Archivi. 135



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 135 del 12 marzo 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di dicembre 2012 (parte quarta)

2. All'unanimita' la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati vota per la revoca del decreto avvelenatore

3. Il Governo rispetti la volonta' del Parlamento. Sia immediatamente revocato lo schema di decreto avvelenatore

4. L'associazione "Respirare" solidale con la lotta del Comitato rifiuti zero di Fiumicino e con la lotta del Comitato Fuoripista

5. Al Responsabile per la Direttiva 98/34 della Commissione Europea. Comunicazione urgente e diffida

6. Associazione "Respirare": Osservazioni per il rigetto dello schema di decreto che consentirebbe la presenza nell'acqua potabile di microcistine cancerogene

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2012 (PARTE QUARTA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2012.

 

2. ALL'UNANIMITA' LA COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI VOTA PER LA REVOCA DEL DECRETO AVVELENATORE

 

Nella seduta del 13 dicembre 2012 la XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati ha votato all'unanimita' la risoluzione che chiede la revoca dello schema di decreto interministeriale che illecitamente ed insensatamente avrebbe consentito di fatto di erogare come potabile acqua in realta' contaminata da sostanze tossiche e cancerogene.

Si allega il testo integrale della risoluzione deliberata all'unanimita'.

Essendo il nostro ordinamento istituzionale fondato sulla divisione dei poteri, ed essendo in esso il Parlamento l'organo legislativo, cioe' che fa le leggi, e' evidente - sia sotto il profilo logico e morale, sia sotto il profilo della correttezza metodologica ed istituzionale - che il famigerato schema di decreto predisposto dai Ministeri dell'Ambiente e della Salute deve ora essere immediatamente revocato, poiche' all'unanimita' i rappresentanti del Parlamento nella XII Commissione della Camera dei Deputati lo hanno respinto.

E' una vittoria della verita', della democrazia, del diritto.

E' una vittoria dell'impegno per la salute e l'ambiente.

E' una vittoria dell'intelligenza e della dignita' umana.

dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)

Viterbo, 13 dicembre 2012

Per comunicazioni: tel. 3383810091, 0761559413, fax: 0761559126, e-mail: isde.viterbo at gmail.com

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Allegato: il testo integrale della Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012

Risoluzione in Commissione

La XII Commissione,

premesso che:

l'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment), di cui la dottoressa Antonella Litta e' referente per Viterbo, ha inviato un articolato documento al responsabile per la direttiva 98/34 della Commissione europea, e per conoscenza al commissario europeo all'ambiente, al commissario europeo alla salute, al presidente della Commissione europea; di detto documento sono stati messi a conoscenza anche il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, i presidenti delle Commissioni "Igiene e sanita'" e "Territorio, ambiente, beni ambientali" del Senato della Repubblica; i presidenti delle Commissioni "Ambiente, territorio e lavori pubblici" e "Affari sociali" della Camera dei deputati; il presidente della Commissione "Ambiente, sanita' pubblica e sicurezza alimentare" del Parlamento europeo;

il citato documento contiene "osservazioni in opposizione allo schema di decreto interministeriale che propone l'introduzione di alcune modifiche al decreto legislativo n. 31 del 2001 relativamente ai requisiti di potabilita' (notification number 2012/0534/I - C50A, title "schema di decreto interministeriale per l'introduzione nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro microcistina - LR e relativo valore di parametro"), affinche' esso sia rigettato sia per palese illegittimita' in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia per palese inammissibilita', in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e le inequivocabili indicazioni dello Iarc, dell'Oms e dell'Usepa, e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione";

lo schema di decreto in questione, costituito da due articoli, stabilisce che nella tabella presente nell'allegato I, parametri e valori di parametro, parte B, parametri chimici, del decreto legislativo n. 31 del 2001 con cui l'Italia ha recepito nel proprio ordinamento la direttiva 98/83/CE, e' aggiunta una riga concernente la voce microcistina-LR e, nella tabella note, e' aggiunta la nota 12 che fornisce istruzioni relative alla determinazione del contenuto di tale tossina;

