Coi piedi per terra. 769



 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 769 del 10 maggio 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di dicembre 2001 (parte seconda)

2. L'unico modo per fermare le stragi

3. Cerco di non pensarci

4. Il periscopio di Fulminone: arrestate Giorgio il giovine

5. Numerosi parlamentari a favore della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza

6. La pietra torni carne

7. Tre banali osservazioni

8. Un passo avanti

9. E due indietro

10. Resoconto della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza

11. Una richiesta di aiuto e consiglio ai miei amici israeliani

12. Un epitaffio apocrifo attribuito a Misone

13. I quesiti di Sarchiapone: il golpe della P2, oggi

14. L'esercizio del silenzio e la botola della complicita'

15. Antonio Rivolta, alcuni improvvisati ottonari

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2001 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2001.

 

2. L'UNICO MODO PER FERMARE LE STRAGI

 

Diciamo una tautologia: l'unico modo per fermare le stragi e' fermare le stragi.

Fermare la catena delle uccisioni, questo occorre. Ed occorre che qualcuno cominci.

Si e' spesso ripetuta dopo l'11 settembre la massima attribuita a Gandhi secondo cui "occhio per occhio rende tutti ciechi"; e' terribile che da qualche settimana in qua questo concetto e questo impegno contro le stragi sembra stiano venendo dimenticati proprio quando ve ne e' piu' bisogno.

Occorre un gesto che rompa la processione degli eccidi, e tale gesto va chiesto in primo luogo non a chi e' piu' disperato, non a chi puo' trovarsi o percepirsi nel piu' tragico stato di necessita', ma a chi ha piu' facilmente il potere di farlo.

Ci assumiamo qui il diritto di dire: il Parlamento italiano torni a riunirsi e deliberi la cessazione della partecipazione itaiana alla guerra afghana, e denunci quella guerra per cio' che essa effettualmente e': illegalita' e crimine e stragi e terrore.

Ci assumiamo qui il diritto di dire: cessi da parte dello stato di Israele l'occupazione dei territori palestinesi; si riconosca subito lo stato di Palestina; si creino le condizioni per la convivenza nella sicurezza e nella dignita' di due popoli liberi e sovrani in due stati sovrani e liberi.

Ci assumiamo qui il diritto di dire: occorre bloccare la produzione e il commercio di armi ovunque, subito.

Il terrorismo si puo' sconfiggere solo con la forza del diritto.

La violenza si puo' contrastare solo con la legalita' e il rispetto dei diritti umani di tutti.

Occorre fermare le stragi. E cominciare a ragionare.

E quanto a tutto il resto questo penso: che solo la scelta della nonviolenza puo' salvare l'umanita' dall'autodistruzione.

 

3. CERCO DI NON PENSARCI

 

"L'ultima illusione fu rompere gli specchi"

(Mario de Sa-Carneiro, Il riscatto)

 

Cerco di non pensarci.

Mi dico: pensa

alla musica di Schoenberg

pensa alla pittura

di Goya, mi dico, al cinema

di Dreyer.

Cerco di non pensarci.

 

E non ci riesco. E mi dico

pensa a quanto cielo era ieri nel lago, pensa

a quanta luce era nella notte, mi dico, la notte

fredda ed immota tempesta di stelle

mi dico, e pensa al piacere

dell'olio e del sale sul pane, cerco

di non pensarci.

 

E non ci riesco. E cerco di pensare

alla persona che fui, alle colme

antiche attese, alle ore in cammino nei campi

al silenzio di cui e' consistita

la parte maggiore e migliore

della mia vita, e mi dico

sono ancora quello, e cerco

di ricordare, di ricordarmi, per non pensarci.

E non ci riesco.

 

Nei libri che ho letto mi dico cerca scampo:

i due sordidi assistenti di K., le quartine

di Omar, il nero pozzo dell'uomo Tommaso

e il sogno che riscatta Michele dal braccio leso,

la fanciulla di Mitilene che ogni volta ti toglie il respiro.

E cerco di non pensarci, senza riuscirvi giammai.

 

Mi dico quali abissi di sventura

quante sorsate di umiliazione e sofferenza

quante cataste di barattoli di orrore in offerta speciale

quali montagne oceani labirinti di sabbia

rovente occorsero per dare questo frutto

di fiamma e di porpora densa, mi chiedo

perche' non siamo capaci

di fermare la strage.

 

E mi ci divoro l'animo, gli occhi

feriti dal mondo smangiato dal male.

 

Cerco di non pensarci e non posso non pensarci: vi chiedo

ancora una volta amici

cosa dobbiamo fare perche' cessi la strage

e venga il tempo in cui l'uomo un aiuto sia all'uomo.

 

Di non pensarci cerco, e non riesco.

 

4. IL PERISCOPIO DI FULMINONE: ARRESTATE GIORGIO IL GIOVINE

 

Che il governo di un ricco e potente stato (ancorche' di un paese giovane e barbaro, fondato su un genocidio) decida e proclami di istituire tribunali speciali segreti che operino in tutto l'orbe terracqueo per rapire, torturare ed uccidere chiunque da essi stessi eletto a vittima, e dove e quando vogliano, senza pubblico processo e senza regola o freno o confine veruno, non e' forse questo un atto di abissale protervia e un delirio di onnipotenza assassina per il quale un solo nome puo' usarsi, e quel nome e' certo fascismo?

E che il consesso delle Nazioni Unite, la cosiddetta comunita' internazionale, i paesi civili, gli stati di diritto, non denuncino cio' per palese conclamato terrorismo quale esso effettualmente e', e violazione flagrante e magna di ogni principio giuridico e morale fondante la convivenza fra gli stati ed i popoli e le umane coscienze, non e' forse questo un esempio di pusillanime omerta' che rende complici di un crimine quanti ad esso non si oppongono?

Parlassimo da un pulpito, indossassimo una toga, non avremmo ragione di dire: arrestate orsu' per terrorismo il signor Giorgio il giovine Cespuglio, arrestate per terrorismo i suoi complici, arrestate per terrorismo i suoi fiancheggiatori?

