Telegrammi. 647
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- Date: Sun, 14 Aug 2011 00:42:44 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 647 del 14 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Luisa Morgantini: Un appello per Rajaa
2. Una lettera di Rajaa Adeeb Abu Rahma
3. Sette domande a Patrick Boylan
4. Cinque domande a Benito Cinquantini
5. Sette domande a Pasquale De Sole
6. Sette domande a Letizia Tomassone
7. Sette domande a Fabrizio Truini
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. LUISA MORGANTINI: UN APPELLO PER RAJAA
[Ringraziamo Luisa Morgantini (per contatti: luisamorgantini at gmail.com) per questo appello.
Luisa Morgantini, gia' parlamentare europea (e per anni vicepresidente del Parlamento Europeo e presidente della delegazione del Parlamento Europeo al Consiglio legislativo palestinese), fa parte delle Donne in nero, dell'Associazione per la pace, ed e' coordinatrice della Rete internazionale per la resistenza popolare nonviolenta; e' una delle figure piu' note e piu' vive dei movimenti per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Lei stessa cosi' si descrive (in un breve profilo disponibile anche nel suo sito www.luisamorgantini.net): "La guerra l'ho sentita nella pancia di mia madre. Sono nata alla fine del '40 nella Val d'Ossola, al confine svizzero e prima repubblica nata dalla Resistenza. Mio padre ha fatto il partigiano. Di fronte alla mia ammirazione diceva: 'Mai piu' la guerra'. Per anni non ho capito, pensavo che di fronte alle oppressioni, alle ingiustizie la risposta anche armata fosse una strada percorribile. Oggi penso, insieme a tante donne e uomini che la strada sia quella della nonviolenza, della trasformazione delle coscienze, del riconoscimento del diritto di ogni donna ed ogni uomo alla liberta', alla giustizia sociale, al lavoro, alla casa, alla salute. Penso al diritto della terra, dell'aria, dell'acqua, del cielo, degli animali, di ogni essere vivente a non essere ferito, umiliato, usato ai fini del profitto invece che del benessere per tutte e tutti. Certo, nel riconoscimento delle differenze, sessuali, religiose e politiche, il 'mai piu' guerra' e' diventato per me un impegno per il quale ha senso la mia esistenza. Non sono ingenua, so come e' difficile agire per interrompere la spirale guerra-terrorismo. Lo misuro ogni giorno nei luoghi di conflitto, dove da ormai molti anni mi misuro cercando di costruire relazioni tra le parti in conflitto, dalla Palestina-Israele all'Afghanistan, all'Iraq, alla Bosnia, al Kosovo, in Kurdistan-Turchia, e tanti tanti altri paesi. Sembra impossibile, quando ti dicono che la guerra e' sempre stata e sempre sara'. Eppure vale la pena provare a percorrere un'altra strada, quella di riconoscere i conflitti senza negarli e cercare di superarli, partendo dal riconoscimento dell'altra/o per una convivenza civile, quella di assumersi la responsabilita' di costruire un mondo, un'Italia, un'Europa dove ciascuna/o sia di aiuto all'altra/o. Sogni, utopie? Forse, ma sono il principio per cambiare e agire e dire con milioni di persone che un altro mondo, un mondo migliore, si puo' costruire". Il seguente piu' ampio profilo di Luisa Morgantini (che abbiamo in un punto aggiornato) abbiamo ripreso alcuni anni fa sempre dal sito www.luisamorgantini.net: "Luisa Morgantini e' nata a Villadossola (No) il 5 novembre 1940. Dal 1960 al 1966 ha lavorato presso l'istituto Nazionale di Assistenza a Bologna occupandosi di servizi sociali e previdenziali. Dal 1967 al 1968 ha frequentato in Inghilterra il Ruskin College di Oxford dove ha studiato sociologia, relazioni industriali ed economia. Dal 1969 al 1971 ha lavorato presso la societa' Umanitaria di Milano nel settore dell'educazione degli adulti. Dal 1970 e fino al 1999 ha fatto la sindacalista nei metalmeccanici nel sindacato unitario della Flm. Eletta nella segreteria di Milano - prima donna nella storia del sindacato metalmeccanico - ha seguito la formazione sindacale e la contrattazione per il settore delle telecomunicazioni, impiegati e tecnici. Dal 1986 e' stata responsabile del dipartimento relazioni internazionali del sindacato metalmeccanico Flm - Fim Cisl, ha rappresentato il sindacato italiano