Telegrammi. 1397



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1397 del 16 settembre 2013

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. In memoria di Giuseppe Puglisi, nel ventesimo anniversario del martirio

2. Un incontro di studio su Wolfgang Abendroth

3. Peppe Sini: Per Franca Ongaro Basaglia

4. Segnalazioni librarie

5. La "Carta" del Movimento Nonviolento

6. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. IN MEMORIA DI GIUSEPPE PUGLISI, NEL VENTESIMO ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO

 

Si e' svolto la mattina di domenica 15 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Giuseppe Puglisi, di cui ricorre il ventesimo anniversario dell'uccisione da parte della mafia il 15 settembre 1993.

*

Giuseppe Puglisi, sacerdote cattolico, dal 1990 alla guida della parrocchia di san Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, un quartiere dominato dal potere mafioso; dal 1990 al 1993 un impegno sereno e inflessibile per i diritti e la dignita', per aiutare chi ha bisogno e promuovere la civile convivenza; la sera del 15 settembre 1993, mentre rincasava, con un colpo di pistola alla tempia un sicario mafioso lo uccide. Tra le opere su Giuseppe Puglisi: Francesco Anfossi, Puglisi. Un piccolo prete tra i grandi boss, Edizioni Paoline, Milano 1994; Francesco Deliziosi, "3 P". Padre Pino Puglisi. La vita e la pastorale del prete ucciso dalla mafia, Edizioni Paoline, Milano 1994; Bianca Stancanelli, A testa alta. Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe siciliano, Einaudi, Torino 2003; Lia Cerrito, Come in cielo cosi in terra, San Paolo, Milano 2001; Francesco Anfossi, E li guardo' negli occhi, Edizioni Paoline, Milano 2005; Francesco Deliziosi, Don Puglisi, vita del prete palermitano ucciso dalla mafia, Mondadori, Milano 2005; Roberto Faenza. Alla luce del sole. Un film di Roberto Faenza, Gremese, Roma 2005; Marcello Badalamenti, Il valore di un sorriso. Padre Giuseppe Puglisi un testimone dell'Evangelo, Pazzini, Villa Verucchio (Rn) 2009; Marco Corvaia. Pino se lo aspettava. Il racconto della vita e della morte di padre Puglisi, Navarra Editore, Palermo 2012; Francesco Deliziosi, Pino Puglisi, il prete che fece tremare la mafia con un sorriso, Rizzoli, Milano 2013; Francesco Palazzo, Augusto Cavadi; Rosaria Cascio, Beato fra i mafiosi. Don Puglisi: storia, metodo, teologia, Di Girolamo Editore, Trapani 2013; cfr. anche almeno Saverio Lodato, Dall'altare contro la mafia. Inchiesta sulle chiese di frontiera, Rizzoli, Milano 1994; segnaliamo anche i contributi pubblicati in "Una citta' per l'uomo", nel fascicolo 4/5 dell'ottobre 1994 e nel fascicolo 1/2 dell'aprile 1995; e quelli pubblicati in "Segno", nel fascicolo 247-248 del luglio-agosto 2003.

*

Nel ricordo di don Pino Puglisi le persone partecipanti alla commemorazione hanno ribadito la necessita' e l'urgenza dell'impegno comune contro tutte le violenze, della lotta per la pace, della scelta della nonviolenza, della difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della biosfera unica casa comune dell'intera umanita'.

 

2. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO SU WOLFGANG ABENDROTH

 

Si e' svolto nel pomeriggio di domenica 15 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio dedicato al grande intellettuale marxista Wolfgang Abendroth (1906-1985), di cui ricorre l'anniversario della scomparsa.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni passi dalle sue opere.

*

Wolfgang Abendroth, nato nel 1906 e scomparso nel 1985, oppositore del nazismo, docente universitario, giurista, politologo, sociologo, storico, studioso della storia del movimento operaio, e' stato una delle figure piu' rappresentative del marxismo critico nella seconda meta' del Novecento.