lo schema di decreto sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione imprese e industrie dell'Unione europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto e interesse primario sanitario e non industriale, in quanto e' riferito alla totalita' della popolazione nazionale utente di un servizio;

l'approvazione del decreto renderebbe de facto lecita l'erogazione di acque destinate a consumo umano anche in presenza di contaminazione da cianobatteri e loro microcistine, violando l'articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana che "tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita'"; esso si pone peraltro in aperto contrasto con la necessita' di combattere ogni forma di inquinamento e degrado delle acque, anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita' delle acque previsti per l'anno 2015;

le indicazioni delle maggiori agenzie internazionali, europee ed italiane di protezione dell'ambiente e della salute evidenziano il pericolo per la salute umana determinato dalla presenza di cianobatteri nelle acque, e cio' anche in considerazione:

a) della complessita' biologica e, in parte ancora sconosciuta, potenzialita' tossica dei cianobatteri;

b) della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni climatiche ed ambientali;

c) delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e vari tipi di microcistine da essi prodotte;

d) delle attivita' tossiche e/o cancerogene di svariati elementi contaminanti ed inquinanti le acque, tra cui le microcistine, che possono esplicarsi con molteplici e ancora sconosciuti meccanismi di interazione ed amplificazione indicati come "effetto cocktail", diversi da quello della sola e semplice sommatoria delle loro singole azioni;

sono da tempo documentate le croniche difficolta' del nostro Paese ad assicurare una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che presentano queste criticita' e la mancanza di un reale e diffuso sistema di sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni: valga ad esempio il caso del lago di Vico, affetto da tempo da un gravissimo processo di eutrofizzazione e da sempre piu' frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre, classificata dalla Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come cancerogeno di classe 2 b;

nella relazione tecnica che costituisce parte integrante e sostanziale delle citate osservazioni, si presentano esaurientemente gli inconfutabili dati, le evidenze scientifiche e la vastissima bibliografia a sostegno delle osservazioni medesime; ne discende, ad avviso dei firmatari del presente atto, che per le ragioni scientifiche esposte lo schema di decreto interministeriale de quo andrebbe ritirato;

ulteriori osservazioni sono formulabili altresi' in ordine al metodo con cui l'atto e' stato predisposto ed avviato nel suo iter procedimentale; ed in tale ambito si evidenzia che: a) a giudizio degli interroganti le proposte di emendamento delle leggi nazionali possono riguardare l'adozione di termini piu' stringenti, in ossequio al principio europeo di prevenzione, non termini piu' laschi; questo schema di decreto ammette invece ed effettualmente favorisce la presenza di una classe di tossici ora non prevista ne' tollerata dalla legge europea e italiana; b) il testo della proposta sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione imprese e industrie dell'Unione europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto ed interesse primario sanitario e non industriale, in quanto riguardante la totalita' della popolazione nazionale utente di un servizio fondamentale per la qualita' della vita, come la fornitura di acqua potabile; c) l'iter seguito si e' quindi fin qui caratterizzato per aver effettualmente sostanzialmente eluso fin dall'origine indispensabili ed adeguati criteri, controlli e procedure; d) dal testo stesso della scheda di presentazione presente nel sito della Commissione imprese e industrie dell'Unione europea peraltro si evince come l'atto sia presentato in modo che appare a dir poco carente e pertanto come esso sia viziato per ragioni tanto di merito quanto di metodo, tanto sostanziali quanto formali; e) vi si legge che "esso non e' una misura sanitaria o fitosanitaria", mentre e' di assoluta evidenza che se approvato esso avrebbe una notevole ed assai negativa rilevanza sanitaria; f) analoga sottolineatura merita l'esplicita ammissione che "L'analisi di impatto non e' disponibile al momento della notifica", e basterebbe questo solo dato a motivare il rigetto dello schema di decreto; g) il decreto, nel suo esito che effettualmente consente e favorisce l'erogazione per consumo umano di acqua contaminata, si pone in aperto contrasto con la necessita' di contrastare ogni forma di inquinamento e degrado delle acque anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita' delle acque previsti per l'anno 2015; h) ne discende che non solo per le ragioni giuridiche e scientifiche esposte, ma anche per ragioni di metodo, procedimentali, deontologiche, di congruita' e coerenza, lo schema di decreto interministeriale de quo andrebbe ritirato;

