Telegrammi. 675



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 675 dell'11 settembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: 11 settembre. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'

2. Sette domande a Carmelina Chiara Canta

3. Hannah Arendt: Certamente il fascismo...

4. Simone Weil: L'aspirazione al bene

5. Edoarda Masi

6. Claudia Pozzana, Alessandro Russo: L'ospite grata

7. Angela Pascucci: Il filo rosso

8. Velio Abati, Donatello Santarone: Lo scambio con Franco Fortini

9. Tommaso Di Francesco: Come cento cavalli

10. Segnalazioni librarie

11. La "Carta" del Movimento Nonviolento

12. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: 11 SETTEMBRE. SOLO LA NONVIOLENZA PUO' SALVARE L'UMANITA'

 

A dieci anni dalla strage delle Torri Gemelle, ovunque nel mondo guerre e uccisioni, devastazioni e distruzioni, violenza e barbarie.

E quanto al nostro paese, l'Italia sta partecipando a due guerre abominevoli, in Afghanistan e in Libia; sta partecipando illegalmente a due guerre illegali che consistono, come ogni guerra, nello sterminio di innumerevoli esseri umani; e per contribuire alla commissione di stragi il governo sta dilapidando enormi risorse pubbliche sottraendole alla popolazione. Cessi la partecipazione italiana alla guerra. Torni l'Italia al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra.

In Italia la persecuzione razzista dei migranti e' giunta al folle e scellerato parossismo di misure per le quali un solo aggettivo e' adeguato: hitleriane. Cessi la persecuzione razzista in Italia. Torni l'Italia al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che riconosce e rispetta i diritti umani di tutti gli esseri umani.

*

Il 25 settembre vi sara' la marcia Perugia-Assisi, nel cinquantesimo anniversario della prima ideata e promossa da Aldo Capitini; marcia che puo' essere l'occasione da tempo attesa per dire una parola di verita', per proporre il programma politico necessario e  urgente per un'alternativa alla barbarie, per promuovere il fronte democratico di liberazione nazionale indispensabile per contrastare il regime della corruzione e i poteri criminali, la guerra e il razzismo.

E questa parola di verita' sia: cessazione immediata della partecipazione italiana a tutte le guerre; abrogazione immediata di tutte le misure razziste oggi criminalmente in vigore; dimissioni immediate del governo golpista e razzista, criminale e corrotto.

E questo programma politico sia: disarmo unilaterale ed impegno per la pace con mezzi di pace; riconoscimento e difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; riconversione ecologica dell'economia; legalita' che salva le vite.

E questo fronte democratico di liberazione nazionale includa tutte le forze politiche e sociali che su questo programma minimo si riconoscono.

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Salvare le vite. Difendere la civilta'. Impedire la distruzione di vite umane e la devastazione della biosfera.

Scegliere la nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A CARMELINA CHIARA CANTA

[Ringraziamo Carmelina Chiara Canta (per contatti: canta at uniroma3.it) per questa intervista.

Carmelina Chiara Canta e' professoressa di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, insegna Sociologia dei Processi Culturali, Sociologia delle Religioni e Sociologia delle culture di genere presso la Facolta' di Scienze della Formazione dell'Universita' degli Studi di Roma Tre, dove dirige il Laboratorio sul Pluralismo Culturale (Pluc), nell'ambito del quale svolge attivita' seminariali e di ricerca sui temi del dialogo nel Mediterraneo. Studia i problemi del cambiamento sociale e culturale con particolare riferimento ai fenomeni religiosi, culturali, multireligiosi, multiculturali e del dialogo interreligioso. Su questi temi ha pubblicato saggi in riviste scientifiche e vari volumi tra cui gli ultimi: La religiosita' in Sicilia. Indagine sulle tipologie religiose e culturali (Sciascia 1995); Sfondare la notte. Religiosita', modernita' e cultura (Franco Angeli 2004); Ricostruire la societa'. Teoria del mutamento sociale in Karl Mannheim (Franco Angeli 2006); Abitare il dialogo. Societa' e culture dell'amicizia nel Mediterraneo (con M. Pepe, Franco Angeli 2007); Non facciamo come lo struzzo (con S. Rizza, Sciascia 2009);  Seminare il dialogo. Societa' e trame del Mediterraneo (Aracne 2010); Laicita' in dialogo. I volti della laicita' nell'Italia plurale (con dvd: I volti delle laicita' nell'Italia di oggi) (Sciascia 2011)]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Carmelina Chiara Canta: La graduale presa di coscienza che la pace e' un "bene comune", un "bene universale", un "bene fondamentale", e la crescente responsabilita' che alla costruzione della pace debbano tutti concorrere. Questo appuntamento annuale ha costituito per molti di noi che vi hanno partecipato una "campanella" di chiamata a rinnovare l'impegno per la nonviolenza e la pace da contestualizzare nel vissuto personale e sociale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E che cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Carmelina Chiara Canta: Quello che segnera' la marcia di quest'anno sara' il collegamento con la crisi economica e con le varie crisi che sono apparse nei diversi paesi del Nord Africa e del Mediterraneo. In verita', se andiamo indietro con la memoria, alle marce degli anni precedenti, ricordiamo altri momenti di tensioni e violenze, ma probabilmente oggi il livello di indignazione e il limite di sopportazione delle persone, ha raggiunto un livello di saturazione tale che ha bisogno di una forte "visibilita' nonviolenta".

