Archivi. 125
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- Date: Sat, 2 Mar 2013 08:39:50 +0100 (CET)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 125 del 2 marzo 2013
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di febbraio 2003 (parte terza)
2. Al Prefetto di Pordenone
3. Ripudia la guerra
4. Un'istigazione a non delinquere
5. Fermare la guerra e' possibile
6. Blues del treno della morte
7. Cinque cose da fare subito
8. Un esposto alle Procure di Pisa, Vicenza e Roma
9. Bloccare le armi destinate alla guerra con l'azione diretta nonviolenta
10. Sette criteri per l'azione diretta nonviolenta
11. Denunciare all'autorita' giudiziaria i golpisti e stragisti
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI FEBBRAIO 2003 (PARTE TERZA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di febbraio 2003.
2. AL PREFETTO DI PORDENONE
Egregio signore,
con la presente ci pregiamo di comunicarle che nei prossimi giorni avvieremo una serie di colloqui con le autorita' del Comune di Aviano, della Provincia di Pordenone, della regione Friuli Venezia Giulia, e ci sarebbe grato anche con Lei che costi' rappresenta il governo italiano.
Avremo colloqui anche con altre istituzioni e vari soggetti della societa' civile.
Ed effettueremo dei sopralluoghi sul terreno intorno alla base Usaf di Aviano, come gia' comunicato con lettera al comandante di essa.
* L'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace
Finalita' di questa attivita' comunicativa, ricognitiva e di confronto e dialogo e' l'illustrazione del nostro intendimento di realizzare - qualora la guerra illegale e criminale da settimane minacciata con vieppiu' crescente tracotanza iniziasse - una azione diretta nonviolenta intesa ad impedire che la base militare in oggetto possa essere utilizzata a supporto di essa guerra illegale e criminale; azione diretta nonviolenta con la quale ci ripromettiamo di ostruire lo spazio aereo antistante e sovrastante le piste di decollo degli aerei militari invadendolo con delle "mongolfiere della pace" talche' i bombardieri da essa base non possano decollare.
*
* Le caratteristiche di questa azione diretta nonviolenta
Lei sicuramente conoscera' gia' questa iniziativa poiche' essa fu realizzata con successo (come esplicitamente riconosciuto dalle autorita' locali e particolarmente da quelle preposte alla pubblica sicurezza), sebbene solo per alcune ore, nel 1999 durante la guerra dei Balcani; e sa gia' quali siano le sue caratteristiche:
- rispetto della vita, dell'integrita' e della dignita' di tutti gli esseri umani;
- difesa della legalita' costituzionale e del diritto internazionale;
- assunzione diretta e personale di responsabilita' nel contrastare la guerra e le stragi;
- assoluta trasparenza e lealta' di comportamenti;
- attenersi strettamente ai criteri della nonviolenza: e quindi ripudio di ogni forma di aggressione, di menzogna, di messa in pericolo e di danneggiamento di ogni persona.
* Un "codice di condotta" per l'azione diretta nonviolenta
Lei ricordera' anche come gia' nel 1999 diffondemmo una sorta di "codice di condotta" al quale chiedemmo e nuovamente chiederemo a tutti gli eventuali partecipanti di attenersi senza eccezione alcuna.
Ci permettiamo di riprodurlo qui ancora una volta:
"Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace
I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza.
II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.
III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di questa azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", vale a dire:
a) fare un'azione nonviolenta concreta:
- per impedire il decollo dei bombardieri;
- opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al razzismo;
- chiedere il rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale che proibiscono questa guerra;
b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo' andare incontro (possibilita' di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi.
IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:
- non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa);
- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita');
- dire sempre e solo la verita';
- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina;
- assumersi la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano;
- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui.
Chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' rigorosamente nonviolenta".
Cosi' scrivevamo gia' nel 1999, questa e' la nostra limpida ed intransigente posizione.
* Per la chiarezza
Lei sapra' anche che il nostro "Centro di ricerca per la pace" non ammette posizioni ambigue; che non e' stato corrivo a scellerate iniziative di provocazione che in tempi passati hanno portato altri (e sovente, sciaguratamente, persone investite di pubbliche responsabilita') alla commissione di autentici orrori.
Il nostro "Centro di ricerca per la pace" si attiene strettamente ai principi della nonviolenza.
E Lei sapra' quindi anche, in particolare, che la nostra iniziativa nonviolenta e' intesa a salvare vite umane e a difendere il nostro ordinamento giuridico, la legalita' e la democrazia della e nella Repubblica Italiana, e che quindi nei confronti delle istituzioni democratiche italiane e degli operatori pubblici, e soprattutto di quelli preposti alla difesa delle leggi e alla tutela della sicurezza e dei diritti dei cittadini, il nostro atteggiamento e' del tutto rispettoso e inteso a collaborare al fine di difendere la legalita', e la vita e l'incolumita' delle persone.
