Archivi. 115
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- Date: Wed, 20 Feb 2013 07:03:03 +0100 (CET)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 115 del 20 febbraio 2013
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di dicembre 2002 (parte seconda)
2. Ancora sulla ragionevole proposta per far cessare le stragi di immigrati in mare: ingressi legali e trasporto pubblico e gratuito per tutti
3. Epistola a Giovanni Benzoni in occasione del secondo salone dell'editoria di pace che si tiene in Venezia dal 6 all'8 dicembre 2002
4. Per Ivan Illich
5. Ancora sulla ragionevole proposta per far cessare le stragi di immigrati in mare (e per combattere le organizzazioni mafiose)
6. La scomparsa di Antonino Caponnetto
7, Una lettera aperta ai signori legislatori a sostegno della ragionevole proposta di applicare in Italia l'articolo 10 comma terzo della Costituzione della Repubblica Italiana
8. Ai cari amici della Rete Lilliput
9. Sulla ragionevole proposta di salvare la vita alle persone invece di condannarle alla morte. Con un'opinione del professor Kant di Koenigsberg
10. Ai partecipanti al seminario della Tavola della pace del 7 dicembre 2002
11. Meditando su un articolo di Giancarla Codrignani
12. Su due questioni poste dall'editoriale di Giancarla Codrignani
13. Una lettera a sostegno della "ragionevole proposta" per salvare le vite dei migranti oggi condannati a morire nei nostri mari
14. Il ritorno della strategia della tensione e la necessita' della nonviolenza
15. Un incontro su cinque domande
16. A sostegno della "ragionevole proposta"
17. Il trionfo del dottor Stranamore
18. Una "ragionevole proposta" e una necessaria conseguenza: rinegoziare Schengen per far cessare il bagno di sangue
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2002 (PARTE SECONDA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2002.
2. ANCORA SULLA RAGIONEVOLE PROPOSTA PER FAR CESSARE LE STRAGI DI IMMIGRATI IN MARE: INGRESSI LEGALI E TRASPORTO PUBBLICO E GRATUITO
Vorremmo che fosse discussa seriamente la ragionevole proposta - avanzata anni fa dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo e ieri riproposta su questo notiziario - per far cessare le stragi di immigrati in mare: proposta consistente nel consentire a tutti i richiedenti ingressi legali e garantire un servizio di trasporto pubblico e gratuito.
Vorremmo che fosse discussa per quello che e': una proposta politica ed amministrativa di mero buonsenso, non una astratta levata d'ingegno.
Perche' astratto e velleitario e' piuttosto il disegno disumano e dereistico di erigere una muraglia nel Mediterraneo che separi ed imprigioni l'Europa rispetto al resto del mondo; una muraglia che nega alla stragrande maggioranza dell'umanita' di sfuggire alla fame, alle guerre e alla morte e venire costi' ove la vita e' piu' possibile che altrove (e lo e' grazie alla plurisecolare nostra rapina delle risorse del sud del mondo); una muraglia che tradisce ed annienta i principi solennemente affermati fin nella nostra carta costituzionale. Ma questo disegno feroce e insensato e' oggi tragicamente la politica dominante dei governi europei tutti, ed essa politica deve essere denunciata e rovesciata per restaurare democrazia e diritti.
Lo diciamo in tono piano ma fermo: chi pensa di poter proseguire con l'apartheid a livello planetario dovrebbe al piu' presto informarsi sull'avvenuta, perche' inevitabile, caduta del regime che l'apartheid istituzionalizzo' e perpetro' lungamente in Sud Africa: e sarebbe bene che tutti ci si affrettasse a passi costruttivi per la fine dell'apartheid planetario poiche' non e' detto che anche a livello planetario si ripeta la fortuna di una transizione alla democrazia senza un immane bagno di sangue.
*
Le principali obiezioni che vengono mosse alla nostra ragionevole proposta sono tre:
a) aprire le frontiere provocherebbe una incontrollabile invasione che presto soverchierebbe la "capacita' di carico" del nostro territorio;
b) gli altri paesi europei non ce lo permetterebbero mai;
c) e' di estrema difficolta' organizzare sia l'ingresso legale che, e ancor piu', un servizio di trasporto pubblico e gratuito per quanti vogliono venire nel nostro paese in fuga da fame, guerre, persecuzioni.
Proviamo ad analizzarle una per una, confrontandole con la situazione attuale.
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Quanto alla prima obiezione, partiamo dalla realta' odierna.
Le frontiere europee - e soprattutto quelle italiane - sono un colabrodo e resteranno tali per quanto si dia disposizione alle forze dell'ordine di fare la faccia feroce. La realta' e' che oggi l'immigrazione verso l'Italia avviene in modo massiccio, avviene in modo clandestino, costituisce un lucro immenso per i poteri criminali, provoca stragi di esseri umani innocenti e disperati, porta nel nostro paese persone in condizioni drammatiche ed esposte ad ogni rischio e vessazione, le porta qui come persone braccate e necessariamente nemiche di una realta' ostile. E' ragionevole tutto questo?
Se invece facessimo la scelta di accogliere le persone che fuggono da luoghi e condizioni da cui ogni persona ragionevole fuggirebbe, non solo applicheremmo il comma terzo dell'art. 10 della Costituzione (ovvero adempiremmo a un dovere sancito dalla legge su cui si fonda l'intero nostro ordinamento giuridico), ma faremmo cosa buona, giusta e soprattuto utile a tutti: anche a noi stessi cittadini italiani: tutte le persone che giungerebbero nel nostro paese lo farebbero in condizioni di legalita', e si sentirebbero vincolate ad un atteggiamento di reciprocita'; sottrarremmo ai poteri criminali ingenti profitti, numerose vittime e mano d'opera; promuoveremmo sicurezza per tutti, diritti per tutti e cooperazione concreta.
Quanto al pericolo della "invasione": ma siamo poi certi che ci sarebbe l'invasione? non si perverrebbe piuttosto, come sempre accade, a una sorta di ragionata e negoziata autoregolazione del fenomeno, come insegnano innumerevoli esperienze storiche? Vogliamo cominciare a rifletterci da persone pratiche?