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Carmelina Chiara Canta: A giudicare dalla situazione di crisi culturale, economica, politica e dai fatti di cronaca (razzismo, xenofobia, violenza contro le donne, mafia e criminalita' organizzata, bullismo giovanile, assenza di etica nei comportamenti individuali e collettivi, egoismo, ecc.) la strada per creare una cultura della nonviolenza e' ancora molto lunga. Un ruolo molto importante stanno svolgendo le associazioni culturali e i gruppi di volontariato che esplicitamente hanno come obiettivo il metodo e la pratica della nonviolenza; sono molti e costituiscono un vivaio per il futuro.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Carmelina Chiara Canta: Rimane come azione fondamentale quella educativa, rivolta in particolare ai minori e ai giovani ma e' necessario il coinvolgimento delle istituzioni dove essi vivono con progetti e programmi "mirati" (per esempio nelle scuole e nelle Universita'). Essenziale e' anche la promozione di "fatti esemplari" in cui coinvolgere gli stessi giovani. La cultura della nonviolenza passa attraverso la pratica della nonviolenza nelle situazioni in cui essa e' a rischio. Un altro momento e' l'impegno per diffondere una "cultura nonviolenta" e una "cultura della pace", che generino valori a vari livelli, culturale, nell'esperienza di vita quotidiana, sul piano istituzionale. Quest'ultimo e' il piu' difficile. Infine, ma non perche' meno importante, bisogna diffondere la filosofia nonviolenta di  Aldo Capitini attraverso iniziative culturali, editoriali e di dibattito pubblico; c'e' tutta una generazione che forse non conosce questo grande maestro di liberta' educativa, politica, e religiosa... in definitiva di laicita'.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Carmelina Chiara Canta: In Italia sono state importanti le manifestazioni pacifiche, per esempio quelle del "popolo viola", nate spontaneamente e tramite la rete o anche altre manifestazioni che si sono svolte in maniera pacifica, nonostante la violenza anche verbale di un'altra parte dell'Italia. Nel mondo ci sono state molte circostanze in cui i popoli hanno reagito con movimenti che hanno adottato metodi nonviolenti, ma voglio citare in particolare quelli dei paesi del Nord Africa e la ricerca pacifica dell'affermazione della democrazia e della liberta', poiche' il massimo della violenza e' la lesione istituzionalizzata di diritti conculcati. Sono processi ancora in corso e la speranza e' che le tappe successive vadano in questa direzione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Carmelina Chiara Canta: Mi rendo conto che le priorita' sono... troppe! In conseguenza di quanto detto prima, sono utili tutte le iniziative che concorrono alla crescita e all'affermazione di diritti di cittadinanza; in politica, per fare un esempio di questi giorni, un'iniziativa e' quella di partecipare al referendum per la legge elettorale (firme per il referendum). E' da intensificare o iniziare (per chi non l'abbia fatto) la promozione di una cultura del dialogo interculturale e interreligioso, in risposta alla cultura della violenza e dello scontro, che sono ancora maggioritarie. Spesso le religioni sono portatrici di violenza (non sempre in forma inconsapevole) o si inseriscono nelle dinamiche politiche di potere, che generano prevaricazioni. Molti conflitti politici oggi presenti nel mondo hanno come protagonisti uomini che si autodefiniscono religiosi. Un impegno urgente mi pare quello di assumere un atteggiamento chiaro e fermo nei confronti della violenza assurda che si consuma nelle "carrette" affollate di donne, uomini e bambini in cerca di una speranza, che attraversano quel "mare di sangue" che e' il  Mediterraneo. Non possiamo prescindere da cio' se vogliamo la pace nel Mediterraneo (Libia, Algeria, Egitto, Tunisia, ecc.) e per realizzare un Mediterraneo piu' vicino all'Europa. In questa linea un'altra priorita' e' l'impegno per la costruzione del dialogo nonviolento tra Palestina e Israele, coinvolgendo in questo soprattutto i giovani e le donne anche con l'aiuto delle associazioni di dialogo che sono presenti in quei territori. Ci sono molte esperienze di nonviolenza e di riconciliazione in atto (per esempio in Israele e Palestina, in Siria, Tunisia, Libia, ecc.) che non sono conosciute; queste vanno valorizzate e ne vanno riproposte altre, in cui essere protagonisti. Riproporre il metodo nonviolento nelle situazioni di casa nostra oggi significa dare voce e visibilita' alla rabbia e all'indignazione di tutte le persone che vivono situazione di poverta', di violenza e di emarginazione. Significa lavorare molto sulla cultura e l'informazione, riproponendo nel nostro Paese l'impegno di formazione e di "coscientizzazione", per esprimerci nei termini di Paulo Freire, alla nonviolenza attraverso la conoscenza o la riproposta ai giovani dei maestri della pace e della nonviolenza: Aldo Capitini, Gandhi, Raimon Panikkar, Lev Tolstoj, ecc. In questo ambito e' tutto da recuperare  il ruolo delle donne nei processi di pace; Hannah Arendt, E. Boulding, Vandana Shiva, Sheila Benhabib, Shirin Ebadi, Martha Nussbaum. E per finire, attivare luoghi e momenti per conoscere e difendere la Costituzione, ricordando che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Carmelina Chiara Canta: La nonviolenza e' uno stile di vita e un metodo, che si realizza con una pratica "mite" per affermare e difendere i diritti propri e altrui. Oggi si puo' stabilire una sorta di parallelo-uguaglianza tra nonviolenza e diritti di cittadinanza. E' possibile oggi, a queste condizioni, una vita nonviolenta nella convinzione che essa vada affrontata nel processo formativo dell'individuo. Nella dimensione della nonviolenza e' essenziale la realta' sociale attuale, nella quale e' comunque possibile ad ognuno fare qualcosa nella direzione della nonviolenza.

