato per vent'anni l'agente di collegamento tra la mafia e Berlusconi, in un rapporto di reciprocita' di prestazioni tra la mafia e Berlusconi con mutuo vantaggio. Per vent'anni.

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Il Berlusconi di cui qui si parla e' quel signore recentemente condannato in via definitiva per frode fiscale.

Il Berlusconi di cui qui si parla e' quel signore che in un altro processo di cui si e' fin qui concluso solo il primo grado e' stato condannato per prostituzione minorile e concussione.

Il Berlusconi di cui qui si parla e' quel signore che negli ultimi vent'anni ha lungamente governato l'Italia in combutta con corrotti e corruttori, razzisti e fascisti, ed il cui governo ha imposto provvedimenti legislativi scellerati ed infami, tra cui le abominevoli misure razziste della cosiddetta "Bossi-Fini" e del cosiddetto "pacchetto sicurezza", misure incostituzionali, criminali e  criminogene che hanno provocato persecuzioni e morti.

Il Berlusconi di cui qui si parla e' quel signore che non solo e' maestro e donno della destra golpista e criminale, ma e' di essa finanche il demiurgo.

Il Berlusconi di cui qui si parla e' quel signore i cui luogotenenti e manutengoli sono ancora oggi al governo (nonostante abbia perso le elezioni), grazie alla squallida complicita' delle altre forze politiche presenti in parlamento.

Il Berlusconi di cui qui si parla e' quel signore che pretende di sottrarsi alla legge e di continuare a spadroneggiare sulla cosa pubblica.

*

Sara' il caso di fare qualche riflessione.

Sara' il caso di trarne qualche conseguenza.

 

8. DELL'INVECCHIARE MALAMENTE

 

Invecchio in un mondo che invecchia.

 

Le ossa dolorano ormai. La vista

si spegne,

si rompono i denti, camminare

mi costa sempre piu' fatica.

 

Almeno vedessi una nuova

primavera intorno al mio tronco

almeno pensassi

che fosse servito a qualcosa

il tempo gettato nel pozzo.

 

Nel freddo dell'ora che stilla

mi sembra che un mondo infelice

ancor piu' infelice divenga.

 

Silente mi sento che vado

verso l'abisso da cui non si torna.

 

Ed ogni giorno che passa

piu' forte avverto l'urgenza

di agire contro la guerra

contrastare la violenza e la menzogna

lottare contro l'oppressione

combattere ancora la morte.

 

9. PROSEGUIRE ED INTENSIFICARE L'IMPEGNO CONTRO LA GUERRA

 

Dopo la giornata di preghiera e di digiuno di sabato 7 settembre occorre proseguire ed intensificare l'impegno contro la guerra.

L'umanita' intera chiede pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti (e delle culture, delle societa' e dei territori), democrazia, rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della biosfera.

Che cessino le guerre, che cessino le uccisioni.

E' l'ora che la nonviolenza sia il fondamento della politica internazionale, delle relazioni tra i popoli e tra le persone, tra l'umanita' e la natura.

E' l'ora del rispetto per la vita.

E' l'ora che l'umanita' esca dalla preistoria dominata dalla violenza ed entri nella storia della civilta', della pace, della responsabilita' e solidarieta' universale.

 

10. FRATTANTO LA NATO COMMETTE L'ENNESIMA STRAGE DI BAMBINI IN AFGHANISTAN

 

Le agenzie di stampa (Agi, Ansa) riferiscono oggi dell'ennesimo raid stragista della Nato in Afghanistan: tra le vittime anche quattro bambini. I comandi stragisti confermano la strage, e dichiarano che le vittime erano tutti talebani (e' ben noto che quando un qualsiasi afgano muore assassinato dalle bombe imperiali, si trasforma ipso facto in feroce talebano, anche se e' ancora nel periodo dell'allattamento).