 

5. NUMEROSI PARLAMENTARI A FAVORE DELLA PROPOSTA DI LEGGE PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA

 

La proposta di un atto legislativo per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza, formulata da oltre un anno da parte del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, e preparata e sostenuta da un intenso dibattito che ha coinvolto movimenti nonviolenti, associazioni ed operatori delle forze dell'ordine, giuristi, educatori, illustri personalita' delle istituzioni come della societa' civile, ha gia' ottenuto un vasto consenso anche in sede parlamentare.

Tra i membri del Senato della Repubblica hanno gia' espresso attenzione e sostegno: Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan.

Tra i membri della Camera dei Deputati hanno gia' espresso attenzione e sostegno: Fulvia Bandoli, Franca Bimbi, Marida Bolognesi, Paolo Cento, Laura Cima, Elettra Deiana, Titti De Simone, Alfiero Grandi, Franco Grillini, Mimmo Luca', Marcella Lucidi, Giorgio Panattoni, Alfonso Pecoraro Scanio, Roberta Pinotti, Giuliano Pisapia, Aldo Preda, Ermete Realacci, Carlo Rognoni, Giovanni Russo Spena, Piero Ruzzante, Vincenzo Siniscalchi, Francesco Tolotti, Tiziana Valpiana, Luciano Violante.

Tra i membri del Parlamento Europeo hanno gia' espresso attenzione e sostegno: il vicepresidente del Parlamento Europeo Renzo Imbeni, ed i parlamentari europei Giuseppe Di Lello, Claudio Fava, Luisa Morgantini, Giovanni Pittella.

Giovedi 6 dicembre alle ore 12, presso la Sala Rossa del Senato della Repubblica a Roma, si svolgera' la conferenza stampa promossa dal senatore Occhetto di presentazione pubblica della proposta di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento delle forze di polizia" che ha come primo firmatario appunto il senatore Achille Occhetto, e che prevede la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.

Alla presentazione al Senato fara' seguito dopo alcuni giorni la presentazione anche alla Camera dei Deputati.

Contestualmente alla promozione della proposta di legge, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha promosso anche un appello a tutti gli enti locali affinche' si esprimano a sostegno della proposta ed inizino al piu' presto la formazione alla nonviolenza dei corpi di polizia locale (valorizzando ed estendendo le esperienze gia' in corso: ad esempio presso il Comune di Milano gia' da anni si svolge una formazione ad hoc del Corpo dei vigili urbani con la supervisione della professoressa Marianella Sclavi).

 

6. LA PIETRA TORNI CARNE

 

L'intento del terrorismo e' di terrorizzarci. Esso vi riesce.

E ci pietrifica e ci costringe all'afasia. Dinanzi ai brani di carni che furono viventi esseri umani, solo lo strazio, un dolore infinito, ed un infinito sgomento, e paura, e terrore, dapprima ci prende. E ci toglie il respiro e la parola e le forze.

Dinanzi agli orrori che accadono in Israele e nei territori occupati che dovranno essere, perche' gia' lo sono nelle coscienze di tutti gli esseri umani, lo Stato di Palestina, un ricordo mi riemerge dal pozzo del cuore.

Ed e' questo ricordo: Antonino Caponnetto a Palermo, dopo il secondo massacro mafioso che gli aveva strappato anche l'altro dei suoi gemelli, dopo la strage di via D'Amelio del 19 luglio, che reduplicava l'orrore di Capaci del 23 maggio.

Ricordo tutto: ricordo quell'attimo di scoramento, quelle parole di commozione umane, troppo umane: "e' tutto finito"; e pareva davvero dinanzi a quella tragedia che qualcosa anche nella vita civile e spirituale del nostro paese e dentro di noi si fosse rotto di schianto.

Ricordo tutto: non passarono molte ore ed Antonino Caponnetto prese la parola ai funerali di Paolo Borsellino, era il 24 luglio 1992, e l'anziano magistrato che aveva chiesto ed ottenuto di prendere il posto di Rocco Chinnici per continuarne la lotta quando la mafia l'aveva assassinato, pronuncio' quella sua "preghiera laica ma fervente" che fu, cosi' pacata, cosi' tenera, cosi' limpida, cosi' ferma, cosi' intransigente, si', fu ad un tempo l'appello alla resistenza, la chiamata di tutti alla lotta e il segnale della riscossa che cominciava.

Ricordo tutto: le parole di Antonino Caponnetto ed il popolo di Palermo che si riprendeva la citta' contrastando palmo a palmo il campo al potere mafioso, al regime della corruzione, al terrorismo come arte di governo e signoria territoriale.

Perche' mi riaffiora questo ricordo? perche' questo penso, questo voglio pensare: che il terrorismo, quello mafioso come quello politico come quello religioso, quello di stato come quello di gruppi come quello di singoli, e cosi' quello folle e disperato dei fanatici suicidi di Hamas come quello scientifico e statuale del criminale di guerra tragicamente oggi al governo in Israele, tutti i terrorismi dunque, possono riuscire dapprima nel loro intento: cancellare esistenze e cosi' ammutolire, paralizzare e schiacciare altri esseri umani, cosi' ribadire il potere della violenza che uccide e minaccia la morte.

Ma questo ignobile trionfo del male e della morte non puo' prevalere, perche' non deve prevalere. Che esso prevalga si deve impedire, e quindi si puo' impedire, e quindi si deve volerlo impedire. E chi restato vivo sente questo, pur sotto il peso del dolore intollerabile, riconquista la facolta' della parola, da pietra torna carne e cuore pulsante e pensante di persona, e decide che il terrorismo, tutti i terrorismi, devono essere contrastati e sconfitti: e devono esere contrastati e sconfitti con la forza del diritto, con l'affermazione dei diritti umani per tutti gli esseri umani; e che e' indispensabile un impegno della cosiddetta comunita' internazionale degli stati e della cosiddetta societa' civile mondiale per interporsi affinche' le stragi cessino. E per far cessare le stragi occorre anzitutto interdirsi e interdire di compierne altre. E questa e' la nostra preghiera laica ma fervente.

Che cessino le stragi: battiamoci per questo, con la forza del diritto, della dignita' umana, dell'umana solidarieta' che tutti ci lega; con la scelta della nonviolenza.

