Archivi. 157



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 157 del 3 aprile 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di agosto 2003 (parte prima)

2. Amelia e Augusta

3. A Gubbio

4. Franz Jaegerstaetter, nel sessantesimo anniversario della morte

5. 4 novembre

6. Il 4 novembre in piazza per la pace

7. Ogni vittima ha il volto di Abele

8. Un esposto contro la partecipazione italiana alla guerra in corso in Iraq

9. Dalla parte delle vittime, contro tutte le guerre

10. Dalla relazione conclusiva del corso di educazione alla pace svoltosi presso l'Itis di Gubbio nell'anno scolastico 2002-2003

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2003 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2003.

 

2. AMELIA E AUGUSTA

 

"Amelia e Augusta", s'intitola cosi', semplicemente, l'editoriale che apre il n. 292 di "A. Rivista anarchica" dell'estate 2003 (e-mail: arivista at tin.it; sito: www.anarca-bolo.ch/a-rivista), e che da' notizia della scomparsa di Amelia Pastorello e di Augusta Farvo.

Donne, libere, libertarie, solidali: anarchiche. Amelia Pastorello era nata nel 1924, compagna di Alfonso Failla, era a Carrara una luminosa presenza; Augusta Farvo, che e' scomparsa a 91 anni ed era stata staffetta partigiana, era una presenza luminosa a Milano. Da decine e decine di anni erano quasi due monumenti viventi dell'anarchia come possibilita' concreta e attuale di un'esistenza degna e di una felicita' condivisa, della liberta' e della giustizia da farsi qui e adesso nel corso stesso della lotta contro tutte le violenze e le menzogne, le iniquita' e le sopraffazioni; tangibili prove che un'umanita' di libere e di liberi e di eguali e' possibile ed e' gia' presente se solo tu lo vuoi.

Al cordoglio e all'omaggio di quante e quanti le ricordano in commozione e orgoglio anche noi ci associamo.

 

3. A GUBBIO

 

La camminata da Assisi a Gubbio che si svolgera' il 4 e 5 settembre, e il convegno delle persone amiche della nonviolenza che a Gubbio si terra' il 6 e il 7 settembre, saranno un'occasione importante di incontro e di riflessione: un incontro e una riflessione la cui necessita' e urgenza e' a tutti evidente.

Poiche' la guerra e' tornata ad essere orrore quotidiano e pensiero egemone, e poiche' il pur vasto movimento che alla guerra si oppone ha estremo bisogno di illimpidirsi recando ancora profonde e penosissime le tracce di una grave e greve subalternita' alla cultura della guerra e del dominio, maschilista, autoritaria e fin totalitaria, che lo rende per piu' versi suddito e complice di cio' contro cui afferma di volersi pur impegnare.

La scelta della nonviolenza e' la "riforma morale e intellettuale" che occorre; la scelta della nonviolenza e' il passo decisivo che il movimento pacifista, le persone di volonta' buona, deve, devono fare; la scelta della nonviolenza e' quella "aggiunta" indispensabile per inverare, rendere concrete e cogenti, le aspirazioni a quel che con troppo banale e insufficiente e ambigua formula viene da molti detto "un altro mondo possibile".

Ma la scelta della nonviolenza richiede una capacita' di ereditare e criticare a un tempo molte e diverse esperienze e tradizioni, longeve e complesse e contraddittorie, tutto salvando e tutto trasformando. La scelta della nonviolenza richiede una capacita' di ascolto grande e difficile, da parte di tutti e massime dai figli del privilegio, la cui piu' utile parola e' forse oggi il silenzio che medita e cerca; e una ancor piu' difficile e grande capacita' di presa di parola da parte di chi fino a qui ha avuto la voce sopraffatta e finanche la lingua mozzata.

Fermare la guerra, contrastare l'ingiustizia, opporsi alla violenza (a quella dispiegata ed a quella cristallizzata, negli atti e nei pensieri); e costruire nel vivo della lotta e nel concreto dell'esistenza qui e a adesso, nella coerenza e nella compresenza dei mezzi e dei fini, una societa' e un convivere di persone libere, eguali, solidali: e' impegno non dappoco, e cammino lungo e arduo. Questo impegno, questo cammino, noi diciamo nonviolenza.

Da Assisi a Gubbio si dovra', si potra', come gia' in quella giornata del 2000 da Perugia ad Assisi, fare ancora un tentativo per parlare all'intero popolo della pace e chiamarlo tutto a una piu' salda e persuasa riflessione e azione.

