Archivi. 180
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- Date: Fri, 26 Apr 2013 07:00:25 +0200 (CEST)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 180 del 26 aprile 2013
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di dicembre 2007 (parte seconda)
2. E nei solchi i denti del drago
3. Ancora sull'urgenza delle urgenze
4. La lotta nonviolenta di dom Luiz
5. Il tempo stringe
6. Aloisio Lorscheider
7. Breve un ragionamento
8. Una lettera all'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2007 (PARTE SECONDA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2007.
2. E NEI SOLCHI I DENTI DEL DRAGO
Quelli che si scandalizzano per le guerre venture e non si accorgono di quelle presenti.
Quelli che pontificano di nonviolenza ed hanno votato per la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.
Quelli che guardano cosi' lontano da non vedere piu' i cadaveri sotto i loro occhi.
Quelli che chiedono al governo di non fare dopodomani cio' che sta gia' facendo oggi, e su cio' che sta facendo oggi stendono ipocrita un velo, che subito di sangue s'impregna.
3. ANCORA SULL'URGENZA DELLE URGENZE
Mentre affonda nella guerra, nel razzismo e nell'ecocidio quella che fu la sinistra italiana, e con essa la democrazia nel nostro paese, occorre subito costruire la zattera della nonviolenza.
Poiche' non vi sara' piu' una sinistra e una democrazia in Italia se non vi sara' la proposta politica della nonviolenza.
Per questo occorrono due cose.
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La prima: la costruzione di liste elettorali che abbiano come criterio decisivo dell'azione politica la scelta della nonviolenza, per portare in tutte le istituzioni la proposta della nonviolenza.
La seconda: la realizzazione del giornale della nonviolenza in Italia, che ogni giorno porti nelle edicole oltre che nella rete telematica le esperienze e le riflessioni della nonviolenza in cammino e sostenga la costruzione della politica della nonviolenza.
A queste due imprese ci sembra occorra chiamare tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona che dalla vicenda del Novecento hanno tratto la lezione della necessita' e dell'urgenza di una rottura radicale ed epocale: la rottura della subalternita' alla violenza, e quindi la scelta del definitivo ripudio della violenza come mezzo di lotta politica, come strumento di regolazione sociale, come ideologia e come habitus, come principio di organizzazione.
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Una politica della nonviolenza che erediti e inveri le grandi tradizioni culturali dei movimenti di liberazione delle oppresse e degli oppressi: una politica della nonviolenza socialista e libertaria, solidale e responsabile, della cura e della fraternita'-sororita', della relazione e del riconoscimento di dignita'.
Una politica della nonviolenza nitida e intransigente: nell'opposizione alle guerre, agli eserciti, alle armi, nell'opposizione alle strutture socioeconomiche e culturali fondate sull'oppressione dispiegata o cristallizzata.
Non c'e' piu' tempo da perdere.
Occorre chiedere ai movimenti nonviolenti storici - la corrente calda del movimento operaio, i femminismi, l'ecologia che fu gia' detta nuova -, alle esperienze che alla nonviolenza si sono progressivamente sempre piu' accostate - come i movimenti di liberazione dei popoli oppressi e delle oppresse persone, anticolonialisti ed antirazzisti; come le rimeditazioni piu' rigorose e gli inveramenti piu' aggettanti dell'originario messaggio di grandi tradizioni religiose -, alle esperienze nonviolente che sono nate negli ultimi decenni - dalla medicina, la magistratura, la psichiatria democratica, al commercio equo e solidale, alla finanza etica -, ai movimenti di base che a partire da concrete questioni locali e immediate hanno avuto la capacita' di svolgere un ragionamento complesso e complessivo, a tutti costoro occorre chiedere di assumere questo impegno, prima che sia troppo tardi.
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Non e' intenzione e non puo' essere compito di questo nostro minimo notiziario essere punto di riferimento per quante e quanti vorranno accogliere questo duplice appello; quel che possiamo e vogliamo fare e' invitare alla riflessione e all'azione, alla scelta della nonviolenza come proposta politica forte, all'uscita dalla subalternita', alla cessazione delle ambiguita', alla separazione dai poteri e dalle ideologie della violenza.
Che vi siano molti centri, e la trama verra'.
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Non c'e' piu' tempo da perdere: la situazione e' giunta a tal punto.
4. LA LOTTA NONVIOLENTA DI DOM LUIZ
La lotta nonviolenta delle popolazioni nordestine e di dom Luiz Flavio Cappio contro la deviazione del fiume Sao Francisco ci interpella, ci convoca, ci chiama in causa.
In essa vengono poste questioni decisive, decisive per l'umanita' intera: questioni ecologiche e morali, di giustizia sociale, di democrazia politica, di diritto e di economia. Questioni di verita'. Nel merito e nel metodo quella lotta e' decisiva un'esperienza della nonviolenza in cammino, per fermare la barbarie che sta devastando ad un tempo la civilta' umana e la biosfera, la dignita' delle persone e l'unica casa comune.
Quella lotta e' la nostra lotta, dell'umanita' intera. Sostenerla occorre.
