Voci e volti della nonviolenza. 393



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 393 del 10 agosto 2011

 

In questo numero:

1. Mao Valpiana: Il popolo della pace in cammino

2. Sette domande a Massimiliano Pilati

3. Sette domande a Saverio Tommasi

4. Sette domande a Vittorio Venturi

5. Tavola della Pace, Movimento Nonviolento: Appello per la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

6. Movimento Nonviolento: Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: IL POPOLO DELLA PACE IN CAMMINO

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

La Marcia Perugia-Assisi non e' una semplice manifestazione. Non e' un qualsiasi corteo. Non e' una protesta. Non e' una ricerca di "visibilita'". Non la si fa per "bucare il video". Non e' un fatto "mediatico". Non e' una tradizione, non e' una ritualita'.

La Marcia Perugia-Assisi e' un'assemblea itinerante, e' il popolo della pace che si convoca e si mette in cammino, e' un'azione nonviolenta che si rinnova ed ha un valore in se'.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MASSIMILIANO PILATI

[Ringraziamo Massimiliano Pilati (per contatti: massi.pilati at gmail.com) per questa intervista.

"Ho trentotto anni, vivo in Trentino con Francesca e con le nostre due splendide bimbe e mi occupo di promozione e formazione nel campo del turismo rurale e agriturismo. Di sentimenti antimilitaristi fin da ragazzino comincio ad interessarmi attivamente di opposizione alle guerre con la prima guerra nel Golfo nel 1991 quando a Trento sono tra gli attivisti del Coordinamento degli studenti medi contro la guerra. Nel 1992 mi trasferisco a Bologna per gli studi e frequento gli ambienti antagonisti e sono fondatore di un collettivo universitario nella Facolta' di Agraria. Nel 1997 grazie al libro 'La mia obbiezione di coscienza' di Pietro Pinna scopro che l'opposizione alla guerra si 'sposa' molto bene con la nonviolenza. Da questo il passo ad abbonarmi alla rivista 'Azione nonviolenta' e a scoprire l'esistenza del Movimento Nonviolento e' breve. In quel periodo mi interesso anche dei conflitti in ex Yugoslavia e scopro, restandone affascinato, la resistenza nonviolenta del Kossovo. Nel giugno del 1999 frequento un seminario estivo del Movimento Nonviolento dove, con Francuccio Gesualdi e altri, si parla di campagne e progetti di altreconomia. In quel contesto matura il mio interesse per un approccio nonviolento all'economia e all'opposizione ad un sistema ingiusto. Fondamentali saranno in  quel periodo le letture di libri proposti dal Movimento Nonviolento (al quale nel frattempo mi sono associato). Nell'ottobre del 1999 partecipo al mio primo congresso del Movimento Nonviolento e non solo mi sento accolto con amicizia, ma mi viene proposto di far parte del comitato di coordinamento nazionale (organismo di cui continuo ad essere, immeritatamente, membro). In quegli anni la spinta del 'popolo di Seattle' porta tutti noi a discutere di globalizzazione, di movimenti, di lotta di piazza e delle metodologie di disobbedienza. Pur leggendo con interesse i 'sacri testi' della nonviolenza mi sono sempre sentito un 'operaio' della nonviolenza e il mio scarso approccio filosofico a questa mi porta a preferirne i risvolti 'movimentisti'. Dai miei incontri bolognesi mi trovo ad essere promotore assieme a tanti altri amici del nodo bolognese della Rete Lilliput e a diventarne referente. Durante un'assemblea nazionale di Rete Lilliput vengono creati i gruppi tematici di lavoro e io divento, con il felice appoggio del Movimento Nonviolento, il referente nazionale del gruppo tematico 'nonviolenza e conflitti'. E' un momento molto ricco di confronto e incontro tra varie associazioni e tra singoli dove si scambiano esperienze, dove si prova a protestare e a proporre in maniera diversa, dove si organizzano corsi, seminari e incontri per promuovere i gruppi di azione nonviolenta (Gan). In quel periodo sono obiettore di coscienza presso il Centro di documentazione del Centro Poggeschi di Bologna e nella Segreteria obiettori della