Lei sapra' anche, infine, che il nostro atteggiamento nei confronti dello stesso personale della base militare Usaf le cui attivita' di supporto alla guerra intendiamo contrastare e bloccare, e' un atteggiamento ugualmente rispettoso della dignita' e dell'incolumita' di tutti gli esseri umani; il nostro scopo e' unicamente opporci alla guerra, impedire le stragi: vorremmo che tutti i nostri interlocutori fossero serenamente certi di questo.
Lei coglie dunque anche come, a differenza di altri che sovente compiono azioni o pronunciano dichiarazioni irresponsabili e non meditate, noi siamo intransigenti nella scelta della nonviolenza, e non offriamo quindi alcun appiglio ad alcuno per poter mistificare la nostra posizione o per proditoriamente aggredirci.
* Un dovere morale
Certo, siamo consapevoli oggi come lo eravamo nel 1999, che la nostra azione diretta nonviolenta puo' dar luogo ad un'azione penale nei nostri confronti se interpretata come "attentato alla sicurezza dei trasporti", o come "istigazione a delinquere": ma gia' nel 1999 la magistratura decise di archiviare il procedimento avviato a nostro carico, riconoscendo cosi' de jure et de facto che la nostra azione non ha nulla a che vedere con "attentati" o con il "delinquere", ma e' semplicemente atto dovuto di cittadini che vogliono difendere la Costituzione Italiana, come di ogni cittadino italiano e' dovere giuridico; ed e' semplicemente condotta doverosa di esseri umani che vogliono difendere altre vite umane e la stessa civilta' umana, come di ogni essere umano e' dovere morale.
E' naturale che siamo coscienti della possibilita' di subire spiacevoli conseguenze penali per la nostra azione diretta nonviolenta: da amici della nonviolenza accettiamo anch'esse come un dovere: un dovere morale, civile, di testimonianza.
*
Signor Prefetto,
le scriviamo la presente in particolare:
I. per renderla edotta dei motivi, delle finalita' e delle forme di realizzazione della nosta iniziativa;
II. per interloquire con Lei come figura istituzionale autorevolmente rappresentativa;
III. per sottoporre alla sua attenzione alcune riflessioni che a noi sembrano ineludibili nella situazione presente.
Quanto al primo punto sara' sufficiente rinviare ai documenti che le inviamo a parte, e che sicuramente gia' conoscera', e precisamente:
- alla lettera aperta al comandante della base Usaf di Aviano del 12 febbraio 2003;
- alla lettera al sindaco del Comune di Aviano del 18 febbraio 2003;
- agli estratti dalla nostra "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace" del 1999 che abbiamo recentemente piu' volte riprodotto e ridiffuso.
Quanto al secondo punto: e' proprio dell'azione diretta nonviolenta essere condotta nel massimo rispetto dell'incolumita' e della dignita' di tutti gli esseri umani, nella massima responsabilizzazione propria e degli interlocutori e quindi nella massima disponibilita' all'ascolto e all'apertura; nel costante contatto e dialogo, dunque, con tutti gli interlocutori al fine di trovare soluzioni condivise e nonviolente al conflitto.
Pertanto ci teniamo particolarmente ad un rapporto che almeno da parte nostra sia assolutamente corretto e trasparente nei confronti delle istituzioni oltre che delle persone, affinche' non possano essere fraintese le nostre intenzioni e le nostre azioni, ed affinche' si possano trovare quanti piu' punti di convergenza possibile, e quanto agli aspetti dell'iniziativa che restassero non condivisi o che trovassero per varie ragioni un'opposizione, vi sia la possibilita' di una gestione dei rispettivi ruoli, dei rispettivi compiti e delle rispettive azioni che garantisca che il conflitto, anche nella sua acuzie, possa svolgersi nelle forme civili, democratiche e legittime, da persone ragionevoli che si rispettano ed hanno contezza e cura dei diritti umani altrui.
Cosicche' ci terremmo molto a poter interloquire con Lei, che rappresenta localmente il potere esecutivo centrale, al fine di dissipare ogni possibile equivoco e di illustrare con chiarezza il senso, i fini e le forme della nostra azione diretta nonviolenta.
Quanto al terzo punto occorrerebbe svolgere qui un ragionamento assai ampio ed articolato; sara' sufficiente riassumerne i termini essenziali.
* Profili giuridici
a) La Costituzione della Repubblica Italiana all'articolo 11 e' inequivocabile nel ripudiare la guerra, e massime una guerra che ha le caratteristiche della guerra che si va preparando, una guerra che e' quindi evidentemente illegale e criminale. La Costituzione e' la base del nostro ordinamento giuridico; la fedelta' ad essa e' dovere di tutti i cittadini e massime di tutti i pubblici ufficiali.