 

3. MAESTRE. HANNAH ARENDT: CERTAMENTE IL FASCISMO...

[Da Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001, p. 184.

Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; Alcune questioni di filosofia morale, Einaudi, Torino 2006, 2009; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1999, 2009. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000]

 

Certamente il fascismo e' stato gia' sconfitto una volta, ma siamo ben lungi dall'aver sradicato definitivamente questo male supremo del nostro tempo: le sue radici sono infatti profonde e si chiamano antisemitismo, razzismo, imperialismo.

 

4. MAESTRE. SIMONE WEIL: L'ASPIRAZIONE AL BENE

[Da Simone Weil, Quaderni, IV, Adelphi, Milano 1993, p. 334.

Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil. Biografia di un pensiero, Garzanti, Milano 1981, 1990; Eadem, Simone Weil. Una donna assoluta, La Tartaruga edizioni, Milano 1991, 2009; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994]

 

... l'aspirazione al bene che e' l'essere stesso di ogni uomo e' l'unico bene sempre incondizionatamente presente in ogni uomo.

 

5. LUTTI. EDOARDA MASI

[Edoarda Masi e' nata a Roma nel 1927 ed e' deceduta a Milano nel 2011; intellettuale e militante della sinistra critica, di straordinaria lucidita'. Bibliotecaria nelle biblioteche nazionali di Firenze, Roma e Milano, ha insegnato letteratura cinese nell'Istituto Universitario Orientale di Napoli; ha vissuto a Pechino e a Shangai, dove ha insegnato lingua italiana all'Istituto Universitario di Lingue Straniere. Ha collaborato a numerose riviste, italiane e straniere, tra cui "Quaderni rossi", "Quaderni piacentini", "Kursbuch", "Les temps modernes". Tra le opere di Edoarda Masi: La contestazione cinese, Einaudi, Torino 1968; Per la Cina, Mondadori, Milano 1978; Breve storia della Cina contemporanea, Laterza, Bari 1979; Il libro da nascondere, Marietti, Casale Monferrato 1985; Cento trame di capolavori della letteratura cinese, Rizzoli, Milano 1991. Tra le sue traduzioni dal cinese in italiano: Cao Xuequin, Il sogno della camera rossa, Utet, Torino 1964; una raccolta di saggi di Lu Xun, La falsa liberta', Einaudi, Torino 1968; e Confucio, I dialoghi, Rizzoli, Milano 1989. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda: "Edoarda Masi (Roma, 1927 - Milano, 2011) e' stata una saggista italiana, specializzata nella cultura e nella lingua cinese. Laureatasi in giurisprudenza nel 1948, dopo essere stata bibliotecaria nelle biblioteche statali di Firenze, Roma e Milano, si e' diplomata nel 1956 presso l'Ismeo di Roma in lingua e istituzioni cinesi e in lingua russa. Nel 1957, insieme con Renata Pisu e Filippo Coccia, e' stata tra i primi studenti italiani a recarsi in Cina, dove ha frequentato l'universita' di Beida a Pechino. Prima di conseguire la libera docenza in lingua e letteratura cinese, ha tenuto seminari sulla cultura e la storia della Cina moderna presso le universita' di Torino, Venezia, Roma, l'Istituto superiore di sociologia di Milano, l'Istituto universitario orientale di Napoli, l'istituto di studi storici e sociologici dell'Universita' di Urbino, l'istituto superiore di scienze sociali di Trento. Quindi ha insegnato per alcuni anni letteratura cinese moderna e contemporanea presso l'Istituto universitario orientale di Napoli. Fra il 1976 e il 1977 ha insegnato lingua italiana presso l'Istituto universitario di lingue straniere di Shanghai. Il suo pensiero e il suo impegno politico sono sempre stati volti alla causa degli sfruttati e dell'internazionalismo; ne rendono testimonianza, oltre che i suoi libri, i numerosi articoli redatti per varie riviste; e si rammenta qui la sua partecipazione alla redazione dei "Quaderni Rossi", fondati da Raniero Panzieri nel 1961, e la collaborazione, insieme con altri grandi intellettuali italiani quali Cesare Cases, Franco Fortini, Renato Solmi, Sebastiano Timpanaro, ai "Quaderni Piacentini", diretta da Piergiorgio Bellocchio dal 1962 al 1981. Sin dalla data della sua fondazione nel 1995, ha partecipato alle attivita' del Centro studi Franco Fortini. Memoria della complessita' e ricchezza dell'esistenza e della passione politica di Edoarda Masi e' stata affidata dalla stessa ad una serie di interviste rilasciate a Bruna Miorelli: "Il soggiorno cinese. I primi tre italiani nella Cina maoista", "La Parma antifascista. Abitare nella Biblioteca Palatina, i bombardamenti" e "La militanza nel Pci, i giovani all'appuntamento di Praga e di Llivorno", ascoltabili dal sito di Radio Popolare. Opere: La