 

7. TRE BANALI OSSERVAZIONI

 

La guerra infinita: c'e' una indimenticabile poesia di Ingeborg Bachmann che comincia: "La guerra non viene piu' dichiarata/ ma proseguita...". Il presidente degli Stati Uniti d'America ha deciso che la sua guerra continuera' e si estendera' ovunque lui voglia, quando e per quanto lui voglia, contro chiunque lui voglia: molti innocenti moriranno per questo, la sete di sangue di certe concrezioni di potere e' inestinguibile. E il nostro paese, stando a quel che dichiara garrulo e soave il ministro Martino, si appresta a seguire (evocando peraltro come bersaglio un paese, la Somalia, rispetto alla cui sventurata popolazione le colpe italiane sono gigantesche ed abominevoli; chi non ha letto i libri di Angelo Del Boca si affretti a farlo). La guerra, tu lo vedi, e' il contrario del diritto, e' il contrario della civilta', e' il nemico piu' grande dell'umanita' intera. Chi propugna una guerra infinita, vuole la fine dell'umanita'.

*

Il terrorismo come sostitutivo della politica (ed infine come annientatore della politica): i massacri seminano altri massacri. La catena delle stragi va spezzata, appunto cessando di commettere stragi. Invece si continua con capi di stato che si mettono alla scuola dei terroristi: un terrorista fa una strage? E loro mandano l'esercito a commetterne un'altra piu' grande. Cosi' il terrorismo (dei singoli, dei gruppi, degli stati) crescera' sempre piu' e divorera' l'umanita'. Ad ogni strage qualcun altro dira': perche' loro possono dispensare la morte e io no? E ne trarra' la conseguenza piu' tremenda. Cosi' gli ordinamenti giuridici abdicano al senso della loro esistenza, cosi' gli stati di diritto si assimilano ai poteri criminali, cosi' basta un crimine per produrne infiniti altri. Solo la scelta di non commettere altre stragi ferma le stragi; solo la forza del diritto ferma e sconfigge la forza del crimine; solo la nonviolenza puo' realmente fronteggiare ed effettualmente contrastare e certamente ridurre ed infine sperare di estinguere la violenza.

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Cose italiane: dapprima leggi  fatte apposta per aiutare chi ha violato le leggi; leggi in pro del crimine: un ossimoro divenuto divisa dei filibustieri oggi sul cassero della nave dello stato. Poi la guerra: infrangendo la legalita' costituzionale e divenendo complici delle stragi in corso; con tanta parte dell'opposizione che si fa anch'essa complice dei massacri cosi' come il governo; per un motivo solo: che qualche migliaio o milione di morti afghani sono ritenuti un prezzo accettabile per ingraziarsi Bush ed averne l'appoggio (e' verosimilmente il solo ragionamento, quantunque inconfessato, che motiva l'adesione alla guerra di chi governa oggi l'Italia, e di chi spera di tornare cosi' al governo un domani). Ora l'aggressione brutale e forsennata alla magistratura, che colpisce uno dei fondamenti dello stato di diritto: la separazione dei poteri; che mina il principio di legalita'; che fa strame dei valori piu' profondi della nostra civilta' giuridica e della nostra cultura politica. Cose che riemergono dalla storia italiana, e precisamente da quel periodo che duro' un ventennio e provoco' cinquanta milioni di morti e la distruzione dell'Europa intera.

 

8. UN PASSO AVANTI

 

La presentazione al Senato della Repubblica (e presto avverra' anche quella alla Camera dei Deputati) della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza e' un passo avanti della nonviolenza in cammino.

E' una risposta in termini di diritto e di umanita', di civilta' giuridica e di civilta' tout court, dinanzi alle tremende vicende di questi mesi e di questi giorni.

E' l'indicazione che e' possibile un'alternativa nella gestione dei conflitti e che questa alternativa passa attraverso piu' conosapevolezza, piu' conoscenza, piu' umanita'; piu' legalita', piu' democrazia, il riconoscimento dei diritti umani per tutti gli esseri umani.

E' la proposta, fatta alle persone come alle aggregazioni della societa' civile, come alle istitutzioni, di conoscere, far proprie e valorizzare le grandi risorse che la teoria-prassi della nonviolenza mette a disposizione di tutti: risorse assiologiche e conoscitive, risorse tecniche ed operative, risorse comunicative e relazionali, risorse strategiche e gestionali. La conoscenza e l'uso delle risorse della nonviolenza costituiscono l'alternativa culturale e pratica necessaria ed urgente affinche' i conflitti presenti a livello planetario, come nelle relazioni internazionali, come nella societa', come nelle relazioni interpersonali, non divengano distruttivi ma possano essere affrontati e risolti secondo umanita' e giustizia.

La nonviolenza e' l'unica alternativa internamente coerente ed esplicitamente globale rispetto alla violenza, all'ingiustizia, al crimine.

Quanto piu' vi saranno persone, gruppi, istituzioni che si impegneranno lungo il percorso della nonviolenza, tanto piu' potra' crescere la speranza di evitare la catastrofe della civilta' umana.

Quanto piu' si muoveranno passi per attuare la nonviolenza nel concreto agire degli esseri umani e di quelle loro protesi collettive che sono gli insiemi sociali e gli ordinamenti giuridici, tanto piu' si potra' ridurre la violenza che opprime gli esseri umani e devasta la biosfera.

Quanto piu' la scelta della nonviolenza permea le culture, tanto piu' le culture adempiono alla loro funzione di permettere e promuovere la convivenza umana.

Quanto piu' la nonviolenza diffonde la sua azione rischiaratrice e costruttiva, tanto piu' la dignita' umana puo splendere ed venir da tutti riconosciuta a tutti i membri dell'umana comunita'.

 

9. E DUE INDIETRO

 

Il primo passo indietro e' la guerra: che distrugge la societa', distrugge la legalita', diostrugge la convivenza, distrugge le risorse, ma soprattutto e decisivamente distrugge concrete esistenze umane: tu vedi che li' erano Francesca e Mario, Amedeo e Giulietta, Fedora e Arcibaldo, e poi non sono piu', resi meno che ombra per sempre: e senti che la tua stessa umanita' ne e' squarciata e corrotta, e di sbigottito rovente dolore sei invaso. Usciamo dalle astrazioni del linguaggio degli assassini e diciamolo chiaro ancora una volta: la guerra e' la forme piu' grande e piu' mostruosa di crimine e di terrorismo, essa e' sempre omicidio, omicidio di massa, omicidio di innocenti.

