Telegrammi. 1245
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- Date: Sun, 14 Apr 2013 22:53:27 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1245 del 15 aprile 2013
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Ricorrendo l'anniversario della scomparsa di Federico Caffe'
2. Un incontro di studio su Piero Gobetti e Antonio Gramsci
3. Peppe Sini: La somiglianza
4. Segnalazioni librarie
5. Alcuni testi del mese di settembre 2003 (parte seconda)
6. Cosa ho trovato a Pisa
7. Documentazione: esposto del 24 febbraio 2003
8. Documentazione: appello ai sindaci del 27 febbraio 2003
9. Documentazione: lettera ai sindaci del 26 marzo 2003
10. Documentazione: bozza di ordinanza del 30 marzo 2003
11. Documentazione: esposto del 12 agosto 2003
12. Documentazione: lettera al Presidente della Repubblica del 22 agosto 2003
13. Documentazione: un'istigazione a non delinquere, del 22 febbraio 2003
14. Documentazione: blues del treno della morte, pubblicato il 23 febbraio 2003
15. Documentazione: sette criteri per l'azione diretta nonviolenta, del 25 febbraio 2003
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. RICORRENDO L'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI FEDERICO CAFFE'
Nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1987 l'illustre economista e cattedratico Federico Caffe' usciva di casa per non piu' rientrarvi. Da allora della sua persona si e' persa ogni traccia, ma ogni giorno che passa cresce nella comunita' scientifica e civile la coscienza della grandezza del suo lascito di studioso e di educatore, di pensatore e di cittadino.
Antifascista e resistente, maestro di rigore intellettuale e morale, di impegno civile e di generosita' personale, Federico Caffe' resta nella storia della cultura e della democrazia italiana del Novecento come una delle figure piu' insigni.
E resta nella mente e nel cuore di quanti alla sua lezione si sono accostati un modello di civiche virtu', di passione del vero e del giusto, di dedizione al bene comune, alla civilta' umana; civilta' umana che e' una, e il cui compito e senso e' la solidarieta' che tutti gli esseri umani riconosce, abbraccia e sostiene; ovvero la responsabilita' che ogni persona ed ogni civile istituto impegna alla difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani cosi' come alla difesa del mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Gli allievi di Federico Caffe' al suo insegnamento fedeli, e coloro che lo conobbero ed apprezzarono attraverso la sua attivita' saggistica, pubblicistica, editoriale e di organizzatore e promotore della cultura, e quanti ancor dopo la sua scomparsa dell'opera sua e del suo messaggio anch'essi si sono nutriti, lo ricordano con affetto e gratitudine che non si estingue, e ad ogni persona di retto sentire e di volonta' buona ne indicano la persona, l'azione e le opere come esempio di virtu', modello di condotta, testimonianza dell'umana dignita'.
Persiste nel tempo il bene compiuto, e chi verra' dopo illuminera' ancora.
2. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO SU PIERO GOBETTI E ANTONIO GRAMSCI
Si e' svolto domenica 14 aprile 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Per una cultura e una prassi dell'antifascismo vivente e operante: la lezione di Piero Gobetti e di Antonio Gramsci".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni passi dalle opere e dalle lettere dei due martiri antifascisti.
L'incontro era parte un ciclo di incontri di studio in preparazione del 25 aprile, incontri nel corso dei quali si leggeranno e commenteranno alcuni testi classici dell'antifascismo e della cultura democratica.
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Piero Gobetti, nato a Torino nel 1901 e deceduto a Parigi nel 1926, editore, scrittore, organizzatore, una delle coscienze piu' lucide ed alte dell'antifascismo. Opere di Piero Gobetti: le Opere complete sono edite da Einaudi (Scritti politici, vol. I.; Scritti storici, letterari e filosofici, vol. II; Scritti di critica teatrale, vol. III); l'edizione anastatica de "La Rivoluzione Liberale" e' stata pubblicata da Guanda, Parma 1967 (ora l'intera raccolta della rivista e' disponibile anche in rete all'indirizzo: www.erasmo.it/liberale/); la ristampa anastatica de "Il Baretti" dalla Bottega d'Erasmo, Torino 1977; una recente edizione economica e commentata del fondamentale saggio gobettiano La rivoluzione liberale e' stata pubblicata dalla Newton Compton, Roma 1998. Opere su Piero Gobetti: si vedano almeno - tra molti altri - i volumi di Festa, Pogliano, Spriano, e naturalmente di Ada Gobetti. Di fondamentale utilita' il sito del Centro studi Piero Gobetti: www.erasmo.it/centrogobetti/home.html
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Antonio Gramsci nacque ad Ales, in provincia di Cagliari, nel 1891. Muore a Roma il 27 aprile 1937. La sua figura e la sua riflessione, dal buio del carcere fascista, ancora illumina la via per chi lotta per la dignita' umana, per un'umanita' di liberi ed eguali. Opere di Antonio Gramsci: l'edizione critica completa delle Opere di Antonio Gramsci e' ancora in corso di pubblicazione presso Einaudi. E' indispensabile la lettura delle Lettere dal carcere e dei Quaderni del carcere. Opere su Antonio Gramsci: nell'immensa bibliografia gramsciana per un avvio si vedano almeno le monografie di Festa, Fiori, Lajolo, Lepre, Paladini Musitelli, Santucci, Spriano. Un utile strumento di lavoro e' l'edizione ipertestuale dei Quaderni del carcere in cd-rom a cura di Dario Ragazzini, Einaudi, Torino 2007, ed anche in supplemento a "L'unita', Nuova iniziativa editoriale, Roma 2007. Alcuni siti utili: www.fondazionegramsci.org e www.gramscitalia.it
3. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA SOMIGLIANZA
"Ma come si tien conto della volonta' degli altri? Anzitutto, ascoltandoli. Prima ancora che nella bocca, la democrazia sta nelle orecchie. La vera democrazia non e' il paese degli oratori, e' il paese degli ascoltatori"
(Guido Calogero, Le regole della democrazia e le ragioni del socialismo, 1968 [ma gia' 1944], p. 5)
Colpisce quanto quel "nuovo" partito del 2013 somigli a quel "nuovo" partito del 1994.
Ambedue hanno un padre-padrone. Esemplare incarnazione del potere e dell'ideologia maschilista e patriarcale, proprietaria e reazionaria.
Ambedue hanno un padre-padrone. Il cui linguaggio triviale e tracotante e' gia' un flagrante programma politico, e un'adorazione della violenza.
Ambedue hanno un padre-padrone specializzato nell'uso sistematico della menzogna. E chi usa la menzogna come strumento privilegiato di lotta politica e' gia' nemico della democrazia.
Ambedue hanno un padre-padrone che si autorappresenta come uomo della provvidenza, investito di una missione sacra, capo carismatico di un gregge indifferenziato. E sono formule e condotte che abbiamo gia' visto farsi strada col passo dell'oca.
