Telegrammi. 1256
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- Date: Thu, 25 Apr 2013 23:39:26 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1256 del 26 aprile 2013
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Dalla memoria dei martiri della Resistenza
2. Piero Calamandrei: Epigrafi per donne, uomini e citta' della Resistenza
3. Il 25 aprile all'ascolto di Simone Weil e di Vandana Shiva
4. Peppe Sini: Ernesto Balducci, maestro di pace e di umanita'
5. In ricordo di Juan Gerardi
6. Segnalazioni librarie
7. Alcuni testi da "In cammino verso Assisi" del mese di settembre 2000 (parte quinta e conclusiva)
8. Nonviolenza: una bibliografia essenziale
9. Primo ed ultimo editoriale: arrivederci a Perugia
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. DALLA MEMORIA DEI MARTIRI DELLA RESISTENZA
Dalla memoria dei martiri della Resistenza ogni persona di volonta' buona e' convocata al dovere morale e civile di opporsi all'abominevole barbarie fascista; e' convocata al compito urgente e cogente di lottare in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; e' convocata all'impegno della lotta nonviolenta contro tutte le violenze e le menzogne.
Questa memoria rinnoviamo oggi, riproponendo ancora all'ascolto e alla lettura le epigrafi dettate da Piero Calamandrei per donne, uomini e citta' della Resistenza.
2. MEMORIA. PIERO CALAMANDREI: EPIGRAFI PER DONNE, UOMINI E CITTA' DELLA RESISTENZA
[I testi che qui ancora una volta riproponiamo sono estratti dal libro di discorsi, scritti ed epigrafi di Piero Calamandrei, Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente piu' volte ristampato dalla casa editrice Laterza]
VIVI E PRESENTI CON NOI
FINCHE' IN LORO
CI RITROVEREMO UNITI
MORTI PER SEMPRE
PER NOSTRA VILTA'
QUANDO FOSSE VERO
CHE SONO MORTI INVANO
(In limine al libro Uomini e citta' della Resistenza)
*
DA QUESTA CASA
OVE NEL 1925
IL PRIMO FOGLIO CLANDESTINO ANTIFASCISTA
DETTE ALLA RESISTENZA LA PAROLA D'ORDINE
NON MOLLARE
FEDELI A QUESTA CONSEGNA
COL PENSIERO E COLL'AZIONE
CARLO E NELLO ROSSELLI
SOFFRENDO CONFINI CARCERI ESILII
IN ITALIA IN FRANCIA IN SPAGNA
MOSSERO CONSAPEVOLI PER DIVERSE VIE
INCONTRO ALL'AGGUATO FASCISTA
CHE LI RICONGIUNSE NEL SACRIFICIO
IL 9 GIUGNO 1937
A BAGNOLES DE L'ORNE
MA INVANO SI ILLUSERO GLI OPRESSORI
DI AVER FATTO LA NOTTE SU QUELLE DUE FRONTI
QUANDO SPUNTO' L'ALBA
SI VIDERO IN ARMI
SU OGNI VETTA D'ITALIA
MILLE E MILLE COL LORO STESSO VOLTO
VOLONTARI DELLE BRIGATE ROSSELLI
CHE SULLA FIAMMA RECAVANO IMPRESSO
GRIDO LANCIATO DA UN POPOLO ALL'AVVENIRE
GIUSTIZIA E LIBERTA'
(Epigrafe sulla casa dei fratelli Rosselli, in Firenze, via Giusti n. 38)
*
GIUSTIZIA E LIBERTA'
PER QUESTO MORIRONO
PER QUESTO VIVONO
(Epigrafe sulla tomba dei fratelli Rosselli, nel cimitero di Trespiano - Firenze)
*
NON PIU' VILLA TRISTE
SE IN QUESTE MURA
SPIRITI INNOCENTI E FRATERNI
ARMATI SOL DI COSCIENZA
IN FACCIA A SPIE TORTURATORI CARNEFICI
VOLLERO
PER RISCATTARE VERGOGNA
PER RESTITUIR DIGNITA'
PER NON RIVELARE IL COMPAGNO
LANGUIRE SOFFRIRE MORIRE
NON TRADIRE
(Epigrafe sulla villa di via Bolognese, a Firenze - dove fu la sede della banda Carita' - nella quale Enrico Bocci fu torturato: e che fu chiamata in quei mesi "Villa triste")
*
GIANFRANCO MATTEI
DOCENTE UNIVERSITARIO DI CHIMICA
NELL'ORA DELL'AZIONE CLANDESTINA
FECE DELLA SUA SCIENZA
ARMA PER LA LIBERTA'
COMUNIONE COL SUO POPOLO
SILENZIOSA SCELTA DEL MARTIRIO
SU QUESTA CASA OVE NACQUE
RIMANGANO INCISE
LE ULTIME PAROLE SCRITTE NEL CARCERE
QUANDO SOTTRASSE AL CARNEFICE
E INVITTA CONSEGNO' ALL'AVVENIRE
LA CERTEZZA DELLA SUA FEDE
"SIATE FORTI - COME IO LO FUI"
Milano 11 dicembre 1916 - Roma febbraio 1944
(Epigrafe sulla casa di Milano, ove nacque l'11 dicembre 1916 Gianfranco Mattei)
*
LA MADRE
QUANDO LA SERA TORNAVANO DAI CAMPI
SETTE FIGLI ED OTTO COL PADRE
IL SUO SORRISO ATTENDEVA SULL'USCIO
PER ANNUNCIARE CHE IL DESCO ERA PRONTO
MA QUANDO IN UN UNICO SPARO