Per ogni informazione sulla camminata Assisi-Gubbio, si sa, si puo' far riferimento al Movimento Nonviolento, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org

 

4. FRANZ JAEGERSTAETTER, NEL SESSANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE

 

Molte sono le vie ed una sola e' l'arte

del ben morire.

 

Preferire essere ucciso piuttosto che uccidere.

In faccia al potere assassino dire no.

Amare la vita di tutti. Salvare

per quanto e' in te l'umanita' intera.

 

5. 4 NOVEMBRE

 

Ho sempre trovato ripugnante che ogni anno il 4 novembre nel nostro paese a rendere omaggio alle persone uccise dalle guerre, cioe' dalle armi e dagli eserciti, si rechino, ipocriti e sprezzanti, comandi e truppe militari in armi.

Il 4 novembre, se vuol essere momento di memoria per le vittime, deve essere altresi' momento di impegno per la pace, per il disarmo, per la completa smilitarizzazione.

Che divenga il 4 novembre la celebrazione non delle forze armate ma dell'abolizione delle forze armate, solo allora sara' atto di reverente omaggio a tutte le vittime di tutte le guerre.

 

6. IL 4 NOVEMBRE IN PIAZZA PER LA PACE

[Riproduciamo un estratto da un nostro comunicato di un anno fa. E' nostra intenzione riproporre ed estendere l'iniziativa quest'anno]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

Abbiamo promosso l'idea che il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni e delle persone impegnate per la pace e la nonviolenza.

Cerimonie semplici e silenziose, di cordoglio sincero, di profonda austerita' e di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani. Di solidarieta' dell'umanita' intera contro la violenza e la morte. Di opposizione alla guerra e ai suoi apparati.

Un 4 novembre che nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro tutte le violenze e contro tutti gli strumenti di morte.

Un 4 novembre che non deve piu' essere strumentalizzato dai comandi militari che con il loro lavorare per la guerra e inneggiare alla guerra irridono oscenamente le vittime delle guerre; ma divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di guerre, affinche' mai piu' si facciano guerre.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

7. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproduciamo un estratto da un nostro comunicato di un anno fa. E' nostra intenzione riproporre ed estendere quest'anno l'iniziativa del 4 novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli eserciti]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

1. Il 4 novembre e' un giorno di lutto, e nelle vicende umane anche l'elaborazione del lutto per coloro che non solo piu' conta. E conta altresi' il ricordo di coloro cui e' stata tolta la vita con la violenza. Non ricordarli sarebbe come volerli cancellare, quasi ucciderli una seconda volta.

Chi defini' la prima guerra mondiale con la formula lapidaria "inutile strage" colse un punto decisivo: fu una orribile strage; e - di contro alle retoriche dei potenti che mandarono al macello tanta povera gente - non ebbe alcuna ammissibile utilita', poiche' le stragi non sono mai utili (se non al trionfo del male ed alla sofferenza dell'umanita'), sono stragi e basta, e tutti quelli che pensano che si possa costruire qualcosa dando ad altri la morte commettono uno sciaguratissimo e infame errore di ragionamento, oltre che un abominio morale, che li rende promotori o complici del piu' orrendo dei crimini.

La memoria delle vittime e' uno degli elementi su cui e con cui costruire l'impegno per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani (sulla memoria delle vittime ed anche sui possibili rischi di un uso distorto e strumentale di essa ha scritto pagine indimenticabili Tzvetan Todorov, ad esempio in Memoria del male, tentazione del bene).

2. Ebbene, la ricorrenza del 4 novembre, fine della prima guerra modiale (per l'Italia), e' stata fin qui strumentalizzata proprio dai poteri militari, che in questa giornata, loro si', "festeggiano" le forze armate, cioe' scherniscono quei poveri morti che loro stessi comandi militari hanno fatto morire. Lo troviamo ripugnante.

3. Sic stantibus rebus, non convincono le iniziative subalterne, e non convince il lasciar stare, il far finta di niente. Cosicche' abbiamo pensato (anche sulla base di esperienze del passato) che il 4 novembre non debba essere lasciato come irridente e iniquo monopolio delle gerarchie militari e di quella retorica pseudopatriottica che il dottor Johnson qualche secolo fa definiva "l'ultimo rifugio delle canaglie"; non debba essere lasciato alle loro menzogne ed alla loro propaganda necrofila.

