La domenica della nonviolenza. 282
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- Date: Sun, 15 Jan 2012 12:32:30 +0100 (CET)
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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 282 del 15 gennaio 2012
In questo numero:
1. Alcuni testi del settembre 2011 (parte terza e conclusiva)
2. Due domande a Fausto Assannati
3. Due domande a Ruggero Zazzoni
4. Con Alfio Pannega contro la guerra e il razzismo
5. Contro la guerra e contro il razzismo domenica 25 settembre in marcia da Perugia ad Assisi
6. La marcia Perugia-Assisi presa sul serio
7. La marcia di chi si oppone alla guerra e al razzismo
8. Dalla marcia Perugia-Assisi un impegno persuaso e corale
9. Incipit vita nova
10. Wangari Maathai
11. Si e' svolto il 26 settembre a Viterbo un incontro di valutazione della marcia Perugia-Assisi
12. Un errore da non commettere, e non solo
13. Dal 25 settembre al 2 ottobre, portiamo la nonviolenza in tutte le piazze d'Italia
14. Il 2 ottobre contro la guerra e il razzismo
15. Il 2 ottobre in tutte le citta' d'Italia la nonviolenza contro la guerra e il razzismo
16. Le due cose piu' atroci, il primo dovere
17. 2 ottobre, la nonviolenza alla prova
18. Wangari Maathai, ovvero la rivoluzione necessaria: ecologista, femminista, nonviolenta
19. Tutta la verita', nient'altro che la verita'. In un oceano di sangue
20. Il programma del convegno e della festa per i cinquant'anni del Movimento Nonviolento il 20-22 gennaio 2012 a Verona
1. ALCUNI TESTI DEL SETTEMBRE 2011 (PARTE TERZA E CONCLUSIVA)
Riproponiamo alcuni testi gia' apparsi su "La nonviolenza e' in cammino" nel settembre 2011.
2. DUE DOMANDE A FAUSTO ASSANNATI
[Fausto Assannati e' un vecchio amico di questo foglio]
- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Fausto Assannati: L'opposizione alla guerra e al razzismo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Fausto Assannati: Riproporrei quel breve testo riproposto ancora qualche giorno fa su questo stesso foglio.
I. Una premessa terminologica
Scriviamo la parola "nonviolenza" tutta attaccata, come ci ha insegnato Capitini, per distinguerla dalla locuzione "non violenza"; la locuzione "non violenza" significa semplicemente non fare la violenza; la parola "nonviolenza" significa combattere contro la violenza, nel modo piu' limpido e piu' intransigente.
Chiamiamo le persone che si accostano alla nonviolenza "amici della nonviolenza" e non "nonviolenti", perche' nessuno puo' dire di essere "nonviolento", siamo tutti impastati di bene e di male, di luci e di ombre, e' amica della nonviolenza la persona che rigorosamente opponendosi alla violenza cerca di muovere verso altre piu' alte contraddizioni, verso altri piu' umani conflitti, con l'intento di umanizzare l'agire, di riconoscere l'umanita' di tutti.
Con la parola "nonviolenza" traduciamo ed unifichiamo due distinti e intrecciati concetti gandhiani: "ahimsa" e "satyagraha". Sono due parole densissime che hanno un campo semantico vastissimo ed implicano una concettualizzazione ricca e preziosa.
Poiche' qui stiamo cercando di esprimerci sinteticamente diciamo che ahimsa designa l'opposizione alla violenza, e' il contrario della violenza, ovvero la lotta contro la violenza; ma e' anche la conquista dell'armonia, il fermo ristare, consistere nel vero e nel giusto; e' il non nuocere agli altri (ne' con atti ne' con omissioni), e quindi innocenza, l'in-nocenza nel senso forte dell'etimo. Ahimsa infatti si compone del prefisso "a" privativo, che nega quanto segue, e il tema "himsa" che potremmo tradurre con "violenza", ma anche con "sforzo", "squilibrio", "frattura", "rottura dell'armonia", "scissura dell'unita'"; in quanto opposizione alla lacerazione di cio' che deve restare unito, l'ahimsa e' dunque anche ricomposizione della comunita', riconciliazione.
Satyagraha e' termine ancora piu' denso e complesso: tradotto solitamente con la locuzione "forza della verita'" puo' esser tradotto altrettanto correttamente in molti altri modi: accostamento all'essere (o all'Essere, se si preferisce), fedelta' al vero e quindi al buono e al giusto, contatto con l'eterno (ovvero con cio' che non muta, che vale sempre), adesione al bene, amore come forza coesiva, ed in altri modi ancora: e' bella la definizione della nonviolenza che da' Martin Luther King, che e' anche un'eccellente traduzione di satyagraha: "la forza dell'amore"; ed e' bella la definizione di Albert Schweitzer: "rispetto per la vita", che e' anch'essa un'ottima traduzione di satyagraha. Anche satyagraha e' una parola composta: da un primo elemento, "satya", che e' a sua volta derivato dalla decisiva parola-radice "sat", e da "agraha". "Agraha" potremmo tradurla contatto, adesione, forza che unisce, armonia che da' saldezza, vicinanza; e' la forza nel senso del detto "l'unione fa la forza", e' la "forza di attrazione" (cioe' l'amore); e' cio' che unisce in contrapposizione a cio' che disgrega ed annichilisce. "Satya" viene tradotto per solito con "verita'", ed e' traduzione corretta, ma con uguale correttezza si potrebbe tradurre in modi molto diversi, poiche' satya e' sostantivazione qualificativa desunta da sat, che designa l'essere, il sommo bene, che e' quindi anche sommo vero, che e' anche (per chi aderisce a fedi religiose) l'Essere, Dio. Come si vede siamo in presenza di un concetto il cui campo di significati e' vastissimo.
Con la sola parola nonviolenza traduciamo insieme, e quindi unifichiamo, ahimsa e satyagraha. Ognun vede come si tratti di un concetto di una complessita' straordinaria, tutto l'opposto delle interpretazioni banalizzanti e caricaturali correnti sulle bocche e nelle menti di chi presume di tutto sapere solo perche' nulla desidera capire.
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II. Ma cosa e' questa nonviolenza? lotta come umanizzazione
La nonviolenza e' lotta come amore, ovvero conflitto, suscitamento e gestione del conflitto, inteso sempre come comunicazione, dialogo, processo di riconoscimento di umanita'. La nonviolenza e' lotta o non e' nulla; essa vive solo nel suo incessante contrapporsi alla violenza.
