Telegrammi. 1394



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1394 del 13 settembre 2013

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

0. Scusate il ritardo

1. La pace e' possibile, la pace e' necessaria

2. Verso lo sciopero delle donne il 25 novembre

3. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

4. Nell'anniversario della scomparsa di Mary Wollstonecraft

5. "Politica e cultura"

6. Per le vittime dell'11 settembre

7. Ricordando Theodor W. Adorno a 110 anni dalla nascita

8. In memoria di Eugenie Niboyet

9. "Il sostegno alla persona anziana"

10. Per Steve Biko, nell'anniversario della morte

11. Segnalazioni librarie

12. La "Carta" del Movimento Nonviolento

13. Per saperne di piu'

 

0. COMUNICAZIONE DI SERVIZIO. SCUSATE IL RITARDO

 

Un guasto tecnico ha bloccato per due giorni le nostre pubblicazioni.

 

1. EDITORIALE. LA PACE E' POSSIBILE, LA PACE E' NECESSARIA

 

E' possibile che l'attacco statunitense alla Siria sia fermato, ed e' possibile che si aprano spazi per l'avvio di negoziati che fermino la guerra civile in corso ed aprano prospettive democratiche. Per questo occorre certo l'impegno delle diplomazie, ma occorrono anche i gesti profetici - e merito sia dato al pontefice cattolico per l'impegno che sta dispiegando -, ed occorre soprattutto la mobilitazione nonviolenta dal basso dell'umanita' cosciente di cio' che e' in gioco: non un mero conflitto locale, ma la sorte dell'umanita' giunta a questo crinale apocalittico in cui l'alternativa e' tra la pace che salva le vite o la comune catastrofe.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Ogni giorno si levi la voce dell'umanita' che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti, cessazione delle uccisioni, rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani e difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera.

Ogni giorno si agisca per la pace con mezzi di pace.

Ogni giorno la nonviolenza compia un passo.

 

2. CONTRO IL FEMMINICIDIO. VERSO LO SCIOPERO DELLE DONNE IL 25 NOVEMBRE

[Da "Trama di Terre" (per contatti: info at tramaditerre.org) riceviamo e diffondiamo]

 

Carissime tutte (carissimi tutti),

dopo la pagina fb ora e' attivo e visibile anche il sito http://scioperodonne.wordpress.com/, sul quale troverete l'appello e la lista delle adesioni, i link ai giornali e ai siti che riferiscono dello Sciopero, ma anche riflessioni e contributi che riteniamo interessanti per tutt@.

Per quanto riguarda l'organizzazione dello Sciopero, abbiamo aperto la pagina "Le iniziative, citta' per citta'", file che aggiorneremo via via che arriveranno le info sulle manifestazioni/iniziative organizzate nei territori. Pensiamo che la pagina sia utile anche per mettere in contatto gruppi e singole persone. A questo proposito, l'indirizzo mail cui scrivere e': organizza.scioperodonne at gmail.com

Diffondete, diffondete e fateci sapere cosa si muove nelle vostre citta'.

Sulla homepage c'e' quello che consideriamo il nostro manifesto, "Le parole che vogliamo", che vi riportiamo anche qui di seguito.

A presto,

Barbara, Adriana e Tiziana

*

Le parole che vogliamo

Una donna uccisa ogni due giorni non e' una questione di ordine pubblico, ma una ferita aperta nella societa' civile. Lucia, Antonella, Maria Grazia, tanto per citare le ultime della lista, sono state ammazzate dall'ex fidanzato, dal marito e dal compagno nei giorni successivi al decreto varato dal governo il 9 agosto scorso. La prova che misure soltanto repressive non sono la soluzione del problema perche' il femminicidio non ha natura emergenziale ma sistemica. Per questo occorrono, e con urgenza, iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, finanziamenti ai centri antiviolenza, campagne istituzionali e mediatiche che mettano al bando ogni giustificazione e sottovalutazione del fenomeno. E che, soprattutto, favoriscano la percezione delle donne non come vittime e soggetti deboli bisognosi di tutele, ma persone a tutto tondo da sostenere contro antiche imposizioni patriarcali, in grado di autodeterminarsi e scegliere liberamente il proprio modo di vivere.

Per questo rilanciamo con ancora piu' fermezza l'appello allo Sciopero delle donne per il 25 novembre prossimo, convinte che solo un'azione forte possa indurre il nostro Paese a una riflessione seria sulle relazioni tra i generi, sul potere e le sue dinamiche di sopraffazione.