CADDERO IN SETTE DINANZI A QUEL MURO
LA MADRE DISSE
NON VI RIMPROVERO O FIGLI
D'AVERMI DATO TANTO DOLORE
L'AVETE FATTO PER UN'IDEA
PERCHE' MAI PIU' NEL MONDO ALTRE MADRI
DEBBAN SOFFRIRE LA STESSA MIA PENA
MA CHE CI FACCIO QUI SULLA SOGLIA
SE PIU' LA SERA NON TORNERETE
IL PADRE E' FORTE E RINCUORA I NIPOTI
DOPO UN RACCOLTO NE VIENE UN ALTRO
MA IO SONO SOLTANTO UNA MAMMA
O FIGLI CARI
VENGO CON VOI
(Epigrafe dettata per il busto, collocato nella sala del consiglio del Comune di Campegine, di Genoveffa Cocconi, madre dei sette fratelli Cervi, morta di dolore poco dopo la loro fucilazione)
*
A POCHI METRI DALL'ULTIMA CIMA
AVVOLTA NEL NEMBO
QUALCUNO PIU' SAGGIO DISSE SCENDIAMO
MA LIVIO COMANDA
QUANDO UN'IMPRESA SI E' COMINCIATA
NON VALE SAGGEZZA
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE
DALLA MONTAGNA NERA
DOPO DIECI ANNI DAL PRIMO CONVEGNO
S'AFFACCIANO LE OMBRE IN VEDETTA
L'HANNO RICONOSCIUTO
SVENTOLANO I VERDI FAZZOLETTI
RICANTAN LE VECCHIE CANZONI
E' LIVIO CHE SALE
E' IL LORO CAPO
CHE PER NON RINUNCIARE ALLA VETTA
TRA I MORTI GIOVANI
GIOVANE ANCH'EGLI
E' VOLUTO RESTARE
ASCIUGHIAMO IL PIANTO
GUARDIAMO SU IN ALTO
IN CERCA DI TE
COME TI VIDERO I TEDESCHI FUGGENTI
FERMO SULLA RUPE
LE SPALLE QUADRATE MONTANARE
LA MASCHIA FRONTE OSTINATA
L'OCCHIO ACCESO DI DOLCE FIEREZZA
FACCI UN CENNO LIVIO
SE VACILLEREMO
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE
ANCHE SE QUESTO
E'
MORIRE
(Epigrafe per la morte di Livio Bianco avvenuta nel luglio del 1953, per una sciagura di montagna)
*
DALL'XI AGOSTO MCMXLIV
NON DONATA MA RICONQUISTATA
A PREZZO DI ROVINE DI TORTURE DI SANGUE
LA LIBERTA'
SOLA MINISTRA DI GIUSTIZIA SOCIALE
PER INSURREZIONE DI POPOLO
PER VITTORIA DEGLI ESERCITI ALLEATI
IN QUESTO PALAZZO DEI PADRI
PIU' ALTO SULLE MACERIE DEI PONTI
HA RIPRESO STANZA
NEI SECOLI
(Epigrafe apposta dopo la liberazione sulla parete di Palazzo Vecchio che guarda Via dei Gondi, a Firenze)
*
SULLE FOSSE DEL VOSTRO MARTIRIO
NEGLI STESSI CAMPI DI BATTAGLIA
O SUPPLIZIATI DI BELFIORE
O VOLONTARI DI CURTATONE E MONTANARA
DOPO UN SECOLO
MANTOVA VI AFFIDA
QUESTI SUOI CADUTI DELLA GUERRA PARTIGIANA
COME VOI SONO ANDATI INCONTRO ALLA MORTE
A FRONTE ALTA CON PASSO SICURO
SENZA VOLTARSI INDIETRO
ACCOGLIETELI OMBRE FRATERNE
SONO DELLA VOSTRA FAMIGLIA
MUTANO I VOLTI DEI CARNEFICI
RADETZKY O KESSELRING
VARIANO I NOMI DELLE LIBERAZIONI
RISORGIMENTO O RESISTENZA
MA L'ANELITO DEI POPOLI E' UNO
NELLA STORIA DOVE I SECOLI SONO ATTIMI
LE GENERAZIONI SI TRASMETTONO
QUESTA FIAMMA RIBELLE
PATIBOLI E TORTURE NON LA SPENGONO
DOPO CENT'ANNI
QUANDO L'ORA SPUNTA
I CIMITERI CHIAMANO LIBERTA'
DA OGNI TOMBA BALZA UNA GIOVANE SCHIERA
L'AVANZATA RIPRENDE
FINO A CHE OGNI SCHIAVITU' SARA' BANDITA
DAL MONDO PACIFICATO
(Epigrafe murata nella sala del Palazzo Provinciale di Mantova nel primo decennale della Resistenza, giugno 1954)
*
RITORNO DI KESSELRING
NON E' PIU' VERO NON E' PIU' VERO
O FUCILATI DELLA RESISTENZA
O INNOCENTI ARSI VIVI
DI SANT'ANNA E DI MARZABOTTO
NON E' PIU' VERO
CHE NEL ROGO DEI CASALI
DIETRO LE PORTE INCHIODATE
MADRI E CREATURE
TORCENDOSI TRA LE FIAMME
URLAVANO DISPERATAMENTE PIETA'
AI CAMERATI GUASTATORI
CHE SI GLORIARONO DI QUELLE GRIDA
SIA RESA ALFINE GIUSTIZIA
RIPRENDANO TORCE ED ELMETTI
SI SCHIERINO IN PARATA
ALTRI ROGHI DOVRANNO ESSERE ACCESI
PER LA FELICITA' DEL MONDO
NON PIU' FIORI PER LE VOSTRE TOMBE
SONO STATI TUTTI REQUISITI
PER FARE LA FIORITA
SULLE VIE DEL LORO RITORNO
LI COMANDERA' ANCORA
COLL'ONORE MILITARE
CUCITO IN ORO SUL PETTO
IL CAMERATA KESSELRING
IL VOSTRO ASSASSINO
*
IL MONUMENTO A KESSELRING
LO AVRAI
CAMERATA KESSELRING
IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI
MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRA'
A DECIDERLO TOCCA A NOI
NON COI SASSI AFFUMICATI
DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO
NON COLLA TERRA DEI CIMITERI
DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI
RIPOSANO IN SERENITA'
NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE
CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO
NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI
CHE TI VIDE FUGGIRE
MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI
PIU' DURO D'OGNI MACIGNO
SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO
GIURATO FRA UOMINI LIBERI
CHE VOLONTARI SI ADUNARONO
PER DIGNITA' NON PER ODIO
DECISI A RISCATTARE
LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO
SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE
AI NOSTRI POSTI CI RITROVERAI
MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO
CHE SI CHIAMA
ORA E SEMPRE
RESISTENZA
(Lapide murata nel Palazzo Comunale di Cuneo il 21 dicembre 1952)
*
ALL'OMBRA DI QUESTE MONTAGNE
IL 12 SETTEMBRE 1943
POCHI RIBELLI QUI CONVENUTI
ARMATI DI FEDE E NON DI GALLONI
FURONO LA PRIMA PATTUGLIA
DELLA RESISTENZA PIEMONTESE
CHE DOPO DUE INVERNI
CON DUCCIO E LIVIO AL COMANDO
PER OGNI CADUTO CENTO SOPRAGGIUNTI
DIVENTO'
L'ESERCITO DI GIUSTIZIA E LIBERTA'
DILAGANTE VITTORIOSO IN PIANURA
NEL PRIMO DECENNALE
I VIVI SALUTANO I MORTI
DORMITE IN PACE COMPAGNI
L'IMPEGNO DI MARCIARE INSIEME
VERSO L'AVVENIRE
NON E' CADUTO
(Epigrafe murata sulla Chiesa di Madonna del Colletto, inaugurata il 27 settembre 1953 con un discorso di Ferruccio Parri)
*
CONTRO OGNI RITORNO
INERMI BORGATE DELL'ALPE
ASILO DI RIFUGIATI
PRESE D'ASSALTO COI LANCIAFIAMME
ARSI VIVI NEL ROGO DEI CASALI
I BAMBINI AVVINGHIATI ALLE MADRI
FOSSE NOTTURNE SCAVATE
DAGLI ASSASSINI IN FUGA
PER NASCONDERVI STRAGI DI TRUCIDATI INNOCENTI
QUESTO VI RIUSCI'
S. TERENZIO BERGIOLA ZERI VINCA
FORNO MOMMIO TRAVERDE S. ANNA S. LEONARDO
SCRIVETE QUESTI NOMI
SON LE VOSTRE VITTORIE
MA ESPUGNARE QUESTE TRINCEE DI MARMO
DI DOVE IL POPOLO APUANO
CAVATORI E PASTORI
E LE LORO DONNE STAFFETTE
TUTTI ARMATI DI FAME E DI LIBERTA'
VI SFIDAVA BEFFARDO DA OGNI CIMA
QUESTO NON VI RIUSCI'
ORA SUL MARE SON TORNATI AL CARICO I VELIERI
E NELLE CAVE I BOATI DELLE MINE
CHIAMAN LAVORO E NON GUERRA
MA QUESTA PACE NON E' OBLIO
STANNO IN VEDETTA
QUESTE MONTAGNE DECORATE DI MEDAGLIE D'ORO
AL VALORE PARTIGIANO
TAGLIENTI COME LAME
IMMACOLATO BALUARDO SEMPRE ALL'ERTA
CONTRO OGNI RITORNO
(Epigrafe scolpita sul marmo della stele commemorativa delle Fosse del Frigido, inaugurata il 21 ottobre 1954)
*
FANTASMI
NON RAMMARICATEVI
DAI VOSTRI CIMITERI DI MONTAGNA
SE GIU' AL PIANO
NELL'AULA OVE FU GIURATA LA COSTITUZIONE
MURATA COL VOSTRO SANGUE
SONO TORNATI
DA REMOTE CALIGINI
I FANTASMI DELLA VERGOGNA
TROPPO PRESTO LI AVEVAMO DIMENTICATI
E' BENE CHE SIANO ESPOSTI
IN VISTA SU QUESTO PALCO
PERCHE' TUTTO IL POPOLO
RICONOSCA I LORO VOLTI
E SI RICORDI
CHE TUTTO QUESTO FU VERO
CHIEDERANNO LA PAROLA
AVREMO TANTO DA IMPARARE
MANGANELLI PUGNALI PATIBOLI
VENT'ANNI DI RAPINE DUE ANNI DI CARNEFICINE
I BRIGANTI SUGLI SCANNI I GIUSTI ALLA TORTURA
TRIESTE VENDUTA AL TEDESCO
L'ITALIA RIDOTTA UN ROGO
QUESTO SI CHIAMA GOVERNARE
PER FAR GRANDE LA PATRIA
APPRENDEREMO DA FONTE DIRETTA
LA STORIA VISTA DALLA PARTE DEI CARNEFICI
PARLERANNO I DIPLOMATICI DELL'ASSE
I FIERI MINISTRI DI SALO'
APRIRANNO
I LORO ARCHIVI SEGRETI
DI OGNI IMPICCATO SAPREMO LA SEPOLTURA
DI OGNI INCENDIO SI RITROVERA' IL PROTOCOLLO
CIVITELLA SANT'ANNA BOVES MARZABOTTO
TUTTE IN REGOLA
SAPREMO FINALMENTE
QUANTO COSTO' L'ASSASSINIO
DI CARLO E NELLO ROSSELLI
MA FORSE A QUESTO PUNTO
PREFERIRANNO RINUNCIARE ALLA PAROLA
PECCATO
QUESTI GRANDI UOMINI DI STATO
AVREBBERO TANTO DA RACCONTARE
(Epigrafe pubblicata sul "Ponte" dopo le elezioni politiche del 7 giugno 1953)
3. INIZIATIVE. IL 25 APRILE ALL'ASCOLTO DI SIMONE WEIL E DI VANDANA SHIVA
La mattina di giovedi' 25 aprile 2013, nell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Per una cultura e una prassi dell'antifascismo vivente e operante: da Simone Weil a Vandana Shiva".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi delle due autrici.