Secondo la dottrina degli assassini euro-americani i droni non sbagliano mai, e i talebani - cioe' tutti gli afgani uccisi - meritano la morte per il semplice fatto che la Nato li ha uccisi. Quando si dice i progressi della logica. E della macelleria.

La Nato dagli anni Novanta e' divenuta la maggiore organizzazione terroristica planetaria (dopo il governo degli Usa, che del resto della Nato e' il padrone).

Lo scriviamo una volta ancora: cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana; e si adoperi l'Italia per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti. Solo la pace salva le vite. La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

 

11. IL VENTENNALE PATTO TRA I MAFIOSI E IL CAVALIERE

 

Ricordiamole ancora le motivazioni con cui la Corte d'Appello di Palermo ha confermato la condanna dell'ex-senatore Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa: per aver fatto per vent'anni da tramite tra la mafia e Berlusconi. A cominciare dall'incontro che - riferiscono i magistrati -  si svolse nel maggio 1974, quando Stefano Bontade ed altri capi mafiosi si incontrarono con Silvio Berlusconi e strinsero un patto: "L'incontro ha costituito la genesi del rapporto che ha legato l'imprenditore e la mafia con la mediazione di Dell'Utri", "patto che leghera' Berlusconi, Dell'Utri e Cosa nostra fino al 1992".

 

12. CHIACCHIERE DA CAFFE' (II)

 

- A.: E allora, che bisogna fare?

- B.: Allontanare subito i manutengoli e luogotenenti di Berlusconi dal governo: e poiche' questo provochera' la caduta del governo, tanto meglio. Prima cade il governo, prima si sciolgono le camere, prima si torna alle urne, tanto meglio e'.

- A.: Bravo furbo, e se poi le elezioni le vince di nuovo Berlusconi?

- B.: Per questo e' necessario unire tutta l'area antifascista democratica in un'unica coalizione: per vincere le elezioni e sconfiggere una volta per tutte la destra golpista e criminale berlusconiana.

- A.: Mi pare un tantino complicatuccio mettere insieme tutta l'area antifascista...

- B.: Eppure e' necessario. Naturalmente si trattera' di una coalizione elettorale in una situazione di emergenza (il modello e', ovviamente, il Cln), che deve quindi mantenere e rispettare le differenze, le profonde differenze, le preziose differenze, tra i diversi soggetti che la comporranno (e che necessariamente saranno sia partiti che movimenti), e basarsi sulla condivisione di un programma minimo che possa essere persuasivo e cogente al momento del voto, rigoroso ed efficace nella successiva attivita' di governo.

- A.: Un programma socialista...

- B.: Un programma socialista e libertario. Non vedo come possa essere altrimenti: gli sfruttatori e gli oppressori hanno gia' la destra golpista e criminale berlusconiana a rappresentarli, la coalizione antifascista democratica deve essere la coalizione rappresentativa delle classi popolari in lotta per i diritti degli sfruttati e degli oppressi, per la giustizia sociale e la solidarieta', la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera.

- A.: Sara'...

- B.: E promotrice di questa coalizione deve essere la sinistra della nonviolenza, poiche' solo la nonviolenza...

- A.: Lo so, lo so: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'; la nonviolenza che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente, la piu' concreta e la piu' coerente, contro tutte le violenze eccetera eccetera. E la Prima Internazionale, e il femminismo corrente calda della nonviolenza, e il movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' e cosi' via. E Hannah Arendt e Guenther Anders e Rocky Roberts e tutta quella gente che conosci solo tu. Risparmiami la filastrocca.

- B.: La filastrocca puo' essere stucchevole, ma mi sembra che solo a queste condizioni si puo' sconfiggere la destra golpista e criminale berlusconiana alle prossime elezioni, e di nulla questo paese ha piu' bisogno.

- A.: Se lo dici tu. Ma adesso mandiamo giu' 'sto caffe prima che si freddi.

