La pace subito. 5
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- Date: Mon, 17 Jun 2013 06:53:58 +0200 (CEST)
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LA PACE SUBITO
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Per la cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 5 del 17 giugno 2013
In questo numero:
1. L'insistenza
2. Proposta di una lettera aperta da inviare al Presidente del Consiglio dei Ministri per la cessazione della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan
3. Alcuni indirizzi e-mail cui inviare la lettera aperta
4. Lettera aperta al Ministro degli Affari Esteri: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana (2012)
5. Lettera aperta al Ministro della Difesa: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana (2012)
6. Lettera aperta al Ministro della Cooperazione Internazionale e dell'Integrazione: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana (2012)
7. Lettera aperta al Ministro dell'Economia e delle Finanze: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana (2012)
8. Lettera aperta al Ministro della Salute: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana (2012)
9. Lettera aperta al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana (2012)
10. Lettera aperta al Ministro dell'Ambiente: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana (2012)
11. Lettera aperta al Ministro dell'Istruzione: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana (2012)
12. Lettera aperta al Ministro dei Beni e delle Attivita' Culturali: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana (2012)
1. EDITORIALE. L'INSISTENZA
Continuiamo a insistere nella richiesta della cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan, e nella conseguente richiesta dell'impegno italiano per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione: per salvare le vite e promuovere il dialogo, la cooperazione tra i popoli, il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Solo la pace salva le vite.
Continuiamo a insistere. Col dolore di non aver ancora persuaso il governo, il parlamento, il presidente della repubblica a tornare al rispetto della Costituzione italiana: ci fossimo riusciti, quante vite umane sarebbero state risparmiate.
Continuiamo a insistere, e chiediamo ancora una volta a chi ci legge di riflettere, prendere una decisione, agire: se ritiene che l'iniziativa che stiamo proponendo di inviare lettere al presidente del consiglio dei ministri (e non solo) valga la pena di essere sostenuta, gli chiediamo di farlo. Se ha idee migliori, le metta in atto. Ma facciamo cessare di grazia l'omerta' sul massacro in corso, sulla complicita' italiana, sull'orrore della guerra. Facciamo cessare il silenzio che uccide.
Continuiamo a insistere: cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan.
2. PROPOSTA DI UNA LETTERA APERTA DA INVIARE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI PER LA CESSAZIONE DELLA ILLEGALE ED INSENSATA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA IN CORSO IN AFGHANISTAN
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
non passa giorno senza che dall'Afghanistan giunga notizia di massacri.
Innumerevoli esseri umani sono gia' morti e continuano a morire vittime di una guerra scellerata e insensata che nessuno puo' illudersi di vincere.
Una guerra scellerata e insensata cui l'Italia partecipa da oltre dieci anni in flagrante violazione della Costituzione della Repubblica Italiana.
Una guerra illegale in cui sono morti anche decine di italiani.
Una guerra costosissima, in cui per uccidere degli esseri umani si sperperano da decenni immense risorse economiche che dovrebbero essere utilizzate invece in difesa ed a promozione della vita, della dignita' e dei diritti degli esseri umani.
Lei queste cose le sa gia'.
Faccia dunque l'unica cosa legittima e ragionevole, moralmente decente, necessaria ed urgente: decida la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra; ed impegni concretamente il nostro paese per la fine della guerra, per il disarmo e la smilitarizzazione del conflitto, per salvare le vite anziche' sopprimerle.
Cessi di essere complice della criminale violazione della Costituzione italiana.
Cessi di essere complice dello sperpero di enormi risorse economiche a fini di morte.
Cessi di essere complice di innumerevoli omicidi.
Cessi di essere complice di questo orrore.
In quanto capo del governo lei e' ora il primo responsabile di una decisione ineludibile: facendo proseguire la partecipazione italiana alla guerra afgana lei e' tra i principali colpevoli delle uccisioni; facendo cessare la partecipazione italiana alla guerra afgana lei puo' diventare un esempio di buona politica, di rispetto del diritto, di agire morale.
Se queste parole la raggiungono, vi rifletta.
E sappia decidersi a fare la cosa giusta: solo la pace salva le vite. La guerra e' nemica dell'umanita'.
Faccia cessare il nostro massacro quotidiano.