5. IL TEMPO STRINGE
Il tempo stringe.
O la nonviolenza si fa politica, o la catastrofe tutti ci travolgera'.
Occorre una politica ambientale che impedisca il collasso della biosfera. Solo una politica nonviolenta e' adeguata alla bisogna.
Occorre una politica di cooperazione internazionale che smilitarizzi i conflitti, che disarmi le societa', che bandisca le guerre dal novero degli strumenti di gestione delle relazioni internazionali, che costruisca la pace con mezzi di pace, la sicurezza con la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga e sostenga. E solo una politica nonviolenta e' adeguata alla bisogna.
Occorre una politica dei diritti e della democrazia che fermi il femminicidio, che contrasti la violenza maschile, le sue strutture e le sue ideologie. E ancora una volta solo una politica nonviolenta - quella che hanno ideato e praticato i femminismi - e' adeguata alla bisogna.
Occorre una politica dei diritti umani che li inveri in codificazione giuridica, in organizzazione sociale, in contrasto alle forme economiche e politiche dell'oppressione. E solo, solo una politica nonviolenta e' adeguata alla bisogna.
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Ma una politica nonviolenta e' possibile solo se c'e' un soggetto politico nonviolento - complesso e plurale - che l'assuma, la promuova, la gestisca.
Non basta quindi piu' la testimonianza personale, pur apprezzabile; non basta piu' il ruolo propedeutico, educativo, sollecitatore, pur apprezzabile; non basta piu' la nicchia della formazione, del volontariato, della pratica che aggiunge o ripara, pur apprezzabile; occorre una nonviolenza come proposta politica, azione sociale, movimento organizzato di trasformazione.
E non bastano quindi piu' i movimenti piccini e sparuti (e non di rado litigiosi e subalterni): occorre uscire dalla minorita', dalla marginalita', con la piena coscienza di essere esperienze e riflessioni, ed organizzazioni, e persone in relazione infine, portatrici di una proposta rigorosa e complessa, aperta e caratterizzata, nitida e aggettante, una proposta politica e sociale, teorica e pratica, adeguata a fondare la politica effettuale - e non solo la cultura politica - necessaria all'umanita' del XXI secolo: la politica della nonviolenza che contrasti la barbarie che sta portando la biosfera al collasso e la civilta' umana alla catastrofe.
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Ed occorre quindi rompere ogni subalternita' ed ogni complicita' con i guerrafondai e con gli squadristi, con i maschilisti e gli autoritari, con gli sfruttatori e i devastatori, con i militaristi e gli ecocidi, che talora della nonviolenza carpiscono questa o quella tecnica, questo o quel tratto di ragionamento o porzione di lessico, questa o quella particolare parcellizzata risorsa che ai loro fini torna in un determinato frangente utile, e per il resto operano il suo esatto contrario: operano la violenza dispiegata. Anche i nazisti talora usarono tecniche desunte dal repertorio della nonviolenza, a fini di male assoluto. La nonviolenza dimidiata, smembrata e disarticolata non e' nonviolenza. Per questo sebbene sia comunque preferibile l'uso da parte di tutti di tecniche nonviolente anziche' di pratiche violente, tuttavia non e' sufficiente l'uso di un pizzico di nonviolenza a mo' di spezia per qualificare come nonviolento un agire, e tantomeno il riempirsi la bocca del suo orecchiato e travisato lessico reso astratto e ridotto a infame maschera ideologica dell'effettuale violenza che altrui denega dignita' e diritti e vita. La conferma piu' flagrante e metuenda di cio' e' nell'azione dell'attuale compagine governativa italiana, sostenuta da ben tre partiti che dichiarano ad ogni pie' sospinto di essere "nonviolenti" e che non hanno esitato a votare per la guerra terrorista e stragista, per incrementare le armi sempre assassine, per pratiche di barbara persecuzione razzista dei migranti.
Non e' quindi piu' possibile la delega a organizzazioni e gruppi e figuri che hanno dato ampia prova di non rappresentare il bisogno di vita e felicita', la richiesta di solidarieta' e condivisione, l'istanza di giustizia e liberta' che sorge dal grido profondo delle oppresse e degli oppressi, che sorge dal muto grido della natura violata.
E non e' piu' possibile porsi col cappello in mano dinanzi ai sanguinari potenti del mondo ed ai loro seguaci ed allievi di ogni ordine e grado.
Tutto cio' - questa vilta', questa prostituzione - deve finire, deve finire subito e per sempre.
O la nonviolenza e' lotta di liberazione, forza della verita', fronte della coscienza, pratica della dignita' umana che ad ogni essere umano diritti e dignita' riconosce, ad un tempo principio disperazione (Anders) e principio speranza (Bloch) e principio responsabilita' (Jonas), o meglio sarebbe piantarla di usare questa parola.
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Occorrono allora urgenti due cose.