 

13. "LA SOCIOLOGIA DI PIERRE BOURDIEU". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di domenica 8 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "La sociologia di Pierre Bourdieu: denuncia della violenza del potere ed impegno nonviolento per i diritti".

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi del pensatore francese deceduto nel 2002. (...)

 

14. FERMARE LA GUERRA

 

Fermare la guerra e' possibile.

Fermare la guerra e' necessario.

 

15. CHIACCHIERE DA CAFFE' (III)

 

- A.: Che dice oggi l'ordine di servizio?

- B.: Quello che dice sempre: che occorre proseguire nella mobilitazione contro la guerra, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera.

- A.: Mi sembra che manchi l'elettrificazione piu' i soviet.

- B.: Ti sbagli: la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera - ovvero la nonviolenza in cammino - sono anche l'elettrificazione piu' i soviet; o, se preferisci, l'inveramento dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, o della Dichiarazione d'indipendenza americana, o della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino dell'89...

- A.: E il discorso della montagna, e il De hominis dignitate di Pico, e il Contr'uno di Etienne de la Boetie, e la Risposta alla domanda che cos'e' l'illuminismo di Immanuel Kant, e la Ginestra di Giacomo Leopardi, e le Tre ghinee di Virginia Woolf... Ti conosco, mascherina.

- B.: La nonviolenza in cammino e' l'umanita' nel suo processo di liberazione, tutte le grandi testimonianze della dignita' umana essa eredita' e vuole adempiere.

- A.: Amen. E adesso gustiamoci questo buon caffe, prima che si freddi.

 

16. IN MEMORIA DI FRANCESCO SAVERIO MERLINO

 

Si e' svolto la mattina di lunedi' 9 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Francesco Saverio Merlino, di cui ricorre l'anniversario della nascita, avvenuta il 9 settembre 1856.

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Francesco Saverio Merlino (Napoli, 1856 - Roma, 1930) e' stata una delle figure piu' rappresentative del movimento anarchico e socialista in Italia negli ultimi decenni dell'Ottocento e nei primi del Novecento, nei suoi talvolta drammatici svolgimenti e conflitti, nelle sue aspirazioni talora confuse e contraddittorie e nelle sue analisi sovente lucide e aggettanti, nella sua coraggiosa e generosa azione non sempre adeguata e coerente ma sempre mossa da un luminoso ideale di giustizia e liberta', di fraternita' universale intimamente sentita, che e' eredita' preziosa per l'umanita' intera.

Nel movimento anarchico ed in quello socialista (nella complessa dialettica che riflette vicende storiche e dibattiti internazionali di primaria rilevanza) Francesco Saverio Merlino svolse un ruolo di militante ed organizzatore, di avvocato difensore di compagni di lotta in celebri processi, di pubblicista, di teorico e storico, costantemente impegnato in una riflessione critica che porto' il suo pensiero a svolgimenti significativi nella persistenza e nell'approfondimento dei convincimenti fondamentali, interagendo ovviamente con le circostanze concrete e con i conflitti immediati, ma anche andando oltre quanto vi e' di contingente e caduco nelle schermaglie del propagandista e del polemista e proponendo persuasioni e concetti di non strumentale utilizzo, di saldo valore teorico e pratico, cogliendo ed affermando - con efficace perche' vissuta argomentazione - in punto di metodo e di principio il nesso tra etica e politica, la fondazione etica della scelta e dell'azione e del progetto socialista, e come in essa verita' del socialismo fosse decisiva ed ineliminabile (pena il degradarsi di esso in nuova ideologia e prassi di oppressione ed alienazione) la specificazione libertaria.

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I partecipanti all'incontro di studio e di commemorazione hanno ribadito l'impegno contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni; l'impegno per la scelta della nonviolenza che sola puo' salvare l'umanita'.

E' evidenza flagrante, e nozione condivisa, che la lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la preservazione della biosfera, richiede la scelta teorica e pratica della nonviolenza. Il socialismo libertario o sara' nonviolento o non sara'.