alla luce delle suddette osservazioni si ribadisce che, in relazione allo schema di decreto interministeriale citato, dovrebbe esservi un ripensamento sia in quanto esso appare in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia in quanto risulta in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione;

impegna il Governo:

in ordine alle questioni tematiche poste da una situazione oggettivamente inquietante per la tutela della salute della popolazione ad adottare urgentemente tutte le iniziative necessarie affinche' il decreto legislativo n. 31 del 2001, che ha recepito la direttiva europea 98/83 per quanto riguarda la potabilita' delle acque destinate a consumo umano, non venga modificato con l'introduzione di nuovi valori di parametro per sostanze cancerogene evitabili per le quali, come noto, non esistono soglie di sicurezza;

a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale.

Presentatori: Bucchino, Farina Coscioni, Miotto, Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Argentin, Bossa, Burtone, D'Incecco, Grassi, Lenzi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini, Livia Turco.

Approvata all'unanimita' nella seduta del 13 dicembre 2012

 

3. IL GOVERNO RISPETTI LA VOLONTA' DEL PARLAMENTO. SIA IMMEDIATAMENTE REVOCATO LO SCHEMA DI DECRETO AVVELENATORE

 

Il Governo rispetti la volonta' del Parlamento cosi' come espressa col voto unanime della XII Commissione "Affari sociali" nella seduta del 13 dicembre 2012.

All'unanimita' infatti la Commissione Parlamentare ha votato la risoluzione che conclude impegnando il Governo "a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale".

Il voto unanime della Commissione Parlamentare e' rappresentativo della posizione dell'intero Parlamento.

Il governo rispetti questa unanime volonta' ed esegua dunque quanto disposto dalla risoluzione, ovvero revochi immediatamente il famigerato schema di decreto che illecitamente ed insensatamente avrebbe consentito di fatto di erogare come potabile acqua in realta' contaminata da sostanze tossiche e cancerogene.

Il governo rispetti ed esegua la deliberazione parlamentare (ovvero dell'organo cui appartiene il potere legislativo nel nostro ordinamento istituzionale democratico, che e' uno stato di diritto fondato sulla divisione dei poteri e sulla sovranita' popolare).

Il governo rispetti il diritto della popolazione di non essere avvelenata.

Sia immediatamente revocato l'illegale e insensato schema di decreto avvelenatore.

Il Comitato di Viterbo in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 14 dicembre 2012

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Il "Comitato di Viterbo in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti" ha promosso e guidato dal 2007 la vittoriosa mobilitazione popolare che ha difeso la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria dalla minaccia di una illegale ed irreversibile devastazione. Il comitato e' animato da alcune delle piu' stimate personalita' dell'impegno morale e civile nell'Alto Lazio, come il professor Osvaldo Ercoli; tra i suoi fondatori anche il compianto Alfio Pannega (1925-2010), luminoso maestro di dignita', simbolo indimenticabile della Viterbo popolare, antifascista e solidale. Per informazioni e contatti: c/o Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: info at coipiediperterra.org

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Per ogni ulteriore informazione e per tutta la documentazione relativa all'illegale e insensato schema di decreto avvelenatore e all'iniziativa per la sua doverosa revoca si puo' contattare la dottoressa Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia): tel. 3383810091, 0761559413, fax: 0761559126, e-mail: isde.viterbo at gmail.com

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Allegato primo: Dieci inconfutabili ragioni per la revoca dello schema di decreto avvelenatore (...)

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Allegato secondo: Testo integrale della Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012 (...)

