Nonviolenza. Femminile plurale. 467



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 467 del 16 settembre 2013

 

In questo numero:

1. Verso lo sciopero delle donne il 25 novembre

2. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

3. Segnalazioni librarie

4. Alcuni testi del mese di agosto 2013 (parte terza)

5. Solo la nonviolenza

6. Nell'anniversario della nascita di Colin Ward

7. La guerra, gli eserciti, le armi

8. La piu' stupida di tutte le cose

9. Il punto di partenza

10. Nella vicenda egiziana

11. Per l'anniversario della nascita di Riccardo Lombardi

12. Fermare la guerra e le stragi

13. Contro la guerra un appello al parlamento

14. Contrastare la violenza maschilista e patriarcale

15. Minima agenda

16. Nell'anniversario della nascita di Elsa Morante

17. Fernanda Pivano, quattro anni dopo

18. Opporsi alla guerra e alle stragi

19. Il punto

20. A Viterbo un incontro di riflessione con il professor Osvaldo Ercoli

 

1. INIZIATIVE. VERSO LO SCIOPERO DELLE DONNE IL 25 NOVEMBRE

[Riproponiamo il seguente intervento delle promotrici della proposta dllo sciopero delle donne contro la violenza femminicida, intervento che abbiamo ricevuto alcuni giorni fa dal centro interculturale "Trama di Terre" (per contatti: info at tramaditerre.org)]

 

Carissime tutte (carissimi tutti),

dopo la pagina fb ora e' attivo e visibile anche il sito http://scioperodonne.wordpress.com/, sul quale troverete l'appello e la lista delle adesioni, i link ai giornali e ai siti che riferiscono dello Sciopero, ma anche riflessioni e contributi che riteniamo interessanti per tutt@.

Per quanto riguarda l'organizzazione dello Sciopero, abbiamo aperto la pagina "Le iniziative, citta' per citta'", file che aggiorneremo via via che arriveranno le info sulle manifestazioni/iniziative organizzate nei territori. Pensiamo che la pagina sia utile anche per mettere in contatto gruppi e singole persone. A questo proposito, l'indirizzo mail cui scrivere e': organizza.scioperodonne at gmail.com

Diffondete, diffondete e fateci sapere cosa si muove nelle vostre citta'.

Sulla homepage c'e' quello che consideriamo il nostro manifesto, "Le parole che vogliamo", che vi riportiamo anche qui di seguito.

A presto,

Barbara, Adriana e Tiziana

*

Le parole che vogliamo

Una donna uccisa ogni due giorni non e' una questione di ordine pubblico, ma una ferita aperta nella societa' civile. Lucia, Antonella, Maria Grazia, tanto per citare le ultime della lista, sono state ammazzate dall'ex fidanzato, dal marito e dal compagno nei giorni successivi al decreto varato dal governo il 9 agosto scorso. La prova che misure soltanto repressive non sono la soluzione del problema perche' il femminicidio non ha natura emergenziale ma sistemica. Per questo occorrono, e con urgenza, iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, finanziamenti ai centri antiviolenza, campagne istituzionali e mediatiche che mettano al bando ogni giustificazione e sottovalutazione del fenomeno. E che, soprattutto, favoriscano la percezione delle donne non come vittime e soggetti deboli bisognosi di tutele, ma persone a tutto tondo da sostenere contro antiche imposizioni patriarcali, in grado di autodeterminarsi e scegliere liberamente il proprio modo di vivere.

Per questo rilanciamo con ancora piu' fermezza l'appello allo Sciopero delle donne per il 25 novembre prossimo, convinte che solo un'azione forte possa indurre il nostro Paese a una riflessione seria sulle relazioni tra i generi, sul potere e le sue dinamiche di sopraffazione.

Uno Sciopero generale e generalizzato contro il femminicidio per ridare peso alla politica delle donne, riprendere in mano le pratiche e i percorsi dei femminismi che in questi anni hanno lavorato sulle molteplici forme della violenza e dare un segnale chiaro e inequivocabile riconoscendo che solo una cultura antirazzista, antifascista e non sessista puo' produrre un nuovo modo di pensare e vivere le relazioni fra i sessi.

Uno Sciopero che afferma un nesso imprescindibile fra lavoro/cura/precarieta'/reddito, rivendica la maternita' come una scelta, rifiuta il ricatto delle dimissioni in bianco e afferma che anche la salute del corpo delle donne e' un diritto che non puo' essere in balia di ideologiche e strumentali obiezioni.