Lo sapevano coloro che sottoscrissero il patto delle Nazioni Unite per preservare le generazioni future dal flagello della guerra. Lo sottoscrissero sulle rovine fumanti della seconda guerra mondiale, lo giurarono dinanzi alla memoria fatta di ossari e di fumo e di nebbie di cinquanta miioni di morti: mai piu' la guerra, dissero allora i popoli affratellati in un patto che l'intera umanita' aspirava ad includere e proteggere.

Lo sapevano nel nostro paese i padri costituenti scesi dalle montagne dopo per due fiate resistettero all'assalto della belva nazista e riscattarono l'infamia durata due volte dieci anni, e vollero scriverlo nell'l'articolo 11 della nostra Costituzione Repubblicana (intenzionalmente scrivo repubblicana con la lettera iniziale maiuscola: la Repubblica, la cosa di tutti, la cosa cui si riferiscono "le antiche virtu' repubblicane", che non e' uno slogan ma la formula di una generosa coscienza disposta all'agire in pro del bene comune).

La guerra: che e' il nemico dell'umanita'; gli strumenti della guerra: nemici dell'umanita'; gli apparati della guerra: nemici dell'umanita'.

E chi decide e chi ordina e chi esegue e chi sostiene ed esalta la guerra si fa quindi nemico a se stesso e ai suoi simili, ed occorre fermarlo e farlo recedere da tanta follia, occorre salvarlo per salvare le sue vittime, ed occorre salvare le sue vittime per salvare altresi' essolui.

"Perche' una e' la carne", deve aver scritto in una sua poesia, cito a memoria, Danilo Dolci: ed intendeva, e tu lo intendi, che unica e' l'umanita'.

*

L'altro passo indietro e' il colpo di stato in corso in Italia. Di cui dovremo tornare a parlare. Prima che sia troppo tardi.

 

10. RESOCONTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA

 

Si e' svolta ieri, giovedi 6 dicembre, presso la Sala Rossa del Senato della Repubblica a Roma, la conferenza stampa di presentazione pubblica della proposta di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento delle forze di polizia" che ha come primo firmatario il senatore Achille Occhetto ed e' stata sottoscritta da vari parlamentari di diverse forze politiche; e' la proposta di legge che prevede la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.

La conferenza stampa e' stata presieduta dal senatore Cesare Salvi, vicepresidente del Senato della Repubblica. Il senatore Achille Occhetto ha illustrato la proposta di legge, ricostruendone le motivazioni ed analizzando il contesto attuale. Sono poi interventuti il senatore Guido Calvi, il regista Citto Maselli anche a nome degli altri registi cinematografici presenti (tra cui alcuni veri e propri monumenti viventi della cultura italiana come Mario Monicelli e Gillo Pontecorvo); il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Peppe Sini (che ha ricostruito la genesi della proposta, il coinvolgimento nella elaborazione e discussione preliminare di tante associazioni (in primo luogo numerose associazioni sindacali e cuturali delle forze di polizia), istituzioni, movimenti nonviolenti, e di illustri studiosi di fama internazionale; il senatore Francesco Martone; il senatore Luigi Malabarba; il senatore Vittorio Parola.

La conferenza stampa e' stata un'occasione di riflessione particolarmente rilevante; la partecipazione e' stata ampia ed assai qualificata.

Tra i presenti alla conferenza segnaliamo anche la senatrice Tana de Zulueta ed altri parlamentari; una figura storica del movimento sindacale di polizia come il dottor Delfino Santaniello; l'onorevole Franco Grillini, una delle figure piu' rilevanti della societa' civile; il sociologo Maurizio Fiasco, profondo studioso dei temi della sicurezza pubblica; personalita' della cultura come i registi cinematografici Mario Monicelli, Gillo Pontecorvo, Daniele Segre.

Alla conferenza sono pervenuti messaggi di saluto da parte di illustri studiosi e rappresentanti della cultura e dell'impegno nonviolento, come il professor Alberto L'Abate, il peace-researcher Giovanni Scotto, il direttore di "Azione Nonviolenta" Mao Valpiana.

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Le numerose qualificate adesioni di parlamentari gia' pervenute

La proposta di un atto legislativo per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza, formulata da oltre un anno da parte del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, e preparata e sostenuta da un intenso dibattito che ha coinvolto movimenti nonviolenti, associazioni ed operatori delle forze dell'ordine, giuristi, educatori, illustri personalita' delle istituzioni come della societa' civile, ha gia' ottenuto un vasto consenso anche in sede parlamentare.

Tra i membri del Senato della Repubblica hanno gia' espresso attenzione e sostegno: Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan.

Tra i membri della Camera dei Deputati hanno gia' espresso attenzione e sostegno: Fulvia Bandoli, Franca Bimbi, Marida Bolognesi, Paolo Cento, Laura Cima, Elettra Deiana, Titti De Simone, Alfiero Grandi, Franco Grillini, Mimmo Luca', Marcella Lucidi, Giorgio Panattoni, Alfonso Pecoraro Scanio, Roberta Pinotti, Giuliano Pisapia, Aldo Preda, Ermete Realacci, Carlo Rognoni, Giovanni Russo Spena, Piero Ruzzante, Vincenzo Siniscalchi, Francesco Tolotti, Tiziana Valpiana, Luciano Violante.

Tra i membri del Parlamento Europeo hanno gia' espresso attenzione e sostegno: il vicepresidente del Parlamento Europeo Renzo Imbeni, ed i parlamentari europei Giuseppe Di Lello, Claudio Fava, Luisa Morgantini, Giovanni Pittella.

Alla presentazione al Senato fara' seguito tra alcuni giorni la presentazione anche alla Camera dei Deputati.

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Riproduciamo ancora una volta il testo definitivo del disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia"

Articolo 1 (Norme di principio)

1. L'istruzione, la formazione e l'aggiornamento professionale del personale delle forze di polizia indicate all'articolo 16 della legge 1 aprile 1981, n. 121 e successive modificazioni e integrazioni, sono svolte mediante programmi ed attivita' didattiche coerentemente ispirati ai valori della Costituzione della Repubblica con particolare riferimento agli articoli 2 e 27 e ai principi contenuti nella "Carta dei Diritti fondamentali" dell'Unione Europea.

