Telegrammi. 710



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 710 del 16 ottobre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Solo la nonviolenza

2. Benito D'Ippolito: Noi siamo ancora quelli

3. Per un 4 novembre di lutto e d'impegno contro la guerra

4. Carla Ermoli e Leo Piacentini: Per chi? Per che cosa?

5. Patrizia Gioia: "Non di questi toni, amici!"

6. Giovanna Giugni: Una guerra contro la democrazia

7. Letizia Lanza: No war

8. Enrico Morganti: Con le parole di padre Turoldo

9. Piercarlo Racca: 4 novembre, ricordi

10. Luisa Santelli Beccegato: 4 novembre

11. Segnalazioni librarie

12. La "Carta" del Movimento Nonviolento

13. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. SOLO LA NONVIOLENZA

 

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. EDITORIALE. BENITO D'IPPOLITO: NOI SIAMO ANCORA QUELLI

 

Non e' la stessa l'indignazione

di chi vuol mantenere il telefonino, l'automobile,

il frigorifero e la televisione

e il supermercato aperto a tutte le ore

e l'indignazione di chi vuole

che cessino le guerre e che nessuno

piu' muoia di fame o di frustate.

 

Non siamo compagni di lotta

noi che andiamo a piedi

e quelli che viaggiano in aereo.

 

Coloro

che pontificano dalle tivu'

o che per comparire in tivu' sfondano vetri

e che dalla tivu' sono allattati

non sono nostri compagni.

 

Noi siamo ancora per la socializzazione

dei mezzi di produzione, per una societa'

egualitaria, sobria e solidale

per un'umanita'

leggera sulla terra

sapiente di fatica e sofferenza.

 

Noi siamo ancora quelli

della prima Internazionale.

 

Persone amiche della nonviolenza

che il pane condividono, che sanno

che una sola e' l'umanita'

su questa sola terra che e' di tutti.

 

3. INIZIATIVE. PER UN 4 NOVEMBRE DI LUTTO E D'IMPEGNO CONTRO LA GUERRA

[Riproponiamo la seguente breve nota. Per contatti con i promotori dell'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele": Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org; Peacelink: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it; Centro di ricerca per la pace di Viterbo: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/]

 

Il Movimento Nonviolento, Peacelink e il Centro di ricerca per la pace di Viterbo propongono a tutte le persone amiche della nonviolenza in tutte le citta' d'Italia l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative proponiamo che si svolgano in orari distanti e ben distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri militari, che quelle vittime fecero morire. E proponiamo che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: deponendo omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, osservando un rigoroso silenzio...

Facciamo ovunque del 4 novembre un giorno di memoria delle vittime di tutte le guerre e un giorno di impegno nonviolento per la pace che salva le vite.

 

4. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. CARLA ERMOLI E LEO PIACENTINI: PER CHI? PER CHE COSA?

[Ringraziamo Carla Ermoli e Leo Piacentini (per contatti: carleo1 at alice.it) per questo intervento.

"... Possiamo riferire molto brevemente quel poco che abbiamo fatto nell'ambito dell'educazione alla pace e della solidarieta' verso i migranti negli ultimi anni. Nei primi anni Novanta abbiamo dato vita ad una associazione di volontariato dal nome "Gruppo di educazione alla pace", in collegamento con tanti gruppi che in quegli anni nascevano un po' dappertutto. Abbiamo prima cercato di approfondire la tematica pace-nonviolenza attraverso corsi di formazione, laboratori, dibattiti per poi proporre un analogo percorso agli insegnanti ed agli studenti delle scuole cittadine. Abbiamo realizzato vari corsi di aggiornamento e proposto per due anni consecutivi una mostra sul pregiudizio dal titolo "Gli altri siamo noi". L'associazione e' poi confluita in una nuova realta' associativa dal nome "Sportello per la pace". Dal 1993 collaboravamo ad un corso di italiano per migranti che, appoggiato dal Comune di Livorno, si teneva presso il Centro Donna da ottobre a maggio. Nel 2006 abbiamo costituito una nuova associazione di volontariato dal nome "Ci sia acqua ai due lati" (da un testo di una migrante che annotava: un fiume non ha lo scopo di segnare un confine, ma di permettere che ci sia acqua ai due lati) per dare continuita' ed ufficialita' al nostro impegno. Siamo circa quindici soci, quasi tutti ex insegnanti. Oltre ai corsi di lingua, quasi esclusivamente per principianti, abbiamo effettuato interventi nelle scuole sul tema dello straniero e della diversita'. Siamo riusciti anche a dare alla luce tre piccole pubblicazioni, due con testi delle migranti che frequentavano i nostri corsi ed una contenente la memoria storica degli ultimi sei anni"]

 

Anni fa ci e' capitato di visitare un piccolo cimitero di guerra vicino al passo di Valparola, fra la val Badia e il Falzarego.

Alcune croci, poche, risalenti alla prima guerra mondiale, indicano le sepolture di soldati austriaci caduti su quelle montagne.

E' un cimitero particolare, tutto immerso nel verde, fra gli ultimi alberi, larici e pini cembri, e il sottobosco rigoglioso che ha invaso prepotentemente ogni spazio, come per abbracciarlo. Da un lato si trova una piccola cappella che contiene un libro su cui i visitatori scrivono i loro pensieri.

In quasi tutti i commenti che abbiamo scorso ci e' sembrato di cogliere un grido, un urlo contro l'assurdita' di quella inutile strage e un rifiuto di tutte le guerre del passato e del presente.