Distinti saluti,
FIRMA
LUOGO E DATA
INDIRIZZO DEL MITTENTE
3. ALCUNI INDIRIZZI E-MAIL CUI INVIARE LA LETTERA APERTA
Proponiamo a chi ci legge di inviare la lettera aperta sopra riportata (o una analoga, ovviamente redatta in forme e toni civili e cortesi) ai seguenti indirizzi e-mail:
a) indirizzi istituzionali afferenti al Presidente, alla Presidenza e alla Segreteria del Consiglio dei Ministri: letta_e at camera.it; segreteriadelportavoce at governo.it; ufficio_stampa at governo.it; segrcd at governo.it; ucm at palazzochigi.it; segrgen at governo.it; uscm at palazzochigi.it; segreteriausg at governo.it; servizioraccordousg at governo.it; usg at mailbox.governo.it; i.antonini at governo.it; info at urp.it; urp.funpub at funzionepubblica.it;
b) un indirizzo afferente al sito dell'on. Enrico Letta: 360 at associazione360.it;
c) naturalmente chiunque puo' aggiungere - se lo riterra' opportuno - altri ministri, senatori, deputati;
d) analogamente chiunque puo' aggiungere i mezzi d'informazione cui riterra' opportuno inviare copia della lettera aperta;
e) idem per altri interlocutori istituzionali e non.
4. HERI DICEBAMUS. LETTERA APERTA AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI. "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA (2012)
Signor Ministro degli Affari Esteri,
ricorre oggi l'anniversario del massacro dell'11 settembre 2001. Ed a quel massacro un altro se ne e' aggiunto: la guerra afgana che tuttora perdura.
Se le vittime del terrorismo, di tutti gli atti di terrorismo, se le vittime della guerra, di tutte le guerre, potessero levare la loro voce, tonante quella voce direbbe: mai piu' massacri, mai piu' terrorismo, mai piu' guerre, mai piu' degli esseri umani uccidano degli esseri umani.
Quella voce chiederebbe pace, giustizia, solidarieta'.
Quella voce chiederebbe disarmo e smilitarizzazione.
Quella voce chiederebbe civile convivenza e reciproco aiuto.
Quella voce chiederebbe l'impegno comune dell'umanita' intera in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, e quindi dell'intera civilta' umana e quindi della biosfera casa comune dell'umanita' tutta.
*
Oltre un decennio di guerra in Afghanistan ha prodotto solo nuove stragi, nuove devastazioni, nuova barbarie, nuovo orrore. E un contagio crescente che desensibilizza le persone al dolore altrui, che narcotizza e deresponsabilizza l'umanita' dinanzi alla violenza che tutto devasta e tutto inabissa; un contagio che tutto il mondo infetta, che l'intera umanita' minaccia di irreversibile distruzione.
Occorre far cessare quella guerra.
Occorre che qualcuno cominci a costruire la pace che sola salva le vite.
*
Abbiamo gia' scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, abbiamo gia' scritto al Presidente della Repubblica, per chiedere che l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla guerra afgana, e cosi' inizi ad impegnarsi concretamente, coerentemente, autenticamente, per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Questo medesimo appello - fin qui inascoltato - rivolgiamo oggi a lei, signor Ministro degli Affari Esteri.
Prenda atto della realta': la guerra non risolve alcun problema internazionale, solo provoca la morte di innumerevoli esseri umani e nuove guerre e nuove stragi prepara.
Riconosca la verita': la partecipazione italiana alla guerra afgana e' stata fin dall'inizio un atto non solo insensato ed immorale, ma anche flagrantemente illegale, sciaguratamente criminale: poiche' viola l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Ammetta e dichiari l'errore - tragico, mostruoso errore - dall'Italia commesso partecipando alla guerra; e si adoperi per il ritorno alla legalita', alla civilta' giuridica, al dovere morale, al rispetto dell'umanita': si adoperi affinche' cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana.
*
La guerra e' nemica dell'umanita'.
Solo la pace salva le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo cessando di uccidere comincia la civilta'.
La partecipazione italiana alla guerra afgana non continui un giorno di piu'.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 11 settembre 2012
5. HERI DICEBAMUS. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA DIFESA. "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA (2012)
Signor Ministro della Difesa,
cosa ha a che vedere con la nozione di "difesa" la guerra che anche l'Italia conduce da oltre dieci anni in Afghanistan?
Le stragi li' commesse come possono "difendere" il nostro paese?
Non e' vero piuttosto il contrario? Cioe' che quella e' una guerra effettualmente imperialista e razzista, colonialista e mafiosa, terrorista e totalitaria, cui l'Italia assurdamente partecipa del tutto illegalmente, del tutto criminalmente, in flagrante violazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione; una guerra contro un intero popolo, una guerra che fomenta e favoreggia l'odio e il terrorismo su scala planetaria: come negare onestamente che di questo si tratti?
E di questo trattandosi, non e' allora vero anche che quella guerra mette in pericolo il nostro paese, e rende anche la nostra popolazione bersaglio di prevedibili azioni ritorsive?