*
L'incontro ha concluso un ciclo di incontri di studio quotidiani dal 13 al 25 aprile, incontri nel corso dei quali sono stati letti e commentati alcuni testi classici dell'antifascismo e della cultura democratica; nei precedenti incontri sono stati letti testi di Rosa Luxemburg, Hannah Arendt, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Giacomo Matteotti, Carlo e Nello Rosselli, i martiri della Rosa Bianca, Dietrich Bonhoeffer, Primo Levi, Nelson Mandela, Etty Hillesum, Germaine Tillion, Piero Calamandrei, Margarete Buber Neumann, Albert Camus, George Orwell, Virginia Woolf, Franco Basaglia, Franca Ongaro Basaglia, Stephane Hessel, Tzvetan Todorov, Simone de Beauvoir, Eve Ensler, lettere dei caduti della Resistenza e brani della Costituzione della Repubblica Italiana.
*
Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento".
Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta.
Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil. Biografia di un pensiero, Garzanti, Milano 1981, 1990; Eadem, Simone Weil. Una donna assoluta, La Tartaruga edizioni, Milano 1991, 2009; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994.
*
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi.
Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008; Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008; Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009; Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009; Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009.
*
Al termine dell'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ringraziato quanti hanno preso parte agli incontri di studio ed ha sollecitato "un rinnovato impegno morale e politico in continuita' con la Resistenza, con la Liberazione, con la Costituzione repubblicana e con la Dichiarazione universale dei diritti umani; un impegno per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; un impegno contro il razzismo ed ogni violazione della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; un impegno per la giustizia sociale e la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene; un impegno in difesa della biosfera. Ed innanzitutto, qui ed ora, una ripresa della lotta nonviolenta affinche' cessi immediatamente la criminale partecipazione italiana alla guerra afgana che ogni giorno miete vittime innocenti; ed affinche' siano abrogate immediatamente le infami misure razziste che perseguitano, schiavizzano, mandano a morte i migranti. La nonviolenza e' la Resistenza che continua. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".
4. MEMORIA. PEPPE SINI: ERNESTO BALDUCCI, MAESTRO DI PACE E DI UMANITA'
Ricorre il 25 aprile anche la scomparsa di Ernesto Balducci, deceduto appunto il 25 aprile del 1992 in un incidente automobilistico, mentre come suo solito infaticabilmente correva ovunque vi fosse bisogno della sua parola, del suo braccio.
Ernesto Balducci e' un maestro al quale, come tante altre persone, anch'io mi sento profondamente legato non solo per il suo luminoso impegno intellettuale, morale e civile, ma anche per alcune occasioni in cui ebbi modo di attingere personalmente alla sua generosa solidarieta'.
Nell'Italia del secondo Novecento fu forse il piu' grande costruttore di pace, e credo sia stato - tra tanti suoi altri talenti, che quasi non si crederebbe che un uomo solo potesse essere portatore e suscitatore e animatore di cosi' tante e cosi' vive e cosi' decisive esperienze - uno dei pensatori piu' acuti, profondi e lungimiranti del tempo della mia vita: le riflessioni consegnate alle ultime sue grandi opere (da Il terzo millennio dell'81, a L'uomo planetario dell'85, a La terra del tramonto e a Montezuma scopre l'Europa del '92) ci dicono parole di verita' anche sul mondo che poi venne e che seppe prefigurare con autentica chiaroveggenza, e ci convocano ancora ai compiti nostri dell'ora presente.
5. INCONTRI. IN RICORDO DI JUAN GERARDI
Il 26 aprile 1998 veniva assassinato in Guatemala Juan Gerardi, il vescovo impegnato per i diritti degli indios e per il recupero della memoria storica del genocidio.
Venerdi' 26 aprile 2013 nell'anniversario della sua uccisione il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricordera' con un incontro di commemorazione.
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Roberta De Monticelli, L'ordine del cuore. Etica e teoria del sentire, Garzanti, Milano 2003, 2012, pp. X + 318, euro 9,90.
7. MATERIALI. ALCUNI TESTI DA "IN CAMMINO VERSO ASSISI" DEL MESE DI SETTEMBRE 2000 (PARTE QUINTA E CONCLUSIVA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio "In cammino verso Assisi" nel mese di settembre 2000.
8. NONVIOLENZA: UNA BIBLIOGRAFIA INTRODUTTIVA
[Il testo seguente e' ad un tempo la sintesi e lo sviluppo di una parte del nostro opuscolo Nonviolenza, percorsi di lettura, Tam tam libri, Venezia-Mestre 1998. Segnaliamo che varie schede bibliografiche le abbiamo successivamente riviste ed aggiornate: rinviamo a tale riguardo al nostro lavoro Uomini di pace, disponibile nella rete telematica e agli ulteriori nostri contributi...]
A. Alcuni testi introduttivi e fondamentali:
Claudio Cardelli (a cura di), Nonviolenza e civilta' contemporanea, D'Anna, Messina-Firenze 1981; Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino; Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977; Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992; Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, EGA, Torino 1985-1997; Christian Mellon, Jacques Semelin, La non-violence, P.U.F., Paris 1994.