In quell'ambiente sereno di montagna l'assurdita' della guerra emerge, per evidente contrasto, con grande forza. Tutt'attorno le Dolomiti con le loro rocce articolate, il verde dei boschi, la varieta' dei fiori. Un'esplosione di vita e di pace. Ma vedi anche quelle croci e non puoi non chiederti: per chi? Per che cosa? A che scopo tante perdite, tante sofferenze?

E' l'assurdo di ogni vita incompiuta, troncata da un potere che si ammanta di retorica usando a sproposito, per difendere esclusivamente i propri interessi, parole quali patria, democrazia, giustizia, progresso, liberta'.

A Redipuglia, altro cimitero di guerra, questa retorica e' evidente: su ogni gradino dell'immensa scalinata un aggettivo, riferito ai morti qui sepolti, e' ripetuto ossessivamente: presente... presente... presente...

Cominciamo ad usare noi parole non retoriche. Puo' essere un primo passo per liberarci dagli imbrogli.

 

5. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. PATRIZIA GIOIA: "NON DI QUESTI TONI, AMICI!"

[Ringraziamo Patrizia Gioia (per contatti: patrizia.gioia at spaziostudio.net) per questo intervento.

"Patrizia Gioia e' artista e scrittrice in ambito artistico, poetico e culturale. Ha lavorato per anni nel campo pubblicitario creando immagini che sono divenute parte dell'immaginario collettivo. Lasciato il mondo pubblicitario, con cui non si sentiva piu' di colludere, nel 2000 apre a Milano "Spazio Studio", luogo di incontro e di confronto, dove  organizza e cura mostre, convegni, reading poetici, presentazioni di libri, giornate di lavoro e studio su temi legati alla inter-in-dipendenza, all'analisi del profondo, al simbolismo religioso, al dialogo e all'incontro tra mondi e culture. Collabora con InterCulture, pubblicazione dell'Istituto Interculturale di Montreal (Canada), ora in edizione italiana; Elr Edizioni Le Ricerche, Losone e Edizioni del Torchio, Locarno (Canton Ticino, Svizzera); Poesia Presente, stagione poetica e progetti "vivi" nelle scuole "Poesia buona come il Pane", negli ospedali "Leggere con cura"; Affaritaliani, quotidiano on-line, con articoli di riflessione, recensioni di libri e di mostre; per C6Tv ha curato e condotto in studio in diretta: "Quindici minuti di dialogo interculturale e interreligioso"; scrive sul blog duemilaragionipervivere; "Diventare il Presente", di cui e' ideatrice e curatrice, sono una serie di convegni e incontri a dialogo, sostenuti dalla Fondazione Arbor, Lugano, sui molti e inseparabili saperi dell'umano, come la filosofia, la scienza, l'arte, la psicanalisi, la teologia, l'antropologia, la spiritualita', la poesia, incontri tesi ad illuminare l'operante pensiero dei "nuovi profeti", come Raimon Panikkar, affinche' si possa risvegliare nel "qui e ora" la personale responsabilita' co-creativa. Con la creazione del progetto "Lo Spirito della parola" e' responsabile degli spettacoli teatrali in prima assoluta prodotti con Fondazione Arbor - Mille Gru - Spazio Studio - La Danza Immobile al teatro Filodrammatici di Milano "La tragedia del grande Inquisitore", "Il banchiere di Dio", "Milano Ictus", "Nati due volte". "I semi della gioia": una sua rubrica di riflessioni con i lettori per la pubblicazione l'AltraItalia"]

 

"Non di questi toni, amici!"

Cosi' scriveva nel settembre 1914 Hermann Hesse, la cui opera e la cui vita, inseparabili, sono sempre state ispiratrici di nonviolenza.

I suoi molti scritti, che hanno attraversato due guerre mondiali, sono ancora oggi d'una attualita' sconcertante, cosi' come da sempre lo sono le parole di chi ha saputo, non sconfiggere, che' non esistono vincitori e vinti, bensi' incontrare, prima di tutto, il nemico dentro di se', cosi' da non metterlo mai piu' fuori.

"Di fatto viviamo nel mezzo di una guerra ed e' falso chiamarla ancora 'pace', quando tutti i popoli si stanno dissanguando per gli armamenti... e in alcuni paesi non solo i due terzi di tutte le forze stanno lavorando per la guerra, bensi' sin dalla prima infanzia viene sistematicamente proclamato al popolo che la guerra e' una naturale e auspicabile forma di vita".

Queste sue parole, scritte in una lettera ad Arthur Stoll alla fine del 1937, non vi sembrano parole che descrivono il nostro oggi?

In una lettera a Otto Basler alla fine del 1938 scriveva: "Taccio sulla politica: Se volessimo compensare o espiare nei confronti di altri esseri umani cio' che in una sola sera viene sbraitato, urlato e strombazzato da Hitler, Mussolini e i loro vassalli, dovremmo tutti ininterrottamente tacere per dieci anni".

Non vi pare, sostituendo nomi, di vivere ancora, ignorantemente, ripetutamente, la stessa scena?

Raimon Panikkar, un altro saggio del nostro tempo, continuamente ci invita a trasformare la nostra polarita' distruttiva in creativa.

Questo e' il compito dell'essere umano incamminato verso la sua continua trasformazione. La cosa piu' difficile e' proprio quella di imparare a saper sostenere dentro di noi le tensioni che sconvolgono la nostra vita, ascoltarle amorevolmente come tanti urlanti bambini che si accapigliano, accoglierle come nostre parti costitutive (eccolo il pluralismo a cui siamo chiamati oggi anche fuori) e scioglierle creativamente, cosi' da non buttare piu' alcun demone fuori.

