[News] Nonviolenza. Femminile plurale. 483



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 483 del 2 ottobre 2013

 

In questo numero:

1. Due ottobre: due anniversari, un compito ineludibile

2. Verso lo sciopero delle donne il 25 novembre

3. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

 

1. REPETITA IUVANT. DUE OTTOBRE: DUE ANNIVERSARI, UN COMPITO INELUDIBILE

[Riproponiamo il seguente intervento]

 

Il 2 ottobre sono nati Mohandas Gandhi e Claude Eatherly, l'uno nel 1869, l'altro nel 1918.

Gandhi e' il fondatore della nonviolenza politica dei tempi moderni, ed uno dei piu' grandi benefattori dell'umanita'.

Eatherly e' per antonomasia "il pilota di Hiroshima", che dopo aver partecipato come ufficiale dell'aviazione militare statunitense al bombardamento del 6 agosto 1945 seppe riflettere su cosa era accaduto, ne fu sconvolto fino al crollo psichico, ed attraverso la relazione epistolare e l'amicizia con il filosofo Guenther Anders divenne poi un consapevole testimone dell'orrore della guerra ed un fermo ammonitore dell'umanita' al dovere della pace.

Nelle figure di Gandhi e di Eatherly si compendia la questione decisiva del secolo tragico appena trascorso, e trova concreta espressione l'alternativa abissale che si e' aperta dinanzi all'umanita'.

Il giovane militare rispettoso degli ordini ricevuti Claude Robert Eatherly si trovo' coinvolto in uno dei piu' gravi crimini contro l'umanita', e in un passaggio epocale della storia umana: l'inizio dell'epoca in cui, per dirla con Guenther Anders, "possiamo trasformare in qualunque momento ogni luogo, anzi la terra intera, in un'altra Hiroshima" (sono parole del primo paragrafo di quel testo fondamentale che sono le "Tesi sull'eta' atomica", un breve saggio - disponibile anche nella rete telematica - che ogni persona dovrebbe aver letto).

Mohandas Karamchand Gandhi capi' subito questa novita' epocale, e lo scrisse piu' volte con impareggiabile chiarezza (ad esempio in un suo testo pubblicato su "Harijan" il 7 luglio 1947 - e riprodotto a conclusione di Teoria e pratica della nonviolenza, la fondamentale antologia gandhiana curata da Giuliano Pontara per i lettori italiani - che contiene riflessioni tanto acute quanto capitali).

Gandhi ed Eatherly testimoniano la necessita' e l'urgenza che l'umanita' ripudi per sempre la guerra e le uccisioni, e scelga la nonviolenza.

Sembra impossibile che dopo Auschwitz ed Hiroshima l'umanita' possa aver proseguito sulla via della violenza, quando era ormai a tutti evidente - e lo scrissero di li' a  poco con parole definitive Bertrand Russell ed Albert Einstein nel loro indimenticabile accorato appello - che era ormai in pericolo l'esistenza stessa del genere umano; invece un secolo si e' concluso ed un altro e' cominciato e ci troviamo ancora a questo bivio: se scegliere la nonviolenza e salvare l'umanita' dall'autodistruzione, o proseguire nella violenza a rischio (un rischio che diventa certezza ogni giorno di piu') di distruggere l'umanita' e la biosfera.

Non dovrebbero esservi dubbi su quale sia la scelta giusta. Ma tragicamente i poteri dominanti persistono nella via che porta alla catastrofe.

Il 2 ottobre, che l'Onu ha opportunamente voluto eleggere a Giornata internazionale della nonviolenza, ci convoca ad un impegno persuaso e corale, ineludibile ed urgente: far cessare le guerre; cessare di produrre armi e smantellare gli arsenali esistenti; smilitarizzare i conflitti, i territori, le societa', le culture, i vissuti. Riconoscere che vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; e riconoscere quindi il dovere dell'universale solidarieta', della comune responsabilita' per il bene comune. Scegliere la pace che salva le vite; scegliere la difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della biosfera; scegliere la nonviolenza che sola puo' salvare l'umanita'.

