Telegrammi. 748
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- Date: Wed, 23 Nov 2011 00:43:27 +0100 (CET)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 748 del 23 novembre 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Verso il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
2. Lea Melandri e Maria Grazia Campari: Perche' il 25 novembre non sia solo una ricorrenza. Violenza di genere: dal privato alla sfera pubblica
3. Il 21 novembre si e' svolto un incontro di studio a Viterbo
4. Pierpaolo Loi: A Cagliari
5. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. VERSO IL 25 NOVEMBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Una sola umanita'; di persone tutte diverse, e tutte eguali in dignita' e diritti.
Una sola umanita'; e solo la scelta della nonviolenza potra' salvarla dalla catastrofe.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Difesa della biosfera, difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Giustizia e solidarieta'.
Una sola umanita'; e solo la scelta della nonviolenza potra' salvarla dalla catastrofe.
Una sola umanita'; di persone tutte diverse, e tutte eguali in dignita' e diritti.
2. APPELLI. LEA MELANDRI E MARIA GRAZIA CAMPARI: PERCHE' IL 25 NOVEMBRE NON SIA SOLO UNA RICORRENZA. VIOLENZA DI GENERE: DAL PRIVATO ALLA SFERA PUBBLICA
[Riproponiamo il seguente appello di Lea Melandri e Maria Grazia Campari, dell'Associazione per una Libera universita' delle donne di Milano (sito: www.universitadelledonne.it), appello che ha gia' ricevuto numerosissime adesioni.
Lea Melandri, nata nel 1941, acutissima intellettuale, fine saggista, redattrice della rivista "L'erba voglio" (1971-1975), direttrice della rivista "Lapis", e' impegnata nel movimento femminista e nella riflessione teorica delle donne. Tra le opere di Lea Melandri segnaliamo particolarmente L'infamia originaria, L'erba voglio, Milano 1977, Manifestolibri, Roma 1997; Come nasce il sogno d'amore, Rizzoli, Milano 1988, Bollati Boringhieri, Torino 2002; Lo strabismo della memoria, La Tartaruga, Milano 1991; La mappa del cuore, Rubbettino, Soveria Mannelli 1992; Migliaia di foglietti, Moby Dick 1996; Una visceralita' indicibile, Franco Angeli, Milano 2000; Le passioni del corpo, Bollati Boringhieri, Torino 2001; Amore e violenza, Bollati Boringhieri, Torino 2011. Dal sito www.universitadelledonne.it riprendiamo la seguente scheda: "Lea Melandri ha insegnato in vari ordini di scuole e nei corsi per adulti. Attualmente tiene corsi presso l'Associazione per una Libera Universita' delle Donne di Milano, di cui e' stata promotrice insieme ad altre fin dal 1987. E' stata redattrice, insieme allo psicanalista Elvio Fachinelli, della rivista L'erba voglio (1971-1978), di cui ha curato l'antologia: L'erba voglio. Il desiderio dissidente, Baldini & Castoldi 1998. Ha preso parte attiva al movimento delle donne negli anni '70 e di questa ricerca sulla problematica dei sessi, che continua fino ad oggi, sono testimonianza le pubblicazioni: L'infamia originaria, edizioni L'erba voglio 1977 (Manifestolibri 1997); Come nasce il sogno d'amore, Rizzoli 1988 ( ristampato da Bollati Boringhieri, 2002); Lo strabismo della memoria, La Tartaruga edizioni 1991; La mappa del cuore, Rubbettino 1992; Migliaia di foglietti, Moby Dick 1996; Una visceralita' indicibile. La pratica dell'inconscio nel movimento delle donne degli anni Settanta, Fondazione Badaracco, Franco Angeli editore 2000; Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati Boringhieri 2001. Ha tenuto rubriche di posta su diversi giornali: 'Ragazza In', 'Noi donne', 'Extra Manifesto', 'L'Unita''. Collaboratrice della rivista 'Carnet' e di altre testate, ha diretto, dal 1987 al 1997, la rivista 'Lapis. Percorsi della riflessione femminile', di cui ha curato, insieme ad altre, l'antologia Lapis. Sezione aurea di una rivista, Manifestolibri 1998. Nel sito dell'Universita' delle donne scrive per le rubriche 'Pensiamoci' e 'Femminismi'".
