Archivi. 109



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 109 del 14 febbraio 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di dicembre 2005

2. Cento letture per un accostamento alla pace

3. Cinque parole

4. Saffo

5. Per Marco Mariani, educatore

6. Del diffidar sincero l'elogio breve e acre

7. Paolo Sylos Labini

8. Paolo Sylos Labini

9. Luce Fabbri

10. Amnistia

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2005

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2005.

 

2. CENTO LETTURE PER UN ACCOSTAMENTO ALLA PACE

[La seguente bibliografia e' stata predisposta per il quinto annuario geopolitico della pace di imminente pubblicazione: Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace, Oltre la guerra. Annuario geopolitico della pace 2005, Milano, Altreconomia - Terre di Mezzo, Milano 2005, pp. 286, euro 18. Per richieste alla casa editrice: Altreconomia - Terre di Mezzo, tel. 0248953031, e-mail: segreteria at altreconomia.it]

 

Premessa

Una bibliografia del genere e' possibile solo come esercizio di ironia o testimonianza di disperazione. Ho privilegiato testi leggibili e facilmente reperibili, ho rinunciato a molti amori e molte ovvieta' (altre sono restate, chiedo venia), ho diviso in cinque blocchi di venti libri, solitamente segnalando una sola opera per autore o autrice, con qualche inevitabile eccezione. Lacune, ingenuita' ed astuzie di questa proposta credo siano cosi' evidenti che non mette conto parlarne.

Vale forse la pena di aggiungere questo: che e' opinione di chi scrive queste righe che non si dia ormai piu' possibilita' di impegno per la pace se non si fa la scelta della nonviolenza.

1. Radici

- Aristofane, Lisistrata

- Epicuro

- Eraclito

- Eschilo, tutte le tragedie

- Euripide, tutte le tragedie

- Giobbe

- Giona

- Iliade

- Inni omerici

- Lisia, Contro Eratostene

- Lucrezio

- Odissea

- Platone, Apologia di Socrate; Critone

- Qohelet

- Saffo

- Sofocle, tutte le tragedie

- Stoici antichi, Tutti i frammenti

- Tao Te Ching

- Tucidide

- i Vangeli

*

2. Passato remoto

- Martin Buber, I racconti dei Chassidim

- Pedro Calderon de la Barca, La vita e' sogno

- Miguel de Cervantes, Don Chisciotte

- Denis Diderot, Il nipote di Rameau

- Fedor Dostoevskij, tutti i romanzi; Ricordi della casa dei morti

- Ludwig Feuerbach, Principi della filosofia dell'avvenire; L'essenza del cristianesimo; L'essenza della religione

- Fonti francescane

- Eduardo Galeano, Memoria del fuoco

- Victor Hugo, I miserabili

- Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell'umanita'

- Bartolome' de Las Casas, Brevissima relazione della distruzione delle Indie

- Lazarillo de Tormes

- Lope de Vega, Fuenteovejuna

- Lu Hsun, tutti i racconti

- Herman Melville, Moby Dick; Benito Cereno

- Moliere, Tartufo

- Thomas More, Utopia

- Blaise Pascal, Lettere provinciali

- William Shakespeare, Riccardo III; Amleto; Otello; Re Lear; Macbeth

- Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde

*

3. Passato prossimo

- Jose' Maria Arguedas, La volpe di sopra e la volpe di sotto

- Bertolt Brecht, L'eccezione e la regola; Poesie di Svendborg

- Albert Camus, La peste; L'uomo in rivolta

- Elias Canetti, Massa e potere

- Hans Magnus Enzensberger, La breve estate dell'anarchia

- Frantz Fanon, I dannati della terra

- Anne Frank, Diario

- Erving Goffman, Asylums

- Bianca Guidetti Serra, Compagne

- Robert Jungk, Gli apprendisti stregoni

- Stanislaw Lem, Solaris

- Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea

- Primo Levi, Se questo e' un uomo; I sommersi e i salvati

- George Orwell, Omaggio alla Catalogna; 1984

- Nuto Revelli, tutte le opere

- Jean-Paul Sartre, Le mani sporche

- Mary Shelley, Frankenstein, ovvero il Prometeo moderno

- Ignazio Silone, Fontamara

- Aleksandr Solzenicyn, Arcipelago Gulag

- Vercors, Il silenzio del mare

*

4. Presente anteriore

- Guenther Anders, L'uomo e' antiquato; Essere o non essere; Noi figli di Eichmann

