Telegrammi. 888
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- Date: Wed, 11 Apr 2012 12:30:05 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 888 dell'11 aprile 2012
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Alcuni testi del mese di marzo 2012 (parte prima)
2. No
3. Della virtu' della lentezza
4. Le ragioni di questo foglio
5. Solo opponendosi alla velocita'
6. Opporsi alla violenza e' cosa buona
7. Sebastiano Malcontenti: Chiacchiere dal barbiere
8. Crolli nervosi, rialzi dei mercati
9. Pino Ferraris
10. Jean Giraud
11. Erland Josephson
12. Non passa giorno
13. Severino Vardacampi: La solita concione
14. Teresa Pamies
15. Osvaldo Caffianchi: Sine titulo
16. Il primo principio
17. In memoria di Ovidio Capitani
18. Cessino le uccisioni. Cessi la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan
19. La "Carta" del Movimento Nonviolento
20. Per saperne di piu'
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2012 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2012.
2. NO
No all'alta velocita'.
Si' alla lentezza.
No alla devastazione della biosfera.
Si' all'umanita'.
3. DELLA VIRTU' DELLA LENTEZZA
Opporsi alla violenza onnicida dei folli poteri dominanti richiede la scelta nonviolenta della virtu' della lentezza.
L'intera opera di Zygmunt Bauman (per fare un solo autorevole, dirimente riferimento - ma tanti altri autori e tante altre autrici si potrebbero citare) lo dimostra ad abundantiam.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
4. LE RAGIONI DI QUESTO FOGLIO
L'opposizione alla guerra ed a tutte le uccisioni.
L'opposizione al razzismo ed a tutte le persecuzioni.
La difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
La difesa della biosfera.
La scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
5. SOLO OPPONENDOSI ALLA VELOCITA'
La velocita' e' l'arma e la bandiera dei poteri economici globalizzati (e dei loro spietati apparati burocratici, politici, ideologici, militari) che stanno irreversibilmente devastando la biosfera, schavizzando gran parte dell'umanita' e provocando la catastrofe della civilta'.
Solo opponendosi alla velocita' (alla sua ideologia e alla sua tecnologia; alla sua prassi e alla sua idolatria; al suo sistema di potere e alla sua scala di valori), si puo' difendere l'umanita' e la biosfera.
Poiche' costitutivi della vita e della civilta' umana sono il limite, la lentezza, il consistere, il ricordare, il tramandare, il prendersi cura, la fedelta'.
Solo fermandosi si conosce, solo restando si ama.
La corsa e' sempre la corsa verso la morte.
6. OPPORSI ALLA VIOLENZA E' COSA BUONA
"- Tancredi: Ma infine cosa e' dessa nonviolenza
di cui cianciasi tanto e par sia burla?
- Annibale: Essa e' la lotta contro la violenza.
La lotta, contro la violenza. Lotta.
Poiche' se nitida non fosse lotta
e intransigente contro la violenza,
e non recasse a chi geme e urla
aita prontamente
la nonviolenza non sarebbe niente,
la nonviolenza non sarebbe nulla"
(Da Sebastiano Malcontenti, Domande all'oste, Urbevecchia s.d.)
Opporsi alla violenza e' cosa buona
e in primo luogo alla prima violenza
che e' quella dei poteri dominanti
che negano diritti e dignita'
all'umanita' intera e al mondo tutto.
Opporsi alla violenza e' necessario
e in primo luogo alla violenza magna
dei potentati il cui poter si fonda
sull'oppressione altrui, sull'altrui morte,
l'universal rapina e distruzione.
Opporsi alla violenza. E il solo modo
di realmente opporsi alla violenza
e' scegliere la lotta nonviolenta.
Non vi e' altra lotta contro la violenza
e non vi e' nonviolenza senza lotta.
7. SEBASTIANO MALCONTENTI: CHIACCHIERE DAL BARBIERE
1. Per la lotta che abbiamo da condurre - dicevo ieri a Cencio mentre a rasoiate s'esercitava sul pomo mio d'Adamo - inadeguate mi sembrano le posizioni che restano subalterne al discorso della crescita e della velocita'.
Possiamo vincere - e convincere, e convivere, e garantire vivibile un mondo a coloro che verranno - solo se siamo disposti ad enunciare con chiarezza (ed a concretamente dimostrare, prefigurandola col nostro odierno agire) che la societa' per cui lottiamo si fonda sull'opposizione alla velocita' ed alla crescita, ovvero al consumismo che tutto divora ed allo schiavistico ed onnidistruttivo ordine economico internazionale della cosiddetta globalizzazione, ovvero al presente modello di sviluppo che sta portando il mondo - umano e naturale - alla catastrofe.