Maria Grazia Campari e' una prestigiosa giurista e intellettuale femminista, impegnata nei movimenti per la pace e i diritti; dal medesimo sito riprendiamo la seguente scheda: "Maria Grazia Campari, avvocata, appartiene all'Associazione per una Libera Universita' delle Donne di Milano e all'Associazione Rosa Luxemburg di Firenze. Ha scritto per varie riviste (Democrazia e diritto, Quale giustizia, Il diritto delle donne, Reti, Alternative, Sottosopra, Il paese delle donne...) e collabora al sito sui temi del diritto sessuato, della violenza sessista, della rappresentanza politica e sociale, della cittadinanza femminile e delle problematiche di bioetica. Ha partecipato alla scrittura di alcune opere collettanee: Donne e diritto. Lessico politico delle donne; Percorsi del femminismo milanese a confronto; L'eredita' del femminismo per una lettura del presente; Ai confini dello stato sociale; Con Rosa Luxemburg - politica, cultura, impegno contro la guerra; Donne e uomini nella politica: rappresentanza, partecipazione, conflitti"]
Il problema della violenza maschile sulle donne - in particolare quella che avviene in ambito domestico (maltrattamenti, stupri, persecuzioni, omicidi, ecc.) - e' stato, negli ultimi sei anni, al centro di grandi manifestazioni nazionali, oggetto di dibattiti, appelli, documenti, ricerche, iniziative cittadine, da parte delle componenti piu' varie dell'impegno femminile. Il fenomeno, come apprendiamo purtroppo dalle cronache quotidiane, non e' diminuito, anzi, e' aumentato sommandosi alla violenza omofobica contro la liberta' di scelta sessuale, mentre e' invece inspiegabilmente scomparso dall'agenda del movimento delle donne nel momento stesso in cui stanno per essere chiusi, per mancanza di finanziamenti, alcuni centri antiviolenza.
Senza aspettare che sia la ricorrenza del 25 novembre a ricordarcelo, e' percio' necessario che il tema venga ripreso e affrontato per la gravita' che riveste e l'ampiezza delle implicazioni, private e pubbliche, che vi sono connesse.
Nella speranza che il movimento nato dalle piazze del 13 febbraio non voglia attestarsi soltanto su posizioni rivendicative, cancellando il mutamento profondo che dagli anni '70 in avanti il femminismo ha portato alla concezione tradizionale della politica, e' importante percio' che, prima di definire un'agenda fatta di obiettivi, proposte specifiche, articolate su diversi piani, si faccia chiarezza sulle interpretazioni che hanno impedito finora di affrontare in tutta la sua complessita' e ambiguita' una violenza che sembra legata fatalmente alle vicende piu' intime del rapporto tra i sessi (sessualita', amore, maternita', affetti famigliari):
1. la lettura in chiave di devianza o patologia individuale, e non come residuo dell'antico potere patriarcale di vita e di morte su donne, schiavi e figli;
2. l'uso in chiave sicurezza pubblica e di conflitto di civilta', cioe' contro i costumi barbarici di questo o di quello "straniero";
3. l'idea che si possa arginarla con politiche di tutela familiare, senza tener conto che sono proprio i vincoli familiari a tenere ambiguamente confuse protezione e aggressivita'.
Un altro passaggio importante e' non isolare la violenza nelle sue forme manifeste da quella che passa e si perpetua invisibile attraverso la cultura maschile dominante - istituzioni, saperi, linguaggi, habitus mentali, norme morali, mezzi di comunicazione, ecc. -, una rappresentazione del mondo che le donne stesse hanno, loro malgrado, interiorizzata e fatta propria. Rientra nella violenza simbolica o culturale anche la difficolta' a vedere il rapporto di potere tra uomo e donna per la valenza politica che ha in se', per cui persiste la tendenza a porlo come "questione femminile": le donne viste come un gruppo sociale omogeneo, portatore di uno "svantaggio" storico da colmare, o di un "talento" da valorizzare quanto merita. In altre parole: un sesso debole da tutelare, o una risorsa salvifica, una visione tutta interna alle "differenze di genere" cosi' come sono arrivate fino a noi, le stesse sulla base delle quali e' avvenuta la divisione tra privato e pubblico, la complementarizzazione e la subordinazione del ruolo femminile a quello maschile.