Ed insieme e' quella specifica, peculiare forma di lotta che vuole non solo vincere, ma con-vincere, vincere insieme (Vinoba conio' il motto, stupendo, "vittoria al mondo"; un motto dei militanti afroamericani dice all'incirca lo stesso: "potere al popolo"); la nonviolenza e' quella specifica forma di lotta il cui fine e' il riconoscimento di umanita' di tutti gli esseri umani: e' lotta di liberazione che include tra i soggetti da liberare gli stessi oppressori contro il cui agire si solleva a combattere.
Essa e' dunque eminentemente responsabilita': rispondere all'appello dell'altro, del volto muto e sofferente dell'altro. E' la responsabilita' di ognuno per l'umanita' intera e per il mondo.
Ed essendo responsabilita' e' anche sempre nonmenzogna: amore della verita' come amore per l'altra persona la cui dignita' di essere senziente e pensante, quindi capace di comprendere, non deve essere violata (e mentire e' violare la dignita' altrui in cio' che tutti abbiamo di piu' caro: la nostra capacita' di capire).
Non e' dunque una ideologia ma un appello, non un dogma ma una prassi.
Ed essendo una prassi, ovvero un agire concreto e processuale, si da' sempre in situazioni e dinamiche dialettiche e contestuali, e giammai in astratto.
Non esiste una nonviolenza meramente teorica, poiche' la teoria nonviolenta e' sempre e solo la riflessione e l'autocoscienza della nonviolenza come prassi. La nonviolenza o e' in cammino, vale da dire lotta nel suo farsi, o semplicemente non e'.
Esistono tante visioni e interpretazioni della nonviolenza quanti sono i movimenti storici e le singole persone che si accostano ad essa e che ad essa accostandosi la fanno vivere, poiche' la nonviolenza vive solo nel conflitto e quindi nelle concrete esperienze e riflessioni delle donne e degli uomini in lotta per l'umanita'.
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III. Tante visioni della nonviolenza quante sono le persone che ad essa si accostano
Ogni persona che alla nonviolenza si accosta da' alla sua tradizione un apporto originale, un contributo creativo, un inveramento nuovo e ulteriore, e cosi' ogni amica e ogni amico della nonviolenza ne da' una interpretazione propria e diversa dalle altre. Lo sapeva bene anche Mohandas Gandhi che defini' le sue esperienze come semplici "esperimenti con la verita'", non dogmi, non procedure definite e routinarie, non ricette preconfezionate, ma esperimenti: ricerca ed apertura.
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IV. La nonviolenza come insieme di insiemi
Io che scrivo queste righe propendo per proporre questa definizione della nonviolenza cosi' come a me pare di intenderla e praticarla: la nonviolenza e' cosa complessa, un insieme di insiemi, aperto e inconcluso.
1. E' un insieme di concetti e scelte logico-assiologici, ovvero di criteri per l'azione: da questo punto di vista ad esempio la nonviolenza e' quell'insieme di scelte morali che potremmo condensare nella formula del "principio responsabilita'" in cui ha un ruolo cruciale la scelta della coerenza tra i mezzi e i fini (secondo la celebre metafora gandhiana: tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta).
2. E' un insieme di tecniche interpretative (il riconoscimento dell'altro, ergo il rifiuto del totalitarismo, della cancellazione o della sopraffazione del diverso da se'), deliberative (per prendere le decisioni senza escludere alcuno) ed operative (per l'azione di trasformazione delle relazioni: interpersonali, sociali, politiche); come esempio di tecnica deliberativa nonviolenta potremmo citare il metodo del consenso; come esempio di tecniche operative potremmo citare dallo sciopero a centinaia di altre forme di lotta cui ogni giorno qualcuna se ne aggiunge per la creativita' di chi contro la violenza ovunque si batte.
3. E' un insieme di strategie: e ad esempio una di esse risorse strategiche consiste nell'interpretazione del potere come sempre retto da due pilastri: la forza e il consenso; dal che deriva che si puo' sempre negare il consenso e cosi', attraverso la noncollaborazione, contrastare anche il potere piu' forte.
4. E' un insieme di progettualita' (di convivenza, sociali, politiche): significativo ad esempio e' il concetto capitiniano di "omnicrazia", ovvero: il potere di tutti. La nonviolenza come potere di tutti, concetto di una ricchezza e complessita' straordinarie, dalle decisive conseguenze sul nostro agire.
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V. Un'insistenza
Insistiamo su questo concetto della nonviolenza come insieme di insiemi, poiche' spesso molti equivoci nascono proprio da una visione riduzionista e stereotipata; ad esempio, e' certo sempre buona cosa fare uso di tecniche nonviolente anziche' di tecniche violente, ma il mero uso di tecniche nonviolente non basta a qualificare come nonviolenta un'azione o una proposta: anche i nazisti prima della presa del potere fecero uso anche di tecniche nonviolente.
Un insieme di insiemi, complesso ed aperto.
Un agire concreto e sperimentale e non un'ideologia sistematica e astratta.
Un portare ed agire il conflitto come prassi di umanizzazione, di riconoscimento e liberazione dell'umanita' di tutti gli esseri umani; come responsabilita' verso tutte le creature.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' questo cammino. Il cammino vieppiu' autocosciente dell'umanita' sofferente in lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
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VI. Una grande esperienza e speranza storica
Non patrimonio di pochi, la nonviolenza si e' incarnata in grandi esperienze e speranze storiche, due sopra tutte: la Resistenza, e il movimento delle donne; ed e' il movimento delle donne, la prassi nonviolenta del movimento delle donne, la decisiva soggettivita' autocosciente portatrice di speranza e futuro qui e adesso, in un mondo sempre piu' minacciato dalla catastrofe e dall'annichilimento della civilta' umana.
3. DUE DOMANDE A RUGGERO ZAZZONI
[Ruggero Zazzoni e' un vecchio amico di questo foglio]
- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Ruggero Zazzoni: L'opposizione alla guerra e al razzismo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Ruggero Zazzoni: Se ti chiedi come accostarti ad essa, in qualche modo gia' sai cosa e'.
4. CON ALFIO PANNEGA CONTRO LA GUERRA E IL RAZZISMO
[Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul nostro foglio, da ultimo negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265]
Alfio Pannega ci ha lasciato il 30 aprile 2010.