*
B. Alcune opere classiche:
Di Hannah Arendt fondamentali sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Su Hannah Arendt fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994.
Di Ernesto Balducci segnaliamo particolarmente Il terzo millennio (Bompiani); La pace. Realismo di un'utopia (Principato), in collaborazione con Lodovico Grassi; Pensieri di pace (Cittadella); L'uomo planetario (Camunia, poi ECP); La terra del tramonto (ECP); Montezuma scopre l'Europa (ECP). Si veda anche l'intervista autobiografica Il cerchio che si chiude (Marietti); su Balducci un'ottima rassegna bibliografica preceduta da una precisa introduzione biografica e' il libro di Andrea Cecconi, Ernesto Balducci: cinquant'anni di attivita', Libreria Chiari, Firenze 1996.
Di Aldo Capitini la miglior antologia complessiva in unico volume degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977; sono in corso di pubblicazione le opere scelte: sono gia' apparsi gli Scritti sulla nonviolenza (Protagon, Perugia 1992), e gli Scritti filosofici e religiosi (Fondazione Capitini, Perugia 1998).
Di Danilo Dolci una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996.
Di Paulo Freire: La pedagogia degli oppressi, Mondadori, Milano 1980; L'educazione come pratica della liberta', Mondadori, Milano 1977; Pedagogia in cammino, Mondadori, Milano 1979.
Di Mohandas Gandhi in italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; inoltre: La resistenza nonviolenta; Il mio credo, il mio pensiero; e La voce della verita', tutti presso Newton Compton.
Di Hans Jonas il fondamentale Il principio responsabilita', Einaudi, Torino 1993.
Di Martin Luther King tra i testi piu' noti La forza di amare, SEI, Torino 1994 (edizione italiana curata da Ernesto Balducci); Lettera dal carcere di Birmingham - Pellegrinaggio alla nonviolenza, Movimento Nonviolento, Verona 1993.
Di Alexander Langer la bella raccolta di interventi Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996.
Di Lanza del Vasto: Pellegrinaggio alle sorgenti, Vinoba o il nuovo pellegrinaggio, Che cos'e' la nonviolenza, tutti presso Jaca Book (che ha pubblicato anche altri libri di Lanza del Vasto); Principi e precetti del ritorno all'evidenza, Gribaudi, Torino 1988; Lezioni di vita, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1980.
Di Primo Levi almeno Se questo e' un uomo, e I sommersi e i salvati, Einaudi; ma a nostro giudizio occorre leggerne tutti gli scritti, ora raccolti in Opere, due volumi, Einaudi, Torino.
Di Emmanuel Levinas per una rapida introduzione cfr. la conversazione con Philippe Nemo stampata col titolo Ethique et infini, Fayard.
Di Primo Mazzolari e' fondamentale Tu non uccidere, La Lucusta, Vicenza 1955, ora anche Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1991.
Di Lorenzo Milani e' fondamentale L'obbedienza non e' piu' una virtu', Libreria Editrice Fiorentina (LEF).
Di Jean-Marie Muller Strategia della nonviolenza, Marsilio, Venezia 1975; Il vangelo della nonviolenza, Lanterna, Genova 1977; Significato della nonviolenza, Movimento Nonviolento, Torino 1980; Metodi e momenti dell'azione nonviolenta, Movimento Nonviolento, Perugia 1981; Lessico della nonviolenza, Satyagraha, Torino 1992.
Di Giuliano Pontara: Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; Il satyagraha, Movimento Nonviolento, Perugia 1983; Antigone o Creonte. Etica e politica nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future, Laterza, Roma-Bari 1995; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Ha curato (premettendovi un importante saggio introduttivo) l'antologia di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino (nel 1996 ne e' apparsa una nuova edizione in una collana economica).
Di Gene Sharp fondamentale e' Politica dell'azione nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1997; quest'opera in tre volumi e' un testo di riferimento fondamentale.
Di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995.
Di Lev Tolstoj: Perche' la gente si droga? e altri saggio su societa', politica, religione (Mondadori, Milano); Il regno di Dio e' in voi (Bocca, Roma, poi Publiprint-Manca, Trento-Genova). Su Tolstoj, dal punto di vista che qui ci interessa, segnaliamo particolarmente Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e Tolstoj, Il Mulino, Bologna; Pier Cesare Bori, Tolstoj, ECP, S. Domenico di Fiesole; Pier Cesare Bori, L'altro Tolstoj, Il Mulino, Bologna.
Di Vinoba Bhave: Gandhi. La via del maestro, Paoline, Cinisello Balsamo 1991. Su Vinoba cfr. Shriman Narayan, Vinoba, Cittadella, Assisi 1974.
Di Simone Weil segnaliamo almeno l'antologia Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta.
Di Virginia Woolf e' fondamentale Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1987.
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C. Per la formazione personale e l'azione collettiva:
Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985; Pat Patfoort, Costruire la nonviolenza, La Meridiana, Molfetta 1992; Pat Patfoort, Una introduzione alla nonviolenza, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1988; Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1982; inoltre i libri di Capitini, di Gandhi e di Sharp gia' citati al punto A.
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D. Per l'approfondimento e la discussione:
Tra i testi di autori vari: AA.VV., Marxismo e nonviolenza, Lanterna, Genova 1977; AA.VV., Nonviolenza e marxismo, Libreria Feltrinelli, Varese 1981; AA.VV., Violenza o nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1991.
Di Samir Amin cfr. almeno i recenti Oltre la mondializzazione, Editori Riuniti, Roma 1999; e Il capitalismo nell'era della globalizzazione, Asterios, Trieste 1997.