Ma prendiamola comunque sul serio questa obiezione, e pensiamo comunque a una strategia adeguata, complessa e sistemica, che agisca sui due versanti: l'accoglienza qui, e il sostegno allo sviluppo (quello economico: sostenibile, autocentrato, con tecnologie appropriate; e quello politico: verso l'affermazione dei diritti umani per tutti gli esseri umani)) la': poiche' dobbiamo pur dircelo che le flagranti violazioni dei diritti umani in tante aree del sud del mondo, e la tremenda poverta' da cui sono afflitte le popolazioni che li' risiedono, discendono in larga e decisiva misura direttamente dagli inqui rapporti tra i paesi ricchi e gli altri; ovvero possono essere risolti solo se noi decidiamo di contribuire a risolverli, smettendola di rapinare e cominciando ad aiutare quei popoli: e sarebbe ora di farlo davvero.
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Quanto alla seconda obiezione, partiamo anche qui dalla realta'.
Altri paesi europei hanno adottato ed adottano tuttora politiche ben diverse da quella italiana, in ragione del loro diverso passato (ad esempio l'eredita' del colonialismo, che oltre ad aver provocato infiniti e non cessati orrori, ha tuttavia creato anche ponti e legami: quando pensiamo alla poesia francese del Novecento Senghor o Cesaire sono altrettanto rappresentativi di Eluard; e le cose piu' notevoli della letteratura in lingua inglese di questi ultimi decenni sono state scritte da persone del sud del mondo).
Ma se guardassimo seriamente, profondamente, al passato del nostro paese, non troveremmo qualcosa che fieramente contrasta col razzismo oggi egemone?
L'enorme ricchezza culturale del nostro territorio non dipende forse dalla compresenza di culture le piu' diverse? Non dipende dal meticciato di cui il nostro paese e la nostra storia sono un esempio grandioso? E c'e' davvero bisogno di ricordare la storia tremenda dell'emigrazione italiana (in anni non cosi' remoti come vorrebbe farci credere la rimozione massmediatica che cerca di murarci in un eterno presente abitato pressoche' solo da simulacri)?
Si dice: vi sono accordi politici nella comunita' europea: e' vero; ed alcuni di essi sono biecamente razzisti. Essi possono e devono essere rinegoziati. Non sarebbe ne' la prima ne' l'ultima volta; anzi: gia' troppo tempo si e' perso. E non si dica che contrastare il razzismo - nei fatti, oltre che a chiacchiere - non sia un dovere dell'Unione Europea, che in tanto ha ragione di essere in quanto ai valori della democrazia e all'estensione dei diritti umani si ispiri.
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Quanto alla terza obiezione, ancora una volta partiamo dalla situazione odierna.
La situazione odierna e' caratterizzata da stragi, incremento della criminalita' organizzata, crescita del razzismo e dell'insicurezza, violenze inenarrabili (e proprio contro persone giunte nel nostro paese con la speranza di trovarvi un paese civile e civili persone). Non sara' ora di sperimentare politiche che cerchino di opporsi a tutto cio'?
Per promuovere la legalita' la politica migliore e' appunto favorire la legalita'.
Per promuovere la sicurezza la politica migliore e' garantire a tutti sicurezza.
E le stragi? Vogliamo farle cessare o no?
E i poteri criminali: vogliamo contrastarli o no?
Se vogliamo farlo occorre una politica sostanziata in provvedimenti amministrativi adeguati, che muova nella direzione degli ingressi legali; non ci sono alternative.
E se vogliamo organizzare questa politica in termini di servizio pubblico e gratuito, che e' l'unico modo per organizzarla seriamente, le risorse si devono trovare. E ci sono. Chi scrive queste righe ha dedicato tanti anni della sua vita alla gestione della cosa pubblica, e ha dedicato tanto di quel tempo alla verifica dei bilanci degli enti pubblici da sapere fin troppo bene che i soldi ci sono, e che una politica come quella che proponiamo non solo e' sostenibile, ma avrebbe ricadute piu' che benefiche sulla societa', sull'economia e sulla stessa pubblica amministrazione del nostro paese.
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Ma vi sono, si capisce, due obiezioni uteriori, non dette perche' tra gentiluomini certe cose non si dicono, ma a tutti palesi:
d) con il governo che ci troviamo, come potete pensare che la vostra proposta abbia possibilita' di attuazione?
e) e con lo spettro del terrorismo ovunque incombente, non avete altro da pensare che aprire le frontiere?
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Anche qui, ragioniamoci sopra da persone pratiche.
Per quanto riguarda il governo:
- primo, il governo attuale non e' un'eterna dannazione: puo' perdurare a lungo ma puo' anche cadere prima di quanto si creda; la legge sull'immigrazione in vigore e' gia' da se stessa condannata all'abrogazione in punti decisivi non appena la Corte Costituzionale si pronuncera' (e il Tribunale di Viterbo ha gia' da tempo rimesso alla Corte Costituzionale quella legge evidenziandone i profili di incostituzionalita');
- secondo, di questo governo si puo' favorire la caduta proprio promuovendo proposte politiche ragionevoli, proprio promuovendo proposte di civilta', proprio lavorando sul terreno della promozione della democrazia, della legalita', dei diritti umani, e traducendo questa azione anche in provvedimenti legislativi ed amministrativi.
Del resto: avra' contribuito o no a portare alla vittoria elettorale e al governo del paese la coalizione che include razzisti e fascisti il fatto che il precedente governo avesse proprio nel campo delle politiche migratorie adottato provvedimenti razzisti come ad esempio l'aperura del campi di concentramento in cui sono recluse persone che non hanno commesso alcun reato? C'e' qualcuno che pensa che questo non abbia contato nel consegnare alla destra il governo, dopo aver contribuito a rendere egemone il razzismo nell'opinione pubblica e nelle concrete scelte legislative ed amministrative di quel governo che pur si fregiava della qualifica di "centro-sinistra"?
Non e' forse evidente che nel determinare la vittoria della coalizione piu' bellicosa ed eversiva abbia contato non poco il fatto che il precedente governo trascino' l'Italia in una guerra immorale e ilegale, violando la Costituzione e rendendo il nostro paese partecipe di crimini di guerra e contro l'umanita'?
E dunque: formuliamo le proposte legislative ed amministrative che ci sembrano giuste e necessarie, senza subalternita', senza rassegnazioni.
Usciamo dall'apatia e diciamo cio' che occorre fare, e cominciamo a costruirne la realizzazione.
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E quanto al terrorismo: promuovere la legalita' non e' forse il modo migliore per contrastare i poteri criminali e assassini? Quante piu' persone sono nella legalita' tanto piu' la legalita' si rafforza, e si indebolisce il campo del crimine. E quanto piu' la politica italiana viene incontro ai bisogni dei popoli del sud del mondo, tanto piu' si realizza cooperazione e si riconoscono diritti umani, tanto piu' si puo' sconfiggere la propaganda degli scellerati criminali terroristi che ha buon gioco oggi a denunciare i crimini del nord del mondo colonialista, razzista e onnicida.
