La nostra responsabilita' per Bradley Manning



 

LA NOSTRA RESPONSABILITA' PER BRADLEY MANNING

 

Sono impegnato nel movimento per la pace da circa quarant'anni. In tutti questi anni ho sempre cercato - con la parola e con l'esempio - di persuadere le persone ad opporsi alla guerra e alle uccisioni, ad impegnarsi per salvare le vite. Lo ho fatto con la piena coscienza che se avessi trovato ascolto, allora avrei ben dovuto sentirmi solidalmente responsabile con chi metteva in pratica quel che proponevo.

Bradley Manning e' un giovane americano che ha oggi venticinque anni, quando era poco piu' che ventenne ha permesso all'umanita' intera di essere informata di alcuni atroci crimini di guerra. Questo giovane coraggioso ha fatto esattamente cio' che io sostengo che si debba fare; e non lo sostengo io solo, lo sostengono le leggi di tutti i paesi civili: chi viene a conoscenza di un delitto ha il dovere di denunciarlo e cosi' cercar di impedire che quel crimine si ripeta.

Non posso quindi non sentirmi responsabile per quanto di buono ha fatto e per quanto di atroce sta subendo Bradley Manning.

Credo che questo mio sentimento sia condiviso da innumerevoli persone - la stragrande maggioranza dell'umanita' - che in tutto il mondo si battono contro la guerra e contro le stragi, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Per aver fatto quello che ad ogni essere umano chiediamo di fare, Bradley Manning in questi ultimi anni ha subito una detenzione in condizioni cosi' disumane da configurarsi come una vera e propria continua tortura, e rischia di restare in carcere fino alla morte.

Per aver fatto quello che ad ogni essere umano chiediamo di fare, Bradley Manning dovrebbe invece essere immediatamente liberato e riconosciuto ed onorato per quello che veramente e': una persona buona, un testimone della dignita' umana.

 

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

Viterbo, 7 giugno 2013

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, gia' consigliere comunale e provinciale, e' stato dagli anni '70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitu' energetiche e militari nell'Alto Lazio (ed ha preso parte al movimento antinucleare fin dalla prima iniziativa a Montalto di Castro); dalla meta' degli anni Settanta e' stato uno dei principali animatori della sinistra antitotalitaria a Viterbo; obiettore di coscienza al servizio militare, dagli anni Settanta e' persona amica della nonviolenza (condividendo la formulazione di Aldo Capitini); nel 1979 ha fondato il "Comitato democratico contro l'emarginazione" che ha condotto rilevanti campagne di solidarieta'; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1991 e' stato processato ed assolto per la sua azione contro la guerra del Golfo; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia (anche per questa iniziativa ha subito un processo conclusosi con l'archiviazione delle accuse nei suoi confronti); nel 2001 e' stato l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; e' stato dagli anni '80 il principale animatore dell'attivita' di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; ha ideato e animato due delle piu' importanti e vittoriose campagne ambientaliste nell'Alto Lazio: quella contro la realizzazione della devastante Supercassia negli anni '80-'90, e quella contro la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo dal 2007; negli anni '80 e '90 e' stato tra i principali redattori del settimanale "Sotto voce" che a Viterbo condusse fondamentali inchieste contro i poteri criminali e il regime della corruzione; dal 2000 e' direttore del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", che ogni giorno diffonde materiali di studio e di riflessione e sostiene e promuove iniziative nonviolente per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani. Ha ideato e realizzato dal 2002 a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre il 4 novembre col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" e promosso la campagna a livello nazionale con questa denominazione.

 

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