Dalla Enciclopedia Italiana, V Appendice (1991), riportiamo la seguente voce redatta da Sandro Bernardini: "Wolfgang Abendroth, sociologo politico tedesco, nato a Wuppertal-Elberfeld il 2 maggio 1906, morto a Francoforte sul Meno il 15 settembre 1985. Terminati gli studi di giurisprudenza, nel 1930 entro' in magistratura, ma ben presto l'avvento del nazismo lo costrinse, per la sua adesione al comunismo, ad abbandonare la carriera. Imprigionato dal 1937 al 1941, nel 1943 venne coscritto nel famigerato reparto di punizione Strafbattallion 999. Nel 1947 inizio' l'insegnamento accademico a Halle e nel 1948 fu professore di Diritto pubblico a Lipsia e a Jena. Nel 1949 abbandono' la Repubblica Democratica Tedesca, trasferendosi alla Hochschule fur Sozialwissenschaften di Wilhelmshaven, iscrivendosi, nel contempo, alla Spd (Partito Socialdemocratico Tedesco), dalla quale si allontano', dopo il Congresso di Bad Godesberg, nel 1959. Dal 1951 al 1972 fu professore di Scienza della politica all'universita' di Marburgo. La sua vasta produzione scientifica si incentra, fondamentalmente, sulle problematiche relative al passaggio della societa' tedesca dal nazismo alla democrazia. Al riguardo Abendroth non concorda con la tesi, predominante in Germania, relativa all'identita', dal punto di vista del diritto internazionale e statale, della Germania post-1945 con quella del III Reich. Pur non disconoscendo che i problemi dell'ordinamento giuridico trovano il loro fondamento nella struttura socio-politica, vale a dire che e' la struttura socio-politica a configurare gli ambiti all'interno dei quali trova spazio il diritto pubblico, nondimeno Abendroth propugna una radicale differenziazione tra metodo socio-politico e metodo giuridico. In uno stato democratico, sostiene Abendroth, il diritto pubblico deve svolgere la propria funzione sulla base di un (autonomo) pensiero giuridico guidato esclusivamente dalle norme (date dal legislatore), senza indulgere in riflessioni sociologiche che, a questo stadio, non sarebbero altro che "infiltrazioni acritiche". Opere: Burokratischer Verwaltungsstaat und soziale Demokratie, in collaborazione con H. Sultan (1955); Die deutschen Gewerkschaften. Weg demokratischer Integration (1956); Aufstieg und Krise der deutschen Sozialdemokratie (1964; trad. it. La socialdemocrazia in Germania, 1980); Sozialgeschichte der europaeischen Arbeiterbewegung (1965; trad. it., 1971); Wirtschaft, Gesellschaft und Demokratie in der Bundesrepublik (1965); Das Grundgesetz. Eine Einfuehrung in seine politischen Probleme (1966); Antagonistische Gesellschaft und politische Demokratie (1967; trad. it. Socialismo e marxismo da Weimar alla Germania federale, 1978); Arbeiterklasse, Staat und Verfassung (1975); Ein Leben in der Arbeiterbewegung (1976)".

Per una minima integrazione aggiungiamo i seguenti dati estratti dalla Wikipedia, edizione italiana: "Wolfgang Abendroth (Wuppertal, 2 maggio 1906 - Francoforte sul Meno, 15 settembre 1985) e' stato un politologo e giurista tedesco, studioso del movimento operaio, giudicato un punto di riferimento del marxismo nella Germania Ovest. Nato nel 1906 a Wuppertal-Elberfeld frequento' il liceo a Francoforte sul Meno e studio' giurisprudenza nelle Universita' di Tubinga, Muenster e Francoforte. Dal 1930 al 1933 lavoro' presso il tribunale di Hechingen. Figlio di socialdemocratici, Abendroth si dedico' prestissimo all'attivita' politica. Dal 1920 fu membro del Partito Comunista di Germania (Kpd), dal quale venne allontanato nel 1928 per aver mosso delle critiche alla linea politica del partito. Dopo la presa del potere da parte dei nazisti, ad Abendroth venne impedito di continuare ad esercitare qualunque professione legale. Entro' cosi' a far parte di diversi movimenti politici clandestini (Rote Hilfe, Neu Beginnen ed altri). Nel 1937 venne arrestato dalla Gestapo e condannato a quattro anni di detenzione ai lavori forzati per alto tradimento della patria. Dopo il suo rilascio, avvenuto nel 1941, Abendroth si trasferi' presso i suoi genitori a Potsdam, trovando un impiego come consulente legale a fiscale in una ditta di esportazioni. Nel 1943 arrivo' la chiamata alle armi. Assegnato ad una divisione nell'isola greca di Lemno, nel 1944 Abendroth diserto' unendosi alla Resistenza greca. Catturato dagli inglesi, vide finire la guerra in campi di prigionia. Nel novembre del 1946 torno' in Germania, dove si iscrisse al partito socialdemocratico per poi esserne espulso nel 1961 per contrasti politici, e nel 1947 divenne giudice a Potsdam e successivamente professore di diritto presso l'Universita' "Martin Lutero" di Halle-Wittenberg. L'anno successivo arrivo' la nomina a docente di diritto dei popoli a Lipsia, e qualche mese dopo un nuovo trasferimento, questa volta all'Universita' di Jena. Nel 1949 abbandono' la Repubblica Democratica Tedesca e assunse un incarico alla Hochschule fur Sozialwissenschaften (Accademia delle Scienze Sociali) di Wilhelmshaven. Opere principali: 1955: Die deutschen Gewerkschaften; 1964: Aufstieg und Krise der deutschen Sozialdemokratie (traduzione italiana: La socialdemocrazia in Germania, Editori Riuniti, Roma 1980); 1965: Sozialgeschichte der europaeischen Arbeiterbewgung (traduzione italiana: Storia sociale del movimento operaio europeo, Einaudi, Torino 1971); 1967: Antagonistische Gesellschaft und politische Demokratie (raccolta di saggi in parte tradotti in Socialismo e marxismo da Weimar alla Repubblica Federale, La nuova Italia, Firenze 1978; 1976: Ein Leben in der Arbeiterbewegung (libro di memorie in forma di intervista); 1985: Geschichte der Arbeiterbewegung".

