Telegrammi. 982
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- Date: Fri, 13 Jul 2012 22:43:04 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 982 del 14 luglio 2012
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Allora, oggi. Quasi un programma minimo
2. Si e' svolto il 12 luglio 2012 a Viterbo un incontro di studio su "Ideologie securitarie, controllo sociale e nuove tecnologie. Un'analisi critica"
3. L'appello dei giuristi in difesa della Costituzione
4. Segnalazioni librarie
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: ALLORA, OGGI. QUASI UN PROGRAMMA MINIMO
Ho partecipato in gioventu' al movimento di lotta che ottenne la riforma sanitaria, la legge 833 del 1978 e il primo Piano sanitario nazionale che riconosceva e inverava il principio costituzionale che la salute e' un diritto, un diritto universale.
Oltre trent'anni dopo vedo che quella fondamentale conquista di civilta' sta subendo - dopo successive crescenti violazioni ed erosioni - un assalto finale di inaudita violenza che prelude al suo annientamento, ed al ritorno della medicina per i ricchi e dell'abbandono alla sofferenza e alla morte per chi ricco non e'.
Difendere il diritto alla salute e all'assistenza e' un dovere morale e politico ineludibile e cruciale, necessario ed urgente.
Difendere i servizi sociali e sanitari pubblici e' - con l'opposizione alla guerra, alle mafie e alla devastazione della biosfera - la base stessa di un programma politico nonviolento, il programma politico della sinistra possibile e necessaria, la sinistra delle classi sfruttate ed oppresse, dei popoli rapinati e denegati, delle persone reificate, schiavizzate e consunte dalla violenza dei poteri dominanti.
*
Come tutte le persone d'eta' anch'io mi confronto ogni giorno con la morte di persone che ho conosciuto, e con la sofferenza e le malattie di chi e' poco piu' anziano di me e ha bisogno anche del mio accudimento per affrontare l'ultima fase della vita.
Trovo infame ed orribile che dopo un ventennio di rapina, corruzione e delitti del regime berlusconiano, filomafioso, neofascista, razzista e bellicista - e quindi esplicitamente e fin esibitamente assassino - anche il governo attuale persista nella violenza di classe dei ricchi contro gli impoveriti, degli speculatori contro i derubati, dei detentori del privilegio iniquo contro l'umanita' vampirizzata.
E trovo ancora piu' scandaloso ed orribile che non ci sia un movimento di massa, una sollevazione corale dell'intero popolo italiano, che a questa politica di distruzione della struttura socio-sanitaria pubblica si opponga per difendere il diritto alla vita e alla solidarieta', per difendere la democrazia e la legalita' cosi' come definite nella Costituzione della Repubblica Italiana; che si batta per rovesciare una politica economica governativa semplicemente massacratrice.
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Imparai anche da Franco Basaglia e da Giulio A. Maccacaro quello che occorreva, che occorre ancora e di nuovo fare: difendere la dignita', la vita e i diritti delle persone tutte; opporsi al potere assassino; costruire un movimento di lotta per la democrazia progressiva, per l'uguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, affinche' a tutte le persone nel dolore e nel bisogno si recasse aiuto, e nello specifico della salute e dell'assistenza si garantissero a tutti questi fondamentali diritti.
Questo occorre dir chiaro: no alla distruzione dei servizi sociali e sanitari pubblici; no ai tagli alla sanita' e all'assistenza.
Si' invece al taglio drastico delle spese militari, sperpero immenso e mostruoso di pubbliche risorse al fine di far morire degli esseri umani. Si' alla cessazione immediata della criminale partecipazione alla guerra afgana. Si' al disarmo. Si' all'uso delle risorse pubbliche per salvare le vite e non per sopprimerle.
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Una politica economica diversa ed efficace e' possibile e necessaria: quella che adotta il principio "Da ciascuno secondo le sue capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni".
Una politica socialista (nel senso della Prima Internazionale, di Rosa Luxemburg, di Simone Weil), responsabile (nel senso di Hannah Arendt, di Emmanuel Levinas e di Hans Jonas), nonviolenta.
L'unica politica adeguata a fronteggiare la crisi presente: la politica della nonviolenza in cammino per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
2. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 12 LUGLIO 2012 A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO SU "IDEOLOGIE SECURITARIE, CONTROLLO SOCIALE E NUOVE TECNOLOGIE. UN'ANALISI CRITICA"
Si e' svolto giovedi' 12 luglio 2012 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Ideologie securitarie, controllo sociale e nuove tecnologie. Un'analisi critica nonviolenta per una pratica libertaria di concreta difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani".