Oggi sarebbe stato il suo compleanno: era nato il 21 settembre del 1925.
Per tutta la sua vita lotto' per la dignita' e la liberazione di tutti gli esseri umani; per la liberta', l'uguaglianza, la fraternita' strette in un sinolo; per la difesa della biosfera; per affermare l'amore che tutti gli esseri congiunge.
Per tutta la sua vita lotto' contro la guerra e contro il razzismo.
Anche nel suo ricordo la lotta continua.
5. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO DOMENICA 25 SETTEMBRE IN MARCIA DA PERUGIA AD ASSISI
Domenica 25 settembre si svolge la marcia Perugia-Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli".
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Il primo obiettivo che essa si pone, andando al concreto, e' far cessare la partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia. Poiche' marciare per la pace significa marciare contro la guerra, e l'ideatore della marcia Perugia-Assisi Aldo Capitini era di una chiarezza cristallina nel proporre l'opposizione integrale alla guerra.
La marcia Perugia-Assisi e' quindi innanzitutto l'insurrezione morale del popolo italiano contro le guerre assassine cui lo stato italiano sta partecipando. E' quindi innanzitutto l'opposizione civile al crimine e alla barbarie della guerra. Il suo scopo principale e' quindi che cessi immediatamente la partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia.
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L'altro principale obiettivo, al primo intimamente connesso, e' far cessare la persecuzione razzista dei migranti. Poiche' affermare la fratellanza tra i popoli implica riconoscere i diritti umani di tutti gli esseri umani, e l'ideatore della marcia Perugia-Assisi Aldo Capitini era di una chiarezza cristallina nel proporre l'opposizione al razzismo come ad ogni altra forma di discriminazione, oppressione, sfruttamento e persecuzione.
La marcia Perugia-Assisi e' quindi anche innanzitutto l'insurrezione morale del popolo italiano contro il colpo di stato razzista compiuto dal governo. E' quindi anche innanzitutto l'opposizione civile al crimine e alla barbarie del razzismo. Il suo scopo principale e' quindi anche che siano immediatamente abrogate tutte le misure razziste imposte da governanti scellerati.
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Domenica 25 settembre da Perugia ad Assisi si marcia contro la guerra e contro il razzismo, contro tutte le uccisioni e contro tutte le persecuzioni.
6. LA MARCIA PERUGIA-ASSISI PRESA SUL SERIO
Presa sul serio, la marcia Perugia-Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli" che si svolge domenica 25 settembre 2011, ha un significato e un fine inequivocabili.
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E' una marcia per la pace mentre lo stato italiano e' in guerra, partecipe di due guerre terroriste e stragiste in Afghanistan e in Libia che ogni giorno mietono vittime innocenti.
Quindi il senso e lo scopo della marcia e' di opporsi alla guerra, innanzitutto imponendo che l'Italia cessi di partecipare alle guerre e alle stragi in Afghanistan e in Libia.
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E' una marcia per la fratellanza dei popoli mentre il governo italiano (i governi succedutisi dal 1998 ad oggi) ha progressivamente compiuto un colpo di stato razzista e schiavista che perseguita migranti e viaggianti con logiche e modalita' di ispirazione nazista.
Quindi il senso e lo scopo della marcia e' di opporsi al colpo di stato razzista, innanzitutto imponendo l'abrogazione di tutte le misure legislative e le pratiche amministrative in cui si concretizza oggi in Italia la persecuzione razzista e schiavista dei migranti e dei viaggianti.
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Opporsi alla guerra ed opporsi al razzismo. Opporsi alle uccisioni ed alle persecuzioni. Questo e' il significato e lo scopo della marcia Perugia-Assisi del 25 settembre.
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Ottenere con la forza della verita', della legalita' e della democrazia che lo stato italiano torni al rispetto della Costituzione della Repubblica italiana, torni al rispetto del diritto di ogni essere umano alla vita e alla dignita'. Questo e' il significato e lo scopo della marcia Perugia-Assisi del 25 settembre.
7. LA MARCIA DI CHI SI OPPONE ALLA GUERRA E AL RAZZISMO
La marcia Perugia-Assisi e' la marcia di chi si oppone alla guerra e al razzismo.
E' oggi l'unica vera iniziativa politica realmente partecipata del popolo italiano contro il colpo di stato razzista nel nostro paese e contro la criminale partecipazione dello stato italiano alle guerre terroriste e stragiste in Afghanistan e in Libia. Guerre e persecuzione razzista che ogni giorno stanno uccidendo, uccidendo, uccidendo degli esseri umani.
Dalla marcia Perugia-Assisi oggi, come gia' nel 1961, come gia' nel 1981, puo' e deve rinascere in Italia un movimento politico per la pace e i diritti umani che abbia le necessarie caratteristiche di rigore e coerenza, di autonomia e limpidezza: che sia ecologista e femminista, per la giustizia sociale e la difesa della biosfera; in una parola: un movimento nonviolento promotore della riforma intellettuale e morale urgente nel nostro paese.
La marcia Perugia-Assisi del 25 dicembre 2011 e' l'avvio di una prolungata e crescente azione diretta nonviolenta del popolo italiano per imporre le dimissioni del governo della guerra e del razzismo, del governo del potere mafioso e del regime della corruzione.
La marcia Perugia-Assisi del 25 dicembre 2011 e' l'avvio di una prolungata e crescente azione diretta nonviolenta del popolo italiano per riconquistare al nostro paese la vigenza della legalita' costituzionale, dello stato di diritto democratico, della civilta' umana, dell'umana responsabile convivenza.
Contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
La verita' e' in marcia.
La dignita', la solidarieta' umana e' in marcia.
La nonviolenza e' in cammino.
8. DALLA MARCIA PERUGIA-ASSISI UN IMPEGNO PERSUASO E CORALE
Dalla marcia Perugia-Assisi appena conclusa un impegno persuaso e corale emerge: il popolo italiano vuole che lo Stato italiano torni al rispetto della legalita'. Il popolo italiano vuole che lo Stato italiano cessi di fare le guerre ed assassinare le persone. Il popolo italiano vuole che lo Stato italiano cessi di perseguitare con ferocia hitleriana i migranti e i viaggianti. Il popolo italiano vuole che lo Stato italiano torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, cosi' come stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
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Si dimetta il governo della guerra e del razzismo. Si dimetta il governo delle uccisioni e delle persecuzioni.