b) La Carta dell'Onu e' inequivocabile, fin dall'incipit del suo preambolo, nello stabilire che la "ratio" stessa dell'esistenza dell'Onu e' opporsi alla guerra. L'Onu quindi esiste in funzione dell'agire per impedire la guerra, pertanto in nessun caso suoi organi (e quindi anche suoi associati in quanto ne sono membri), sia pur autorevolissimi, possono confliggere con il fondamento stesso che fa esistere e legittima l'Organizzazione delle Nazioni Unite. Rilevar questo equivale a rilevare che sotto il profilo del diritto internazionale, e degli accordi internazionali sottoscritti da quasi tutti gli stati della terra, la guerra che si va preparando e' ancora una volta palesemente illegale e criminale.
c) Legalita' costituzionale italiana e diritto internazionale coincidono quindi nel ripudio della guerra, ed hanno - devono avere - efficacia cogente tanto per le persone quanto per le istituzioni: e' dovere dei popoli come degli stati opporsi alla guerra, guerra che sempre consiste nella commissione di omicidi di massa; guerra che nell'eta' atomica mette in pericolo l'intera civilta' umana.
d) Ne consegue pertanto anche che e' dovere di tutti i pubblici ufficiali italiani opporsi alla guerra come conseguenza del giuramento di fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana. Ne consegue che e' dovere dello Stato italiano opporsi alla guerra nel modo piu' esplicito ed energico.
e) Ne consegue altresi' che chi viola la legalita' costituzionale cui ha giurato fedelta' per questo stesso fatto commette un reato di eccezionale gravita' e deve essere perseguito penalmente.
f) Tanto le comunichiamo anche affinche' Lei stesso valuti se cio' che abbiamo scritto fin qui costituisca, come crediamo, "notitia criminis" (di un crimine, l'avallo alla guerra illegale e criminale, reiteratamente commesso e avallato da autorevolissime figure istituzionali con compiti di governo, di legislatori, di supremo garante della Costituzione) e se sia anche in capo a Lei quale pubblico ufficiale il dovere di procedere a denunciare all'autorita' giudiziaria (come noi abbiamo gia' fatto) quegli appartenenti ad autorevolissimi organi istituzionali che negli ultimi anni e mesi e giorni hanno disatteso il loro mandato e violato la legalita' costituzionale con il loro non essersi opposti alla guerra, ed anzi con il loro effettuale sostegno alla guerra (nella situazione presente specificamente nella forma, fin qui, dell'annunciata disponibilita' a cooperare con gli aggressori ed a mettere a disposizione degli stragisti risorse ed infrastrutture allocate nel territorio italiano).
E fin qui per quanto attiene ai profili piu' squisitamente giuridici.
* Profili civili e morali
Ma vi sono ovviamente anche peculiari profili civili e morali, ovvero politici nel senso in cui di politica si parla ad esempio nell'Etica nicomachea di Aristotele, e nella Critica della ragion pratica di Kant.
Ed al riguardo non si puo' prescindere dalla grande riflessione etica contemporanea: quella articolata ad esempio dalle opere di Simone Weil, di Tzvetan Todorov, di Vandana Shiva, di Rosa Luxemburg, di Primo Levi, di Hans Jonas, di Etty Hillesum, di Mohandas Gandhi, di Ernesto Balducci, di Hannah Arendt, di Guenther Anders; i temi angoscianti e ineludibili della condizione umana nell'eta' atomica; della "banalita' del male"; del crinale apocalittico; del principio responsabilita'.
Si pone ad ogni essere umano il compito di aver cura dell'umanita' intera e del mondo.
Si pone ad ogni essere umano il compito primo di impedire lo scatenamento della guerra che l'intera umanita' puo' annichilire.
Si pone ad ogni essere umano una responsabilita' grande e ineludibile.
* Concludendo
Se ci siamo permessi di evidenziare tutto quanto precede e' perche' riteniamo che fermare la guerra, che l'intera umanita' mette in pericolo, sia compito di tutti gli esseri umani di volonta' buona e di tutte le istituzioni finalizzate alla promozione e tutela della civile convivenza, ovvero del con-vivere, del vivere insieme, del vivere tutti.
*
Signor Prefetto,
siamo certi che la nostra angoscia per l'ora presente dell'umanita' e' anche la sua, e di ogni persona di retto sentire. E che ci accomuni l'auspicio e l'impegno affinche' possa prevalere la pace, e con essa e attraverso essa l'umanita'.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro, e voglia estendere saluti ed auguri ai suoi collaboratori, ai suoi familiari, ai cittadini del territorio in cui esercita il suo alto incarico istituzionale.
Con viva cordialita' e sincera sollecitudine, restiamo in attesa di un cenno di riscontro.
3. RIPUDIA LA GUERRA
La Costituzione italiana fa obbligo di opporsi alla guerra; essa "ripudia la guerra": non si limita a dire di tenersene fuori, di stare a guardare: ordina e dispone di opporsi alla guerra.
Compito quindi di quanti alla Costituzione della Repubblica Italiana hanno giurato fedelta' nell'atto di assumere incarichi pubblici e' di fare quanto in loro potere per impedire la guerra.
