Telegrammi. 733
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- Date: Tue, 8 Nov 2011 00:37:25 +0100 (CET)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 733 dell'8 novembre 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Dieci anni e una settimana di "Ogni vittima ha il volto di Abele"
2. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele
3. Franco Bardasi: Ora di muoversi
4. Alessandro Capuzzo: Il 4 novembre a Trieste
5. Tonio Dell'Olio: Sprechi militari
6. Daniela Musumeci: Sorelle
7. Anselmo Palini: All'ascolto di don Primo Mazzolari
8. Francesco Pistolato: La verita' si fa strada
9. Alessandro Pizzi: Continuare ogni giorno
10. Il 7 novembre si e' svolto un incontro di studio a Viterbo
11. "Azione nonviolenta" di novembre 2011
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DIECI ANNI E UNA SETTIMANA DI "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
Sono dieci anni che a Viterbo nella ricorrenza del 4 novembre si realizza la commemorazione nonviolenta delle vittime di tutte le guerre "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Cominciammo nel 2002, e scrivevamo allora quanto segue.
"'Ogni vittima ha il volto di Abele' (Heinrich Boell).
1. Il 4 novembre e' un giorno di lutto, e nelle vicende umane anche l'elaborazione del lutto per coloro che non sono piu' conta. E conta altresi' il ricordo di coloro cui e' stata tolta la vita con la violenza. Non ricordarli sarebbe come volerli cancellare, quasi ucciderli una seconda volta.
Chi defini' la prima guerra mondiale con la formula lapidaria 'inutile strage' colse un punto decisivo: fu una orribile strage; e - di contro alle retoriche dei potenti che mandarono al macello tanta povera gente - non ebbe alcuna ammissibile utilita', poiche' le stragi non sono mai utili (se non al trionfo del male ed alla sofferenza dell'umanita'), sono stragi e basta, e tutti quelli che pensano che si possa costruire qualcosa dando ad altri la morte commettono uno sciaguratissimo e infame errore di ragionamento, oltre che un abominio morale, che li rende promotori o complici del piu' orrendo dei crimini.
La memoria delle vittime e' uno degli elementi su cui e con cui costruire l'impegno per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani (sulla memoria delle vittime ed anche sui possibili rischi di un uso distorto e strumentale di essa ha scritto pagine indimenticabili Tzvetan Todorov, ad esempio in Memoria del male, tentazione del bene).
2. Ebbene, la ricorrenza del 4 novembre, fine della prima guerra mondiale (per l'Italia), e' stata fin qui strumentalizzata proprio dai poteri militari, che in questa giornata, loro si', "festeggiano" le forze armate, cioe' scherniscono quei poveri morti che loro stessi comandi militari hanno fatto morire. Lo troviamo ripugnante.
3. Sic stantibus rebus, non convincono le iniziative subalterne, e non convince il lasciar stare, il far finta di niente. Cosicche' abbiamo pensato (anche sulla base di esperienze del passato) che il 4 novembre non debba essere lasciato come irridente e iniquo monopolio delle gerarchie militari e di quella retorica pseudopatriottica che il dottor Johnson qualche secolo fa definiva "l'ultimo rifugio delle canaglie"; non debba essere lasciato alle loro menzogne ed alla loro propaganda necrofila.
4. Di qui la proposta: in quella data le persone e le istituzioni amanti della pace e fedeli al diritto internazionale e alla legalita' costituzionale non permettano che prevalga la sciagurata finzione che la guerra sia bella e che le vittime debbano essere contente di essere state trucidate, ma oppongano alla menzogna la verita', e all'ipocrisia la pieta'. In quella data si ricordino le vittime per affermare che la guerra, del cui orrore la loro morte testimonia, ebbene, la guerra e' un crimine che mai piu' deve darsi.
'Ogni vittima ha il volto di Abele' (Heinrich Boell)".
Cosi' scrivevamo nel 2002.
*
Nel corso degli anni alla commemorazione nonviolenta delle vittime della guerra il 4 settembre col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" si sono aggiunte altre citta' in numero crescente.
Quest'anno l'iniziativa e' stata promossa a livello nazionale da un appello sottoscritto da alcune realta' rilevanti dell'impegno pacifista e nonviolento in Italia: il Movimento Nonviolento, l'Associazione per la pace, Peacelink. Ed e' stata realizzata in molte citta' italiane, in grandi e piccoli centri.
A Viterbo, in particolare, quest'anno intorno alla commemorazione del 4 novembre abbiamo realizzato, attraverso un'adeguata, meditata preparazione, un'intera settimana di variegate iniziative.
Innanzitutto abbiamo preparato l'evento con una serie di incontri specifici iniziati subito dopo la marcia Perugia-Assisi.