Uno Sciopero che chiede che non venga mai meno il rispetto per le differenze, la laicita' dello Stato e la lotta contro tutti i fondamentalismi etici, religiosi e politici e che chiede piena cittadinanza per le donne migranti che vivono nel nostro Paese in nome di una cultura laica dell'accoglienza, della condivisione e della solidarieta'.

Uno Sciopero che pretende dalle istituzioni, dai mass media e dalla societa' tutta che si facciano carico della quotidiana ed inesorabile furia omicida contro le donne che non accenna neanche per un giorno a fermarsi perche' frutto di una cultura violenta e sessista.

Uno Sciopero, infine, come azione profondamente politica, la sola che puo' restituire il diritto alla felicita' che tutt@ ci meritiamo.

Aderisci allo Sciopero delle donne e degli uomini, per un mondo piu' giusto ed eguale da consegnare alle future generazioni.

Manda mail con nome cognome citta' a scioperodonne2013 at gmail.com

 

2. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcuni mesi fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

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Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

*

Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

3. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Janina Bauman, Inverno nel mattino. Una ragazza nel ghetto di Varsavia, Il Mulino, Bologna 1994, pp. 280.

- Janina Bauman, Un sogno di appartenenza. La mia vita nella Polonia del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 1997, pp. 252.

 

4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2013 (PARTE TERZA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2013.

 

5. SOLO LA NONVIOLENZA

 

Solo la nonviolenza si oppone adeguatamente alla violenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI COLIN WARD

 

Si e' svolto la sera di mercoledi' 14 agosto 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Colin Ward, di cui ricorreva l'anniversario della nascita avvenuta il 14 agosto 1924.

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Colin Ward (1924- 2010) e' stato uno straordinario militante, pensatore, educatore e saggista anarchico. Tra le opere di Colin Ward: Anarchy in Action, Allen & Unwin 1973, Freedom Press 1988 (trad. it.: Anarchia come organizzazione, Antistato, Milano, 1976 e ried. Eleuthera 2006); Streetwork: The Exploding School, con Anthony Fyson, Routledge 1973; (a cura di), Vandalism, Architectural Press 1973; Utopia, Penguin 1974; Tenants take Over, Architectural Press 1976; Work, Penguin Education 1978; Violence, Penguin Education 1979; Housing: An anarchist approach, Freedom Press 1983; (a cura di), British School buildings: Desing & Appraisals, Architectural Press 1977; The Children in the City, Architectural Press 1979; Penguin 1994 (trad. it.: Il bambino e la citta', L'Ancora del Mediterraneo 2000); (con Dennis Hardy), Arcadia for All: the Legacy of a Makeshift Landscape, Mansell 1986; When we Build Again, Lets have Housing That Works, Pluto Press 1985; (con Dennis Hardy), Goodnight Campers! The History of the British Holiday Camp, Mansell 1986; Chartres: the Making of a miracle, Folio Society 1986; (a cura di), A Decade Of Anarchy, selezione del mensile "Anarchy" 1961-1970, Freedom Press 1987; (con David Crouch), The Allotment: Its landscape & culture, Faber & Faber 1988; The Child in the Country, Hale 1988; Bedford Square Press 1990; Welcome Thinner City, Bedford Square Press 1989; (con Ruth Rendell), Underminig The Central Line, Chatto & Windus 1989; Talking Houses, Freedom press 1990; (con Tim Ward), Images of Childhood, Sutton 1991 (trad. it.: Dopo l'automobile, Eleuthera 1997); Influences: Voices Of Creative Dissent, Green Books 1992; New Town, Home Town: The Lessons of Experience, Gulbenkian Foundation 1993; Talking Schools, Freedom Press 1995; Reflected in Water, Cassel 1997 (trad. it: Acqua e comunita', Eleuthera 2003); (a cura di D. Goodway), Conversazioni con Colin Ward Eleuthera 2003; Anarchism, Oxford up 2004 (trad. it.: L'Anarchia, Eleuthera 2008). Alcuni materiali di e su Colin Ward sono nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 236 e 654-657 e in "Coi piedi per terra" n. 276.

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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi del grande militante e pensatore libertario.

Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha messo in rilievo lo straordinario contributo di idee, di analisi e di progettualita' che Colin Ward ha dato a tutte le persone e tutti i movimenti consapevoli della situazione presente ed impegnati per la dignita' umana, per l'umana liberazione, per la difesa della biosfera: sia sul piano della definizione dell'orizzonte concettuale, sia sul piano delle analisi e delle proposte concrete, Colin Ward ha elaborato e messo a disposizione preziosi strumenti critici ed interpretativi, adeguati progetti e modalita' d'intervento, coerenti prefigurazioni e modelli orientativi.