- Ernesto Balducci, L'uomo planetario; La terra del tramonto

- Franco Basaglia, Scritti

- Ernesto De Martino, La fine del mondo

- Erich Fromm, Anatomia della distruttivita' umana

- Umberto Galimberti, Psiche e techne

- Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza

- Luce Irigaray, Speculum

- Hans Jonas, Il principio responsabilita'

- Franz Kafka, tutte le opere

- Krisztof Kieslowski, Krisztof Piesiewicz, Decalogo

- Emmanuel Levinas, Totalita' e infinito

- Rosa Luxemburg, Scritti scelti; Scritti politici

- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta'

- Edoarda Masi, Cento trame di capolavori della letteratura cinese

- Gianni Rodari, Grammatica della fantasia

- Umberto Santino, Storia del movimento antimafia

- Renate Siebert, Le donne, la mafia; La mafia, la morte e il ricordo

- George Steiner, Le Antigoni

- Tzvetan Todorov, La conquista dell'America; Di fronte all'estremo; Memoria del male, tentazione del bene

*

5. I compiti dell'ora

- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo; La banalita' del male; Vita activa

- Simone de Beauvoir, Il secondo sesso; l'opera memorialistica

- Margarete Buber-Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler; Milena, l'amica di Kafka

- Cultura escrita y educacion. Conversaciones con Emilia Ferreiro

- Emily Dickinson, Poesie

- Assia Djebar, Donne d'Algeri nei loro appartamenti; Lontano da Medina; La donna senza sepoltura

- Germaine Greer, L'eunuco femmina; La donna intera

- Etty Hillesum, Diario; Lettere

- Ursula K. Le Guin, La mano sinistra delle tenebre; I reietti dell'altro pianeta

- Rigoberta Menchu' (con Elisabeth Burgos), Mi chiamo Rigoberta Menchu'

- Fatema Mernissi, Islam e democrazia

- Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia; Una voce

- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le Madri di Plaza de Mayo

- Adrienne Rich, Nato di donna

- Marthe Robert, L'antico e il nuovo

- Vandana Shiva, tutte le opere

- Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte; (a cura di), Psicoanalisi al femminile; Volere un figlio

- Simone Weil, Quaderni

- Christa Wolf, Cassandra; Medea. Voci

- Virginia Woolf, Una stanza tutta per se'; Le tre ghinee

 

3. CINQUE PAROLE

 

Contro ogni squadrismo, la nonviolenza.

 

4. SAFFO

 

"Con Saffo nasce, nella poesia del mondo, l'interiorita'" (cosi' Enzo Mandruzzato, Lirici greci dell'eta' arcaica, Rizzoli, Milano 1994, 2001, p. 169). "Saffo e' tra i piu' grandi creatori di linguaggio" (cosi' Filippo Maria Pontani nella prefazione a Saffo, Alceo, Anacreonte, Liriche e frammenti, Einaudi, Torino 1965, 1997, p. 6).

Con Saffo per la prima volta nella coscienza e nella storia umana, cosi' come noi le conosciamo, affiora e prende forma l'idea e la prassi della nonviolenza.

*

Et coetera

Saffo e' fiorita nell'isola di Lesbo, ove visse quasi sempre a Mitilene, tra il VII e il VI secolo a. C.

Salvatore Quasimodo, tra i maggiori poeti del Novecento, nacque nel 1901 e scomparve nel 1968. Manara Valgimigli, grecista insigne, nacque nel 1876 e scomparve nel 1965.

Alcune altre traduzioni: quelle di Gennaro Perrotta ora si possono leggere in Lirici greci, a cura di Umberto Albini, traduzione di Gennaro Perrotta, Le Monnier, Firenze 1972, Garzanti, Milano 1976, 1980; quelle di Enzo Mandruzzato in Id. (a cura di), Lirici greci dell'eta' arcaica, Rizzoli, Milano 1994, 2001; quelle di Filippo Maria Pontani in Id. (a cura di), Saffo, Alceo, Anacreonte, Liriche e frammenti, Einaudi, Torino 1965, 1997.