contestazione cinese" (Torino, Einaudi, 1968, 1969, 1971; trad. tedesca: Die chinesische Herausforderung, Berlin, Wagenbach, 1970); Lo stato di tutto il popolo e la democrazia repressiva (Milano, Feltrinelli, 1976); Per la Cina (Milano, Mondadori, 1978; trad. americana, con variazioni e aggiunte: China Winter. New York, Dutton, 1982); Breve storia della Cina contemporanea (Bari-Roma, Laterza, 1979); Il libro da nascondere (Casale Monferrato, Marietti, 1985); Cento trame di capolavori della letteratura cinese (Macerata, Quodlibet, 2009; prima edizione: Milano, Rizzoli, 1991); Ritorno a Pechino (Milano, Feltrinelli, 1993); Storie del bosco letterario (Milano, Scheiwiller, 2002); traduzioni: Cao Xueqin, Il sogno della camera rossa (Milano, Rizzoli, 2008; prima edizione Torino, Utet, 1964); Lu Xun, La falsa liberta' (Macerata, Quodlibet, 2006; prima edizione: Torino, Einaudi, 1968); Feng Youlan, Sommario di storia della filosofia cinese (in: "I problemi della pedagogia", 1971-72); Lao She, Citta' di gatti (Milano, Garzanti, 1986); Confucio, I dialoghi (Milano, Rizzoli, 1989) ; Chuanqi, Storie fantastiche Tang (Parma, Pratiche, 1994); Lu Xun, Erbe selvatiche (Macerata, Quodlibet, 2003)". Riproponiamo anche la seguente scheda del 2004: "Edoarda Masi e' nata a Roma nel 1927. Si e' laureata in giurisprudenza a Parma nel luglio 1948. Dal 1950 al 1973 e' stata bibliotecaria (ruolo direttivo, ruolo dirigente) nelle biblioteche statali (Biblioteca Nazionale di Firenze, Biblioteca Nazionale di Roma, Biblioteca Nazionale di Milano). Nel 1956 si e' diplomata presso l'Ismeo di Roma in lingua e istituzioni cinesi e in lingua russa. Dopo un corso di perfezionamento in lingua cinese presso lo stesso Ismeo, ha frequentato un corso speciale di lingua cinese presso l'Universita' di Pechino, nel cui campus ha vissuto nel 1957 e 1958. Dal l968 al 1971 ha tenuto seminari sulla cultura e la storia della Cina moderna presso le universita' di Torino, Venezia, Roma, l'Istituto superiore di sociologia di Milano, l'Istituto universitario orientale di Napoli, l'Istituto di studi storici e sociologici dell'Universita' di Urbino, l'Istituto superiore di scienze sociali di Trento. Nel 1970-71 ha insegnato lingua cinese presso l'Ismeo di Milano. Nel l971 ha conseguito la libera docenza in lingua e letteratura cinese. Negli anni accademici 1971-72, 1972-73,1973-74 e' stata incaricata dell'insegnamento di letteratura cinese moderna e contemporanea presso l'Istituto universitario orientale di Napoli. Nel 1976 ha lavorato informalmente presso l'Ambasciata d'Italia a Pechino. Nell'anno accademico 1976-77 ha insegnato lingua italiana presso l'Istituto universitario di lingue straniere di Shanghai. Oltre che in Cina, ha viaggiato (in Asia) in Giappone e in Vietnam. Ha collaborato a diversi periodici, fra i quali: "Alfabeta", "Annali Feltrinelli", "Antigone", "Asahi", "Aut aut", "Azimuth", "Cina", "Critica. Revista de la Maestria en ciencias sociales de la Universidad Autonoma de Guerrero", "Guerre & Pace", "Ideologies", "Kursbuch", "L'Indice", "Linea d'ombra", "Nuova rivista storica", "L'ospite ingrato. Annuario del Centro studi Franco Fortini", "Quaderni dell'amicizia (Associazione Italia-Cina)", "Quaderni piacentini", "Quaderni rossi", "Rivista di storia contemporanea", "Rivista storica del socialismo", "Socialist revolution", "Tempi moderni", "Les temps modernes", "Ulisse". Ha pubblicato i seguenti volumi: La contestazione cinese, Torino, Einaudi, 1968, 1969, 1971 (trad. tedesca: Die chinesische Herausforderung, Berlin, Wagenbach, 1970); Lo stato di tutto il popolo e la democrazia repressiva, Milano, Feltrinelli, 1976; Per la Cina, Milano, Mondadori, 1978 (trad. americana, con variazioni e aggiunte: China Winter, New York, Dutton, 1982); Breve storia della Cina contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 1979; Il libro da nascondere, Casale Monferrato, Marietti, 1985; Cento trame di capolavori della letteratura cinese, Milano, Rizzoli, 1991; Ritorno a Pechino, Milano, Feltrinelli, 1993; Storie del bosco letterario, Milano, Scheiwiller, 2002. Ha curato le seguenti traduzioni dal cinese: Cao Xueqin, Il sogno della camera rossa. Torino, Utet, 1964, 1981; Lu Xun, La falsa liberta', Torino, Einaudi, 1968; Feng Youlan, Sommario di storia della filosofia cinese, in: "I problemi della pedagogia", 1971-72; Lao She, Citta' di gatti, Milano, Garzanti, 1986; Confucio, I dialoghi, Milano, Rizzoli, 1989; Chuanqi: storie fantastiche Tang, Parma, Pratiche, 1994; Lu Xun, Erbe selvatiche, Macerata, Quodlibet, 2003"]