 

17. LA PACE E' POSSIBILE, LA PACE E' NECESSARIA

 

E' possibile che l'attacco statunitense alla Siria sia fermato, ed e' possibile che si aprano spazi per l'avvio di negoziati che fermino la guerra civile in corso ed aprano prospettive democratiche. Per questo occorre certo l'impegno delle diplomazie, ma occorrono anche i gesti profetici - e merito sia dato al pontefice cattolico per l'impegno che sta dispiegando -, ed occorre soprattutto la mobilitazione nonviolenta dal basso dell'umanita' cosciente di cio' che e' in gioco: non un mero conflitto locale, ma la sorte dell'umanita' giunta a questo crinale apocalittico in cui l'alternativa e' tra la pace che salva le vite o la comune catastrofe.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Ogni giorno si levi la voce dell'umanita' che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti, cessazione delle uccisioni, rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani e difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera.

Ogni giorno si agisca per la pace con mezzi di pace.

Ogni giorno la nonviolenza compia un passo.

 

18. NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI MARY WOLLSTONECRAFT

 

Si e' svolto nella mattina di martedi' 10 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sulla figura e l'opera di Mary Wollstonecraft, nell'anniversario della scomparsa avvenuta a Londra il 10 settembre 1797.

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Mary Wollstonecraft (Londra, 1759-1797), scrittrice, intellettuale e militante femminista e libertaria, compagna di William Godwin, madre di Mary Shelley (la moglie del poeta inglese, autrice del Frankenstein), visse, scrisse, opero' nel Settecento, ma la sua opera e' di un valore perenne e merita di essere riletta e meditata oggi. In traduzione italiana sono disponibili il suo capolavoro saggistico scritto nel 1792, I diritti delle donne, Editori Riuniti, Roma 1977, tradotto anche dalle Edizioni Elle, sempre nel 1977, col titolo Il manifesto femminista, e piu' recentemente da altri editori; il suo romanzo (con larghi tratti autobiografici) scritto nel 1788, Mary, Savelli, Roma 1978; ed altri volumi di scritti e lettere. Alcune incisive pagine di e su Mary Wollstonecraft sono in Franco Restaino, Adriana Cavarero, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009.

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Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate varie pagine della grande intellettuale e militante femminista e sono state ripercorse le sue vicende biografiche.

La travagliata vita e l'aggettante opera di Mary Wollstonecraft ci interpellano tutti e tutte. La rivendicazione dei diritti delle donne, espressa con straordinaria efficacia tanto nelle opere saggistiche che in quelle narrative, e' testimoniata nella concreta esperienza di vita, di militanza intellettuale e di attivita' pubblicistica dell'autrice. Chi legge i suoi scritti vi sente pulsare un cuore che sente e pensa, e vi coglie una mente limpida e acuta ed una volonta' buona e tenace che pensa e vuole la liberta' per tutte e tutti e propugna ed argomenta la solidarieta' nell'eguaglianza di diritti.

Della nonviolenza in cammino Mary Wollstonecraft e' una delle piu' preziose e profonde maestre; della nonviolenza in cammino il femminismo e' la corrente calda e il massimo inveramento storico; della nonviolenza in cammino il programma enunciato da Mary Wollstonecraft e' ancora il programma fondamentale. La lotta contro la violenza maschilista e patriarcale e' ancora il primo dovere di ogni essere umano. Nella lotta contro la violenza maschilista e patriarcale si realizza altresi' nella forma piu' adeguata la lotta contro la guerra e i suoi apparati, contro il razzismo ed ogni persecuzione, contro lo sfruttamento e l'oppressione. La lotta contro la violenza maschilista e patriarcale e' la radice e il cuore, il compito primo e l'orizzonte di riferimento, del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso pieno sostegno alle varie iniziative di pace, di solidarieta' e per i diritti in cui il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e' particolarmente impegnato in questo periodo; ed in particolare all'impegno contro la guerra e per il disarmo; all'impegno contro il femminicidio; all'impegno contro il razzismo; all'impegno in difesa dei beni comuni e della biosfera.