Poi da domenica 30 ottobre a domenica 6 novembre abbiamo realizzato ogni giorno incontri di riflessione ed iniziative pubbliche in vari luoghi della citta': nei quartieri del centro storico, di San Pellegrino, dell'Ellera, di Santa Barbara; e particolarmente significative sono state ovviamente le commemorazioni il 2 ottobre al cimitero monumentale cittadino San Lazzaro e il 4 ottobre in piazza del Sacrario.
E non solo a Viterbo: abbiamo tenuto incontri anche in altri comuni della provincia coinvolgendo quindi anche altri centri, altri gruppi, altre persone. E confidiamo che quanto seminato in questi incontri dara' luogo il 4 novembre del prossimo anno a commemorazioni nonviolente delle vittime delle guerre non solo a Viterbo citta', ma anche in vari altri comuni del viterbese.
Insieme a cio', abbiamo ospitato sul nostro notiziario telematico quotidiano numerosi interventi che hanno ampiamente documentato come in tutta Italia l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" trovi attenzione e sostegno, e come sia nella societa' civile che nelle istituzioni si apra la via la convinzione che occorre strappare il 4 novembre dalle grinfie dei poteri assassini e farne una giornata di impegno contro la guerra nel ricordo e nel nome di tutte le vittime.
Se dovessimo trarre un bilancio per quanto riguarda Viterbo ci sembra di poter dire che in un decennio l'iniziativa nonviolenta del 4 novembre "Ogni vittima ha il volto di Abele" e' lentamente ma solidamente divenuta una tradizione e un punto di riferimento, ed il suo appello all'impegno per la pace che salva le vite e' sempre piu' ascoltato e condiviso.
E questo appello nel ricordo e nel nome di tutte le vittime della guerra, delle uccisioni e delle persecuzioni convoca tutta la popolazione ad opporsi alla barbarie assassina, ad opporsi alla violenza nemica dell'umanita'; convoca tutta la popolazione all'impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano.
E qui ed ora convoca - non stanchiamoci di ripeterlo - l'intero popolo italiano all'azione nonviolenta affinche':
- cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine;
- cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti;
- siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista;
- cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi;
- si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni;
- si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
2. DOCUMENTAZIONE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
[Riproponiamo il seguente appello]
Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
*
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
*
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Associazione per la pace
per contatti: e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org
Peacelink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
Centro di ricerca per la pace di Viterbo
per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
3. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. FRANCO BARDASI: ORA DI MUOVERSI
[Ringraziamo Franco Bardasi (per contatti: fbardasi at tiscali.it) per questo intervento.
Franco Bardasi, amico della nonviolenza, e' particolarmente impegnato nel "Coordinamento per la pace nel centopievese"]
La stampa parla sempre piu' di venti di guerra contro l'Iran... Si sta solo scherzando col fuoco? Mi sembra che sia ora di muoversi perche' pur sembrando attualmente un focherello che da tempo cova sotto la cenere e l'opinione pubblica e' distratta da tanti altri problemi, ci vuole poco a far divampare un conflitto catastrofico dagli esiti imprevedibili per la pace mondiale.
Il movimento pacifista e nonviolento deve lanciare subito l'allarme con tutti i mezzi possibili e non attendere che la situazione precipiti. Gridare quando i buoi sono gia' fuggiti dalla stalla (come e' avvenuto altre volte) sarebbe inutile e gravemente colpevole.
4. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. ALESSANDRO CAPUZZO: IL 4 NOVEMBRE A TRIESTE
[Ringraziamo Alessandro Capuzzo (per contatti: compaxts at gmail.com) per questo intervento.
Su Alessandro Capuzzo dall'intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 387 riprendiamo la seguente breve notizia autobiografica: "ho 56 anni, sono sposato, ho due figli, da piu' di trenta anni sono bidello al Conservatorio 'Tartini', dove sono anche Rsu per la Cgil, ho un passato di animatore culturale e musicale giovanile e sono stato fra i fondatori della Lista verde alternativa di Trieste, con esperienze amministrative in Provincia e nel Comune bilingue di S. Dorligo della Valle / Dolina. Ho lasciato la politica dopo la votazione parlamentare per la guerra in Afghanistan, per dedicarmi al movimento per la pace attraverso il Comitato "Danilo Dolci" e la Tavola per la pace del Friuli Venezia Giulia"]
In contemporanea con le commemorazioni nonviolente del 4 novembre nella citta' simbolo del nazionalismo italiano, segnaliamo alcuni esilaranti video dei ragazzi di "Occupy Trieste", che hanno sbeffeggiato a piu' riprese le cerimonie militari come usava negli anni '70. Assieme alle commemorazione con la corona d'alloro attraversata dalla bandiera bilingue della pace al Monumento ai Caduti di San Giusto, ed alle letture dentro al restaurando Museo della Guerra per la Pace "de Henriquez", che dovrebbe diventare luogo di formazione alla pace, abbiamo avuto quest'anno a Trieste di un magnifico 4 novembre.
5. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. TONIO DELL'OLIO: SPRECHI MILITARI
[Dalla newsletter "Mosaico dei giorni" (per contatti: tondello6 at gmail.com) riprendiamo il seguente intervento.
Su Tonio Dell'Olio dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda: "Tonio Dell'Olio (Bisceglie - Bt -, 6 febbraio 1960) e' membro dell'ufficio di presidenza e responsabile del settore internazionale di Libera - associazioni nomi e numeri contro le mafie. E' direttore della rivista Caposud. In passato e' stato coordinatore nazionale (1993-2005) e membro del consiglio nazionale (1993-2009) di Pax Christi - movimento cattolico internazionale per la pace. Attualmente e' membro dei direttivi del Cipax (Centro Interconfessionale per la pace) e della Tavola della pace. Suoi scritti sono apparsi su numerose testate (tra cui Jesus, Famiglia Cristiana, Micromega, Aggiornamenti Sociali, Carta, Confronti, Rinascita. Per la rivista mensile Solidarieta' internazionale cura la rubrica Agnelli e lupi e per il quindicinale Rocca cura Camineiro. Ha scritto editoriali per il quotidiano Liberazione. E' redattore di Mosaico di Pace - rivista promossa da Pax Christi e fondata da don Tonino Bello, di cui e' stato direttore. Per Mosaico di pace pubblica una rubrica quotidiana online dal titolo Mosaico dei giorni. Cura una rubrica sul mensile Diventare persone. Rivista per educatori. Per la Emi (Editrice Missionaria Italiana) dirige la collana Zoom Italia. Ha contribuito a dar vita a Medlink, una rete di associazioni italiane impegnate nel tessere intrecci e reti di conoscenza, di scambio e di promozione dei diritti nel bacino del Mediterraneo con altre realta' della societa' civile. Sacerdote della Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, fra il 1985 e il 1993 ha avuto modo di collaborare con don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi. E' stato cappellano del carcere di massima sicurezza di Trani (Ba) e in quel contesto ha approfondito sul campo le dinamiche legate alla cultura delinquenziale e alle grandi famiglie criminali. Ha operato in quartieri segnati da degrado e marginalita' come i Quartieri Spagnoli di Napoli, dedicandosi ai minori e al recupero dei tossicodipendenti, anche attraverso la fondazione del Centro Giovanile Metropolis a Bisceglie. Diventato coordinatore di Pax Christi nel 1993, e' stato tra i promotori di molte campagne, attivita' e iniziative sui temi dell'economia di giustizia e del disarmo. Ha coordinato, tra le altre, la mobilitazione per la difesa della legge 185/90 per il controllo del commercio delle armi, e' stato portavoce della Campagna per la pace in Sudan, ha promosso la Rete Disarmo e tra i promotori della Campagna italiana contro le mine. Ha organizzato incontri e momenti di dialogo tra rappresentanti di diverse tradizioni religiose come contributo delle fedi alla costruzione della pace, fra cui il forum "Il cammino di liberazione delle fedi del Mediterraneo" tenutosi a Bari nel dicembre 2005. Ha contribuito all'organizzazione di molte mobilitazioni in difesa dei diritti umani, contro la guerra e per il disarmo. Come membro della Tavola della Pace, ha contribuito a organizzare le edizioni dell'Assemblea dell'Onu dei popoli e la Marcia per la pace Perugia-Assisi dal 1993. Come responsabile dell'area internazionale di Libera, partecipa spesso a incontri internazionali anche presso le istituzioni comunitarie europee e presso le Nazioni Unite (in particolare l'agenzia United Nations Office Drugs and Crime) dove Libera ha lo status consultivo. In questo contesto nel 2007 ha tenuto una relazione sul contributo della societa' civile nel contrasto alla criminalita' organizzata. Ha promosso la costituzione di una rete europea di organizzazioni di societa' civile contro le mafie denominata Flare - Freedom Legality And Rights in Europe. Dell'Olio ha pubblicato per le Edizioni Paoline Parola a rischio: alla scuola di Bartimeo (2005), pubblicato anche in Francia col titolo A l'ecole de Bartimee, e per la Emi ha pubblicato Pace nella collana Le parole delle fedi (2009). Ha inoltre contribuito a Dizionario di teologia della pace (Edb 1997), New global (Zelig 2003), Il coraggio di cambiare (Cittadella 2004), No alla guerra (Piemme 2005), Quaderno africano (Frassinelli 2005), Strappare un abbraccio difficile (Cittadella 2006), Chiesa del Concilio dove sei? (Cittadella 2009), Quale sicurezza nella citta' degli uomini (Cittadella 2010) e scritto le prefazioni di Profeta... abbastanza (di Tonino Bello, La Meridiana), Nei sandali degli ultimi (N. Capovilla ed E. Tusset, Paoline 2005), Per una solidarieta' intelligente (A. Sala, Emi 2007) e Il fuoco della pace (T. Bello, Romena 2007)"]
Secondo il ministro La Russa corrisponde piu' o meno a quanto si spende per l'organizzazione di una festa del santo patrono in una citta' medio-piccola e che il bilancio preventivo non corrisponde alla spesa effettiva.