Caritas di Bologna. Per la Caritas di Bologna ho proposto e attuato una, per me, splendida intervista a Pietro Pinna, sul senso dell'obiezione di coscienza da cui nacque un video che condividemmo poi con gli altri obiettori Caritas. Per il Movimento Nonviolento ho seguito attivamente la campagna nazionale 'Pace da tutti i Balconi'. Sulle pagine di 'Azione nonviolenta' ho curato, in quel periodo, la rubrica 'Lilliput'. Nel 2002 con la mia compagna sono tornato a vivere in Trentino dove ho frequentato la Casa per la Pace (esperienza purtroppo chiusa) e il nodo trentino della Rete di Lilliput. Sono diventato referente del Movimento Nonviolento nel Forum Trentino per la Pace e, voglioso di un maggiore impegno locale, ho fondato con  alcuni amici nel mio paese il gruppo 'Impronte - laboratorio di partecipazione' ispirato all''ascoltare e parlare' di Capitini e attivo nel dibattito sociale, ambientale e politico locale. Esperienza quest'ultima che mi ha fatto capire (non senza problemi e non senza una infelice caduta) l'importanza, tutta personale, di un sano impegno locale libero dalla costrizione dei partiti. Per conto del Movimento Nonviolento ho seguito la nascita della Rete Italiana per il Disarmo e la Campagna Control Arms. Sul tema disarmo nel 2005 ho coordinato un intero numero monografico della rivista 'Azione nonviolenta'. Come Movimento Nonviolento del Trentino, in collaborazione con il Forum Trentino per la Pace, ho organizzato due edizioni di una camminata nonviolenta 'Ricordando Aldo Capitini' svoltesi in luoghi teatro di combattimento della prima guerra mondiale e durante le quali cercammo di presentare la figura di Aldo Capitini. Dopo una breve parentesi estremamente deludente di impegno in una formazione partitica ritorno militante attivo del Movimento Nonviolento. Nel 2010 sono tra i promotori del Comitato Lavisano No Tav che si impegna contro la linea ad Alta Velocita' che passera' nel nostro territorio. Nel maggio 2011 ho organizzato il Forum Nazionale della Nonviolenza a Trento (in preparazione della Marcia Perugia-Assisi) per gli studenti medi con il Forum Trentino per la Pace e i diritti Umani. Convinto della necessita' di 'aggiornare' il linguaggio con cui il Movimento Nonviolento si propone ai suoi potenziali interlocutori, propongo e, da buon 'operaio della nonviolenza', gestisco per conto del Movimento Nonviolento la mailing list 'nonviolenti', curo la sezione news del sito nonviolenti.org e gestisco le pagine Facebook 'Movimento Nonviolento', 'Azione Nonviolenta' e 'Aldo Capitini'"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Massimiliano Pilati: Saro' sincero e forse eccessivamente cattivo ma, da quando bazzico nel mondo della pace e della nonviolenza, al di la' delle marcie storiche di cui pero' ho solo letto, ho sempre vissuto la Perugia-Assisi come un momento formale, quasi folkloristico e ormai privo di contenuti e di un suo significato.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Massimiliano Pilati: La sfida del marcia del cinquantesimo anniversario nella quale anche il Movimento Nonviolento e' parte attiva, e' proprio quella di portare forti contenuti e chiedere un impegno forte e diretto a chi vi partecipa. Non chiederemo a noi stessi di venire "senza se e senza ma", ben vengano i dubbi. Le persone che parteciperanno pero' sia che vengano a titolo personale o in rappresentanza di una istituzione, di un partito, di una associazione e' giusto che prendano dei precisi impegni. Lo spirito con cui io e ogni partecipante dovrebbe partecipare credo sia ben riassunto in un breve scritto di Mao Valpiana letto in questi giorni: "Marciare per la pace, significa marciare contro la guerra. Marciare contro la guerra, significa marciare per abolire gli eserciti. Marciare per abolire gli eserciti, significa marciare contro le spese militari. Marciare contro le spese militari, significa marciare per il disarmo. Marciare per il disarmo, significa iniziare a disarmare se stessi. Se vuoi marciare per la pace, prepara il tuo disarmo unilaterale".