 

19. PER LE VITTIME DELL'11 SETTEMBRE

 

Si e' svolta la mattina di mercoledi' 11 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una commemorazione delle vittime dell'11 settembre 1973 e delle vittime dell'11 settembre 2001.

Le vittime del colpo di stato fascista in Cile e le vittime dell'attacco terrorista alle Torri Gemelle sono accomunate dalla violenza subita, come tutte le altre vittime di tutte le guerre, tutti gli attentati, tutte le dittature, tutti i terrorismi.

Tutte le vittime di tutte le uccisioni e tutte le persecuzioni interpellano l'umanita' vivente: affinche' le uccisioni e le persecuzioni cessino, affinche' sia riconosciuto il diritto alla vita e alla dignita' di ogni essere umano, affinche' l'umanita' si riconosca una, responsabile e solidale.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

20. RICORDANDO THEODOR W. ADORNO A 110 ANNI DALLA NASCITA

 

Si e' svolto nel pomeriggio di mercoledi' 11 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Theodor W. Adorno ricorrendo il centodecimo anniversario della nascita.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi del grande pensatore francofortese.

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Theodor W. Adorno, nato l'11 settembre 1903 a Francoforte sul Meno, costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, acutissimo osservatore della societa' contemporanea, filosofo e musicologo, e' deceduto il 6 agosto 1969. E' una delle figure di massimo spicco della "scuola di Francoforte". Opere di Theodor W. Adorno: nella sua vastissima produzione segnaliamo almeno, per un primo approccio, Dialettica dell'illuminismo (con Max Horkheimer), Minima moralia, Dialettica negativa, tutti presso Einaudi, Torino. Opere su Theodor W. Adorno: si veda almeno, per un primo orientamento, Tito Perlini, Che cosa ha veramente detto Adorno, Ubaldini, Roma 1971; Marzio Vacatello, Th. W. Adorno. Il rinvio della prassi, La Nuova Italia, Firenze 1972; Sergio Moravia, Adorno e la teoria critica della societa', Sansoni, Firenze 1974; Enzo Rutigliano, Teoria o critica. Saggio sul marxismo di Adorno, Dedalo, Bari 1977; Carlo Pettazzi, Th. W. Adorno: linee di origine e di sviluppo del pensiero (1903-1949), La Nuova Italia, Firenze 1979; Martin Jay, Theodor W. Adorno, Il Mulino, Bologna 1987; Massimo Nardi, Pensare nella verita'. L'itinerario della ragione dialettica in Th. W. Adorno, Studium, Roma 1993; Fredric Jameson, Tardo marxismo, Manifestolibri, Roma 1994; Elena Tavani, L'apparenza da salvare. Saggio su Th. W. Adorno, Guerini e associati, Milano 1994; Angelo Cicatello, Dialettica negativa e logica della parvenza. Saggio su Th. W. Adorno, Il melangolo, Genova 2001; Stefan Mueller-Doohm, Theodor W. Adorno. Biografia di un intellettuale, Carocci, Roma 2003; Lucio Cortella, Una dialettica nella finitezza. Adorno e il programma di una dialettica negativa, Meltemi, Roma 2006; Stefano Petrucciani, Introduzione a Adorno, Laterza, Roma-Bari 2007; Pastore Luigi, Gebur Thomas (a cura di), Theodor W. Adorno. Il maestro ritrovato, Manifestolibri, Roma 2008; di particolare importanza sono gli scritti dedicati ad Adorno in Renato Solmi, Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007. Sulla scuola di Francoforte si vedano almeno tra gli studi complessivi e le monografie introduttive: Paul-Laurent Assoun, La scuola di Francoforte, Lucarini, Roma 1988; Giuseppe Bedeschi, Introduzione alla scuola di Francoforte, Laterza, Roma-Bari 1985, 1987; Martin Jay, L'immaginazione dialettica, Einaudi, Torino 1979; Gian Enrico Rusconi, La teoria critica della societa', Il Mulino, Bologna 1968; Goeran Therborn, Critica e rivoluzione, Laterza, Bari 1972; Rolf Wiggershaus, La scuola di Francoforte, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Pierre V. Zima, Guida alla scuola di Francoforte, Rizzoli, Milano 1976.