nell'esecutivo della Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) e nel Consiglio della Federazione sindacale mondiale dei metalmeccanici (Fism). Dal novembre del 1980 al settembre del 1981, in seguito al terremoto in Irpinia, in rappresentanza del sindacato, ha vissuto a Teora contribuendo alla ricostruzione del tessuto sociale. Ha fondato con un gruppo di donne di Teora una cooperativa di produzione, "La meta' del cielo", che e' tuttora esistente. Dal 1979 ha seguito molti progetti di solidarieta' e cooperazione non governativa con vari paesi, tra cui Nicaragua, Brasile, Sud Africa, Mozambico, Eritrea, Palestina, Afghanistan, Algeria, Peru'. Si e' misurata in luoghi di conflitto entro e oltre i confini, praticando in ogni luogo anche la specificita' dell' essere donna, nel riconoscimento dei diritti di ciascun essere umano: nelle rivendicazioni sindacali, con le donne contro la mafia, contro l'apartheid in Sud Africa, con uomini e donne palestinesi e israeliane per il diritto dei palestinesi ad un loro stato in coesistenza con lo stato israeliano, con il popolo kurdo, nella ex Yugoslavia, contro la guerra e i bombardamenti della Nato, per i diritti degli albanesi del Kosovo all'autonomia, per la cura e l'accoglienza a tutte le vittime della guerra. Attiva nel campo dei diritti umani, si e' battuta per il loro rispetto in Cina, Vietnam e Siria, e per l'abolizione della pena di morte. Dal 1982 si occupa di questioni riguardanti il Medio Oriente ed in modo specifico del conflitto Palestina-Israele. Dal 1988 ha contribuito alla ricostruzione di relazioni e networks tra pacifisti israeliani e palestinesi. In particolare con associazioni di donne israeliane e palestinesi e dei paesi del bacino del Mediterraneo (ex Yugoslavia, Albania, Algeria, Marocco, Tunisia). Nel dicembre 1995 ha ricevuto il Premio per la pace dalle Donne per la pace e dalle Donne in nero israeliane. Attiva nel movimento per la pace e la nonviolenza e' stata portavoce dell'Associazione per la pace. E' tra le fondatrici delle Donne in nero italiane e delle rete internazionale di Donne contro la guerra. E' stata deputata al Parlamento Europeo... In Italia continua la sua opera assieme alle Donne in nero e all'Associazione per la pace". Opere di Luisa Morgantini: Oltre la danza macabra, Nutrimenti, Roma 2004. Si veda anche la recente intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 393]
Care tutte e tutti,
lo so che non siamo tanti e sopratutto non siamo ricchi ed ogni giorno siamo sommersi/e da infinite richieste di sostegno e di solidarieta', e ciascuna di esse importante ed utile.
Cosi' ve ne propongo un'altra: si tratta di adottare Rajaa, una ragazza del villaggio palestinese di Bili'n, determinata a diventare medico, ma con davvero poche possibilita' economiche. Interrompere l'universita' sarebbe davvero terribile, ha fatto molto e da sola per riuscire a mantenersi agli studi, ma il peso della famiglia e' troppo grosso.
Potremmo iniziare a raccogliere i soldi del prossimo semestre, per le tasse universitarie la somma da raccogliere e' di 3.000 euro, fra trasporti e libri 1.500 euro. In totale dovremmo raccogliere 4.500 euro. I 1.500 euro li versiamo sul conto corrente bancario di Rajaa, le tasse le versiamo direttamente al conto corrente bancario dell' Universita' di Al Quds ad Abu Dis.
Qui sotto la lettera di Rajaa, dice esattamente la verita', conosco bene lei e il padre oltre che tutta la famiglia.
Naturalmente la mia non e' una iniziativa individuale, ne abbiamo parlato nel Comitato Popolare di Bili'n e danno tutto il loro appoggio all'iniziativa. Molte volte abbiamo discusso infatti di sostenere le donne del villaggio e renderle anche piu' partecipi della vita dei Comitati Popolari. Rajaa e' una di loro.
Per conferma dei versamenti mi invierete una e-mail all'indirizzo: lmorgantini at gmail.com quando li avete fatti.
Donazione da versare a: Banca Popolare Etica, Associazione per la Pace, IBAN: IT27 F050 1803 2000 0000 0504 090, causale: Rajaa.
La donazione puo' essere detratta dalla denuncia dei redditi. L'Associazione per la Pace e' una Onlus.
Spero che vogliate diffondere ed impegnarvi nella raccolta dei fondi necessari per la partecipazione di Rajaa all'Universita'.