Nell'impegno militante, culturale e fin organizzativo, come nella personale testimonianza e nella costruzione di relazioni di solidarieta' e di lavoro comune per il bene comune, come nel lavoro teorico e progettuale, Colin Ward e' - come molti altri pensatori e militanti anarchici, da Kropotkin a Luce Fabbri a Murray Bookchin - uno dei maestri autentici e maggiori della nonviolenza in cammino.

 

7. LA GUERRA, GLI ESERCITI, LE ARMI

 

La guerra, gli eserciti, le armi servono a uccidere gli esseri umani.

Noi siano gli esseri umani.

Il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto di non essere ucciso.

 

8. LA PIU' STUPIDA DI TUTTE LE COSE

 

Un essere umano che ne uccide un altro.

 

9. IL PUNTO DI PARTENZA

 

Il punto di partenza per capire il segno e la direzione di tutti i processi di trasformazione sociale e' il seguente: i diritti delle donne.

Cio' che accresce i diritti delle donne, cio' che contrasta la violenza maschilista e patriarcale, questo e' positivo.

Cio' che non migliora la condizione delle donne, cio' che non contrasta la violenza maschilista e patriarcale, questo e' negativo.

La nonviolenza sa di essere in cammino solo quando e' in cammino il movimento di liberazione delle donne.

 

10. NELLA VICENDA EGIZIANA

 

Nella vicenda egiziana (e non solo in essa) questo in primo luogo va detto: che uccidere e' sempre un crimine contro l'umanita'.

Pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti; riconoscimento, difesa e promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Ogni militarismo, ogni fondamentalismo, ogni totalitarismo, ogni fascismo comunque camuffato, sono nemici dell'umanita'.

Il solo punto di vista adeguato e' il punto di vista del movimento di liberazione delle donne.

La sola azione adeguata e' quella che contrasta la violenza maschilista e patriarcale, e' quella che salva le vite, e' quella che riconosce la dignita' e l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' in cammino con volto e con voce di donna.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. PER L'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI RICCARDO LOMBARDI

 

Si e' svolto la mattina di venerdi' 16 agosto 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Riccardo Lombardi nell'anniversario della nascita del grande combattente antifascista e dirigente della sinistra italiana.

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Riccardo Lombardi, nato a Regalbuto il 16 agosto 1901 e deceduto a Roma il 18 settembre 1984, antifascista, dirigente di "Giustizia e liberta'" e del Partito d'Azione, fu uno dei piu' importanti dirigenti della Resistenza; all'indomani della Liberazione fu prefetto di Milano, ministro dal dicembre '45 al giugno '46, costituente, parlamentare, dirigente della sinistra socialista, sostenitore di politiche pubbliche programmatrici ed orientate a cruciali riforme di struttura, oppositore intransigente dell'autoritarismo e della corruzione, difensore altrettanto intransigente dei diritti civili, sociali, umani; una delle figure piu' limpide ed acute, piu' concrete e coerenti, della sinistra italiana e del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' e la difesa della civilta' e della biosfera. Un'ampia raccolta di suoi interventi e' in: Scritti politici, Marsilio, Venezia 1978, 2 voll.

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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi lombardiani.

Per noi che ne serbiamo memoria, ha detto il responsabile della struttura nonviolenta viterbese concludendo la commemorazione, Riccardo Lombardi non e' solo una figura ormai pressoche' leggendaria, ma e' stato e resta un modello di militanza politica nel movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi; di militanza pensante, sempre impegnata nell'analisi concreta della situazione concreta, nell'individuazione dell'azione necessaria ed insieme possibile, in una visione complessa e conflittuale che unisce nei nessi riforme-rivoluzione, democrazia-socialismo, movimento-istituzioni, pianificazione-autogestione, politica-cultura, conflitto-consenso, convergenza-alternativa, unita'-autonomia, elementi che in altre elaborazioni e prassi venivano invece separati e contrapposti, e con cio' stesso condannati all'inefficacia, alla deriva o al fallimento piu' tragico.