Articolo 2 (Direttive del Ministro dell'Interno)

1. Il Ministro dell'Interno, nelle sue attribuzioni di responsabile della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e di autorita' nazionale di pubblica sicurezza,

- impartisce annualmente le direttive generali per l'attivita' d'istruzione, formazione e aggiornamento svolte dal sistema degli Istituti e delle Accademie delle forze di polizia introducendo le metodologie didattiche piu' idonee ad elevare la conoscenza e l'uso dei valori, delle tecniche, delle modalita' di servizio e delle strategie della nonviolenza;

- fissa gli obiettivi generali da raggiungere sia annualmente e sia nell'intero ciclo d'istruzione;

- vigila sugli indirizzi didattici e verifica la qualita' degli interventi formativi realizzati, relativamente alla promozione della coscienza civica e al rigoroso apprendimento di una deontologia professionale che sia conforme alle funzioni difensive e nonviolente delle forze dell'ordine;

- fissa la durata inderogabile dei corsi di istruzione per le varie qualifiche del personale di nuova assunzione in servizio;

- si avvale della consulenza di docenti e ricercatori esperti in materia di formazione alla nonviolenza e dei responsabili delle strutture formative e addestrative attualmente operanti nelle forze dell'ordine sia per l'approntamento della specifica normativa che per la qualificazione dei docenti.

Articolo 3 (Relazione annuale sull'attivita' d'istruzione, formazione e aggiornamento)

1. Il Ministro dell'Interno inoltra annualmente alle Camere, prima della scadenza dei termini di presentazione della Legge Finanziaria e della Legge di Bilancio, una particolareggiata relazione sull'attivita' svolta dal sistema degli istituti d'istruzione delle forze di polizia, nella quale siano esposti:

- gli obiettivi didattici formulati all'inizio dell'anno di gestione;

- gli indirizzi seguiti per il miglioramento continuo della preparazione professionale, nei profili deontologico-valoriale, tecnico operativo e gestionale;

- i modelli di valutazione adottati sia per la programmazione scientifico-didattica e sia per la verifica dei risultati;

- i risultati raggiunti in termini di preparazione del personale delle forze di polizia di ogni ordine e grado ed in termini di miglioramento qualitativo delle metodologie e delle tecniche di insegnamento, ivi comprese metodologie di servizio nonviolento;

- gli obiettivi didattici per l'anno successivo e i programmi di studio e di ricerca previsti a supporto dell'attivita' degli istituti e del miglioramento continuo della qualita' dei curricula formativi.

2. La relazione, trasmessa ai Presidenti della Camera e del Senato, e' inoltrata al Comitato di cui al successivo articolo 4 della presente legge.

Articolo 4 (Comitato parlamentare per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento professionale del personale delle forze di polizia)

1. Ai fini della promozione degli indirizzi formativi ispirati al miglioramento continuo della qualita' delle forze di polizia, e' istituito il Comitato parlamentare per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento professionale del personale delle forze di polizia.

2. Il Comitato e' composto da cinque deputati e da cinque senatori, nominati dai Presidenti della Camera e del Senato, sentiti i Presidenti dei Gruppi Parlamentari.

3. Il Comitato

- elegge al suo interno il Presidente e resta in carica per tutta la legislatura;

- svolge approfondimenti conoscitivi, mediante audizioni e sopralluoghi;

- discute e valuta la relazione annuale del Ministro dell'Interno, di cui all'articolo 3 della presente legge;

- trasmette semestralmente una nota e annualmente una relazione su quanto emerso dai relativi lavori alle Commissioni Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

4. Il Comitato, ogni qualvolta si renda opportuno acquisire elementi e valutazioni, delibera di audire il Ministro dell'Interno, o il Sottosegretario di Stato delegato, i responsabili delle forze di polizia e chiunque altri ricopra un incarico istituzionale nel campo dell'istruzione del personale delle forze di polizia.

Articolo 5 (Copertura finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge valutati complessivamente in ventimila milioni si provvede mediante l'utilizzo del fondo di riserva per le spese impreviste per l'anno 2001.

Articolo 6 (Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

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Ricordiamo infine che il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha promosso anche un appello a tutti gli enti locali affinche' sostengano la proposta di legge e realizzino la formazione alla nonviolenza dei corpi di polizia locale (ad esempio i corpi di polizia municipale).

Presso il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo possono essere richiesti i dossier documentari recanti alcuni dei molti materiali di studio e dibattito che hanno accompagnato l'elaborazione della proposta di legge.

La struttura pacifista viterbese documenta inoltre giorno per giorno l'andamento dell'iniziativa e della riflessione ad essa collegata attraverso la pubblicazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che puo' essere richiesto gratuitamente da tutti gli interessati scrivendo all'indirizzo di posta elettronica: nbawac at tin.it e che puo' essere altresi' letto nel sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org), e nel sito di Peacelink (www.peacelink.it e dalla home page cliccando su "news" o su "peacelink news").

 

11. UNA RICHIESTA DI AIUTO E CONSIGLIO AI MIEI AMICI ISRAELIANI

 

Carissimi,

molto ho imparato da voi e molto il vostro aiuto ed il vostro consiglio hanno contato per me in vari momenti della mia vita.

E quindi vi chiedo ancora una volta aiuto e consiglio.

Dobbiamo riuscire a fermare il massacro che mette in pericolo a un tempo l'esistenza del popolo palestinese, l'esistenza dei cittadini di Israele, l'umanita' intera.

Lo chiedo a voi: a me sembra, e voi me lo avete insegnato, che occorre riuscire a far realizzare al piu' presto alcune scelte politiche forti:

- occorre al piu' presto riconoscere lo stato di Palestina su tutta l'area dei cosiddetti "territori occupati" (i "territori occupati" per antonomasia: l'opinione pubblica mondiale quasi non avverte piu' l'atrocita' della situazione che questa espressione descrive);

- occorre garantire la sicurezza dei cittadini e dello Stato di Israele, ed essa e' evidentemente legata al miglioramento immediato e sostanziale delle condizioni di vita della popolzione palestinese oggi ridotta in larghissima parte alla disperazione piu' estrema;

- occorre far  cessare ogni forma di apartheid presente nella politica del governo israeliano;

- occorre chiedere ed ottenere un impegno dei popoli e degli stati per sostenere questo processo di pace e di giustizia.