"La cultura umana e' frutto della sublimazione di impulsi animaleschi in spirituali per opera della vergogna, della fantasia, della conoscenza - scrive sempre Hesse -. Che la vita valga la pena di essere vissuta, ecco il contenuto ultimo e la consolazione di ogni arte, ancorche' ad ogni esaltatore della vita tocchi pur sempre morire. Che l'amore sia superiore all'odio, la comprensione superiore all'ira, la pace piu' nobile della guerra, e' cosa che proprio questa nefasta guerra mondiale deve insegnarci, marchiandocene piu' profondamente che mai. Altrimenti, a che servirebbe?".

Cosa possiamo rispondere alla domanda che non solo Hesse ci consegna?

Come possiamo rispondere a noi stessi, se non dolorosamente constatando che ancora a nulla alcuna guerra e' servita.

Perche' non sappiamo imparare dal passato?

Perche' non sappiamo farci carico di ogni vita spezzata da ogni guerra, vita per noi sacrificata e a noi donata, e renderle grazie?

Perche' non sappiamo renderci degni del dono che alla Vita siamo?

Perche' non sappiamo ancora amare.

Perche' non sappiamo fermarci, dire no al rumore che ci sta uccidendo ed iniziare ad ascoltare le profondita' del silenzio.

"Astraetevi per un giorno soltanto dalla modernita' e vedrete - ingiungeva Rilke nel suo Diario fiorentino - quanto eterno e' dentro di noi".

E' in questa nostra profondita' silenziosa che vive la Parola non vana.

Ascoltare significa "obbedire", un'obbedienza che non va al potere, un'obbedienza che si fa umile, che si spoglia d'ogni sapere per vivere in "quell'ignoranza infinita" che ci toglie dalla prima innocenza, sempre perduta come il paradiso e' sempre perduto, per aprirci ad un nuovo "non nuocere" e a quell'Aperto, luogo interiore e continuamente da rinnovare a cui il poeta Rainer Maria Rilke ancora ci conduce.

"Poiche' qui non c'e' alcun posto che non ti veda, devi cambiare la tua vita".

E' in questo movimento trasformativo e nonviolento, solidale con la natura e il divino che misteriosamente ci circondano e ci parlano, che vive la responsabilita' della liberta', l'esperienza della nostra contingenza, la nostra trascendenza e la nostra immanenza, la consapevolezza d'essere, ognuno di noi, co-creatore della Realta'.

Noi siamo le mani del destino e avremo mani nonviolente se avremo imparato ad amare, per primi noi stessi, così da poter essere quello che un altro poeta, e. e. cummings, ci aiuta a vedere (si sa che i poeti la sanno sempre piu' lunga): "nessuno, nemmeno la pioggia ha cosi' piccole mani".

Ecco, questa e' per me l'immagine piu' bella delle nostre "nuove mani nonviolente", perche' inseparabili da un cuore capace di ascolto, in armonia col mondo e con il divino.

 

6. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. GIOVANNA GIUGNI: UNA GUERRA CONTRO LA DEMOCRAZIA

[Ringraziamo Giovanna Giugni (per contatti: ferrari.giugni at alice.it) per questo intervento.

"Sono nata a Ferrara nel marzo del 1957. Emiliana di nascita, ma  calabrese di origine e trentina per amore. Ho infatti sposato un trentino doc e ho due figli, ormai maggiorenni. Ho conseguito la maturita' classica e una laurea in giurisprudenza, con tesi in diritto del lavoro. Ho ottenuto l'abilitazione all'insegnamento di diritto, economia, filosofia, psicologia e scienza dell'educazione negli istituti di istruzione superiori. Ho lavorato come responsabile amministrativo in vari settori della pubblica amministrazione, collaborando anche con l' Universita' della Terza Eta', con l'Istituto di Studi e Ricerca Sociale, con la Corte d'Appello per i Minori e con il  Tribunale di Sorveglianza di Trento. Attualmente insegno diritto ed economia politica in un liceo di Trento. Amo il mare e la musica popolare d'autore, quella che riporta alle radici della storia delle genti d'Europa. Mi piace leggere, soprattutto autori sudamericani e classici di letteratura italiana. Il cinema neorealista e' il mio preferito, e, appena posso, non perdo occasione di assistere al teatro di Eduardo, che ritengo inarrivabile. La politica e' una passione che nasce agli inizi degli anni '90, ma che si concretizza nel 1998, con l'iscrizione all'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, partito che ho contribuito a far nascere e crescere in Trentino. Componente eletta negli esecutivi de "I Democratici" e dell'Italia dei Valori, ho ricoperto l'incarico di coordinatrice delle donne dell'Italia dei Valori, e sono stata eletta nel maggio 2009 consigliere comunale a Trento, dopo un breve periodo in cui ho avuto l'incarico di consigliere surrogato nel consiglio stesso. Prima dei non eletti al Consiglio Provinciale e Regionale, sono attualmente componente delle commissioni consiliari sullo Statuto e sulla vigilanza sui servizi. Ho avuto dal Sindaco di Trento la delega alla Trasparenza e ai Rapporti con i Cittadini e, nel dicembre 2009, sono stata eletta Vicepresidente del neo-costituito Consiglio delle Donne della Citta'. In questa veste ho ottenuto l'approvazione di una mozione volta a reprimere sul territorio cittadino la pubblicita' violenta e lesiva dell'immagine femminile"]

 

In questo clima di incertezza e di crisi, economica e di valori, celebrare il 4  novembre ha un sapore differente. La grande guerra, la prima guerra di un'Italia unita, ma sofferente, terminava, e' vero. Restavano aperti, pero', infiniti problemi.