Uno Sciopero generale e generalizzato contro il femminicidio per ridare peso alla politica delle donne, riprendere in mano le pratiche e i percorsi dei femminismi che in questi anni hanno lavorato sulle molteplici forme della violenza e dare un segnale chiaro e inequivocabile riconoscendo che solo una cultura antirazzista, antifascista e non sessista puo' produrre un nuovo modo di pensare e vivere le relazioni fra i sessi.

Uno Sciopero che afferma un nesso imprescindibile fra lavoro/cura/precarieta'/reddito, rivendica la maternita' come una scelta, rifiuta il ricatto delle dimissioni in bianco e afferma che anche la salute del corpo delle donne e' un diritto che non puo' essere in balia di ideologiche e strumentali obiezioni.

Uno Sciopero che chiede che non venga mai meno il rispetto per le differenze, la laicita' dello Stato e la lotta contro tutti i fondamentalismi etici, religiosi e politici e che chiede piena cittadinanza per le donne migranti che vivono nel nostro Paese in nome di una cultura laica dell'accoglienza, della condivisione e della solidarieta'.

Uno Sciopero che pretende dalle istituzioni, dai mass media e dalla societa' tutta che si facciano carico della quotidiana ed inesorabile furia omicida contro le donne che non accenna neanche per un giorno a fermarsi perche' frutto di una cultura violenta e sessista.

Uno Sciopero, infine, come azione profondamente politica, la sola che puo' restituire il diritto alla felicita' che tutt@ ci meritiamo.

Aderisci allo Sciopero delle donne e degli uomini, per un mondo piu' giusto ed eguale da consegnare alle future generazioni.

Manda mail con nome cognome citta' a scioperodonne2013 at gmail.com

 

3. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcuni mesi fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

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Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

*

Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

4. INCONTRI. NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI MARY WOLLSTONECRAFT

 

Si e' svolto nella mattina di martedi' 10 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sulla figura e l'opera di Mary Wollstonecraft, nell'anniversario della scomparsa avvenuta a Londra il 10 settembre 1797.

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Mary Wollstonecraft (Londra, 1759-1797), scrittrice, intellettuale e militante femminista e libertaria, compagna di William Godwin, madre di Mary Shelley (la moglie del poeta inglese, autrice del Frankenstein), visse, scrisse, opero' nel Settecento, ma la sua opera e' di un valore perenne e merita di essere riletta e meditata oggi. In traduzione italiana sono disponibili il suo capolavoro saggistico scritto nel 1792, I diritti delle donne, Editori Riuniti, Roma 1977, tradotto anche dalle Edizioni Elle, sempre nel 1977, col titolo Il manifesto femminista, e piu' recentemente da altri editori; il suo romanzo (con larghi tratti autobiografici) scritto nel 1788, Mary, Savelli, Roma 1978; ed altri volumi di scritti e lettere. Alcune incisive pagine di e su Mary Wollstonecraft sono in Franco Restaino, Adriana Cavarero, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009.

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Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate varie pagine della grande intellettuale e militante femminista e sono state ripercorse le sue vicende biografiche.

La travagliata vita e l'aggettante opera di Mary Wollstonecraft ci interpellano tutti e tutte. La rivendicazione dei diritti delle donne, espressa con straordinaria efficacia tanto nelle opere saggistiche che in quelle narrative, e' testimoniata nella concreta esperienza di vita, di militanza intellettuale e di attivita' pubblicistica dell'autrice. Chi legge i suoi scritti vi sente pulsare un cuore che sente e pensa, e vi coglie una mente limpida e acuta ed una volonta' buona e tenace che pensa e vuole la liberta' per tutte e tutti e propugna ed argomenta la solidarieta' nell'eguaglianza di diritti.

Della nonviolenza in cammino Mary Wollstonecraft e' una delle piu' preziose e profonde maestre; della nonviolenza in cammino il femminismo e' la corrente calda e il massimo inveramento storico; della nonviolenza in cammino il programma enunciato da Mary Wollstonecraft e' ancora il programma fondamentale. La lotta contro la violenza maschilista e patriarcale e' ancora il primo dovere di ogni essere umano. Nella lotta contro la violenza maschilista e patriarcale si realizza altresi' nella forma piu' adeguata la lotta contro la guerra e i suoi apparati, contro il razzismo ed ogni persecuzione, contro lo sfruttamento e l'oppressione. La lotta contro la violenza maschilista e patriarcale e' la radice e il cuore, il compito primo e l'orizzonte di riferimento, del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso pieno sostegno alle varie iniziative di pace, di solidarieta' e per i diritti in cui il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e' particolarmente impegnato in questo periodo; ed in particolare all'impegno contro la guerra e per il disarmo; all'impegno contro il femminicidio; all'impegno contro il razzismo; all'impegno in difesa dei beni comuni e della biosfera.