A noi risulta che per la realizzazione della mostra delle forze armate svoltasi al Circo Massimo a Roma sono stati spesi all'incirca 500.000 euro (www.disarmo.org). "La cifra corrisponde a un quinto del fondo nazionale annuo per le politiche sociali", calcolano le associazioni aderenti alla Rete Disarmo che hanno fatto un blitz informativo nel corso della mostra.
Settemila euro sono stati spesi per le bandierine, 18.000 per compensi straordinari; 15.000 per il noleggio pullman, 13.000 per i bagni e 6.000 euro per l'acquisto di manichini per l'esposizione di uniformi... In tempi di crisi e di tagli, qualunque ente locale o parrocchia si augurerebbe di avere a disposizione una cifra simile per i festeggiamenti cittadini.
Ma soprattutto disabili, famiglie in stato di bisogno, comunita' di accoglienza e altri... potrebbero proseguire i propri programmi di assistenza se i soldi utilizzati per la performance militare fossero destinati a ridurre le situazioni di grave necessita' di tante cittadine e cittadini.
6. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. DANIELA MUSUMECI: SORELLE
[Ringraziamo Daniela Musumeci (per contatti: danielamusumeci at alice.it) per questi versi.
Daniela Musumeci e' nata a Palermo (1953), insegna filosofia e storia presso il liceo classico "Umberto I" della sua citta', dedicandosi in particolare alla interculturalita', alla pedagogia della differenza e all'educazione contro la mafia; dal 1992 al 2005 ha collaborato con la rivista "Mezzocielo" e con l'associazione culturale Luminaria. Ha pubblicato, tra l'altro, per la casa editrice Ila Palma raccolte di scritti e poesie. Cfr. anche l'ampia intervista a Daniela Musumeci apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 258 (da cui estraiamo questa minima notizia biografica: "ho 57 anni, insegno filosofia e storia presso il liceo classico Umberto I di Palermo. Dal '68 in poi ho sempre partecipato alle iniziative politiche e sociali della mia isola nel mondo dell'associazionismo ed anche dei partiti di sinistra. In particolare, ho fatto parte dell'Associazione siciliana delle donne per la lotta contro la mafia ed ho collaborato con la rivista di donne "Mezzocielo", occupandomi soprattutto di pedagogia della differenza e interculturalita'. Oltre a numerosissimi articoli, anche a carattere filosofico, ho pubblicato tre libri: due raccolte di poesie (Doveri d'allegria e La quinta dimora) e una raccolta di riflessioni sui quattro elementi alla luce dell'antropologia e della storia delle religioni (Devota come un ramo) per i tipi della Ila Palma. In preparazione, ancora poesie")]
- Ismene
Guarda! Stanno avanzando!
S'appressano alle mura della Citta',
sgargianti nei loro piumaggi,
arroganti nelle armature corrusche
controsole...
Guardali! E noi?
Che cosa possiamo noi?
Donne appena!
Come opporci a tanta tracotanza?
L'esercito... lo Stato... il potere...
Ho paura...
Tu no, tu sei cosi' sicura e forte,
sai sempre che cosa e' giusto fare,
non hai mai dubbi, tu:
tu conosci la Legge
naturale, divina,
piu' possente d'ogni umana decisione,
e non temi incarnarla, attuarla.
Tu, tu non tremi...
Sei determinata!
Non ti chiedi pero',
mai ti sei chiesta,
se questa tua ostinazione
al compimento d'una norma assoluta
fino in fondo
non ferisca qualcuno...
Per velare di polvere lieve
che un soffio di vento disperde
il povero corpo muto del fratello,
ormai spento,
per restituirlo a un regno d'ombre effimero
e vuoto,
tu ignori e distruggi
la dedizione dell'amato,
abbandoni me
al dileggio della Citta',
alla solitudine degli affetti!
Mi disprezzi,
perche' non oso contraddire l'autorita',
perche' ho paura...
Pure e' cosi' comune la mia paura,
cosi' condivisa...
Non tutti sanno essere eroi,
anche se lo vorrebbero.
Disprezzi Emone, figlio del tiranno,
che pure si e' opposto al tiranno!
Con parricidio simbolico, certo!
Ma gronda pena la sua collera
e cara si paga la lacerante indignazione!
Tu pero' non sei soddisfatta,
tu sembri assetata di sangue!
La coerenza che imponi a te stessa,
che pretendi da ognuno di noi
non e' sovrumana,
e' disumana...
- Antigone:
Il tuo dolore mi squarcia le ossa,
mi fa sanguinare le viscere...
Ma io sono gia' oltre,
oltre la Citta', oltre gli affetti,
guardo oltre,
quasi non fossi piu' persona,
quasi non fossi piu' io.