Tra le edizioni economiche recenti segnaliamo particolarmente: Saffo, Poesie, traduzione e note di Fanco Ferrari, con ampia ed impegnata introduzione di Vincenzo Di Benedetto, Rizzoli, Milano 1987. E ancora: Saffo, Poesie, a cura di Ilaria Dagnini, Newton Compton, Roma 1982, 1991; e naturalmente: Lirici greci. Saffo, Alceo, Anacreonte, Ibico, a cura di Giulio Guidorizzi, Mondadori, Milano 1993. Tutte con testo a fronte.

L'edizione critica oggi di riferimento e' quella curata da Eva-Maria Voigt, Sappho et Alcaeus. Fragmenta, Amsterdam 1971.

Tra innumerevoli altri trascegliendo, tre libri ancora almeno mettera' forse conto segnalare: Gennaro Perrotta, Bruno Gentili, Polinnia. Poesia greca arcaica, D'Anna, Messina-Firenze 1948 e piu' volte ristampata (e' un'antologia ad uso dei licei, ma la raccomanderemmo ad ogni lettore e lettrice); Salvatore Nicosia, Tradizione testuale diretta e indiretta dei poeti di Lesbo, Edizioni dell'ateneo, Roma 1976 (utile per farsi un'idea di alcune questioni filologiche ed esegetiche); Bruno Gentili, Poesia e pubblico nella Grecia antica, Laterza, Roma-Bari 1984.

Ovviamente chi volesse accostare la letteratura greca nel suo ampio respiro troverebbe un amico e un compagno di viaggio buono e fedele in Albin Lesky, Storia della letteratura greca, 3 voll., Il Saggiatore, Milano 1962, 1996.

 

5. PER MARCO MARIANI, EDUCATORE

 

Zum Sehen geboren,

Zum Schauen bestellt,

Dem Turme geschworen,

Gefaellt mir die Welt.

Ich blick in die Ferne,

Ich seh in der Naeh,

Den Mond und die Sterne,

Den Wald und das Reh.

So seh ich in allen

Die ewige Zier,

Und wie mirs gefallen,

Gefall ich auch mir.

Ihr gluecklichen Augen,

Was je ihr gesehn,

Es sei, wie es wolle,

Es war doch so schoen!

(Goethe, Faust, II, V, 11288-11303)

 

Quando ti muore un amico piu' giovane di te ne provi uno sbigottimento e un'amarezza maggiori di quando a lasciarti e' qualcuno piu' carico d'anni; e una vergogna ne provi, per essere tu ancor vivo, e lui non piu'.

*

Alcuni giorni fa e' improvvisamente deceduto Marco Mariani, e quando comuni amici mi hanno telefonato per darmi la notizia non riuscivo a crederci: era cosi' giovane, e cosi' buono, gli occhi gli sorridevano sempre; qualche giorno prima avevamo ancora una volta scherzato insieme sulle gioie e i disdori nostri e di tutti, i guasti e la meraviglia del mondo.

*

Lunedi', al termine di un'assemblea, gli studenti e gli insegnanti del liceo di Orte hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di Marco, sciogliendosi poi in un applauso al suo indirizzo, e molti occhi erano lucidi di lacrime a stento trattenute. Come ne avrebbe riso di cuore: me lo immagino con la sua aria sorniona a sbuffare e a dirci di pensare a fare bene il bene, a fare la cosa giusta non una volta ogni tanto ma sempre; ma penso che in cuor suo quel tributo gli avrebbe fatto piacere, sapeva che tutti gli volevamo bene, che era il beniamino del nostro accampamento.