Lombardi univa il rigore morale e intellettuale al coraggio e alla generosita' personale; era intransigente ed insieme concreto: non gli bastava proclamare la giustizia, voleva realizzarla praticamente. Era l'esempio di una sinistra capace di pensare non solo in astratto ma progettualmente, capace di fare le cose, capace di pensarsi e mettersi alla prova - ove le condizioni oggettive e la viva lotta trasformatrice ne aprissero i varchi - come governo popolare, pianificazione socialista, conflitto costruttivo ed egemonia culturale; una sinistra capace di pensarsi e mettersi alla prova come forza di direzione del paese e delle sue energie piu' vive e delle sue esigenze piu' profonde, sia dal governo che dall'opposizione; capace di programmazione, di avviare la trasformazione strutturale riforma per riforma, di far crescere insieme la coscienza di classe e la capacita' di governo del movimento delle oppresse e degli oppressi, in un percorso di liberazione, di responsabilita' e di solidarieta', tanto sul versante politico e sociale quanto sul versante esistenziale e culturale.

Lombardi - come molte altre grandi figure della sinistra italiana, da Gramsci a Basso, da Ingrao a Trentin - aveva la capacita' di un pensiero politico non subalterno: un pensiero che nel vivo e alla guida della lotta recava la progettualita' della societa' avvenire, e che di quella societa' avvenire coglieva e costruiva nella situazione presente elementi e condizioni, a tal fine usando una variegata e coerente molteplicita' di strumenti teorici e pratici, in un fecondo rapporto prassi-teoria-prassi, in una vitale dialettica tra esperienze e riflessioni.

Molte delle idee e delle proposte lombardiane costituiscono utilissimi segmenti di analisi ed appelli all'azione per l'oggi.

Si veda ad esempio il ragionamento sul disarmo svolto nell'intervento al XXXV congresso del Psi nel 1963 (ora col titolo "Le riforme di struttura come via democratica al socialismo" in Riccardo Lombardi, Scritti politici, vol. I, pp. 395-415); dice Lombardi: "... io vi ricordo, compagni, che il disarmo non e' una modesta operazione tecnica, e' tutta una politica. Io da dieci anni, modestamente, in tutte le sedi, nazionali e internazionali, mi affanno a dimostrare che il disarmo, anche limitato, e' un'operazione rivoluzionaria, non gia' solo perche' implica un contributo importante alla pace, ma perche' se si arriva a un disarmo, anche limitato, cio' implica necessariamente la trasformazione dei rapporti di potere, della struttura economica..." (ivi, p. 410).

O si veda quanto diceva nel 1976: "Sottolineo un altro elemento di crisi individuato nel crescente indebitamento che tende ad annullare la 'profittabilita'' del settore industriale anche quando in assoluto i profitti sono rilevanti (perche' essi vengono assorbiti dal settore finanziario). Cio' che emerge dunque e' la necessita' di uscire dal sistema capitalistico, giacche' la crisi economica non si puo' superare in modo durevole se non gestendo il sistema in modo completamente diverso, sulla base di tre principi fondamentali: a) una nuova distribuzione del lavoro (tutti debbono lavorare, ciascuno per minore tempo); b) una perequazione drastica dei redditi; c) una revisione drastica del modo di produrre e del modo di consumare, rinunciando a un'economia di spreco. Un programma di questa natura, che richiede una fortissima tensione politica e morale, puo' essere affrontato solo dalle forze di sinistra, nel contesto di una rigorosa strategia dell'alternativa" (dal discorso al XL congresso del Psi del 1976, ora col titolo "La strategia dell'alternativa socialista", in Idem, op. cit., II, pp. 267-272, il passo cit. e' a p. 269).

E metterebbe conto di svolgere un'analisi puntuale ad esempio del suo intervento su "La sinistra e le tendenze del capitalismo" tenuto a un convegno del settembre '69, in cui Lombardi svolge riflessioni assai acute che direttamente ci riguardano (l'intervento, col titolo "Sinistra italiana e tendenze del capitalismo", e' ora in Idem, op. cit, II, pp. 125-146).

E sarebbe interessante sottolineare la dimensione internazionale e il respiro culturale del pensiero di Riccardo Lombardi, il suo essere in stretta relazione con le lotte piu' vive del tempo suo - bastera' ricordare il suo sostegno alle lotte anticoloniali ed antimperialiste - e con le correnti e le figure piu' vivaci della sinistra politica ed intellettuale sia di governo che di opposizione, istituzionale e sociale, ad esempio anche l'Andre' Gorz che scrivera' cose fondamentali su lavoro ed ecologia che sono alla base di tanta parte del dibattito e dell'elaborazione attuale nei movimenti altermondialisti e nonviolenti; ad esempio il gruppo di "Socialisme ou barbarie", le cui analisi a distanza di anni restano decisive; ma anche l'attenzione a Sartre e alla sua rivista, ed al gruppo di "Esprit".