Un abbraccio, Luisa Morgantini, Associazione per la Pace
2. TESTIMONIANZE. UNA LETTERA DI RAJAA ADEEB ABU RAHMA
[Attraverso Luisa Morgantini (per contatti: luisamorgantini at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Mi chiamo Rajaa Adeeb Abu Rahma, sono iscritta alla Facolta' di Medicina dell'Universita' Al-Quds (Abu Dees). Mi son diplomata alle superiori nel 2008 con una media del 96,7% e mi sono iscritta all'Universita' nello stesso anno.
Comincero' il quarto anno dei miei studi appena finisce questo mese di agosto.
Provengo da una famiglia di undici persone e sono la figlia maggiore. Ho 7 sorelle e 2 fratelli.
Mio padre e' Adeeb Abu Rahma, un attivista contro il Muro a Bil'in. E' stato ferito numerose volte durante le manifestazioni che vengono organizzate ogni venerdi' nei dintorni del villaggio e la sua ultima ferita e' stata causata da un proiettile di gomma che l'ha colpito in entrambi i femori, provocandogli problemi di mobilita'.
Mio padre e' stato arrestato nel luglio 2009 e condannato a 18 mesi di prigione. Tutta la mia famiglia ha sofferto per questo, sia psicologicamente che economicamente. Siamo stati molto tristi per la sua assenza e per la sua detenzione in condizioni difficili. Io sono stata a malapena in grado di pagarmi l'universita'.
Mio padre e' uscito di prigione otto mesi fa, ma tuttora ci troviamo in precarie condizioni economiche, sebbene ora mio padre lavori come autista e questo ci e' di qualche aiuto.
Durante gli anni dei miei studi di medicina ho imparato che niente e' impossibile e che dobbiamo credere in noi stessi e nella possibilita' di realizzare i nostri sogni, e che non ci deve essere posto per lo scoraggiamento e per la paura. La speranza esiste e dobbiamo crederci.
Il mio sogno e' completare gli studi di Medicina nonostante tutte le difficolta'. Aspiro a diventare una pediatra per alleviare le sofferenze dei bambini piccoli e aiutarli a ritrovare il sorriso e ad asciugare le lacrime dalle loro faccine.
Specialmente in Palestina, dove i bimbi si addormentano e si svegliano nella paura e nella guerra.
Prima o poi, con impegno e forza di volonta', il mio sogno si realizzera'.
Con amore,
Rajaa
3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A PATRICK BOYLAN
[Ringraziamo Patrick Boylan (per contatti: patrick at boylan.it) per questa intervista.
Patrick Boylan, gia' docente di Inglese per la Comunicazione Interculturale all'Universita' Roma Tre, e' uno statunitense d'origine irlandese che vive a Roma da 40 anni. E' stato tra i promotori del Tribunale Mondiale (Russell) 2003-2005 per documentare l'illegittimita' dell'invasione Usa-alleati dell'Iraq. E' cofondatore dell'associazione "U.S. Citizens for Peace & Justice - Rome" per la quale anima un cineforum bisettimanale sui temi, appunto, della pace e della giustizia (www.peaceandjustice.it). Partecipa attualmente con la rete italiana No War a iniziative per il ritiro della Nato dalla Libia. E' anche referente di Roma per l'Associazione Antimafie Rita Atria (www.bit.ly/RitaAtria). Sul fronte accademico, lotta con la Rete Lettere contro la privatizzazione dell'Universita' pubblica e contro la sua gestione privatistica da parte dei "baroni"; fa parte del direttivo della Societa' per gli studi interculturali Sietar-Italia ed e' membro del comitato di redazione della rivista scientifica "Cultus". Per alcuni suoi scritti politici (firmati PB) vedi www.retedeimovimenti.it/articoli/; per gli scritti accademici vedi http://uniroma3.academia.edu/PatrickBoylan]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Patrick Boylan: Per me e' stato, almeno fino a tempi recenti, la sua chiara visione politica della violenza, quale strumento di prevaricazione e di assoggettamento dei piu' deboli, dallo sfruttamento coercitivo in fabbrica all'occupazione (neo)coloniale di altri paesi. Questa visione ha, di contraccolpo, messo in luce come la nonviolenza non e' solo "buonismo"; e' lotta attiva contro ogni prepotenza. Cio' ha consentito alla Marcia Perugia-Assisi di riunire cattolici e comunisti, laici e credenti, giovani dell'Agesci e giovani dei centri sociali, sacerdoti e sindacalisti.