 

4. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" SOLIDALE CON LA LOTTA DEL COMITATO RIFIUTI ZERO DI FIUMICINO E CON LA LOTTA DEL COMITATO FUORIPISTA

 

L'inquinamento e la devastazione della biosfera costituiscono oggi una minaccia estrema per l'intera umanita'.

Il diritto alla vita e alla salute e' il fondamento stesso di tutti gli altri diritti umani.

Difendere ambiente, vita e salute e' un solo e medesimo impegno che incombe a tutte le persone di volonta' buona e di retto sentire.

Opporsi alla violenza che aggredisce, deteriora e distrugge natura ed esseri umani e' il primo dovere di ogni persona decente.

Cosi' come occorre opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni, occorre opporsi all'ecocidio.

Cosi' come occorre difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, occorre difendere la natura vivente, di cui l'umanita' e' parte e che e' altresi' la casa comune dell'umanita' intera.

Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con l'affermazione della legalita' e della democrazia, si puo' e si deve difendere ambiente e salute. Si puo' e si deve contrastare ogni decisione ed azione scellerata e dissennata che avvelena l'ambiente, che rapina ed estingue la salute, che umilia e denega i diritti di tutti, il bene comune.

L'associazione "Respirare" e' pertanto solidale con la lotta del Comitato rifiuti zero di Fiumicino in difesa dell'ambiente e del diritto alla salute.

E per le medesime ragioni e' solidale con la lotta del Comitato Fuoripista contro l'ampliamento del sedime aeroportuale di Fiumicino.

L'associazione "Respirare"

Viterbo, 14 dicembre 2012

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

5. AL RESPONSABILE PER LA DIRETTIVA 98/34 DELLA COMMISSIONE EUROPEA. COMUNICAZIONE URGENTE E DIFFIDA

 

Al Responsabile per la Direttiva 98/34 della Commissione Europea

e per opportuna conoscenza:

al Commissario Europeo alle Imprese e all'Industria

al Commissario Europeo all'Ambiente

al Commissario Europeo alla Salute

al Presidente della Commissione Europea

al Ministro dell'Ambiente

al Ministro della Salute

al Ministro dell'Economia

al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali

al Ministro dello Sviluppo economico

al Ministro per la Coesione territoriale

al Ministro per gli Affari europei

al Presidente del Consiglio dei Ministri

ai Presidenti delle Commissioni "Igiene e sanita'" e "Territorio, ambiente, beni ambientali" del Senato della Repubblica

ai Presidenti delle Commissioni "Ambiente, territorio e lavori pubblici" e "Affari sociali" della Camera dei Deputati

al Presidente della Commissione "Ambiente, sanita' pubblica e sicurezza alimentare" del Parlamento Europeo

Oggetto: Comunicazione della Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012, da cui consegue a fortiori il dovere di rigetto dello schema di decreto interministeriale da parte della Commissione Europea. Conseguente reiterazione della richiesta di rigetto dello schema di decreto, e relativa diffida.

Egregio Responsabile per la Direttiva 98/34 della Commissione Europea,

gentili signori Commissari, Ministri, Presidenti,

vi comunico che in data 13 dicembre 2012 con voto unanime la XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano ha deliberato che il Governo revochi lo schema di decreto interministeriale a suo tempo inviato e attualmente ancora all'attenzione della Commissione Europea (notification number 2012/0534/I - C50A, title "Schema di decreto interministeriale per l'introduzione, nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro Microcistina-LR e relativo valore di parametro").

Il voto unanime della competente Commissione Parlamentare e' effettualmente dirimente in punto di metodo e in punto di diritto: ne discende che il Governo italiano ed i Ministri di esso membri non hanno piu' alcun titolo deontologico ne' alcuna implicita delega funzionale a persistere nella richiesta di assenso preliminare della Commissione Europea a quell'illegale ed inammissibile schema di decreto; anzi hanno ormai l'obbligo politico, etico e metodologico di revocarlo essi stessi, per la revoca essendosi espresso inequivocabilmente con voto unanime un organo parlamentare come la Commissione della Camera dei Deputati competente ad hoc, ed essendo l'Italia uno stato di diritto e una democrazia rappresentativa in cui il potere legislativo e' nelle mani del Parlamento e non dell'Esecutivo.