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In breve e per concludere: anche in questo ambito occorre uscire dalla subalternita': apriamo se non altro un campo di riflessione e di discussione su una proposta che avrebbe una efficacia reale ed e' formulata secondo ragionevolezza e pragmatismo, come proposta politica ed amministrativa concretamente praticabile, e sicuramente efficiente ad intervenire su una questione rispetto alla quale l'inerzia, o peggio gli interventi come quelli disposti dalla legislazione attuale, provocano stragi e favoreggiano i poteri criminalI.
E noi stiamo a perderci tempo?
Non sentiamo il diritto e il dovere di cercar di far cessare le stragi nei nostri mari?
Non sentiamo il dovere di venire in soccorso di donne e uomini alla disperata ricerca di aiuto?
Non sentiamo il dovere di contrastare le mafie?
Non sentiamo il dovere di prendere sul serio quanto scritto nella legge alla base del nostro ordinamento giuridico?
E' una proposta ragionevole, e necessaria: per far cessare le stragi di immigrati in mare occorre consentire a tutti l'ingresso legale nel nostro paese ed offrire un servizio di trasporto pubblico e gratuito.
3. EPISTOLA A GIOVANNI BENZONI IN OCCASIONE DEL SECONDO SALONE DELL'EDITORIA DI PACE CHE SI TIENE IN VENEZIA DAL 6 ALL'8 DICEMBRE 2002
Caro Giovanni, rullano i tamburi
di guerra, dalle piste di decollo
ruggiscono di gia' dei bombardieri
le voci soverchianti, e dagli schermi
delle televisioni la menzogna
gia' eccita alle stragi. Noi sappiamo
che e' l'ora di resistere, di essere
lucidi e onesti con noi stessi e il mondo.
A questa resistenza che si fonda
sulle ragioni dell'umanita'
(del cuore e della mente le ragioni)
noi diamo un nome, e il nome e' nonviolenza.
A questa resistenza costruttrice
di pace e dignita', senza quartiere
in lotta contro il male e la menzogna
noi diamo un nome, e il nome e' nonviolenza.
A questa resistenza apporta grandi
strumenti, esempi, voci ed esperienze
questo in Venezia secondo salone
di libri per la pace e la giustizia.
Anch'io di lungi te ne sono grato.
4. PER IVAN ILLICH
"Vivere? Vivere come? chiese la voce dell'anima"
(Lev Tolstoj, La morte di Ivan Il'ic)
Giace Ivan Illich, mondo come invecchi
e muori foglia a foglia, stella a stella
ti estingui e questo estinguersi e' la vita.
Ma questa vita pure e' luminosa
di stelle, foglie, vento dalle mille
e mille voci, e in questo vento tratti
noi siamo, in scaglie di esso consistiamo.
E insieme siamo questa unica impresa
dell'umanita' intera: la tenace
azione che giustifica e che salva
il mondo, e che chiamiamo
con la parola tenera di pace.
E non e' morto allora Ivan Illich
dite piuttosto: Illich e' vissuto
e nell'umanita' non morira'.
Alla tua tomba questo reco grano
di pia memoria, d'ima gratitudine.
5. ANCORA SULLA RAGIONEVOLE PROPOSTA PER FAR CESSARE LE STRAGI DI IMMIGRATI IN MARE (E PER COMBATTERE LE ORGANIZZAZIONI MAFIOSE)
Mi sembra ragionevole, sebbene a molti possa apparir sorprendente, la ragionevole proposta per far cessare le stragi di immigrati in mare (e per combattere le organizzazioni mafiose) formulata dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo anni fa e che in questi giorni e' nuovamente posta all'attenzione di molti interlocutori, che prevede di consentire l'ingresso legale nel nostro paese a tutti gli aventi diritto ai sensi del comma terzo dell'art. 10 della Costituzione della Repubblica Italiana, a tal fine organizzando un servizio di trasporto pubblico e gratuito.
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Mi sembra ragionevole per due motivi sostanziali.
Il primo: le stragi in corso. Ed occorrera' pur fare qualcosa per farle cessare.
Il secondo: il fallimento delle politiche europee ed italiane fondate sul razzismo. Fallimento sotto tutti i punti di vista, sia in termini di trionfo dei poteri criminali, sia in termini di sperpero delle risorse pubbliche, sia in termini di crescita dell'insicurezza, sia in termini di degradazione e distruzione dei principi fondanti lo stato di diritto e la democrazia, sia infine e soprattutto in termini di vite umane che quelle leggi razziste hanno contribuito a distruggere, e questo e' davvero punto dirimente e inconfutabile.
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E mi sembra che a favore della proposta di un intervento legislativo ed amministrativo che crei canali di accesso legale nel nostro paese e nel nostro continente per tutti gli esseri umani che ne hanno diritto ai sensi del comma terzo dell'articolo 10 della Costituzione della Repubblica Italiana (ed ai sensi della Dichiarazione universale dei diritti umani, che si celebra ogni anno il 10 dicembre ma sarebbe ora di cominciare ad applicarla invece di limitarsi a festeggiarla), e garantisca un servizio di trasporto pubblico e gratuito a tal fine, vi siano almeno due fortissimi motivi.
Il primo: siamo di fronte ad una vera e propria emergenza umanitaria che l'umanita' intera riguarda.
Il secondo: non sono piu' ammissibili politiche che escludano dalla titolarita' del diritto alla vita altri esseri umani.
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Detto questo, non vi e' dubbio che una simile proposta legislativa ed amministrativa richieda uno studio attento delle soluzioni possibili, una sperimentazione adeguata di varie ipotesi amministrative concrete, ed anche una rinegoziazione di accordi internazionali, ed infine ovviamente l'abrogazione di norme razziste ed incostituzionali attualmente vigenti in Italia (per scandalosa distrazione del capo dello stato che le ha avallate, e per ritardo della Corte Costituzionale che non le ha ancora cassate). Ma tutto questo si puo' e si deve fare con la massima celerita' e con il piu' ampio coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate, e con un invito all'opinione pubblica a porsi il quesito da cui la proposta muove: e' lecito provocare la morte di altri esseri umani? Se non e' lecito, occorre intervenire, e questa proposta e' forse l'unica che permetterebbe di far cessare le stragi di immigrati nei nostri mari.