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la Marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Patrick Boylan: Ahime', temo che, come l'anno scorso, sara' l'astrattezza della maggior parte degli slogan. Astratte invocazioni dell'art. 11 della Costituzione invece della concreta richiesta del ritiro immediato delle truppe italiane dalla Libia e dall'Afghanistan. Astratte condanne dello sfruttamento di chi lavora invece di concrete condanne della Fiat per la militarizzazione di Pomigliano e Mirafiori (un suicidio e un tentativo di suicidio finora). Astratti elogi dei metodi nonviolenti nella lotta politica e sociale, ma nessun elogio concreto della Fiom, che continua a praticare questi metodi nonostante le emarginazioni subite, o dei valsusani - la stragrande maggioranza dei quali continua a lottare pacificamente e creativamente contro la Tav, nel silenzio stampa piu' totale. No, temo che le prese di posizioni concrete saranno piuttosto rare. E siccome la nonviolenza e', intrinsecamente, il proclamare la verita' come arma contro i soprusi, i contenuti nonviolenti della Marcia rischiano di essere parecchio annacquati.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Patrick Boylan: Tre esempi lo illustrano benissimo e cioe', come appena detto, la nonviolenza praticata con fantasia e tenacia dai delegati Fiom, nonostante le violenze da loro subite in continuazione; quella praticata con uguale fantasia e tenacia dalla maggioranza dei valsusini e, infine, quella degli indomiti vicentini, da anni in lotta contro la costruzione della base militare Usa a Dal Molin. La nonviolenza in Italia mantiene altissimi livelli.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Patrick Boylan: Insegnare a tutti a chiamare le cose con i loro nomi e cognomi, come appena detto. Basta con i tatticismi e i diplomatismi. Infatti, la vera forza della nonviolenza non sta nell'ostinazione di qualche manifestante, malgrado le manganellate ricevute, ad alzare un cartello davanti al Palazzo, bensi' nella verita' di cio' che quel cartello proclama senza mezzi termini. Essa mette a nudo il re? Allora quell'azione nonviolenta, ed altre simili, alla lunga spodesteranno chi ordina le manganellate. Perche', come insegna Gramsci, per durare il potere deve reggersi sul consenso ideologico, non solo sulla coercizione. Vedremo dunque, nella Marcia del 25 settembre, quanti cartelli alzati rimarranno generici e senza effetto, e quanti invece, come dicevo, metteranno a nudo il re e le sue bugie. Le bugie sul carattere "necessario e umanitario" dei bombardamenti dei libici e degli afghani. Le bugie sulla "necessita'", per tenere le fabbriche Fiat in Italia, di privare i lavoratori dei loro diritti. Le bugie sull'"ampia consultazione con la popolazione" che sarebbe stata condotta, prima di decidere la costruzione della Tav o della base militare Usa a Dal Molin.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Patrick Boylan: Per l'Italia, oltre ai tre esempi gia' dati, aggiungerei il lavoro fantasioso, tenace e pacifico dei referendari contro le prepotenze del governo. Per l'estero indicherei la sollevazione tunisina e forse quelle nello Yemen e nel Bahrain (ma non quelle egiziana, libica o siriana, tutte manipolate in parte o in parte violente) e la "Freedom Flottila", che continua a mettere a nudo l'illegalita' e la crudelta' dell'embargo israeliano contro Gaza e la Palestina.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Patrick Boylan: Come gia' detto all'inizio, sulla riscoperta (e quindi sulla denuncia ad alta voce) delle radici economiche e politiche di ogni sopruso violento, con l'individuazione precisa di chi ci guadagna e in che modo. Cio' vale per le violenze private tanto quanto per quelle sociali. Ovviamente non bisogna trascurare di indagare, nel contempo, anche le radici soggettive del fenomeno: la propensione distruttiva nella natura umana, fonte carsica della violenza e che e' qualcosa di piu' del Thanatos freudiano.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Patrick Boylan: Penso di aver gia' risposto. E' l'uso esclusivo, come arma per combattere i soprusi, della forza della nuda verita'. Insieme all'intima comprensione (e quindi alla condivisione empatica) delle ragioni, per quanto perverse e ributtanti, di chi pratica la violenza. Come ci si accosta? Ritrovando, per prima cosa, la verita' dentro di se', facendo cioe' pulizia delle menzogne accumulate e delle proprie tendenze a prevaricare, poi rivolgendo lo sguardo sul mondo intorno a se - e lasciandosi innamorare. Poiche' ogni militanza, se retta, parte da un atto d'amore per qualcuno, per qualche gruppo, per qualche ceto sociale. E se e' retta, e' nonviolenta.
4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. CINQUE DOMANDE A BENITO CINQUANTINI
[Ringraziamo Benito Cinquantini (per contatti: scinqua at tin.it) per questa intervista.