*

Da un po' d'anni coordino presso il liceo scientifico di Orte una cosa che negli atti amministrativi e' pomposamente definita "corso di educazione alla pace e alla legalita'", e che taluni dicono essere uno dei fiori all'occhiello del piano dell'offerta formativa della scuola; ma con le persone amiche con cui cola' lavoro (studenti e lavoratori di quella scuola, e non solo) siamo soliti chiamare questa nostra esperienza incontri di accostamento alla nonviolenza. Leggiamo e commentiamo antichi testi ardui e fecondi, e discutiamo dei compiti dell'ora. Talora invitiamo persone amiche che vengono da forti esperienze a parlarne con noi, a farcene partecipi. Quando capita la volta buona cantiamo anche insieme; ed insieme talvolta scriviamo versi. Cerchiamo di dirci parole vere, cerchiamo di costruire tra noi relazioni di pace. Quando riusciamo, ci guardiamo negli occhi e amiamo dire: questa e' una buona scuola.

*

Marco Mariani era uno degli educatori migliori di quel liceo.

Non era un professore, era un bidello: era il principale punto di riferimento per tutti, insegnava ai giovani l'arte piu' difficile e piu' necessaria: ascoltarsi reciprocamente, ridere insieme e insieme soffrire, a chi annaspa e vacilla tendere sempre la mano; insegnava a rispettare l'altra persona, l'altrui pensiero, e tutto sempre mettere in discussione.

Io dico che Marco era un costruttore di pace, e un amico della nonviolenza (e ancora una volta me lo immagino scuotere la testa, e allargare le braccia, e fare una smorfia e schermirsi: ma era davvero un costruttore di pace, e un amico della nonviolenza).

*

Da qualche anno era stato trasferito dal liceo al ragioneria (le due scuole adesso fanno parte di un unico istituto, e gli edifici che le ospitano si trovano a poche decine di metri di distanza, e taluni corsi pomeridiani del liceo - come il mio - si svolgono ora nell'edificio del ragioneria); quel trasferimento lui lo aveva vissuto come un'ingiustizia: e io credo che avesse ragione. Ma nessuno al liceo lo aveva dimenticato: quel trasferimento era sentito da tutti come un'offesa a tutti noi fatta, a tutti noi inferta una ferita.

*

Nell'immediatezza della scomparsa, ad affrontare se non a lenire l'angoscia per la perdita di un amico, mi attentai a scrivere qualche riga di non piu' pronunciabile saluto, non riuscendo more solito a farlo se non nella stilizzazione e nel distanziamento di quella lingua arcaica e laboriosa che mi sgorga non spontanea ma convulsa quando devo dire cio' che piu' mi sta a cuore e che quindi piu' mi opprime, la lingua dei lutti e degli addii, che rifletta la fatica di darsi ragione dell'orrore della morte, e lo sforzo di dire comunque - contro la morte che tutto travolge e annienta - la gratitudine per un amico che ti ha reso la vita piu' bella e piu' degna. Le trascrivo ora qui a mo' di chiusa di questo ricordo.

 

Cosi' trascorre questa notte oscura

che passo dopo passo nel deserto

verso il nulla dell'orco s'infutura

la nostra carovana, ed alcun serto

 

lenira' mai il dolore della dura

penosa traversata, e senza merto

l'artiglio della morte strappa e fura

le vite nostre ad una ad una, il certo

 

inesorabile comune fato

della piu' lieve foglia e del piu' carco

di ansie e glorie spirto umano, dato

 

questo ci fu dei giorni al breve arco

termine, e la bellezza del creato.

Addio per sempre buon amico Marco.

 

6. DEL DIFFIDAR SINCERO L'ELOGIO BREVE E ACRE

 

Non ti fidare mai di chi possiede un'automobile

non ti fidare mai di chi a cuor nobile si atteggia.

 

Non ti fidare di chi si commuove

quando lo dice la televisione,

non ti fidare di chi cose nuove

proclama e intanto aspira a una pensione,

una prebenda, un finanziamento.

 

Non ti fidare di chi ha sempre un commento

pronto per l'uso ed un vestito adatto,

non ti fidare di chi gioca a dar di matto

e di chi mai emette un sol lamento:

non ti fidare di chi e' salito su un aereo.

 

Non ti fidare di nessun nunzio sidereo,

non ti fidare di chi indossa la divisa

di prete, di affarista o generale

o di liberatore o in altra guisa:

ogni divisa porta sempre male.

 

Non ti fidare di chi non ha una scheggia

piantata nel petto che sanguini ancora.

 

Ed ogni imperio vada alla malora.