L'identificazione della donna con il corpo, la funzione sessuale e riproduttiva, e quindi la sua cancellazione come persona, e' la ragione prima della sua esclusione dalla polis, ma a sua volta e' la violenza implicita in questa privazione di spazi essenziali di liberta' e di potere decisionale ad avere pesanti ricadute negative sulla vita delle donne: dai gesti quotidiani di disvalore alla persecuzione violenta di quelle che tentano gesti di autonomia.
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Misure efficaci
Lo svantaggio sociale femminile cristallizzato nella famiglia tradizionale e' all'origine della violenza maschile che alligna nel privato e si espande nel pubblico anche grazie alla mercificazione mediatica del corpo femminile, usato come elemento eccitante di promozione vendite in senso lato.
Lo svantaggio politico percepibile in una democrazia a-partecipata e monosessuata determina il quadro e lo completa.
Ecco perche' la violenza sessista, anche domestica, non puo' mai essere un fatto privato, ma e' un'indecenza pubblica che le istituzioni non possono ignorare o mistificare attraverso la scorciatoia dell'utilizzo del diritto criminale come risposta esclusiva o preponderante.
A ben altri livelli occorre agire per sradicare questo grumo di violenza ancestrale, sedimentato nell'immaginario maschile, che va contrastato a partire dai primissimi messaggi che i bambini ricevono dalla famiglia, dalla scuola e dalla societa'.
Le misure suggerite dall'esperienza ben piu' seriamente strutturata in altri Paesi europei (vedi legge spagnola del 2004) partono appunto da un piano di acculturamento e sensibilizzazione fin dalla prima infanzia per il cambiamento delle relazioni fra donne e uomini, in ogni contesto del vivere associato.
Si sviluppano attraverso piani scolastici multilivello e una legislazione onnicomprensiva che evidenzia l'origine sessista e discriminatoria della violenza contro le donne e la previene attivamente, contrastando esclusioni e pregiudizi.
Si concretano attraverso una vigilanza costante e un monitoraggio dei risultati, attivando interventi correttivi e provvidenze pubbliche adeguate.
Prevedono, oltre alla visibilita' del problema, ritenuto di interesse generale, ruoli attivi delle istituzioni pubbliche centrali e locali, gravate delle connesse responsabilita'.
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Proposte iniziali
In concreto, sull'esempio di cio' che si fa in altri Paesi, pensiamo si debba promuovere un piano nazionale di sensibilizzazione e prevenzione della violenza di genere, incentrato su specifiche iniziative, tra cui qui citiamo:
- un programma di educazione/formazione sull'esercizio di diritti e obblighi uguali fra maschi e femmine nell'ambito sia privato che pubblico che si sviluppi fin dal livello scolastico elementare;
- il lancio di campagne pubbliche di sensibilizzazione contro gli stereotipi dei ruoli familiari femminili;
- la promozione di azioni positive per la eguaglianza di genere in tutti i campi del vivere associato (politico, economico, culturale), da rispettare rigorosamente (e la cui inosservanza venga sanzionata);
- il reintegro dei fondi incredibilmente sottratti ai Centri antiviolenza e alle Case delle donne, fondi che andrebbero al contrario aumentati per rafforzare le equipe che vi operano con varie professionalita' a collaborazione integrata;
- l'istituzione di un Osservatorio indipendente di monitoraggio sui diritti delle donne e di vigilanza sui mezzi di informazione e pubblicita', a garanzia di un trattamento conforme ai valori costituzionali e alla dignita' personale delle donne.
Riteniamo dovere principale di tutti gli schieramenti politici e dei singoli che si candidano per ruoli istituzionali in Italia e in Europa l'elaborazione e il perseguimento concreto di un piano integrato per la soluzione di questa incancrenita piaga sociale. Ma quel che ci preme di piu' e' la presa di responsabilita' da parte di tutte le donne impegnate in un ruolo istituzionale: a loro chiediamo esplicitamente di proporre, seguire e curare a ogni livello le misure necessarie a questa improrogabile svolta di civilta'.
Anche su questa base, che intendiamo verificare nelle fasi di ideazione e di realizzazione, si decideranno le nostre scelte politiche future.
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Per adesioni: e-mail: appello at zeroviolenzadonne.it, sito: www.zeroviolenzadonne.it
3. INCONTRI. IL 21 NOVEMBRE SI E' SVOLTO UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Lunedi' 21 novembre 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di studio sul tema: "Letteratura, arte, musica e cinema per la pace e la difesa dei diritti umani. Alcune esperienze e figure significative".
4. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. PIERPAOLO LOI: A CAGLIARI
[Ringraziamo Pierpaolo Loi (per contatti: pierp.loi at tiscali.it) per questo intervento.
"Sono nato a Orroli (Nu) il 23 dicembre del 1952. Ho conseguito la maturita' classica prima e quella magistrale poi a Cagliari. Ho proseguito con gli studi teologici e filosofici conseguendo il baccellierato e la licenza in Teologia fondamentale e dogmatica presso la Facolta' Teologica della Sardegna e la Laurea in filosofia presso l'Universita' degli Studi di Cagliari. Dall'anno scolastico 1983/84 lavoro come maestro nella scuola elementare. Ho praticato per molti anni l'obiezione fiscale alle spese militari partecipando alla divulgazione della campagna di obiezione alle spese militari. Dalla fine degli anni Settanta sono membro attivo della Rete Radie' Resch, associazione di solidarieta' internazionale fondata da Ettore Masina. Collaboro con la rivista online www.ildialogo.org. Mi interesso anche di teologia della liberazione, di ecumenismo e di dialogo interreligioso. Attualmente collaboro con la Comunita' "La Collina" - Serdiana, che promuove la giornata del dialogo cristiano-islamico e con la rivista "La Collina". Recente la pubblicazione di due brevi articoli su Tolstoj e Panikkar e un breve saggio su Capitini: Lev Nicolaevic Tolstoj, il rivoluzionario nonviolento, "La Collina", anno IV, n. 2, aprile/giugno 2011, p. 28; Raimon Panikkar, l'orizzonte del dialogo, "La Collina", anno IV, n. 2, aprile/giugno 2011, p. 29; Capitini, la nonviolenza e la Marcia Perugia-Assisi, "La Collina", anno IV, n. 3, luglio/settembre 2011, pp. 28-29 (prima parte)".
Suor Teresina Caffi, nata nel 1950 in provincia di Bergamo, a ventun anni entra nelle Missionarie di Maria, saveriane, a Parma; missionaria in Africa, testimone e partecipe dell'impegno per la pace e la dignita' umana. Un'ampia intervista e' nella rivista "Una citta'", n. 151, ottobre-novembre 2007 (disponibile nel sito www.unacitta.it). Tra le opere di Teresina Caffi: In cammino con il Vangelo, Emi, Bologna 2008.
Ernesto Balducci e' nato a Santa Fiora (in provincia di Grosseto) nel 1922, ed e' deceduto a seguito di un incidente stradale nel 1992. Sacerdote, insegnante, scrittore, organizzatore culturale, promotore di numerose iniziative di pace e di solidarieta'. Fondatore della rivista "Testimonianze" nel 1958 e delle Edizioni Cultura della Pace (Ecp) nel 1986. Oltre che infaticabile attivista per la pace e i diritti, e' stato un pensatore di grande vigore ed originalita', le cui riflessioni ed analisi sono decisive per un'etica della mondialita' all'altezza dei drammatici problemi dell'ora presente. Opere di Ernesto Balducci: segnaliamo particolarmente alcuni libri dell'ultimo periodo: Il terzo millennio (Bompiani); La pace. Realismo di un'utopia (Principato), in collaborazione con Lodovico Grassi; Pensieri di pace (Cittadella); L'uomo planetario (Camunia, poi Ecp); La terra del tramonto (Ecp); Montezuma scopre l'Europa (Ecp). Si vedano anche l'intervista autobiografica Il cerchio che si chiude (Marietti); la raccolta postuma di scritti autobiografici Il sogno di una cosa (Ecp); la raccolta postuma di scritti su temi educativi Educazione come liberazione (Libreria Chiari); il manuale di storia della filosofia, Storia del pensiero umano (Cremonese); ed il corso di educazione civica Cittadini del mondo (Principato), in collaborazione con Pierluigi Onorato. Opere su Ernesto Balducci: cfr. i due fondamentali volumi monografici di "Testimonianze" a lui dedicati: Ernesto Balducci, "Testimonianze" nn. 347-349, 1992; ed Ernesto Balducci e la lunga marcia dei diritti umani, "Testimonianze" nn. 373-374, 1995; un'ottima rassegna bibliografica preceduta da una precisa introduzione biografica e' il libro di Andrea Cecconi, Ernesto Balducci: cinquant'anni di attivita', Libreria Chiari, Firenze 1996; recente e' il libro di Bruna Bocchini Camaiani, Ernesto Balducci. La Chiesa e la modernita', Laterza, Roma-Bari 2002; cfr. anche almeno Enzo Mazzi, Ernesto Balducci e il dissenso creativo, Manifestolibri, Roma 2002; e AA. VV., Verso l'"uomo inedito", Fondazione Ernesto Balducci, San Domenico di Fiesole (Fi) 2004. Per contattare la Fondazione Ernesto Balducci: www.fondazionebalducci.it]
Il 4 novembre in molte citta' italiane si e' fatta memoria delle vittime civili e militari di tutte le guerre del passato e di quelle tuttora in corso. Non una "festa delle forze armate", delle forze di distruzione e di morte, ma lutto e compianto per l'inumano e atroce destino che ha accomunato e ancora accomuna persone e popoli sulla terra.