La prima: promuovere l'organizzazione politica e la rappresentanza istituzionale della nonviolenza consapevole e organizzata. Non si tratta di fare un partito, non si tratta di fare dirigenze, organigrammi, funzionariati. Si tratta di prendere nelle proprie mani il proprio destino di esseri umani. Si tratta di non lasciare la cosa pubblica, cio' che e' di tutti, nelle sole mani rapaci dei poteri sfruttatori e assassini. Si tratta - mutatis mutandis, e in condizioni tanto piu' drammatiche - di avviare lo stesso processo e di svolgere lo stesso ruolo che fu della Prima Internazionale. Niente di meno che questo.
La seconda: occorre il giornale della nonviolenza come strumento di collegamento e suscitamento quotidiano, come specchio e appello, come informazione e strumentazione, formazione e verifica dell'agire di tante e tanti che con linguaggi diversi ed intenti convergenti ogni giorno sono gia' la nonviolenza in cammino.
6. ALOISIO LORSCHEIDER
Un fratello, un compagno ci ha lasciato. La sua lotta, la nostra lotta continua. La nonviolenza e' in cammino.
7. BREVE UN RAGIONAMENTO
Chi non si oppone alla guerra, non si oppone alle uccisioni di esseri umani.
Chi non si oppone alle uccisioni di esseri umani ha gia' condannato, per quanto in suo potere, l'intera umanita' al crimine e alla morte.
La guerra, il terrorismo, l'assassinio: sono in radice una stessa cosa.
Ogni politica che ancora si affidi agli eserciti e alle armi, dopo Auschwitz e dopo Hiroshima, e' una politica omicida e onnicida.
Solo la scelta della nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
8. UNA LETTERA ALL'AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE DEL LAZIO
All'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio
Richiesta di tempestivo adeguato intervento per impedire la realizzazione a Viterbo di un nocivo e distruttivo mega-aeroporto per voli low cost, opera che avrebbe gravissimi effetti sulla salute dei cittadini, sull'ambiente, su rilevanti beni pubblici; opera che costituirebbe uno scandaloso sperpero di pubbliche risorse; opera che e' priva delle verifiche e quindi dei requisiti stabiliti dalla legislazione in materia di protezione dell'ambiente e della salute.
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Egregi signori dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio,
vi scriviamo a nome di molti cittadini e del Comitato che si oppone alla realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto per voli low cost, opera che se realizzata avrebbe un devastante impatto sull'ambiente, conseguenze assai nocive sulla salute delle persone, effetti distruttivi su fondamentali beni naturalistici, storico-culturali e sociali del territorio, esiti assai negativi sulla qualita' della vita della popolazione dell'Alto Lazio; opera che costituirebbe uno sciagurato sperpero di soldi pubblici a fini che contrastano palesemente con il pubblico interesse; opera allo stato attuale del tutto priva delle verifiche e quindi dei requisiti previsti dalla vigente legislazione in materia di Valutazione d'impatto ambientale (Via), di Valutazione ambientale strategica (Vas) e di Valutazione d'impatto sulla salute (Vis); opera, infine, che contribuirebbe altresi' ad incrementare le emissioni di gas serra responsabili del surriscaldamento climatico che costituisce oggi la principale emergenza ambientale globale. Un'opera insomma da rigettare in toto per decisivi motivi di ordine ambientale, sanitario, sociale e giuridico.
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Come Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio (in sigla: Arpa Lazio) avete delle precise responsabilita' e competenze. Vi chiediamo pertanto di attivarvi.
Come e' noto, infatti, l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio e' un ente pubblico istituito con legge regionale n. 45 del 6 ottobre 1998, attiva dal settembre 1999 ed operativa dall'aprile 2000, che svolge attivita' tecnico-scientifica a supporto dell'azione amministrativa ed istituzionale, attivita' di monitoraggio ai fini della prevenzione primaria, e che opera su tutto il territorio della Regione Lazio ed e' presente in ogni provincia con una struttura tecnica ed uno sportello ambientale a servizio dei cittadini.
La vostra Agenzia svolge sia attivita' di supporto tecnico agli enti locali per atti autorizzativi e prescrittivi, sia attivita' di vigilanza e controllo di emissioni sonore ed inquinamento acustico, emissioni in atmosfera e qualita' dell'aria, monitoraggio della qualita' dell'aria, controllo delle emissioni in atmosfera sia industriali che di servizio, studio dell'inquinamento da agenti biologici aerodispersi, qualita' delle acque, inquinamento del suolo e sottosuolo, misurazione di radiazioni, attivita' trattamento e stoccaggio rifiuti, rischi naturali e tecnologici.
La vostra Agenzia e' impegnata tra l'altro nella ricerca epidemiologica finalizzata ad indagare sui determinanti ambientali della salute umana, comunicazione del rischio ambientale-sanitario, promozione dello sviluppo salubre e sostenibile, promozione di ricerche sui profili di rischio, definizione di procedure in grado di integrare le valutazioni di impatto ambientale con quelle di impatto sanitario, attivita' di gestione e diffusione dell'informazione ambientale programmate su richiesta di enti istituzionali o soggetti privati, mediante elaborazione e diffusione di dati e di prodotti informativi; e' impegnata inoltre nell'assistenza e consulenza tecnico-scientifica per lo sviluppo di progetti mirati alla prevenzione, alla tutela ed al risanamento ambientale; e ancora, in attivita' di formazione e aggiornamento professionale finalizzata al trasferimento di competenze tecnico-scientifiche, gestionali e giuridiche agli operatori delle amministrazioni pubbliche, delle imprese, del corpo sociale, per la gestione e lo sviluppo sostenibile del territorio, l'applicazione di strategie di gestione aziendale eco-compatibili e la promozione del miglioramento della qualita' dell'ambiente di vita e del lavoro.