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Massimiliano Pilati: Vi e' un grande fermento nel mondo nonviolento italiano. Non sempre riusciamo a far sapere le nostre iniziative e spesso le comunichiamo male. Parallelamente ritengo che le azioni nonviolente ben riuscite trovano uno sbarramento nei media. Lo dice bene Alberto Perino dalla Valle di Susa: un sasso lanciato da un no-tav in risposta ai lanci di lacrimogeni fa notizia, Turi Vaccaro che sale per tre giorni su un albero per protestare in maniera nonviolenta non passa in nessuno dei media italiani perche' fa piu' paura l'azione nonviolenta del sasso...

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"La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Massimiliano Pilati: Il Movimento Nonviolento inteso come associazione e', da sempre, minoranza nelle minoranze. Ma spesso le parole, gli scritti, gli interventi dei suoi esponenti sono ascoltati con molta attenzione. E spesso ha avuto in vari contesti un ruolo importante anche senza rendersene conto. Il ruolo del Movimento Nonviolento deve gradualmente mutare. Non dobbiamo piu' considerarci, ne' essere considerati, i sacri custodi della fiaccola della nonviolenza. Io credo che siamo chiamati ad un salto di qualita', ad una nuova fase in cui riusciamo a digerire e fare nostra la lezione di persone che sono state e saranno sempre fondamentali per la nostra storia e per la nostra, e altrui, formazione ma al contempo dobbiamo capire che c'e' bisogno, assieme a queste, di altra elaborazione, di altre proposte, di altra azione. Il Movimento Nonviolento deve avere il coraggio di sperimentare e percorrere nuove strade, deve innovarsi, anche nel modo in cui comunica e al contempo deve mantenere diritta la barra su alcuni concetti chiave del pensare e dell'agire nonviolento. Questo non significa rinnegare nulla, anzi, significa solo cominciare, a 50 anni di vita vissuta e con alle spalle una splendida storia, una nuova fase.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Massimiliano Pilati: Trovo molto interessanti varie esperienze della "primavera araba", lo spirito cooperativistico visto durante il lavoro in preparazione dei referendum di giugno, la stragrande maggioranza della lotta valsusina contro la Tav. Soprattutto nel caso dei referendum poi hanno contato molto varie reti formali e informali create negli anni precedenti anche dal lavoro di amiche e amici della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Massimiliano Pilati: Credo che il nostro Movimento debba seguire e supportare attivamente lo straordinario sforzo che sta compiendo la popolazione della Valle di Susa. Invece di dividerli in buoni e cattivi dovremo fare sentire l'appoggio a chi sta sperimentando attivamente sul campo la nonviolenza. Piu' appoggiamo loro e meno humus riceveranno i pochi, ma molto presenti, violenti. Ritengo inoltre che varie situazioni che si stanno verificando in Val di Susa siano (sia dalla parte dei movimenti che delle istituzioni) un laboratorio di prova molto importante per come gestire il dissenso in Italia. Inoltre dobbiamo cercare di far tornare nell'agenda politica e sociale italiana il tema della guerra e la nostra volonta' di superare questa orrenda barbarie.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Massimiliano Pilati: Potrei citare molte frasi dei nostri grandi saggi nonviolenti ma faccio mie le parole di una canzone di Niccolo' Fabi: "non e' cosa ma e' come". Sull'accostarsi ad essa credo sia importante cominciare a documentarsi, magari facendosi aiutare da qualche amico o amica, curiosare in internet, guardando qualche filmato come ad esempio "Una forza piu' potente" o magari, come nel caso di noi del Movimento Nonviolento, contattando i vari referenti locali sparsi per varie localita' italiane e i cui riferimenti sono reperibili sul portale nonviolenti.org. Infine un ottimo momento per accostarsi alla nonviolenza sono i molti campi estivi organizzati dal Movimento Nonviolento e dal Mir (anche questi reperibili sul portale nonviolenti.org).

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A SAVERIO TOMMASI

[Ringraziamo Saverio Tommasi (per contatti: info at saveriotommasi.it) per questa intervista.