Ed infine: come non vedere che ogni guerra e' guerra contro l'umanita', poiche' tutti gli esseri umani parimenti fanno parte dell'unica umana famiglia e quindi ogni uccisione replica il gesto di Caino contro Abele?
E nell'epoca tremenda inaugurata dalle due guerre mondiali, da Auschwitz e da Hiroshima, dai gulag e dai lager, dai genocidi e dall'atomica, dai totalitarismi onnicidi, non e' forse compito improcrastinabile dell'umanita' bandire la guerra, prima che la guerra annienti la civilta' umana?
*
Signor Ministro della Difesa,
da alcuni giorni abbiamo promosso un appello al Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo, affinche' si deliberi la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; ed attraverso questo preliminare e sostanziale atto di civilta' si possa avviare finalmente, credibilmente, adeguatamente un impegno concreto e coerente del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani; un impegno autenticamente umanitario che per essere tale deve essere rigorosamente non armato e nonviolento.
Quell'appello rivolgiamo ora direttamente anche a lei.
*
Signor Ministro della Difesa,
Cessi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana.
E si impegni quindi l'Italia contro la guerra, contro le uccisioni, contro le persecuzioni: per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori e delle societa'; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Non si attenda un solo giorno di piu'. Solo la pace salva le vite.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 12 settembre 2012
6. HERI DICEBAMUS. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E DELL'INTEGRAZIONE. "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA (2012)
Signor Ministro della Cooperazione Internazionale e dell'Integrazione,
la cooperazione internazionale e l'integrazione sono possibili solo in una relazione di fiducia e di solidarieta', ma quando lo stato italiano illegalmente partecipa alla guerra afgana e con misure palesemente razziste aggredisce e imprigiona e deporta innocenti migranti, ebbene tale duplice criminale condotta quella relazione di fiducia e di solidarieta' denega, e denega il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di ogni umana persona, e viola i fondamenti stessi di un ordinamento giuridico democratico, di uno stato di diritto che a suo tempo ha votato e fatto propria la Dichiarazione universale dei diritti umani.
*
Da anni chiediamo che l'Italia torni al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana e cessi quindi di partecipare alla scellerata guerra afgana: rinnoviamo anche a lei tale richiesta.
Da anni chiediamo l'abolizione delle misure razziste che da oltre un decennio governi golpisti hanno imposto nel nostro paese: rinnoviamo anche a lei tale richiesta.
*
In particolare da alcune settimane abbiamo promosso un appello al Presidente della Repubblica, al Governo, al Parlamento, formulando una richiesta semplice e chiara: che l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla guerra afgana, e cosi' inizi ad impegnarsi concretamente, coerentemente, autenticamente, per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Questa richiesta, finora inascoltata, rivolgiamo ora specificamente anche a lei, in considerazione del suo specifico incarico nel governo ed altresi' della sua storia personale di impegno nella solidarieta'.
Si adoperi affinche' essa sia accolta, si adoperi affinche' cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la pace salva le vite.
Voglia gradire distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 13 settembre 2012
7. HERI DICEBAMUS. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE. "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA (2012)
Signor Ministro dell'Economia e delle Finanze,
la partecipazione italiana alla guerra afgana oltre a costituire una flagrante violazione golpista dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, oltre a costituire una flagrante violazione del diritto internazionale, oltre a costituire un crimine contro l'umanita', e' anche un colossale sperpero di risorse pubbliche.
Un colossale sperpero di risorse pubbliche, di denaro dei cittadini italiani che invece di essere utilizzato per il benessere della nostra popolazione e' criminalmente usato a fini di male, di omicidio e distruzione, e' criminalmente usato per massacrare la popolazione afgana.
Quale indicibile orrore. E quale scellerata idiozia.
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Un colossale sperpero di risorse pubbliche. Un crimine contro l'umanita'.
Abbiamo gia' chiesto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, un impegno per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Questo impegno ora chiediamo direttamente anche a lei.
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Forse piu' dei suoi colleghi ministri lei, per l'incarico di cui e' investito, e' in condizione di valutare come i denari pubblici criminalmente sperperati nella guerra afgana potrebbero e dovrebbero piuttosto essere utilizzati per il benessere della popolazione italiana. Qualunque persona ragionevole lo capisce, ma da dieci anni i governi e il parlamento sembrano non volerlo riconoscere. Eppure e' cosi' semplice e cosi' evidente.