Infine, e decisivamente, La vostra Agenzia lavora a tutela della salute e della collettivita', per una protezione ambientale intesa come risorsa e non come vincolo, come opportunita' e non come ostacolo allo sviluppo.
Questi sono i vostri principali compiti istituzionali, come dai voi stessi descritti. Essi implicano il vostro dovere di intervento in relazione alla situazione qui rappresentata.
*
Sic stantibus rebus, siamo pertanto a richiedere un vostro urgente intervento per far valere la legislazione vigente in materia di protezione dell'ambiente per impedire la realizzazione a Viterbo di un'opera, come il mega-aeroporto per voli low cost, che aggredisce l'ambiente, provoca gravi danni alla salute, devasta fondamentali beni pubblici, contribuisce al collasso della biosfera, costituisce uno sperpero dissennato e scellerato di risorse pubbliche; risorse che dovrebbero essere invece utilizzate per ben altre iniziative: iniziative intese alla difesa e alla valorizzazione dei beni ambientali e culturali, alla promozione della salute e della qualita' della vita dei cittadini, ad uno sviluppo territoriale ecosostenibile, autocentrato e con tecnologie appropriate.
*
Alle presente alleghiamo per opportuna conoscenza la nostra lettera al Ministro dei Trasporti dell'8 settembre 2007 e la nostra lettera al Ministro dell'Ambiente del 22 settembre 2007.
In attesa di un sollecito riscontro e di un tempestivo intervento, restando a disposizione per ogni ulteriore opportuno chiarimento, vogliate gradire distinti saluti
la portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, Antonella Litta
il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Peppe Sini
Viterbo, 28 dicembre 2007
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Allegato 1. Lettera al Ministro dei Trasporti dell'8 settembre 2007
Egregio Ministro,
le scriviamo come cittadini residenti nel viterbese e come rappresentanti di movimenti e strutture che si impegnano in difesa dell'ambiente, della qualita' della vita, della civile convivenza, della legalita', dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Siamo molto preoccupati della prospettiva che a Viterbo si realizzi un aeroporto per voli low cost come terzo polo aeroportuale laziale e ci sembra necessario informarla che l'eventuale realizzazione di questa grande opera avrebbe conseguenze disastrose.
Ma procediamo per ordine.
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1. Ridurre e non incrementare il trasporto aereo
Da tempo si sente parlare del progetto di incrementare anziche' ridurre il trasporto aereo e le basi aeroportuali ad esso intese nel territorio laziale.
Crediamo che sia un grave errore: il trasporto aereo deve essere ridotto e non aumentato:
- deve essere ridotto perche' contribuisce notevolmente al surriscaldamento del clima, la piu' grave emergenza ambientale planetaria che occorre fronteggiare con urgenti ed energici provvedimenti;
- deve essere ridotto perche' fortemente inquinante e dannoso per la salute, sia per l'inquinamento provocato dalle emissioni nocive, sia per l'inquinamento acustico delle aree nelle vicinanze degli aeroporti;
- deve essere ridotto perche' insostenibilmente energivoro, incomparabilmente piu' di altre forme di mobilita';
- deve essere ridotto perche' antieconomico, ed assai costoso per il pubblico erario che lo sostiene fortemente sia con finanziamenti diretti sia concedendo alle compagnie aeree agevolazioni e fin esenzioni fiscali semplicemente scandalose.
Ricapitolando: deve essere ridotto perche' e' necessario limitare i danni che provoca alla biosfera, agli ecosistemi locali, alle persone, all'economia e alle finanze dello stato.
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2. Un disastro ecologico, sanitario ed economico a Viterbo
La proposta di realizzare a Viterbo un aeroporto per voli low cost per il turismo "mordi e fuggi" per Roma e' semplicemente insensata:
- perche' anche se si realizzasse a Viterbo l'infrastruttura a tal fine, poi da Viterbo per Roma sarebbe necessario un viaggio in treno di due ore - dato che una classe politica ed amministrativa a dir poco evidentemente inadeguata si e' nel corso degli anni disinteressata della rete ferroviaria, col risultato che la linea Civitavecchia-Capranica-Orte e' chiusa, e tanto quella Viterbo-Orte quanto quella Viterbo-Capranica-Roma hanno tempi di percorrenza biblici;
- perche' devasterebbe col suo impatto un'area di grande pregio ambientale, storico, culturale, sociale ed economico: l'area delle terme e del Bulicame che costituisce per Viterbo un irrinunciabile elemento di identita' storico-culturale e un fondamentale bene ambientale e socio-economico;
- perche' colpirebbe interi popolosi quartieri della citta' con un inquinamento acustico gravissimo tale da rendere invivibile la quotidianita' di decine di migliaia di residenti;
- perche' danneggerebbe irreversibilmente i beni culturali e ambientali e le vocazioni produttive del viterbese e la qualita' della vita di molti cittadini che vi abitano;
- perche' provocherebbe un ulteriore aggravamento dell'aggressione al territorio altolaziale da parte di un devastante modello di sviluppo fondato sulle servitu' e la speculazione: l'alto Lazio ha gia' subito e subisce le nocive, pesanti conseguenze di servitu' energetiche e militari, di grandi opere insensate, di speculazioni edilizie dissennate, di discariche illegali, della penetrazione dei poteri criminali a questi "affari" connessa.