Il 4 novembre di quest'anno vede un Paese ancora lacerato. Una guerra si combatte contro la democrazia. E' una guerra senza armi, ma i caduti ci sono: la fiducia nel futuro, il rispetto delle regole, la cura per i piu' deboli, le speranze dei nostri ragazzi.

Il mio auspicio di cittadina, madre ed italiana e' che il 4 novembre di quest'anno si celebri, come sempre, la fine della Grande Guerra, ma si dia inizio ad una stagione di civilta' sociale, nuova e costruttiva.

 

7. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. LETIZIA LANZA: NO WAR

[Ringraziamo Letizia Lanza (per contatti: letizialanza at libero.it) per questo intervento.

Letizia Lanza, editor e saggista, e' nata a Venezia nel 1948. Si e' laureata in Lettere classiche all'Universita' di Padova e perfezionata in Scienze dell'Antichita' (indirizzo filologico) presso l'Universita' di Urbino. Docente di latino e greco nel liceo classico, per lunghi anni ha coniugato l'attivita' didattica con la ricerca - che tuttora fruttuosamente continua svolgendo indagini sulla produzione letteraria greco-romana (con incursioni nell'archeologia) e sulla scrittura moderna o contemporanea (specie femminile) secondo una prospettiva di filologia storica. Tra le iniziative o gli eventi di rilievo, ha curato assieme all'archeologa Fede Berti l'allestimento della Mostra Una Spina nel Piatto, presso il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara (2004); ha partecipato e partecipa a tavole rotonde, convegni, manifestazioni nazionali e internazionali (tra cui la Biennale Internazionale di Poesia di Alessandria); ha tenuto e tiene conferenze presso musei, universita', istituzioni culturali e associazioni. Fa parte dell'Associazione Archeologica "Iasos di Caria", dell'Associazione Italiana di Cultura Classica (Aicc) di Chiavari, dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli, del Circolo Auser A.P.S. "Olivolo" di Venezia, della "Dante Alighieri" di Treviso, dell'Associazione "Paolo Rizzi" di Venezia, nonche', come socia ordinaria, dell'Ateneo trevigiano. E' nella redazione di "Nexus", "Relationes Budvicenses", "Bollettino dell'Associazione Iasos di Caria", "Senecio" (rivista online) e collabora pure con altre testate, tra cui "Italian Poetry Review" di Paolo Valesio, "Il Musagete" di Bonifacio Vincenzi, "Poesia e Spiritualita'" di Donatella Bisutti, "Porti di Magnin" dell'architetto piemontese Carlo Pellegrino. Svolge da anni attivita' di editing presso la casa editrice Supernova; assieme a Giovanni Distefano dirige la collana "VeneziaStory". Attualmente vive tra Venezia e Belluno. Ha un sito personale: http://digilander.libero.it/letizial Sulla sua produzione hanno scritto numerosi critici e studiosi italiani o stranieri, tra i quali gli antichisti Aristide Colonna, Franco Sartori, Igor Lisovy, Jan Burian, Lucia Ronconi, Gian Domenico Mazzocato, Lorenzo Fort, Claudio Cazzola, Gianni Caccia. Ha al suo attivo molti saggi, note, recensioni, articoli, poesie. E' presente negli Atti della "Dante Alighieri" e dell'Ateneo (Treviso), della Biennale Internazionale di Poesia (Alessandria), della Fiera dell'Editoria di Poesia (Pozzolo Formigaro), dell'Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti gia' dei Ricovrati e Patavina (Padova), oltre che in La grande avventura di essere me stessa. Una rilettura di Simone de Beauvoir (Atti del Convegno "Quando tutte le donne del mondo...", Ferrara, 20 novembre 2008), a cura di A. Cagnolati, Roma 2010 e in Atti della Giornata di Studio "Presenza classica", Universita' Cattolica di Milano, 8 maggio 2009, "L'analisi linguistica e letteraria" 2, XVII 2009. Per la produzione in versi, e' presente tra l'altro nell'antologia L'impoetico mafioso. 105 poeti per la legalita', a cura di G. Lucini, Piateda 2010. Tra i libri pubblicati: un divertissement sulla poesia parodico-gastronomica dell'antica Grecia: Archestrato, il cuoco degli dei, Abano 1988 (scritto in collaborazione con C. D'Altilia, illustrato da M. Vulcanescu). Una biografia: Elena Bassi, in Profili veneziani del Novecento 7, a cura di G. Distefano - L. Pietragnoli, Venezia 2003. Due raccolte poetiche, uscite in numero limitato di copie autografate: Poesie soffocate, Venezia 2005 (Premio della Giuria "Astrolabio" 2006); Levia Gravia 2004-2005, Venezia 2006. Due volumetti di curiosita' veneziane: Donne e sangue a Venezia, spigolature storiche di cronaca nera (in collaborazione con G. Distefano), Venezia 2008; Ducisse veneziane (in collaborazione con G. Distefano - D. Zamburlin), Venezia 2010. Diciotto volumi di saggistica: Sofocle. Problemi di tradizione indiretta (in collaborazione con L. Fort, premessa di M. Geymonat), Padova 1991; Ritorno ad Omero. Con due appendici sulla poesia africana, Venezia 1994; Scritti di donna, Venezia 1995; Il gioco della parola (1987-1995), Venezia 1995; Eidola. Immagini dal fare poetico, Venezia 1996; Vipere e demoni. Stereotipi femminili dell'antica Grecia, Venezia 1997; Donne greche (e dintorni). Da Omero a Ingeborg Bachmann, Venezia 2001; Grecita' femminile. L'altra Penelope, Venezia 2001; Frustoli di scrittura. Tra paganesimo e misticismo (postfazione di M. Ferrari), Venezia 2002; Il diavolo nella rete (premessa di F. Santucci, postfazione di G. Lucini), Novi Ligure 2003; Diabolica. Da oggi a ieri, Venezia 2004; Ludi, ghiribizzi e varie golosita', Venezia 2005; Le donne e l'antico (postfazione di I. Lisovy - L. Fort), Ceske' Budejovice-Venezia 2006; Vino donne amori (di varia antichita'), Venezia 2006 (Premio Pavesiano "Dioniso" 2006); Medusa. Tentazioni e Derive, Padova 2007; Mirabile bruttezza (premessa di A. Pajalich), Padova 2008 (Primo Premio Nazionale "Basilicata e Calabria" 2010; Premio Internazionale "Nuove Lettere" dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli 2010); Femminilita' "virile", tra mito e storia, Novi Ligure 2009; La verita' e il mito. Trittico muliebre (premessa di T. Agostini), Venezia 2010. Ha curato assieme a P. Matrone la raccolta in prosa di Franco Santamaria: Se la catena non si spezza, Foggia 2005;  assieme a I. Lisovy il volume in memoria dello storico dell'antichita' greco-romana Franco Sartori: Litora vitae honestae. Disputationes de magistro nostro, collega et amico, professore Franco Sartori (1922-2004), Ceske' Budejovice-Venezia 2006; assieme a L. Bellina - R. Cortiana - F. Dei Tos - L. Durante - L. Malvestio - I. Masolo - C. Merlin - G. Potente - Ch. Rossi - P. Vettore il volume della francesista Francesca Trentin Baratto: Carte ritrovate, Venezia 2009; assieme ad A. Macchia la silloge poetica di Lucia Visconti Cicchino: Humus, Piateda 2011. Cfr. anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 253]