Tu l'hai detto:
appartengo all'Ade,
appartengo a dimensione altra.
Non c'e' sforzo, non c'e' intenzione,
ne' e' coinvolto l'orgoglio
o l'eroismo...
Semplicemente
il mio segmento di tempo
da tempo nell'eterno
va sciogliendosi
e sono dolcemente risucchiata
entro un gorgo di luce e di gioia.
Quel che chiamano destino di morte
- al quale mi ritrovo avviata -
e' giusto compimento
e accogliente dimora.
M'incammino senza timore
e Kore, sorella, mi attende.
A voi, pero', forse ancora devo
l'implorazione del perdono...
Come dirvi di un Amore piu' grande?
Piu' grande d'ogni desiderio
o cura, nostalgia, appagamento?
Verso quello mi volgo,
disincarnata...
- Le due sorelle insieme oppure il coro:
Inseparate, inseparabili -
carne e psiche,
spirito e passione,
inseparate, inseparabili -
angoscia e determinazione,
proclama e silenzio,
sorelle -
sappiateci cosi'
indissolubili:
non c'e' Antigone senza Ismene,
ne' l'una e' piu' retta dell'altra
o piu' forte;
cosi' intera, palpitante, inquieta,
cosi' fragile e indocile
la vita si mischia.
7. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. ANSELMO PALINI: ALL'ASCOLTO DI DON PRIMO MAZZOLARI
[Ringraziamo Anselmo Palini (per contatti: anselmo.palini at alice.it) per questo intervento.
Anselmo Palini, coniugato, tre figli, vive e lavora in provincia di Brescia. E' saggista e docente di materie letterarie nella scuola superiore. Nei suoi studi ha approfondito in particolare i temi della pace, dell'obiezione di coscienza e dei diritti umani. Piu' recentemente ha affrontato le problematiche connesse con i totalitarismi nel XX secolo, ricercando in particolare le testimonianze di chi si e' opposto a tali sistemi dittatoriali. I suoi ultimi libri intendono proprio presentare questi testimoni di pace, di liberta' e di nonviolenza, persone che nella notte dei totalitarismi hanno tenuto accesa la fiammella della speranza ed hanno dimostrato che nella storia l'ultima parola non spetta al male e alla violenza. Fra le sue pubblicazioni, ricordiamo: Aborto. Dibattito sempre aperto, prefazione di Adriano Bausola, gia' rettore dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore, Citta' Nuova, Roma 1992; Bambini e ragazzi nel mondo. I diritti affermati, i diritti negati, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2000, con prefazione di Pier Giorgio Liverani, giornalista, gia' direttore di "Avvenire"; Le carte dei diritti, La Scuola, Brescia 2003; Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni, editrice Ave, Roma 2005 (seconda ristampa 2010), prefazione di Franco Cardini, premio Capri San Michele 2006 sezione Giovani; Voci di pace e di liberta'. Nel secolo delle guerre e dei genocidi, Ave, Roma 2007, prefazione di Paolo Giuntella; Primo Mazzolari. Un uomo libero, Ave, Roma 2009 (prima ristampa 2010), con postfazione di mons. Loris Francesco Capovilla; Don Primo Mazzolari, Brescia e i bresciani, edizione a cura della Fondazione San Francesco di Sales, Brescia 2009, con introduzione di mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia; Sui sentieri della profezia. I rapporti fra Giovanni Battista Montini - Paolo VI e Primo Mazzolari, Messaggero, Padova 2010, con prefazione di Bruno Bignami, presidente della "Fondazione Mazzolari" di Bozzolo, e postfazione di Antonio Lanzoni, vicepostulatore della causa di beatificazione di Paolo VI; Oscar Romero. "Ho udito il grido del mio popolo", editrice Ave, Roma 2010, prefazione di Maurizio Chierici, giornalista e scrittore. Questi libri, su richiesta di realta' culturali o associazioni ecclesiali, sono stati presentati dall'autore in varie citta' italiane, da Roma (piu' volte) a Padova (piu' volte), da Parma a Cremona, da Brescia (piu' volte) a Como, da Molfetta a Alba, da Andria a Mantova, da Sezze (Latina) a Ostia, da Fano a Ancona, da Bologna a Crema, da Mondovi' a Trento. Anselmo Palini ha pubblicato inoltre articoli, saggi e inserti su varie riviste, come Humanitas, Vita e pensiero, Scuola Italiana Moderna, Nuova Umanita', Scuola e Didattica, Mosaico di Pace, Azione Nonviolenta, Nuova Secondaria, Dialoghi, Nigrizia, Formazione e lavoro, Civilta' Bresciana, Notiziario Istituto Paolo VI. Alcune interviste ad Anselmo Palini sono apparse nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 254, n. 424, n. 640.