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Nell'opera di Adorno e nell'attivita' della scuola di Francoforte la nonviolenza in cammino trova ispirazioni, strumenti, materiali, indicazioni per la riflessione e per l'azione.

I partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno alle iniziative in cui il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e' particolarmente impegnato in questo periodo; ed in particolare all'impegno contro la guerra e per il disarmo; all'impegno contro il femminicidio; all'impegno contro il razzismo; all'impegno in difesa dei beni comuni e della biosfera.

 

21. IN MEMORIA DI EUGENIE NIBOYET

 

Si e' svolto la sera di mercoledi' 11 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Eugenie Niboyet, nell'anniversario della nascita della grande militante e pubblicista femminista e socialista.

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Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo il seguente profilo: "Eugenie Mouchon Niboyet (Montpellier, 11 settembre 1796 - Parigi, 6 gennaio 1883) e' stata un'attivista e giornalista francese. Eugenie Mouchon fu la nipote del pastore ginevrino Pierre Mouchon, un collaboratore dell'Encyclopedie di Diderot e d'Alembert, e di Jeanne Louise Elizabeth Richard, figlia di un conciatore ginevrino. Suo padre si era trasferito in Francia per studiare medicina a Montpellier, mentre sua madre era la figlia di un pastore del Gard. Eugenie ebbe tre fratelli e due sorelle, Aline ed Elisa: dei fratelli, si sa Louis mori' nel 1812 nella battaglia della Moscova, mentre Emile fu farmacista a Lione, dopo aver combattuto anch'egli nella Grande Armee ed essere stato prigioniero a Dresda nel 1813. Una famiglia protestante e bonapartista, che risiedeva a Lione quando la Restaurazione arresto' parte dei suoi membri per i loro trascorsi anti-borbonici. Fu cosi' che Eugenie sposo' l'8 ottobre 1822 Paul-Louis Niboyet, avvocato, protestante e bonapartista anch'egli, e si trasferiscono a Macon, dove il marito esercito' la professione e dove nacque il loro unico figlio Jean Alexandre Paulin, il 22 giugno 1825. Ritroviamo Eugenie a Parigi il 4 novembre 1829, quando comincia a guadagnarsi la vita scrivendo: nel 1830 partecipa al concorso bandito dalla Societe' de la morale chretienne sul tema "I ciechi e la loro educazione", ottenendo il premio a pari merito con un certo Duffaut. In questa Societe' protestante s'impegna ai problemi sociali della riforma carceraria, dell'istruzione e dell'abolizione della vergognosa schiavitu' ancora in atto nelle colonie francesi. Sempre nel 1830, La Societe' de la Morale Chretienne condivide le sue sale con un gruppo di sansimoniani ed Eugenie assiste alle loro conferenze, rimanendone conquistata e aderisce a quel movimento con il marito e con il figlio. Il 20 luglio Prosper Enfantin, capo di quella piccola comunita', incarica quattro donne, Aglae' Saint-Hilaire, Caroline Simon, M.me Collard e lei stessa, di predicare la dottrina del maestro agli operai, e insieme di soccorrerli nei bisogni piu' necessari, economici e di istruzione: cosi', dal 1831 Eugenie, con Sebastien Bottiau, dirige una sezione parigina del movimento. Quando matura il conflitto tra i due maggiori esponenti della comunita', Saint-Amand Bazard, interessato alle riforme politiche e sociali, e Prosper Enfantin, che punta a dare al movimento un'impronta religiosa, con interessi prevalentemente morali - in particolare riguardo al campo sessuale - la Niboyet, che si