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Si uniscano tutte le forze contrarie alle persecuzioni e alle uccisioni. Si uniscano tutte le forze contrarie alla guerra e al razzismo.
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Pace e disarmo, diritti umani e solidarieta', giustizia e liberta'. E' l'ora di adempiere gli impegni scritti nella Costituzione della Repubblica, nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti umani. E' l'ora della scelta della nonviolenza come programma politico fondamentale per la salvezza dell'umanita' e la salvaguardia della biosfera.
9. INCIPIT VITA NOVA
La marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011 costiituisce l'inizio di un'azione corale del popolo italiano per imporre la cessazione della partecipazione dello stato italiano alle guerre, per imporre l'abrogazione di tutte le misure in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista e schiavista, per imporre la caduta del governo della malavita e dell'anomia, per imporre il ritorno alla legalita' democratica, alla Costituzione repubblicana, al rispetto della dignita' umana, alla civilta'.
Con la marcia Perugia-Assisi rinasce in Italia, come nel 1961, come nel 1981, un movimento per la pace.
Questo movimento per la pace sa ora che deve fare una scelta politica decisiva: la scelta della nonviolenza (dell'ecologia, del femminismo, del socialismo libertario) non piu' solo come testimonianza individuale, o come tecnica d'azione, o come lievito culturale o come preziosa "aggiunta", bensi' anche infine e precisamente come movimento politico, come progetto politico, come azione politica.
Sa che deve uscire da ogni ambiguita' e subalternita' e deve porsi l'obiettivo urgente di promuovere e guidare la lotta contro il regime guerrafondaio e razzista, filomafioso e corrotto, femminicida e schiavista, distruttivo della dignita' umana e della biosfera.
Sa che deve porsi l'obiettivo urgente di suscitare e guidare la lotta per la liberazione responsabile e solidale dell'umanita' intera, per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della natura che e' la nostra casa comune e di cui noi stessi siamo parte.
Dalla marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011 comincia la riforma morale e intellettuale nel nostro paese. Ma essa avverra' solo se il messaggio genuinanente nonviolento che la marcia ha espresso trovera' seguito nella scelta noviolenta, nell'azione nonviolenta, nella politica nonviolenta di un sempre piu' ampio movimento plurale che sia nitido e intransigente nell'opposizione a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni, a tutte le oppressioni, a tutte le vilta' e a tutte le menzogne.
La nonviolenza e' in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
10. WANGARI MAATHAI
E' deceduta Wangari Maathai, maestra di nonviolenza.
Con infinita gratitudine qui la ricordiamo.
11. SI E' SVOLTO IL 26 SETTEMBRE A VITERBO UN INCONTRO DI VALUTAZIONE DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI
Lunedi' 26 settembre 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di valutazione della marcia "per la pace e la fratellanza dei popoli" da Perugia ad Assisi che si e' svolta il 25 settembre 2011.
Il giudizio espresso e' stato di grande apprezzamento: la marcia - con la sua immensa e plurale, corale e persuasa partecipazione - ha costituito un limpido pronunciamento del popolo italiano per la cessazione della partecipazione dello stato italiano alle guerre; per l'abrogazione di tutte le misure in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista e schiavista; per la caduta del governo della malavita e dell'anomia; per il ritorno alla legalita' democratica, alla Costituzione repubblicana, al rispetto della dignita' umana, alla civilta'; per la scelta della nonviolenza.
Nel cinquantesimo anniversario della prima marcia Perugia-Assisi, ideata e organizzata da Aldo Capitini - l'illustre filosofo apostolo della nonviolenza in Italia -, il popolo della pace si e' messo di nuovo in cammino: per un mondo in cui siano riconosciuti e rispettati tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani, in primo luogo il diritto a non essere uccisi ne' perseguitati; per un mondo in cui ogni essere umano sia di aiuto a tutti gli altri esseri umani; per un mondo in cui la responsabilita' umana rispetti e difenda la biosfera e le varie forme di vita che la compongono.
12. UN ERRORE DA NON COMMETTERE, E NON SOLO
Un errore da non commettere (tra molti altri possibili, va da se') e' lasciarsi ipnotizzare dalla rappresentazione che della marcia Perugia-Assisi del 25 settembre hanno dato i mass-media del sistema della violenza.
La marcia non e' stata una passerella di politicanti tra una folla di comparse. La marcia e' stata invece l'assemblea itinerante di migliaia e migliaia di persone (decine di migliaia, forse centinaia di migliaia), che non erano li' a fare la claque di chicchessia o i figuranti reclutati, ma tutte recavano all'azione comune le proprie idee, esperienze, proposte, lotte.
E la marcia non e' stata neppure l'imbottitura delle parole scritte all'inizio o pronunciate alla fine dalle burocrazie o dai sorteggiati di turno: la marcia non e' una proprieta' privata, non delega ad altri le sue ragioni e i suoi sentimenti, e' refrattaria alla societa' dello spettacolo come alle gerarchie comunque paludate. La marcia sono migliaia di persone insieme postesi in cammino tra la citta' di Capitini e quella di Francesco per la pace e la fratellanza dei popoli, persone autonome ed autocoscienti unite in un'impresa comune condivisa. Nessuna "piattaforma" burocratica di strutture lottizzate, e nessun "documento conclusivo" ad un tempo prolisso e generico, elusivo e palustre, puo' render giustizia alla marcia, puo' riflettere la marcia, puo' fagocitare la marcia. Tutti lo sappiamo: la marcia e' un'altra cosa rispetto alle carte che fanno volume nelle carpette. La marcia e' umanita' vivente e operante, in cammino ed in lotta per la rivoluzione nonviolenta: ovvero per affermare tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani attraverso una concreta politica nonviolenta: una concreta politica nonviolenta.
E le migliaia di persone che hanno marciato il 25 settembre hanno effettualmente espresso con inequivocabile chiarezza posizioni ben piu' concrete e politicamente qualificate di quelle che vengono loro attribuite dai proclami e dai documenti degli ingenui o dei callidi.
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La marcia - e lo ha percepito senza possibilita' di errore chiunque l'ha camminata, respirata, ascoltata e parlata, condivisa quindi, lungo il cammino che da Perugia reca ad Assisi - ha espresso posizioni nette e programmi di azione politica immediata.