 

7. PAOLO SYLOS LABINI

 

Della cultura italiana, della vita civile italiana, Paolo Sylos Labini e' stato uno dei pochi autentici campioni, nel senso che le cavalleresche civilta' e vicende a questo termine hanno attribuito.

Una persona che sempre si e' battuta per l'umana dignita', quella dignita' che solo scaturisce dal civile convivere e condursi, dall'impegno assiduo a cercare e dire il vero, dalla cura per il pubblico bene prima ancora che per i privati interessi quantunque legittimi, dalla sollecita solidarieta' (poiche' una solidarieta' non sollecita' non e' solidarieta') con gli umiliati e gli offesi, dal generoso e paziente darsi come esempio nel perseverare nel buono e nel giusto.

Una persona amica della nonviolenza.

*

Il suo lascito scientifico e' grande, grande l'eredita' feconda di opere di dottrina e di morale, immensa l'eredita' di persone cui seppe illuminare la via nella selva del mondo col suo insegnare, il suo dire, il suo scrivere, il suo testimoniare.

Un cittadino dell'umana citta'. Nella sobrieta' e nell'appassionamento, nella lotta incessante contro la prevaricazione e la menzogna, nella generosita' e nella pazienza di un magistero civile che inciviliva. Nell'ironia e nella serieta' con cui seppe affrontare le prove ardue e le scelte necessarie. Nella vivacita' e nel buon gusto, nell'intransigenza e nel garbo, che sono anch'esse civili virtu', e fomento e fomite di democrazia.

*

Si poteva non esser d'accordo con varie delle sue opinioni, e a noi talvolta e' accaduto. Ma in cio' che scriveva leggevi costante la volonta' buona e acuta l'intelligenza, il desiderio di capire e di farsi capire, l'impegno e la coscienza di contribuire a un'impresa comune, l'umanizzazione dell'umanita', del bene di tutti mettendosi al servizio.

Anche noi qui lo ringraziamo ancora.

 

8. PAOLO SYLOS LABINI

 

Sono trent'anni che non cesso d'interrogarmi sul problema di fondo del Saggio sulle classi sociali di Paolo Sylos Labini: ovvero di come la piccola borghesia abbia invaso e colonizzato le rappresentanze del movimento degli oppressi e vampirizzato le loro risorse e le loro lotte.

*

E' un problema che non posso non pormi, poiche' tra altre sorprese che la vita mi ha riservato sono stato un funzionario di partito e un pubblico amministratore, uno dei pochissimi che io conosca che non solo non abbiano voluto arricchirsi depredando cio' che e' di tutti, ma che abbiano anche saputo rifiutare la possibilita' di sistemarsi in una comoda burocrazia di toga o di spada, dell'abito nero o del rosso giusta Sorel (Julien, non Georges). De te fabula narratur.

Ed anche oggi vedo chiaramente che tanta parte delle rappresentanze non solo delle istituzioni statali e parastatali ma anche - ahinoi - del cosiddetto movimento altermondialista (che ci appare sovente replica in farsa dell'utopia rivoluzionaria di cui evidentemente solo in pochi serbiamo memoria ad un tempo grata e dolorosa, ed ancor meno una severa fedelta' - e fedelta' nel segno della nonviolenza, poiche' senza la scelta della nonviolenza quel cammino di profonde necessarie riforme ovvero rotture ed aperture e' peggio che nulla, e' gorgo ed abisso) sono una vorace e rampante piccola borghesia sempre all'assalto dei pubblici erari, sempre in cordata a scalare gli scranni, sempre complice nell'opprimere gli oppressi, e sempre ignara della miseria sua e del male che fa, che consente, che favoreggia. Il popolo delle scimmie, scrisse Gramsci nel '21.

*

Dei testi di Sylos Labini quel saggio del '74 e' il libro che primo mi viene alla mente quando penso al suo magistero, e quello da cui mi sento ancora piu' toccato.

Ora che Sylos Labini e' scomparso, anch'io - che sovente non ho condiviso certe sue analisi e proposte, o certi stilemi suoi propri che pure oggi vieppiu' mi commuovono - mi avvedo che sempre verso la sua figura e l'operare suo ho provato una stima e una gratitudine che nulla puo' estinguere.