Peraltro era gia' stato a piu' riprese evidenziato - sia dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)", sia dal "Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua", sia dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" e da altre associazioni che hanno presentato una cospicua mole di Osservazioni, cosi' come da illustri giuristi e scienziati, e da numerosi parlamentari italiani ed europei ed altri rappresentanti istituzionali ancora - che quello schema di decreto e' palesemente illegale ed inammissibile in quanto se approvato consentirebbe di erogare come potabile acqua contaminata da sostanze tossiche e cancerogene.

L'autorevole ed unanime pronunciamento della Commissione parlamentare, fondato su una documentazione esauriente ed incontrovertibile riassunta nella dettagliata premessa illustrativa ed argomentativa della Risoluzione medesima (che in calce integralmente si trascrive e che costituisce parte integrante della presente comunicazione), ha un valore stringente e definitivo.

Ergo quello schema di decreto anche per questo ultimo e dirimente motivo si configura de facto nonche' de jure come atto del tutto inammissibile e pertanto da rigettarsi.

Per tutto quanto precede si chiede quindi l'immediato rigetto del citato schema di decreto interministeriale.

Si allega in calce il testo integrale della Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012.

La presente comunicazione urgente vale anche come diffida, scilicet come invito al rispetto piu' rigoroso delle norme, delle procedure, della deontologia, della verita' effettuale e degli inalienabili diritti della popolazione che quello schema di decreto avrebbe gravemente e scandalosamente leso; atque come preannuncio di iniziative legali in tutte le sedi competenti qualora si verificassero violazioni o omissioni atte a consentire ovvero favoreggiare un'iniziativa flagrantemente illecita ed inammissibile.

Certo dell'immediato recepimento di tale comunicazione, e quindi del conseguente necessario rigetto dello schema di decreto de quo, vogliate gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro.

Peppe Sini

responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 14 dicembre 2012

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Allegato: testo integrale della Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012 (...)

 

6. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": OSSERVAZIONI PER IL RIGETTO DELLO SCHEMA DI DECRETO CHE CONSENTIREBBE LA PRESENZA NELL'ACQUA POTABILE DI MICROCISTINE CANCEROGENE

 

Al Responsabile per la Direttiva 98/34 della Commissione Europea

e per opportuna conoscenza:

al Commissario Europeo all'Ambiente

al Commissario Europeo alle Imprese e all'Industria

al Commissario Europeo alla Salute

al Presidente della Commissione Europea

al Ministro dell'Ambiente

al Ministro della Salute

Oggetto: Osservazioni per il rigetto dello schema di decreto interministeriale attualmente all'esame della Commissione Europea identificato con notification number 2012/0534/I - C50A, title "schema di decreto interministeriale per l'introduzione nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro microcistina - LR e relativo valore di parametro"; schema di decreto che se approvato consentirebbe la presenza nell'acqua potabile di microcistine cancerogene.

Le seguenti Osservazioni sono dedicate alla memoria di Rachel Carson, Laura Conti, Luce Fabbri, Hans Jonas, Ivan Illich ed Alexander Langer

Gentili signori,

vi inviamo le seguenti Osservazioni intese a richiedere e motivare il rigetto dello schema di decreto interministeriale attualmente all'esame della Commissione Europea identificato con notification number 2012/0534/I - C50A, title "schema di decreto interministeriale per l'introduzione nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro microcistina - LR e relativo valore di parametro".

I. Sul piano sanitario

Lo schema di decreto interministeriale avrebbe conseguenze semplicemente criminali e disastrose per la salute delle persone, poiche' se approvato consentirebbe di erogare come potabile acqua contaminata da sostanze tossiche e cancerogene, come ha rilevato per prima la prestigiosa Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) alle cui Osservazioni depositate in data 20 novembre 2012 qui si rinvia.