"Saverio Tommasi e' attore professionista, autore di libri e testi teatrali, regista. Diplomatosi nel 1998 all'Accademia d'Arte Drammatica dell'Antoniano di Bologna ha collaborato negli anni con alcuni dei piu' importanti registi del nuovo panorama italiano. La consacrazione mediatica arriva nel 2003 con il successo del suo primo libro, edito dalla Comicus Editore. Un anno piu' tardi fonda, con alcuni dei suoi piu' stretti collaboratori/ici, una compagnia di teatro alla quale venne dato il suo nome: Compagnia Teatrale Saverio Tommasi, con la quale a tutt'oggi viaggia in Italia e all'estero rappresentando spettacoli di teatro civile. La Compagnia Teatrale Saverio Tommasi e' composta da: Daniela Amadori (ufficio e contabilita'), Elsa Sernesi (costumi), Saverio Tommasi (attore e autore dei testi). Con la Compagnia Teatrale Saverio Tommasi hanno collaborato, negli anni, numerose persone; con particolare affetto ricordiamo le collaborazioni con Simona Mammoli e Anna Merendino. Dal 2005 e' proprietario e direttore artistico di Cabina Teatrale, spazio artistico e sociale fiorentino. Saverio Tommasi e' da anni impegnato nella sensibilizzazione sociale e nell'informazione partecipata, attraverso forme artistiche che spaziano dal teatro ai video. L'archivio video, completamente on-line, conta ad oggi, martedi' 9 agosto 2011, 204 lavori" (dal sito: www.saveriotommasi.it). Dall'intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 359 riprendiamo la seguente succinta notizia autobiografica: "Di mestiere faccio l'attore. Ma non recito, neanche di mestiere. Il mio pensatoio, e la mia videoteca, e' www.saveriotommasi.it Li' troverete le mie video-inchieste, girate anche con telecamera nascosta, e poi parole, dialoghi, denunce, tanti passi e forse anche un po' di strada"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Saverio Tommasi: La possibilita', attraverso un cammino fisico, di condividere, e al tempo stesso contribuire a un cammino piu' grande. Un cammino dove la strada e' la vita, e l'unico mezzo per muoversi, l'unica possibilita' per non essere arrotati, e a nostra volta non schiacciare, e' quello della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Saverio Tommasi: Al di la' degli slogan ufficiali, mediaticamente necessari, voglio credere che al centro ci sia sempre la condivisione. Perche' dove si condivide non ci si spara, ci si abbraccia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Saverio Tommasi: Necessaria. Ma presente in rimasugli, dibattiti di periferia, fuori scena. Non e' necessario che sia protagonista, ma la totale assenza e' devastante. E' l'aria, e in questo tempo potremmo dire che l'aria odora di anidride carbonica.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Saverio Tommasi: Non so cosa puo', ma certamente dovrebbe, deve, essere presente. Contaminare la vita, politica e sociale. Contare. Riprendersi le parole, ridare significati, dignita' alle esistenze, valorizzare la dolcezza e l'affetto come chiavi rivoluzionarie.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Saverio Tommasi: Il movimento di liberazione in Egitto, e altri movimenti che sono seguiti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Saverio Tommasi: Stare sulle cose. Sui fatti. Realizzare orti potrebbe essere un buon inizio!

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Saverio Tommasi: La nonviolenza c'e' tutte le volte che sorridi, ami, accarezzi, soffri per un atto di arroganza o superbia, subito da te o da altri. Impara a condividere e ti troverai spaventosamente ricco, strabordante di nonviolenza.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A VITTORIO VENTURI

[Ringraziamo Vittorio Venturi (per contatti: vittoventuri at libero.it) per questa intervista.