4. di qui la proposta: in quella data le persone e le istituzioni amanti della pace e fedeli al diritto internazionale e alla legalita' costituzionale non permettano che prevalga la sciagurata finzione che la guerra sia bella e che le vittime debbano essere contente di essere state trucidate, ma oppongano alla menzogna la verita', e all'ipocrisia la pieta'.

In quella data si ricordino le vittime per affermare che la guerra, del cui orrore la loro morte testimonia, ebbene, la guerra e' un crimine che mai piu' deve darsi.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

8. UN ESPOSTO CONTRO LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA IN CORSO IN IRAQ

[Riportiamo il testo dell'esposto presentato ieri dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo alle competenti magistrature e ad altri soggetti istituzionali]

 

Esposto sulla violazione della Costituzione della Repubblica Italiana costituita dalla partecipazione militare italiana alla guerra in corso in Iraq e alla illegittima, criminale e criminogena occupazione militare dell'Iraq da parte di potenze straniere li' insediatesi attraverso la commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita'.

Il sottocritto responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, espone quanto segue:

1. In Iraq l'Italia sta prendendo parte con proprie forze militari ad una guerra: una guerra di occupazione coloniale; una guerra che ogni giorno provoca nuove vittime.

Il fatto che tale guerra di occupazione coloniale e razzista si svolga proprio in uno dei luoghi ove e' sorta la civilta' umana, la terra tra il Tigri e l'Eufrate, manifesta con ancora maggior evidenza la barbarie di tale aggressione.

2. Che in Iraq vi sia uno stato di guerra ed una illegale, criminale e criminogena occupazione miltare da parte di potenze straniere che hanno aggredito e occupato quello stato al di fuori di ogni norma giuridica ed anzi in aperta violazione del diritto internazionale, ed attraverso la commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita', e' del tutto palese.

Il fatto che in quello stato precedentemente fosse al potere un feroce criminale regime totalitario e stragista non giustitfica in alcun modo la commissione di nuovi eccidi e l'imposizione di un regime di occupazione coloniale.

La popolazione irachena, gia' vittima del sanguinario regime di Saddam Hussein (lungamente sostenuto - e quindi esplicitamente favoreggiato nei suoi crimini - sia politicamente, che economicamente e militarmente, anche dal nostro paese e dagli altri le cui truppe oggi occupano quel paese), delle feroci repressioni e delle orribili guerre degli ultimi decenni (nel corso delle quali sono state usate armi di sterminio di massa che hanno anche enormemente inquinato l'ambiente e provocato gravissime patologie), dello scellerato embargo che per oltre un decennio ha provocato innumerevoli morti e sofferenze, continua a subire sofferenze immani a causa della guerra in corso e dell'attuale occupazione militare straniera, coloniale e razzista.

3. E' indiscutibile che la partecipazione italiana a tale guerra in corso ed a tale attuale illegale e criminale occupazione militare straniera coloniale e razzista viola fragrantemente il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 11 esplicitamente ne fa divieto.

Con il presente esposto si richiede pertanto:

a) alle competenti magistrature: di intervenire per ripristinare la legalita' costituzionale violata, punire i colpevoli di tale crimine, e - conseguenza di grandissimo peso - far si' che i soldati italiani li' dislocati siano immediatamente richiamati in patria, cosi' garantendo la salvezza delle vite loro e altrui attualmente in grave pericolo, ed impedendo altresi' ad essi di rischiare di trovarsi coinvolti nella commissione di crimini di guerra e crimini contro l'umanita';

b) ai poteri esecutivo, legislativo e di garanzia della Costituzione cui il presente esposto e' altresi' inviato per opportuna conoscenza e per quanto di loro specifica competenza: di far cessare immediatamente l'llegale e criminale partecipazione italiana alla guerra e all'occupazione militare coloniale in corso in Iraq; e di mettere a disposizione invece adeguate risorse per un intervento esclusivamente umanitario asolutamente necessario ed urgente in favore della popolazione irachena.

 

9. DALLA PARTE DELLE VITTIME, CONTRO TUTTE LE GUERRE

[Riproduciamo un estratto da un nostro comunicato di un anno fa. E' nostra intenzione riproporre ed estendere quest'anno l'iniziativa del 4 novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli eserciti]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha formulato la proposta che il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni e delle persone impegnate per la pace; la legalita', la democrazia e la nonviolenza.