Ambedue hanno un padre-padrone che nega ogni dignita' agli avversari. E si sa dove porti una tale visione del mondo.
Ambedue hanno un padre-padrone che si e' costruito un partito politico come proprieta' privata. Che in quanto tale si oppone alla res publica, al pubblico interesse, al bene comune, al conflitto sociale e alla ricomposizione politica di cui la democrazia consiste.
Ambedue hanno un padre-padrone che ha una visione totalitaria della societa' e della politica. E non occorre aggiungere altro.
Colpisce quanto quel "nuovo" partito del 2013 somigli a quel "nuovo" partito del 1994.
4. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., Ciclone Grillo. Genesi e ascesa di un movimento, Rcs, Milano 2013, pp. 280, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- AA. VV., La carica del 163. Chi sono e da dove vengono i parlamentari eletti con il Movimento 5 Stelle, Il fatto quotidiano, Roma 2013, pp. 224, euro 1,80 (in supplemento al quotidiano "Il fatto quotidiano").
- AA. VV., Te la do' io l'Italia. Grillismo, istruzioni per l'uso, Il fatto quotidiano, Roma 2012, pp. 192, euro 1,80 (in supplemento al quotidiano "Il fatto quotidiano").
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Riletture
- Jean-Marie Domenach (a cura di), Barres par lui-meme, Seuil, Paris 1954, pp. 192.
- Rene' Girard, La violence et le sacre', Grasset, Paris 1972, Hachette, Paris 1998, pp. 488.
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Riedizioni
- Josh Bazell, A tuo rischio e pericolo, Einaudi, Torino 2012, Il sole 24 ore, Milano 2013, pp. 320, euro 9,90.
- Gabriele d'Annunzio, Versi d'amore e di gloria, Mondadori, Milano 1982-1984, 2001, 2010, 2013, 2 voll. per pp. CL + 1232 (vol. I) + XII + 1416 (vol. II), euro 12,90 + 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
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Testi di riferimento
- Hannah Arendt, La vita della mente, Il Mulino, Bologna 1987, 1993, pp. 630.
- Hans Jonas, Il principio responsabilita', Einaudi, Torino 1990, 1993, pp. XXXII + 302.
- Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell'Olocausto, Einaudi, Torino 2004, 2007, pp. XXXIV + 934.
- Primo Levi, Opere, Einaudi, Torino 1997, 2 voll. per pp. CXXVI + 1474 (vol. I) e pp. XVI + 1606 (vol. II).
5. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2003 (PARTE SECONDA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2003.
6. COSA HO TROVATO A PISA
Lunedi' 8 settembre sono andato alla Procura di Pisa nella mia qualita' di "persona offesa" a prendere visione del fascicolo e delle motivazioni della richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore al giudice per le indagini preliminari (in sigla: gip) in riferimento al mio esposto del 24 febbraio 2003 presentato a quella e ad alcune altre Procure "contro i responsabili di detenzione e trasporto in territorio italiano di materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando; recante la richiesta di un intervento urgente delle autorita' preposte affinche' si proceda al sequestro di detto materiale bellico e all'incriminazione e all'arresto dei responsabili e dei complici di tale flagrante violazione della legalita'".
Come "persona offesa" promotrice del procedimento, ed avendone fatto esplicita richiesta nel mio esposto, il 2 settembre mi e' stata notificata la decisione del sostituto procuratore, con la possibilita' di proporre opposizione nel termine di dieci giorni.
Per valutare se ve ne fossero motivo e condizioni appena ho potuto sono andato a Pisa a leggere gli atti ed estrarne copia.
Ed ecco il risultato.
*
Tutta l'attivita' di indagine presente nel fascicolo pare essere stata espletata a Roma e ridursi in sostanza a una nota di un solo foglio della Questura di Roma del 5 aprile 2003 indirizzata alla Procura di Roma, il cui testo integrale e' il seguente:
"Oggetto: Esposto presentato da Sini Giuseppe
Con riferimento alla delega di indagini di codesta A. G. [Autorita' Giudiziaria] del 3 u. s. [ultimo scorso] si rappresenta che i fatti esposti dal nominato in oggetto, direttore del Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo, noto per le sue iniziative pacifiste e da ultimo per la diffusione di opuscolo intitolato 'Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, con cui bloccare i decolli dei bombardieri', appaiono evidentemente riferiti alle note polemiche relative alla crisi Usa-Iraq sulla presenza di basi, mezzi e militari Usa e Nato nel territorio nazionale.
Per quanto noto l'esistenza di dette basi militari Usa e Nato ed il transito di personale militare e' regolato da accordi internazionali, comunque, non risulta il passaggio di materiali di armamento in questa giurisdizione.
Qualora la S. V. [Signoria Vostra] ritenesse necessari ulteriori approfondimenti si resta in attesa di specifiche direttive".
Cosi' la Questura di Roma, e questo e' l'unico atto di indagine presente nel fascicolo.
Naturalmente non intendo qui e adesso entrare nel merito, ogni lettore sapra' fare le sue valutazioni.
*
La Procura di Pisa ha acquisito il magro fascicolo della Procura di Roma e sostanzialmente nulla piu'.
Il sostituto procuratore sulla base di questa mole titanica di indagini ha prodotto il 27 giugno 2003 il seguente atto, anch'esso di un solo foglio, che integralmente qui riproduco:
"Al Giudice per le indagini preliminari presso Tribunale di Pisa
Il Pubblico Ministero dott. ..., Sost. Procuratore della Repubblica presso Tribunale di Pisa,
visti gli atti del procedimento penale di cui in epigrafe;
rilevato la ovvia e manifesta infondatezza della denuncia;
visti gli artt. 408 c. p. p. [codice di procedura penale];
chiede che il Giudice per le indagini preliminari in sede voglia disporre l'archiviazione del procedimento e ordinare la conseguente restituzione degli atti al proprio Ufficio.
Manda alla segreteria per gli adempimenti di competenza".
Tutto qui.
*
Ma e' avvenuto o no il trasporto in territorio italiano - ed usando infrastrutture italiane - di armi di una potenza straniera destinate a una guerra illegale e criminale che ha provocato enormi devastazioni e stragi ed e' tuttora in corso? E' avvenuto.
E la legge italiana ammette o proibisce la preparazione di una guerra in flagrante violazione del diritto internazionale, con il suo portato di stragi, di crimini di guerra, di crimini contro l'umanita'; ammette o proibisce la complicita' con tale preparazione di delitti? Le proibisce.
E nel territorio di Pisa armi americane destinate alla guerra illegale, criminale, stragista, sono transitate o no? Sono transitate.
*
Dunque, come prevede l'art. 410 del codice di procedura penale, presentero' opposizione avverso la richiesta di archiviazione del sostituto procuratore.
Non posso in coscienza fare altrimenti.
*
Naturalmente la mia fiducia nella magistratura e' immutata, come e' immutato il mio rispetto per essa.