Primo Mazzolari, nato nel 1890 a S. Maria di Boschetto (Cremona), ordinato sacerdote nel 1912, partecipo' alla prima guerra mondiale; parroco tra i poveri, antifascista e uomo della Resistenza, precursore del Concilio Vaticano II; nel 1949 fondo' la rivista "Adesso", svolse un'intensa attivita' di pubblicista e scrittore; e' morto a Cremona nel 1959. E' una delle figure piu' vive della nonviolenza in cammino. Tra le opere di Primo Mazzolari: naturalmente nell'ambito che particolarmente ci interessa e' fondamentale Tu non uccidere, La Lucusta, Vicenza 1955, ora anche Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1991; si veda anche La chiesa, il fascismo e la guerra, Vallecchi, Firenze 1966. Presso La Locusta di Vicenza sono state pubblicate decine di opere di Mazzolari. Vari volumi sono stati pubblicati dalle Edizioni Dehoniane di Bologna. Viaggio in Sicilia e' stato ripubblicato nel 1992 da Sellerio. Tra le opere su Primo Mazzolari: A. Bergamaschi, Mazzolari, un contestatore per tutte le stagioni, Bologna 1969; L. Bedeschi, L'ultima battaglia di don Mazzolari, Morcelliana, Brescia; AA. VV., Don Primo Mazzolari, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1999. Per una piu' ampia nota biografica cfr. il n. 901 de "La nonviolenza e' in cammino"; per una bibliografia piu' ampia, il n. 898; molti utilissimi materiali sono reperibili naturalmente nel sito www.fondazionemazzolari.it]
"La guerra non e' soltanto una calamita', e' un peccato. Se non avremo paura di afferrare il senso del peccato che c'e' in ogni guerra, e di dichiarare le nostre contraddizioni di cristiani rispetto alla guerra, l'amore vincera' la pace. Ogni guerra e' fratricidio, oltraggio a Dio e all'uomo. O si condannano tutte le guerre, anche quelle difensive e rivoluzionarie, o si accettano tutte. Basta un'eccezione per lasciar passare tutti i crimini".
Queste parole tratte dal libro "Tu non uccidere" di don Primo Mazzolari indicano bene la necessita' di approfittare di ogni occasione per porre in risalto l'assoluta negativita' della guerra, il suo essere un fratricidio. Anche la ricorrenza del 4 novembre e' stata dunque un momento privilegiato per operare in tal senso. La prima guerra mondiale, poi, con il suo carico di inumanita' e di mostruosita', permette benissimo di operare tali riflessioni.
Sentiamo ancora don Mazzolari: "Se la guerra e' un peccato, nessuno ha il diritto di comandare ad altri uomini di uccidere i fratelli. Rifiutarsi a simile comando, non e' sollevare l'obiezione, ma rivendicare cio' che e' di Dio, riconducendo nei propri limiti cio' che e' di Cesare".
Accanto alla condanna della guerra va affrontato dunque anche il tema dell'obiezione di coscienza, tema che sembra ormai essere stato tolto dal linguaggio e dal dibattito culturale e politico. Riproporre una riflessione sull'obiezione di coscienza e' quantomai necessario, anche in rapporto all'intervento armato del nostro Paese nelle aree di crisi.
Ascoltiamo sempre il parroco di Bozzolo: "Tutti difendono gli stessi beni, che non sembrano veramente tali se non grondano sangue. Gli uni e gli altri vantano mille ragioni, le quali non sono che una maschera, dietro cui si nascondono ipocrisie, interessi e cupidigie di dominio e di ferocia... La tesi della guerra difensiva non manca di razionalita': diremmo che ne ha tanta, e di cosi' comodo uso, che tutti possono appropriarsela, l'agnello come il lupo. Infatti, a un certo punto del racconto, non sai piu' distinguere l'uno dall'altro, vestendosi il lupo d'agnello e l'agnello facendosi lupo con la scusa di difendersi dal lupo. Non si sono mai battuti galantuomini contro canaglie, ma galantuomini contro galantuomini... La guerra non la si puo' fare se non da lupo a lupo, tra lupi e lupi, usando i metodi del lupo; mentre la resistenza e' tutt'altra cosa e la si puo' fare rimanendo agnello nell'anima e nel metodo".
Si tratta dunque di introdurre, nelle riflessioni e nei momenti in cui vi sono ricorrenze particolari, come il 4 novembre o il 25 aprile o la Giornata della Memoria, degli stimoli per porre il problema del rapporti fra fini e mezzi, ossia di come attuare delle pratiche di resistenza.
Anche qui ci e' di aiuto don Primo: "C'e' chi trova legittimo e doveroso opporre forza a forza: ora noi, in considerazione della sincerita' che crediamo di riscontrare anche nella nostra coscienza e nella nostra esperienza, domandiamo semplicemente se non possiamo sostituire alla resistenza della forza la resistenza dello spirito, senza venir meno con questo all'impegno della resistenza... Non si rinuncia a resistere, si sceglie un altro modo di resistere, che puo' parere estremamente folle, qualora si dimentichi o non si tenga abbastanza conto dell'orrendo costo della guerra, la quale non garantisce neppure la difesa di cio' che vogliamo con essa difendere".