Ed invece la Costituzione e' gia' stata nuovamente violata dal governo, da una assai ampia maggioranza del parlamento, dal capo dello Stato, con la scelta scellerata e criminale di collocare il nostro paese (non solo con le dichiarazioni ma anche con specifici e concreti atti, come la concessione dell'uso a fini bellici di basi, risorse e infastrutture italiane e site in Italia) invece che contro la guerra che si va preparando, a favore dell'azione degli aggressori, e quindi a esplicito e inequivocabile sostegno e promozione della guerra.
E questa condotta e' una condotta golpista, che favoreggia la guerra, le stragi di cui la guerra consiste, il terrorismo che la guerra intrinsecamente gia' e', cosi' come quello che essa alimenta.
Siamo dunque inequivocabilmente dinanzi al tradimento della legalita' costituzionale da parte dei governanti del nostro paese, della maggioranza dei componenti l'organo legislativo, del capo dello Stato.
*
E' quindi in capo al popolo italiano il compito di opporsi alla guerra e di difendere la legalita' costituzionale, e con essa la nostra democrazia, e con cio' operare al fine di salvare le innumerevoli vite umane innocenti che la guerra concretamente minaccia.
E per far questo occorre agire; e per agire efficacemente occorre:
a) l'azione diretta nonviolenta che miri a paralizzare l'apparato bellico;
b) la disobbedienza civile di massa che blocchi la catena di comando dei poteri golpisti e stragisti;
c) lo sciopero generale contro la guerra;
d) la denuncia dei golpisti e stragisti alle magistrature competenti affinche' essi siano arrestati, processati, condannati;
e) ma soprattutto e innanzitutto occorre la scelta della nonviolenza, e la formazione alla nonviolenza. Poiche' solo la nonviolenza puo' contrastare la guerra, e impedirla.
4. UN'ISTIGAZIONE A NON DELINQUERE
Del dovere morale e civile di fermare i treni che recano armi per la guerra che si va preparando.
Un'istigazione a non delinquere: ovvero a rispettare la Costituzione, a salvare vite umane, a fermare la macchina bellica con l'azione diretta nonviolenta.
*
E' la Costituzione della Repubblica Italiana che dice ai cittadini italiani: "ripudia la guerra".
E' uno dei suoi principi fondamentali; e' il valore supremo che afferma nell'ambito delle relazioni internazionali: "ripudia la guerra".
Se ad essa Costituzione il governo, il parlamento, il capo dello Stato fossero restati fedeli, se non avessero infranto un solenne giuramento in forza del quale sono legittimati ad esercitare il potere loro attribuito, se non avessero violato la legalita' nella forma piu' flagrante e gravida di sciagurate conseguenze, gli attuali trasporti di materiale bellico in territorio italiano da parte di chi una guerra illegale e criminale scelleratamente prepara ed ha gia' reiteratamente proditoriamente annunciato, ebbene, non avrebbero potuto aver luogo, sarebbero stati proibiti dalle pubbliche autorita' in nome della legge.
*
Quei materiali bellici - se non li si fermera' - di qui a poco saranno utilizzati per commettere crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.
Il loro uso - se non lo si impedira' - provochera' la morte di innumerevoli innocenti.
Il loro transito nel nostro territorio rende l'Italia favoreggiatrice degli stragisti.
Permettere che giungano a destinazione vuol dire rendersi complici della guerra onnicida, vuol dire violare il comando supremo della nostra Costituzione: "ripudia la guerra".
E dunque e' giusto e necessario bloccare con l'azione diretta nonviolenta i treni che recano gli strumenti della morte, le armi delle stragi annunciate.
E dunque e' un atto di fedelta', di rispetto e di inveramento della legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico impedire che le armi efficienti alla guerra illegale e criminale possano giungere a destinazione, possano essere usate, possano colpire i loro viventi umani bersagli.
*
Su quei binari a fermare quei treni che trasportano armi ci dovrebbe essere il capo dello Stato della Costituzione supremo garante, ci dovrebbe essere ogni pubblico ufficiale che alla Costituzione ha giurato fedelta'.
Se loro non ci sono, cio' va a loro infamia.
Ci sono invece dei cittadini italiani che con questa azione diretta nonviolenta si stanno impegnando per salvare delle vite umane, stanno difendendo la dignita' del nostro popolo e la legge fondamentale del nostro paese, stanno obbedendo alla Costituzione, stanno adempiendo a un dovere di legalita' e di umanita'.
Si renda loro onore e li si aiuti.
*
Con queste righe, non potendo oggi essere li' fisicamente, vogliamo dichiarare la nostra persuasa condivisione dell'azione diretta nonviolenta per fermare i carichi di armi destinati alla guerra illegale e criminale. E vogliamo dichiarare che intendiamo condividere le conseguenze che per aver realizzato una rigorosa e doverosa azione diretta nonviolenta ai protagonisti di essa, in quanto si atterranno scrupolosamente ai principi della nonviolenza, deriveranno.