 

Nel 472 a.C., a pochi anni di distanza dalla vittoria di Salamina riportata dai Greci contro le sterminate truppe del Gran Re di Persia, la tetralogia vincitrice dell'agone drammatico ateniese e' costituita dalle tragedie Fineo, Persiani, Glauco Potnieo e dal dramma satiresco Prometeo pyrkaeos. L'autore e' il sommo Eschilo di Eleusi, vissuto tra VI e V secolo: e proprio nei Persiani, che s'impernia sulla sconfitta dei nemici tanto temuti e da lui stesso coraggiosamente affrontati, degli arroganti nemici che a Maratona gli hanno ucciso pure un fratello, il poeta esprime con profonda, sincera partecipazione la tremenda realta' dei vinti. Il dolore regna ovunque. I letti sono vuoti, le spose piangono. Il sogno raccontato da Atossa, la gia' gloriosa sovrana, e' un incubo che genera sgomento e angoscia. Il Messaggero racconta con toni rotti, sofferti, intensamente drammatici le fasi della disfatta. Si levano, strazianti, i lamenti del Coro. L'austera ombra di Dario, al cui giusto governo la Persia deve la passata grandezza, domina la scena con regalita' severa e imponente. Lo stesso ubristico Serse - sconfitto lacero solo - si piega a finalmente riconoscere il suo atto colpevole, a piangere la rovina propria e della sua terra.

Una grande attenzione e un grande rispetto nei confronti del nemico si traducono dunque, nel dramma di Eschilo, in una spietata contestazione dell'imperialismo, di ogni imperialismo, collocandosi appunto il poeta, non per caso, dalla parte dei vinti, dei caduti.

Una commossa professione di pietas che sorprende non poco, se si pensa che proviene da un mondo, come quello dell'antichita', tristemente avvezzo alla guerra, a cominciare dalle grandi monarchie del III-II millennio - dalla Mesopotamia all'Egitto - dove la prestazione dei soldati, massa anonima per lo piu' prelevata dalle campagne, equivale a uno dei tanti servizi dovuti al palazzo, non molto diverso dall'escavo di un canale o dalla fornitura del grano. Di fatto, una condizione di pressoche' ininterrotta conflittualita' coinvolge quasi tutti i popoli antichi (con poche, luminose eccezioni: per esempio, i Cretesi o i Fenici) pervadendo pure gran parte della produzione letteraria.

Una strabiliante dichiarazione di pietas allora, quella eschilea. E acquista un valore aggiunto se si pensa che lo stesso poeta - gia' combattente all'Artemisio, a Salamina, a Platea - assurto post mortem al rango di "Poeta di Stato" nell'Atene periclea, vuole inciso sulla tomba sicula un solenne epitafio (forse da lui stesso composto), dove e' del tutto oscurata la sua fama di artista: "Eschilo di Euforione, ateniese, sparito a Gela fertile di frumento, questo monumento nasconde; del suo famoso valore possono parlare il bosco di Maratona e il Medo dalla lunga chioma che ne fece esperienza" (trad. di L. Polacco).

 

8. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. ENRICO MORGANTI: CON LE PAROLE DI PADRE TUROLDO

[Ringraziamo Enrico Morganti (per contatti: enrico.morganti at fastwebnet.it) per questo intervento.

Enrico Morganti - per molti anni impegnato nelle Acli, gia' presidente dell'Enaip di Bologna - ora, da pensionato e nonno, e' impegnato nel volontariato, in particolare con gli stranieri immigrati e gli anziani.