La marcia ha espresso un'opposizione integrale alla guerra, agli eserciti e alle armi; e quindi ha espresso la richiesta politica secca dell'immediata cessazione della partecipazione italiana alle guerre in corso in Afghanistan e in Libia; la richiesta politica secca del taglio delle spese militari a beneficio delle spese sociali nel bilancio dello stato; la richiesta politica secca di una politica internazionale fondata su smilitarizzazione e disarmo, cooperazione ecoequosolidale, corpi civili di pace e gestione nonviolenta dei conflitti.
La marcia ha espresso un'opposizione integrale al colpo di stato razzista; e quindi ha espresso la richiesta politica secca dell'immediata abrogazione di tutte le misure razziste introdotte nell'ordinamento a partire dall'infame riapertura dei campi di concentramento nel 1998 fino alle piu' recenti aberrazioni hitleriane.
La marcia ha espresso un'opposizione integrale alla violenza di classe insita nella politica economica non solo del governo corrotto e corruttore, ma anche della quasi totalita' del ceto politico, dei gruppi dirigenti e dei ceti dominanti; e quindi ha espresso la richiesta politica secca di una politica economica della solidarieta' e della giustizia sociale in netta contrapposizione al sistema di potere e al modello di sviluppo imposto dal comitato d'affari dei rapinatori attualmente dominante.
La marcia ha espresso un'opposizione integrale all'inquinamento, devastazione e distruzione della biosfera; e quindi ha espresso la richiesta politica secca di una politica rispettosa e risanatrice dell'ambiente, di tutto il mondo vivente, e quindi anche dell'umanita' intera comprese le generazioni future.
Infine e soprattutto la marcia ha espresso un'opposizione integrale alla violenza maschilista e patriarcale di cui la weltanschauung e il pratico agire sia pubblico che privato del presidente del Consiglio dei Ministri e capo del regime della corruzione costituiscono un esempio flagrante che funge da alibi e movente e fomite per un'intera societa' che nega a meta' dell'umanita' la sua stessa qualita' umana; e quindi la marcia ha espresso la richiesta politica secca di una immediata conversione femminista della cultura e del governo della societa' e dello stato.
Ecologista e femminista, socialista e libertaria, ricca di tutte le piu' preziose tradizioni spirituali dell'umanita' e di tutte le esperienze di solidarieta', di responsabilita' e di liberazione della civilta' umana, la marcia e' un popolo in cammino sulla via della nonviolenza.
La marcia e' un fatto politico che da' inizio a un'azione nonviolenta corale e persuasa per il governo della societa' e del paese secondo principi di giustizia e di solidarieta', di verita' e di amore, cominciando dal piu' basilare: far cessare le uccisioni.
Uscire dalla subalternita' occorre: la nonviolenza e' la politica del XXI secolo.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
13. DAL 25 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE, PORTIAMO LA NONVIOLENZA IN TUTTE LE PIAZZE D'ITALIA
Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, e' la Giornata internazionale della nonviolenza indetta dall'Onu.
Il 2 ottobre portiamo in tutte le piazze d'Italia il senso e i fini della marcia Perugia-Assisi che si e' svolta il 25 settembre.
Ovunque possibile organizziamo occasioni pubbliche di incontro per la nonviolenza, per la pace e la fratellanza dei popoli.
E che queste occasioni pubbliche di incontro rendano concreta e condivisa l'azione politica della nonviolenza oggi necessaria:
- per l'immediata cessazione della partecipazione dello stato italiano alle guerre terroriste e stragiste in Afghanistan e in Libia;
- per l'immediata abrogazione delle misure in cui si e' concretizzato il criminale colpo di stato razzista nel nostro paese;
- per l'immediato stop a tutte le cosiddette "grandi opere" nocive e distruttive;
- per il disarmo subito;
- per una politica economica dalla parte delle classi sociali sfruttate ed oppresse;
- per la cura dei beni comuni e la difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera;
- contro la violenza maschilista e patriarcale;
- contro i poteri criminali e il regime della corruzione;
- per le dimissioni immediate del governo della guerra e del razzismo;
- per il ritorno alla legalita' che salva le vite, alla democrazia che tutti gli esseri umani riconosce e accoglie, alla civilta' che unisce - in giustizia e liberta', responsabilita' e solidarieta' - l'umanita' intera.
La nonviolenza e' in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
14. IL 2 OTTOBRE CONTRO LA GUERRA E IL RAZZISMO
Il 2 ottobre e' la Giornata internazionale della nonviolenza.
Che non sia un vuoto rituale, ma diventi un giorno di incontro, di riflessione e di lotta: innanzitutto contro la guerra e contro il razzismo, contro tutte le uccisioni e tutte le persecuzioni.
Che in ogni citta' d'Italia si realizzino iniziative, delle dimensioni e delle forme piu' varie, ma si realizzino: e che esse affermino la nonviolenza senza mistificazioni e senza mutilazioni, senza ambiguita' e senza subalternita'.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza e' la scelta del bene comune.
La nonviolenza e' la forza liberatrice della verita'.
La nonviolenza e' la responsabilita' e la solidarieta' nei confronti di tutto il mondo vivente.
La nonviolenza e' rispetto di se' e degli altri.
La nonviolenza e' la politica necessaria.
*
Il 2 ottobre ovunque possibile si dispieghi l'azione politica nonviolenta innanzitutto affinche':
- cessi l'illegale partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia;
- cessi l'illegale persecuzione razzista dei migranti e dei viaggianti;
- cessi il criminale sperpero dei pubblici denari per l'apparato militare, le armi e le guerre assassine;
- si dimetta il governo guerrafondaio e razzista, criminale e corruttore;
- si affermi la legalita', la democrazia, la dignita' e la solidarieta' umana.
*
La nonviolenza e' l'alternativa al regime della corruzione.
La nonviolenza e' l'alternativa alla barbarie onnicida.
La nonviolenza e' in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
15. Il 2 OTTOBRE IN TUTTE LE CITTA' D'ITALIA LA NONVIOLENZA CONTRO LA GUERRA E IL RAZZISMO
Domenica 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, nell'anniversario della nascita di Gandhi, in tutte le citta' d'Italia si realizzino iniziative nonviolente contro la guerra e il razzismo, contro tutte le uccisioni e le persecuzioni.
*
Cessi l'illegale partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia.