E vogliamo invitare ancora una volta tutti a sostenere ogni azione diretta nonviolenta che nel rigoroso rispetto della incolumita' e della dignita' di ogni essere umano si opponga concretamente, limpidamente e intransigentemente alla macchina bellica, e con cio' sia di adempimento al dovere di salvare delle vite umane in pericolo, sia di adempimento al dovere sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "ripudia la guerra".
5. FERMARE LA GUERRA E' POSSIBILE
Fermare la guerra e' possibile.
Con l'azione diretta nonviolenta, inverando la Costituzione della Repubblica Italiana, possiamo e dobbiamo bloccare l'attivita' operativa e la funzionalita' tattica e strategica di tutte le basi militari americane site nel territorio italiano, possiamo e dobbiamo bloccare tutti i trasporti di armamenti nel territorio italiano.
Se riusciamo a paralizzarli qui, sara' possibile farlo anche altrove, e sara' l'inizio della realizzazione di quella espulsione della guerra dalla storia che deve cessare di essere solo uno slogan e diventare una prassi.
Ma dipende solo da noi, e' nelle nostre mani fermare la guerra, e' nelle nostre mani costruire la pace: con l'azione diretta nonviolenta.
6. BLUES DEL TRENO DELLA MORTE
[Raccontava nella presentazione parlata l'anonimo autore di questo blues che aveva cominciato il suo impegno politico quando aveva quattordici anni, bloccando treni occupando binari in nome della dignita' di ogni essere umano; e aggiungeva che da allora non aveva piu' smesso di lottare, e sempre piu' si era accostato alla nonviolenza all'ascolto di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, del movimento delle donne; e affermava di pensare che se in Europa nella prima meta' del Novecento tanta piu' gente si fosse messa sui binari, tante stragi e tanti orrori sarebbero stati evitati; poi tossiva, si schiariva la voce, cominciava a maltrattare la chitarra, e diceva, accennando una subito soffocata intonazione, all'incirca le parole seguenti (la traduzione, frettolosa, e' del nostro collaboratore Benito D'Ippolito - che e' anche l'estensore di questa breve nota di presentazione)]
E tu fermalo il treno della morte
col tuo corpo disarmato sui binari
con la voce che si oppone all'urlo roco
delle bombe, delle fruste al vile schiocco.
E tu fermalo il treno della morte
sono pochi gli oppressori, innumerevoli
le vittime, non possono arrestarci
se tutti insieme ce li riprendiamo i diritti, la terra, la vita.
E tu fermalo il treno della morte
con la tua persona fragile sconfiggi
gli apparati e gli strumenti della guerra
e salva il mondo con la tua persona fragile.
E tu fermalo il treno della morte
perche' tu, cosi' indifeso, puoi fermarlo
col tuo corpo, la tua voce, la speranza
che sa unire tante braccia, e sa fermarlo
maledetto il treno nero della morte.
E tu fermalo e cosi' ferma la guerra.
7. CINQUE COSE DA FARE SUBITO
La prima: con l'azione diretta nonviolenta bloccare la macchina bellica. Per fermare la guerra con la nonviolenza, in nome della legalita' costituzionale e del diritto a vivere dell'umanita' intera.
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La seconda: preparare la disobbedienza civile di massa contro il potere golpista che precipiti l'Italia nella guerra illegale e criminale. Per fermare la guerra con la nonviolenza, in nome della legalita' costituzionale e del diritto a vivere dell'umanita' intera.
*
La terza: preparare lo sciopero generale contro la guerra. Per fermare la guerra con la nonviolenza, in nome della legalita' costituzionale e del diritto a vivere dell'umanita' intera.
*
La quarta: denunciare i golpisti e stragisti alle competenti autorita' giudiziarie, affinche' le forze dell'ordine li mettano in condizione di non nuocere e le competenti magistrature li processino e condannino per la violazione della Costituzione ed il favoreggiamento e la partecipazione alla preparazione e alla commissione di crimini di guerra e crimini contro l'umanita'. Per fermare la guerra con la nonviolenza, in nome della legalita' costituzionale e del diritto a vivere dell'umanita' intera.
*
La quinta: una campagna di accostamento alla nonviolenza, di scelta della nonviolenza, di formazione e addestramento alla nonviolenza che riveli a quanti vogliono impegnarsi per la pace il potere immenso che e' in tutti e ciascuno: il potere di fermare la guerra e la violenza opponendo alla violenza e alla guerra la forza immensa della nonviolenza.
Poiche' per fermare la guerra, in nome della legalita' costituzionale e del diritto a vivere dell'umanita' intera, solo questa risorsa abbiamo, ma immensa e invincibile se ci decideremo ad adottarla, se ci decideremo ad accostarci ad essa, se ci decideremo ad inverarla noi: la nonviolenza, che e' la forza della verita' (Mohandas Gandhi); la nonviolenza, che e' il potere di tutti (Aldo Capitini); la nonviolenza, che e' la forza dell'amore (Martin Luther King); la nonviolenza di Rosa Luxemburg e di Etty Hillesum, di Virginia Woolf e di Simone Weil, di Lidia Menapace e di Vandana Shiva; la nonviolenza.