Di Guenther Anders: Essere o non essere, Einaudi, poi Linea d'ombra; La coscienza al bando - Il pilota di Hiroshima, Einaudi, poi Linea d'ombra; L'uomo e' antiquato, vol. I edito dal Saggiatore, vol. II edito da Bollati Boringhieri; Discorso sulle tre guerre mondiali, Linea d'ombra; Opinioni di un eretico, Theoria; Noi figli di Eichmann, Giuntina; Stato di necessita' e legittima difesa, ECP. Si vedano inoltre: Kafka. Pro e contro, Corbo; Uomo senza mondo, Spazio Libri; Patologia della liberta', Palomar. Le Tesi sull'eta' atomica (gia' apparse in appendice ad Essere o non essere) sono state anche pubblicate in opuscolo a cura del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
Di Franco Basaglia cfr. l'edizione in due volumi degli Scritti, Einaudi, Torino 1981-82.
Di Simone de Beauvoir almeno Il secondo sesso (Il Saggiatore e Mondadori), La terza eta' (Einaudi), e la raccolta Quando tutte le donne del mondo... (Einaudi).
Di Norberto Bobbio: tra i suoi libri di testimonianze su amici scomparsi (alcune delle figure piu' alte dell'impegno politico, morale e intellettuale del Novecento) cfr. almeno Maestri e compagni, Italia civile, Italia fedele, tutti presso l'editore Passigli. Per la sua riflessione sulla democrazia cfr. Il futuro della democrazia; Stato, governo e societa'; Eguaglianza e liberta'; tutti presso Einaudi. Sui diritti umani si veda L'eta' dei diritti, Einaudi. Sulla pace si veda Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, varie ristampe; Il terzo assente, Sonda, Torino 1989; Una guerra giusta?, Marsilio, Venezia 1991; Elogio della mitezza, Linea d'ombra, Milano 1994.
Di Murray Bookchin I limiti della citta', Feltrinelli; L'ecologia della liberta', Eleuthera; Per una societa' ecologica, Eleuthera; Filosofia dell'ecologia sociale, Ila Palma; Democrazia diretta, Eleuthera.
Di Enrico Chiavacci l'opera fondamentale ci sembra la sua Teologia morale, di cui sono sin qui usciti quattro tomi, presso la Cittadella di Assisi; una raccolta di saggi, conferenze e interventi sulla pace e' Dal dominio alla pace, La Meridiana, Molfetta 1993.
Di Frantz Fanon: Il negro e l'altro, Il Saggiatore, Milano; Sociologia della rivoluzione algerina, Einaudi, Torino; I dannati della terra, Einaudi, Torino; Pour la revolution africaine, Maspero, Paris; Opere scelte, Einaudi, Torino.
Di Francesco Gesualdi e del Centro nuovo modello di sviluppo: Economia: conoscere per scegliere, LEF; Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli; le pubblicazioni del Centro sono: Boycott, Macroedizioni; Lettera ad un consumatore del Nord; Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti; Sulla pelle dei bambini; Geografia del supermercato mondiale; Guida al consumo critico; Sud/Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro; Ai figli del pianeta; tutti presso la EMI.
Di Gustavo Gutierrez, Teologia della liberazione, Queriniana, Brescia.
Di Ivan Illich cfr. almeno Descolarizzare la societa', Mondadori; La convivialita', Mondadori, poi Red; Rovesciare le istituzioni, Armando; Energia ed equita', Feltrinelli; Nemesi medica: l'espropriazione della salute, Mondadori, poi Red; Il genere e il sesso, Mondadori; Per una storia dei bisogni, Mondadori; Lavoro-ombra, Mondadori; H2O e le acque dell'oblio, Macro; Nello specchio del passato, Red; Disoccupazione creativa, Red. Cfr. anche il libro-intervista di David Cayley, Conversazioni con Ivan Illich, Eleuthera, Milano 1994.
Di Franca Ongaro Basaglia segnaliamo particolarmente: Salute/malattia, Einaudi; Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore; in collaborazione con Franco Basaglia ha scritto La maggioranza deviante, Crimini di pace, Morire di classe, tutti presso Einaudi; ha collaborato anche a L'istituzione negata e Che cos'e' la psichiatria e a molti altri volumi collettivi; ha curato l'edizione degli Scritti di Franco Basaglia.
Di Nuto Revelli: La guerra dei poveri, La strada del davai, Mai tardi, L'ultimo fronte, Il mondo dei vinti, L'anello forte, Il disperso di Marburg, Il prete giusto, tutti pubblicati presso Einaudi.
Di Gianni Rodari la Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino.
Di Rossana Rossanda: Le altre, Bompiani, Milano 1979; Un viaggio inutile, o della politica come educazione sentimentale, Bompiani, Milano 1981; Anche per me. Donna, persona, memoria, dal 1973 al 1986, Feltrinelli, Milano 1987; con Pietro Ingrao et alii, Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995; con Filippo Gentiloni, La vita breve. Morte, resurrezione, immortalita', Pratiche, Parma 1996; Note a margine, Bollati Boringhieri, Torino 1996.
Di Umberto Santino:La violenza programmata, L'impresa mafiosa, presso Angeli, Milano; L'antimafia difficile, La borghesia mafiosa, Oltre la legalita', presso il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo; La mafia interpretata, Rubbettino, Soveria Mannelli; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma.
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E. Alcune esperienze di lotta nonviolenta ed alcuni ambiti applicativi:
Sulle esperienze di Gandhi cfr. oltre alle opere di Gandhi citate al punto B, almeno anche B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori; Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; Pier Cesare Bori, Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino; Gianni Sofri, Gandhi in Italia, Il Mulino, e Idem, Gandhi e l'India, Giunti. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna.
Sulle esperienze di Martin Luther King oltre le opere citate al punto B, cfr. almeno Arnulf Zitelmann, Non mi piegherete. Vita di Martin Luther King, Feltrinelli, Milano 1996.