Ed ovviamente occorrerebbe mettere in rilievo anche il suo rapporto critico e creativo con i "classici del marxismo" (e qui si potrebbe ricordare anche quella schermaglia incandescente con Rodolfo Morandi); con quell'attenzione particolare per Rosa Luxemburg (attenzione che come tutti sanno fu propria di gran parte della sinistra socialista, e massimamente di Lelio Basso che tanto ha contribuito agli studi luxemburghiani); bastera' anche qui una citazione puntuale: quando rivolgendosi ai giovani del '68 e dell'autunno caldo nel citato convegno del '69 cosi' li esortava: "Varrebbe proprio la pena di far conoscere ai giovani cio' che scrisse Rosa Luxemburg sul rapporto fra maggioranza parlamentare e maggioranza rivoluzionaria" (ivi, p. 140) - e su molti altri argomenti, aggiungeremmo.

Riccardo Lombardi e' uno dei punti di riferimento della nonviolenza in cammino oggi in Italia; un punto di riferimento per tutte le persone amiche della nonviolenza che siano consapevoli della natura strutturale della crisi economica, sociale, politica e culturale, e che si pongano quindi il compito ineludibile di mettarsi alla prova nella costruzione del movimento e del programma (e delle alleanze, e dell'egemonia) necessari per addivenire al piu' presto a un governo del paese che realizzi con metodi pienamente democratici le riforme di struttura socialiste assolutamente indispensabili.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Nel nome e nel ricordo di Riccardo Lombardi le persone partecipanti all'incontro hanno espresso pieno sostegno alle varie iniziative di pace, di solidarieta' e per i diritti in cui il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e' particolarmente impegnato in questo periodo. In primo luogo all'iniziativa contro i cacciabombardieri F-35; all'iniziativa per la cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan; all'appello allo sciopero delle donne contro il femminicidio, ed alla richiesta che siano immediatamente concretamente realizzate tutte le iniziative adeguate contro la violenza sulle donne previste dalla Convenzione di Istanbul recentemente ratificata all'unanimita' dal parlamento italiano; all'impegno affinche' siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti (ed in particolare affinche' sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e all'articolo 10 afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Cessi la persecuzione dei migranti. Sia abolito il cosiddetto "reato di clandestinita'". Siano aboliti i campi di concentramento. Siano abolite le deportazioni. Cessi la schiavitu'. Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune. Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia. Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste. Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid).

I partecipanti all'incontro hanno altresi' espresso profonda gratitudine e persuasa solidarieta' alla ministra Cecile Kyenge e pieno sostegno al suo impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani. Ugualmente hanno espresso gratitudine e solidarieta' anche alla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, e formulato l'auspicio che essa possa essere la prossima Presidente della Repubblica.

 

12. FERMARE LA GUERRA E LE STRAGI

 

Solo la nonviolenza puo' fermare la guerra e le stragi.

La nonviolenza: che si batte per il disarmo a tutti i livelli.

La nonviolenza: che si batte per l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, delle istituzioni, della societa'.

La nonviolenza: che difende in modo concreto e coerente la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

La nonviolenza: che sa che una stessa crisi e' quella economica e quella ecologica, che sa che solo se si difende la biosfera si difendono i diritti umani, e solo se si difendono i diritti umani si difende la biosfera.

La nonviolenza: la cui corrente calda e' il movimento di liberazione delle donne.

La nonviolenza: che sa che vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune di tutti gli esseri umani.

Pace, disarmo, smilitarizzazione. Tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani. Giustizia sociale e difesa della biosfera. Responsabilita' per il mondo.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

13. CONTRO LA GUERRA UN APPELLO AL PARLAMENTO

 

Esprimiamo la nostra piena condivisione e il nostro totale sostegno all'appello al Parlamento affinche' legiferi l'immediata cessazione della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan. Troppe persone sono gia' state uccise. La guerra e' sempre nemica dell'umanita'. La legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica Italiana, lapidariamente ed inquivocabilmente afferma che "L'Italia ripudia la guerra". Solo la pace salva le vite.

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Gentili senatrici, gentili senatori,

gentili deputate, gentili deputati,

vi chiediamo un impegno per la cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan.

Vi chiediamo un impegno affinche' l'Italia cessi di essere coinvolta nella guerra e nelle stragi di cui la guerra consiste.

Vi chiediamo un impegno affinche' l'Italia si adoperi per far cessare la guerra.