 

E' deceduta pochi giorni fa Edoarda Masi, una compagna e un maestra della nonviolenza in cammino.

 

6. PER EDOARDA MASI. CLAUDIA POZZANA, ALESSANDRO RUSSO: L'OSPITE GRATA

[Dal quotidiano "IL manifesto" del 2 settembre 2011, col titolo "L'ospite grata", il sommario "Ha insegnato a molte generazioni la realta' della Cina ma non voleva essere chiamata 'sinologa'. E' stata un modello di intellettualita' politica e letteraria, di rigore e modestia. E' una grave perdita per chi non si rassegna allo status quo. E per 'il manifesto'", e la breve nota bio-bibliografica: "Edoarda Masi era nata nel 1927 a Roma, trascorrendo l'infanzia e l'adolescenza a Parma, vivendo da subito tra i libri (il padre dirigeva la Biblioteca Palatina). E' stata docente di Letteratura cinese all'Istituto universitario orientale di Napoli. Ha vissuto a Pechino e a Shanghai, dove ha insegnato lingua italiana all'Istituto universitario di Lingue straniere. Tra le sue opere: La contestazione cinese (1968); Per la Cina (1978), Breve storia della Cina contemporanea (1979), Il libro da nascondere (1985), Ritorno a Pechino (1993), Storie del bosco letterario (2002). Ha tradotto dal cinese Il sogno della camera rossa di Cao Xueqin (1964, 1981, 2008), Citta' di gatti di Lao She (1986), i Dialoghi di Confucio (1989), Chuanqi, storie fantastiche Tang (1994). Per Quodlibet ha curato due volumi di Lu Xun, Erbe selvatiche (2003) e La falsa liberta' (2006), e ha pubblicato l'indimenticabile Cento capolavori della letteratura cinese. Ha lungamente collaborato con 'il manifesto'"]