 

5. INCONTRI. "POLITICA E CULTURA"

 

Si e' svolto la sera di martedi' 10 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione su "Politica e cultura. Un'analisi della situazione attuale dal punto di vista della nonviolenza".

 

6. INCONTRI. PER LE VITTIME DELL'11 SETTEMBRE

 

Si e' svolta la mattina di mercoledi' 11 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una commemorazione delle vittime dell'11 settembre 1973 e delle vittime dell'11 settembre 2001.

Le vittime del colpo di stato fascista in Cile e le vittime dell'attacco terrorista alle Torri Gemelle sono accomunate dalla violenza subita, come tutte le altre vittime di tutte le guerre, tutti gli attentati, tutte le dittature, tutti i terrorismi.

Tutte le vittime di tutte le uccisioni e tutte le persecuzioni interpellano l'umanita' vivente: affinche' le uccisioni e le persecuzioni cessino, affinche' sia riconosciuto il diritto alla vita e alla dignita' di ogni essere umano, affinche' l'umanita' si riconosca una, responsabile e solidale.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

7. INCONTRI. RICORDANDO THEODOR W. ADORNO A 110 ANNI DALLA NASCITA

 

Si e' svolto nel pomeriggio di mercoledi' 11 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Theodor W. Adorno ricorrendo il centodecimo anniversario della nascita.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi del grande pensatore francofortese.

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Theodor W. Adorno, nato l'11 settembre 1903 a Francoforte sul Meno, costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, acutissimo osservatore della societa' contemporanea, filosofo e musicologo, e' deceduto il 6 agosto 1969. E' una delle figure di massimo spicco della "scuola di Francoforte". Opere di Theodor W. Adorno: nella sua vastissima produzione segnaliamo almeno, per un primo approccio, Dialettica dell'illuminismo (con Max Horkheimer), Minima moralia, Dialettica negativa, tutti presso Einaudi, Torino. Opere su Theodor W. Adorno: si veda almeno, per un primo orientamento, Tito Perlini, Che cosa ha veramente detto Adorno, Ubaldini, Roma 1971; Marzio Vacatello, Th. W. Adorno. Il rinvio della prassi, La Nuova Italia, Firenze 1972; Sergio Moravia, Adorno e la teoria critica della societa', Sansoni, Firenze 1974; Enzo Rutigliano, Teoria o critica. Saggio sul marxismo di Adorno, Dedalo, Bari 1977; Carlo Pettazzi, Th. W. Adorno: linee di origine e di sviluppo del pensiero (1903-1949), La Nuova Italia, Firenze 1979; Martin Jay, Theodor W. Adorno, Il Mulino, Bologna 1987; Massimo Nardi, Pensare nella verita'. L'itinerario della ragione dialettica in Th. W. Adorno, Studium, Roma 1993; Fredric Jameson, Tardo marxismo, Manifestolibri, Roma 1994; Elena Tavani, L'apparenza da salvare. Saggio su Th. W. Adorno, Guerini e associati, Milano 1994; Angelo Cicatello, Dialettica negativa e logica della parvenza. Saggio su Th. W. Adorno, Il melangolo, Genova 2001; Stefan Mueller-Doohm, Theodor W. Adorno. Biografia di un intellettuale, Carocci, Roma 2003; Lucio Cortella, Una dialettica nella finitezza. Adorno e il programma di una dialettica negativa, Meltemi, Roma 2006; Stefano Petrucciani, Introduzione a Adorno, Laterza, Roma-Bari 2007; Pastore Luigi, Gebur Thomas (a cura di), Theodor W. Adorno. Il maestro ritrovato, Manifestolibri, Roma 2008; di particolare importanza sono gli scritti dedicati ad Adorno in Renato Solmi, Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007. Sulla scuola di Francoforte si vedano almeno tra gli studi complessivi e le monografie introduttive: Paul-Laurent Assoun, La scuola di Francoforte, Lucarini, Roma 1988; Giuseppe Bedeschi, Introduzione alla scuola di Francoforte, Laterza, Roma-Bari 1985, 1987; Martin Jay, L'immaginazione dialettica, Einaudi, Torino 1979; Gian Enrico Rusconi, La teoria critica della societa', Il Mulino, Bologna 1968; Goeran Therborn, Critica e rivoluzione, Laterza, Bari 1972; Rolf Wiggershaus, La scuola di Francoforte, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Pierre V. Zima, Guida alla scuola di Francoforte, Rizzoli, Milano 1976.