*

L'impegno intellettuale, morale, politico ed educativo di Wolfgang Abendroth costituisce una testimonianza ed un contributo di grande valore alla consapevolezza e alla lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi impegnati per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera. Anche dal lascito teorico e pratico di Abendroth la nonviolenza in cammino trae ispirazione e risorse.

 

3. INCONTRI. PEPPE SINI: PER FRANCA ONGARO BASAGLIA

 

La sera del 15 settembre 2013 abbiamo ricordato a Viterbo Franca Ongaro Basaglia, di cui ricorreva l'anniversario della nascita, nel 1928 a Venezia.

Nel corso della serata abbiamo letto e commentato ancora una volta alcuni suoi testi, di nuovo cogliendone l'acutezza, l'appello, la verita'.

Delle molte persone da cui abbiamo appreso verita' intellettuali, morali e politiche che piu' non abbiamo dimenticato e che sono sostanza del nostro agire e del nostro sentire, e' stata una delle voci piu' persuasive, delle maestre piu' grandi.

*

Franca Ongaro Basaglia, intellettuale italiana di straordinario impegno civile, pensatrice di profondita', finezza e acutezza straordinarie, insieme al marito Franco Basaglia e' stata tra i protagonisti del movimento di psichiatria democratica; e' deceduta nel gennaio 2005. Tra i suoi libri segnaliamo particolarmente: Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982; Manicomio perche'?, Emme Edizioni, Milano 1982; Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982; Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo, Editori Riuniti, Roma 1987; in collaborazione con Franco Basaglia ha scritto La maggioranza deviante, Crimini di pace, Morire di classe, tutti presso Einaudi; ha collaborato anche a L'istituzione negata, Che cos'e' la psichiatria, e a molti altri volumi collettivi. Ha curato l'edizione degli Scritti di Franco Basaglia. Dalla recente antologia di scritti di Franco Basaglia, L'utopia della realta', Einaudi, Torino 2005, da Franca Ongaro Basaglia curata, riprendiamo la seguente notizia biobibliografica, redatta da Maria Grazia Giannichedda, che di entrambi fu collaboratrice: "Franca Ongaro e' nata nel 1928 a Venezia dove ha fatto studi classici. Comincia a scrivere letteratura infantile e i suoi racconti escono sul "Corriere dei Piccoli" tra il 1959 e il 1963 insieme con una riduzione dell'Odissea, Le avventure di Ulisse, illustrata da Hugo Pratt, e del romanzo Piccole donne di Louise May Alcott. Ma sono gli anni di lavoro nell'ospedale psichiatrico di Gorizia, con il gruppo che si sta raccogliendo attorno a suo marito Franco Basaglia, a determinare la direzione dei suoi interessi e del suo impegno. Nella seconda meta' degli anni '60 scrive diversi saggi con Franco Basaglia e con altri componenti del gruppo goriziano e due suoi testi - "Commento a E. Goffman. La carriera morale del malato di mente" e "Rovesciamento istituzionale e finalita' comune" - fanno parte dei primi libri che documentano e analizzano il lavoro di apertura dell'ospedale psichiatrico di Gorizia, Che cos'e' la psichiatria (1967) e L'istituzione negata (1968). E' sua la traduzione italiana dei testi di Erving Goffman Asylums e Il comportamento in pubblico, editi da Einaudi rispettivamente nel 1969 e nel 1971 con saggi introduttivi di Franco Basaglia e Franca Ongaro, che traduce e introduce anche il lavoro di Gregorio Bermann La salute mentale in Cina (1972). Dagli anni '70 Franca Ongaro e' coautrice di gran parte dei principali testi di Franco Basaglia, da Morire di classe (1969) a La maggioranza deviante (1971), da Crimini di pace (1975) fino alle Condotte perturbate. Nel 1981 e 1982 cura per Einaudi la pubblicazione dei due volumi degli Scritti di Franco Basaglia. Franca Ongaro e' anche autrice di volumi e saggi di carattere filosofico e sociologico sulla medicina moderna e le istituzioni