Ma per l'appunto l'ordinamento mi consente di presentare opposizione, perche' nessuno e' infallibile, e l'amministrazione della giustizia la si aiuta esercitando le prerogative che l'ordinamento ci offre, e i doveri che il sentire morale e il civile convivere impongono.
Si fossero bloccati quei trasporti di strumenti di morte, forse delle vite umane sarebbero state salvate, forse la preparazione della guerra sarebbe stata bloccata.
Oggi almeno questo si faccia: accerti la magistratura se crimine vi fu, e se crimine vi fu (e a me sembra che crimine vi fu) individui, processi e punisca i colpevoli. Con la forza del diritto, in difesa dell'umanita', applicando le leggi della Repubblica Italiana.
7. DOCUMENTAZIONE. ESPOSTO DEL 24 FEBBRAIO 2003
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza
alla Procura Generale della Repubblica, Roma
E per opportuna conoscenza:
al Prefetto e al Questore di Pisa, Vicenza, Viterbo, Roma
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo
al Presidente della Repubblica Italiana
al Presidente del Consiglio dei Ministri
al Ministro della Difesa
al Ministro dell'Interno
al Ministro della Giustizia
*
Oggetto: esposto contro i responsabili di detenzione e trasporto in territorio italiano di materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando; recante la richiesta di un intervento urgente delle autorita' preposte affinche' si proceda al sequestro di detto materiale bellico e all'incriminazione e all'arresto dei responsabili e dei complici di tale flagrante violazione della legalita'.
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Con il presente esposto il sottoscritto Giuseppe Sini, direttore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, con sede in Viterbo, strada S. Barbara 9/E,
- alla luce della dimostrata presenza e trasporto nel territorio italiano di materiale bellico di una potenza straniera, presenza e trasporto predisposti al fine di una utilizzazione terroristica e stragista di detti armamenti nella guerra illegale e criminale che si va preparando, guerra nei cui confronti l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana vincola il nostro paese alla piu' intransigente delle opposizioni, e specificamente al "ripudio" di essa;
- alla luce del dovere di tutti i cittadini italiani di rispettare e inverare quanto disposto dalla Costituzione, fondamento del nostro ordinamento giuridico; ed alla luce del dovere di ogni essere umano di opporsi alle stragi e di difendere la vita di altri esseri umani e dell'umanita' intera che una nuova scellerata e criminale guerra minaccia;
richiede l'intervento urgente delle competenti autorita' giudiziarie affinche':
a) si proceda a perseguire penalmente, e ad immediatamente mettere in condizione di non nuocere, i responsabili della detenzione e del trasporto in Italia di materiale bellico a fini di prossima e dichiarata utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando;
b) si proceda al sequestro di detto materiale bellico;
c) si intervenga a tutela della salute e dell'incolumita' dei cittadini italiani, minacciati dalla presenza di armi, tra cui anche armi di sterminio, sia presso le basi militari statunitensi dislocate in territorio italiano, sia lungo importanti arterie viarie e ferroviarie italiane;
d) si incriminino per favoreggiamento della presenza e del trasporto in Italia di detto materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando, tutte quelle autorita' pubbliche e quei pubblici dipendenti che invece di opporsi a tale gravissima e pericolosissima presenza e circolazione sul territorio nazionale italiano di strumenti di sterminio, sostengono gli stragisti che si dispongono ad usare tali strumenti di morte contro esseri umani innocenti nella guerra che si va preparando;
e) si incriminino per violazione della Costituzione quei pubblici poteri che alla guerra illegale e criminale che si va preparando hanno dato la loro complicita' mettendo illegalmente a disposizione degli stragisti il territorio, le risorse e le infrastrutture italiane;
f) si incriminino quanti abusando del proprio potere e commettendo un ulteriore reato non solo non difendono la legalita' costituzionale e il popolo italiano, ma impediscono ad altri la difesa della legalita' costituzionale e del popolo italiano, e con cio' stesso si mettono al servizio dei golpisti, degli stragisti, dei detentori e trafficanti di armi;
g) si incriminino per omissione di soccorso quanti, pur sapendo della presenza e della circolazione di questi materiali bellici di probabile prossima utilizzazione terroristica e stragista, omettono di agire per impedire che essi siano utilizzati per uccidere innocenti;
h) si incriminino per omissione di atti d'ufficio quanti investiti di specifici pubblici poteri, pur sapendo della presenza e della circolazione di questi materiali bellici di probabile prossima utilizzazione terroristica e stragista, omettono di agire nell'ambito dei propri poteri e delle proprie responsabilita' al fine di impedire il loro prossimo criminale uso ed hic et nunc la loro criminale circolazione, disponendo in forza della legge ed in considerazione delle rispettive prerogative istituzionali la cessazione di tale circolazione, la denuncia di tali presenze, il sequestro di tali armi, l'arresto dei detentori di esse, l'incriminazione dei mandanti, degli esecutori e dei complici per i molteplici reati che tale situazione di gravissima violazione della legalita' italiana configura.
Si richiede il piu' tempestivo intervento.
Si sottolinea che il presente esposto reca palesemente una "notitia criminis", e di eccezionale gravita'; cosicche' esso rende doveroso a qualsiasi pubblico ufficiale che ne venga a conoscenza sia di segnalare a sua volta quanto sopra all'autorita' giudiziaria, sia di intervenire nell'ambito delle proprie competenze affinche' i reati qui denunciati vengano fatti cessare ed i responsabili di essi vengano perseguiti penalmente.
Restando a disposizione per ogni ulteriore comunicazione ed eventuale opportuno chiarimento, e richiedendo altresi' di essere informato dell'eventuale archiviazione del presente esposto, vogliate gradire distinti saluti.
8. DOCUMENTAZIONE. APPELLO AI SINDACI DEL 27 FEBBRAIO 2003
Ai sindaci nel territorio dei cui Comuni sono dislocati o transitano armamenti destinati ad essere usati a fini terroristici e stragisti nell'imminente guerra illegale e criminale.
e per opportuna conoscenza: al Ministro dell'Interno, al Ministro della Difesa, al Ministro della Giustizia, all'Anci, al Coordinamento degli enti locali per la pace, ai mezzi d'informazione.
Oggetto: richiesta di intervento urgente
*
Egregi signori,
in quanto massima autorita' comunale ed altresi' in quanto massima autorita' sanitaria comunale e' in vostro potere ed e' vostro dovere disporre interventi urgenti e cogenti al fine di far rispettare le leggi dello stato, al fine di tutelare la sicurezza e l'incolumita' dei cittadini, al fine di prevenire e quindi impedire eventi calamitosi.
E' inoltre dovere vostro, come di tutti e di ciascuno, adoperarvi per quanto in vostro potere affinche' non si consumino eccidi; adoperarvi per quanto in vostro potere al fine di salvare vite umane in pericolo.