Cerimonie semplici e silenziose, austere e rispettose del sentire di tutti, di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani.

Di solidarieta' con l'umanita' intera: contro la violenza e la morte; in applicazione non solo del dettato della coscienza illuminata dalla ragione, ma anche dei principi giuridici e morali espressi nella Carta delle Nazioni Unite, nella Costiuzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

E quindi di opposizione nitida ed intransigente all'uccidere, al terrorismo, alle dittature, alla guerra e ai loro strumenti e apparati.

La proposta ha ottenuto gia' apprezzamenti e sostegni significativi; confidiamo che altri apprezzamenti ed altre adesioni si aggiungano di qui a quel giorno. Poi ogni istituzione, associazione, persona, trovera' secondo la sua sensibilita' e il modo di agire ad essa conforme, come appropriatamente manifestare in modo rigorosamente rispettoso di tutti, sobrio, leale, democratico e nonviolento, il suo cordoglio per le vittime, il suo amore per l'umanita' e il suo impegno contro tutte le violenze.

*

Il 4 novembre e' l'anniversario della conclusione per l'Italia della prima guerra mondiale, l'orribile "inutile strage" che fu non solo ecatombe di tanti innocenti, ma altresi' seminagione di nuovo odio e nuove crudelta' che ebbero come esito dittature disumane e una seconda immane conflagrazione mondiale.

Che il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro tutte le violenze e contro tutti gli strumenti e gli apparati di morte.

Questa data non deve piu' essere strumentalizzata dai comandi militari che con il loro festeggiare se stessi e le macchine belliche - potere e apparato inteso ad addestrare a uccidere, a preparare la guerra, ed in guerra ad irrogare la morte ad altri esseri umani - offendono le vittime delle guerre nel modo piu' tragico e osceno.

Questa data deve divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di guerre, e quindi affinche' mai piu' si facciano guerre.

Il 4 novembre non si facciano sciocche esibizioni, gesti inappropriati, strumentalizzazioni provocatorie. Da parte di nessuno. Si abbia rispetto per la memoria delle vittime, si abbia rispetto per il lutto.

*

Il 4 novembre, in silenzio e dignita', le istituzioni democratiche, le associazioni e i movimenti umanitari, le persone di volonta' buona, vadano a meditare in silenzio e a deporre un fiore dinanzi alle lapidi che ricordano coloro che furono assassinati, ne rimemorino i nomi e l'umanita', le vite assurdamente orribilmente estinte, e ci si impegni tutti a contrastare le guerre presenti e future.

E sia infine cancellata la vergogna della macabra festa degli apparati di morte; si affermi il diritto alla vita per l'umanita' intera.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

10. DALLA RELAZIONE CONCLUSIVA DEL CORSO DI EDUCAZIONE ALLA PACE SVOLTOSI PRESSO L'ITIS DI GUBBIO NELL'ANNO SCOLASTICO 2002-2003

[Riportiamo ampi stralci della relazione conclusiva del corso di educazione alla pace svoltosi presso l'Istituto Tecnico Sperimentale di Gubbio nell'anno scolastico 2002-2003]

 

Premessa

1. Perche' facciamo una relazione conclusiva del corso

La relazione e' un punto di arrivo e di partenza, come documentazione e come verifica didattica. E' utile ricordare cio' che e' stato fatto, come testimonianza e come coscienza di una esperienza condivisa.

2. Perche' facciamo una autovalutazione

La relazione e' risultato finale del corso come insieme delle idee di tutti i partecipanti. Poiche' il corso e' stato una esperienza fatta insieme come gruppo e' giusto e logico che anche la relazione sia stata scritta dal gruppo.

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Descrizione del corso

1. Programma e obiettivi

Il corso si e' svolto in otto incontri di studio, di discussione e di esercitazione. L'obiettivo fondamentale e' consistito nel costruire relazioni e conoscenze utili per opporsi alla guerra e costruire la pace.

2. Incontri effettuati ed attivita' svolte

- primo incontro, 6 marzo 2003: presentazione del corso; definizione di nonviolenza; presentazione reciproca; analisi dei motivi della guerra (e della sua retorica); valutazione della giornata col gioco delle iniziali;

- secondo incontro, 13 marzo 2003: gioco del dilemma di Sancho Panza; lettura e commento di Matteo, 4, 1-11; presentazione di Marianella Garcia; discussione su vari temi; valutazione della giornata in tre aggettivi;

- terzo incontro, 20 marzo 2003: brevi note su Auschwitz e Hiroshima; gioco "dove saro' tra vent'anni"; gioco del "cadavere squisito"; riflessione contro l'uccidere; discussione su vari temi.