II. Sul piano scientifico

Lo schema di decreto interministeriale e' in flagrante contrasto con l'evidenza scientifica: "... E' acclarata senza possibilita' di equivoco la gravita' del problema dell'eutrofizzazione e il pericolo per la salute umana determinato della presenza di cianobatteri e microcistine in corpi idrici utilizzati per l'erogazione di acque potabili; e' inoltre acclarata la grande, e in parte ancora sconosciuta, potenzialita' tossica dei cianobatteri; e vi e' chiara nozione della potenziale pericolosita' della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni climatiche ed ambientali; delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e vari tipi di microcistine da essi prodotte; delle documentate e croniche difficolta' in Italia di una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che presentano queste criticita'; della mancanza di un reale e diffuso sistema di sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni su tutto il territorio nazionale italiano; ed infine e soprattutto del documentato e concreto rischio per la salute umana e quindi della necessita' di tutelare e preservare le caratteristiche di qualita' delle acque come disposto dalla Direttiva 98/83; ne consegue che lo schema di decreto interministeriale citato si configura altresi' come atto in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale" (Isde, doc. cit.). Si vedano anche i rilievi dell'illustre scienziato - e docente universitario di Biologia generale, di Fondamenti di Diritto ambientale e di Bioetica - prof. Gianni Tamino nel suo intervento del 10 dicembre 2012.

III. Sul piano giuridico erga omnes

Lo schema di decreto interministeriale stravolge e viola il decreto legislativo 31/2001, come evidenziato da tutti i soggetti intervenuti ed in particolare dalla XII Commissione Permanente della Camera dei Deputati del Parlamento italiano; e viola altresi' il dettato della Costituzione italiana, come ha autorevolissimamente rilevato tra gli altri l'illustre magistrato Ferdinando Imposimato nel suo intervento del 7 dicembre 2012.

IV. Sul piano economico (e del diritto relativo alla produzione, le imprese, il consumo, e la regolazione della concorrenza)

Lo schema di decreto interministeriale ha inoltre gravissime conseguenze sul piano economico ed impatta assai negativamente sul diritto relativo alla produzione, le imprese, il consumo, e la regolazione della concorrenza, come ha rilevato il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che nelle sue Osservazioni depositate l'11 dicembre 2012 testualmente scrive: "lo schema di decreto interministeriale in oggetto va rigettato in quanto da' luogo ad una turbativa nella regolazione della concorrenza e danneggia diritti soggettivi e legittimi interessi sia di imprese ed industrie del settore agricolo ed alimentare, sia dei consumatori dei loro prodotti". Osservazione ripresa anche dal Servizio di consulenza giuridica ed amministrativa dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo che nella sua "Nota di replica all'intervento del rappresentante del Ministero della Salute" del 13 dicembre 2012 conclude che "al Ministro della Salute incombe pertanto il dovere di procedere alla revoca dello schema di decreto essendo esso palesemente contrario alla legge, contrario all'evidenza scientifica, contrario al principio di precauzione, viziato da molteplici carenze ed errori formali, procedurali e sostanziali, e soprattutto e decisivamente essendo di grave nocumento sia ed innanzitutto e dirimentemente per la popolazione in generale, sia anche particolarmente per i produttori agricoli e le imprese alimentari e di ristorazione e per i consumatori dei loro prodotti e servizi, sia infine per il servizio sanitario nazionale (che dovrebbe successivamente farsi carico della cura delle malattie provocate dalla contaminazione delle acque potabili che il decreto consentirebbe)".

V. Sul piano amministrativo

Lo schema di decreto interministeriale oltre ad essere illecito per quanto gia' sopra esposto, e' anche amministrativamente irregolare, inammissibile e finanche irricevibile. Come e' stato rilevato da piu' parti lo schema di decreto de quo ed il procedimento fin qui seguito presentano: a) premesse errate e ingannevoli; b) metodologia inadeguata e procedura insufficiente; c) carenze scandalose; d) vizi di forma e veri e propri falsi. Cfr. in merito: I. Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia), Osservazioni cit., 20 novembre 2012; II. "Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua", Documento e Osservazioni, dicembre 2012 ; III. "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Osservazioni cit., 11 dicembre 2012; IV. Servizio di consulenza giuridica ed amministrativa dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo, Nota di replica cit., 13 dicembre 2012.