A Cagliari, proprio il 4 novembre si e' svolto un incontro-dibattito su "Africa, emergenze umanitarie, emergenze di giustizia", organizzato da diverse associazioni che si occupano di solidarieta' internazionale. Dopo la relazione di Teresina Caffi, missionaria saveriana, dal titolo "Donne nella guerra nella Repubblica Democratica del Congo" (1), ho pensato che proprio le sue parole - pronunciate con delicatezza e allo stesso tempo con estrema forza di denuncia - sulle atrocita' della guerra, in particolare dei soldati nei confronti delle donne, con l'uso dello stupro individuale e di gruppo, fino alla conseguenze estreme di disintegrazione umana e sociale e spesso della morte fisica, fossero la celebrazione di lutto piu' significativa svoltasi in citta'.
Al momento del dibattito ho preso coraggio e sono intervenuto mettendo in risalto la sintonia di cio' su cui si rifletteva insieme con l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele". Ho chiesto ai convenuti di fare un minuto di silenzio per ricordare le vittime di tutte le guerre e assumere la responsabilita' della lotta contro la follia della guerra, per la pace e la soluzione nonviolenta dei conflitti.
Ernesto Balducci dava forza intellettuale e profetica a questa assunzione di impegno alla conclusione di un suo intervento dal titolo "L'uomo planetario" al IV convegno Se vuoi la pace prepara la pace, svoltosi a Firenze nel 1985: "... nella nostra intransigenza contro la follia della sicurezza armata noi siamo i deputati di tutta la storia geologica, biologica e culturale del pianeta e di tutte le generazioni future, la cui esistenza e' legata alla conservazione delle risorse vitali. Quando gridiamo nelle piazze e altrove il nostro no alle armi, non siamo i servi di nessuno, siamo semplicemente i portavoce del genere umano del passato, del presente e del futuro e, al di la' del genere umano, della tenue fascia vitale che avvolge la terra e che oggi viene lacerata e distrutta dai laser della follia" (2).
*
Note
1. La relazione di Teresina Caffi si puo' scaricare dal sito www.comunitalacollina.it
2. In Ernesto Balducci, Niente e' finito. Testimonianze e ricordi, Piemme 2001, p. 158.
5. DOCUMENTAZIONE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
[Riproponiamo il seguente appello, che valga anche per il prossimo anno]
Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
*
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
*
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Associazione per la pace
per contatti: e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org
Peacelink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
Centro di ricerca per la pace di Viterbo
per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- AA. VV., Storia di Roma. La repubblica imperiale, Einaudi, Torino 1990, Mondadori, Milano 2011, pp. XXVIII + 920, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
- Maria Bellonci, Rinascimento privato, Mondadori, Milano 1985, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. XXII + 642, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").
- Sigmund Freud, Il disagio della civilta'. L'avvenire di un'illusione, Newton Compton, Roma 2010, Rcs, Milano 2011, pp. XVIII + 182, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Sigmund Freud, Totem e tabu' e altri saggi di antropologia, Newton Compton, Roma 1990, 2011, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 222, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").
- Gherardo Ortalli (a cura di), Storia d'Europa. Il Medioevo. Secoli V-XV, Einaudi, Torino 1994, Mondadori, Milano 2011, pp. XVIII + 1268, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
- Costantino Porcu (a cura di), Rubens, Skira'-Rcs, Milano 2044, 2011 pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
8. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 748 del 23 novembre 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
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