Cessi l'illegale persecuzione razzista dei migranti e dei viaggianti.
Cessi il criminale sperpero dei pubblici denari per l'apparato militare, le armi e le guerre assassine.
Si dimetta il governo guerrafondaio e razzista, criminale e corruttore.
Si affermi la legalita', la democrazia, la dignita' e la solidarieta' umana.
16. LE DUE COSE PIU' ATROCI, IL PRIMO DOVERE
Tento ancora una volta di dire nel modo piu' semplice le due cose piu' atroci che accadono oggi in Italia.
*
La prima: lo stato italiano sta partecipando alle guerre che massacrano innumerevoli esseri umani in Afghanistan e in Libia. Lo stato italiano sta uccidendo degli esseri umani innocenti.
Lo sta facendo violando le leggi, ma con la complicita' del popolo italiano che lo sa ma non reagisce, assiste inerte alle stragi compiute dal nostro paese.
*
La seconda: lo stato italiano sta perseguitando innumerevoli esseri umani con una politica razzista. Lo stato italiano sta perseguitando, riducendo in schiavitu', privando della liberta' e facendo morire degli esseri umani innocenti.
Lo sta facendo violando le leggi, ma con la complicita' del popolo italiano che lo sa ma non reagisce, assiste inerte alle persecuzioni razziste compiute dal nostro paese nei confronti di migranti e viaggianti.
*
Questi due fatti, consistendo di uccisioni e persecuzioni le piu' abominevoli, sono le cose assolutamente salienti, gli elementi decisivi, della situazione italiana oggi.
Tutto il resto e' nulla in confronto a questi mostruosi crimini.
Questi due fatti convocano ogni persona che vive in questo paese al giudizio e all'impegno.
*
E dunque il primo dovere morale e civile, il primo dovere esistenziale e politico di ogni persona decente in questo paese e' contrastare queste uccisioni, queste persecuzioni.
Il primo dovere di ogni persona decente e' far cessare le stragi, e' far cessare la violenza razzista e schiavista.
E' il primo dovere di ogni essere umano: salvare le vite umane, difendere l'umanita'. Tutto il resto viene dopo.
*
Il 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, in tutte le citta' d'Italia si dispieghi l'azione politica nonviolenta affinche' cessi l'illegale partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia; affinche' cessi l'illegale persecuzione razzista dei migranti e dei viaggianti; affinche' cessi il criminale sperpero dei pubblici denari per l'apparato militare, le armi e le guerre assassine; affinche' si dimetta il governo guerrafondaio e razzista, criminale e corruttore; affinche' si affermi la legalita', la democrazia, la dignita' e la solidarieta' umana.
17. 2 OTTOBRE, LA NONVIOLENZA ALLA PROVA
Dopo la straordinaria esperienza della marcia Perugia-Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli" del 25 settembre 2011, il 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, sara' ancora una fondamentale occasione di incontro, di riflessione, di azione nonviolenta.
*
Che in tutte le citta' d'Italia si svolgano iniziative nonviolente contro la guerra e contro il razzismo, contro tutte le uccisioni e contro tutte le persecuzioni.
Che ovunque possibile si organizzino incontri pubblici di testimonianza, di denuncia e di lotta per ottenere:
a) l'immediata cessazione dell'illegale partecipazione dell'Italia alle scellerate guerre in Afghanistan e in Libia;
b) l'immediata abrogazione di tutte le illegali misure di persecuzione nazista dei migranti in cui si e' strutturato il colpo di stato razzista in Italia;
c) l'immediato drastico taglio dei fondi pubblici destinati agli armigeri, alle armi, alle guerre assassine;
d) le dimissioni del governo delle guerre e del colpo di stato razzista, assassino e persecutore, corrotto e corruttore, criminale e criminogeno, anomico e barbaro;
e) il ripristino nel nostro paese della legalita' costituzionale, della democrazia, del rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chi non si oppone alla guerra ne e' complice.
Chi non si oppone alle persecuzioni razziste ne e' complice.
La civilta' umana consiste nella solidarieta' che salva le vite.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
18. WANGARI MAATHAI, OVVERO LA RIVOLUZIONE NECESSARIA: ECOLOGISTA, FEMMINISTA, NONVIOLENTA
Questa donna la cui morte ora piangiamo, con la sua vita, le sue esperienze e le sue riflessioni, questo ha insegnato all'umanita': che la rivoluzione necessaria che sola potra' salvare insieme la famiglia umana e la biosfera sara' ecologista, femminista e nonviolenta, o non sara'.
19. TUTTA LA VERITA', NIENT'ALTRO CHE LA VERITA'. IN UN OCEANO DI SANGUE
Vi e' una tragica realta'. Che ha due elementi cruciali.
E la tragica realta' e' che l'Italia sta partecipando a due guerre, in Afghanistan e in Libia, due guerre terroriste e stragiste, imperialiste e razziste, colonialiste e mafiose. Due guerre folli e criminali come tutte le guerre. Due guerre che la Carta dell'Onu e la Costituzione della Repubblica Italiana proibiscono, ma che vengono ugualmente condotte in violazione di ogni legge.
E la tragica realta' e' che in Italia e' stato realizzato un colpo di stato razzista e schiavista, che si concretizza nella persecuzione hitleriana di migranti e viaggianti cui vengono negati i piu' fondamentali diritti umani. Lasciati morire tra stenti indicibili, abbandonati in balia dei poteri criminali, ridotti in schiavitu', privati di ogni diritto, imprigionati senza aver commesso alcunche' di male, deportati e riconsegnati nelle mani di dittatori e aguzzini cui erano sfuggiti con la fuga. Una persecuzione razzista che la Costituzione della Repubblica Italiana e la Dichiarazione universale dei diritti umani proibiscono, ma che viene ugualmente condotta in violazione di ogni legge.
Le guerre assassine ed il colpo di stato razzista sono i due fatti politici assolutamente decisivi della situazione italiana odierna. Il cui effetto e' un oceano di sangue umano innocente versato. Chi non vede questo e' cieco.
*
E questi due crimini godono di un effettuale consenso da parte della quasi totalita' di coloro che hanno voce pubblica.