- quarto incontro, 27 marzo 2003: presentazione di Hannah Arendt, de La banalita' del male, dell'esperienza della Resistenza nonviolenta in Danimarca; giro di riflessione su varie personalita' impegnate per la pace; come si fa un discorso; presentazione di don Lorenzo Milani ed inizio della lettura de L'obbedienza non e' piu' una virtu';

- quinto incontro, 3 aprile 2003: lettura e commento di Ernesto Cardenal, Oracion por Marilyn Monroe; lettura e commento di William Shakespeare, Otello, atto III, scena III; lettura condivisa ad alta voce di versi di Bertolt Brecht;

- sesto incontro, 10 aprile 2003: discussione sul credito formativo come esercitazione al metodo del consenso; lettura di alcuni testi di Ernesto Balducci; illustrazione del Don Giovanni in Tirso de Molina, Moliere, Da Ponte-Mozart;

- settimo incontro, 24 aprile 2003: diffusione di riviste e cataloghi di libri; lettura e commento di alcune epigrafi di Piero Calamandrei; lettura e commento di alcune lettere di condannati a morte della Resistenza; approvazione del modulo per il credito formativo; discussione sul corso in vista della relazione conclusiva;

- ottavo incontro, 8 maggio 2002: stesura ed approvazione della relazione conclusiva; commiato.

In ogni incontro dal primo al settimo sono stati anche diffusi (e brevemente presentati) vari materiali di studio.

3. Il metodo di lavoro adottato

Il rispetto reciproco tra le persone, il lavoro di gruppo, esposizione e discussione di opinioni, disponibilita' di materiale, letture, esercitazioni.

4. Dati statistici (...)

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Giudizio sul corso

1. Giudizio sulla utilita' e qualita' del corso

Il corso e' stato indubbiamente utile e notevole sia per i contenuti che per il metodo di lavoro.

2. Giudizio sulle conoscenze ricavate

Il corso ha permesso un ampliamento delle conoscenze sui temi trattati e sulle tecniche utilizzate.

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Attribuzione del credito formativo

1. Criteri per l'attribuzione (...).

2. Partecipanti cui viene attribuito il credito formativo (...).

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Osservazioni e proposte

1. Cose negative del corso

Iniziato troppo tardi, c'e' stato un calo delle presenze.

2. Cose che sono mancate

Alcuni argomenti non sono stati affrontati per scarsita' di tempo ed anche perche' su altri argomenti c'era piu' interesse ad approfondirli.

3. Cose particolarmente apprezzate

Letture, scrittura di poesie, riflessione sulla voce e il discorso, approfondimenti storici, la sincerita' nelle riflessioni e nella discussione.

4. Se i risultati del corso corrispondano alle aspettative che si avevano

I risultati del corso corrispondono abbondantemente alle aspettative.

5. Se sia bene riproporre questa esperienza in futuro

Sicuramente si'.

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La nostra opinione sulla pace al termine del corso

La pace e' una condizione fondamentale per gli esseri umani, con la pace si puo' combattere l'ignoranza, il menefreghismo, le ingiustizie; e si puo' migliorare il rispetto reciproco tra gli individui e i popoli, e favorire l'incontro e la solidarieta'.

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Ringraziamenti

Alla scuola e al personale. Un ringraziamento particolare alla professoressa Laura Zampagli che ha promosso questa iniziativa, e al gruppo "pacifista "Gubbio per la pace" che ha dato il via al corso.

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Appendice 1: estratto dal programma originario del corso

Progetto di corso di educazione alla pace rivolto a studenti e insegnanti delle scuole medie superiori di Gubbio ed aperto a tutti gli uditori interessati, articolato in 12 incontri, di cui 10 incontri di studio ed esercitazioni, e due incontri di verifica e di autovalutazione, da svolgersi con cadenza settimanale nell'anno scolastico 2002-2003.

*

Parte prima: premessa

Quando parliamo di pace di cosa stiamo parlando?

La risposta non e' semplice, ed il corso che qui si propone intende rendere consapevoli della complessita' e delle difficolta' del concetto di pace, ed a maggior ragione della difficolta' di costruire la pace.