*

Lo sappiamo bene: forse non c'e' uno stato al mondo che non si sia fondato su un crimine grande. Ma nessuno stato puo' reggersi a lungo se non instaura condizioni di legalita', se non e' ordinato all'umana civile convivenza.

Lo sappiamo bene: la catena della violenza e' una macchina che si autoalimenta, e sempre si puo' ritorcere contro altri la responsabilita' dell'orrore scatenato; ma c'e' un solo modo per spezzare la catena della violenza, ed e' che una delle parti decida di rinunciare al successivo atto di violenza, e sulla violenza (sulla propria capacita' di violenza, in primo luogo) faccia prevalere il principio di legalita', la scelta della convivenza, il senso di umanita'.

Lo sappiamo: l'attuale premier di Israele e' stato eletto regolarmente, sicuramente piu' che l'attuale presidente degli Stati Uniti d'America. Ma gia' nel 1982 una voce autorevole come quella di Primo Levi, all'indomani dei massacri di Sabra e Chatila chiedeva che i responsabili della politica israeliana che quell'orrore non avevano impedito, Begin e Sharon, si dimettessero dalle loro cariche pubbliche.

*

Miei cari,

lo so che voi state facendo molto per la pace e la giustizia, come i nostri comuni amici palestinesi, e chi e' carente, inadeguato, e quindi ha ben ragione di sentirsi in colpa e in torto sono invece io, e quelli come me, che abbiamo la fortuna di vivere nelle aree del privilegio del nord del mondo e non siamo stati capaci di convincere i nostri governi ad un'adeguata azione internazionale di pace e di solidarieta', persuasiva ed efficace, con aiuti e garanzie per la Palestina come per Israele, per il popolo palestinese come per quello israeliano, come per tutto il popolo di Abramo nella diaspora, come per tutti gli esuli palestinesi.

Una memoria, una speranza ed un voto credo ci uniscano.

La memoria della Shoah, questo evento che ha spezzato in due la storia dell'umanita' e dinanzi a cui ognuno e' interpellato, convocato a una decisione e a un agire affinche' mai piu' possa ripetersi, mai piu'.

La speranza di costruire un mondo nuovo (ovvero: di salvare e migliorare questo mondo vecchio ma che pure e' l'unico che abbiamo) in cui la dignita' di ogni essere umano sia riconosciuta, ed ogni essere umano trovi negli altri esseri umani un conforto.

Il voto di essere noi, nella nostra vita, nelle nostre scelte, nei nostri gesti, prefigurazione ed inveramento di questo mondo: figura e persona di un'umanita' solidale di liberi ed eguali, e di eguali perche' diversi, e di liberi perche' in condivisione.

Per fedelta' alle vittime, per speranza di un comune cammino che sia altresi' riscatto di tutti, per sentimento di solidarieta' con l'intero genere umano.

*

Qui e adesso siamo convocato a un impegno comune: fermare le stragi in Palestina e in Israele, e il primo passo non puo' che essere fatto dalla parte costituita in ordinamento giuridico che mi sembra essere piu' forte e piu' in torto in questo complesso ed atroce conflitto: il governo dello stato di Israele nei confronti del popolo palestinese.

E dunque chiedo a voi se vedo chiaro e se dico bene, e sollecito il vostro giudizio su queste proposte:

- chiediamo insieme al governo di Israele di non continuare in un terrorismo che degrada uno stato al livello di un'organizzazione criminale e ne equipara l'agire a quello tragicamente disumanato dei disperati suicidi omicidi;

- chiediamo insieme al governo di Israele di riconoscere lo stato di Palestina e cessare ogni strage, ogni vessazione, ogni occupazione;

- chiediamo insieme al governo di Israele di dichiarare solennemente che al terrorismo stragista dei gruppi criminali non rispondera' piu' con altro terrorismo stragista, ma con la scelta della legalita', con la difesa della sicurezza e della vita di tutti, e con il dialogo e la cooperazione con la rappresentanza legittima del popolo palestinese;

- chiediamo insieme alla comunita' internazionale degli stati, e quindi all'Onu come sua rappresentanza piu' ampia, di sostenere gli stati di Israele e di Palestina con aiuti materiali e garanzie concrete;

- chiediamo insieme all'Onu di dispiegare una forza di pace affinche', per quanto e' possibile, si prevengano ed impediscano tutte le stragi e le persecuzioni;

- chiediamo insieme alla societa' civile internazionale di inviare volontari ed aiuti per garantire a tutti i diritti fondamentali ed impedire a tutti di esser preda della miseria, della disperazione e del crimine.

*

Ditemi se mi sbaglio, e se mi dovessi sbagliare vogliate credermi che l'errore mio scaturisce da insufficienza dell'intelletto, non da nequizia della volonta'.

Un abbraccio.

 

12. UN EPITAFFIO APOCRIFO ATTRIBUITO A MISONE

["In un altro luogo B. menziona un saggio greco di nome Misone, e dice che egli gode della rara fortuna d'essere annoverato tra i Sette Sapienti, qualora il numero di questi venga portato a quattordici", cosi' Victor Eremita nell'avvertenza che apre Enten-Eller]

 

Soave Dafne, dolce pulcettina

Aminta tuo giammai non trovo' pace

ma non amor lo strusse, e se qui giace

causa ne fu chi semino' la mina.

 

13. I QUESITI DI SARCHIAPONE: IL GOLPE DELLA P2, OGGI

Ci e' grato porgere al colto e all'inclita il quesito seguente: e' il cavalier Berlusconi Silvio che adempie, sia pur con un ritardo di decenni, i desiderata del signor Gelli Licio della cui lieta brigata ebbe a far parte in quella provetta gioventu'; o e' il signor Licio Gelli che a furia di formulari esoterici e rituali occultistici aveva avuto precognizione di quanto decenni dopo il suo giovine adepto avrebbe realizzato?