Vi chiediamo un impegno per salvare le vite.

La guerra consiste di uccisioni.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Distinti saluti,

Il comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo ed ha salvato il Bulicame, e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 17 agosto 2013

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Il comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti ha promosso e guidato dal 2007 la vittoriosa mobilitazione popolare che ha difeso la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame di dantesca memoria dalla minaccia di una illegale ed irreversibile devastazione. Il comitato e' nato da una lettera aperta di Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", ed e' animato da alcune delle piu' stimate personalita' dell'impegno morale e civile nell'Alto Lazio, come il professor Osvaldo Ercoli ed il professor Alessandro Pizzi; ne e' portavoce la dottoressa Antonella Litta, che e' anche figura di riferimento in Italia dell'impegno per la salubrita' delle acque; tra i suoi fondatori anche il compianto Alfio Pannega (1925-2010), luminoso maestro di dignita', simbolo indimenticabile della Viterbo popolare, antifascista e solidale.

 

14. CONTRASTARE LA VIOLENZA MASCHILISTA E PATRIARCALE

 

E' il primo dovere di ogni persona decente.

E' la prima necessita' dell'umanita' intera.

 

15. MINIMA AGENDA

 

Fermare la guerra e le stragi: pace, disarmo, smilitarizzazione.

Contrastare la violenza maschilista e patriarcale.

Opporsi al razzismo.

Fermare il disastro ambientale.

Cacciare definitivamente la destra golpista e criminale dal governo di questo paese.

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Dopo la condanna definitiva del padrone e demiurgo della destra golpista e criminale, siano immediatamente allontanati i suoi manutengoli e caudatari dal governo; si dimetta il governo, si sciolgano le Camere, si torni alle urne.

E si presenti al voto una coalizione unitaria dell'intero fronte antifascista democratico per sconfiggere definitivamente la destra golpista e criminale. E cuore della coalizione unitaria dell'intero fronte antifascista democratico sia la sinistra della nonviolenza: la sinistra femminista ed ecologista, socialista e libertaria, del movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi, del programma dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera.

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Come e' scritto nella carta programmatica del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini: "Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo".

 

16. NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI ELSA MORANTE

 

Si e' svolto la mattina di domenica 18 agosto 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Elsa Morante, una delle scrittrici maggiori del Novecento italiano, nell'anniversario della nascita avvenuta il 18 agosto 1912.

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Elsa Morante (1912-1985) e' stata una delle piu' grandi scrittrici italiane del Novecento. Opere di Elsa Morante: segnaliamo almeno Il gioco segreto, Garzanti, Milano 1941; Menzogna e sortilegio, Einaudi, Torino 1948; L'isola di Arturo, Einaudi, Torino 1957; Alibi, Longanesi, Milano 1958; Lo scialle andaluso Einaudi, Torino 1963; Il mondo salvato dai ragazzini, Einaudi, Torino 1968; La storia, Einaudi, Torino 1974; Aracoeli, Einaudi, Torino 1982. Si veda anche almeno Pro o contro la bomba atomica e altri scritti, Adelphi, Milano 1987; "Piccolo manifesto" e altri scritti, Linea d'ombra, Milano 1988; ed anche Le straordinarie avventure di Caterina, Einaudi, Torino 1959. Un'edizione in due volumi delle Opere e' apparsa presso Mondadori, Milano 1988. Opere su Elsa Morante: segnaliamo almeno Carlo Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, Mursia, Milano 1972; Gianni Venturi, Elsa Morante, La Nuova Italia, Firenze 1977; Goffredo Fofi, Adriano Sofri (a cura di), Festa per Elsa, Sellerio, Palermo 2011. Cfr. anche l'ampio saggio riportato nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 549.

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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi in versi e in prosa della grande scrittrice.

Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha messo in rilievo l'appassionato e generoso impegno di Elsa Morante: l'amore per gli umiliati e offesi, i diversi, gli emarginati; l'opposizione ad ogni potere violento, all'ingiustizia sociale, a tutte le forme di sfruttamento, oppressione, persecuzione, denegazione di dignita'. Un'opera come La storia e' una denuncia indimenticabile della guerra e della violenza; Il mondo salvato dai ragazzini e' forse il gioiello del '68 italiano, testimonianza convulsa di un dolore inestinguibile ed insieme un piccolo manuale di meditazione e di proposta politica nonviolenta; e da Menzogna e sortilegio fino ad Aracoeli l'intero arco della sua opera narrativa maggiore configura non solo una testimonianza storica ed un fare artistico e linguistico preziosi e irrinunciabili, ma anche un riflettere e un lottare - con le armi della poesia, pasolinianamente - su decisive questioni esistenziali, sociali, politiche, antropologiche, le questioni che ancora ci arrovellano, le questioni su cui si qualifica e si decide il pensare e l'agire della nonviolenza in cammino, la lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera. Elsa Morante e' ancora una nostra compagna di lotta. Anche nel suo ricordo e alla sua scuola ed in suo nome la nonviolenza e' in cammino.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso pieno sostegno alle varie iniziative di pace, di solidarieta' e per i diritti in cui il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e' particolarmente impegnato in questo periodo (...)