8. UN ESPOSTO ALLE PROCURE DI PISA, VICENZA, ROMA
[Il seguente esposto e' stato inviato ieri dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo alle magistrature territorialmente competenti e ad altri soggetti istituzionali]
Esposto contro i responsabili di detenzione e trasporto in territorio italiano di materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando; recante la richiesta di un intervento urgente delle autorita' preposte affinche' si proceda al sequestro di detto materiale bellico e all'incriminazione e all'arresto dei responsabili e dei complici di tale flagrante violazione della legalita'.
*
Con il presente esposto...,
- alla luce della dimostrata presenza e trasporto nel territorio italiano di materiale bellico di una potenza straniera, presenza e trasporto predisposti al fine di una utilizzazione terroristica e stragista di detti armamenti nella guerra illegale e criminale che si va preparando, guerra nei cui confronti l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana vincola il nostro paese alla piu' intransigente delle opposizioni, e specificamente al "ripudio" di essa;
- alla luce del dovere di tutti i cittadini italiani di rispettare e inverare quanto disposto dalla Costituzione, fondamento del nostro ordinamento giuridico; ed alla luce del dovere di ogni essere umano di opporsi alle stragi e di difendere la vita di altri esseri umani e dell'umanita' intera che una nuova scellerata e criminale guerra minaccia;
richiede l'intervento urgente delle competenti autorita' giudiziarie affinche':
a) si proceda a perseguire penalmente, e ad immediatamente mettere in condizione di non nuocere, i responsabili della detenzione e del trasporto in Italia di materiale bellico a fini di prossima e dichiarata utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando;
b) si proceda al sequestro di detto materiale bellico;
c) si intervenga a tutela della salute e dell'incolumita' dei cittadini italiani, minacciati dalla presenza di armi, tra cui anche armi di sterminio, sia presso le basi militari statunitensi dislocate in territorio italiano, sia lungo importanti arterie viarie e ferroviarie italiane;
d) si incriminino per favoreggiamento della presenza e del trasporto in Italia di detto materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando, tutte quelle autorita' pubbliche e quei pubblici dipendenti che invece di opporsi a tale gravissima e pericolosissima presenza e circolazione sul territorio nazionale italiano di strumenti di sterminio, sostengono gli stragisti che si dispongono ad usare tali strumenti di morte contro esseri umani innocenti nella guerra che si va preparando;
e) si incriminino per violazione della Costituzione quei pubblici poteri che alla guerra illegale e criminale che si va preparando hanno dato la loro complicita' mettendo illegalmente a disposizione degli stragisti il territorio, le risorse e le infrastrutture italiane;
f) si incriminino quanti abusando del proprio potere e commettendo un ulteriore reato non solo non difendono la legalita' costituzionale e il popolo italiano, ma impediscono ad altri la difesa della legalita' costituzionale e del popolo italiano, e con cio' stesso si mettono al servizio dei golpisti, degli stragisti, dei detentori e trafficanti di armi;
g) si incriminino per omissione di soccorso quanti, pur sapendo della presenza e della circolazione di questi materiali bellici di probabile prossima utilizzazione terroristica e stragista, omettono di agire per impedire che essi siano utilizzati per uccidere innocenti;
h) si incriminino per omissione di atti d'ufficio quanti investiti di specifici pubblici poteri, pur sapendo della presenza e della circolazione di questi materiali bellici di probabile prossima utilizzazione terroristica e stragista, omettono di agire nell'ambito dei propri poteri e delle proprie responsabilita' al fine di impedire il loro prossimo criminale uso ed hic et nunc la loro criminale circolazione, disponendo in forza della legge ed in considerazione delle rispettive prerogative istituzionali la cessazione di tale circolazione, la denuncia di tali presenze, il sequestro di tali armi, l'arresto dei detentori di esse, l'incriminazione dei mandanti, degli esecutori e dei complici per i molteplici reati che tale situazione di gravissima violazione della legalita' italiana configura.
Si richiede il piu' tempestivo intervento.
*
Si sottolinea che il presente esposto reca palesemente una "notitia criminis", e di eccezionale gravita'; cosicche' esso rende doveroso a qualsiasi pubblico ufficiale che ne venga a conoscenza sia di segnalare a sua volta quanto sopra all'autorita' giudiziaria, sia di intervenire nell'ambito delle proprie competenze affinche' i reati qui denunciati vengano fatti cessare ed i responsabili di essi vengano perseguiti penalmente.