Al lettore che prediliga la seconda risposta crediamo debba farsi omaggio di tessera della P2 o a scelta di kit da apprendista stregone (ma sembra doveroso suggerire di scegliere la tessera, che come e' noto pare dia diritto a svariati prestigiosi privilegi); al lettore che prediliga la prima consigliamo di non dirlo in giro.

*

Postilla: si', consigliamo di non dirlo in giro: dovesse il parlamento - il cielo non voglia - approvare in velocita' e in allegria una leggina ad hoc per imporgli, che so, l'applicazione dello stivaletto malese, o della vergine di Norimberga, o altre piacevolezze del repertorio - del repertorio, s'intende, dell'elevata cultura giuridica di cui chi e' oggi al governo si pregia esser campione.

 

14. L'ESERCIZIO DEL SILENZIO E LA BOTOLA DELLA COMPLICITA'

 

Devo ai lettori una spiegazione.

Per alcuni giorni le pubblicazioni di questo foglio sono state sospese. Ad alcuni amici, che a voce mi hanno chiesto perche', ho dato risposte veritiere ma parziali ed elusive, e quindi non del tutto veritiere; ai molti altri che mi hanno scritto non ho ancora avuto il tempo e il garbo di mandare due righe. Tutti ringrazio della sollecitudine ed a tutti rispondo adesso.

Ho dedicato questi giorni al silenzio, al raccoglimento, alla meditazione. Ho cercato di chiarire a me stesso i motivi di un crescente interiore disagio, che mi pare di poter ricondurre a tre fattori.

*

Il primo fattore: la sensazione che ci stiamo abituando, rassegnando alla guerra e alle stragi. Abbiamo ripreso a parlare d'altro, stiamo cercando di convivere con una situazione che e' invece invivibile e minaccia di distruzione l'intera civilta' umana.

E dunque occorre che con piu' consapevolezza e limpidezza ed energia ci opponiamo ad essa, la denunciamo, la contrastiamo: in nome dell'umanita' tutta, e di noi stessi che dell'umanita' siamo particole e portatori, unita' minime ed essenziali non ulteriormente divisibili: individui dunque, persone. E in quanto tali siam dunque avversari di cio' che all'umano e' nemico: dell'uccidere, e massime della guerra che dell'uccidere e' l'oscena onnivora nichilistica magnificazione.

*

Il secondo fattore: la sensazione di una crescente e sempre piu' evidente nostra inadeguatezza: pratica, intellettuale e morale.

Inadeguatezza pratica: a tre mesi dalla tragedia dell'11 settembre, a due mesi dall'inizio della guerra afghana, ad un mese dalla decisione dell'invio delle truppe italiane, il movimento per la pace italiano, pur cosi' ampio e cosi' radicato, non e' stato capace di pensare e tantomeno di realizzare azioni limpide, concrete ed efficaci; non e' stato capace, non siamo stati fin qui capaci, di pensare e realizzare azioni dirette nonviolente (la quasi totalita' delle iniziative spacciate sotto questo nome ne erano solo l'ignobile caricatura ed il colossale travisamento); non e' stato capace, non siamo stati fin qui capaci, di proporre ed attuare azioni di disobbedienza civile di massa (certe cose spacciate per tali erano talora l'esatto contrario di cio' che dicevano di essere: irresponsabilita' ed insensataggine); non e' stato capace, non siamo stati fin qui capaci, di perseguire efficacemente l'obiettivo di costruire lo sciopero generale contro la guerra (obiettivo che richiede una grande capacita' di interlocuzione con tutta la societa' come con le istituzioni: ci si e' invece per un verso rattrappiti in iniziative di bandiera e in linguaggi settari; per l'altro dissoluti in confusioni che appannano l'essenziale, cancellano i discrimini e destituiscono di credibilita'; e talora convergentemente perfino in meschini giochi di demarcazione e per cosi' dire "lottizzazione" del campo ideologico, sociale e politico, di sopraffazione verso i vicini, di stolta denegazione delle verita' altrui).

La Perugia-Assisi doveva essere un inizio, ed invece e' stata una pietra tombale. Nel cosiddetto "movimento di movimenti" si sono imposte modalita' di riflessione, azione e rappresentanza che hanno fatto emergere come egemoni culture e personalita' autoritarie, totalitarie, irresponsabili e subalterne la cui azione e predicazione a me paiono semplicemente sciagurate. Vogliamo aprire una discussione su questo o la consegna e' di far finta che tutto va bene? Tutto va bene?

E questo proprio mentre occorrerebbe un grande impegno ad un tempo per la pace e per la legalita'; per la solidarieta' con gli oppressi in lotta per l'esistenza e la dignita', e la difesa del diritto e del civile convivere.

Proprio mentre le istituzioni italiane sono aggredite e pervase da una cultura e una pratica dell'illegalita' forse mai cosi' proterve ed esplicite dalla caduta del fascismo ad oggi: con un governo fuorilegge, un parlamento corrivo, un capo dello Stato complice. Proprio mentre e' in corso un'azione governativa e parlamentare golpista.

E non dico del sistema dei mass-media: ho sempre saputo che li' era una scaturigine fondamentale del potere del fascismo: la costruzione del consenso con la manipolazione e la degradazione piu' sfrenate. Invece di assumerne logiche e linguaggi non sarebbe necessaria ed urgente un'analisi critica ed un'azione costruttiva per un uso dei mezzi di comunicazione di massa a fini di pace, di verita' e di giustizia? Un uso che richiedera' sicuramente anche esplicite rotture e rinunce; nitide iniziative di opposizione nonviolenta nei confronti dei facitori di narcosi e menzogna e malaffare e disumanita'; ed uno sviluppo e diffusione di strumenti, luoghi e linguaggi alternativi a quelli dominanti.

*

L'inadeguatezza intellettuale: leggo ed ascolto le cose che illustri pensatori e valorosi militanti pacifisti scrivono e dicono in queste settimane: le trovo sempre piu' povere, sempre piu' subalterne, sempre piu' rozze.