David Maria Turoldo, nato in Friuli nel 1916, ordinato sacerdote nel 1940, partecipo' alla Resistenza; collaboratore di don Zeno Saltini a Nomadelfia, fondatore con padre Camillo De Piaz della "Corsia dei Servi", poi direttore del "Centro di studi ecumenici Giovanni XXIII" a S. Egidio Sotto il Monte. Ha pubblicato numerose opere di riflessione religiosa, di intervento civile, di poesia. E' scomparso nel 1992. Opere di David Maria Turoldo: della sua vastissima produzione segnaliamo particolarmente alcune raccolte di versi: Il sesto angelo (poesie scelte - prima e dopo il 1968), Mondadori, Milano 1976; e O sensi miei (poesie 1948-1988), Rizzoli, Milano 1990, 1993; Ultime poesie (1991-1992), Garzanti, Milano 1999; ed almeno la raccolta di testi in prosa La parabola di Giobbe, Servitium, Sotto il Monte 1996. Per una bibliografia piu' ampia: a) poesia: Io non ho mani, Bompiani, Milano 1948; Udii una voce, Mondadori, Milano 1952; Gli occhi miei li vedranno, Mondadori, Milano 1955; Preghiere tra una guerra e l'altra, Corsia dei Servi, Milano 1955; Se tu non riappari, Mondadori, Milano 1963; Poesie, Neri Pozza, Vicenza 1971; Fine dell'uomo?, Scheiwiller, Milano 1976; Il sesto angelo, Mondadori, Milano 1976; Laudario alla Vergine, Dehoniane, Bologna 1980; Lo scandalo della speranza, Gianfranco Angelico Benvenuto, Napoli 1978, poi Gei, Milano 1984; Impossibile amarti impunemente, Quaderni del Monte, Rovato 1982; Ritorniamo ai giorni del rischio, Cens, Liscate 1985; O gente terra disperata, Paoline, Roma 1987; Il grande Male, Mondadori, Milano 1987; Come possiamo cantarti, o Madre?, Diakonia della theotokos, Arezzo 1988; Nel segno del Tau, Scheiwiller, Milano 1988; Cosa pensare?, La Rosa Bianca, Trento 1989; Canti ultimi, Carpena, Sarzana 1989, poi Garzanti, Milano 1991; (con G. Ravasi), Opere e giorni del Signore, Paoline, Cinisello Balsamo 1989; O sensi miei (poesie 1948-1988), Rizzoli, Milano 1990; Mie notti con Qohelet, Garzanti, Milano 1992; Ultime poesie (1991-1992), Garzanti, Milano 1999; Nel lucido buio, Rizzoli, Milano 2002; b) teatro: La terra non sara' distrutta, Garzanti, Milano 1951; Da una casa di fango (Job), La Scuola, Brescia 1951; La passione di San Lorenzo, Morcelliana, Brescia 1961, poi Citta' Armoniosa, Reggio Emilia 1978; Vigilia di Pentecoste, Giac (pro manuscripto), Milano 1963; Oratorio in memoria di frate Francesco, Messaggero, Padova 1981; Sul monte la paura, Cens, Liscate 1983; La morte ha paura, Cens, Liscate 1983; c) saggistica: Non hanno piu' vino, Mondadori, Milano 1957, poi Queriniana, Brescia 1979; La parola di Gesu', La Locusta, Vicenza 1959; Tempo dello Spirito, Gribaudi, Torino 1966; Uno solo e' il Maestro, Signorelli, Milano 1972; Nell'anno del Signore, Palazzi, Milano 1973; Alla porta del bene e del male, Mondadori, Milano 1978; Nuovo tempo dello Spirito, Queriniana, Brescia 1979; Mia terra addio, La Locusta, Vicenza 1980; Povero Sant'Antonio, La Locusta, Vicenza 1980; (a cura di), Testimonianze dal carcere, Paoline, Roma 1980; Amare, Paoline, Roma 1982; Perche' a te, Antonio?, Messaggero, Padova 1983; Ave Maria, Gei, Milano 1984; (con A. Levi, M .C. Bartolomei Derungs), Dialogo sulla tenerezza, Cens, Liscate 1985; L'amore ci fa sovversivi, Joannes, Milano 1987; Come i primi trovadori, Cens, Liscate 1988; Il diavolo sul pinnacolo, Paoline, Cinisello Balsamo 1988; Il Vangelo di Giovanni, Rusconi, Milano 1988; Per la morte (con due meditazioni di P. Mazzolari), La Locusta, Vicenza 1989; Amar, traduzione portoghese, a cura di I. F. L. Ferreira, Paulinas, Sao Paulo 1986; (con R. C. Moretti), Mani sulla vita, Emi, Bologna 1990; La parabola di Giobbe, Servitium, Sotto il Monte 1996; Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte 1997; Il dramma e' Dio, Rizzoli, Milano 1992, 1996, 2002; d) traduzioni: I Salmi, Dehoniane, Bologna 1973; Salterio Corale, Dehoniane, Bologna 1975; Chiesa che canta, volumi I-VII, Dehoniane, Bologna 1981-1982; (con G. Ravasi), "Lungo i fiumi..." - I Salmi, Paoline, Cinisello Balsamo 1987; Ernesto Cardenal, Quetzalcoatl, Mondadori, Milano 1989; e) narrativa: ... E poi la morte dell'ultimo teologo, Gribaudi, Torino 1969. Opere su David Maria Turoldo: un'utile bibliografia di avvio e' in D. M. Turoldo, Nel lucido buio, Rizzoli, Milano 2002]

 

Mi pare  possa essere un omaggio a tutte le vittime delle guerre (sia soldati sia civili) questa poesia (dal titolo "Io faccio amara anche la tua morte", e datata Friuli - inverno 1954) di padre David Maria Turoldo dedicata alla mamma morta:

 

Mamma, hai la bocca piena di terra.