Sulle esperienze nonviolente di resistenza al nazismo cfr.: Jeremy Bennet, La resistenza contro l'occupazione tedesca in Danimarca, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1979; Magne Skodvin, Resistenza nonviolenta in Norvegia sotto l'occupazione tedesca, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1979.
Sulla Difesa Popolare Nonviolenta (in sigla: DPN) si vedano i seguenti lavori: Canberra Peacemakers, Un modello di difesa popolare nonviolenta, La Meridiana, Molfetta 1987;Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, EGA, Torino 1984; Nanni Salio (a cura di), Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1983.
Nella rete telematica e' disponibile una fondamentale bibliografia storica sulle esperienze di lotta nonarmata e nonviolenta, a cura di Enrico Peyretti.
9. PRIMO ED ULTIMO EDITORIALE: ARRIVEDERCI A PERUGIA
"Como las cosas humanas no sean eternas, yendo siempre en declinacion de sus principios hasta llegar a su ultimo fin, especialmente las vidas de los hombres..." (Cervantes, Don Chisciotte, incipit dell'ultimo capitolo).
Concludiamo con questo numero l'esperienza di questo notiziario telematico quotidiano a sostegno della preparazione della marcia per la nonviolenza che si svolgera' domani.
Ringraziamo tutti coloro che hanno avuto la pazienza di ricevere ogni giorno le notizie ed i materiali che questo notiziario ha trasmesso, e che forse avranno saputo ricavarne qualche utensile per la riflessione e l'azione.
Non potremmo concludere questa modesta intrapresa senza un ricordo di Franco Fortini, che fu alla prima marcia da Perugia ad Assisi con Aldo Capitini nel 1961 (e che per alcuni versi antimilitaristi improvvisati e coralmente cantati in quella marcia fu successivamente incriminato). Di Fortini, che consideriamo uno dei nostri maestri e compagni di lotta piu' grandi, ci permettiamo di segnalare il nostro ricordo alla pagina web http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg00418.html.
E non potremmo concludere questa modesta intrapresa senza un ricordo di Vittorio Emanuele Giuntella, che una mattina del 1977 all'Universita' di Roma ci rivelo' la nonviolenza come forza della verita', attaccamento alla verita', come lotta la piu' coerente per l'umana dignita'. Ne abbiamo detto in una commemorazione che puo' essere letta alla pagina web http://www.peacelink.it/webgate/pace/msg00436.html.
*
La marcia da Perugia ad Assisi non e' solo la marcia tra due stupende cittadine umbre lungo un cammino ricco di storia e civilta', di natura benevola e ubertosa, di memorie calde e fraterne e solenni. La marcia da Perugia ad Assisi e' anche un cammino interiore; ed e' anche un incontro tra persone; colloquio corale, voce ed ascolto; e decisivamente, come scrisse Capitini, "la marcia e' il simbolo della moltitudine povera, che sa di essere nel giusto".
Questa marcia per la nonviolenza, in particolare, vuol essere un'occasione e un appello, uno sprone a promuovere la nonviolenza, ad organizzarla, a farne un soggetto di trasformazione politica oltre che sociale, culturale e psicologica; con questo notiziario abbiamo cercato di valorizzare questa ispirazione ed aspirazione.
Domani verificheremo se, ed in quale misura ed in quali forme, l'appello di Pietro Pinna di un anno e mezzo fa, sia stato recepito, quale sia la presenza visibile e quale il livello di organizzazione della nonviolenza in cammino in Italia. Ma la marcia non e' solo la marcia, essa e' stata occasione in questi mesi per iniziative diffuse e chiarificazioni essenziali, e dovra' avere un prolungamento da Assisi rifluendo nuovamente ai luoghi in cui ognuno di noi vive e lavora; ogni persona di volonta' buona, spiegava Capitini, e' un centro di nonviolenza.
La marcia non finisce ad Assisi, comincia di li'.
Ognuno sapra' cosa e come fare per portare il suo contributo alla costruzione della nonviolenza, all'affermazione intransigente del diritto a vivere di ciascuno, del diritto alla dignita' per tutti; ognuno sapra' trovare le sue vie per continuare la marcia che domani inizia soltanto.
O amici e compagni di lotta, chi scrive queste righe e' da tempo persuaso della necessita' che la nonviolenza divenga l'asse dell'impegno politico (e non solo sociale e culturale), e che si sviluppi una riflessione ed una prassi ad essa ispirata che sappiano essere concreto intervento, lotta incessante, affermazione limpida e persuasa di umanita' nel vivo del conflitto, contrastando la violenza ovunque essa operi e comunque si mascheri. La nonviolenza e' lotta, se non e' lotta non e' affatto. La nonviolenza e' la scelta del rigore intellettuale e morale, o non e'. La nonviolenza e' l'unica scelta che invera pace, democrazia, diritti umani e difesa della biosfera, che afferma la coerenza tra mezzi e fini, che riconosce la dignita' di tutti, che istituisce una convivenza non oppressiva, che rompe incessantemente le complicita' con l'ingiustizia, che suscita la rivolta contro il male, che chiama incessantemente alla responsabilita' ed alla solidarieta'. Vale la pena farne misura e strumento del nostro agire, e specchio al nostro riflettere.
*
Ma ancora una parola sentiamo che va detta: c'e' un trauma che occorre saper dichiarare e discutere, per elaborarne il lutto e per ricavarne ammaestramenti necessari ed urgenti: la vicenda della guerra dello scorso anno e la correlata catastrofe del movimento pacifista in Italia. Ci si permetta di esprimere una nostra franca opinione, che offriamo quale semplice contributo ad una discussione che ci sembra improcrastinabile.