 

9. LUCE FABBRI

 

In una conversazione con Cristina Valenti del 1993 Luce Fabbri, che era nata nel 1908 (ed e' deceduta, carca d'anni e piu' di gloria, nel 2000),  raccontava un episodio della sua infanzia legato all'esperienza della prima guerra mondiale: "I racconti che ascoltavo m'impressionavano molto ma soprattutto mi indignava il fatto che ci fosse un potere capace di obbligare una persona non solo a farsi ammazzare, ma ad ammazzare. Mi sembrava inconcepibile che ci fosse qualcuno che potesse dire ad un altro 'ammazza uno che non ti ha mai fatto niente altrimenti ti fucilo'. Quella e' stata una cosa che m'ha veramente colpita, ho pianto e ricordo che di notte mordevo il cuscino dalla rabbia. E' stata una scossa molto forte dal punto di vista morale e credo che il mio anarchismo parta da li', mi pare che sia quello il punto di partenza".

Per l'intera sua vita Luce Fabbri resto' fedele a se stessa, e all'umanita'.

*

Nello stesso colloquio, piu' oltre, diceva: "Io sento la violenza come una cosa antianarchica, come autoritaria in se', e d'altra parte sento anche che abbiamo delle responsabilita' di fronte alla realta' e soprattutto di fronte alle sofferenze della gente. Ci sono momenti in cui non si puo' non lottare anche se non siamo noi a poter scegliere come intervenire, ma sono anche convinta che quando le cose si mettono sul terreno della violenza allora sia una disgrazia. Sono arrivata a questa conclusione, anche se e' una conclusione relativa, provvisoria, insoddisfacente. Mi piacerebbe arrivare alla conclusione di rifiutare qualsiasi violenza, succeda quel che succeda, perche' e' una soluzione che magari non so dove ti possa portare, pero' ti fa sentire coi piedi fermi per terra. Sono convinta che per arrivare alla liberta' ci voglia la pace, non solo la pace tra i gurppi sociali, ma anche una pace interiore, una maggior tolleranza reciproca".

E ancora: "Sono convinta che la guerriglia e il terrorismo siano degli strumenti di lotta completamente negativi, e questa e' una lezione che nasce proprio dalla esperienza che si e' fatta, e' una lezione che agli inizi del secolo ancora non avevamo avuta".

E in una conversazione con Gianpiero Landi del 1981: "Tutti i movimenti e partiti che partendo da obiettivi socialisti e di liberazione umana si sono posti sul terreno della violenza, hanno fallito. Magari hanno avuto un successo apparente, come i bolscevichi, ma una volta conquistato il potere hanno realizzato il contrario di quanto dichiaravano".

Luce Fabbri e' una delle nostre maestre di nonviolenza.