9. BLOCCARE LE ARMI DESTINATE ALLA GUERRA CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
[Il testo seguente e' estratto da una lettera personale a un amico carissimo]
Io credo che questa azione diretta nonviolenta (che deve assolutamente mantenere ed anzi maggiormente esplicitare ed accentuare una caratterizzazione rigorosamente nonviolenta) del blocco dei treni e degli altri mezzi di trasporto su cui viaggiano armi destinate alla guerra, sia necessaria e utile per diverse ragioni:
a) sul piano effettuale: ritardare, sia pure di ore se non di giorni, la disponibilita' delle armi sul teatro delle operazioni, rallenta la macchina bellica, e permette alle forze di pace di continuare ad agire per impedire lo scatenamento della guerra;
b) sul piano educativo:
- a parte subjecti: alla nonviolenza ci si accosta agendola, promuovere e partecipare ad azioni dirette nonviolente e' il modo migliore per illimpidire la nostra riflessione e la nostra condotta alla luce e al vaglio delle esigenze che la scelta nonviolenta concretamente ci pone in quanto principio responsabilita';
- a parte objecti: i detentori delle leve di comando della macchina bellica e i decisori e complici della guerra illegale e criminale devono essere edotti con metodo sperimentale del fatto che esse ed essi non sono invincibili, e che la nonviolenza e' piu' forte;
- come esempio ed appello: contrastare con l'azione diretta nonviolenta la macchina bellica in un luogo qualunque e' anche di esempio e di appello a tutte le persone di volonta' buona ovunque nel mondo ad analogamente agire;
- come proposta giuriscostituente: la prassi nonviolenta di difesa della vita, dei diritti e della dignita' umana invera principi ed aspirazioni propri di tutte le grandi tradizioni sia giuridiche che di pensiero in senso lato intese alla promozione dell'umana convivenza e della dignita' di tutti e di ognuno, e fonda un'etica e un diritto adeguati alla condizione storica ed esistenziale della "ata' atomica" (Anders) e della donna e dell'uomo "planetari" (Balducci); e' sperimentazione e quindi proposta di "omicrazia", il "potere di tutti" di capitiniana memoria;
- come prassi ermeneutica: essa aiuta a cogliere la reale situazione, a definire l'oggetto della riflessione e dell'agire, a chiarire quali siano le effettive posizioni e forze in campo, a render ragione della responsabilita' di tutti, di ognuno e reciproca; ha quindi un valore disvelativo e una carica interpretativa, che muove alla scelta e all'impegno per la verita' (la nonviolenza e' sempre anche nonmenzogna, e' - in molteplici sensi - "forza della verita'");
c) se anche ci fosse una possibilita' su un milione di bloccare la macchina bellica ed a tal fine fosse efficiente anche questo tentativo (che non deve essere l'unico, ovviamente), vale la pena tentare.
... Spesso le cose funzionano anche quando sembra impossibile, e da un sacco di tempo (e questo veramente fin da quando ragazzino mi imbattei nel Chisciotte) penso che talvolta bisogna fare anche le cose impossibili, perche' sovente e' cosi' che e' possibile cambiare questo mondo impossibile.
E' - passami il termine di ascendenza kantiana - imperativo per il movimento per la pace che fa la scelta della nonviolenza migliorare la propria capacita' di comunicazione, ammettere all'azione diretta nonviolenta solo persone pienamente informate e consapevoli, e cosi' via.
Una sola parola sui rapporti tra pacifisti nonviolenti e forze dell'ordine: devono ovviamente essere del piu' assoluto rispetto, della piu' assoluta lealta'; e' una delle mie amarezze che la proposta di legge affinche' le forze dell'ordine siano formate alla conoscenza e all'uso della nonviolenza giaccia ancora in parlamento abbandonata, parrebbe, alla marxiana critica roditrice dei topi. E' una delle diecimila cose su cui vorrei riprendere a lavorare, appena avremo un attimo di respiro...
10. SETTE CRITERI PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
[Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha diffuso ieri il seguente testo, adattamento di un paragrafo della "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace" diffusa ed utilizzata nel 1999]
* Sette criteri di condotta per l'azione diretta nonviolenta del blocco dei mezzi di trasporto che recano armi che verranno utilizzate per le azioni terroristiche e stragiste di cui consistera' l'annunciata guerra illegale e criminale.
* Scegliamo la nonviolenza per difendere la pace e la vita umana, per difendere la legalita' costituzionale e il diritto internazionale.
*
1. A un'azione diretta nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza durante tutto lo svolgimento dell'azione diretta nonviolenta stessa (ricordando che, come sempre, la fase piu' difficile e' la conclusione).
*
2. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.
*
3. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini dell'azione diretta nonviolenta cui prendono parte, nel caso specifico del blocco del trasporto di armamenti destinati alla guerra cio' significa fare un'azione rigorosamente nonviolenta e concretamente efficace:
- per impedire la guerra, le stragi, le devastazioni; cioe' per salvare delle vite umane, come e' diritto e dovere di ogni essere umano;
- per rispettare ed inverare con il proprio impegno personale la legalita' costituzionale e il diritto internazionale che proibiscono questa guerra.
*
4. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente anche le possibili conseguenze personali della partecipazione all'azione diretta nonviolenta cui prendono parte, nel caso specifico del blocco del trasporto di armamenti destinati alla guerra cio' vale a dire essere consapevoli che ogni singolo partecipante puo' andare incontro alla possibilita' di denuncia, di fermo e di arresto, di procedimento penale e di condanna a sanzione sia pecuniaria che detentiva.