E' infine obbligo ineludibile per voi rispettare la Costituzione della Repubblica Italiana cui avete giurato fedelta' e obbedienza nell'atto di assumere la carica pubblica che ricoprite.
*
La Costituzione della Repubblica Italiana all'articolo 11 testualmente recita: "L'Italia ripudia la guerra". Cosicche' e' dovere di ogni cittadino italiano non solo non prender parte a guerre, non solo non promuoverle, ma anche e piu' precisamente opporsi ad esse.
Vi e' noto che, in flagrante violazione della Costituzione italiana, una potenza straniera non solo ha dislocato in Italia armi di sterminio, ma in questi giorni sta effettuando in Italia movimenti di armamenti al fine di utilizzarli nella guerra di aggressione all'Iraq che sembra imminente.
L'Italia non puo' accettare di ospitare nel suo territorio armi di sterminio, ed a maggior ragione essendo esse nelle mani di una potenza straniera, e particolarmente di una potenza straniera che gia' in passato ha utilizzato persino l'arma atomica contro inermi popolazioni civili.
L'Italia non puo' accettare che nel suo territorio vi siano armi che mettono in pericolo gia' con la sola loro presenza il nostro popolo e il nostro territorio, le nostre vite, i nostri beni, il nostro ambiente di vita (si pensi al rischio di incidenti, ed anche a quello di attentati terroristici).
L'Italia inoltre non puo' accettare di cooperare a una guerra che per la legge a fondamento del nostro ordinamento giuridico e' illegale e criminale; non puo' accettare di cooperare alla guerra che si va preparando.
*
Come Sindaci avete una grande responsabilita', ed un grande potere.
Avete il potere di emettere ordinanze che proibiscano la dislocazione e il transito nel territorio del vostro Comune di armi sia in quanto esse costituiscono pericolo per la popolazione e l'ambiente hic et nunc, sia in quanto esse sono intese ad essere usate in una guerra che per la nostra legge e' un crimine, ed il piu' orribile dei crimini.
Vi chiediamo di assumervi le vostre responsabilita', di adempiere ai vostri doveri: per proteggere la vostra cittadinanza e il vostro territorio; per rispettare e inverare la legalita' italiana; per difendere ed applicare la Costituzione della Repubblica Italiana; per salvare vite umane innocenti in pericolo; per prevenire e impedire stragi, devastazioni e calamita'.
*
Vi chiediamo pertanto:
1. di emettere un'ordinanza che vieti la dislocazione e il transito nel territorio del vostro Comune di armi di sterminio e di tutte le armi ed i materiali militari di cui e' possibile prevedere che verranno utilizzati nella imminente guerra illegale e criminale;
2. di far intervenire la polizia municipale al fine di imporre il rispetto dell'ordinanza;
3. di chiedere l'intervento dell'autorita' giudiziaria affinche' proceda al sequestro delle armi ed all'azione penale nei confronti dei loro detentori e vettori, degli operatori esecutivi, dei mandanti e dei complici.
*
Auspicando un tempestivo, deciso, decisivo e necessario vostro intervento, e ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione che vorrete certo dedicare al presente appello, vogliate gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro.
9. DOCUMENTAZIONE. LETTERA AI SINDACI DEL 26 MARZO 2003
L'ora della scelta: voi potete, voi dovete fermare la macchina bellica
Egregi signori,
la tragedia in corso impone anche a voi una scelta non piu' rinviabile.
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Dovete scegliere
Dovete scegliere se esser fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana cui fedelta' avete giurato e nel cui nome esercitate la vostra funzione pubblica; o se essere complici della guerra terrorista e stragista, criminale e criminogena, che sta uccidendo migliaia di persone, ne sta straziando milioni, e mette in pericolo di annientamento l'umanita' intera.
Dovete scegliere se essere fedeli alla legge del vostro paese che coincide in questo caso con quella della coscienza di ogni essere umano, ed opporvi alla guerra; o tradire tutto cio' che nell'essere umano vale, ed essere complici della guerra e delle stragi.
Dovete scegliere. Ed agire di conseguenza.
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Voi avete un potere grande
Voi avete un potere grande: la legge italiana vi da' il potere di intervenire con provvedimenti coattivi a difesa degli abitanti e del territorio del vostro Comune: oggi difendendo i vostri concittadini e il vostro territorio voi potete difendere l'umanita' intera.
La legge vi da' un potere grande: voi avete il potere di bloccare e interdire qualunque attivita' nel territorio del vostro Comune metta in pericolo persone e ambiente.
Voi avete un potere grande. E' il momento di usarlo.
*
Voi potete, voi dovete
Nel vostro territorio sono presenti basi militari di potenze e di alleanze di cui fanno parte potenze impegnate in una guerra alla quale l'Italia non solo non puo' partecipare per obbligo di legge, ma alla quale per obbligo di legge deve opporsi con la massima energia. Voi dovete rispettare la legge, voi dovete applicarla nel vostro ambito territoriale per quanto di vostra specifica competenza.
Voi potete emettere un'ordinanza che vieti ogni attivita' delle basi militari americane e Nato collocate nel vostro territorio.
Voi potete, voi dovete.
Voi potete emettere un'ordinanza che imponga la cessazione di ogni attivita' e lo smantellamento di ogni struttura presente nel territorio del vostro Comune che metta in pericolo vite umane. E le attivita' e strutture militari di potenze straniere e di alleanze inclusive di potenze straniere impegnate in una guerra illegale e criminale, stragista e terrorista, costituiscono reato e corpo di reato, delitto e fonte di delitto, crimine e organizzazione criminale.
Voi potete, voi dovete.
Con una vostra ordinanza voi potete imporre la cessazione di ogni attivita' assassina, con una vostra ordinanza che difenda la popolazione e il territorio del vostro Comune, e con essi l'umanita' intera e l'intero pianeta, e con essi la Costituzione italiana e il diritto internazionale, e con essi la legge non scritta ma incisa nel fondo della coscienza di ogni persona: non uccidere.
Voi potete, voi dovete.
*
Fatelo subito
Fatelo. Fatelo subito. Questo vostro gesto di ripristino della legalita' costituzionale italiana violata dai golpisti complici della guerra, questo vostro gesto di fedelta' alle leggi e alla coscienza, questo vostro gesto puo' avere un impatto decisivo nel contrastare la macchina bellica stragista e terrorista.
Fatelo. Fatelo subito. Ve ne prego dal profondo del cuore.
Fatelo. Fatelo subito. Che non dobbiate domani trovarvi sul banco degli imputati dei tribunali italiani come complici dei golpisti e dei crimini di guerra e contro l'umanita' di cui la guerra consiste.
Fatelo. Fatelo subito. Ve ne prego dal profondo del cuore.
Fatelo. Fatelo subito. Contribuite a fermare la macchina bellica.
Contribuite a salvare l'umanita'.
Fatelo. Fatelo subito. Ve ne prego dal profondo del cuore.
10. DOCUMENTAZIONE. BOZZA DI ORDINANZA DEL 30 MARZO 2003
Comune di ...