Se la pace e' cosa complessa e difficile ed insieme un impegno necessario ed urgente, l'educazione alla pace e' anch'essa tutt'altro che un semplice apprendere le buone maniere, o un elenco di banali precetti di buona condotta. L'educazione alla pace e' un impegno anch'esso insieme complesso, difficile e urgente. Ma e' altresi' un tema su cui ancora poca chiarezza vi e' tra gli stessi studiosi che da decenni se ne occupano in modo approfondito. Studiosi diversi e ugualmente autorevoli ne danno definizioni diverse e fin contraddittorie, e la confusione che vi e' intorno al suo stesso statuto e' ovviamente ancora piu' grande quanto ai metodi, ai curricoli, alle forme di organizzazione e valutazione.

Noi qui ci limitiamo a rilevare: a) che occorre formare alla pace, e che la scuola pubblica in quanto principale agenzia formativa della nostra societa' e del nostro ordinamento giuridico deve assumere tale impegno; b) che l'educazione alla pace non deve essere ne' "una materia in piu'", ne' un rozzo e precario collegamento trasversale tra le discipline curricolari, ma un approccio diverso e ulteriore e soprattutto - a questo stadio della riflessione e della pratica - un appello e una sperimentazione, che diversamente connetta i campi del sapere sussumendoli a un criterio e un impegno precisi, e proponga pertanto scelte metodologiche e percorsi di ricerca suoi propri.

La presente proposta di corso di educazione alla pace, valorizzando l'opportunita' data dai Piani dell'Offerta Formativa, intende formulare, sperimentare e verificare un percorso di ricerca (ad un tempo di metodo, di tecniche e di saperi; di relazioni e di contenuti) e di azione formativa atto anche a fornire alla sua conclusione piu' precise indicazioni per l'agire futuro.

*

Parte seconda: programma del corso

1.  Primo incontro: premesse metodologiche ed assiologiche

2. Secondo incontro: l'umanita' dopo Auschwitz

3. Terzo incontro: l'umanita' dopo Hiroshima

4. Quarto incontro: il diritto, la coscienza, la dignita' umana

5. Quinto incontro: economia ed ecologia

6. Sesto incontro: l'etica sul crinale apocalittico

7. Settimo incontro: principio responsabilita' ed azione collettiva

8. Ottavo incontro: la nonviolenza come insieme di ricerche teoretiche e valori morali

9. Nono incontro: la nonviolenza come insieme di tecniche ermeneutiche, deliberative ed operative

10. Decimo incontro: esperienze storiche di azione nonviolenta

11. Undicesimo incontro: autovalutazione del corso e stesura della relazione conclusiva

12. Dodicesimo incontro: discussione ed approvazione della relazione conclusiva

*

Parte terza: proposta di calendario e questioni organizzative (...).

*

Postilla

Il presente progetto e' stato redatto dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo su proposta del movimento pacifista eugubino "Gubbio per la pace".

Il programma potra' avere alcune variazioni se ne verra' posta l'esigenza dai partecipanti e su di esse si trovera' il consenso di tutti coloro che al corso prendono parte. La gestione del corso, infatti, sara' di tipo seminariale, cooperativa e mirante a promuovere la partecipazione attiva di tutti coloro che vi prenderanno parte. (...).

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Appendice 2: alcuni materiali diffusi ai partecipanti al corso

- Guenther Anders, Tesi sull'eta' atomica;

- estratto da Hannah Arendt, La banalita' del male;

- Ingeborg Bachmann, Alle Tage / Tutti i giorni;

- alcuni pensieri di pace di Ernesto Balducci;

- alcune poesie di Bertolt Brecht;

- Piero Calamandrei, Epigrafi per uomini e citta' della Resistenza;

- estratto da Aldo Capitini, La nonviolenza oggi;

- Centro di ricerca per la pace, prima bozza di lavoro per la proposta di legge per la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza;

- Centro di ricerca per la pace, scheda su Giulio Girardi, teoria e prassi nonviolenta della liberazione;

- Centro di ricerca per la pace, scheda su Vittorio Emanuele Giuntella: la Resistenza, la memoria, la nonviolenza;

- Centro di ricerca per la pace, scheda su don Milani e l'educazione alla pace;

- Centro di ricerca per la pace, scheda su Jean-Marie Muller, la nonviolenza e' lotta;

- Centro di ricerca per la pace, scheda su Renate Siebert;