 

L'ultima volta che siamo andati a trovare Edoarda, a giugno, con Angela Pascucci, lei era provata dalla malattia, ma lucidissima sulle questioni piu' spinose del presente e perfino capace di fare dell'ironia sulla sua malattia, dicendoci che quella stessa aveva colpito il vecchio Mao. Anche se questo non era di grande consolazione.

Ma quando abbiamo incontrato per la prima volta Edoarda? Studiavamo cinese, nella primavera del '68, leggemmo un saggio di Edoarda sui "Quaderni Rossi" e poco dopo La contestazione cinese e la raccolta di saggi di Lu Xun da lei tradotti, La falsa liberta'. Fu proprio dalla lettura di questi saggi e dell'introduzione di Edoarda che cominciammo ad appassionarci allo studio del movimento del 4 maggio 1919. Fu subito un modello ineguagliabile di stile intellettuale, oltre che un ponte fondamentale per accedere alla Cina del Novecento. Nell'incontro personale con Edoarda a Pechino, nella primavera del 1976 (all'Universita' Beida), emerse anche la sua emozione nel rimettere piede, diciannove anni dopo, nella stessa universita' nella quale era stata tra i primissimi studenti italiani in Cina negli anni Cinquanta. In effetti ci mettemmo subito a discutere di politica cinese contemporanea, la situazione era estremamente interessante e difficile e lei coglieva con grande sottigliezza che la posta in gioco era di natura epocale. Nel libro che scrisse un paio d'anni dopo, Per la Cina, basato sulla sua esperienza a Pechino e a Shanghai tra il '76 e il '77 questo era il tema chiave.

La contestazione cinese fu un'autentica rivelazione, per la profondita' e la tenacia delle sue analisi sulla politica cinese di quegli anni, che invece nell'immaginario giornalistico corrente era immerso nella piu' fitta superstizione. Questi due libri esprimevano perfettamente i due livelli del suo impegno intellettuale nei confronti della Cina, quello politico e quello letterario, sempre intrecciati ma mai fusi insieme. La figura dello scrittore Lu Xun era stata per lei quella che incarnava la relazione, al tempo stesso strettissima e a distanza, tra questi due piani. Citava volentieri la frase di Lu Xun "La letteratura e' scritta con l'inchiostro e col sangue sono scritte solo le macchie di sangue". Lu Xun e' stato anche per Edoarda la fonte di ispirazione di una intellettualita' politica radicale a distanza dai partiti. Tutto il suo percorso politico, fin dalla seconda meta' degli anni '50, e' quello di una intellettualita' radicale post-partitica. La Cina e' sempre stata per lei il luogo in cui era emersa la crisi irreversibile degli stati socialisti e dei partiti comunisti. Ed era anche il luogo a cui lei guardava criticamente per capire se potevano esserci delle strade nuove di una politica di liberazione e di uguaglianza.

Sono ancora estremamente interessanti le sue analisi della meta' degli anni '60, circostanziate e documentatissime, sulla polemica cino-sovietica, in un momento in cui sulla stampa dell'allora Pci le posizioni cinesi erano presentate come pura follia. Per lei invece quella polemica era sintomatica della profonda crisi dell'intera tradizione politica rivoluzionaria, cosi' com'era concepita negli stati socialisti e nei partiti comunisti.

La singolarita' della sua posizione politica era che al tempo stesso coltivava una vasta ricerca sulla letteratura cinese classica e contemporanea, sulla quale ha lasciato opere straordinarie sia di traduzione che di interpretazione. Basti ricordare la splendida traduzione del Sogno della camera rossa, realizzata proprio negli anni '60, o le Cento trame di capolavori della letteratura cinese, certamente la piu' originale storia intellettuale cinese scritta in italiano, o la preziosa raccolta di saggi Storie del bosco letterario. La vastita' della sua scholarship era inversamente proporzionale alla sua autentica modestia. Una modestia che era reale, non solo perche' disdegnava ogni accademismo, ma ancor piu' perche' per lei la ricerca di un'intellettualita' politica dopo i partiti comportava una costante riflessione autocritica, come ne Il libro da nascondere, che prendeva il titolo dal pensatore cinese "maledetto" Li Zhi. Era drasticamente critica nei confronti delle "anime belle", ma nei confronti di se stessa era preoccupata di non cadere nella "cattiva infinita'".