Il Sindaco
Premesso che
- nel territorio del Comune si trova una base militare di potenza straniera attualmente impegnata nella guerra in corso in Iraq (o di alleanza inclusiva di potenze straniere attualmente impegnate nella guerra in corso in Iraq);
- ai sensi della legislazione italiana e secondo il diritto internazionale tale guerra e' illegale e criminale, e si configura come stragista e terroristica, di invasione e coloniale;
- l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana fa obbligo alle istituzioni italiane e al popolo italiano di opporsi alla guerra sia come "strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli", sia come "mezzo di risoluzione delle controversie internazionali";
- lo stesso Consiglio di Sicurezza dell'Onu, per una volta fedele ai principi e al dettato della Carta istitutiva delle Nazioni Unite, non ha dato ne' legittimazione ne' avallo alla guerra in corso, che si configura pertanto inequivocabilmente sia come aggressione criminale e stragista, sia come attentato alla sicurezza dei popoli del mondo, sia come proditorio attacco alle istituzioni internazionali, al diritto internazionale, ad un ordinamento pacifico e democratico del mondo;
- alla luce della Costituzione della Repubblica Italiana ed altresi' alla luce della Carta delle Nazioni Unite e dei trattati internazionali dall'Italia sottoscritti, il nostro paese non puo' in alcun modo ne' avallare ne' sostenere ne' prender parte in alcun modo - anche indiretto - a tale guerra illegale e criminale; non solo: il nostro paese e' vincolato sia dalla sua legge fondamentale che dagli impegni assunti in sede internazionale ad impegnarsi contro la guerra, e quindi hic et nunc per la sua immediata cessazione, stante l'imperativo cogente alla base del nostro ordinamento giuridico e democratico del ripudio della guerra;
Considerato che
- la presenza e l'attivita' della base militare de quo costituisce pertanto - nelle circostanze presenti - una flagrante violazione della legalita' costituzionale e del diritto internazionale, configurandosi - tale presenza ed attivita' di base militare di potenza straniera impegnata in una guerra illegale e criminale - come direttamente implicata e implicante nella guerra illegale e criminale, della guerra partecipe in quanto effettuale articolazione della macchina bellica impegnata nella guerra;
- sic stantibus rebus tale presenza e attivita' della base militare de quo si configura altresi' come criminale e criminogena, confliggente con la legge italiana e con il diritto internazionale in quanto effettualmente intesa alla commissione ed al sostegno alla commissione di crimini di guerra e di crimini contro l'umanita';
- ne discende conseguentemente che tale presenza e attivita' oltre ad essere illegale e criminale de jure e de facto, costituisce evidente motivo di pericolo per la pubblica incolumita', sia per il territorio che per la cittadinanza del Comune, sia per i territori e le popolazioni che della guerra sono oggi vittime dirette;
- tale pericolo per la pubblica incolumita' costituito dalla presenza e dall'attivita' della citata base si estrinseca sia nel fatto che essa e' parte della macchina bellica che materialmente sta commettendo stragi e sta mettendo in pericolo l'umanita' intera con la guerra illegale e criminale in corso; sia nel fatto che tale presenza ed attivita' espone il territorio italiano e segnatamente il territorio di questo Comune a divenire teatro e bersaglio di azioni di guerra e di terrorismo;
Considerato inoltre che
- la vigente legislazione fa obbligo a tutte le autorita' istituzionali che hanno giurato fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana nell'atto di assumere il mandato pubblico ad esse conferito di adempiere a quanto dalla Costituzione stabilito, e la Costituzione stabilisce il dovere di legge di ripudiare la guerra, e quindi di impedire l'attivita' bellica illegale e criminale;
- la vigente legislazione attribuisce specificamente al Sindaco il potere e il dovere di assumere provvedimenti contingibili ed urgenti nei casi in cui si presenti la necessita' e l'urgenza ad intervenire a difesa della pubblica incolumita';
- nella presente circostanza ricorrono tutti i requisiti previsti dalla legge perche' venga con adeguata motivazione e piena legittimita' emessa un'ordinanza urgente; e particolarmente:
a) la presenza di un "pericolo grave" tale da costituire "minaccia alla pubblica incolumita'" (e non vi e' dubbio che una guerra illegale e criminale sia tale, e che la presenza sul territorio comunale di apparati bellici di potenza straniera impegnati - direttamente o indirettamente - nella guerra illecita, terroristica e stragista, costituisca anch'essa un "pericolo grave" tale da costituire "minaccia alla pubblica incolumita'");
b) l'ordinanza si riferisca ad almeno una delle seguenti materie: sanita', edilizia, polizia locale (e non vi e' dubbio che la peculiare attuale situazione di "pericolo grave", situazione configurata dalla guerra e dalla presenza ed attivita' della macchina bellica, rientri nell'ambito della difesa del diritto alla salute, di cui il mantenimento della vita umana e' il fondamento e la "conditio sine qua non", e specificatamente configuri una "minaccia alla pubblica incolumita'" che e' considerato per unanime consenso il caso canonico di motivazione di un'ordinanza in tale ambito; ne' vi e' dubbio che la presenza di una base militare e delle relative infrastrutture rientri altresi' nell'ambito edilizio e di gestione del territorio; ne' vi e' dubbio che l'intervento necessario sia palesemente intervento di polizia locale, trattandosi di impedire la commissione di omicidi, la violazione della legalita' costituzionale, l'attivita' finalizzata a stragi);
c) l'ordinanza oltre ad avere i requisiti di urgenza ha anche quello della contingibilita' poiche' e' evidente che - come confermano le reiterate pronunce del Consiglio di Stato in materia - si tratta di fronteggiare d'urgenza un pericolo subitaneamente manifestatosi (con l'inizio della guerra), naturalmente in attesa di altri ulteriori adeguati interventi da parte delle altre autorita' istituzionali ciascuna nell'ambito delle competenze ad essa specificamente attribuite;
d) ricorre altresi' il requisito dell'urgenza, stante la pericolosita' immediata (la guerra illegale e criminale e' in corso; quotidianamente innumerevoli esseri umani vengono da essa uccisi; e se si volesse argomentare ad abundantiam vi e' altresi' crescente pericolo dell'estensione del conflitto a tutte quelle aree territoriali che nell'epoca delle cosiddette "guerre asimmetriche" possono essere considerate nella guerra implicate: ed il territorio che ospita una base militare di un esercito impegnato nella guerra - e come aggressore, ed in una guerra illegale, terroristica e stragista - e' evidentemente ad altissimo rischio di subire azioni belliche e/o terroristiche);
e) ricorre inoltre il requisito dell'interesse pubblico: l'ordinanza e' intesa infatti non a tutelare i diritti di un singolo, ma un interesse generale e i diritti di intere popolazioni, sia le popolazioni vittime dirette della guerra in corso, sia la popolazione locale che viene esposta ad essere bersaglio di attacchi bellici e terroristici in quanto residente in area contigua a base militare impegnata nella guerra terrorista e stragista;