Vittorio Venturi, nato nel 1953, laureato in Filosofia, vive e lavora a Modena. Si avvicina alla nonviolenza negli anni '80, praticando l'obiezione alle spese militari e partecipando al coordinamento modenese. Partecipa in seguito al coordinamento cittadino delle associazioni impegnate sui temi della pace, dei diritti umani e dei popoli, della solidarieta' internazionale. In tale contesto contribuisce, nel 1993, alla nascita della Casa per la Pace di Modena, luogo comune di confronto, progettazione ed iniziativa per la diffusione di una cultura della pace. Si avvicina poi in anni piu' recenti al Movimento Nonviolento, con la convinzione che la teoria e la prassi della nonviolenza offrano strumenti fondamentali di positiva trasformazione, insieme, delle persone e della societa'. Ha a cuore in particolare la formazione, di cui si occupa dal punto di vista organizzativo da alcuni anni, ritenendola strategica, non solo per i giovani]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Vittorio Venturi: Offrire a tante persone, in forma organizzata o singola, l'opportunita' di confermare con un gesto concreto (partecipando alla marcia, appunto) la testimonianza di un impegno per un mondo piu' giusto. Marciare ha un profondo significato simbolico, di responsabilita' assunte per trasformare la societa' e le sue relazioni. Farlo ogni due anni (qualche volta piu' spesso, purtroppo, causa emergenze dettate da guerre o altri eventi drammatici), in cinquanta anni ha permesso a generazioni diverse di condividere una comune responsabilita', affermando il valore supremo della pace, non solo come assenza di guerra, ma anche come affermazione di giustizia e di rispetto. C'e' poi la memoria storica, il legame ideale tra chi ha marciato la prima volta e chi lo fatto in questi anni. Quindi la marcia e' anche un'occasione di conoscenza, specie per i piu' giovani, di figure come quella di Aldo Capitini e del suo pensiero, incontrando la nonviolenza come metodo per costruire un mondo migliore.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Vittorio Venturi: Il forte richiamo al pensiero di Aldo Capitini, nello spirito con cui nel 1961 ideo' la marcia, e dunque alla nonviolenza come strumento di azione e trasformazione. C'e' poi quest'anno, nel cinquantesimo anniversario, il forte richiamo ai valori fondanti della Repubblica, sanciti da una Costituzione che deve ancora trovare piena applicazione, con particolare riferimento all'art. 11 e ai principi di equita' e di reale uguaglianza tra i cittadini.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Vittorio Venturi: Mi sembra che ci siano molte esperienze di ricerca e sperimentazione. Ovviamente le esperienze piu' "strutturate", quelle che assumono programmaticamente la nonviolenza come strategia, sono ridotte nelle dimensioni, patrimonio di gruppi e associazioni che non hanno enorme dimensione (penso al Movimento Nonviolento, al Centro Sereno Regis, a questa stesso foglio), ma tuttavia possono far valere serieta' e competenza, quindi credibilita', con un impegno specifico che mi sembra prioritario: quello delle proposte formative. E' poi interessante notare che diversi movimenti "di massa" (No-Tav, studenti) quando hanno praticato le proprie lotte in modo nonviolento hanno conquistato credito presso l'opinione pubblica. Il problema e' diffondere in modo ampio a trasversale l'idea che con la nonviolenza si puo' vincere, mentre con la violenza si perde sempre.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Vittorio Venturi: Proprio quel ruolo di orientamento, nella teoria e nella pratica, che puo' portare movimenti e singoli, in lotta per importanti conquiste sociali, ad assumere consapevolmente la nonviolenza come strumento vincente per la trasformazione sociale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Vittorio Venturi: La preparazione della prossima marcia Perugia-Assisi, con tante iniziative in tutta Italia, mi sembra un fatto significativo perche' ha posto la nonviolenza al centro dell'attenzione. Ho gia' richiamato il successo di manifestazioni di massa che hanno rigorosamente avuto carattere nonviolento. Anche a livello internazionale mi sembra che la strada verso la democrazia e una maggiore equita', nei grandi movimenti popolari che hanno coinvolto buona parte del Nord Africa, abbia ottenuto maggior consenso e successo la' dove si e' scelta una strada nonviolenta.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Vittorio Venturi: Mi sembra sempre piu' urgente affrontare il problema delle scelte internazionali dell'Italia e della presenza in armi in numerosi paesi, rendendo palese la contraddizione tra la realta' (in alcuni paesi facciamo la guerra) e la finzione (missioni umanitarie e di pace), esigendo coerenza con il dettato costituzionale. Mi sembra utile dare seguito all'impegno per un ripensamento del modello di sviluppo, specie dal punto di vista ambientale, alla luce del successo ottenuto dai referendum sui "beni comuni". Mi sembra anche necessario ampliare il ventaglio delle proposte formative, specie rivolte ai giovani, per fare conoscere il potenziale della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Vittorio Venturi: La nonviolenza offre sorprendenti mezzi per migliorare se stessi, le relazioni con gli altri e per affrontare in modo costruttivo i conflitti. Non mi sembra poco, nella sempre piu' frustrata e rissosa societa' contemporanea. E poi fa incontrare delle belle persone. Provare per credere.