Queste possibilita' vanno seriamente esaminate prima di prendere parte all'azione diretta nonviolenta; una volta decisisi a partecipare e se esse si verificassero si ha il dovere di accettare pacificamente e onestamente tali conseguenze, e ad esse nessuno deve cercare di sottrarsi.
Tra le imputazioni possibili vi sono l'interruzione di pubblico servizio, l'attentato alla sicurezza dei trasporti, l'istigazione a delinquere (questo stesso testo puo' essere considerato istigazione a delinquere), con l'aggravante del concorso essendo in piu' persone a compiere l'azione diretta nonviolenta.
Tutti i partecipanti devono essere muniti di documenti di identita' e devono esibirli su richiesta delle forze dell'ordine (non farlo e' reato); tutti i partecipanti hanno il dovere di non provocare danni alle persone, all'ambiente o ai beni; tutti i partecipanti devono avere un atteggiamento di massimo rispetto nei confronti di tutte le persone e soprattutto nei confronti delle forze dell'ordine.
Tutti i partecipanti devono saper spiegare le ragioni dell'iniziativa nonviolenta e chiarire che la propria condotta sara' comunque rigorosamente nonviolenta; e poiche' si occuperanno le aree di transito die mezzi di trasporto con il proprio corpo, qualora si venga spostati di peso non si deve in alcun modo ne' opporre resistenza, ne' lanciare offese ne' minacce: e' bene continuare a parlare serenamente e rispettosamente anche con le persone che materialmente sposteranno i partecipanti, rassicurandoli che la nostra azione non e' affatto contro di loro e non intendiamo in alcun modo ne' offenderli ne' far loro del male, e che anzi l'azione diretta nonviolenta e' eseguita per difendere la legalita' costituzionale che e' stata violata da chi illegalmente e criminalmente ha promosso o sta favoreggiando la guerra in preparazione.
*
5. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:
- non fare del male a nessuno: se una sola persona tra i partecipanti all'azione diretta nonviolenta dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona per responsabilita' dei partecipanti all'azione diretta nonviolenta si fa male, l'azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa;
- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita', salvare delle vite umane, difendere la legalita' costituzionale e il diritto internazionale);
- dire sempre e solo la verita';
- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina;
- assumersi pienamente la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano;
- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui.
*
6. Occorre chiarire che chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' e deve essere rigorosamente nonviolenta.
*
7. E' bene che chi promuove azioni dirette nonviolente fornisca a tutti i partecipanti per iscritto le regole di condotta condivise, e meglio ancora sarebbe se esse venissero discusse e definite tra tutti i partecipanti col metodo del consenso.
Questo testo puo' essere un canovaccio utilizzabile a tal fine: se condiviso puo' essere riprodotto in volantini e cartelloni.
E' inoltre bene che le regole di condotta condivise dai partecipanti all'azione diretta nonviolenta vengano fatte conoscere anche alle forze dell'ordine, alle varie autorita' ed a tutte le altre persone che si trovassero nel luogo in cui si svolge l'azione diretta nonviolenta dandone una copia scritta ad ogni persona presente, oltre che a tutti i mezzi d'informazione.
11. DENUNCIARE ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA I GOLPISTI E STRAGISTI
Tra le iniziative che sarebbero utili per contrastare la guerra e difendere la Costituzione che la guerra ripudia, suggerirei di inserire anche la proposta di una campagna (che abbia dimensioni di massa) di denuncia all'autorita' giudiziaria della violazione della legalita' costituzionale commessa da governo, parlamento e capo dello Stato con l'avallo alla guerra.
Credo che sarebbe assai utile che il maggior numero possibile di persone e di soggetti collettivi presentasse denunce a tal fine presso il maggior numero di uffici giudiziari e altri soggetti preposti alla raccolta di esposti e denunce (forze dell'ordine, nonche' varie autorita' pubbliche che in considerazione del proprio ruolo di pubblici ufficiali a fronte di una "notitia criminis" hanno il dovere di promuovere l'azione penale).
Cio' giova all'impegno per la pace e i diritti umani, alla difesa della legalita' costituzionale, al fuzionamento della democrazia, ad attivare tutti i soggetti istituzionali che hanno il dovere di tutelare ed inverare la legalita' costituzionale, di contrastare i crimini (e di tutti i crimini la guerra e' il piu' atroce), e di impedire ai golpisti di perpetrare il piu' grave dei delitti.
E giova anche alla chiarezza, poiche' rende esplicito chi si sta battendo per la legalita', il diritto, l'umanita' e chi invece sta cooperando a promuovere il piu' orrendo dei crimini: la commissione di stragi di cui ogni guerra consiste, oltretutto violando il giuramento di fedelta' alla Costituzione reso al momento dell'assunzione di alti incarichi istituzionali.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
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Numero 125 del 2 marzo 2013
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