Ma la sua inammissibilita' amministrativa e' divenuta flagrante dopo il pronunciamento della XII Commissione Permanente "Affari sociali" della Camera dei Deputati in data 13 dicembre 2012 (di cui al successivo punto XI) che con la Risoluzione deliberata con voto unanime "impegna il Governo... a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale".

VI. Sul piano sociale

Lo schema di decreto interministeriale costituisce altresi' un disastro sociale. Come ha rilevato opportunamente il "Forum italiano dei movimenti per l'acqua" (che raccoglie le centinaia di associazioni e movimenti che nel 2011 promossero il vittorioso referendum in difesa dell'acqua pubblica) nel suo Documento e nelle sue Osservazioni del dicembre 2012 "riteniamo assolutamente irresponsabile intervenire sulla normativa attuale modificandola in modo peggiorativo, inserendo una presunta 'soglia di sicurezza' per una sostanza che, essendo cancerogena, non deve in nessun modo essere presente nell'acqua potabile, nel rispetto dell'art. 4 dello stesso Decreto 31/2001. Nessun vuoto normativo dunque a giustificazione di questo intervento, che deve essere immediatamente ritirato anche per non creare un pericoloso precedente riguardo l'inserimento di sostanze tossiche tra i parametri di potabilita'". Si consideri soltanto questo decisivo dato: le malattie e le morti che l'erogazione come potabile di acqua inquinata da agenti cancerogeni comporterebbe.

VII. Sul piano deontologico

Lo schema di decreto interministeriale confligge totalmente con il Principio di precauzione, che l'Unione Europea si impegna invece a rispettare (e valga in merito, per una fondamentale messa a punto, quanto scrisse Hans Jonas nel suo classico Das Prinzip Verantwortung).

VIII. Sul piano esperienziale

Lo schema di decreto interministeriale e' interno a un orizzonte di interessi e ad un paradigma argomentativo scandalosi e inammissibili: a fronte di un cospicuo e crescente inquinamento, invece di intervenire energicamente a tutela della salute e dell'ambiente, de facto si favoreggia lo status quo consentendo ope legis - ope sceleris, sarebbe invece corretto e doveroso dire - situazioni di effettuale grave danno per la popolazione e il territorio. E valgano gli esempi gravissimi, di cui rechiamo diretta esperienza, della situazione del lago di Vico ed il caso ignobile delle deroghe al D. Lgs. 31/2001 in relazione all'arsenico. Su entrambe le vicende cfr. gli atti processuali raccolti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo ora a disposizione delle parti offese tra cui vari movimenti ambientalisti dell'Alto Lazio; cfr. altresi' l'archivio dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia); item il sito del Comitato acqua potabile di Ronciglione; item l'ampio repertorio di materiali raccolti nei fascicoli 557-631 e passim del notiziario telematico quotidiano "Coi piedi per terra".

IX. Sul piano contestuale e di prospettiva

Lo schema di decreto interministeriale effettualmente contrasta e sabota gli Obiettivi europei di qualita' delle acque per il 2015. Inoltre esso - se fosse sciaguratamente, scelleratamente approvato - consentirebbe il degrado ulteriore dell'ecosistema, avrebbe costi umani terribili, provocherebbe penose sofferenze e costi sanitari enormi, danneggerebbe l'umanita' presente e le generazioni future.

X. Sul piano operativo

Lo schema di decreto interministeriale costituisce un grave danno per la popolazione, una grave violazione dei criteri e delle norme a difesa del diritto alla salute, un atto confliggente con l'evidenza scientifica, i criteri deontologici, la corretta gestione amministrativa. Operativamente esso avrebbe esiti patogeni, corruttivi, polluttori, delittuosi e criminogeni. Ergo, come ha giustamente stabilito la Risoluzione approvata all'unanimita' dalla XII Commissione Permanente della Camera dei Deputati (di cui al punto seguente),  esso deve essere revocato.