 

5. INIZIATIVE. TAVOLA DELLA PACE, MOVIMENTO NONVIOLENTO: APPELLO PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 25 SETTEMBRE 2011

[Riproponiamo il seguente appello.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

A 50 anni dalla prima Marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961, domenica 25 settembre 2011 si svolgera' la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

Perugia, ore 9, Giardini del Frontone

Assisi, ore 15, Rocca Maggiore.

*

Vieni anche tu.

"Un solo essere, purche' sia intimamente persuaso, sereno e costante, puo' fare moltissimo, puo' mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio" (Aldo Capitini,1966)

Ci sono persone che meritano la tua e la nostra attenzione. Giovani che non riescono a trovare un lavoro, altri che vivono nella precarieta', ragazze e ragazzi che non si possono permettere di studiare, persone che si sentono uno zero perche' nessuno le ha mai valorizzate, gente intimidita e ricattata dalle mafie e dalla criminalita' organizzata, famiglie che faticano ad arrivare alla terza settimana, gente senza casa, persone che pagano le tasse nel nostro paese a cui neghiamo i diritti di cittadinanza, operai che muoiono sul lavoro, anziani soli e abbandonati, giovani che perdono la vita per difendere i diritti umani, bambini strappati all'infanzia e alle proprie famiglie, donne violentate, abusate e sfruttate, persone terrorizzate dalla guerra e dalla violenza, gente che muore ammazzata in carcere, altra che muore nel deserto o nel Mediterraneo cercando di sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla miseria. Ci sono donne, bambini e uomini a cui non viene nemmeno riconosciuta la dignita' di esseri umani, che sopravvivono in condizioni drammatiche senza pace ne' giustizia.

Per loro e con loro, in nome di tutte le vittime e dei loro familiari, della dignita' e dei diritti di ogni persona, ti invitiamo a marciare per la pace e la fratellanza dei popoli il 25 settembre 2011 da Perugia ad Assisi, lungo la strada tracciata cinquant'anni fa da Aldo Capitini.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', come tanti giovani del Mediterraneo e dell'Europa, sentiamo un bisogno forte di cambiamento. Dentro e fuori dal nostro paese ci sono situazioni croniche d'ingiustizia, di poverta', di violenza e di sofferenza che non possono piu' essere tollerate. Siamo indignati e preoccupati, perche' sappiamo che se le cose non cambiano, i rischi e i pericoli diventeranno sempre piu' grandi e noi diventeremo sempre piu' poveri, si moltiplicheranno le guerre, sprofonderemo sempre di piu' nell'incertezza e nella barbarie, aumenteranno le tensioni, gli scontri, la collera, le rivolte e la violenza.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' liberta' vuol dire piu' responsabilita' e partecipazione di ciascuno. E, se vogliamo provocare un nuovo futuro, dobbiamo superare ogni forma d'indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione. Ognuno di noi deve stare dentro la storia da protagonista, con la propria coscienza, sensibilita' e responsabilita'.