In conclusione, va data l'indicazione della nonviolenza come strada concretamente percorribile e non come semplice desiderio di anime pure e belle.
"La nonviolenza non va confusa con la non resistenza. La nonviolenza e' come dire: no alla violenza. E' un rifiuto attivo del male, non un'accettazione passiva. La pigrizia, l'indifferenza, la neutralita' non trovano posto nella nonviolenza, non dicono ne' si' ne' no. La nonviolenza si manifesta nell'impegnarsi a fondo. La nonviolenza puo' dire con Gesu': 'Non sono venuto a portare la pace, ma la spada'. Ogni violento presume di essere un coraggioso, ma la maggior parte dei violenti sono dei vili. Il nonviolento, invece, nel suo rifiuto a difendersi e' sempre un coraggioso. Lo scaltro che adula il tiranno per trarne profitto e protezione, o per tendergli una trappola, non rifiuta la violenza bensi' gioca con essa al piu' furbo. La scaltrezza e' violenza doppiata di vigliaccheria ed imbottita di tradimento. La nonviolenza e' al polo opposto della scaltrezza: e' un atto di fiducia nell'uomo e di fede in Dio; e' una testimonianza resa alla verita' fino alla conversione del nemico" (Primo Mazzolari, Tu non uccidere, Editrice La Locusta).
8. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. FRANCESCO PISTOLATO: LA VERITA' SI FA STRADA
[Ringraziamo Francesco Pistolato (per contatti: fpistolato at yahoo.it) per questo intervento.
Francesco Pistolato e' insegnante di scuola media superiore. Ha cominciato a interessarsi attivamente al pacifismo e alla nonviolenza nel 2004, impegnandosi per arrivare alla costituzione, realizzatasi nel 2007, del Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Pace "Irene" dell'Universita' di Udine. Il suo contributo principale consiste nel diffondere la cultura di pace e nonviolenza fungendo da ponte tra le aree di lingua tedesca, italiana e spagnola. Attualmente si sta dedicando allo studio dell'opera di Ekkehart Krippendorff, di cui ha tradotto in italiano Lo Stato e la guerra (Gandhi Edizioni, 2008) e pubblicato in spagnolo una biografia intellettuale ("Revista de Paz y Conflictos," n. 4, 2011, pp. 55-79, disponibile in rete alla pagina web http://www.ugr.es/~revpaz/numeros/rpc_n4_2011_completo.pdf ). Cfr. anche l'intervista apparsa nel n. 313 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino"]
Il 4 novembre e' sicuramente una data significativa, solo che il suo significato sta cambiando. La si volle e la si continua ostinatamente a celebrare come una festa delle forze armate e l'anniversario di una vittoria su cui c'e' sempre stato piu' da piangere che da ridere. Dopo una guerra inutile erano pochissime le famiglie che non ne avevano pesantemente subito le conseguenze in maniera diretta: un morto, o piu', un invalido, o piu', una vittima, o piu', della spagnola che imperverso' negli anni seguenti su persone stremate e denutrite. E per quanto riguarda le forze armate in se', la retorica dei politici appoggiati dalla maggior parte della stampa ancora le sostiene acriticamente, propalando la favola delle missioni di pace, rivisitazione di quella della bonta' dell'uomo bianco. Ma... la verita' sempre si fa strada, c'e' poco da fare, e' piu' solida, ha un fondamento, e cosi' come ci stiamo liberando del grande bugiardo che per quasi vent'anni ha sedotto molti dormienti, piano piano verra' anche fuori che l'esercito non e' un'istituzione a difesa dei cittadini e della civilta', ma un agglomerato opaco di persone impiegate sovente contro la Costituzione quando utilizzano le armi e con ampi margini di parassitismo negli impieghi realmente pacifici - che sono non-impieghi, o impieghi in cui il loro utilizzo e' fungibile, sostituibile da altri, chi vive nella polarita' comandare/obbedire.
9. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. ALESSANDRO PIZZI: CONTINUARE OGNI GIORNO
[Ringraziamo Alessandro Pizzi (per contatti: alexpizzi at virgilio.it) per questo intervento.