Sante Benito Cinquantini e' persona sapiente e saggia, di rigoroso impegno morale e civile. "Ho raggiunto i 63 anni e dal primo settembre sono in pensione dalla professione di insegnante"]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Benito Cinquantini: Penso che sia stato quello di far sentire a chi partecipa che non e' solo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Benito Cinquantini: Spero la consapevolezza che la strada e' ancora molto lunga.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Benito Cinquantini: Non saprei.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Benito Cinquantini: Dovrebbe essere quello di rafforzare l'autoconsapevolezza dei loro aderenti e che la nonviolenza puo' essere soltanto uno stato dell'essere.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Benito Cinquantini: Ogni nostro pensiero crea realta', noi siamo i nostri pensieri, se in noi c'e' violenza nel mondo ci sara' violenza, se ci si vuole accostare a questo stato e' importante prendere coscienza del fatto che noi siamo parte del tutto e nello stesso tempo siamo il tutto, solo cosi' si puo' arrivare a essere nonviolenti.
5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A PASQUALE DE SOLE
[Ringraziamo Pasquale De Sole (per contatti: p.desole at rm.unicatt.it; pasqualedesole at gmail.com) per questa intervista.
Pasquale De Sole (1944) e' professore di Biochimica clinica presso la Facolta' di Medicina e Chirurgia dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore; attualmente in pensione, ha coniugato nel corso di piu' di quaranta anni di attivita' biomedica le ragioni del suo impegno scientifico con quelle dell'impegno sociale in una visione olistica della realta' capace di trovare le giustificazioni dell'impegno sociale-politico in una sorta di "imperativo biochimico" cui non e' estranea la visione religiosa del mondo. Per circa trenta anni ha attivamente sensibilizzato l'ambiente universitario alle drammatiche situazioni di numerosi casi di vittime di tortura costituendo dei gruppi di pressione attiva operanti in loro favore. Negli anni '90 ha guidato un significativo movimento universitario e sanitario impegnato a favore delle popolazioni dei Balcani, vittime di una assurda guerra. Dal 2001 e' presidente dell'Auci (Associazione Universitaria per la Cooperazione Internazionale), Ong attiva in progetti di cooperazione in Africa ed Europa (www.auci.org). Insieme all'impegno sociale ha sviluppato anche quello politico, anche se non in forma partitica; in particolare ha promosso e guidato negli anni '90 un Comitato per la difesa della Costituzione intitolato a Giuseppe Lazzati e da qualche anno e' coordinatore della Sezione romana dell'Associazione "Citta' dell'uomo" (www.cittadelluomo.it)]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Pasquale De Sole: Costituire un appuntamento costante per il mondo della nonviolenza nel segno del messaggio, profondo e unificante, che continua ad emanare dal poverello di Assisi. La costanza dell'appuntamento, a prescindere dalle occasioni e motivazioni che di volta in volta lo caratterizzano, e' a mio avviso il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi di questi primi cinquanta anni in quanto denota una volonta' ben precisa di essere presenti con la forza della nonviolenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Pasquale De Sole: Un segno di speranza "nonostante tutto". In un momento storico in cui sempre di piu' le false utopie crollano e i giovani di tutto il mondo si ribellano di fronte a situazioni di profonde ingiustizie, continuare a marciare "nonostante tutto" lungo le strade che da Perugia portano ad Assisi vuole semplicemente esprimere la ferma fiducia che il bene trionfera' se saremo capaci di camminare insieme verso obiettivi condivisi spogliandoci di tutti gli inutili orpelli e pesi che trasformano uomini liberi in schiavi del sistema.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Pasquale De Sole: E' in una fase di lenta crescita e di sviluppo di consapevolezza. Come tutti i processi ad "entropia negativa" e' un processo che richiede un continuo impegno nella piena consapevolezza della subdola presenza di non poche forze contrarie e distruttive miranti ad ottenere un sistema pienamente asservito. Purtroppo questa consapevolezza per lo piu' manca e spesso si pecca di ingenuita' con l'inevitabile risultato di ottenere effetti disastrosi in presenza di proclami nobilissimi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Pasquale De Sole: Un ruolo fondamentale che puo' contribuire alla salvezza di questo mondo facendolo uscire dalla spirale autodistruttiva nella quale sembra precipitare. E' un ruolo che puo' essere svolto solo "dal basso" creando una rete di solidarieta', una sorta di tessuto connettivo, che permetta l'armonioso sviluppo del corpo sociale. Purtroppo e' oramai chiaro che i "grandi poteri" - politici, economici, militari, purtroppo, a volte, anche quelli religiosi - non sempre sono a servizio dell'uomo e quindi e' necessario che si riscopra un "terreno comune" su cui porre le basi per la costruzione del futuro. Sono convinto che la nonviolenza, in questo momento della storia dell'umanita', sia uno di questi "terreni", forse l'unico "terreno su cui ci e' dato costruire".
