In digiuno contro la guerra



 

IN DIGIUNO CONTRO LA GUERRA

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo aderisce alla giornata di digiuno contro la guerra del 7 settembre 2013.

Possa l'impegno dell'umanita' cosciente dissuadere gli assassini dal perpetrare ulteriori crimini.

Ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.

Vi e' una sola umanita', e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

L'appello rivolto dal papa il primo settembre a tutte le persone di volonta' buona enuncia fondamentali verita' che ogni essere umano comprende e condivide, ed invita a un impegno comune per salvare le vite minacciate dalla guerra, per far cessare ogni guerra ed ogni uccisione. Sia ascoltato quell'appello. La nonviolenza e' in cammino.

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

Viterbo, 5 settembre 2013

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

* * *

 

Il discorso tenuto da Jorge Bergoglio, papa Francesco, all'Angelus del primo settembre 2013

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Quest'oggi, cari fratelli e sorelle, vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall'unica grande famiglia che e' l'umanita', con angoscia crescente: e' il grido della pace! E' il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra societa', dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai piu' la guerra! Mai piu' la guerra! La pace e' un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato.

Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra, ma, in questi giorni, il mio cuore e' profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano.

Rivolgo un forte Appello per la pace, un Appello che nasce dall'intimo di me stesso! Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l'uso delle armi in quel martoriato Paese, specialmente tra la popolazione civile e inerme! Pensiamo: quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! Con particolare fermezza condanno l'uso delle armi chimiche! Vi dico che ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi! C'e' un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si puo' sfuggire! Non e' mai l'uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza!

Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all'altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell'incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione. Con altrettanta forza esorto anche la Comunita' Internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella Nazione, basate sul dialogo e sul negoziato, per il bene dell'intera popolazione siriana.

Non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi e' colpito da questo terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese e ai numerosi profughi nei Paesi vicini. Agli operatori umanitari, impegnati ad alleviare le sofferenze della popolazione, sia assicurata la possibilita' di prestare il necessario aiuto.

Che cosa possiamo fare noi per la pace nel mondo? Come diceva Papa Giovanni: a tutti spetta il compito di ricomporre i rapporti di convivenza  nella giustizia e nell'amore (cfr Lett. enc. Pacem in terris [11 aprile 1963]).

Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volonta'! E' un forte e pressante invito che rivolgo all'intera Chiesa Cattolica, ma che estendo a tutti i cristiani di altre Confessioni, agli uomini e donne di ogni Religione e anche a quei fratelli e sorelle che non credono: la pace e' un bene che supera ogni barriera, perche' e' un bene di tutta l'umanita'.

Ripeto a voce alta: non e' la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma questa: la cultura dell'incontro, la cultura del dialogo; questa e' l'unica strada per la pace.

Il grido della pace si levi alto perche' giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall'anelito di pace.

Per questo, fratelli e sorelle, ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Nativita' di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno piu' opportuno, i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volonta'.

Il 7 settembre in Piazza San Pietro - qui - dalle ore 19.00 alle ore 24.00, ci riuniremo in preghiera e in spirito di penitenza per invocare da Dio questo grande dono per l'amata Nazione siriana e per tutte le situazioni di conflitto e di violenza nel mondo. L'umanita' ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di speranza e di pace! Chiedo a tutte le Chiese particolari che, oltre a vivere questo giorno di digiuno, organizzino qualche atto liturgico secondo questa intenzione.

A Maria chiediamo di aiutarci a rispondere alla violenza, al conflitto e alla guerra, con la forza del dialogo, della riconciliazione e dell'amore. Lei e' madre: che Lei ci aiuti a trovare la pace; tutti noi siamo i suoi figli! Aiutaci, Maria, a superare questo difficile momento e ad impegnarci a costruire ogni giorno e in ogni ambiente un'autentica cultura dell'incontro e della pace.

 

* * *