Lo spieghi ai suoi colleghi. Si impegni per salvare le vite umane che giorno dopo giorno la guerra afgana divora. Si impegni per il bene ad un tempo della popolazione afgana e di quella italiana, si impegni per il bene ad un tempo del nostro paese e dell'intera umanita'. Si impegni affinche' l'Italia receda da una guerra criminale e torni al rispetto della sua legge fondamentale.
Si adoperi senza ulteriori indugi per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Non attenda un giorno di piu' per fare una cosa buona e giusta, doverosa e necessaria.
La guerra e' nemica dell'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Cessi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana.
*
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 14 settembre 2012
8. HERI DICEBAMUS. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA SALUTE. "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA (2012)
Signor Ministro della Salute,
quante risorse finanziarie sono sottratte alla sanita' pubblica in Italia perche' sono criminalmente gettate nella fornace della guerra afgana?
Non e' mostruoso?
Lo stato italiano scelleratamente sperpera una montagna di soldi pubblici per fare la guerra in Afghanistan, ovvero per la morte della popolazione afgana (poiche' la guerra di questo consiste: dell'uccisione di esseri umani), e quelle risorse potrebbero e dovrebbero invece essere utilizzate per la vita della popolazione italiana.
Non e' abominevole?
Le chiediamo allora, signor ministro, di cessare di essere complice di questo crimine e di battersi nel consiglio dei ministri, affinche' cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana; ed attraverso questo preliminare e sostanziale atto di civilta' si possa avviare finalmente, credibilmente, adeguatamente un impegno concreto e coerente del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani; un impegno autenticamente umanitario che per essere tale deve essere rigorosamente non armato e nonviolento.
*
Solo la pace salva le vite.
E le ingentissime risorse pubbliche italiane risparmiate recedendo dalla guerra siano utilizzate come e' giusto per la vita e il benessere delle persone.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 15 settembre 2012
9. HERI DICEBAMUS. LETTERA APERTA AL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI. "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA (2012)
Signor Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali,
le chiediamo un impegno affinche' l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla guerra afgana e conseguentemente si impegni per la pace che salva le vite.
*
Consideri che la partecipazione italiana alla guerra e' palesemente illegale alla luce della Costituzione e segnatamente dell'articolo 11.
Consideri che la guerra consiste di uccisioni e devastazioni, essa e' quindi crimine che ogni altro crimine assomma e supera.
Consideri che i pubblici denari sperperati per la guerra sono sottratti al loro naturale utilizzo: il benessere delle persone che nell'ordinamento giuridico statuale dovrebbero trovare protezione ai loro diritti, primo dei quali la vita; ed invece quei pubblici denari, perversione delle perversioni, sono da dieci anni usati per la guerra, ovvero per togliere la vita a degli esseri umani - poiche' la guerra, ripetiamolo ancora una volta, di questo consiste: dell'uccisione di esseri umani.
Consideri infine che quelle immense risorse finanziarie gettate nell'attivita' assassina e devastatrice della guerra appartengono al popolo italiano - all'intero popolo italiano sovrano, non ad una casta dominata da comitati d'affari o a un mero organo esecutivo -, e dovrebbero pertanto essere utilizzate a beneficio del popolo italiano e dell'umanita'.
E non c'e' bisogno di ricordarle che quelle ingentissime risorse potrebbero essere assai utilmente valorizzate per sostenere il diritto al lavoro e le politiche sociali.
*
Lei tutte queste cose ben le comprende.
Si adoperi quindi per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
La partecipazione italiana alla guerra non continui un solo giorno di piu'.
Solo la pace salva le vite.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 16 settembre 2012
10. HERI DICEBAMUS. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'AMBIENTE. "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA (2012)
Signor Ministro dell'Ambiente,
e' a lei ben noto che difendere l'ambiente richiede un approccio globale, consapevole dell'interdipendenza degli ecosistemi, dell'unita' della biosfera, del profondo impatto delle attivita' antropiche sull'habitat naturale, unica casa comune dell'umanita' intera.
Ebbene, la guerra e' sempre insieme distruzione di vite umane e devastazione ambientale.
La guerra e' sempre il piu' grande dei crimini contro l'umanita' e contro la biosfera.
Primo compito di un ordinamento giuridico democratico, di uno stato di diritto, e' difendere la vita e promuovere il benessere dell'umanita' e tutelare la casa comune di essa.
Primo compito di ogni civile ordinamento e' quindi impedire la guerra; impedire le uccisioni; impedire la devastazione della biosfera.
*
Lo stato italiano da oltre un decennio sta follemente e criminalmente partecipando alla guerra afgana.
Una guerra terrorista e stragista, una guerra onnidistruttiva. Una guerra che occorre far cessare al piu' presto.
E la prima azione da compiere per farla cessare e' cessare di parteciparvi.