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3. Per Viterbo
Viterbo ha bisogno di ben altro:
- ha bisogno di un deciso potenziamento delle ferrovie per i pendolari e per il commercio: affinche' sia finalmente garantito un adeguato collegamento tra Viterbo e Civitavecchia, Viterbo e Orte, Viterbo e Roma;
- ha bisogno della difesa e valorizzazione dei beni ambientali e culturali;
- ha bisogno di sostegno alle sue reali vocazioni produttive: l'agricoltura di qualita', il turismo di qualita', il termalismo sociale, l'alta formazione e la ricerca in campo agrario, forestale, ambientale, archeologico, storico e artistico.
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4. Ma anche per Frosinone e per Latina
Ma non sono accettabili neanche le ipotesi di realizzare a Frosinone o a Latina il cosiddetto "terzo polo aeroportuale del Lazio" per il turismo low cost "mordi e fuggi" diretto a Roma.
In ambedue i siti indicati da proponenti avventati e' evidente infatti che sussistono rilevanti elementi ostativi che naturalmente non e' questa la sede per illustrare, sia pur riassuntivamente.
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5. Per Ciampino
E' necessario e urgente dal nostro punto di vista ridurre il trasporto aereo, anche ed in primo luogo per rendere meno invivibile la situazione di gravissimo danno che tuttora subisce la popolazione di Ciampino e delle aree limitrofe: una situazione inammissibile, ampiamente documentata sotto ogni profilo; ed ai cittadini di Campino va naturalmente la nostra piena solidarieta', e il nostro pieno sostegno alle loro legittime richieste.
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6. Rinunciare al terzo polo aeroportuale laziale
Si tratta quindi, a nostro parere, di rinunciare ad inseguire il sogno di una proliferazione di aeroporti; di rinunciare a incentivare un turismo "mordi e fuggi" consumista, antieducativo e dagli effetti distruttivi; e di promuovere invece una mobilita' adeguata, un turismo consapevole e responsabile, accessibile a tutti, coerente con le finalita' di apprezzare i beni culturali e ambientali e di fare esperienze umane significative.
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7. Tutelare i lavoratori
Non solo: le segnaliamo anche che - come e' ampiamente documentato - le compagnie low cost sovente hanno condotte antisindacali, e che quindi deve essere preoccupazione dei pubblici poteri tutelare i diritti dei lavoratori e garantire l'osservanza delle leggi.
La condotta antisindacale di talune compagnie low cost rivela anche come esse non promuovano occupazione stabile e qualificata, ma forme di precariato e di lavoro sottoposto a meccanismi di pressione ai limiti del ricatto.
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8. Rispettare la legge
Le chiediamo di impedire che si realizzi un mega-aeroporto in assenza del pieno espletamento della Valutazione d'impatto ambientale cosi' come previsto dalla legislazione vigente.
Non e' stata fin qui mai resa di pubblico dominio una progettualita' adeguata, complessiva, ostensibile, sulla quale potesse esercitarsi quella procedura che la normativa sulla Valutazione d'impatto ambientale esplicitamente prevede.
Non vorremmo che in questa vicenda si procedesse a colpi di "fatti compiuti" o col classico squallido metodo di eludere un esame complessivo fingendo che si procede solo a parziali interventi che nell'insieme configurano una grande opera ma che singola realizzazione per singola realizzazione possono apparire come opere non rilevanti e quindi non rientranti nei vincoli legislativi che alle grandi opere sono posti.
Le chiediamo di far rispettare le leggi a tutela dell'ambiente, dei beni culturali, della salute e dei diritti dei cittadini; le procedure amministrative e i vincoli urbanistici e territoriali; la normativa locale, nazionale ed europea.
Le chiediamo di vigilare e di essere inflessibile nel far valere l'obbligo del pieno rispetto della legge e nel contrastare ogni eventuale illecito affarismo e ogni eventuale operazione speculativa che possa essersi data o essere in divenire.
Le chiediamo altresi' una verifica sugli atti gia' compiuti dagli enti locali, sui finanziamenti eventualmente gia' stanziati, o anche erogati, o addirittura utilizzati per opere connesse alla realizzazione di un aeroporto per voli low cost per il quale a tutt'oggi manca finanche un'adeguata progettazione e un'adeguata verifica di compatibilita' con quanto dalle leggi disposto.