Nel corso dell'incontro, nell'esaminare drammatiche vicende attuali di gravi violazioni dei diritti umani sono state anche ripercorse riflessioni ed esperienze di autrici ed autori che hanno dato un rilevante contributo all'analisi, alla denuncia e al contrasto delle violenze strutturali e dell'uso sofisticato e brutale delle nuove tecnologie da parte dei poteri dominanti per reduplicare l'oppressione delle classi sociali sfruttate e dei popoli rapinati.
L'impegno per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera, richiede un'azione nonviolenta adeguata anche sotto il profilo della conoscenza del reale nel suo costituirsi storico, della capacita' di interpretazione e di critica, della prefigurazione e sperimentazione di concrete alternative di solidarieta' e di liberazione.
3. REPETITA IUVANT. L'APPELLO DEI GIURISTI IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE
[Riproponiamo ancora il seguente appello]
Con una inammissibile precipitazione il Senato ha approvato in commissione un disegno di legge di riforma costituzionale che s'intende portare in aula gia' martedi' prossimo. Ma la Costituzione non puo' essere profondamente mutata senza una vera discussione pubblica, senza che i cittadini adeguatamente informati possano far sentire la loro voce. E' inaccettabile che la richiesta di partecipazione, cosi' forte ed evidente proprio in questo momento, venga ignorata proprio quando si vuole addirittura modificare l'intero edificio costituzionale. I cittadini, che negli ultimi tempi sono tornati a guardare con fiducia alla Costituzione, non possono essere messi di fronte a fatti compiuti.
Offrendo ad una opinione pubblica offesa da prevaricazioni e prepotenze un'esigua riduzione del numero dei parlamentari, che passerebbero da 630 a 508 alla Camera e da 315 a 254 al Senato, si vuol cogliere l'occasione per alterare pericolosamente l'assetto dei poteri istituzionali (la riduzione dei parlamentari puo' essere affidata ad una legge costituzionale a se' stante, senza stravolgere la Costituzione). Viene attribuita una posizione assolutamente centrale al Presidente del Consiglio, mortificando il Parlamento e ridimensionando in maniera radicale la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica. Il Parlamento e' conculcato nelle sue stesse funzioni e nella sua liberta', fino a poter essere sciolto dallo stesso Presidente del Consiglio, nel caso votasse contro una sua legge sulla quale fosse stata posta e negata la fiducia. L'intreccio tra sfiducia costruttiva e potere del Presidente del Consiglio di chiedere lo scioglimento delle Camere attribuisce a quest'ultimo un improprio strumento di pressione e rende marginale il ruolo del Presidente della Repubblica. I problemi del bicameralismo vengono aggravati, il procedimento legislativo complicato. Gli equilibri costituzionali sono profondamente alterati, cancellando garanzie e bilanciamenti propri di un sistema democratico. E ora si propone di passare da una repubblica parlamentare ad una presidenziale, di mutare dunque la stessa forma di governo, addirittura con un emendamento che sara' presentato in aula all'ultimo momento.
I firmatari di questo documento denunciano all'opinione pubblica la gravita' di questa iniziativa per i pregiudizi che puo' arrecare alle istituzioni della repubblica e si rivolgono a tutti i parlamentari perche' rinuncino a portare avanti una modifica tanto pericolosa del sistema costituzionale.
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Umberto Allegretti, Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Domenico Gallo, Ferdinando Imposimato, Raniero La Valle, Alessandro Pace, Alessandro Pizzorusso, Eligio Resta, Stefano Rodota', Gustavo Zagrebelsky
4. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- AA. VV., Liberarsi dalla necessita' del carcere. Atti del convegno nazionale. Parma 30 novembre - 1-2 dicembre 1984, Coordinamento nazionale "Liberarsi dalla necessita' del carcere", Comune di Parma, Provincia di Parma, Parma s.d., pp. 272 (+ un foglio staccato con l'indice).
- Alain Brossat, Scarcerare la societa', Eleuthera, Milano 2003, pp. 152.
- Nils Christie, Abolire le pene? Il paradosso del sistema penale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985, pp. 128.
- Ermanno Gallo, Vincenzo Ruggiero, Il carcere immateriale, Edizioni Sonda, Milano-Torino 1989, pp. 148.
- Ahmed Othmani con Sophie Bessis, La pena disumana. Esperienze e proposte radicali di riforma penale, Eleuthera, Milano 2004, pp. 144.
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Riedizioni
- Grazia Francescato, Figli sereni di amori smarriti, Mondadori, Milano 1994, Rcs, Milano 2012, pp. X + 408, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
6. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 982 del 14 luglio 2012
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
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