definisce una "proletaria sansimonista", lascia il movimento per dedicarsi a rivendicazioni di carattere sociale, economico e femminista. Collabora al giornale "La Femme libre" fondato da Marie-Reine Guindorf e Desiree Gay, e si avvicina al movimento socialista dei fourieristi, che sostiene le rivendicazioni operaie e appoggia l'emancipazione femminile: una loro esponente di spicco frequentata da Eugenie e' Flora Tristan. A Lione, nel 1833, Eugenie fonda il primo giornale femminista della provincia francese, "Le Conseiller des Femmes", poi "La Paix des deux mondes" e nel 1834 "L'Athenee des Femmes". Tornata nel luglio del 1836 a Parigi, vi fonda "La Gazette des Femmes", il cui scopo primario e' la lotta per l'esercizio dei diritti politici e civili delle donne: non e' soltanto un giornale, ma e' anche un circolo, e ai dibattiti che settimanalmente si tengono al numero 27 di rue Lafite, partecipano Flora Tristan, Hortense Allart e altre femministe. La rivoluzione del 1848 provoca molte speranze che gli obiettivi delle grandi riforme teorizzate dalla Niboyet e dalle sue compagne possano essere raggiunti. In marzo Eugenie fonda e dirige "La Voix des Femmes", il primo quotidiano dichiaratamente femminista e insieme socialista, come recita il sottotitolo di "Giornale socialista e politico, organo d'interesse per tutte le donne". Sul modello del club de "La Gazette des Femmes", anche intorno a "La Voix des Femmes" si riunisce un gruppo di donne impegnate politicamente nel campo socialista e femminista: Jeanne Deroin, Desiree Gay, Suzanne Voilquin, Elisa Lemonnier, Gabrielle Soumet, Amelie Prai, Adele Esquiros e, su posizioni molto moderate, la scrittrice Anais Segalas. Vi partecipano anche uomini, come Jean Mace' o il figlio Paulin Niboyet. Questo circolo presenta un lungo elenco di riforme a favore delle donne, sia nell'ambito familiare che piu' generalmente politico, come il diritto di voto femminile. Il 6 aprile 1848 la "La Voix des Femmes" presenta la candidatura di George Sand all'Assemblea costituente, senza consultare la scrittrice, che rifiuta, dal momento che le sue posizioni, riguardo alle problematiche femministe, sono molto piu' moderate di quelle assunte dal circolo della Niboyet, al di la' delle pose di anticonformismo che la Sand ama assumere. Le polemiche che ne seguono sono prese a pretesto dal governo conservatore per sopprimere, il 20 giugno, il circolo e il giornale della Niboyet. Seguira' la settimana dopo il massacro degli operai parigini insorti per difendere la Rivoluzione, e le femministe si disperdono per evitare la repressione. Eugenie Niboyet si ritira a Ginevra vivendo con le traduzioni dei romanzi di Dickens e di libri per l'infanzia. Torna in Francia nel 1860, pubblicandovi nel 1863 Le vrai livre des femmes. Nel 1871 chiede la grazia per i comunardi condannati a morte dal governo di Thiers e le sue lettere a Leon Richer, direttore della rivista "Le Droit des Femmes", attestano che ella si occupa ancora dei problemi del movimento femminista, anche se non prende posizioni pubbliche, e nel 1878, a 82 anni, viene celebrata dal Congresso che s'inaugura a Parigi. Qui muore il 6 gennaio 1883".

 

22. PER STEVE BIKO, NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE

 

Nel pomeriggio di giovedi' 12 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolto un inconro di commemorazione di Steve Biko, martire della lotta antirazzista in Sud Africa, nell'anniversario dell'uccisione avvenuta il 12 settembre 1977.