Radici ora ramificano dagli occhi

dal cuore che ci offriva il pane in silenzio.

E tremavi tutta per la nostra pena

di fanciulli ormai adulti,

di fanciulli ancora soli soli e poveri.

La casa e' deserta d'allora,

la corte tutta un disordine e nulla

e' mutato dell'esistenza avara.

 

Mamma, ora neppure Iddio mi risponde,

Egli s'e' chiuso dietro un portone di bronzo

cui picchio, soprattutto di notte,

ma nessuno viene a consolare

questo tuo ultimo figlio.

Solo il vento fischia a cavalca

su tutta la pianura.

 

Ho lasciato il gregge: ricordi

la pecora segnata di bianco in fronte,

la pecora vissuta con noi tanti anni,

la madre di tutti gli agnelli

che  sapeva il tuo passo lieve

e ti chiamava con la voce di una creatura

e ti guardava con occhi cosi' dolci

quando la mungevi  a sera.

E io ero felice come una rondine

di ritorno dai campi col gregge sazio.

 

Ho lasciato i nostri campi, mamma,

quella pianura vasta e taciturna

dal colore dei  tuoi capelli

biondi come le vigne all'autunno.

 

Ho lasciato i compagni sul sagrato

a rincorrersi e la chiesa bianca:

ricordi quel giorno triste di settembre,

tu mi salutavi dietro la porta e dicevi:

figlio, noi siamo poveri,

e' un'avventura troppo grande!

E' un'avventura troppo grande, Madre!

E il cielo non risparmia nessuno

e gli uomini non perdonano ai sacerdoti.

 

Ora torno dal deserto di mezza Europa

nella casa immensa. (Allora

ci pareva un nido di passeri).

E mi pesi ancora sulle braccia

a nero vestita e serena.

 

D'allora mi pesi ogni giorno sulla patena

Insieme a Cristo,  mia dolce rovina,

come noi forse ti pesavamo nel grembo.

Prima tu piangevi sulla nostra sorte,

ora io faccio amara anche la tua morte.

 

9. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. PIERCARLO RACCA: 4 NOVEMBRE, RICORDI

[Ringraziamo Piercarlo Racca (per contatti: piercarlo.racca at fastwebnet.it) per questo intervento.

Piercarlo Racca e' uno dei militanti "storici" dei movimenti nonviolenti in Italia ed ha preso parte a pressoche' tutte le esperienze piu' vive e piu' nitide di impegno di pace; e' per unanime riconoscimento una delle voci piu' autorevoli della nonviolenza in cammino. Si veda anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 249 che contiene anche questa breve risposta autobiografica: "Sono nato a Cocconato (At) nel 1946, mio padre operaio alla Fiat, mia madre casalinga. Livello scolastico: scuola media superiore. A partire dal 1968 fino al 1976 ho partecipato alle marce antimilitariste prima sul percorso Milano-Vicenza e poi sul percorso Trieste Aviano; alla carovana internazionale Bruxelles-Varsavia, alla marce La Spezia-Livorno e Catania-Comiso. Nel 1969 mi sono dichiarato obiettore di coscienza. Nel 1971 sette giorni di sciopero della fame con tenda di fronte alla stazione di Torino Porta Nuova per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza. Dal 1971 mi sono impegnato attivamente nel Movimento Nonviolento anche ricoprendo incarichi di responsabilita' che svolgo tuttora. A causa del mio impegno politico ho subito processi, condanne e assoluzioni, sono stato pignorato per obiezione fiscale. Attualmente sono un pensionato delle ferrovie dello stato, abito a Torino dove collaboro con il Centro Studi Sereno Regis"]

 

Il 4 novembre e' sempre stato per noi amici della nonviolenza un appuntamento per ribadire la nostra opposizione integrale alla guerra.

Voglio ricordare due date.

4 novembre 1971, appuntamento alle ore 10 in piazza Castello a Torino per distribuire volantini in concomitanza con l'alzabandiera. Vengono immediatamente arrestati quattro militanti nonviolenti (Nanni Salio, Beppe Marasso, Giannantonio Bottino, Enrico Venesia) e accusati di vilipendio alle forze armate. Il giorno successivo il magistrato incaricato dell'indagine (Alberto Bernardi) ordina la scarcerazione di Salio, Bottino, Venesia. Alla richiesta di Beppe Marasso del perche' dovesse rimanere in carcere gli viene risposto che nei suoi confronti c'e' una accusa di possesso di un manganello avvalorata dalla testimonianza di tre carabinieri; immediatamente Beppe Marasso sporge denuncia per falso nei confronti dei carabinieri. Il magistrato nei giorni seguenti dopo aver raccolto varie testimonianze (tra cui due poliziotti i quali affermano senza ombra di dubbio che il manganello in questione era in possesso dei carabinieri e non di Beppe Marasso) ordina la scarcerazione di Beppe Marasso e incrimina i carabinieri. A quel punto interviene il capo della magistratura di Torino che toglie l'indagine al magistrato preposto e successivamente "assolve" i carabinieri con la motivazione che "non c'era volonta' di commettere un reato... ma solo la volonta' di salvaguardare una istituzione dello stato (l'esercito) che non deve essere sottoposta a critiche e contestazioni".