Possiamo vincere solo con un progetto politico della sobrieta' e della condivisione, del limite e del prendersi cura, dell'essere-per-l'altro, nell'orizzonte della nascita e della pluralita'. Il progetto politico della radicale ed irriducibile eguaglianza di diritti e pienezza di dignita' di ogni essere umano, e dell'amore per la vita ed il mondo.
*
2. Per la lotta che abbiamo da condurre - dicevo ieri a Cencio e le sue forbici volavano ad un soffio dal mio volto - inadeguate mi sembrano tutte le posizioni dei machiavellici stenterelli tutti.
Chi pensa di opporsi alla violenza dei potenti usando i metodi violenti dei potenti, alla violenza dei potenti ha gia' ceduto.
Chi presume opporsi alla societa' dello spettacolo cogli strumenti e le metodiche della societa' dello spettacolo, ha gia' ceduto all'ordine vampiro ed assassino.
Ma ha gia' ceduto anche chi si e' adattato a starsene atterrito o indifferente a contemplare goccia a goccia - o in tempesta e assalto - l'altrui massacro, e lenta inesorabile comune la catastrofe.
*
3. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
La nonviolenza che e' attiva opposizione alla violenza, o non e' nulla.
Che e' la lotta coerente e intransigente della classe degli sfruttati contro lo sfruttamento.
Che e' la lotta coerente e intransigente della classe dei depredati contro la rapina.
Che e' la lotta coerente e intransigente della classe degli oppressi contro l'oppressione.
Che e' la lotta coerente e intransigente della classe degli ingannati contro la frode e la menzogna.
Che e' la lotta coerente e intransigente dell'umanita' in difesa del bene comune e della casa di tutti.
La nonviolenza che e' altro discorso sul tempo e sullo spazio, sui diritti e sui doveri, sulla morte e sulla vita, sul nulla e sull'incontro; che ha al suo cuore la salvaguardia e la dignita' del vivente, la costruzione di relazioni solidali, la responsabilita' per gli altri e per il mondo.
La nonviolenza che e' scelta personale e movimento collettivo, proposta etica e sociale; che e' economia e politica: economia politica, politica economica, chiusura del cerchio economia-ecologia. Che e' la prassi storico-concreta del principio responsabilita': il socialismo libertario, per dirla in antiche parole.
*
4. Ovunque l'umanita' oppressa si ribella all'oppressione, noi siamo in quella lotta. Ma quella lotta e' la nostra lotta solo se vuol essere la lotta contro tutte le oppressioni, solo se prefigura nel suo concreto farsi l'internazionale futura umanita'.
Occorre scegliere la lentezza e la fine dell'universal mercificazione. Solo nella lentezza e' il deliberare in comune, il prendersi cura, il comprendere e il convivere, l'ascolto responsivo del volto dell'altro, la risposta necessaria all'appello non uccidere. Solo ove non si e' merce si e' esistenza senziente e pensante, autonoma e solidale, dignita' irriducibile e condivisa, regno dei fini. Repubblica che comincia. Sinolo di liberazione ed eguaglianza, eguaglianza di diritti e condivisione di doveri, fraternita' e sorellanza riconoscenti e riconosciute.
*
5. Son cose umane, sempre imperfette.
Vale la pena battersi per esse.
Barba e capelli, son cinquanta lire. Piu' dieci lire pel calendarietto.
8. CROLLI NERVOSI, RIALZI DEI MERCATI
Che uccidano le armi sapevamo
avendo letto Omero in gioventu'.
Ma l'assassino non e' solo chi
preme il grilletto e fa sprizzare il sangue.
Dietro quell'assassino altri vi sono:
chi l'arma fabbrica, chi la commercia
chi addestra all'uso, chi permette ancora
che armi, eserciti, che guerre esistano.
9. PINO FERRARIS
Ai primi di febbraio e' scomparso Pino Ferraris,
un maestro e un compagno.
Parola impegnativa: maestro.
Parola impegnativa: compagno.
Sono un vecchio militante del Pdup:
non vi e' bisogno che qui aggiunga altro
per dir la gratitudine che resta
per dire l'amicizia che non muore
per dir la fedelta' al vero e al giusto
per dire della lotta che continua
finche' l'umanita' sia libera e fraterna.
10. JEAN GIRAUD
I.
Quando Gir divenne Moebius
noi cessavamo di giocare a scacchi
ed entravamo per l'intera vita
nell'altra lotta, nella vera lotta
del movimento delle oppresse e degli oppressi.
Quando esplosero le cornici delle striscie
quando i vietnamiti sconfissero Golia.
Quanto tempo e' passato, quante cose
quanta tristezza esser cosi' vecchi
e che anche Jean Giraud ci abbia lasciato.