 

17. FERNANDA PIVANO, QUATTRO ANNI DOPO

 

Quattro anni fa, il 18 agosto 2009, scompariva Fernanda Pivano, amica della nonviolenza, una delle figure piu' belle e vivaci della cultura civile dell'Italia del Novecento; educatrice alla pace, al rispetto della dignita' propria ed altrui e all'universale solidarieta', all'amore per il mondo vivente; capace di far incontrare e fecondamente dialogare e convivere esperienze diverse, costruttrice di ponti e portatrice di memoria, recando a convergenza nella sua concreta prassi e riflessione attivita' artistica e culturale, teoria ed interpretazione estetica e sociologica, impegno morale e civile, esempio luminoso di kalokagathia; non solo intellettuale, non solo testimone, ma militante concretamente impegnata nella lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera, nella scelta limpida e persuasa della nonviolenza.

Nel quarto anniversario della scomparsa la ricordiamo con ammirazione, stima e affetto che non si estingue.

La nonviolenza e' in cammino.

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Fernanda Pivano, intellettuale italiana (Genova 1917 - Milano 2009) impegnata nei movimenti per i diritti civili, studiosa della cultura americana e personalmente intensamente partecipe delle piu' rilevanti esperienze di impegno civile, artistiche, letterarie e culturali nordamericane novecentesche (e particolarmente di quelle legate alla cultura ed alla militanza democratica e radicale, pacifista ed antirazzista, di opposizione e di contestazione, ed agli stili di vita alternativi), generosa maestra, amica della nonviolenza. Tra le opere di Fernanda Pivano: oltre a numerose e giustamente celebri traduzioni (tra cui la classica versione dell'Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters; la stupenda raccolta di poesie di Allen Ginsberg, Jukebox all'idrogeno; la fondamentale antologia Poesia degli ultimi americani), ha pubblicato tra altri volumi: La balena bianca e altri miti, 1961; America rosso e nera, 1964; Le belle ragazze, 1965; L'altra America negli anni Sessanta, 1971; "Pianeta Fresco", 1967; Beat hippie yippie, 1972, Mostri degli anni Venti, 1976, C'era una volta il beat, 1976, Hemingway, 1985. Dal sito di "Rai news 24" riprendiamo la seguente scheda: "Ferdinanda Pivano e' una figura di rilievo nella scena culturale italiana soprattutto per il suo contributo alla divulgazione della letteratura americana in Italia. Ha iniziato l'attivita' letteraria sotto la guida di Cesare Pavese nel 1943 con la traduzione dell'Antologia di Spoon River di Edgard Lee Masters. Da allora ha tradotto molti romanzieri americani (fra gli altri Faulkner, Hemingway, Fitzgerald, Anderson, Gertrude Stein) e a quasi tutte le traduzioni ha preposto lunghi saggi bio-socio-critici. Come talent scout editoriale ha suggerito la pubblicazione degli scrittori contemporanei piu' significativi d'America, da quelli citati degli Anni Venti e a quelli del dissenso nero (come Richard Wright) ai protagonisti del dissenso nonviolento degli anni Sessanta (quali Ginsberg, Kerouac, Burroughs, Ferlinghetti, Corso) agli autori ora giovanissimi quali Leavitt, McInerney, Ellis (per il quale ha scritto un lungo saggio che costituisce una breve storia del minimalismo letterario americano). Si e' presto affermata come saggista confermando in Italia un metodo critico basato sulla testimonianza diretta, sulla storia del costume e sull'indagine storico-sociale degli scrittori e dei fenomeni letterari. Opere di Fernanda Pivano: La balena bianca e altri miti, Mondadori, 1961, Il Saggiatore, 1995; America rossa e nera, Vallecchi, 1964; Beat hippie yippie, Arcana, 1972, Bompiani, 2004; Mostri degli anni Venti, Formichiere, 1976, Rizzoli, 1976; C'era una volta un Beat, Arcana 1976, Frassinelli, 2003; L'altra America negli anni Sessanta, Officina-Formichiere, 1971, 1993; Intervista a Bukowski, Sugar, 1982; Biografia di Hemingway, Rusconi, 1985; Cos'e' piu' la virtu', Rusconi, 1986; La mia kasbah, Rusconi, 1988, Marsilio, 1998; La balena bianca e altri miti, Il Saggiatore, 1995; Altri amici, Mondadori, 1996; Amici scrittori, Mondadori, 1996; Hemingway, Rusconi, 1996, Bompiani 2001; Dov'e' piu' la virtu', Marsilio, 1997; Viaggio americano, Bompiani, 1997; Album americano. Dalla generazione perduta agli scrittori della realta' virtuale, Frassinelli, 1997; I miei quadrifogli, Frassinelli, 2000; Dopo Hemingway. Libri, arte ed emozioni d'America, Pironti, 2000; Una favola, Pagine d'arte, 2001; Un po' di emozioni, Fandango, 2002; Mostri degli anni Venti, La Tartaruga, 2002; De Andre' il corsaro, con C. G. Romana e M. Serra, Interlinea, 2002; The beat goes on, Mondadori, 2004". Tra le piu' recenti pubblicazioni: Pagine americane. Narrativa e poesia 1943-2005, Frassinelli, 2005; I miei amici cantautori, Mondadori, 2005; (con William Willinghton), Spoon River, ciao, Dreams Creek, 2006; Ho fatto una pace separata, Dreams Creek, 2006; Lo scrittore americano e la ragazza per bene. Storia di un amore: Nelson Algren e Simone de Beauvoir, Pironti, 2007; Complice la musica. 30+1 cantautori italiani si raccontano a Fernanda Pivano, Rizzoli, 2008; Diari 1917-1973, Bompiani, 2008.