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Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni interventi di Steve Biko ed alcune testimonianze sulla sua persona e la sua azione.

Steve Biko, intellettuale sudafricano, nato nel 1946, fondatore del movimento della Black Consciousness, fu assassinato nel 1977 dalla polizia politica del regime razzista. Opere su Steve Biko: fondamentale e' la testimonianza biografica di Donald Woods, Biko, Sperling & Kupfer, Milano 1988.

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Steve Biko e' una delle figure piu' luminose della lotta per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, una delle figure piu' luminose della nonviolenza in cammino. Nel ricordo del suo impegno continui anche in Italia la lotta contro il razzismo.

I partecipanti all'incontro hanno ancora una volta affermato la necessita' e l'urgenza dell'impegno di ogni persona decente affinche' in Italia siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti. Sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e all'articolo 10 afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Cessi la persecuzione dei migranti. Sia abolito il cosiddetto "reato di clandestinita'". Siano aboliti i campi di concentramento. Siano abolite le deportazioni. Cessi la schiavitu'. Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune. Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia. Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste. Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid.

Vi e' una sola umanita'.

 

23. UN INCONTRO IN MEMORIA DI ENRICO CHIAVACCI

 

Si e' svolto nel pomeriggio di venerdi' 13 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Enrico Chiavacci, il grande teologo morale e costruttore di pace deceduto il 25 agosto 2013, un maestro e un compagno di lotte dell'umanita' sofferente, della nonviolenza in cammino.

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Enrico Chiavacci (1926-2013) e' stato docente di teologia morale allo Studio teologico fiorentino, membro della Commissione dei diritti dell'uomo di Pax Christi International; una delle figure piu' prestigiose della cultura della pace. Tra le opere di Enrico Chiavacci: l'opera fondamentale ci sembra la sua vasta Teologia morale, Cittadella, Assisi 1977-1990; si vedano anche almeno Proposte morali tra l'antico e il nuovo, Cittadella, Assisi 1973; Morale della vita fisica, Edb, Bologna 1979; Dal dominio alla pace, La Meridiana, Molfetta 1993; Invito alla teologia morale, Queriniana, Brescia 1995; con Massimo Livi Bacci, Etica e riproduzione, Le Lettere, Firenze 1995; Lezioni brevi di etica sociale, Cittadella, Assisi 1999; Lezioni brevi di bioetica, Cittadella, Assisi 2000; Teologia morale fondamentale, Cittadella, Assisi 2007. Vari suoi rilevanti saggi sono apparsi sulla benemerita rivista "Rocca".

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Nel ricordo di Enrico Chiavacci le persone partecipanti alla commemorazione hanno ribadito la necessita' e l'urgenza dell'impegno per la pace, della scelta della nonviolenza, della difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della biosfera unica casa comune dell'intera umanita'.

 

24. IL "CENTRO STUDI FRANCESCO SAVERIO MERLINO" ED IL SUO SITO INTERNET WWW.CENTROSTUDIFSMERLINO.ORG

 

Sorto nel settembre 2012 per iniziativa di Gianpiero Landi, il "Centro studi Francesco Saverio Merlino" e' dedicato al pensiero e all'opera del grande pensatore e militante del socialismo libertario (1856-1930). Ha sede a Castel Bolognese (in provincia di Ravenna), citta' in cui si trova anche la preziosa "Biblioteca libertaria Armando Borghi".

Cura anche un sito internet di grande valore ed interesse in cui si trovano molti utili materiali di e su Merlino (tra cui interi libri), e di e su Aldo Venturini (1900-1995), luminosa figura di studioso e di educatore, che fu discepolo e collaboratore di Luigi Fabbri e che di Merlino, del suo pensiero e della sua opera, e' stato infaticabile studioso, divulgatore e continuatore. E' un sito che invitiamo caldamente a visitare: www.centrostudifsmerlino.org

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 486 del 5 ottobre 2013

 

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