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Nell'opera di Adorno e nell'attivita' della scuola di Francoforte la nonviolenza in cammino trova ispirazioni, strumenti, materiali, indicazioni per la riflessione e per l'azione.

I partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno alle iniziative in cui il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e' particolarmente impegnato in questo periodo; ed in particolare all'impegno contro la guerra e per il disarmo; all'impegno contro il femminicidio; all'impegno contro il razzismo; all'impegno in difesa dei beni comuni e della biosfera.

 

8. INCONTRI. IN MEMORIA DI EUGENIE NIBOYET

 

Si e' svolto la sera di mercoledi' 11 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Eugenie Niboyet, nell'anniversario della nascita della grande militante e pubblicista femminista e socialista.

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Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo il seguente profilo: "Eugenie Mouchon Niboyet (Montpellier, 11 settembre 1796 - Parigi, 6 gennaio 1883) e' stata un'attivista e giornalista francese. Eugenie Mouchon fu la nipote del pastore ginevrino Pierre Mouchon, un collaboratore dell'Encyclopedie di Diderot e d'Alembert, e di Jeanne Louise Elizabeth Richard, figlia di un conciatore ginevrino. Suo padre si era trasferito in Francia per studiare medicina a Montpellier, mentre sua madre era la figlia di un pastore del Gard. Eugenie ebbe tre fratelli e due sorelle, Aline ed Elisa: dei fratelli, si sa Louis mori' nel 1812 nella battaglia della Moscova, mentre Emile fu farmacista a Lione, dopo aver combattuto anch'egli nella Grande Armee ed essere stato prigioniero a Dresda nel 1813. Una famiglia protestante e bonapartista, che risiedeva a Lione quando la Restaurazione arresto' parte dei suoi membri per i loro trascorsi anti-borbonici. Fu cosi' che Eugenie sposo' l'8 ottobre 1822 Paul-Louis Niboyet, avvocato, protestante e bonapartista anch'egli, e si trasferiscono a Macon, dove il marito esercito' la professione e dove nacque il loro unico figlio Jean Alexandre Paulin, il 22 giugno 1825. Ritroviamo Eugenie a Parigi il 4 novembre 1829, quando comincia a guadagnarsi la vita scrivendo: nel 1830 partecipa al concorso bandito dalla Societe' de la morale chretienne sul tema "I ciechi e la loro educazione", ottenendo il premio a pari merito con un certo Duffaut. In questa Societe' protestante s'impegna ai problemi sociali della riforma carceraria, dell'istruzione e dell'abolizione della vergognosa schiavitu' ancora in atto nelle colonie francesi. Sempre nel 1830, La Societe' de la Morale Chretienne condivide le sue sale con un gruppo di sansimoniani ed Eugenie assiste alle loro conferenze, rimanendone conquistata e aderisce a quel movimento con il marito e con il figlio. Il 20 luglio Prosper Enfantin, capo di quella piccola comunita', incarica quattro donne, Aglae' Saint-Hilaire, Caroline Simon, M.me Collard e lei stessa, di predicare la dottrina del maestro agli operai, e insieme di soccorrerli nei bisogni piu' necessari, economici e di istruzione: cosi', dal 1831 Eugenie, con Sebastien Bottiau, dirige una sezione parigina del movimento. Quando matura il conflitto tra i due maggiori esponenti della comunita', Saint-Amand Bazard, interessato alle riforme politiche e sociali, e Prosper Enfantin, che punta a dare al movimento un'impronta religiosa, con interessi prevalentemente morali - in particolare riguardo al campo sessuale - la Niboyet, che si definisce una "proletaria sansimonista", lascia il movimento per dedicarsi a rivendicazioni di carattere sociale, economico e femminista. Collabora al giornale "La Femme libre" fondato da Marie-Reine Guindorf e Desiree Gay, e si avvicina al movimento socialista dei fourieristi, che sostiene le rivendicazioni operaie e appoggia l'emancipazione femminile: una loro esponente di spicco frequentata da Eugenie e' Flora Tristan. A Lione, nel 1833, Eugenie fonda il primo giornale femminista della provincia francese, "Le Conseiller des Femmes", poi "La Paix des deux mondes" e nel 1834 "L'Athenee des Femmes". Tornata nel luglio del 1836 a Parigi, vi fonda "La Gazette des Femmes", il cui scopo primario e' la lotta per l'esercizio dei diritti politici e civili delle donne: non e' soltanto un giornale, ma e' anche un circolo, e ai dibattiti che settimanalmente si tengono al numero 27 di rue Lafite, partecipano Flora Tristan, Hortense Allart e altre femministe. La rivoluzione del 1848 provoca molte speranze che gli obiettivi delle grandi riforme teorizzate dalla Niboyet e dalle sue compagne possano essere raggiunti. In marzo Eugenie fonda e dirige "La Voix des Femmes", il primo quotidiano dichiaratamente femminista e insieme socialista, come recita il sottotitolo di "Giornale socialista e politico, organo d'interesse per tutte le donne". Sul modello del club de "La Gazette des Femmes", anche intorno a "La Voix des Femmes" si riunisce un gruppo di donne impegnate politicamente nel campo socialista e femminista: Jeanne Deroin, Desiree Gay, Suzanne Voilquin, Elisa Lemonnier, Gabrielle Soumet, Amelie Prai, Adele Esquiros e, su posizioni molto moderate, la scrittrice Anais Segalas. Vi partecipano anche uomini, come Jean Mace' o il figlio Paulin Niboyet. Questo circolo presenta un lungo elenco di riforme a favore delle donne, sia nell'ambito familiare che piu' generalmente politico, come il diritto di voto femminile. Il 6 aprile 1848 la "La Voix des Femmes" presenta la candidatura di George Sand all'Assemblea costituente, senza consultare la scrittrice, che rifiuta, dal momento che le sue posizioni, riguardo alle problematiche femministe, sono molto piu' moderate di quelle assunte dal circolo della Niboyet, al di la' delle pose di anticonformismo che la Sand ama assumere. Le polemiche che ne seguono sono prese a pretesto dal governo conservatore per sopprimere, il 20 giugno, il circolo e il giornale della Niboyet. Seguira' la settimana dopo il massacro degli operai parigini insorti per difendere la Rivoluzione, e le femministe si disperdono per evitare la repressione. Eugenie Niboyet si ritira a Ginevra vivendo con le traduzioni dei romanzi di Dickens e di libri per l'infanzia. Torna in Francia nel 1860, pubblicandovi nel 1863 Le vrai livre des femmes. Nel 1871 chiede la grazia per i comunardi condannati a morte dal governo di Thiers e le sue lettere a Leon Richer, direttore della rivista "Le Droit des Femmes", attestano che ella si occupa ancora dei problemi del movimento femminista, anche se non prende posizioni pubbliche, e nel 1878, a 82 anni, viene celebrata dal Congresso che s'inaugura a Parigi. Qui muore il 6 gennaio 1883".