- Centro di ricerca per la pace, scheda su Alessandro Zanotelli, teoria e pratica dell'utopia concreta;

- Centro di ricerca per la pace, scheda su Jean Ziegler;

- Centro di ricerca per la pace, Verso l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri;

- schede estratte da Alberto L'Abate (a cura di), Addestramento alla nonviolenza;

- "La nonviolenza e' in cammino", n. 84 dell'8 gennaio 2001;

- Matteo, 4, 1-11;

- Lorenzo Milani, L'obbedienza non e' piu' una virtu';

- modulo per l'attribuzione del credito formativo;

- programma del corso;

- proposta di canovaccio per la relazione conclusiva del corso;

- proposta di questionario per l'autovalutazione del corso;

- Franco Restaino, Hannah Arendt: "vita activa" e "vita contemplativa";

- Franco Restaino, Simone Weil: impegno e ascesi;

- estratto da Franco Restaino, Adriana Cavarero (a cura di), Le filosofie femministe;

- alcune poesie di Nelly Sachs;

- estratto da Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta;

- Peppe Sini, Contro la guerra, la nonviolenza;

- Peppe Sini, La nonviolenza contro la guerra;

- Peppe Sini, Per una definizione del concetto di nonviolenza;

- Peppe Sini, Per una riflessione sulla Shoah (serie di schede biobibliografiche);

- alcune poesie di Wislawa Szymborska;

- estratto da Chiara Zamboni, La filosofia donna.

Durante gli incontri del corso sono stati inoltre diffusi cataloghi di libri, copie di riviste, inviti a convegni, segnalazioni di corsi universitari, indirizzi di siti utili nella rete telematica, ed altri materiali ancora concernenti iniziative di studio ed operative di pace, di solidarieta', per i diritti umani.

*

Appendice 3: poesie scritte collettivamente durante il corso col metodo del "cadavere squisito"

 

Impossibile portare pace con una guerra.

Ogni suono una melodia, ogni nuvola una poesia

prima che sia buio, parlami ancora.

Ignoranza popolare: la fortuna del potere.

*

Non si sa ancora cosa sia giusto o sbagliato,

ma qual e' il vero e grande significato dell'amore?

L'azzurro e il verde si mescolano l'uno all'altro nel luminoso mezzogiorno

senti come e' pura l'aria

come e' lieve il vento

come profuma questo fiore...

questo e' il fiore della pace.

*

"Amore" una parola piccola ma con un significato immenso.

L'amore e' una parola bella come la pace ma difficile da costruire

contro le armi, le violenze, le ingiustizie

la felicita' di vivere e' tanta, la paura di morire e' infinita.

*

Muoviti ragazzo ma non aspettare

ma soggettivamente agiamo tutti per convenienza

che strano scherzo la vita!

Prima ti fa sognare e poi ti impedisce il loro realizzamento.

La luce gialla confonde la percezione dei limiti del mio spazio.

*

Apro gli occhi e vivo, apro il cuore e amo.

Avevano fame di pace e di luce

il morire non spaventa, spaventa il modo in cui lo si fa.

Una parola per dedicarsi, una poesia per amarti.

*

La tranquillita' di un immenso prato verde che circonda un lago azzurro

aiuta la tua vita ad essere in pace con gli altri

senza mai preoccuparci abbastanza se cio' che facciamo

sia giusto o sbagliato.

I sogni sono come le stelle, bisogna faticare molto

per far si' che vengano raggiunti.

*

Amore, che dolce e semplice parola che e' l'amore:

il calore di un fuoco che arde in una notte senza luna

tu americano cosa stai facendo, distruggi il mondo?

Questa e' e sara' sempre la causa della nostra autodistruzione.

*

Scegliere la strada della nonviolenza, significa

e' bello che una persona possa darti tanto con il solo fatto di esistere

e' difficile parlare d'amore quando intorno a noi c'e' solo odio

utilizzando, come arma, l'intelletto e la parola.

*

La pace e' ovunque, basta cercarla e crederci.

Scegliere di lottare coraggiosamente

i "colori" della pace sono i colori che riempono il mio cuore

l'odio, e' una parola brutta ma facile da distruggere.

*

Sotto una pioggia di fuoco

potere e denaro, la rovina del mondo.

Ogni brezza una carezza, ogni raggio di sole una speranza

veniva l'alba, ricominciava il cammino.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 157 del 3 aprile 2013

 

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