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Lo dico solo come postilla: questa proposta e' anche l'unica che combatterebbe efficacemente i poteri criminali che oggi gestiscono il traffico di esseri umani disperati ricavandone profitti colossali; e' l'unica che permetterebbe l'ingresso nella legalita' di tutti gli immigrati presenti in Italia che non hanno commesso reati; essa farebbe trionfare la legalita', la sicurezza e l'umanita' sulla morte, sul crimine e sulla violenza. E' una proposta, appunto, ragionevole. E, se posso permettermi di aggiungerlo, necessaria e urgente.
6. LA SCOMPARSA DI ANTONINO CAPONNETTO
E' un dolore cosi' grande, era un uomo cosi' buono, vi chiedo scusa, in questo momento non riesco a scrivere nulla.
7. UNA LETTERA APERTA AI SIGNORI LEGISLATORI A SOSTEGNO DELLA RAGIONEVOLE PROPOSTA DI APPLICARE IN ITALIA L'ARTICOLO 10 COMMA TERZO DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Egregi signori legislatori,
il comma terzo dell'articolo 10 della legge su cui si fonda lo Stato italiano in quanto ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana, testualmente recita: "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge".
Non si potrebbe essere piu' chiari.
Non applicare le leggi da parte di pubblici ufficiali costituirebbe un venir meno ai propri doveri.
Disprezzare e disattendere le leggi da parte di chi ha il compito di fare le leggi, costituirebbe una flagrante contraddizione.
Violare la Costituzione da parte di persone che ad essa hanno giurato fedelta' costituirebbe un gravissimo reato.
Oggi, purtroppo, questa norma e' largamente disattesa, disapplicata, tradita ed irrisa.
Con tragiche, orribili conseguenze.
Tragiche, orribili conseguenze: come le frequenti stragi nel mar Mediterraneo di esseri umani disperati che dai loro paesi cercano di venire in Italia proprio per sfuggire alla fame, alle guerre, alle persecuzioni e alla morte, e che la nostra Costituzione ci impone di aiutare ed accogliere; queste stragi devono cessare.
Tragiche, orribili conseguenze: come l'arricchimento dei poteri mafiosi che lucrano profitti enormi gestendo il traffico clandestino di esseri umani che sono di essi poteri criminali le prime vitime, esseri umani che avrebbero pieno diritto ad entrare nel nostro paese in tutta legalita'; questo arricchimento dei poteri mafiosi deve cessare.
Tragiche, orribili conseguenze: come la presenza in Italia di molte persone in condizioni di clandestinita' e quindi espone ad essere vittima di ogni pericolo, e la loro mancanza di sicurezza implica altresi' una crescita dell'insicurezza per tutti; c'e' un solo modo per far trionfare la legalita' e garantire sicurezza a tutti: togliere tutti dalla clandestinita', a tutti riconoscere diritti e doveri.
C'e' un modo semplice, limpido, ragionevole, pratico, per applicare il dettato costituzionale, per salvare innumerevoli vite umane, per far cessare le stragi di migranti nel mare, per smetterla di far arricchire i trafficanti mafiosi, per garantire a tutti dignita', diritti e sicurezza: ed il modo e' il seguente: permettere a tuti coloro che vogliono entrare nel nostro paese di farlo in modo legale; garantire a tutti coloro che, in fuga dalla fame e dalla morte, vogliono entrare nel nostro paese, un servizio di trasporto pubblico e gratuito.
Questa ragionevole proposta sottoponiamo ancora una volta alla vostra attenzione: lo facemmo anni addietro, senza esito. Vorremmo confidare in una maggior attenzione oggi.
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Sappiamo quali sono le principali obiezioni, e ad esse sappiamo rispondere:
- che altri paesi europei avrebbero da obiettare: ebbene, si rinegozino gli accordi europei;
- che questa proposta contraddice la vigente legge sull'immigrazione: ma quella legge e' attualmente all'attenzione della Corte Costituzionale (su opportuna e doverosa iniziativa del Tribunale di Viterbo) proprio per i suoi evidenti profili di flagrante incostituzionalita': che il parlamento la abrogasse ancor prima dell'inevitabile pronunciamento abrogativo della Corte Costituzionale sarebbe un atto di mera ragionevolezza.
- che vi sarebbero notevoli problemi organizzativi per applicare la ragionevole proposta che formuliamo: e' una buona ragione per cominciare a studiarli subito.
- che vi sarebbero dei costi consistenti: e' vero il contrario. In verita' oggi si sperperano risorse umane, logistiche, materiali e finanziarie enormi per ottenere esiti peggio che miserevoli, criminogeni e sciagurati: oggi persone che non hanno commesso alcun reato vengono ingiustamente detenute; oggi centinaia di migliaia di esseri umani innocenti sono costretti a una vita clandestina di paura e solitudine ed esposti alle violenze della criminalita' organizzata; oggi vi e' una insicurezza generalizzata; oggi vi e' l'arricchimento delle mafie italiane ed estere; oggi tantissimi esseri umani perdono la vita nel tentativo di approdare in un paese la cui legge fondamentale riconosce il loro diritto a vivere con noi. Se consideriamo questa, che e' la situazione attuale, e quante risorse pubbliche si sprecano per ottenere questi scandalosi risultati, crediamo sia evidentissimo a tutti che la nostra proposta e' di gran lunga vantaggiosa anche sotto il profilo economico, sociale e della pubblica amministrazione.
- che si rischierebbe una "invasione incontrollabile": in verita' l'immigrazione incontrollata vi e' oggi attraverso il sistema del traffico clandestino gestito dai poteri criminali. Creare modalita' di ingresso legale, un servizio pubblico di trasporto, un rapporto con i migranti basato sui diritti e sui doveri, sul rispetto reciproco, sul principio di legalita', sara' sempre di gran lunga preferibile alla situazione attuale in cui di fatto a gestire la mobilita' umana dal sud verso l'Italia e' la criminalita' organizzata piu' feroce. Certo, anche l'Italia ha una "capacita' di carico" limitata, ma questo sara' piuttosto un incentivo a politiche di cooperazione internazionale adeguate a migliorare le condizioni di vita nel sud del mondo, e non un alibi per rifiutare soccorso ad esseri umani che a quel soccorso hanno diritto non solo per ovvi motivi morali, ma per cogente disposizione di legge, della legge fondamentale del nostro Stato.