Alessandro Pizzi, professore di matematica e fisica, gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), citta' in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, e' fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarieta', ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza. Ha promosso l'esperienza del corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte. Ha partecipato nel 2001 con i Beati i Costruttori di Pace ad una azione nonviolenta nel Kivu nella Repubblica Democratica del Congo. Ha partecipato all'azione nonviolenta delle "mongolfiere della pace" ideata e organizzata dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo in occasione della guerra nella ex Jugoslavia. Dal 2005 e' assistente volontario nel carcere di Viterbo. Dal 2007 e' uno dei principali animatori del comitato che si oppone al mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo; su sua iniziativa nel 2007 il congresso nazionale del Movimento Nonviolento ha approvato all'unanimita' una mozione per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilita' in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio; e rilevanti relazioni ha tenuto in vari convegni scientifici sui temi della sostenibilita' ambientale, delle scelte economiche ecocompatibili, dell'energia, della giustizia globale. Si veda anche una recente intervista in "Coi piedi per terra" n. 340]
La campagna promossa dal Movimento Nonviolento, l'Associazione per la pace, Peacelink e il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, "Ogni vittima ha il volto di Abele", ha avuto adesioni prestigiose e ha consentito la presenza sul territorio il giorno del 4 novembre degli amici della nonviolenza. Gli amici della nonviolenza con proprie manifestazioni e con comunicati hanno reso possibile la celebrazione della memoria di tutti i caduti in tutte le guerre, hanno trasformato un giorno di ridicole e tragiche manifestazioni di esaltazione delle forze armate, come ricordava Mao Valpiana su questo giornale il 4 novembre, in un "giorno del silenzio, del cordoglio, del lutto" e in azioni "con la nonviolenza contro tutti gli eserciti e tutte le armi".
L'impegno che abbiamo preso, in ricordo e in onore delle vittime di tutte le guerre, contro i futuri conflitti armati deve continuare ogni giorno per il disarmo, per la cessazione delle guerre, per il ritiro immediato dell'esercito italiano dalle guerre in atto.
Dobbiamo riflettere sui meccanismi che conducono alle guerre e mettere in discussione il modello dominante di economia violenta che produce crescente poverta', ingiustizia e danni irreparabili alla biosfera.
Dobbiamo cercare di convincere i partiti, che formeranno il prossimo governo del dopo Berlusconi, a impegnarsi per il disarmo, per la cessazione delle guerre, per un superamento dell'attuale modello di economia a favore di un modello di economia rispettoso delle leggi della natura e dei diritti di tutti gli esseri viventi.
10. INCONTRI. IL 7 NOVEMBRE SI E' SVOLTO UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Lunedi' 7 novembre 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di studio sul tema: "Pace e diritti umani nelle esperienze filosofiche ed artistiche della cultura europea tra Settecento e Novecento".
11. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI NOVEMBRE 2011
[Dalla redazione di "Azione nonviolenta" (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]
E' uscito il numero di novembre 2011 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
In questo numero: Il cammino dei nonviolenti dopo la Perugia-Assisi, di Mao Valpiana; Appello per la pace e la fratellanza dei popoli; Ultimo appello del Movimento Nonviolento; Laboratori di nonviolenza per giovani marciatori, di Raffaella Mendolia; Intervento dal palco della Rocca di Assisi, di Mao Valpiana; Seminario di studi sulla nonviolenza e Antonio Gramsci, a cura del Gruppo di studi; Divenire donne e uomini, tra derive e approdi, di Salvatore Deiana; Chi l'ha detto che rock e politica sono morti?; Referendum: una vittoria piena di impegni e di responsabilita', di Rocco Pompeo; Un anno di servizio volontario a difesa della patria di tutti, di Manfredi Sanfilippo.
Le rubriche: Mafie e antimafie. Storia di un giudice e della sua memoria negata, a cura di Roberto Rossi; Educazione. La nonviolenza sbarca sul litorale romano, a cura di Gabriella Falcicchio; Per esempio. Le donne della luce per una rivoluzione rurale, a cura di Maria G. Di Rienzo; Osservatorio internazionale. La lotta con la compagna Camila, a cura di Caterina Bianciardi; Servizio Civile. Un giro tra stati europei alle prese con il servizio civile, a cura di Francesco Spagnolo. Libri. Panikkar, Einstein, Schweitzer, pensatori del Novecento, a cura di Sergio Albesano; Musica. Per sempre Nomadi, fedeli al proprio nome, a cura di Paolo Predieri; Cinema. Testa tra le nuvole, occhio nella cinepresa, a cura di Enrico Pompeo; Religioni e nonviolenza. Calcolo, diritto, amore, la responsabilita' di testimoniare, a cura di Enrico Peyretti; Il calice. Elogio dell'approssimazione, a cura di Christoph Baker.
In copertina: Dopo e oltre la Marcia. In seconda: 50. In terza di copertina: Materiale disponibile. In ultima: L'ultima di Biani, La buona educazione.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 32 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
12. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Christopher Seton-Watson, L'Italia dal liberalismo al fascismo 1870-1925, Laterza, Roma-Bari 1967, 1999 (col titolo Storia d'Italia 1870-1925), Mondadori, Milano 2011, pp. VIII + 998, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
- Maurizia Tazartes (a cura di), El Greco, Skira'-Rcs, Milano 2004, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
14. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 733 dell'8 novembre 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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