Telegrammi. 1041



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1041 dell'11 settembre 2012

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Undici anni dopo. Viterbo ricorda le vittime dell'11 settembre 2001

2. Ai capigruppo parlamentari della Camera e del Senato: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

3. La "Carta" del Movimento Nonviolento

4. Per saperne di piu'

 

1. ANNIVERSARI. UNDICI ANNI DOPO. VITERBO RICORDA LE VITTIME DELL'11 SETTEMBRE 2001

 

Ricorrendo l'anniversario della strage dell'11 settembre 2001, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha promosso una commemorazione delle vittime che si e' svolta lunedi' 10 settembre 2012 a Viterbo.

La commemorazione e' stata tenuta dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha evidenziato come proprio il ricordo delle vittime del terrorismo dovrebbe persuadere ad opporsi a tutte le uccisioni, e ad opporsi quindi innanzitutto alla guerra, che del terrorismo assassino e' la forma piu' pervasiva ed estrema.

Solo con la pace, la giustizia e la solidarieta', solo con l'impegno affinche' non vi siano piu' vittime, si onorano le vittime. Poiche' solo la pace, la giustizia e la solidarieta' salvano le vite.

La memoria delle vittime e' monito all'umanita' affinche' l'orrore non si ripeta. Ogni vittima ha il volto di Abele.

Opporsi alla guerra e alle stragi, opporsi a tutte le uccisioni e le persecuzioni, e' il primo dovere di ogni persona e di ogni ordinamento giuridico democratico.

Al termine della commemorazione e' stato rinnovato l'appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Solo cessando di uccidere comincia la civilta'.

Solo cessando di uccidere si salva l'umanita'.

 

2. INIZIATIVE. AI CAPIGRUPPO PARLAMENTARI DELLA CAMERA E DEL SENATO: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

 

Signori capigruppo parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,

vi scriviamo per chiedere a voi, e tramite voi anche a tutti gli altri vostri colleghi senatori e deputati, di prendere una decisione che la realta' effettuale e un ponderato giudizio morale, giuridico e politico rendono ineludibile, necessaria, urgente: la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; ed attraverso questo preliminare e sostanziale atto di civilta' avviare finalmente, credibilmente, adeguatamente un impegno concreto e coerente del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani; un impegno umanitario che per essere tale deve essere rigorosamente non armato e nonviolento.

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La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' richiesta dalla realta' effettuale: oltre dieci anni di eccidi e devastazioni dimostrano che li' e' in corso una guerra, una guerra terrorista e stragista, una guerra illegale e criminale sotto ogni profilo; una guerra che l'umanita' deve far cessare al piu' presto, gia' troppi esseri umani sono stati uccisi.

*

La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' richiesta da un ponderato giudizio morale: la guerra sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani; primo dovere di ogni essere umano cosi' come di ogni ordinamento giuridico e' salvare le vite umane: ne consegue il dovere di opporsi alle uccisioni e alle guerre, il dovere di operare per la pace e il rispetto dei diritti umani - primo dei quali e' il diritto a non essere uccisi.

*

La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' richiesta da un ponderato giudizio giuridico: l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, letto nella sua integralita', nella sua articolazione, nella sua coerenza e' assolutamente inequivocabile nel proibire al nostro paese di partecipare a una guerra come quella afgana.

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La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' richiesta da un ponderato giudizio politico: e' primario interesse, bisogno, diritto dell'umanita' abolire le guerre, ed e' quindi primario compito dell'azione politica adempiere tale esigenza, ed e' pertanto primario dovere di un ordinamento giuridico democratico, di uno stato di diritto, opporsi alla guerra assassina.

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La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' oggi l'atto legislativo piu' importante e piu' indispensabile. Deliberare la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' la richiesta che vi rivolgiamo in nome di tutte le vittime della guerra, in nome dell'umanita' intera che la guerra minaccia di distruzione.

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Distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 10 settembre 2012

 

3. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

4. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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