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9. Significative adesioni al nostro appello
Le segnaliamo infine che all'appello promosso dal Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo sono gia' pervenute numerosissime dichiarazioni di attenzione, sostegno e adesione, tra cui quelle graditissime del magistrato Ferdinando Imposimato; di scienziati come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Giorgio Cortellessa, Marcello Cini, Giorgio Nebbia; di altri cattedratici universitari come Rocco Altieri, Andrea Canevaro, Domenico Jervolino, Raffaele Mantegazza, Arnaldo Nesti, Luigi Piccioni, Giuliano Pontara, Elena Pulcini, Silvia Vegetti Finzi; di scrittrici e saggiste come Dacia Maraini e Lea Melandri; di intellettuali come Giancarla Codrignani, Enrico Peyretti, Bruno Segre, Renato Solmi; di personalita' della vita civile e dell'impegno sociale ed educativo come Marinella Correggia, Pasquale Iannamorelli, Daniele Lugli, Luigi Malabarba, Anna Puglisi, Umberto Santino, Mao Valpiana, e ancora di vari parlamentari europei, senatori e deputati al parlamento italiano, consiglieri regionali del Lazio.
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10. Una richiesta di incontro
Siamo infine a chiederle un incontro per poterle meglio illustrare quanto succintamente descritto nella presente lettera.
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Restiamo a sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento e confidiamo nella possibilita' di incontrarla al piu' presto.
Ringraziandola per l'attenzione, voglia gradire cordiali saluti ed auguri di buon lavoro,
Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone all'aroporto di Viterbo
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 8 settembre 2007
*
Allegato 2. Lettera al Ministro dell'Ambiente del 22 settembre 2007
Egregio Ministro dell'Ambiente,
le scriviamo a nome di molti cittadini e del Comitato che si oppone alla realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto per voli low cost, opera che avrebbe un devastante impatto sull'ambiente, sulla salute delle persone, su fondamentali beni culturali e sociali, su rilevanti elementi dell'economia locale.
Peraltro nel suo intervento alla recente Conferenza nazionale sui mutamenti climatici svoltasi presso la Fao a Roma lei ha riconosciuto la gravita' del fenomeno del surriscaldamento del clima e come ad esso contribuiscano fortemente gli effetti di particolari attivita' umane, ed ha messo in evidenza l'assoluta necessita' di interventi urgenti, concreti, drastici.
Tra questi interventi non puo' non esserci la riduzione del trasporto aereo, che contribuisce all'effetto serra in misura considerevole.
Le segnaliamo quindi le questioni di cui ci stiamo occupando come cittadini, associazioni e comitato che si oppone sia all'aeroporto di Viterbo, sia piu' in generale all'ipotesi di un terzo polo aeroportuale nel Lazio (quale che sia la sua collocazione geografica), e che si impegna per una immediata drastica riduzione del trasporto aereo, ed in particolare per l'immediata diminuzione dei voli afferenti allo scalo di Ciampino; questioni su cui chiediamo un suo autorevole, energico, tempestivo intervento; questioni che per piu' versi chiamano in causa specifiche competenze che afferiscono anche al suo ministero.
*
1. Ridurre il trasporto aereo, non aumentare gli aeroporti
In primo luogo evidenziamo come la riduzione del trasporto aereo sia una urgente necessita'. Lei dispone di tutti i dati che lo dimostrano inoppugnabilmente, dati che quindi non e' necessario ripetere qui.
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2. Liberare Ciampino senza creare altre Ciampino
E' possibile, doveroso, necessario ed urgente liberare la popolazione di Ciampino almeno da una parte - a suo tempo autorevoli rappresentanti istituzionali si impegnarono per un terzo - dell'ingente e assai nocivo traffico aereo che li' fa scalo: semplicemente riducendo i voli. E' una richiesta alla quale ci associamo con piena convinzione.
Al contempo segnaliamo quanto sarebbe assurdo se invece di ridurre i voli per liberare Ciampino da un volume di traffico semplicemente intollerabile, si intendesse creare altre Ciampino per favorire un ulteriore incremento del volume del trasporto aereo: con questa logica si andrebbe verso una sicura catastrofe generalizzata.
Occorre imporre una drastica riduzione dei voli, ed occorre innanzitutto cessare di finanziare con ingenti fondi pubblici le compagnie aeree.
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3. La dissennata proposta di un mega-aeroporto a Viterbo
La proposta, sostenuta da una lobby che in sede locale fa capo all'estrema destra viterbese, di realizzare a Viterbo un mega-aeroporto per voli low cost finalizzati al turismo "mordi e fuggi" diretto a Roma, se trovasse realizzazione avrebbe conseguenze nefaste per Viterbo e l'alto Lazio. Vediamone alcune in dettaglio - sia pure elencandole solo per titoli:
3.1. Il sedime aeroportuale che si vorrebbe ingigantire quanto a dimensioni e a volume di traffico per realizzare il mega-aeroporto si trova praticamente nell'area termale del Bulicame, una delle principali risorse ambientali, storiche, culturali, sociali ed economiche di Viterbo: la realizzazione del mega-aeroporto implicherebbe il disastro dell'area termale, del termalismo, della fruizione del fondamentale bene storico-culturale e terapeutico-sociale del Bulicame.