*
Un'ultima considerazione: vogliate tener a mente che cio' di cui si sta parlando sono le vite di innumerevoli persone. Proseguire nella politica attuale significa condannare molte di loro alla morte; applicare la norma costituzionale e sperimentare la ragionevole proposta di garantire l'ingresso in forma legale in Italia a tutti gli aventi dirittto ed approntare a tal fine un servizio di trasporto pubblico e gratuito significa salvare quelle vite, soccorrere quelle persone, adempiere a quel principio che tutte le grandi tradizioni culturali dell'umanita' indicano come dovere fondamentale di ogni essere umano, massime di chi e' investito di funzioni pubbliche e legislative: non uccidere.
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, auspicando un positivo riscontro alla presente, vogliate gradire distinti saluti.
8. AI CARI AMICI DELLA RETE LILLIPUT RIUNITI IN QUESTI GIORNI A VICO EQUENSE
Abbiate pace, abbiate forza e gioia.
Ci attendono, amici, tempi assai duri
di tutta la vostra bonta', di tutto l'ingegno
di ognuno di voi, avremo bisogno.
Tenaci e pazienti, rendere gli oscuri
eventi infine chiari, e' il primo impegno
e rendere realta' quel che ora e' sogno.
La guerra che gli spirti mali e furi
van preparando, trovi nel convegno
vostro la resistenza che io agogno.
La resistenza di saldi e sicuri
amici della nonviolenza, segno
di verita' e di speme, fabbisogno
forte di cuori puri,
e venga infine il regno
di libere e di liberi ed eguali, antico sogno,
quell'utopia concreta che e' in cammino
coi vostri passi, tenero ed audace
il vostro essere e fare un mondo nuovo.
Che molto approvo, e vi sono vicino
e ancora abbiate gioia, forza, pace.
9. SULLA RAGIONEVOLE PROPOSTA DI SALVARE LA VITA ALLE PERSONE INVECE DI CONDANNARLE ALLA MORTE. CON UN'OPINIONE DEL PROFESSOR KANT DI KOENIGSBERG
Vorrei aggiungere una sola osservazione alle considerazioni gia' svolte nei precedenti interventi apparsi su questo foglio a sostegno della ragionevole proposta di far cessare le stragi di migranti in mare con il semplice, doveroso, necessario ed urgente provvedimento legislativo ed amministrativo di permettere l'accesso legale in Italia a tutti gli aventi diritto ai sensi dell'art. 10, comma 3, della Costituzione della Repubblica Italiana, garantendo ad essi un servizio di trasporto pubblico e gratuito, facendo cosi' cessare ad un tempo anche lo scandalo e l'orrore delle vite "clandestine" cui oggi sono condannati centinaia di migliaia di innocenti, e lo scandalo e l'orrore e l'ignominia dell'arricchimento dei poteri criminali che oggi gestiscono il trasporto illegale di esseri umani in fuga dalla fame, le guerre, le persecuzioni e la morte.
E l'osservazione e' la seguente: che un vecchio brocardo recita che ogni essere umano ha diritto a difendere la propria vita, e che in un mondo in cui in tante aree la vita di chi vi risiede e' messa in pericolo da fame, guerre e ogni genere di disastri e persecuzioni, a tutti gli esseri umani appartiene il diritto di allontanarsi dall'area del disastro per porsi in salvo, ed a tutti e' quindi dato di recarsi ovunque sul pianeta che e' di tutti in cerca di un luogo ove la propria vita non sia minacciata.
Come amiamo ripetere sovente, gia' oltre un paio di secoli fa (per l'esattezza nel giustamente celebre opuscolo Zum ewigen Frieden - Per la pace perpetua - del 1795) l'illustre filosofo Immanuel Kant chiari' che ogni essere umano ha diritto a muoversi su tutto il pianeta, e che questo diritto non puo' essere negato ad alcuno.
Scrive Kant a illustrazione del "terzo articolo definitivo per la pace perpetua": "non e' questione di filantropia ma di diritto, e in tal senso ospitalita' significa il diritto di ogni straniero a non essere trattato ostilmente quando arriva in un territorio altrui. Puo' esserne allontanato, se con cio' non gli si reca nessun danno; ma non si deve agire ostilmente contro di lui, finche' si comporta in modo pacifico".
E prosegue, questo buon signore: "A causa della forma sferica di tale superficie [del pianeta Terra - ndr -], infatti, gli uomini non possono disperdersi all'infinito, e sono quindi costretti in definitiva a sopportarsi gli uni accanto agli altri, senza che nessuno abbia pero' originariamente piu' diritto di un altro su una porzione della terra".
Detto magnificamente, in verita'.
Se a questo aggiungiamo la banale ma nondimeno veritiera ed ineludibile considerazione che le condizioni di invivibilita' del sud del mondo dipendono in buona sostanza ed in larga misura proprio dalla rapina e dal dominio su cui si fonda il privilegio e lo sperpero consumistico del nord del mondo, ne discende a maggior ragione come palese sia che nessuna obiezione ne' morale, ne' filosofica ne' giuridica possa farsi al movimento migratorio degli esseri umani in fuga dalla miseria e dalla violenza che nei loro paesi la dominazione di cui noi siamo i beneficiari ha recato. Anzi: da cio' occorre trarre ammaestramento per contrastare questa iniquita', ed insieme all'umanita' intera lottare per far cessare queste condizioni di somma ingiustizia, nel frattempo, hic et nunc, accogliendo e soccorrendo le vittime di essa.
La proposta di ingressi legali in Italia per tutte le persone che qui vogliono venire alla ricerca di una vita migliore e' quindi giusta e doverosa, in punto di diritto e in punto di fatto, e la realizzazione di un servizio di trasporto publbico e gratuito per le persone che piu' ne hanno diritto e bisogno anche.
Continuare a perdere tempo, perseverando nelle attualmente dominanti politiche inique, insensate, criminali e criminogene, significa far morire altri esseri umani.
10. AI PARTECIPANTI AL SEMINARIO DELLA TAVOLA DELLA PACE DEL 7 DICEMBRE 2002
Fermare la guerra e' oggi per tutti
il primo dovere, la prima esigenza
fermare la guerra, con scienza e coscienza,
fermare la guerra, che non sian distrutti
interi paesi, umana semenza,
speranza di vita, di pace i bei frutti:
fermare la guerra, impedire altri lutti.
Vi e' un modo soltanto: e' la nonviolenza.