Persone di valore scrivono sui giornali e pronunciano dai microfoni sciocchezze ed infamie che neppure nel "breve corso" di staliniana memoria; alcune sembrano non accorgersi della gravita' del terrorismo islamista; altre sembrano non accorgersi del terrorismo di Bush o di Sharon; molte sembrano non avvedersi di come il terrorismo individuale, quello dei gruppi criminali e quello degli stati interagiscano e reciprocamente si alimentino. Molte persone sono talmente abbacinate dalle loro elucubrazioni da ridurre tutto a metafora e non percepire piu' che la guerra uccide concreti esseri umani e non concetti astratti. Molte sono talmente avviluppate dal proprio privilegio e dai propri conseguenti pregiudizi da non accorgersi neppure piu' di come assurdamente pretendano di tutto ridurre a una misura e una gabbia concettuale in cui la realta' non puo' essere astretta.

Provo sdegno e paura per questo offuscamento ed affievolimento ed immiserimento delle nostre capacita' di riflettere, di sentire, di parlare; per il depauperarsi e deteriorarsi della nostra stessa lingua, per la crescente incapacita' di dare ordine e chiarezza e coerenza ai nostri stessi pensieri (ripenso, certo, alle decisive riflessioni su questi argomenti di Franco Fortini, illuminanti e ineludibili).

*

L'inadeguatezza morale: ogni giorno che passa vedo crescere anche fra noi l'ipocrisia e la doppiezza, il gioco infernale dei casisti, ragionamenti speculari a quelli degli assassini, l'accettazione supina di falsi dilemmi costruiti ed imposti appositamente per indurci in trappole logiche e morali, in situazioni aporetiche e schizofreniche, per tutti ridurci a complici.

Non so piu' da quanto lo ripeto: si e' hic et nunc movimento per la pace solo se si fa la scelta della nonviolenza, altrimenti si e' subalterni, si e' complici, si e' risucchiati nella spirale della menzogna e della violenza.

Occorre la scelta consapevole ed intransigente della nonviolenza: invece in questi mesi sempre piu' ci si e' riempiti la bocca di questa parola, e sempre meno se ne e' colto ed accolto il significato e il compito.

Occorre la scelta consapevole e intransigente della nonviolenza: senza della quale non si ricostruisce e riprende un progetto e un percorso di liberazione che erediti, critichi, trasformi ed inveri e prosegua le esperienze e le riflessioni sofferte e luminose delle lotte per la dignita', il diritto e la liberazione condotte tra errori ed orrori dall'umanita' oppressa lungo tutto il ventesimo secolo.

Occorre la scelta consapevole e intransigente della nonviolenza: all'ascolto ed alla sequela della piu' grande e nitida e aggettante tradizione di affermazione e liberazione dell'umanita' che abbiamo conosciuto, che e' quella del movimento delle donne.

*

Il terzo fattore: la sensazione di essere "recuperati" in una logica in cui tutto fa brodo e l'impegno per la pace e' ridotto a contorno per pietanze a base di carne umana, alla funzione di prefica che non puo' mancare mentre si celebra l'orgia sacrificale e si dipana la funebre teoria. Mi pare che a molti interessi molto piu' comparire sui pulpiti della societa' dello spettacolo o fare presuntuosi ed irresponsabili discorsi "a lungo termine" (che ripropongono inconsapevolmente la logica "dei due tempi" che gia' tanto funesta ebbe ad essere nel secolo da cui veniamo) piuttosto che cercare di fermare adesso le stragi e l'escalation cosi' visibile verso una guerra mondiale che puo' mettere fine alla civilta' umana. Mi pare che ci si riduca sempre piu' ad iniziative meramente testimoniali che delegano ad altri responsabilita' e scelte (ed impostate in questi termini esse iniziative non sono piu' neppure testimoniali, ma solo sintomatiche di una indicibile insufficienza morale prima ancora che politica). Mi pare che stiamo mentendo a noi stessi. Perche' il nostro cuore si indurisce cosi'? Perche' il nostro sguardo si vela di notte e di nebbia? Perche' accettiamo di essere ridotti a ciarla e salotto mentre la casa scricchiola e cede?

*

E dunque, mi sono detto, non sarebbe piu' giusto sottrarsi al rumore di fondo, e tacere?

Ma anche il tacere non e' forse anch'esso una forma della complicita' con l'abominio?

E coloro che mane e sera tentano persuaderci che questo, grondante sangue e brani di carni umane alacremente allegramente esibizionisticamente macellate, sia il migliore dei mondi possibili, non contano forse anche su cio': che a ridurci al silenzio laddove non basti il loro rombare bestemmie e bombe, e il loro minacciare e squadernare squadroni e squadracce, e tribunali speciali e nuova Ovra che tutto il mondo attentacoli, sia efficiente anche ed infine il nostro sentimento di vergogna?

E la nostra lealta' e solidarieta' nei confronti delle vittime non richiede forse che noi che abbiamo ancora la voce e lo spazio pubblico in cui una parola contro i massacri possa essere detta, ebbene, almeno quella parola la diciamo, non per delega ma per dovere?

E dunque, mi dico, e' forse non disutile continuare a comporre questo foglio tessuto di voci diverse che vorrebbe chiamare qui e adesso alla resistenza contro la guerra e la violenza, alla coscienza di noi stessi come esseri umani legati da un patto e un destino comune (si', il Leopardi della Ginestra: "tutti fra se confederati estima Gli uomini, e tutti abbraccia Con vero amor"), e documenta ad un tempo la nostra abissale disperazione e la nostra nuda speranza che di quell'abisso - di questo abisso - comunque affiora.

 

15. ANTONIO RIVOLTA: ALCUNI IMPROVVISATI OTTONARI

[Caro don Lisander, questi ingenui ottonari a rima baciata certo li scrisse un mostro dalle tre narici]

 

Viene il giorno, viene l'ora

che il silenzio ti divora.

Tu perscruti a destra e a manca

e la morte tutto imbianca.

 

Il governo di Israele

pianta e miete salme e fiele,

e la Banca mondiale

incrementa il capitale.

 

Il governo americano

scanna l'indio e il musulmano,

e la Banca mondiale

incrementa il capitale.

 

L'islamista col coltello

trancia gole e fa un macello,

e la Banca mondiale

incrementa il capitale.

 

La potenza vecchia e nuova

schiaccia gente come uova,

e la Banca mondiale

incrementa il capitale.

 

Tu seduto alla finestra

ti trangugi la minestra,

e ripeti: che fortuna

che io viva sulla luna.

 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Numero 769 del 10 maggio 2013

 

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