sanitarie, sulla bioetica, la condizione della donna, le pratiche di trasformazione delle istituzioni totali. Tra i suoi testi principali, i volumi Salute/malattia. Le parole della medicina (Einaudi, Torino 1979), raccolta delle voci di sociologia della medicina scritte per l'Enciclopedia Einaudi; Una voce. Riflessioni sulla donna (Il Saggiatore, Milano 1982) che include la voce "Donna" dell'Enciclopedia Einaudi; Manicomio perche'? (Emme Edizioni, Milano 1982); Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo (Editori Riuniti, Roma 1987). Tra i saggi, Eutanasia, in "Democrazia e Diritto", nn. 4-5 (1988); Epidemiologia dell'istituzione psichiatrica. Sul pensiero di Giulio Maccacaro, in Conoscenze scientifiche, saperi popolari e societa' umana alle soglie del Duemila. Attualita' del pensiero di Giulio Maccacaro, Cooperativa Medicina Democratica, Milano 1997; Eutanasia. Liberta' di scelta e limiti del consenso, in Roberta Dameno e Massimiliano Verga (a cura di), Finzioni e utopie. Diritto e diritti nella societa' contemporanea, Angelo Guerrini, Milano 2001. Dal 1984 al 1991 e' stata, per due legislature, senatrice della sinistra indipendente, e in questa veste e' stata leader della battaglia parlamentare e culturale per l'applicazione dei principi posti dalla riforma psichiatrica, tra l'altro come autrice del disegno di legge di attuazione della "legge 180" che diventera', negli anni successivi, testo base del primo Progetto obiettivo salute mentale (1989) e di diverse disposizioni regionali. Nel luglio 2000 ha ricevuto il premio Ives Pelicier della International Academy of Law and Mental Health, e nell'aprile 2001 l'Universita' di Sassari le ha conferito la laurea honoris causa in Scienze politiche. E' morta nella sua casa di Venezia il 13 gennaio 2005".

*

Sovente nel corso degli anni l'abbiamo ricordata e indicata ai piu' giovani come un riferimento imprescindibile.

Ed ancora un paio di mesi fa abbiamo riletto e meditato alcune sue analisi, e concludevamo quell'incontro di studio affermando che Franca Ongaro Basaglia e' stata e resta una fondamentale maestra della teoria e della pratica della nonviolenza in cammino.

Commemorandola stasera, una volta ancora abbiamo espresso la convinzione che una e la stessa e' la lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, che vi e' una sola umanita', che ogni persona e' responsabile di tutto e per quanto in suo potere deve agire affinche' finisca la barbarie della guerra, dello sfruttamento, dell'oppressione dell'uomo sull'uomo, della devastazione della natura, e cominci la vera storia: della solidarieta', della giustizia, della responsabilita' e della liberta' fra tutte e tutti condivisa. Di quell'uscita dalla preistoria verso il regno della liberta' Franca Ongaro Basaglia e' stata, nella sua testimonianza, nella sua riflessione, nella sua azione, guida instancabile e luminosa prefiguratrice.

 

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Ludovico Ariosto, Orlando furioso, Mondadori, Milano 1976, 2006, pp. LIV + 1500. A cura di Cesare Segre.

- Ludovico Ariosto, Satire, Einaudi, Torino 1987, pp. XXX + 114. Edizione critica e commentata a cura di Cesare Segre.

- Walter Binni, Metodo e poesia di Ludovico Ariosto, 1947, D'Anna, Messina-Firenze 1970, pp. 184.

- Aldo Borlenghi, Ariosto, Palumbo, Palermo 1974, pp. 270.

*

Riedizioni

- Ludovico Ariosto, Orlando Furioso e Cinque Canti, Utet, Torino 2006, Mondadori, Milano 2013, 3 voll. per pp. 1864, euro 12,90 + 12,90 + 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura di Remo Ceserani e Sergio Zatti.

 

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

6. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1397 del 16 settembre 2013

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

 

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com