XI. Sul piano istituzionale e della democrazia

Lo schema di decreto interministeriale e' tanto illecito quanto antidemocratico. Ed antidemocratico non solo per la violenza e il nocumento che reca alla popolazione; ma ora anche in considerazione di un fatto istituzionale decisivo: ovvero la Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione Permanente "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012, che impegna il Governo a revocarlo.

Recita testualmente la parte dispositiva della Risoluzione citata (repetita iuvant): "impegna il Governo... a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale".

Come e' stato chiosato nella Comunicazione urgente e diffida (in calce allegata) del 14 dicembre 2012: "Il voto unanime della competente Commissione Parlamentare e' effettualmente dirimente in punto di metodo e in punto di diritto: ne discende che il Governo italiano ed i Ministri di esso membri non hanno piu' alcun titolo deontologico ne' alcuna implicita delega funzionale a persistere nella richiesta di assenso preliminare della Commissione Europea a quell'illegale ed inammissibile schema di decreto; anzi hanno ormai l'obbligo politico, etico e metodologico di revocarlo essi stessi, per la revoca essendosi espresso inequivocabilmente con voto unanime un organo parlamentare come la Commissione della Camera dei Deputati competente ad hoc, ed essendo l'Italia uno stato di diritto e una democrazia rappresentativa in cui il potere legislativo e' nelle mani del Parlamento e non dell'Esecutivo".

XII. Et coetera

Per il rigetto ovvero la revoca dello schema di decreto interministeriale segnaliamo altresi' i numerosi altri autorevoli interventi di parlamentari europei ed italiani: al Parlamento Europeo (interrogazioni di Sergio Cofferati e di Niccolo' Rinaldi) e al Senato della Repubblica (interrogazione di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante), che si aggiungono alle interrogazioni e risoluzioni alla Camera dei Deputati (di Ileana Argentin, Lucio Barani, Matteo Beltrandi, Rita Bernardini, Antonio Borghesi, Luisa Bossa, Gino Bucchino, Giovanni Burtone, Maria Antonietta Farina Coscioni, Vittoria D'Incecco, Gerolamo Grassi, Donata Lenzi, Matteo Mecacci, Anna Margherita Miotto, Delia Murer, Antonio Palagiano, Luciana Pedoto, Andrea Sarubbi, Daniela Sbrollini, Livia Turco, Maurizio Turco, Elisabetta Zamparutti).

Segnaliamo infine la vasta bibliografia scientifica che conclude la "Technical relation" allegata alle Osservazioni presentate dall'Associazione italiana medici per l'ambiente il 20 novembre 2012.

XIII. Allegati

A sostegno delle Osservazioni precedentemente esposte in forma sintetica, alleghiamo i seguenti documenti per estratto:

1. Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione Permanente "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012 per la revoca dello schema di decreto interministeriale;

2. Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia): Osservazioni in opposizione allo schema di decreto interministeriale (20 novembre 2012);

3. Forum italiano dei movimenti per l'acqua: Nessuna tolleranza a sostanze tossiche nell'acqua potabile (dicembre 2012);

4. Intervento dell'illustre magistrato Ferdinando Imposimato del 7 dicembre 2012;

5. Intervento del prof. Gianni Tamino del 10 dicembre 2012;

6. Dieci osservazioni del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo per il rigetto dello schema di decreto interministeriale avvelenatore (11 dicembre 2012);

7. Nota di replica all'intervento del rappresentante del Ministero della Salute nella seduta del 12 dicembre 2012 della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati (13 dicembre 2012);

8. Al Responsabile per la Direttiva 98/34 della Commissione Europea. Comunicazione urgente e diffida (14 dicembre 2012).

Restando a disposizione per ogni opportuno approfondimento, vogliate gradire distinti saluti,

l'associazione "Respirare" di Viterbo

Viterbo, 16 dicembre 2012

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

(...)

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 135 del 12 marzo 2013

 

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