Cosi' come questi due crimini godono altresi' di un consenso, passivo e per assuefazione, ma tuttavia consenso anch'esso, da parte della generalita' della popolazione distratta da altro; e non che manchino altri gravosi problemi in questo paese, tutt'altro, ma i due crimini di cui parliamo avendo come esito la commissione da parte dello stato di persecuzioni ed omicidi a livello di massa sono indubitabilmente i problemi piu' importanti, gli orrori piu' atroci che ogni coscienza morale ed ogni civile istituto del nostro paese deve affrontare, contrastare, sconfiggere.
Se non si affrontano, contrastano e sconfiggono la guerra e la persecuzione razzista in corso, null'altro conta: poiche' questi due crimini sovrastano e surdeterminano tutto. Tutto.
*
A questi due crimini oggi si oppongono solo un pugno di persone amiche della nonviolenza (una minoranza ovunque: nelle istituzioni, nelle organizzazioni politiche e sindacali, nelle esperienze ecclesiali, nelle associazioni e nei movimenti, finanche nei movimenti che si proclamano per la pace o addirittura nonviolenti). Una minoranza di persone amiche della nonviolenza che gli storici futuri riterranno le sole persone decenti tra i cittadini italiani di questo inizio di secolo, le sole che a questo bagno di sangue hanno voluto opporsi.
Altri, certo, si oppongono al governo colpevole delle guerre assassine e della persecuzione razzista, ma vi si oppongono per altri motivi, legittimi e non insignificanti, ma nella loro opposizione tacciono sulle stragi e sul colpo di stato hitleriano, e cosi' di fatto oggi quelle stragi e quel colpo di stato favoreggiano e domani, qualora vi fosse un cambio di governo, quelle stragi e quel colpo di stato proseguirebbero. Cosicche' oggi per salvare la vita di tanti innocenti in pericolo, e per salvare l'Italia dalla barbarie, si puo' contare solo su quella minoranza di persone amiche della nonviolenza che sono consapevoli dell'orrore assoluto della guerra e del razzismo, e del dovere morale e civile, del decisivo compito politico di contrastare guerra e razzismo; persone avvertite del fatto che questo e' oggi il cuore del caso italiano, questo e' il nocciolo della catastrofe politica e fin antropologica prodotta dal berlusconismo come metodo e come sistema: che nonostante il dettato delle leggi, e massime della Costituzione della Repubblica Italiana, lo stato italiano sta uccidendo innocenti, sta perseguitando innnocenti, sta praticando una politica internazionale di aggressione armata omicida ed una politica interna di persecuzione hitleriana. Chi non vede questo, chi non dice questo, che non si batte su questo, e' gia' complice della barbarie assassina al potere.
*
Ma anche queste persone amiche della nonviolenza, le uniche persone decenti tra i cittadini italiani, non possono limitarsi alla denuncia del crimine della guerra, del crimine del razzismo. Devono condurre una lotta contro la guerra e contro il razzismo. Una lotta rigorosamente nonviolenta. Che risvegli e coscientizzi il popolo italiano. Che contrasti praticamente la macchina bellica e la macchina razzista.
Queste persone amiche della nonviolenza, le uniche persone decenti tra i cittadini italiani, hanno il compito storico di guidare l'insurrezione morale del popolo italiano per la cessazione immediata della partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia; per l'abrogazione immediata di tutte le misure in cui si concretizza il colpo di stato razzista; per il ritorno immediato al rispetto integrale della Costituzione della Repubblica Italiana.
Queste persone amiche della nonviolenza, le uniche persone decenti tra i cittadini italiani, hanno il compito storico di guidare l'insurrezione morale del popolo italiano per sconfiggere il regime della guerra e del razzismo, dell'anomia e della corruzione; hanno il compito storico di guidare l'insurrezione morale del popolo italiano per riconquistare la legalita', la democrazia, la civilta', la dignita'.
Si tratta quindi di uscire dalla subalternita', di uscire da ogni ambiguita'.
Ripetiamolo: si tratta di promuovere ed assumere la guida di un'insurrezione morale dell'intero popolo italiano in difesa della legalita' che salva le vite, della democrazia e della solidarieta', in difesa della civilta' e della dignita' umana.
Ripetiamolo: un'insurrezione nonviolenta dell'intero popolo italiano per ripristinare nel nostro paese la vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana.
Ripetiamolo: un'insurrezione nonviolenta dell'intero popolo italiano.
*
Abbiamo cominciato con la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011, il cui cuore pulsante e' stata appunto la parola d'ordine "per la pace e la fratellanza dei popoli" ovvero: contro la guerra e la persecuzione razzista. E la marcia in quanto capitiniana "assemblea itinerante" e' stata effettualmente una grande, consapevole, nitida manifestazione popolare nonviolenta di opposizione alla guerra in corso e al colpo di stato razzista in corso; la piu' grande manifestazione nonviolenta contro la guerra e il razzismo, contro le uccisioni e le persecuzioni, da molti anni a questa parte nel nostro paese.
Dobbiamo continuare con la Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre, che sia un giorno di lotta contro i due crimini della guerra e del razzismo, di smascheramento e denuncia della rassegnazione complice, di convocazione della popolazione ad insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della vita e della dignita' umana, in difesa dell'ordinamento giuridico democratico, in difesa della civilta' e della convivenza umana, in difesa della solidarieta' che ogni essere umano raggiunge, riconosce, sostiene.
Il 2 ottobre occorre portare la nonviolenza in ogni citta' e paese e quartiere e borgo d'Italia: con la marcia Perugia-Assisi si sono raccolte le forze, ora occorre che l'azione nonviolenta fluisca e si espanda ovunque, in tutte le regioni, in tutte le citta': domenica 2 ottobre ovunque possibile si realizzino incontri ed iniziative pubbliche di azione nonviolenta contro guerra e razzismo.
E poi dobbiamo porci l'obiettivo di fare del 4 novembre un giorno di memoria di tutte le vittime di tutte le guerre, un giorno di lutto e di impegno contro tutte le guerre e le uccisioni: ogni vittima ha il volto di Abele.
Il 4 novembre cessi di essere la parata degli assassini che irridono gli assassinati, e divenga giorno di lotta nonviolenta per salvare le vite di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Il 2 ottobre in tutte le citta' d'Italia si dispieghi l'azione nonviolenta contro la guerra e contro il razzismo, contro le uccisioni e le persecuzioni.
Il 2 ottobre in tutte le citta' d'Italia si dispieghi l'azione nonviolenta per la legalita' che salva le vite, per la verita' che libera e affratella e assorella, per la democrazia che si fonda su giustizia e liberta', per la responsabilita', per la solidarieta', per la vita e la dignita' di ogni essere umano.