11. MEDITANDO SU UN ARTICOLO DI GIANCARLA CODRIGNANI
1. Giancarla Codrignani ha ragione.
Bisognerebbe avere gli occhi foderati di salame per non vedere come anche in molti movimenti per la pace (e massime nel cosiddetto "movimento dei movimenti") siano purtroppo presenti e sovente siano anche egemoni - e devastanti - culture e pratiche autoritarie, carrieriste, narcisiste, militariste, viriloidi e in definitiva subalterne al culto della violenza e della conquista del potere; pratiche che rivelano la dolorosa subalternita' di queste esperienze al portato onnipervasivo dell'ideologia maschilista e patriarcale che e' alla base delle forme mentali e sociali del fascismo e della guerra, come ha dimostrato una volta per sempre Virginia Woolf.
2. Giancarla Codrignani ha ragione.
Se non si esce da questa subalternita' al fascismo dei maschi (di noi maschi), il nostro impegno per la pace e' dimidiato e inane, reso inefficace, e persino ridicolo.
O siamo capaci, noi maschi, di metterci all'ascolto della voce delle donne, della storia delle donne, della cultura delle donne, delle lotte delle donne, oppure meglio sarebbe che rinunciassimo a voler fare qualcosa di utile per l'umanita'.
3. Giancarla Codrignani ha ragione.
Anche nell'area di noi cosiddetti o sedicenti amici della nonviolenza permangono ambiguita', indifferenze, vilta' e sottomissione all'ideologia maschilista, che e' gia' il fascismo e tanto piu' forte quanto piu' pretende di presentarsi come ordine naturale, o come pensiero universale, o come ipostasi destorificata ed essenzialista, e si occulta fin nelle pieghe piu' intime del linguaggio e ci plasma nel profondo e ci rende complici di un ordine del mondo, e del discorso - del logos -, iniquo e sanguinario.
4. Giancarla Codrignani ha ragione.
Ed io che scrivo che ha ragione so che scrivendo questo scrivo anche che io ho torto, ed ho torto anche proprio quando scrivo questo e mentre scrivo questo ometto di trarne pienamente tutte le immediate, necessarie conseguenze nella mia stessa vita quotidiana. Ma so che Giancarla apprezzera' comunque il mio sforzo. Come quel killer interpretato da Samuel L. Jackson in "Pulp fiction", ci sto provando; e' da piu' di un quarto di secolo che ci sto provando a combattere in me il fascista che e' in me da migliaia di anni, e che tutta la mia precedente educazione voleva che fossi. E ancora ne devo mangiare di pagnotte, scarpinare di strada, ed ascoltarne a capo chino di rimbrotti.
Ci sto provando, Giancarla, e grazie di darmi ogni tanto una voce; e di volermi comunque bene.
12. SU DUE QUESTIONI POSTE DALL'EDITORIALE DI GIANCARLA CODRIGNANI
Mi sembra che l'editoriale di Giancarla Codrignani apparso sul notiziario n. 437 del 6 dicembre, ripreso e sviluppato dall'editoriale di Lidia Menapace apparso sul notiziario n. 438 del 7 dicembre, ponga questioni decisive.
Vorrei provare a segnalarne due.
*
La prima: una questione, diciamo cosi', immediata e contingente: la necessita' di contrastare le derive maschiliste, autoritarie, militariste e violentiste che possono distruggere il movimento per la pace, e questo soprattutto in un momento come quello attuale in cui il movimento per la pace dovra' fronteggaiore il pericolo di una nuova guerra che potrebbe presto diventare una vera e propria guerra mondiale quantunque "asimmetrica" che potrebbe mettere in pericolo l'umanita' intera (nell'eta' atomica indagata da Guenther Anders ogni guerra puo' innescare la catastrofe del genere umano).
E' questione da non sottovalutare, e su questo foglio da anni si cerca di apportare qualche contributo di chiarezza e di proposta. Che vorrei provare a riassumere cosi':
a) ci si puo' opporre con efficacia alla guerra solo se si e' un movimento effettualmente, concretamente costruttore di pace, e quindi non subalterno alla cultura maschilista, totalitaria e guerrafondaia; occorre quindi essere un movimento che si opponga a tutte le violenze, e che nel suo stesso esistere non riproduca modalita' autoritarie, carrieriste, militariste, violentiste.
A questo fine il contributo del movimento delle donne, della cultura delle donne, del pensiero e delle pratiche delle donne, e' semplicemente fondamentale. Che molti maschi non se ne accorgano e' cosa che inquieta enormemente me e credo tutte le persone ragionevoli.
b) Occorre che il movimento che si oppone alla guerra e vuole impegnarsi per la giustizia e la dignita' umana faccia la scelta della nonviolenza come forma di opposizione intransigente a tutte le violenze; solo la scelta della nonviolenza consente di essere un movimento per la pace adeguato alla terribile situazione del mondo di oggi.
E per fare la scelta della nonviolenza occorre mettersi all'ascolto e alla scuola delle grandi esperienze storiche della nonviolenza, e tra esse decisive mi sembrano due: la Resistenza al fascismo (che e' stata nella sua grandissima parte esperienza di resistenza nonviolenta - questa e' la verita' storica, ben diversa dalle ricostruzioni cinematografiche di una industria culturale maschilista, bellicista, gravemente fascistizzante e narcoticamente consumistica), e le lotte dei movimenti delle donne per la dignita' umana, per l'ambiente, per la convivenza, per la pace (e infiniti esempi ed innumerevoli nomi potrebbero essere fatti).
Il fatto che molti dicano di essere vicini alla nonviolenza e poi ne ignorino pressoche' tutto, e lo dimostrano proprio soprattutto negando valore e dimenticando completamente le rilevantissime esperienze nonviolente di pensiero e di azione delle donne, e' sintomatico di un'ambiguita' morale, di un obnibilamento cognitivo, di una insipienza politica che sono sconcertanti e le cui conseguenze sono e non possono non essere nefaste.