La guerra balcanica del 1999 non e' stata soltanto un eccidio barbarico, per eseguire il quale e' stata altresi' infranta la nostra Costituzione italiana, e con essa la carta delle Nazioni Unite ed i cardini stessi del diritto internazionale; e' stata anche la catastrofe di una cultura, di un comune sentire e di una esperienza organizzata, quella del pacifismo italiano come movimento di massa e orientamento diffuso cosi' come lo avevamo costruito, sviluppato e verificato a partire da quel grande momento di verita' e di ricerca che fu l'opposizione ai missili nucleari a Comiso vent'anni fa, quando culture diverse si incontrarono e si riconobbero e trovarono un forte elemento di coesione proprio nell'incontro con la nonviolenza (sebbene per molti limitatamente al suo aspetto meramente metodologico, di repertorio di strategie e di tecniche, e quindi con un fraintendimento, un'ambiguita' di fondo).
Ebbene, quel movimento pacifista e' crollato alla prova della guerra dei Balcani.
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Abbiamo piu' volte proposto la nostra analisi di questo collasso; qui ne riassumiamo di scorcio i termini essenziali.
Da un lato ha clamorosamente rivelato la sua inanita' il pacifismo parastatale e burocratico, subalterno e incapace a contrastare frontalmente il governo guerriero, stragista e fuorilegge, e ad opporsi operativamente alla macchina bellica che dispiegava la sua furia.
Dall'altro ha dimostrato definitivamente agli occhi di tutti la sua inammissibilita' morale ed intellettuale, ed il suo esito nichilista, il preteso pacifismo urlatore ed ambiguo, quello che si dichiara contro la pena di morte, ma quando gli assassini sono "amici" e "liberatori" allora non sono assassini ma "giustizieri" e vanno osannati; quello che e' contro la guerra, ma quando a fare la guerra sono "i nostri compagni" allora la guerra e' "giusta e necessaria", e cosi' via in un'orgia di retorica oscena e scellerata. Questo sedicente pacifismo in realta' e' omologo nei suoi fondamenti e nei suoi esiti ai poteri che dichiara di combattere: e' omologo a chi glorifica le uccisioni "in nome di Dio" o della patria o della purezza o di altre ideologie adoratrici della morte; e' omologo alla Nato che commette stragi "in nome dei diritti umani". E dunque non e' lotta per la pace, ma qualcosa d'altro e di oscuro.
Nel 1999 era possibile contrastare efficacemente la guerra ed occorreva farlo qui, in Italia, di dove il grosso dei bombardieri stragisti decollava a recar morte alle genti balcaniche: ma occorreva aver fatto la scelta della nonviolenza, occorreva l'azione diretta nonviolenta per bloccare concretamente i decolli dei bombardieri. Era possibile riuscirci: per poche ore ad Aviano ci siamo riusciti con l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace". Se invece di essere poche persone, fossimo stati in migliaia, avremmo fermato la guerra (fosse pure solo in parte e per poco, ed al prezzo di innumerevoli fermi e denunce ed arresti di militanti rigorosamente nonviolenti), dimostrando che la nonviolenza puo' essere piu' forte della macchina bellica, dimostrando che la nonviolenza non e' testimonianza vittimistica, ma lotta la piu' rigorosa e concreta, che alla violenza ed ai suoi apparati si oppone in campo aperto, operativamente, per fermarla e sconfiggerli.
*
Ma la guerra non fu fermata, la legalita' costituzionale non fu adeguatamente difesa, perche' la gran parte del movimento pacifista italiano era interessata ad altro: a comparire in televisione, a coltivare carriere, ad occhieggiare le elezioni, a buscare una fetta di "aiuti" da gestire, a recitare le predicazioni vaniloquenti e le squallide e sciagurate simulazioni delle guerriglie nei week-end, a contrattare qualche prebenda o anche solo a sgravarsi la coscienza facendo qualche allegra marcetta o qualche nobile mozione o qualche idiota e criminale sassaiola.
E la guerra non fu fermata perche' la gran parte del movimento pacifista italiano era ambiguo sulla violenza; ed invece solo con la scelta della nonviolenza si poteva fronteggiare e contrastare la macchina bellica; si', solo con la nonviolenza era possibile affrontare sul terreno, operativamente, la macchina bellica e riuscire ad infliggerle una sconfitta.
La nonviolenza resto' minoritaria, incompresa, irrisa perfino (e pago' lo scotto altresi' della confusione e delle piccinerie che regnano tra gli stessi amici della nonviolenza, che sovente confondono nonviolenza e buone maniere, nonviolenza e mero volersi bene, nonviolenza e astensione, la nonviolenza riducendo a devozione privata cosi' denegandone la decisiva dimensione di lotta di massa, di "omnicrazia" per dirla con Capitini). Ed il movimento pacifista fu annientato dalle sue stesse ambiguita', dalla sua stessa pusillanimita'.
Lo scriviamo per l'ennesima volta: di questo dovremo pur ragionare una buona volta: altre guerre si preparano, e o si avra' la capacita' di costruire un movimento di massa fondato sulla nonviolenza che la guerra contrasti concretamente, oppure si continuera' a recitare il pacifismo, e si restera' di fatto complici e scimmie degli stragisti. O si comincia davvero a contrastare praticamente, operativamente, gli eserciti e le armi, le guerre e le violenze, oppure meglio sarebbe starsene zitti.
*
Questo notiziario "In cammino verso Assisi" si ferma qui, domani proseguiremo il percorso con le nostre vere gambe di carne e d'osso lungo le vie di Capitini e di Francesco, e nel tempo successivo ancora ci incontreremo, o carissimi amici, vogliamo sperarlo ed augurarcelo, lungo i sentieri della nonviolenza.
A tutti grazie e un caro saluto.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1256 del 26 aprile 2013
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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