Cessi immediatamente l'illegale partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia.
Cessi immediatamente l'illegale persecuzione razzista dei migranti e dei viaggianti.
Cessi immediatamente il criminale sperpero dei pubblici denari per l'apparato militare, le armi e le guerre assassine.
Si dimetta immediatamente il governo guerrafondaio e razzista, criminale e corruttore.
Si affermi immediatamente la legalita', la democrazia, la dignita' e la solidarieta' umana.
La verita' e' in marcia.
La nonviolenza e' in cammino.
20. INIZIATIVE. IL PROGRAMMA DEL CONVEGNO E DELLA FESTA PER I CINQUANT'ANNI DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO IL 20-22 GENNAIO 2012 A VERONA
[Riproponiamo il seguente invito dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org)]
Il Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini, compie 50 anni.
La festa di compleanno si terra' nei giorni 20-21-22 gennaio 2012 a Verona, al Teatro Camploy (zona Porta Vescovo).
Sono invitati tutti gli amici, le persone, le associazioni, i gruppi, i movimenti dei piu' diversi ambienti culturali, politici, artistici, religiosi, intellettuali, e comunque tesi verso l'orizzonte nonviolento, che in questi cinque decenni hanno conosciuto, collaborato, condiviso, sostenuto il Movimento Nonviolento.
*
Venerdi' 20 gennaio 2012
Ore 21: Spettacolo-concerto con archi, fiati e attore. Magical Mystery Orchestra. Qualita', classicita', poetica. Le canzoni che i Beatles non hanno mai eseguito dal vivo: un'orchestra di dodici elementi con una musicalita' propria, realizza una personale interpretazione che unisce all'estremo rigore filologico una vena compositiva essenziale, attenta alla logica e allo spirito dei brani e dell'epoca in cui furono concepiti. Cinquant'anni di musica vitale. (Entrata libera, contributo gradito).
*
Sabato 21 gennaio
Introduce e coordina Mao Valpiana (Presidente del Movimento Nonviolento).
Ore 10: Convegno "50 anni di nonviolenza". Goffredo Fofi: "Il contesto culturale e politico nel quale e' nato il Movimento Nonviolento"; Gianni Sofri: "L'influenza del pensiero di Gandhi nel Movimento Nonviolento di Aldo Capitini"; Daniele Lugli: "Il Movimento Nonviolento alla prova della visione di Capitini e delle sfide di oggi".
Ore 13: pausa pranzo.
Ore 15: Film "In marcia. Elementi di un'esperienza nonviolenta" di Roberta Mani e Roberto Rossi.
Presentazione dell'Archivio (1962-2011) del Movimento Nonviolento, Andrea Maori
Presentazione del fondo Manifesti storici del Movimento Nonviolento, Caterina Del Torto.
Vignette, disegni, illustrazioni, fumetti, immagini, satira... in diretta con Mauro Biani.
Letture da Gandhi, Capitini, Langer, con le voci di Margherita Sciarretta e Sandra Ceriani.
Ore 17: Prima sessione "L'obiezione alla guerra": Giancarla Codrignani (gia' presidente Lega Obiettori di Coscienza), Sam Bieseman (Ufficio Europeo Obiezione di Coscienza) , Gerry Condon (US Veterans for Peace).
Ore 18: E se la patria chiama... Dalla Marcia del '61 ad oggi, conversazione in musica con Fausto Amodei, padre della canzone civile, satirica, antimilitarista italiana. Conduce Enrico de Angelis.
Cantiamo insieme, con la chitarra di Paolo Predieri.
Degustazione, con Christoph Baker, dei tre vini (Nebbiolo, Botticino, Cesanese), alla presenza dei produttori nonviolenti Beppe Marasso, Adriano Moratto, Mariano Mampieri.
Ore 19: Buffet aperi/cena.
Ore 21: Mille papaveri rossi. La pace nella canzone italiana. Reading-concerto curato e condotto da Enrico de Angelis. Cantano Raffaella Benetti, Giuliana Bergamaschi, Claudia Bidoli, Grazia De Marchi, Laura Facci, Deborah Kooperman, Veronica Marchi, Ilaria Peretti, Alice Ronzani, Terry Veronesi. Suonano Enrico Breanza, Marco Pasetto, Gianni Sabbioni. Arrangiamenti di Enrico Breanza, Marco Pasetto, Enrico Terragnoli. Letture di Sandra Ceriani. (Entrata libera, contributo gradito).
*
Domenica 22 gennaio
Introducono e coordinano Raffaella Mendolia e Pasquale Pugliese (Segretari del Movimento Nonviolento).
Ore 9: Seconda sessione "L'apertura": Angela Dogliotti (educazione/conflitti), Fulvio Cesare Manara (comunicazione/filosofia).
Saluto a cura del gruppo giovani del Movimento Nonviolento, con Daniele Taurino.
Saluto con messaggio video di Alberto Perino (resistenza No Tav).
Terza sessione: "l'Omnicrazia - il potere di tutti":
Gianni Tamino (ecologia e politica), Luisa Morgantini (donne in nero).
Ore 11,30: Le "reti" alle quali il Movimento Nonviolento partecipano: Rete Ipri-Corpi Civili di Pace, Carla Biavati; Comitato italiano per una cultura di pace e nonviolenza, Sergio Bergami; Servizio Civile, Francesco Spagnolo; Rete Italiana Disarmo, Massimo Paolicelli.
ore 15: proposta di una campagna comune per il disarmo e contro le spese militari
ore 16: la festa e' finita...
*
Informazioni logistiche: il Teatro Camploy si trova in via Cantarane 32, nella zona di Porta Vescovo. Alla stazione ferroviaria di Porta Vescovo fermano solo i treni regionali della linea Milano-Venezia. Dalla Stazione di Verona Porta Nuova autobus n. 11, 12, 13, 51, 510 (serale e festivo n. 90, 91, 92, 98).
Vi chiediamo di contribuire alle molte spese sostenute per quest'iniziativa, con un contributo di sostegno (graditissimo) fiscalmente detraibile, sul conto corrente postale n.18745455 intestato a Movimento Nonviolento o bonifico bancario con codice Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455.
Per informazioni: tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org
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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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Numero 282 del 15 gennaio 2012
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