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Pasquale De Sole: Con tutti i limiti del caso penso che in Italia un fatto significativo di "partecipazione nonviolenta", anche se con molti distinguo, si sia verificato proprio in occasione dell'ultima tornata referendaria. Nel mondo mi sembra che la resistenza giovanile in Egitto possa costituire un fatto significativo di nonviolenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Pasquale De Sole: In Italia mi concentrerei sul potenziamento dei movimenti che si stanno sviluppando a salvaguardia dei "beni comuni", dall'acqua al territorio, in uno sforzo congiunto di unione di tutte le persone che, seppur muovendo da principi diversi, mirano agli stessi obiettivi. Un tale campo di azione potrebbe diventare una utile palestra per la nuova "politica" di cui si ha tanto bisogno in Italia. Nel mondo concentrerei l'impegno nella soluzione del problema palestinese nella certezza che la soluzione nonviolenta di questo problema aprirebbe la strada alla soluzione di numerosi altri problemi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Pasquale De Sole: La nonviolenza e' resistenza attiva, lotta senza quartiere contro tutte le forme negative che albergano nel cuore dell'essere umano. Solo la profonda consapevolezza della presenza del male in noi ci permette di avere un atteggiamento di lotta ferma e nello stesso tempo di grande misericordia verso le debolezze nostre e altrui. La nonviolenza e' la paradossale unione di strenua fermezza e lotta attiva contro ogni forma di male e, nello stesso tempo, misericordia verso chiunque si trovi a compiere quel male. La nonviolenza trova la sua giustificazione, da una parte nell'impegno verso la giustizia che spinge alla lotta attiva, dall'altra nel riconoscimento dell'unita' degli esseri umani e del comune destino che si trovano a condividere. Per accostarsi alla nonviolenza pertanto e' necessario che si approfondiscano le ragioni che sono alla base della giustizia e della misericordia, unico via che ci impedisce di imboccare la spirale senza uscita della violenza.
6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A LETIZIA TOMASSONE
[Ringraziamo Letizia Tomassone (per contatti: ltomassone at chiesavaldese.org) per questa intervista.
Letizia Tomassone, pastora della chiesa valdese, vicepresidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Si occupa di teologie femministe e di dialogo interreligioso. Ultimamente ha curato, insieme a Giuseppe La Torre, un volume intitolato: Dialoghi in cammino. Protestanti e musulmani in Italia oggi, Claudiana, Torino 2009]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Letizia Tomassone: Tenere accesa la vitalita' del movimento per la pace. Rafforzare la speranza che l'azione nonviolenta e' possibile. Molti che hanno partecipato anche una sola volta alla marcia sono impegnati a livello locale nelle loro citta'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Letizia Tomassone: La situazione economica che crea sempre maggiore ingiustizia sociale e provoca spirali di violenza. E' proprio nelle crisi che va applicata la capacita' di affrontare i conflitti cercando convivenza e mediazione pacifica. Perche' qui c'e' maggior bisogno di ascolto e di dialogo. Sara' una marcia in cui la rabbia per le ingiustizie sociali ed economiche potra' essere indirizzata come energia positiva per costruire un mondo piu' generoso.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Letizia Tomassone: Purtroppo non molto presente ne' visibile. Quando il presidente della Repubblica e' venuto nella mia citta', a giugno, ha avuto parole di lode per l'industria armiera che continua a svilupparsi (l'Oto Melara della Spezia), mentre non si sentono parole sue o di altri alti esponenti dello Stato sulla capacita' nonviolenta di questa societa'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Letizia Tomassone: Un ruolo importantissimo nei conflitti interculturali. C'e' la richiesta della societa' italiana di darsi conto di tutte le varie forme che prende il razzismo e il rifiuto dell'estraneo, dello straniero, in questo paese. Ci sono tante risorse ed esperienze di nonviolenza anche fra gli/le immigrati, che andrebbero valorizzate.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Letizia Tomassone: Il successo del referendum sull'acqua bene comune ha fatto guadagnare la consapevolezza che il tessuto della societa' civile non e' del tutto lacerato, e che tengono i valori fondamentali dell'essere una comunita'. Su questa base, guardando anche ad altri movimenti mondiali che hanno costituito il cuore solido delle loro societa', non possiamo aspettare grandi leader, ma sviluppare una democrazia decentrata e creativa. Un evento mondiale importante e' stata la "Convocazione ecumenica mondiale per la pace giusta". Solo Pax Christi e pochi altri movimenti l'hanno ripresa in Italia. E' stato un momento di rilancio della speranza e della ricostruzione anche di una economia giusta a livello mondiale. Ed e' un percorso aperto. Vedi www.chiese-e-pace.it
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Letizia Tomassone: Le questioni sociali legate alla crisi economica per non far dimenticare le radici di una violenza economica che schiaccia i piu' poveri.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Letizia Tomassone: La nonviolenza e' la capacita' di darsi ascolto e valore. E' qualcosa che fa gia' parte della tua vita, ogni volta che metti da parte il rancore e guardi chi ti sta di fronte con altri occhi. A livello della societa' questo significa affrontare i conflitti sapendo che c'e' un altro modo di risolverli, perche' siamo tutti parte di una stessa comunita'. Per capire la nonviolenza si possono leggere i classici, Gandhi per esempio, ma e' soprattutto importante incontrare i gruppi e le persone che sul territorio cercano di lavorare.
7. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A FABRIZIO TRUINI
[Ringraziamo Fabrizio Truini (per contatti: fabriziotruini at tiscali.it) per questa intervista.
Fabrizio Truini, nato a Velletri (Roma) nel 1941, conseguita la maturita' classica nel 1960, si laurea in Giurisprudenza all'Universita' "La Sapienza" di Roma con una tesi su "Il problema etico-giuridico della pace" e si perfeziona in Filosofia della politica e del diritto con una tesi su "Teoria e prassi della nonviolenza in Aldo Capitini", discussa con il professor Vittorio Frosini. Borsista e ricercatore presso l'Istituto di Filosofia del Diritto, diretto dal professor Sergio Cotta, pubblica diversi articoli su riviste specializzate. Dal 1971 inizia la collaborazione nella Divisione Tv dei Servizi culturali della Rai. Nel 1975 consegue la licenza in Teologia morale nella Pontificia Universita' "Angelicum" con una tesi su "La pace nel commento di San Tommaso d'Aquino al 'De Divinis nominibus' dello Pseudo-Dionigi", discussa con padre Dalmazio Mongillo. Nello stesso anno 1975 viene assunto come funzionario ai programmi di Raiuno. Curatore di diverse serie di documentari e cicli di trasmissioni di carattere storico, ambientale e di attualita', e' autore di alcune inchieste: in particolare quella del 1979 su "Aldo Capitini: alle radici della nonviolenza" e quella su "Pace e giustizia nella I Assemblea Ecumenica di Basilea" del 1989. In questo stesso anno pubblica la prima biografia di Aldo Capitini nella collana "I Maestri" per le Edizioni Cultura della Pace di Fiesole, dirette da padre Ernesto Balducci. Dal 1987 ha iniziato la collaborazione con Sergio Zavoli curando per Raiuno molti suoi programmi, in particolare le diverse serie di "Viaggio intorno all'uomo"; "Nostra Padrona Tv"; "Credere Non Credere". Dal 1997 ha diretto le rubriche religiose di Raiuno come autore del programma "A Sua Immagine", fino al pensionamento nel 2006. Nel 2008 ha pubblicato per i tipi dell'editrice Citta' Nuova: La Pace in Tommaso d'Aquino. Nell'introduzione monsignor Piero Coda segnala l'originalita' dello studio che analizza la presenza e lo sviluppo del tema della pace in tutti gli scritti di San Tommaso. Nel 2011 l'editrice Il Margine pubblica una seconda edizione rivista e ampliata della biografia: Aldo Capitini: le radici della nonviolenza. E' fondatore e attuale presidente del Centro Interconfessionale per la Pace di Roma. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 346]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Fabrizio Truini: La marcia Perugia-Assisi ha risvegliato la coscienza del popolo italiano, chiamando ogni persona ad essere protagonista del proprio futuro, a cominciare dal bene comune della vita e quindi della pace: la guerra e la violenza non possono essere lasciate nelle mani dei generali ne' dei politici. Secondo: solo i metodi della lotta nonviolenta, della "non resistenza al male con la violenza" - come avrebbe detto Tolstoj, maetro di Gandhi, e questi di Capitini - possono condurre alla liberazione e alla pace. Terzo insegnamento della marcia: camminare insieme pacificamente e' anche una festa. La contrapposizione decisa ai poteri dominanti violenti e guerrafondai non offusca il senso gioioso della vittoria che gia' si presagisce e si pregusta, e che sara' una vittoria piena, perche' conquistata con amore politico: cioe' da parte di tutte/i e per tutte/i.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Fabrizio Truini: Da quel che so, tre saranno gli obiettivi fondamentali della marcia: primo: educare alla pace e alla nonviolenza soprattutto i piu' giovani. Da qui l'appello alle scuole, perche' l'educazione alla pace e' il fondamento e il coronamento dell'educazione civica; secondo: l'amicizia tra i popoli, perche' la pace e' un bene indivisibile e universale; terzo: ricordare il promotore della prima marcia e fondatore in Italia del movimento nonviolento: Aldo Capitini, riattualizzando il suo insegnamento, da cui partire per andare avanti e fare - come lui desiderava - cose ancora migliori.