II.
Cosi' vecchi - e ancora non arresi.
Feriti e stanchi - ma ancora non arresi.
Nel mondo frantumato dai vampiri
ancora stretti alla rossa bandiera
degli ultimi - che lottano per tutti
dell'internazionale - futura umanita'.
Ma che tristezza che Moebius ci abbia lasciato.
11. ERLAND JOSEPHSON
"Hay viento y hay cenizas en el viento"
(Jorge Luis Borges, Poema conjetural)
Aveva il volto di chi sa vedere
e insieme sa che non basta vedere
per impedire il crollo.
Aveva il volto di chi sa comprendere
e insieme sa che solo nel comprendere
si da' qualche sollievo al sofferente.
Sempre ho pensato che avere coscienza
ed empatia non basta. Ed anche sempre
ho pensato che sono indispensabili
coscienza ed empatia per poter essere
una persona decente.
Lo so che tutto e' nuvola, ombra, niente.
Lo so che tutto e' sabbia, sabbia e pianto.
Lo so che tutto si slontana e spegne.
Chi ti e' vicino tu non umiliarlo.
Chi ti e' vicino tu non renderlo infelice.
12. NON PASSA GIORNO
Non passa giorno senza che uccisioni alle uccisioni si aggiungano.
Abolire le guerre, gli eserciti, le armi: questo innanzitutto occorre fare.
13. SEVERINO VARDACAMPI: LA SOLITA CONCIONE
Fermare la guerra, fermare le stragi.
L'unica via e' il disarmo.
E fermare il razzismo, far cessare le persecuzioni.
L'unica via e' l'accoglienza e la condivisione, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, la difesa nitida e intransigente di tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
E fermare la devastazione della biosfera e con essa la distruzione della civilta' umana.
L'unica via e' la nonviolenza.
*
Uscire dalla subalternita' occorre.
Uscire dalle ambiguita'.
Rompere le complicita'.
L'alternativa e' la nonviolenza.
*
Chiamiamo nonviolenza la societa' solidale, la societa' socialista, fondata sul principio: da ciascuno secondo le sue capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni. E chiamiamo nonviolenza quella lotta che e' gia' quella societa' in figura e in cammino.
Principio speranza, utopia concreta.
Principio disperazione, rinuncia alle illusioni, opposizione ad ogni menzogna, ad ogni ingiustizia, ad ogni produzione di dolore e di umiliazione, ad ogni concrezione di male e di morte.
Volto dell'altro. Principio responsabilita'.
Umanita' plurale, etica del dono reciproco e dell'accudimento comune, primato della nascita contro la morte, coscienza dell'intersoggettivita', scelta dell'empatia.
La nonviolenza: femminista, ecologista.
La nonviolenza: socialista, libertaria.
Aperta, in cammino.
*
Naturalmente vi sono altri linguaggi per dirlo.
Ogni tradizione di pensiero, di pratiche, di comunicazione impegnata nella difesa della dignita' della persona, nel rispetto della vita altrui, nel riconoscimento della responsabilita' che tutti e tutto collega e sostiene, e' gia' la nonviolenza.
Naturalmente gli stessi sono i compiti: alla menzogna e alla violenza opporsi.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza e' la cura per il mondo.
La nonviolenza e' l'amore per la vita.
La nonviolenza e' il riconoscimento dell'umanita'.
Dirlo e' nulla, farla occorre.
Ma farla implica dirla, dirla implica pensarla, pensarla implica esserla in verita' e in errore, in finitudine ed infinita', nella coscienza della coesistenza, nella ricerca e nella compassione. Timore e tremore, gia' e non ancora. Dialettica, dialogo. Teoria-prassi.
*
Opponiti tu alla guerra, agli eserciti e alle armi.
Opponiti tu ai poteri che sfruttano, opprimono, denegano dignita' e diritti.
Opponiti tu al saccheggio, all'inquinamento, alla desertificazione della vivente natura.
Sceglila tu la nonviolenza.
Solo catene da perdere, e un mondo da guadagnare.
14. TERESA PAMIES
E' deceduta a Granada martedi' 13 marzo Teresa Pamies, catalana, combattente antifascista costretta per molti anni all'esilio, militante del movimento operaio, femminista, scrittrice.
Era nata a Balaguer nel 1919, l'intera vita ha dedicato alla lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita'.
Con gratitudine la salutiamo.
15. OSVALDO CAFFIANCHI: SINE TITULO
I. These fragments
"Ch'io 'l vidi omo di sangue e di crucci"
(Dante, Inf., XXIV, 129)
Ricordi: c'era a quel tempo il quartetto Cetra
con i coretti, con le canzoncine, il repertorio di buffonerie
consolatorio, basso, gastronomico.