Ti invitiamo a camminare insieme per rimettere al centro della nostra societa' i valori della nonviolenza, della giustizia, della liberta', della pace, dei diritti umani, della responsabilita' e della speranza, perche' vogliamo riscoprirne il significato autentico, per costruire insieme una nuova cultura, per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perche' la guerra e' guerra anche quando la si chiama in altro modo e le ingiustizie restano ingiustizie anche quando sono coperte dalle menzogne e dal silenzio mediatico, perche' vogliamo una Rai e un'informazione di pace.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' vogliamo dire forte e chiaro ai rappresentanti di tutte le istituzioni che a ciascuno di questi valori debbono corrispondere azioni politiche concrete, un'agenda politica che parte dai quartieri dove viviamo fino all'Europa e all'Onu, che la Costituzione, la Dichiarazione Universale dei diritti umani e la Carta dei Diritti dell'Unione Europea non sono belle parole ma la bussola da seguire per uscire in tempo da questa gravissima condizione.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, vogliamo difendere e attuare la nostra Costituzione e ricordare a tutti che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Ti invitiamo a camminare ancora una volta insieme, come fece Aldo Capitini nel 1961 e come in questi cinquant'anni abbiamo rifatto tante volte, perche' crediamo nella nonviolenza come metodo e stile di vita, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia, perche' crediamo che la nonviolenza sia "per l'Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, societa' e realta' migliori".

Negli ultimi decenni sono gia' state sprecate tantissime opportunita' e risorse. Ma quello che ieri era desiderabile oggi e' diventato necessario e urgente. Per questo c'e' bisogno di una tua e nostra diversa assunzione di responsabilita'.

Entra a far parte della soluzione. Vieni, domenica 25 settembre 2011, alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

*

Nell'idea di "fratellanza dei popoli" si riassumono molte delle scelte urgenti che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo: riscoprire la nostra umanita', mettere le persone al centro dell'economia e non piu' il contrario, riconoscere i diritti dei piu' poveri e dei piu' deboli e non continuare a calpestarli, gestire l'accoglienza e non i respingimenti, batterci contro le poverta' e le disuguaglianze sociali e non piu' aumentarle, investire sui giovani e non disperdere la nostra principale ricchezza, ridare piena dignita' al lavoro e ai lavoratori di tutto il mondo e non peggiorare le loro condizioni, investire sull'educazione, sulla cultura e sulla formazione e non tagliare le opportunita' del nostro futuro, difendere il pluralismo, il diritto e la liberta' d'informazione, cambiare i nostri consumi e stili di vita personali e collettivi smettendo di distruggere e sprecare i beni comuni, ripudiare davvero la guerra e la sua preparazione, tagliare le spese militari, costruire l'Europa dei cittadini e la Comunita' del Mediterraneo, democratizzare e rafforzare l'Onu, mettere fine al traffico delle armi e impegnarci a costruire la pace in Medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e nel resto del mondo, fermare il cambiamento climatico, rompere la schiavitu' dai combustibili fossili e proteggere l'ambiente, costruire le citta' dei diritti umani e non le cittadelle dell'odio e dell'esclusione, investire sulla societa' civile e sul volontariato, investire sulla cooperazione a tutti i livelli anziche' sulla competizione selvaggia, promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia e della solidarieta' contro la violenza, le guerre, le mafie, la corruzione, la censura, gli egoismi, il razzismo e la paura.

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza" (articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

Tavola della pace, Movimento Nonviolento

Perugia, 10 giugno 2010

Per adesioni, comunicazioni e informazioni: Tavola della Pace, via della viola 1, 06122 Perugia, tel. 0755736890, fax: 075/5739337, e-mail: segreteria at perlapace.it, sito: www.perlapace.it

 

6. DOCUMENTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: MOZIONE DEL POPOLO DELLA PACE: RIPUDIARE LA GUERRA, NON LA COSTITUZIONE

[Riproponiamo il seguente appello del Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org)]

 

Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli Perugia - Assisi, 25 settembre 2011

Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

"Una marcia non e' fine a se stessa; continua negli animi, produce onde che vanno lontano, fa sorgere problemi, orientamenti, attivita'" Aldo Capitini (1962)

Quando Aldo Capitini scriveva queste parole a commento della "Marcia per la  pace e la fratellanza tra i popoli" del 1961 era consapevole di aver aperto un  varco nella storia del '900 attraverso il quale per la prima volta era entrato in scena ed aveva preso la parola, in prima persona, il "popolo della pace" che, convocato in una "Assemblea itinerante" partita da Perugia e giunta alla Rocca  di Assisi, approvava la Mozione del popolo della pace.