 

9. INCONTRI. "IL SOSTEGNO ALLA PERSONA ANZIANA"

 

Si e' svolta la mattina di giovedi' 12 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione su "Il sostegno alla persona anziana. Un ragionamento nonviolento".

 

10. INCONTRI. PER STEVE BIKO, NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE

 

Nel pomeriggio di giovedi' 12 settembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolto un inconro di commemorazione di Steve Biko, martire della lotta antirazzista in Sud Africa, nell'anniversario dell'uccisione avvenuta il 12 settembre 1977.

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Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni interventi di Steve Biko ed alcune testimonianze sulla sua persona e la sua azione.

Steve Biko, intellettuale sudafricano, nato nel 1946, fondatore del movimento della Black Consciousness, fu assassinato nel 1977 dalla polizia politica del regime razzista. Opere su Steve Biko: fondamentale e' la testimonianza biografica di Donald Woods, Biko, Sperling & Kupfer, Milano 1988.

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Steve Biko e' una delle figure piu' luminose della lotta per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, una delle figure piu' luminose della nonviolenza in cammino. Nel ricordo del suo impegno continui anche in Italia la lotta contro il razzismo.

I partecipanti all'incontro hanno ancora una volta affermato la necessita' e l'urgenza dell'impegno di ogni persona decente affinche' in Italia siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti. Sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e all'articolo 10 afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Cessi la persecuzione dei migranti. Sia abolito il cosiddetto "reato di clandestinita'". Siano aboliti i campi di concentramento. Siano abolite le deportazioni. Cessi la schiavitu'. Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune. Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia. Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste. Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid.

Vi e' una sola umanita'.

 

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

AA. VV., Utopie del nostro tempo, "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 8, settembre 2013, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2013, pp. 200 (+ 20 tavole fuori testo), euro 14.

AA. VV., L'intellettuale e l'impegno, "MicroMega", n. 6, 2013, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2013, pp. 230, euro 15.

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Riedizioni

- Norberto Bobbio, Autobiografia, Laterza, Roma-Bari 1997, Il sole 24 ore, Milano 2013, pp. 240, euro 9,90.

- Franco Cardini, Luisa Muraro, Beati i perseguitati per la giustizia, perche' di essi e' il regno dei cieli, Lindau, Torino 2012, Rcs, Milano 2013, pp. 112, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

13. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1394 del 13 settembre 2013

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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