Cessi quindi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana; e s'impegni finalmente l'Italia per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Signor Ministro dell'Ambiente,
anche sulla base del suo specifico incarico e quindi delle sue specifiche competenze si impegni - d'intesa con gli altri suoi colleghi ministri - per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana: lo faccia per fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana - cui ha prestato giuramento all'atto di assumere il suo incarico - che all'articolo 11 esplicitamente proibisce al nostro paese di prender parte a una guerra come quella in corso in Afghanistan; lo faccia per salvare le vite umane che la guerra scelleratamente distrugge; lo faccia per difendere la biosfera che la guerra scelleratamente devasta; lo faccia per rispetto dell'umanita'.
*
Signor Ministro dell'Ambiente,
si adoperi affinche' l'orrore e l'infamia della partecipazione italiana alla guerra onnidistruttiva non continui un sol giorno di piu'.
Cessi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la pace salva le vite.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 17 settembre 2012
11. HERI DICEBAMUS. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE. "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA (2012)
Signor Ministro dell'Istruzione,
la guerra e' barbarie, distruzione di vite e negazione della dignita' umana.
L'educazione al contrario e' fondamento della civilta', ergo della convivenza umana.
*
Da oltre dieci anni l'Italia partecipa alla guerra afgana, una guerra insensata e illegale, terrorista e stragista.
La Costituzione della Repubblica Italiana all'articolo 11 proibisce esplicitamente ed inequivocabilmente al nostro paese di prender parte a quella guerra: da un decennio siamo quindi in presenza di una flagrante violazione della legalita' costituzionale, di un crimine golpista che ha contribuito a provocare innumerevoli morti ed innumerevoli devastazioni.
In questi dieci anni a causa della guerra innumerevoli esseri umani sono stati uccisi, innumerevoli mutilati, innumerevoli feriti, innumerevoli privati di tutti i loro beni, innumerevoli ridotti in condizioni di estrema oppressione e sofferenza.
Questo crimine contro l'umanita' deve cessare.
La guerra deve cessare.
L'Italia puo' e deve adoperarsi per la fine della guerra: ed il primo passo indispensabile a tal fine e' cessare di prendervi parte.
Chiediamo pertanto che l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla guerra afgana, e cosi' inizi ad impegnarsi concretamente, coerentemente, autenticamente, per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Questa richiesta abbiamo gia' rivolto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato. La rivolgiamo anche a lei proprio in considerazione dell'incarico che ricopre: l'educazione deve essere impegno contro le uccisioni, o non e' nulla; l'educazione deve essere impegno per la pace, o non e' nulla; l'educazione deve essere impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, o non e' nulla.
*
Sollecitiamo pertanto anche il suo impegno affinche' il governo e il parlamento deliberino l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra afgana. Non si attenda un solo giorno di piu'.
Solo la pace salva le vite.
Solo cessando di uccidere comincia la civilta'.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 18 settembre 2012
12. HERI DICEBAMUS. LETTERA APERTA AL MINISTRO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI. "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA (2012)
Signor Ministro dei Beni e delle Attivita' Culturali,
vi e' una radicale opposizione tra guerra e cultura: la guerra uccide e distrugge; la cultura da' vita, alimenta, sostiene, preserva, tramanda.
Che ingenti risorse finanziarie dello stato italiano siano follemente sperperate nella guerra afgana e' un triplice insensato delitto, un triplice scellerato oltraggio:
- poiche' i pubblici denari sono criminalmente usati per un'attivita', la guerra, che consiste di uccisioni e devastazioni;
- poiche' quelle pubbliche risorse sono sottratte alla loro legittima destinazione, sono sottratte alla civilta' umana, ed usate perversamente per l'esatto opposto, a fini di barbarie e annientamento;
- si aggiunga infine la considerazione della flagrante illiceita' della partecipazione italiana alla guerra afgana alla luce dell'articolo 11 della nostra Costituzione.
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Abbiamo gia' scritto, fin qui senza trovare adeguato ascolto, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, per chiedere loro un impegno per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana, e quindi un impegno reale e coerente del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ci rivolgiamo ora anche a lei, che dovrebbe tutelare e promuovere i beni e le attivita' culturali, impegno che implica l'opposizione piu' radicale alla guerra che consiste invece di pratiche barbare, assassine, distruttrici di beni, tradizioni e legami, esistenze.
Si adoperi affinche' cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana, e l'Italia si adoperi finalmente per la pace e i diritti umani, primo fra tutti il diritto a non essere uccisi.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 19 settembre 2012
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LA PACE SUBITO
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Per la cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532
Numero 5 del 17 giugno 2013
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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