f) la legge prevede altresi' che vi sia proporzione tra l'ordine impartito con l'ordinanza del Sindaco ed il pericolo cui far fronte: criterio inteso ad evitare eccessi di potere repressivo da parte del Sindaco: ma in questo caso vi e' piuttosto sproporzione nel senso opposto, poiche' l'intervento del Sindaco e' ben piccola cosa rispetto all'orrore della guerra illegale e criminale, e quindi non si configura in alcun modo un eccesso di potere da parte dell'autorita' comunale, la cui ordinanza e' evidentemente soltanto un atto dovuto inoppugnabilmente legittimo, necessario, urgente;
Ritenuto quindi che
a) ricorrano le condizioni previste per l'assunzione della presente ordinanza;
b) sia obbligo di legge difendere la legalita' costituzionale e il diritto alla vita delle persone minacciate dalla guerra illegale e criminale, terroristica e stragista;
c) stante l'urgenza a provvedere per fronteggiare il pericolo grave che minaccia la pubblica incolumita';
Visti
- la Costituzione della Repubblica Italiana;
- la legislazione relativa all'ordinamento degli enti locali e specificamente relativa alle competenze e agli obblighi di legge del Sindaco;
- il Codice Penale;
- lo Statuto Comunale;
ordina
1. l'immediata cessazione nel territorio comunale di ogni attivita' finalizzata, anche indirettamente, alla guerra criminale e illegale in corso;
2. il sequestro degli oggetti e degli immobili siti nel territorio comunale che siano anche solo potenzialmente funzionali e/o finalizzati al sostegno, anche indiretto, della guerra illegale e criminale in corso;
3. la denuncia all'autorita' giudiziaria di tutte le persone coinvolte nell'attivita' della base militare de quo per complicita' nella guerra illegale e criminale, terrorista e stragista, guerra che non solo costituisce flagrante violazione della legalita' costituzionale e del diritto internazionale, ma che altresi' consiste nella commissione di crimini di guerra e crimini contro l'umanita' che costituiscono reati previsti e puniti dall'ordinamento penale italiano.
L'ufficio di Polizia Municipale e' incaricato di dare esecuzione alla presente ordinanza.
La Polizia Municipale e le forze dell'ordine sono incaricate di far rispettare la presente ordinanza.
Dispone inoltre
I. l'invio all'autorita' giudiziaria territorialmente competente del presente atto quale formale denuncia dell'attivita' criminale, terroristica e stragista implicata e costituita dalla presenza e dall'attivita' nel territorio italiano - e segnatamente di questo Comune - di base militare di potenza straniera impegnata in una guerra illegale e criminale;
II. l'invio del presente atto al Questore ed al Prefetto territorialmente competenti, ed al Presidente della Repubblica ed al Presidente del Consiglio dei Ministri; oltre che al Presidente del Tribunale ed al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale giurisdizionalmente competenti; invio effettuato ad ogni buon fine, per opportuna conoscenza ed ai fini dell'adozione ope legis dei provvedimenti di specifica competenza;
III. l'affissione della presente ordinanza con manifesti murali nel territorio comunale e la pubblicazione di essa sui principali organi d'informazione locali e nazionali.
11. DOCUMENTAZIONE. ESPOSTO DEL 12 AGOSTO 2003
Esposto sulla violazione della Costituzione della Repubblica Italiana costituita dalla partecipazione militare italiana alla guerra in corso in Iraq e alla illegittima, criminale e criminogena occupazione militare dell'Iraq da parte di potenze straniere li' insediatesi attraverso la commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita'.
Il sottocritto responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, espone quanto segue:
1. In Iraq l'Italia sta prendendo parte con proprie forze militari ad una guerra: una guerra di occupazione coloniale; una guerra che ogni giorno provoca nuove vittime.
Il fatto che tale guerra di occupazione coloniale e razzista si svolga proprio in uno dei luoghi ove e' sorta la civilta' umana, la terra tra il Tigri e l'Eufrate, manifesta con ancora maggior evidenza la barbarie di tale aggressione.
2. Che in Iraq vi sia uno stato di guerra ed una illegale, criminale e criminogena occupazione miltare da parte di potenze straniere che hanno aggredito e occupato quello stato al di fuori di ogni norma giuridica ed anzi in aperta violazione del diritto internazionale, ed attraverso la commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita', e' del tutto palese.
Il fatto che in quello stato precedentemente fosse al potere un feroce criminale regime totalitario e stragista non giustitfica in alcun modo la commissione di nuovi eccidi e l'imposizione di un regime di occupazione coloniale.
La popolazione irachena, gia' vittima del sanguinario regime di Saddam Hussein (lungamente sostenuto - e quindi esplicitamente favoreggiato nei suoi crimini - sia politicamente, che economicamente e militarmente, anche dal nostro paese e dagli altri le cui truppe oggi occupano quel paese), delle feroci repressioni e delle orribili guerre degli ultimi decenni (nel corso delle quali sono state usate armi di sterminio di massa che hanno anche enormemente inquinato l'ambiente e provocato gravissime patologie), dello scellerato embargo che per oltre un decennio ha provocato innumerevoli morti e sofferenze, continua a subire sofferenze immani a causa della guerra in corso e dell'attuale occupazione militare straniera, coloniale e razzista.
3. E' indiscutibile che la partecipazione italiana a tale guerra in corso ed a tale attuale illegale e criminale occupazione militare straniera coloniale e razzista viola fragrantemente il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 11 esplicitamente ne fa divieto.
Con il presente esposto si richiede pertanto:
a) alle competenti magistrature: di intervenire per ripristinare la legalita' costituzionale violata, punire i colpevoli di tale crimine, e - conseguenza di grandissimo peso - far si' che i soldati italiani li' dislocati siano immediatamente richiamati in patria, cosi' garantendo la salvezza delle vite loro e altrui attualmente in grave pericolo, ed impedendo altresi' ad essi di rischiare di trovarsi coinvolti nella commissione di crimini di guerra e crimini contro l'umanita';
b) ai poteri esecutivo, legislativo e di garanzia della Costituzione cui il presente esposto e' altresi' inviato per opportuna conoscenza e per quanto di loro specifica competenza: di far cessare immediatamente l'llegale e criminale partecipazione italiana alla guerra e all'occupazione militare coloniale in corso in Iraq; e di mettere a disposizione invece adeguate risorse per un intervento esclusivamente umanitario assolutamente necessario ed urgente in favore della popolazione irachena.
12. DOCUMENTAZIONE. LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL 22 AGOSTO 2003
Al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e per opportuna conoscenza a vari altri soggetti istituzionali.
Richiesta urgente di ripristino della legalita' costituzionale e di cessazione della partecipazione di forze armate italiane alla guerra in corso in Iraq.