Praticamente ogni nostro testo e' passato al vaglio della sua lettura critica, che non lesinava incoraggiamenti, ma non risparmiava neppure le critiche piu' pungenti. Portiamo nel cuore la sua amicizia e lo spirito della sua vigilanza intellettuale.

 

7. PER EDOARDA MASI. ANGELA PASCUCCI: IL FILO ROSSO

[Dal quotidiano "IL manifesto" del 2 settembre 2011, col titolo "Il filo rosso" e il sottotitolo "La speranza delle contraddizioni"]

 

"Saluta i compagni", cosi' Edoarda Masi concludeva ogni volta le nostre conversazioni telefoniche, negli ultimi tempi purtroppo sempre piu' rare. E io ogni volta, commossa, mi chiedevo se fossi all'altezza della profondita' e della coerenza che Edoarda poneva in quel termine caduto in disuso, oberato di sconfitte, ma al quale lei riusciva a infondere un senso vivo e presente, mai intaccato dai tempi gretti e carichi di solitudini in cui viviamo.

Non c'era soluzione di continuita' tra la fiducia convinta con cui Edoarda pensava ai "compagni" e il rigore intellettuale con cui continuava a leggere le vicende tumultuose della Cina e con esse il mondo. Attirandosi talvolta le critiche di chi lo considerava un atteggiamento "ideologico", una nostalgia senza fondamento per un passato idealizzato e mai davvero esistito. Gli sterilizzatori della storia, i "normalizzatori" che a legioni si affannano a giustificare il presente che vince, non accettano che si possa coniugare passione politica e rigore intellettuale, come faceva Edoarda Masi, continuando a tenere ben saldo in pugno il filo rosso della coerenza. Coerenza che non significa acritica adesione a idee astratte, ma fedelta' a una visione del mondo e del suo futuro che renda, nella liberta' e nei diritti, uguali le persone.

Edoarda non celava il proprio pessimismo sul presente. Su questo giornale, nel febbraio del 2008, aveva scritto. "Dovunque il medesimo processo di distruzione e' in corso - delle nazioni, delle persone, delle cose e dell'intelligenza delle cose - senza che ancora appaia l'inizio di una nuova strada per liberarsi del mostro, che si presenta inafferrabile", e si chiedeva: "Allora in Cina ha avuto la meglio la colonizzazione - da cui era stata colpita ma a cui pure aveva resistito per secoli, fino alla liberazione nel 1949 - e non sapra' dirci piu' niente di diverso da quanto gia' sappiamo?".

Sulla Cina di oggi, il suo sguardo era molto critico, ma non privo di speranza. Un paese talmente in trasformazione e diversificato, pieno di centomila contraddizioni, che sembra impossibile afferrarlo, mi diceva. Ma considerava questo anche il segno di una estrema vitalita'.

Ogni volta che, viaggiando in Cina per "il manifesto", ero colta dallo smarrimento per la miriade di situazioni contraddittorie che mi venivano incontro e che non riuscivo a combinare in una visione coerente, le scrivevo una mail, facendomi forte della sua fiducia e stima nel mio lavoro. La sua risposta, sempre affettuosa e incoraggiante, riusciva ogni volta a far ripartire la testa e rompere la solitudine, ridando senso al mio lavoro. Nel 2006, nel mezzo di un viaggio carico di suggestioni poco domabili dalla scrittura, mi ricordo' che lei stessa, nel 1957, quando si era recata in Cina per la prima volta, si era impegnata a mandare qualche corrispondenza a Raniero Panzieri per "Mondo operaio": "non riuscii a farlo, era tutto troppo complicato e ricco". Mi consiglio' di prendere appunti su tutto, "scrupolosamente e minuziosamente" e mi raccomando' "non sprecare nulla, non preoccuparti di arrivare subito a delle conclusioni (credo che nessun cinese, del resto, sia oggi in grado di farlo)". La sua lunga mail si concludeva con alcune considerazioni che ancora oggi ho ben presenti quando svolgo il mio lavoro. "Forse, nonostante tutto, 'per questo paese c'e' speranza' - come diceva Mao. Ma chissa' per quali vie. Quello che io temo di piu' e' la formidabile capacita' di penetrazione distruttiva del capitalismo. E non so se la fiducia in una resistenza della propria civilta', alla quale alcuni intellettuali cinesi credono, non sia illusoria. Ma la Cina non e' l'Europa, e neppure quello che della Cina gli europei riescono a vedere. Non scoraggiarti, il tuo stesso apparente smarrimento e' un punto di partenza utile per conoscere. Con 'l'anima fanciulla', come scrisse un tempo Li Zhi". Grazie, Edoarda.