Ma la dialettica di quelle parodie
tragica s'intrideva e tu sentivi
che altro vi era a dire e che uno sdegno
premeva nell'ingorgo, nell'attrito.
E quel rovescio, quella breccia, quel tornante
li' si evocava. Figurale. Spettro.
L'angelonovo sa scavare talpa.
Il teso canapo, l'irrompere del vento
il fuoco dei canti della notte.
Ed il rovesciamento di ogni ordine
fondato sulle ruspe e le frustate.
La rimeditazione
del testamento di Meslier. Quell'epica
didattica
del letame.
No, non conta
qui la rozzezza facile
qui conta
quel riso, quel pianto
per speculum et in aenigmate
sunt lacrimae rerum
et in Arcadia ego
il segreto del feticcio delle merci
il sogno di una cosa.
E il coro delle mummie fridericiane
e il canto dei contadini anabattisti.
Alla dominazione dei poteri dominanti
opporsi e' giusto, opporsi e' necessario.
II. In memoriam
"Parola ferma e sorridente volto
pensieri forti e melodiosi suoni
dell'umile all'aita ed all'ascolto
i sanguinari rovesciando troni"
(Achille Anselmo Focaroni, Odi contro le guerre ed i tiranni)
Di opporsi alla guerra e alle uccisioni
di cui essa consiste, molti sono
i modi, e molte sono le occasioni:
sostituendo alla rapina il dono,
alla violenza le buone ragioni,
ed al rancore sordo il pio perdono,
e agli assalti e le devastazioni
fermi opponendo il vero, il giusto, il buono.
Nel mondo dell'orrore e dello schianto
non resti il bene chiuso negli astucci
o nelle ampolle, ma sia lotta e canto
e serva a contrastare ire e corrucci
ed a lenire il dolore e il pianto.
Scritto in memoria di Lucia Mannucci.
III. Alla scuola di Eschilo
"Et toute l'eternite', et tout l'argent du monde
ne peuvent guerir l'outrage qu'on a fait a' l'homme"
(Emmanuel Levinas, Difficile liberte')
La vampa che consuma e che sfavilla
la lieve fiamma che qui ancora brilla
il soffio che alla mota da' il respiro. Ruah.
Visione formata di nuvola e vento
parola illuminata e restata silente
la fuga del niente che tutto rivolge
in sguardo spento, la memoria
che piu' non ferisce. La storia
della liberazione dell'umanita',
del nudo vero, della pieta' la lotta
incessante.
Datta. Dayadhvam. Damyata.
Der bestirnte Himmel. Das moralische Gesetz.
Solo la nonviolenza puo' salvare - l'umanita'.
16. IL PRIMO PRINCIPIO
Non uccidere. Non permettere che si uccida.
17. IN MEMORIA DI OVIDIO CAPITANI
I.
La storia poi non e' vacua oratoria
tenuta del conteggio del biliardo
conto dei morti della sparatoria
processo di tot secoli in ritardo
la sanatoria la giaculatoria
l'arco proteso tra cicoria e nardo
l'inabissarsi di ogni gloria e boria
lo spago della forca e del traguardo
la storia che e' memoria che resiste
restituzione del fatto e del vero
giudizio del passato che persiste
coscienza dell'oltraggio e dell'intero
speranza disperata incanto triste
cammino anche in assenza di sentiero.
II.
Maestro di metodo e di quel metodo
che nell'amore dell'umanita' consiste.
Parola che tramanda e non tradisce
coscienza di una dignita' comune
impegno a non ripetere gli orrori
di condivisa verita' passione.
Sfida alla morte, al buio, al male, al nulla.
os mete ta ghenomena ex anthropon...
18. CESSINO LE UCCISIONI. CESSI LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA IN AFGHANISTAN
Ancora vite umane annientate. Ancora lutti. Ancora orrore.
L'illegale e insensata partecipazione italiana alla guerra afgana ha provocato altre vittime.
Torni finalmente il governo italiano al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che proibisce la partecipazione del nostro paese a quella scellerata carneficina.
Si facciano tornare immediamente i soldati italiani in Italia, cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.
Si adoperi l'Italia per la pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, e si impegni per interventi rigorosamente umanitari (e quindi rigorosamente non armati e rigorosamente nonviolenti) che riconoscano e promuovano la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e favoriscano la civile convivenza, il dialogo e la cooperazione, la solidarieta' e il rispetto di ogni persona, la comune responsabilita' per il bene di tutti.
Ogni vita umana e' un valore infinito.
Troppe persone sono gia' morte.
Cessino le uccisioni.
La guerra e' nemica dell'umanita'.
Solo la pace salva le vite.
19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
20. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 888 dell'11 aprile 2012
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
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