c) Solo se si fa la scelta preliminare e fondante della nonviolenza sara' possibile opporsi concretamente alla guerra, in modo non subalterno, in modo non rituale, in modo non ridicolo e recuperato a priori dal potere bellicoso e bellicista; solo se si fa la scelta della nonviolenza si possono poi fare
le cinque cose che occorre fare davvero e innanzitutto:
- azioni dirette nonviolente che contrastino operativamente ed efficacemente la macchina bellica (come l'esperienza delle mongolfiere della pace nel '99);
- una campagna di massa di disobbedienza civile vera che miri a bloccare la catena di comando dei poteri politici ed amministrativi fedifraghi e fuorilegge, golpisti e stragisti, che alla guerra trascinassero il nostro paese;
- la preparazione di uno sciopero generale che provochi la caduta del governo e lo scioglimento del parlamento che violando la Costituzione italiana aderissero alla guerra immorale e illegale;
- la campagna di denunce penali da presentare a tutte le forze dell'ordine ed a tutte le magistrature per chiedere l'arresto e il processo e la punizione dei golpisti stragisti per violazione della Costituzione e crimini di guerra e contro l'umanita';
- e prioritariamente (perche' per far tutto questo occorre una preparazione severissima e partecipatissima ed autenticamente intimamente trasformatrice) una formazione e un addestramento di massa alla nonviolenza: ai valori logici, ermeneutici ed assiologici della nonviolenza, alle tecniche deliberative ed operative della nonviolenza, alle strategie della nonviolenza, alle metodiche e progettualita' della nonviolenza (e lasciamo che siano i cretini a brigare per finire in tivu' o sui giornali, ed asteniamoci nel modo piu' rigoroso dal fare le pagliacciate che piacciono ai mass-media e agli insensati e comici ideologi che confondono la realta' con quello che i padroni delle tivu' fanno vedere sugli schermi - appunto: schermi).
Ma per far queste cose che a me paiono necessarie e le sole ad un tempo utili e praticabili quantunque almeno in parte difficilissime e di esito incerto ("di esito incerto": e' la formula con cui Giaime Pintor definisce la sua "impresa" nell'ultima lettera al fratello Luigi - e riecheggiava quella "intrapresa risicata" del testamento politico dell'amato Pisacane), e' indispensabile mettersi alla scuola della cultura e della prassi del movimento delle donne, delle tradizioni teoretiche ed esperienziali dei movimenti femministi, delle proposte ermeneutiche e politiche in senso forte - arendtiano - che dalle acquisizioni e proposte della cultura delle donne dell'ultimo secolo a tutti noi vengono come dono grande e illuminante orientamento.
Se non si accolgono nel campo delle nostre risorse teoretiche e comportamentali le idee e le pratiche grandi di movimenti come ad esempio quello delle Madri e Nonne di Plaza de Mayo, o le donne in nero, o le lotte delle donne in India; e le esperienze e riflessioni di figure come Etty Hillesum, Virginia Woolf, Simone Weil, Hannah Arendt, Simone de Beauvoir; e Germaine Greer, Franca Ongaro Basaglia, Luce Irigaray, Rigoberta Menchu', Aung San Suu Kyi, Vandana Shiva e molte altre; ebbene, se non si fa tesoro e non si valorizza questa ricchezza, il nostro accostamento alla nonviolenza non sara' tale ma solo autoinganno; e il nostro agire per la pace sara' cosi' inane ed intimamente falso che meglio sarebbe non far nulla invece che far cose peggio che inutili, controproducenti ed autolesioniste.
*
La seconda questione (ma di questa scrivero' molto piu' frettolosamente, non voglio sottrarre troppo spazio): non e' possibile essere movimento per la pace, e ancor meno e' possibile essere persone amiche della nonviolenza, se non si parte dalla lettura e discussione e meditazione delle Tre ghinee di Virginia Woolf, se non si coglie la crucialita' di quell'analisi che connette maschilismo, fascismo e guerra. Chi pensa di potersi opporre alla guerra senza opporsi anche al fascismo e al maschilismo e' peggio che un illuso: e' uno sciocco e un malandrino. Chi pensa di poter essere antifascista senza lottare contro l'ideologia e le prassi patriarcali e maschiliste non e' una persona seria, non e' una persona ragionevole, non e' una persona onesta.
Cosi' come tutti siamo dovuti passare, scrisse quell'esule e non fallava, attraverso il torrente di fuoco (feuer-bach: Feuerbach), ugualmente tutti dobbiamo passare attraverso la riflessione di Virginia Woolf, altrimenti il nostro parlare di pace e di nonviolenza e' solo chiacchiera e fumisteria: potremo pure ingannare noi stessi, ma non inganneremo nessun altro, e non fermeremo la guerra (che, scrisse Gandhi, e' sempre omicidio di massa) ne' rovesceremo l'ingiustizia strutturale che oggi vampirizza e strazia e uccide innumerevoli esseri umani e devasta ed inquina e soffoca nella morte quest'unico mondo che abbiamo.
*
Queste due cose essenziali mi pare di aver colto da quanto Giancarla Codrignani e Lidia Menapace hanno scritto.
Vorrei sperare che molte altre e molti altri su questo intervenissero, almeno sul nostro notiziario.
13. UNA LETTERA A SOSTEGNO DELLA "RAGIONEVOLE PROPOSTA" PER SALVARE LE VITE DEI MIGRANTI OGGI CONDANNATI A MORIRE NEI NOSTRI MARI
Cari amici,
a sostegno della "ragionevole proposta" di consentire a tutti l'ingresso legale in Italia e di istituire un servizio di trasporto pubblico e gratuito per le donne e gli uomini aventi diritto ai sensi dell'art. 10, comma terzo, della Costituzione della Repubblica Italiana, vorrei riassuntivamente evidenziare quanto segue:
I. cesserebbero le stragi di migranti nei nostri mari, ergo si salverebbero migliaia di vite umane;
II. cesserebbero gli enormi arricchimenti dei poteri mafiosi che oggi gestiscono monopolisticamente lucrandovi giganteschi profitti il trasporto di esseri umani in fuga da fame, guerre, persecuzioni;
III. cesserebbe la piaga della clandestinita' in Italia, che condanna centinaia di migliaia di persone a una vta di paura, solitudine e soprusi, ed alimenta l'insicurezza di tutti;
IV. si risparmierebbero ingentissime risorse pubbliche oggi sperperate con risultati catastrofici;
V. si migliorerebbe il rapporto tra Italia e sud del mondo (e quindi anche tra Europa e sud del mondo);
VI. si promuoverebbe l'incontro, il dialogo e la crescita tra e delle culture (e la storia d'Italia, e il suo patrimonio monumentale, e' forse il simbolo piu' evidente di quanto fecondo sia l'incontro e l'intreccio di diverse culture);
VII. si promuoverebbero ed invererebbero la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani;
VIII. si realizzerebbe una politica italiana all'altezza della mondialita', della solidarieta' tra e con tutta l'umanita' (esigenza ineludibile nell'era della globalizzazione);
IX. si disarmerebbe la propaganda dei violenti e dei terroristi;
X. si toglierebbero ai poteri criminali molte vittime effettuali e potenziali, salvando cosi' molti esseri umani dal divenire bersaglio o complici di attivita' criminali;
XI. si restituirebbe valore e vigore alla legalita', applicando finalmente la Costituzione della Repubblica Italiana.
Non mi sembra piccola cosa.