*

Et coetera

Luce Fabbri, pensatrice e militante anarchica, educatrice profonda e generosa, un punto di riferimento per tutti gli amici della dignita' umana e della nonviolenza. Nata il 25 luglio 1908, figlia di Luigi Fabbri (il grande militante e teorico libertario collaboratore di Errico Malatesta), dal 1929 in esilio dapprima a Parigi, poi a Bruxelles e via Anversa in America Latina, a Montevideo in Uruguay, ove da allora risiedera' (ma ancora sovente molto viaggiando); la morte la coglie il 19 agosto 2000, operosa fino alla fine, sempre attiva, generosa, mite, accogliente; sempre lucida, sempre limpida, per sempre Luce. Opere di Luce Fabbri: per un primo avvio segnaliamo l'ampia e preziosa intervista  a cura di Cristina Valenti: Luce Fabbri, vivendo la mia vita, apparsa su "A. rivista anarchica" dell'estate 1998 (disponibile anche nella rete telematica alla pagina web: http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/247/22.htm; ora anche nel sito: www.arivista.org). Tra le sue opere in volume ed in opuscolo segnaliamo: a) scritti politici: Camisas negras, Ediciones Nervio, Buenos Aires 1935; (con lo pseudonimo Luz D. Alba), 19 de julio. Antologia de la revolucion espanola, Coleccion Esfuerzo, Montevideo 1937; (con Diego Abad de Santillan), Gli anarchici e la rivoluzione spagnola, Carlo Frigerio Editore, Lugano 1938; La liberta' nelle crisi rivoluzionarie, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1947; El totalitarismo entre las dos guerras, Ediciones Union Socialista Libertaria, Buenos Aires 1948; L'anticomunismo, l'antimperialismo e la pace, Edizioni di Studi Sociali, Montevideo 1949; La strada, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1952; Sotto la minaccia totalitaria, Edizioni RL, Napoli 1955; Problemi d'oggi, Edizioni RL, Napoli 1958; La libertad entre la historia y la utopia, Ediciones Union Socialista Libertaria, Rosario 1962; El anarquismo: mas alla' de la democracia, Editorial Reconstruir, Buenos Aires 1983; Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, BFS, Pisa 1996; Una strada concreta verso l'utopia, Samizdat, Pescara 1998; La libertad entre la historia y la utopia. Tres ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona 1998; b) volumi di poesia: I canti dell'attesa, M. O. Bertani, Montevideo 1932; Propinqua Libertas, Bfs, Pisa 2005; c) scritti di storia e di critica letteraria: Influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853), Ediciones Nuestro Tiempo, Montevideo 1966; L'influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1853-1915), Editorial Lena & Cia. S. A., Montevideo 1967; La poesia de Leopardi, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1971; Machiavelli escritor, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1972; La Divina Comedia de Dante Alighieri, Universidad de la Republica, Montevideo 1994. Ad essi si aggiungono i saggi pubblicati nella "Revista de la Facultad de Humanidad y Ciencias" di Montevideo, e gli interventi e le interviste su molte pubblicazioni, e le notevoli traduzioni - con impegnati testi propri di introduzione e commento - (tra cui, in volume: di opere di Nettlau, di Malatesta, del padre Luigi Fabbri, e l'edizione bilingue commentata del Principe di Machiavelli). Opere su Luce Fabbri: un punto di partenza e' l'utilissimo dossier, Ricordando Luce Fabbri, in "A. rivista anarchica", n. 266 dell'ottobre 2000, pp. 28-41 (disponibile anche nel sito: www.arivista.org).

Gianpiero Landi e' un prestigioso studioso e valoroso militante libertario. Tra le opere di Giampiero Landi: (a cura di), Andrea Caffi, un socialista libertario, Edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1996.

La presentazione di Gianpiero Landi alla raccolta dei versi di Luce Fabbri, Propinqua libertas (Bfs, Pisa 2005), puo' essere letta anche ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 1155. Un'ampia intervista di Gianpiero Landi a Luce Fabbri apparsa su "A rivista anarchica nel 1981 e' in corso di ripubblicazione in questi giorni sul nostro foglio (a cominciare dal fascicolo odierno, il n. 1157).

Uno strumento di lavoro utile per un avvio alla contestualizzazione della figura e dell'opera di Luce Fabbri all'interno della tradizione anarchica puo' essere la recente ampia bibliografia panoramica e ragionata di Massimo Ortalli su "Leggere l'anarchismo. La storia, le storie, il pensiero", in "A rivista anarchica", n. 311, ottobre 2005 (riproposto anche ne "La nonviolenza e' in cammino", nei nn.  1109-1112).

 

10. AMNISTIA

 

Ci sono mille buone ragioni per un provvedimento legislativo di clemenza nei confronti della popolazione detenuta, ma la ragione che piu' ci persuade e' quella che ci insegno' il nostro maestro e fratello Sancho, quando governatore di un'isola che non era un'isola si trovo' a giudicare di un caso di vita o di morte e seppe decidere di fare la cosa giusta, e argomento' dicendo: "pues siempre es alabado mas el hacer bien que mal... y yo en este caso no he hablado de mio, sino que se me vino a la memoria un precepto, entre otros muchos que me dio mi amo don Quijote la noche antes que viniese a ser gobernador desta insula: que fue que quando la justicia estuviese en duda, me decantase y acogiese a la misericordia" (nel Chisciotte, II, LI).

Caro, buon vecchio Sancho: la misericordia, che e' la giustizia quando ci ricordiamo di essere esseri umani. Come insegnava quel buon galileo in Giovanni, VIII, 3-11.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 109 del 14 febbraio 2013

 

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