Egregi signori,
come e' a tutti evidente in Iraq e' in corso una guerra sanguinosissima, la commissione di reiterati crimini di guerra e crimini contro l'umanita', una occupazione militare illegale e criminale.
*
Come e' a tutti noto in questo momento nell'Iraq in guerra, devastato e occupato militarmente dagli eserciti invasori di potenze straniere, anche l'Italia e' presente con proprie forze armate, le quali - indipendentemente dalle buone intenzioni e dalle dichiarazioni ufficiali - tanto dal punto di vista della popolazione occupata, quanto dal punto di vista del diritto internazionale, cosi' come alla luce della nostra legislazione correttamente interpretata, cosi' come secondo la coscienza di ogni persona di retto discernimento, sono a tutti gli effetti parte delle truppe di invasione ed occupazione, sono a tutti gli effetti parte della guerra in corso.
Con la conseguenza - peraltro - che i militari italiani cola' dislocati sono esposti al rischio - enorme e crescente - tanto di perdere la vita quanto di assassinare altre persone; e con la sola loro presenza sono gia' coinvolti nel delitto della guerra e dell'occupazione illegale e criminale, e sono gia' altresi' resi complici - oltre che vittime - della violazione della legalita' costituzionale.
*
Come voi ben sapete, l'Italia non puo' prender parte a una guerra che non sia di difesa del nostro popolo e del nostro paese, ed a maggior ragione a una guerra di aggressione, ed a maggior ragione a una guerra di aggressione stragista e di occupazione militare coloniale, come e' quella in corso in Iraq.
L'Italia non puo' prendervi parte perche' glielo proibisce la Costituzione della Repubblica Italiana oltre che i fondamentali trattati internazionali dal nostro Paese sottoscritti.
La partecipazione alla guerra e' quindi un duplice crimine: in se' e per le sue conseguenze concrete a danno di esseri umani, ed in quanto infrange il nostro ordinamento giuridico nel suo fondamento costituzionale configurando un vero e proprio colpo di stato.
*
E' quindi assolutamente indispensabile che con la massima tempestivita' si provveda:
a) al ritiro immediato delle forze armate italiane dal teatro di guerra iracheno;
b) ad un energico impegno diplomatico del nostro paese sia per la cessazione della guerra e dell'invasione ed occupazione militare dell'Iraq, sia per la promozione della democrazia e della difesa dei diritti umani in Iraq nel riconoscimento della sovranita' del popolo iracheno;
c) ad un piano di invio di ingenti aiuti umanitari, piano del tutto incompatibile con la partecipazione alla guerra, con l'illegale e criminale occupazione militare.
*
Egregi signori,
vi chiediamo il piu' tempestivo intervento affinche' si ripristini immediatamente la legalita' costituzionale e cessi la partecipazione italiana alla guerra e all'invasione ed occupazione miltare dell'Iraq.
*
Egregi signori,
per quanto sgradevole sia ricordarlo, tuttavia ci corre l'obbligo di evidenziare che voi avete il dovere di assumere iniziative in tal senso; che voi avete l'obbligo di ottemperare a quanto disposto dalla Costituzione cui avete giurato fedelta' ed in forza della quale esercitate la vostra autorita' istituzionale e la vostra funzione di rappresentanza del popolo italiano.
Un vostro atteggiamento corrivo allo status quo, implicherebbe da parte vostra il persistere nel reato - gravissimo - di violazione della Costituzione, e di effettuale complicita' in crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.
*
Egregi signori,
Voi avete il potere di far cessare la partecipazione italiana alla guerra, voi avete il dovere di esercitarlo. E' la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico che ve lo impone. Sappiate, in questo terribile frangente, seguire cio' che la legge e la coscienza dettano.
13. DOCUMENTAZIONE. UN'ISTIGAZIONE A NON DELINQUERE, DEL 22 FEBBRAIO 2003
Del dovere morale e civile di fermare i treni che recano armi per la guerra che si va preparando.
Un'istigazione a non delinquere: ovvero a rispettare la Costituzione, a salvare vite umane, a fermare la macchina bellica con l'azione diretta nonviolenta.
*
E' la Costituzione della Repubblica Italiana che dice ai cittadini italiani: "ripudia la guerra".
E' uno dei suoi principi fondamentali; e' il valore supremo che afferma nell'ambito delle relazioni internazionali: "ripudia la guerra".
Se ad essa Costituzione il governo, il parlamento, il capo dello Stato fossero restati fedeli, se non avessero infranto un solenne giuramento in forza del quale sono legittimati ad esercitare il potere loro attribuito, se non avessero violato la legalita' nella forma piu' flagrante e gravida di sciagurate conseguenze, gli attuali trasporti di materiale bellico in territorio italiano da parte di chi una guerra illegale e criminale scelleratamente prepara ed ha gia' reiteratamente proditoriamente annunciato, ebbene, non avrebbero potuto aver luogo, sarebbero stati proibiti dalle pubbliche autorita' in nome della legge.
*
Quei materiali bellici - se non li si fermera' - di qui a poco saranno utilizzati per commettere crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.
Il loro uso - se non lo si impedira' - provochera' la morte di innumerevoli innocenti.
Il loro transito nel nostro territorio rende l'Italia favoreggiatrice degli stragisti.
Permettere che giungano a destinazione vuol dire rendersi complici della guerra onnicida, vuol dire violare il comando supremo della nostra Costituzione: "ripudia la guerra".
E dunque e' giusto e necessario bloccare con l'azione diretta nonviolenta i treni che recano gli strumenti della morte, le armi delle stragi annunciate.
E dunque e' un atto di fedelta', di rispetto e di inveramento della legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico impedire che le armi efficienti alla guerra illegale e criminale possano giungere a destinazione, possano essere usate, possano colpire i loro viventi umani bersagli.
*
Su quei binari a fermare quei treni che trasportano armi ci dovrebbe essere il capo dello Stato della Costituzione supremo garante, ci dovrebbe essere ogni pubblico ufficiale che alla Costituzione ha giurato fedelta'.
Se loro non ci sono, cio' va a loro infamia.
Ci sono invece dei cittadini italiani che con questa azione diretta nonviolenta si stanno impegnando per salvare delle vite umane, stanno difendendo la dignita' del nostro popolo e la legge fondamentale del nostro paese, stanno obbedendo alla Costituzione, stanno adempiendo a un dovere di legalita' e di umanita'.
Si renda loro onore e li si aiuti.
*
Con queste righe, non potendo oggi essere li' fisicamente, vogliamo dichiarare la nostra persuasa condivisione dell'azione diretta nonviolenta per fermare i carichi di armi destinati alla guerra illegale e criminale. E vogliamo dichiarare che intendiamo condividere le conseguenze che per aver realizzato una rigorosa e doverosa azione diretta nonviolenta ai protagonisti di essa, in quanto si atterranno scrupolosamente ai principi della nonviolenza, deriveranno.