Un cordiale saluto.
14. IL RITORNO DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE E LA NECESSITA' DELLA NONVIOLENZA
Sono solo un povero uomo.
Ma ho gia' visto gli anni del sangue per le strade, e voglio che non si ripetano piu' in questo paese.
Ed allora, in nome del cielo o di quel che volete, che tutti si faccia quanto e' in potere di ognuno per impedire che quegli anni ritornino. Che tutti si faccia quanto e' in potere di ciascuno per contrastare la violenza, sempre e ovunque, davvero "senza se e senza ma".
Ed a tutti coloro che vogliono impegnarsi per la pace, per la giustizia, per la dignita' umana, miei amici, miei fratelli e sorelle, chiedo: facciamo tutti la scelta della nonviolenza come unica forma di lotta.
Con la scelta della nonviolenza la nostra resistenza all'inumano diventera' invincibile.
Con la scelta della nonviolenza sempre piu' l'intera umanita' si unira' alla nostra lotta affinche' tutti i diritti umani siano riconosciuti a tutti gli esseri umani.
Con la scelta della nonviolenza si salvano le vite umane anziche' distruggerle, e si disarmano gli armati.
Sono solo un uomo povero, che gia' tante persone morte ha pianto.
A tutti chiedo di ascoltarmi.
Di fermarci a considerare.
Di scegliere la nonviolenza.
15. UN INCONTRO SU CINQUE DOMANDE
Nell'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani proclamata il 10 dicembre 1948, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo ha promosso un incontro di approfondimento sul tema "cinque domande ineludibili".
Le cinque domande proposte alla riflessione sono le seguenti:
1. E' possibile difendere i diritti umani qui se si contribuisce ad opprimere i quattro quinti dell'umanita'?
2. E' possibile difendere i diritti umani qui se si continua a tollerare che esseri umani vengano uccisi nel mondo con la pena di morte e con le guerre - che, come ha scritto Gandhi, consistono sempre di omicidi di massa?
3. E' possibile difendere i diritti umani qui se neghiamo ospitalita' ed aiuto alle vittime di miseria e persecuzioni?
4. E' possibile difendere i diritti umani qui se non si fa la scelta della nonviolenza?
5. E' possibile difendere i diritti umani qui se non ci impegnamo per la loro affermazione ovunque nel mondo?
Il motto proposto dall'incontro e': "tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani".
16. A SOSTEGNO DELLA "RAGIONEVOLE PROPOSTA"
Mio buon amico,
mi chiedi un'opinione sulla "ragionevole proposta" di salvare la vita agli esseri umani che oggi trovano la morte in mare nel tentativo di sfuggire alla miseria ed alle persecuzioni, alla fame ("frusta dei popoli"), alle guerre, alle dittature; proposta che consiste nel garantire a tutti l'ingresso legale nel nostro paese ed offrire a chi piu' ne ha diritto e bisogno (le persone la cui condizione e' quella prevista dal comma terzo dell'art. 10 della Costituzione italiana) un servizio di trasporto pubblico e gratuito.
La mia opinione, detta senza circonlocuzioni, e' che sono d'accordo.
Sono d'accordo perche' e' evidente che quelle persone muoiono perche' vittime di un'ingiustizia a cui anche il nostro paese coopera negando loro di trovar scampo qui, quello scampo che la nostra legge fondamentale riconosce essere un loro diritto.
Io sono di quelli che pensano che le leggi vadano prese sul serio.
E sono di quelli che pensano che non si possa stare a cincischiare quando si tratta di decidere se salvare delle vite umane o condannarle a perire tra i piu' atroci tormenti: credo che compito primo di ogni appartenente alla comunita' umana sia quello di salvare dalla morte piu' esseri umani che possa.
Che altro dire? Possa questa "ragionevole proposta" divenire presto legge dello Stato, poiche' legge della coscienza lo e' gia'.
17. IL TRIONFO DEL DOTTOR STRANAMORE
I mass-media riportano la notizia della dichiarata disponibilita' del governo statunitense a scatenare una guerra nucleare. Che ipso facto puo' portare alla fine della civilta' umana.
Impedire questa guerra e' questione di vita o di morte per l'umanita' intera.
18. UNA "RAGIONEVOLE PROPOSTA" E UNA NECESSARIA CONSEGUENZA: RINEGOZIARE SCHENGEN PER FAR CESSARE IL BAGNO DI SANGUE
Siamo tra quelli che lo dissero subito, infelici Cassandre.
Che gli accordi di Schengen avrebbero provocato delle stragi.
Che gli accordi di Schengen erano nulli in radice, poiche' effettualmente violavano quanto disposto dall'articolo 10 della Costituzione della Repubblica Italiana, e nessun potere esecutivo o legislativo era autorizzato a sottoscrivere un atto dagli effetti illegali, golpisti, anomici, e stragisti. Stragisti, si'.
La tragica realta' e' sotto gli occhi di tutti: i nostri mari da anni si tingono del sangue dei migranti che la legge fondamentale del nostro stato ci dice che dobbiamo assolutamente accogliere, e che invece vengono respinti da poteri politici corrotti, antidemocratici e disumanati, da leggi illecite ed anticostituzionali ed obbrobriose all'umano sentire, e gettati nelle grinfie dei poteri criminali che delle loro vite fanno mercato e fanno scempio.
La tragica realta' e' sotto gli occhi di tutti e tutti interpella: occorre che l'Italia dichiari nulli gli accordi di Schengen in quanto in flagrante effettuale contrasto con l'articolo 10 comma terzo della Costituzione della Repubblica Italiana.
Occorre che l'Europa cosiddetta "comunitaria" abbia una resipiscenza, un sussulto, una riconquista di civilta' giuridica e di civilta' tout court.
Occore rinegoziare subito gli accordi di Schengen per far cessare subito le stragi dei migranti.
Ed occorre ripristinare subito qui in Italia la vigenza della legalita' costituzionale, e subito adottare un provvedimento legislativo ed amministrativo che salvi la vita di migliaia di innocenti oggi condannati alla morte: garantendo a tutti la possibilita' di ingresso legale in Italia; e mettendo a disposizione di chi ne ha piu' diritto e piu' bisogno (gli esseri umani in fuga dalle guerre e dalla fame, dalle persecuzioni e dalla miseria) un servizio di trasporto pubblico e gratuito verso il nostro paese, per salvezza delle loro vite, e delle nostre coscienze.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Numero 115 del 20 febbraio 2013
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