3.2. L'inquinamento atmosferico, con particolar riferimento alle polveri sottili, colpirebbe una vasta zona, producendo un danno ambientale, sanitario ed economico ingente, considerando anche il particolar valore ed uso dell'area termale che piu' gravemente ne sarebbe investita e la prossimita' della citta'.
3.3. Interi quartieri della citta' sarebbero devastati dall'inquinamento acustico degli aerei in fase di manovra a bassa quota: migliaia e migliaia di persone subirebbero un'aggressione violentissima alla loro salute, al loro riposo, al loro benessere.
3.4. Ne conseguirebbe altresi' un forte deprezzamento di immobili ed esercizi, ovvero gravi danni all'economia locale.
3.5. Entrerebbe altresi' in crisi l'intero sistema infrastrutturale della viabilita' del viterbese, gia' inadeguata all'attuale volume di traffico ferroviario e stradale, con conseguenze prevedibilmente gravissime.
3.6. Trattandosi di un'opera al servizio del turismo per Roma, per il viterbese sarebbe un'ennesima penalizzazione, un'ennesima servitu' nociva, un'ennesima denegazione dei legittimi interessi locali, un'ennesima "grande opera" che ostacola la possibilita' di un sviluppo autocentrato con tecnologie appropriate, e che quindi impoverirebbe ancor piu' l'alto Lazio.
3.7. Manca del tutto la Valutazione d'impatto ambientale. E da parte di alcuni fautori dell'opera a piu' riprese si e' esplicitamente protervamente dichiarato che si intenderebbe addirittura non tener conto di questo obbligo di legge.
3.8. Studiosi da molti anni impegnati nella denuncia dell'economia illegale e della politica corrotta segnalano la possibilita' che si sia in presenza di possibili intrecci politico-affaristici non trasparenti.
3.9. L'Alto Lazio e' gia' gravato dalle emissioni inquinanti del polo energetico Civitavecchia-Montalto: un ulteriore pesantissimo aggravamento dell'inquinamento atmosferico (come quello provocato da un mega-aeroporto come quello prospettato) e' del tutto inammissibile.
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4. L'Alto Lazio ha bisogno di ben altro
Quanto alla mobilita' l'Alto Lazio ha bisogno innanzitutto di un reale potenziamento delle ferrovie: della riapertura della linea Civitavecchia-Capranica-Orte (da decenni assurdamente dismessa), del potenziamento della Viterbo-Orte e del raddoppio della Viterbo-Roma (due tratte che hanno attualmente tempi di percorrenza incredibili).
Quanto al modello di sviluppo l'Alto Lazio ha bisogno della difesa e della valorizzazione dei beni ambientali e culturali di cui e' ricco, e del sostegno alle sue reali vocazioni produttive: dall'agricoltura di qualita' al turismo di qualita', dal termalismo all'alta formazione.
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5. Cessare di finanziare con i soldi pubblici le compagnie aeree
Occorre altresi' che cessi il grande inganno sul trasporto aereo: occorre che si sappia quanto esso sia energivoro ed antieconomico, occorre che si conoscano le esatte dimensioni dell'effettivo danno pubblico da esso prodotto in termini di denaro, diritti, salute.
Lei sicuramente gia' conoscera' una importante proposta che viene dalla Provincia di Bolzano: per iniziativa di cittadini sensibili e preoccupati si svolgera' cola' un referendum non solo contro l'ampliamento dell'aeroporto ma anche affinche' gli enti pubblici cessino di finanziare le imprese che sul trasporto aereo speculano ricavando ingenti profitti dal gigantesco esborso di fondi pubblici a loro esclusivo vantaggio.
Le pubbliche risorse, i fondi dell'erario, siano usati a beneficio di tutti i cittadini e non di ristrette oligarchie che provocano gravi danni ai beni comuni, al pubblico interesse, ai diritti di tutti.
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6. Questioni globali
La ragionevole richiesta di ridurre il trasporto aereo si fonda su una corretta valutazione della necessita' e dell'urgenza di difendere la biosfera, di riconoscere e tutelare fondamentali diritti umani, di promuovere la democrazia, di adottare nelle decisioni che tutti riguardano il principio di responsabilita'.
Sono temi su cui lei si e' soffermato ampiamente nella sua relazione alla Conferenza nazionale sui mutamenti climatici di non molti giorni fa e quindi non occorre ripeterne qui le profonde e decisive implicazioni, bastera' averli ricordati.
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7. Prestigiosi sostegni alla nostra iniziativa
Alla nostra iniziativa contro il terzo polo aeroportuale, per la riduzione del trasporto aereo e in difesa dell'ambiente, della salute dei cittadini, dei reali beni e delle reali vocazioni del territorio sono gia' pervenute molte autorevolissime adesioni e sostegni.