4 novembre 1972, il Movimento Nonviolento diffonde 4.500 copie di un manifesto intitolato "4 novembre - non festa ma lutto". Il manifesto contenente una forte contestazione alle guerre, agli eserciti, ecc. fu oggetto di numerosissime denunce, Pietro Pinna venne condannato a quattro mesi di carcere. Ma veniamo al fatto che voglio ricordare. Uno dei manifesti affissi regolarmente nella citta' di Pinerolo viene volontariamente e vistosamente strappato da un generale dell'esercito alla presenza di svariate persone tra cui un sindacalista della Cisl che immediatamente sporge denuncia. Durante il processo il generale si difende affermando che "mentre passava... inavvertitamente ha urtato il manifesto e senza volerlo si e' strappato". Ed e' stato assolto!

 

10. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. LUISA SANTELLI BECCEGATO: 4 NOVEMBRE

[Ringraziamo Luisa Santelli Beccegato (per contatti: luissan at tin.it) per questo intervento.

Luisa Santelli Beccegato, nata a Venezia, ha studiato all'Universita' di Padova dove e' stata assistente e professore incaricato di Storia della Pedagogia. Dal 1975 e' titolare della I Cattedra di Pedagogia Generale della Facolta' di Scienze della Formazione dell'Universita' di Bari. Gia' direttrice del Dipartimento di Scienze dell'Educazione, presidente del Corso di Laurea in Scienze dell'Educazione, direttrice del Cird (Centro Interdipartimentale di Ricerca Didattica) e presidente dell'Istituto Regionale di ricerca e sperimentazione educativa (Irrsae-Puglia), componente del Nucleo di Valutazione di Ateneo. Attualmente, oltre a Pedagogia Generale, e' titolare dell'insegnamento di Pedagogia Interculturale, Pedagogia sperimentale e di Teorie e metodi di programmazione e valutazione delle attivita' formative (Laurea Magistrale); presiede la Sezione di Pedagogia Interculturale; dirige il Corso di Alta Formazione Epmi (Esperto in Processi Multi e Interculturali) dell'Universita' di Bari ed e' Vicepresidente Nazionale della Concured (Conferenza Centri Universitari Ricerca Educativa e Didattica). Fa parte dei comitati scientifici e di redazione delle riviste pedagogiche Pedagogia e Vita, Rassegna di Pedagogia, Universita' e Scuola, Il Nodo. Le Scuole in rete e codirige la collana "Processi Formativi e Scienze dell'Educazione", editore Guerini, Milano. Svolge dal 1994 attivita' di coordinatrice di progetti Socrates/Erasmus tra l'Universita' di Bari e diverse Universita' europee. E' autrice di circa centoventi pubblicazioni, monografie e articoli, editi su riviste italiane e straniere, attinenti un'ampia serie di questioni di pedagogia generale, sociale e interculturale, di metodologia e didattica, con particolare riferimento alle questioni della formazione e di docimologia]

 

Il ricordo dei caduti di tutte le guerre, delle persone rese invalide, del dolore di chi e' rimasto a casa solo a piangere i suoi lutti e' profondo e indelebile.

L'impegno per far si' che tutto cio' non accada piu' e' forte, preciso, indiscutibile.

Il no alla violenza - in ogni sua forma esplicita o subdola - e' la parte qualificante di tanti di noi, sempre piu' numerosi nelle diverse parti del mondo.

La sensibilita' sta cambiando. E' cambiata. "Eleveremo, oggi, sulle nostre piazze, statue di bronzo o di marmo a degli assassini che la storia glorifica in base al numero di cadaveri che essi hanno nella loro vita mandato al carnaio?" (M. Serres, Tempo di crisi, trad. it., Bollati Boringhieri, Torino 2010, p. 23).

 

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- AA. VV., Steve Jobs. Stay hungry, stay foolish. La vita di un genio che ha cambiato le nostre vite, Corriere della sera - Rcs, Milano 2011, pp. 108, euro 2,80 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Eleonora Bellini, Le ceneri del poeta. Poesie 2007-2011, Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza 2011, pp. 62, euro 7.

*

Riletture

- Jerome S. Bruner, Il conoscere. Saggi per la mano sinistra, Armando, Roma 1968, 1994, pp. 240.

- Jerome S. Bruner, Il linguaggio del bambino. Come il bambino impara ad usare il linguaggio, Armando, Roma 1987, 1990, pp. 120.

- Jerome Bruner, La cultura dell'educazione. Nuovi orizzonti per la scuola, Feltrinelli, Milano 1997, 2004, pp. 236.

- Jerome Bruner, La mente a piu' dimensioni, Laterza, Roma-Bari 1988, 1993, pp. XII + 244.

- Jerome Bruner, La fabbrica delle storie. Diritto, letteratura, vita, Laterza, Roma-Bari 2002, pp. X + 148.

- Jerome S. Bruner, Verso una teoria dell'istruzione, Armando, Roma 1967, 1988, pp. 264.

- Jerome S. Bruner, Roger W. Brown, Il pensiero, Strategie e categorie, Armando, Roma 1969, 1973, Fabbri-Rcs, Milano 2007, pp. II + 462.

*

Riedizioni

- Henry James, La bestia nella giungla, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 80, euro 2 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

- Alberto Moravia, Franco Russoli, Massimiliano De Serio, Francesca Toso, Picasso, Skira'-Rcs, Milano 2004, 2001, 2 voll. per pp. 192 + 192, euro 6,90 + 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- John Reader, Africa, Mondadori, Milano 2001, 2011, pp. VIII + 700, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

 

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

13. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 710 del 16 ottobre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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