E vogliamo invitare ancora una volta tutti a sostenere ogni azione diretta nonviolenta che nel rigoroso rispetto della incolumita' e della dignita' di ogni essere umano si opponga concretamente, limpidamente e intransigentemente alla macchina bellica, e con cio' sia di adempimento al dovere di salvare delle vite umane in pericolo, sia di adempimento al dovere sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "ripudia la guerra".
14. DOCUMENTAZIONE. BLUES DEL TRENO DELLA MORTE, PUBBLICATO IL 23 FEBBRAIO 2003
[Raccontava nella presentazione parlata l'anonimo autore di questo blues che aveva cominciato il suo impegno politico quando aveva quattordici anni, bloccando treni occupando binari in nome della dignita' di ogni essere umano; e aggiungeva che da allora non aveva piu' smesso di lottare, e sempre piu' si era accostato alla nonviolenza all'ascolto di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, del movimento delle donne; e affermava di pensare che se in Europa nella prima meta' del Novecento tanta piu' gente si fosse messa sui binari, tante stragi e tanti orrori sarebbero stati evitati; poi tossiva, si schiariva la voce, cominciava a maltrattare la chitarra, e diceva, accennando una subito soffocata intonazione, all'incirca le parole seguenti (la traduzione, frettolosa, e' del nostro collaboratore Benito D'Ippolito - che e' anche l'estensore di questa breve nota di presentazione)]
E tu fermalo il treno della morte
col tuo corpo disarmato sui binari
con la voce che si oppone all'urlo roco
delle bombe, delle fruste al vile schiocco.
E tu fermalo il treno della morte
sono pochi gli oppressori, innumerevoli
le vittime, non possono arrestarci
se tutti insieme ce li riprendiamo i diritti, la terra, la vita.
E tu fermalo il treno della morte
con la tua persona fragile sconfiggi
gli apparati e gli strumenti della guerra
e salva il mondo con la tua persona fragile.
E tu fermalo il treno della morte
perche' tu, cosi' indifeso, puoi fermarlo
col tuo corpo, la tua voce, la speranza
che sa unire tante braccia, e sa fermarlo
maledetto il treno nero della morte.
E tu fermalo e cosi' ferma la guerra.
15. DOCUMENTAZIONE. SETTE CRITERI PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA, DEL 25 FEBBRAIO 2003
Sette criteri di condotta per l'azione diretta nonviolenta del blocco dei mezzi di trasporto che recano armi che verranno utilizzate per le azioni terroristiche e stragiste di cui consistera' l'annunciata guerra illegale e criminale.
Scegliamo la nonviolenza per difendere la pace e la vita umana, per difendere la legalita' costituzionale e il diritto internazionale.
*
1. A un'azione diretta nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza durante tutto lo svolgimento dell'azione diretta nonviolenta stessa (ricordando che, come sempre, la fase piu' difficile e' la conclusione).
*
2. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.
*
3. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini dell'azione diretta nonviolenta cui prendono parte, nel caso specifico del blocco del trasporto di armamenti destinati alla guerra cio' significa fare un'azione rigorosamente nonviolenta e concretamente efficace:
- per impedire la guerra, le stragi, le devastazioni; cioe' per salvare delle vite umane, come e' diritto e dovere di ogni essere umano;
- per rispettare ed inverare con il proprio impegno personale la legalita' costituzionale e il diritto internazionale che proibiscono questa guerra.
*
4. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente anche le possibili conseguenze personali della partecipazione all'azione diretta nonviolenta cui prendono parte, nel caso specifico del blocco del trasporto di armamenti destinati alla guerra cio' vale a dire essere consapevoli che ogni singolo partecipante puo' andare incontro alla possibilita' di denuncia, di fermo e di arresto, di procedimento penale e di condanna a sanzione sia pecuniaria che detentiva.
Queste possibilita' vanno seriamente esaminate prima di prendere parte all'azione diretta nonviolenta; una volta decisisi a partecipare e se esse si verificassero si ha il dovere di accettare pacificamente e onestamente tali conseguenze, e ad esse nessuno deve cercare di sottrarsi.
Tra le imputazioni possibili vi sono l'interruzione di pubblico servizio, l'attentato alla sicurezza dei trasporti, l'istigazione a delinquere (questo stesso testo puo' essere considerato istigazione a delinquere), con l'aggravante del concorso essendo in piu' persone a compiere l'azione diretta nonviolenta.
Tutti i partecipanti devono essere muniti di documenti di identita' e devono esibirli su richiesta delle forze dell'ordine (non farlo e' reato); tutti i partecipanti hanno il dovere di non provocare danni alle persone, all'ambiente o ai beni; tutti i partecipanti devono avere un atteggiamento di massimo rispetto nei confronti di tutte le persone e soprattutto nei confronti delle forze dell'ordine.
Tutti i partecipanti devono saper spiegare le ragioni dell'iniziativa nonviolenta e chiarire che la propria condotta sara' comunque rigorosamente nonviolenta; e poiche' si occuperanno le aree di transito die mezzi di trasporto con il proprio corpo, qualora si venga spostati di peso non si deve in alcun modo ne' opporre resistenza, ne' lanciare offese ne' minacce: e' bene continuare a parlare serenamente e rispettosamente anche con le persone che materialmente sposteranno i partecipanti, rassicurandoli che la nostra azione non e' affatto contro di loro e non intendiamo in alcun modo ne' offenderli ne' far loro del male, e che anzi l'azione diretta nonviolenta e' eseguita per difendere la legalita' costituzionale che e' stata violata da chi illegalmente e criminalmente ha promosso o sta favoreggiando la guerra in preparazione.
*
5. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:
- non fare del male a nessuno: se una sola persona tra i partecipanti all'azione diretta nonviolenta dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona per responsabilita' dei partecipanti all'azione diretta nonviolenta si fa male, l'azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa;
- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita', salvare delle vite umane, difendere la legalita' costituzionale e il diritto internazionale);
- dire sempre e solo la verita';
- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina;
- assumersi pienamente la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano;
- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui.
*
6. Occorre chiarire che chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' e deve essere rigorosamente nonviolenta.
*
7. E' bene che chi promuove azioni dirette nonviolente fornisca a tutti i partecipanti per iscritto le regole di condotta condivise, e meglio ancora sarebbe se esse venissero discusse e definite tra tutti i partecipanti col metodo del consenso.
Questo testo puo' essere un canovaccio utilizzabile a tal fine: se condiviso puo' essere riprodotto in volantini e cartelloni.
E' inoltre bene che le regole di condotta condivise dai partecipanti all'azione diretta nonviolenta vengano fatte conoscere anche alle forze dell'ordine, alle varie autorita' ed a tutte le altre persone che si trovassero nel luogo in cui si svolge l'azione diretta nonviolenta dandone una copia scritta ad ogni persona presente, oltre che a tutti i mezzi d'informazione.
16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
17. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1245 del 15 aprile 2013
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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