 

2. INIZIATIVE. VERSO LO SCIOPERO DELLE DONNE IL 25 NOVEMBRE

[Riproponiamo il seguente intervento delle promotrici della proposta dllo sciopero delle donne contro la violenza femminicida, intervento che abbiamo ricevuto alcuni giorni fa dal centro interculturale "Trama di Terre" (per contatti: info at tramaditerre.org)]

 

Carissime tutte (carissimi tutti),

dopo la pagina fb ora e' attivo e visibile anche il sito http://scioperodonne.wordpress.com/, sul quale troverete l'appello e la lista delle adesioni, i link ai giornali e ai siti che riferiscono dello Sciopero, ma anche riflessioni e contributi che riteniamo interessanti per tutt@.

Per quanto riguarda l'organizzazione dello Sciopero, abbiamo aperto la pagina "Le iniziative, citta' per citta'", file che aggiorneremo via via che arriveranno le info sulle manifestazioni/iniziative organizzate nei territori. Pensiamo che la pagina sia utile anche per mettere in contatto gruppi e singole persone. A questo proposito, l'indirizzo mail cui scrivere e': organizza.scioperodonne at gmail.com

Diffondete, diffondete e fateci sapere cosa si muove nelle vostre citta'.

Sulla homepage c'e' quello che consideriamo il nostro manifesto, "Le parole che vogliamo", che vi riportiamo anche qui di seguito.

A presto,

Barbara, Adriana e Tiziana

*

Le parole che vogliamo

Una donna uccisa ogni due giorni non e' una questione di ordine pubblico, ma una ferita aperta nella societa' civile. Lucia, Antonella, Maria Grazia, tanto per citare le ultime della lista, sono state ammazzate dall'ex fidanzato, dal marito e dal compagno nei giorni successivi al decreto varato dal governo il 9 agosto scorso. La prova che misure soltanto repressive non sono la soluzione del problema perche' il femminicidio non ha natura emergenziale ma sistemica. Per questo occorrono, e con urgenza, iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, finanziamenti ai centri antiviolenza, campagne istituzionali e mediatiche che mettano al bando ogni giustificazione e sottovalutazione del fenomeno. E che, soprattutto, favoriscano la percezione delle donne non come vittime e soggetti deboli bisognosi di tutele, ma persone a tutto tondo da sostenere contro antiche imposizioni patriarcali, in grado di autodeterminarsi e scegliere liberamente il proprio modo di vivere.

Per questo rilanciamo con ancora piu' fermezza l'appello allo Sciopero delle donne per il 25 novembre prossimo, convinte che solo un'azione forte possa indurre il nostro Paese a una riflessione seria sulle relazioni tra i generi, sul potere e le sue dinamiche di sopraffazione.

Uno Sciopero generale e generalizzato contro il femminicidio per ridare peso alla politica delle donne, riprendere in mano le pratiche e i percorsi dei femminismi che in questi anni hanno lavorato sulle molteplici forme della violenza e dare un segnale chiaro e inequivocabile riconoscendo che solo una cultura antirazzista, antifascista e non sessista puo' produrre un nuovo modo di pensare e vivere le relazioni fra i sessi.

Uno Sciopero che afferma un nesso imprescindibile fra lavoro/cura/precarieta'/reddito, rivendica la maternita' come una scelta, rifiuta il ricatto delle dimissioni in bianco e afferma che anche la salute del corpo delle donne e' un diritto che non puo' essere in balia di ideologiche e strumentali obiezioni.

Uno Sciopero che chiede che non venga mai meno il rispetto per le differenze, la laicita' dello Stato e la lotta contro tutti i fondamentalismi etici, religiosi e politici e che chiede piena cittadinanza per le donne migranti che vivono nel nostro Paese in nome di una cultura laica dell'accoglienza, della condivisione e della solidarieta'.

Uno Sciopero che pretende dalle istituzioni, dai mass media e dalla societa' tutta che si facciano carico della quotidiana ed inesorabile furia omicida contro le donne che non accenna neanche per un giorno a fermarsi perche' frutto di una cultura violenta e sessista.

Uno Sciopero, infine, come azione profondamente politica, la sola che puo' restituire il diritto alla felicita' che tutt@ ci meritiamo.

Aderisci allo Sciopero delle donne e degli uomini, per un mondo piu' giusto ed eguale da consegnare alle future generazioni.

Manda mail con nome cognome citta' a scioperodonne2013 at gmail.com

 

3. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcuni mesi fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

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Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

*

Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 483 del 2 ottobre 2013

 

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