 

18. OPPORSI ALLA GUERRA E ALLE STRAGI

 

Opporsi alla guerra e alle stragi.

Non basta dirlo, occorre farlo.

E dovremmo cominciare noi.

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Facendo cessare la strage dei migranti che muoiono mentre attraversano il Mediterraneo sulle "carrette del mare". Basterebbe a salvare tutte quelle vite una semplice decisione politica: che l'Italia consentisse ad ogni essere umano di entrare nel nostro paese in condizioni di legalita' e sicurezza; che l'Italia condividesse quell'idea di Kant e di ogni persona ragionevole che riconosce ad ogni essere umano il diritto di muoversi in tutto il pianeta - che e' l'unica casa comune dell'umanita' intera.

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Facendo cessare la partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan. Cessando di prendere parte alla guerra e alle stragi di cui essa consiste l'Italia potrebbe iniziare ad impegnarsi per la pace, di cui vi e' estremo bisogno. Solo la pace salva le vite.

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Iniziando il disarmo. Senza disarmo non si costruisce la pace e la giustizia, non si realizza la solidarieta' e il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Le armi uccidono gli esseri umani, le armi sono nemiche dell'umanita'.

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Opporsi alla guerra e alle stragi.

Non basta dirlo, occorre farlo.

E dovremmo cominciare noi.

 

19. IL PUNTO

 

La guerra uccide.

La pace salva le vite.

Le armi uccidono.

Il disarmo salva le vite.

Gli eserciti, tutti i gruppi armati, uccidono.

La smilitarizzazione salva le vite.

*

Cessi immediatamente l'illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan.

Disarmo e smilitarizzazione subito.

Il primo e fondamentale diritto di tutti gli esseri umani e' il diritto di non essere uccisi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

20. A VITERBO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE CON IL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI

 

Si e' svolto la mattina di lunedi' 19 agosto 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione con la partecipazione del professor Osvaldo Ercoli sulla situazione politica attuale.

Nel corso dell'incontro si sono analizzate le piu' gravi crisi globali, e si e' ragionato sugli impegni piu' urgenti per le persone amiche della nonviolenza.

I partecipanti all'incontro hanno rinnovato l'espressione di un persuaso comune impegno contro la guerra, contro il razzismo, contro il maschilismo, contro la devastazione della biosfera, contro il potere mafioso e il regime della corruzione.

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Una breve notizia sul professor Osvaldo Ercoli

Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si e' opposto vittoriosamente al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Nel 2007 ha promosso un appello per salvare l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera".

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 467 del 16 settembre 2013

 

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