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Fabrizio Truini: Per rispondere a questa domanda bisognerebbe fare una ricerca sociologica. In parole povere si potrebbe dire che il bicchiere appare mezzo vuoto, perche' siamo lontani da una societa' nonviolenta e pacifica: le guerre continuano, il militarismo predomina, le ingiustizie impoveriscono interi popoli; ma d'altro canto si fa strada una coscienza piu' avvertita di una giustizia condivisa, dell'indipendenza politica, dei diritti civili e sociali fondamentali. E, la cosa piu' importante, si inizia a capire che tutto cio' si puo' raggiungere solo attraverso metodi pacifici e nonviolenti. Basti pensare al Sud Africa di Mandela, al Sud America e ora alle rivoluzioni in atto sull'altra sponda del nostro Mediterraneo. Il bicchiere e' mezzo pieno. Certo molto resta ancora da fare: quando si costituiranno corpi di pace che possano frapporsi tra contendenti in armi? quando saranno istituiti Ministeri della Pace, che organizzeranno tutti i giovani di entrambi i sessi a compiere un annuale servizio civile? quando infine l'Onu istituira' una polizia universale, in modo da rendere illegittima ogni guerra? quando non ci saranno piu' le violenze sulle donne e sui bambini, che ancora perpetuano il patriarcato? quando sconfiggeremo le mafie? quando non uccideremo piu'? quando non violenteremo piu' la nostra madre terra? Ecco perche' e' urgente marciare insieme spediti verso tali traguardi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Fabrizio Truini: Due cose mi sembrano impellenti da parte di ogni movimento come di ogni singola persona che ami e si dica amica della nonviolenza: allargare la conoscenza e la coscienza dei problemi, e possibilmente porre in atto azioni nonviolente, partecipando per esempio alle lotte contro la costruzione di centrali nucleari o contro la privatizzazione dell'acqua. Il Movimento Nonviolento, insieme alla Tavola della Pace, dovrebbe in particolare cercare di unificare tutto il vasto mondo pacifista verso gli obiettivi mirati per il disarmo, almeno quello nucleare (in Italia siamo seduti su tante bombe atomiche!), contro gli armamenti, per la riconversione delle industrie di armi, perche' se continuano a crescere gli investimenti militari c'e' poco da sperare: non iniziera' mai un'era di giustizia e di pace. Ma e' cio' che sta facendo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Fabrizio Truini: Due - come detto - mi sembrano oggi i fatti salienti a livello italiano e internazionale: i movimenti per i diritti civili e le rivoluzioni nonviolente dei paesi islamici. Se ne parla abbondantemente su tutta la stampa e in televisione. Non si mettono pero' in risalto le modalita' e le finalita' nonviolente di questi movimenti, che fanno sicuramente parte del grande moto popolare universale in marcia verso la pace.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Fabrizio Truini: La risposta e' gia' implicita in quanto fin qui detto.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Fabrizio Truini: Gli direi che la nonviolenza come diceva Gandhi e' antica come le montagne, o come diceva Tolstoj, che l'amore che si prende cura dell'altro e non uccide e' la molla interiore che fa vivere in pace ogni essere. Gli direi poi che e' utile leggere i grandi maestri per imparare da loro come si deve agire, vedendo come loro hanno agito nel loro tempo, non per ripetere quello che hanno fatto, ma per inventare cose nuove e urgenti nel nostro tempo e nei nostri luoghi. Infine lo inviterei a partecipare al Meeting dei popoli che si svolgera' a Bastia Umbra il 23 e 24 settembre e di venire alla marcia della pace del 25, per camminare insieme a tante/i, con l'immenso popolo della pace sulle orme di Aldo Capitini.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Angelo Del Boca (a cura di), Le guerre coloniali del fascismo, Laterza, Roma-Bari 1991, 2008, Mondadori, Milano 2011, pp. XXVI + 552, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
- Filippo Pedrocco (a cura di), Tiepolo, Skira'-Rcs, Milano 2004, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 647 del 14 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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