 

8. PER EDOARDA MASI. VELIO ABATI, DONATELLO SANTARONE: LO SCAMBIO CON FRANCO FORTINI

[Dal quotidiano "IL manifesto" del 2 settembre 2011, col titolo "Lo scambio con Franco Fortini" e il sottotitolo "Il futuro nelle periferie del mondo"]

 

"L'operaio cinese, il negro minatore del Sudafrica e l'insorto contadino venezuelano non sono il nostro passato, sono invece il nostro presente".

Le parole di Fortini - del 1974, ma di sempre - colgono una connessione teorica, una scelta politica feconda che accomuna Masi e Fortini. "Il reale - dice Edoarda Masi di Fortini ne Il rischio di un'antica scommessa, 1996) - e' concepito come contemporaneo nei vari luoghi e nei presunti livelli (contro il privilegio del piu' alto 'sviluppo economico'): il punto estremo della deprivazione e' pure quello della piu' alta rivendicazione di umanita'. Anche la storia si guarda in termini sincronici". Per entrambi, da discipline e luoghi diversi, la Cina e' la figura di questo sguardo radicale e antigiustificatorio. Masi valorizza infatti, in una postfazione del 2007 al fortiniano Asia Minore del 1956 (ripubblicato dalla Manifestolibri nel 2007), "un fatto straordinario comune a quanti, stranieri, vissero allora in Cina o la visitarono con intensita' di interesse: l'obbligo a confrontarsi, a guardarsi dentro, a chiedersi chi si sia, quale la nostra e l'altrui civilta'".

La Cina costituisce un buon oggetto per ripercorrere la storia della collaborazione tra i due intellettuali del marxismo critico del secondo Novecento. "L'Ospite Ingrato", annuario del Centro Studi Franco Fortini di Siena che la Masi ha contribuito a far nascere, ha pubblicato brani del carteggio con Fortini che ricostruiscono gli inizi del loro scambio. La giovane sinologa si rivolgeva nel 1960 al prestigioso intellettuale e collaboratore dell'Einaudi per proporre la pubblicazione del proprio diario cinese. Fortini ne coglie subito la forza critica, la condivide, la patrocina: "Un libro come il suo avrebbe la forza di una bomba". Ma la prudenza dell'ortodossia della casa editrice - che ultimamente ha deciso di cancellare dalle sue edizioni le opere della Masi - ne impedirono l'uscita.

 

9. PER EDOARDA MASI. TOMMASO DI FRANCESCO: COME CENTO CAVALLI

[Dal quotidiano "IL manifesto" del 2 settembre 2011]

 

Piccola grande Edoarda, forte

come cento cavalli la voce tua

di canne di bambu' a stormire

ancora, creta serena e vicina,

ad accompagnare per mano la ricerca.

La Cina sappiamo scatena speranze

e disperazione, paura di perdersi

e l'amore. E non nella stessa persona.

Tu hai accordato lo strumento,

la Cina e' dentro il vuoto occidentale,

chiede il sapere necessario e uguale.

Facciamo sgombre le nostre scrivanie,

affilate come lo scrittoio di Lu Xun.

 

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Quentin Bell, Virginia Woolf, Garzanti, Milano 1974, 1994, pp. II + 558.

- Mirella Mancioli Billi, Virginia Woolf, La Nuova Italia, Firenze 1975, pp. 128.

- Paola Zaccaria, Virginia Woolf. Trama e ordito di una scrittura, Dedalo, Bari 1980, pp. 192.

*

Riedizioni

- Vittorino Andreoli, La violenza. Dentro di noi, attorno a noi, Rcs, Milano 1993, 2011, pp. XXVIII + 388, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Marie-France Hirigoyen, Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro, Einaudi, Torino 2000, Fabbri-Rcs, Milano 2008, pp. XVIII + 262, euro 9,90.

- Joze Pirjevec, Le guerre jugoslave. 1991-1999, Einaudi, Torino 2001, 2002, Mondadori, Milano 2011, pp. XVIII + 748, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

- Franca Varallo (a cura di), Bosch, Skira'-Rcs, Milano 2004, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

12. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 675 dell'11 settembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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