Bastera' ricordare la solidarieta' di una illustre figura delle istituzioni come il magistrato Ferdinando Imposimato; la solidarieta' di scienziati dal prestigio internazionale come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Marcello Cini, Giorgio Cortellessa, Giorgio Nebbia; la solidarieta' di dieci parlamentari europei: Vittorio Agnoletto, Vincenzo Aita, Giovanni Berlinguer, Giusto Catania, Giulietto Chiesa, Claudio Fava, Monica Frassoni, Sepp Kusstatscher, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano; la solidarieta' di illustri personalita' della cultura e della vita civile come i cattedratici universitari Rocco Altieri, Anna Bravo, Andrea Canevaro, Andrea Cozzo, Giovanna Fiume, Domenico Jervolino, Fulvio Cesare Manara, Raffaele Mantegazza, Arnaldo Nesti, Luigi Piccioni, Giuliano Pontara, Elena Pulcini, Claudio Riolo, Annamaria Rivera, Sergio Tanzarella, Silvia Vegetti Finzi; e di scrittrici e saggiste come Dacia Maraini, Lea Melandri; di intellettuali come Maria D'Asaro, Franco Barbero, Valeria Borgia, Augusto Cavadi, Chiara Cavallaro, Giancarla Codrignani, Paola Del Zoppo, Francesco De Notaris, Maria G. Di Rienzo, Daniele Gallo, Pupa Garribba, Giorgio Giannini, Angela Giuffrida, Letizia Lanza, Elena Liotta, Paola Mancinelli, Attilio Mangano, Enzo Mazzi, Sara Michieletto, Elena Monguzzi, Daniela Musumeci, Diana Napoli, Nadia Neri, Helene Paraskeva', Sergio Paronetto, Francesco Pistolato, Enrico Peyretti, Tiziana Plebani, Giovanna Providenti, Elio Rindone, Brunetto Salvarani, Bruno Segre, Paola Sessa, Renato Solmi, Giuseppe Tacconi; di personalita' dell'impegno civile, sociale ed educativo come Normanna Albertini, Giacomo Alessandroni, Alessandro Ambrosin, Luciano Benini, Norma Bertullacelli, Carla Biavati, Liliana Boranga, Adriana Bottini, Elena Buccoliero, Paolo Buffoni, Giuseppe Burgio, Elisabetta Caravati, Tiziano Cardosi, Giovanni Colombo, Marinella Correggia, Leila Lisa D'Angelo, Riccardo Dello Sbarba, Emilio De Paolis, Gabriele De Veris, Osvaldo Ercoli, Giuliano Falco, Carlo Ferraris, Agnese Ginocchio, Dario Giocondi, Carlo Gubitosa, Pasquale Iannamorelli, Floriana Lipparini, Francesco Lo Cascio, Daniele Lugli, Luigi Malabarba, Giovanni Mandorino, Nello Margiotta, Carla Mariani, Gian Marco Martignoni, Luca Martinelli, Raffaella Mendolia, Michele Meomartino, Carmine Miccoli, Maddalena Micotti, Luisa Mondo, Adriano Moratto, Beppe Pavan, Paola Pavese, Strato Petrucci, Enzo Piffer, Luciano Polverari, Anna Puglisi, Piercarlo Racca, Fabio Ragaini, Silvana Sacchi, Luca Salvi, Antonia Sani, Umberto Santino, Giovanni Sarubbi, Eugenio Scardaccione, Anna Schgraffer, Silvano Tartarini, Amedeo Tosi, Mao Valpiana, Claudio Vedovelli, Marcello Vigli, Giulio Vittorangeli. del sottosegretario Paolo Cento; di senatori e deputati al parlamento italiano come Maurizio Acerbo, Paolo Cacciari, Giovanna Capelli, Haidi Giuliani, Lidia Menapace, Gianpaolo Silvestri, Gino Sperandio, Tiziana Valpiana; di consiglieri regionali del Lazio come Roberto Alagna, Anna Pizzo; di numerosissime persone del viterbese, tra cui autorevolissime figure delle istituzioni e della vita civile locale.
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8. Agire subito
Occorre agire subito per impedire questo ennesimo dissennato scempio. La minaccia e' grave e incombente.
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9. Cosa le chiediamo
Egregio Ministro dell'Ambiente,
Alcuni degli interventi opportuni e necessari sono anche di sua competenza.
Confidiamo che lei prendera' in seria considerazione questa segnalazione e vorra' impegnarsi al fine di difendere l'ambiente, la salute delle persone, il territorio, i diritti di tutti e la legalita' minacciati da un'opera sciagurata e insensata.
La preghiamo di voler esercitare il suo ruolo di titolare del dicastero preposto alla difesa dell'ambiente e di vigilare afffinche' non si violino le leggi a tutela dell'ambiente e della salute.
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10. Una richiesta d'incontro
Egregio Ministro,
le saremmo altresi' grati di un cenno di riscontro alla presente e della disponibilita' ad un incontro per poterle illustrare in modo piu' approfondito quanto in questa lettera soltanto enunciato.
Voglia gradire distinti saluti,
la portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, Antonella Litta
il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Peppe Sini
Viterbo, 22 settembre 2007
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
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Numero 180 del 26 aprile 2013
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