Da quel settembre di 50 anni fa il popolo della pace non e' piu' uscito di scena e non ha piu' rinunciato al diritto alla parola. Molte altre volte si e' riconvocato in assemblea ed ha marciato da Perugia ad Assisi, ponendo problemi, indicando orientamenti, promuovendo attivita'.

L'onda prodotta dalla prima Marcia e' ora giunta fino a noi. Noi ci assumiamo la responsabilita' di convocare ancora il popolo della pace, non solo perche' c'e' da celebrare il suo cinquantesimo anniversario, ma soprattutto perche' e' necessario che esso faccia sentire ancora la sua voce, approvi oggi una  nuova Mozione del popolo della pace. Faccia ancora sorgere problemi, orientamenti, attivita'.

Il problema fondamentale che vuole far sorgere il popolo della pace, nel 50mo anniversario della prima Marcia per la pace e nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, e' il rispetto integrale della Costituzione della Repubblica italiana.

La Costituzione e' da tempo sotto attacco sotto molteplici aspetti, ma sotto uno in particolare e' gia' profondamente e dolorosamente lacerata, anzi ripudiata. I padri costituenti hanno accuratamente selezionato le parole con le quali scrivere il Patto fondativo della nazione e solo nei confronti della guerra  hanno usato, all'articolo 11, il verbo "ripudiare" - che vuol dire rinnegare,  sconfessare, respingere - non solo "come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli", ma anche "come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Da tempo ormai, attraverso l'artificio retorico dell'"intervento umanitario", e' invece questo articolo della Costituzione ad essere stato ripudiato (rinnegato, sconfessato, respinto) e la guerra e' tornata ad essere strumento e mezzo accettato, preparato e utilizzato. Inoltre la preparazione di questo mezzo risucchia la parte piu' consistente della spesa pubblica che non puo' essere utilizzata ne' per garantire i diritti sociali affermati dalla stessa Costituzione, ne' per costruire e sperimentare altri mezzi di risoluzione delle controversie internazionali coerenti con la lettera e lo spirito della Costituzione.

Questo e' il problema fondamentale che pone il popolo della pace e riguarda le basi stesse del nostro ordinamento democratico, del nostro patto civile nazionale: occorre ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Il popolo della pace non si limita a denunciare il problema, ma indica un orientamento per la sua soluzione: la nonviolenza. Che non e' principio astratto ma concreta ricerca di mezzi alternativi alla violenza e alla guerra.

Mentre i padri costituenti sanciscono il ripudio della guerra come "mezzo" di  risoluzione delle controversie, i padri e le madri della nonviolenza si concentrano proprio sulla ricerca dei "mezzi" per affrontare e trasformare positivamente i conflitti. "Nella grossa questione del rapporto tra il mezzo e il fine, la nonviolenza porta il suo contributo in quanto indica che il fine della pace non puo' realizzarsi attraverso la vecchia legge 'Se vuoi la pace,  prepara la guerra', ma attraverso un'altra legge: 'Durante la pace prepara la  pace'", scrive Aldo Capitini. Perche', come spiega Gandhi, "tra mezzo e fine vi e' lo stesso inviolabile nesso che c'e' tra seme e albero".

L'orientamento che indica il popolo della pace e' di investire le risorse pubbliche non piu' per le ingenti, e sempre crescenti, spese militari e per armamenti, ma per ricercare, promuovere e sperimentare efficaci strumenti e mezzi di pace. Sia sul piano culturale di una diffusa educazione alla pace e alla nonviolenza, volta a rivitalizzare sentimenti di responsabilita' individuale, di partecipazione democratica, di apertura alla convivenza. Sia sul piano dell'organizzazione sociale, economica ed energetica fondata sulla  sostenibilita', la semplicita', i beni comuni. Sia sul piano dell'approntamento degli strumenti non armati per gli interventi veri e propri nelle situazioni di  oppressione e di conflitto, interni e internazionali.

Nel porre il problema del ripudio della guerra, e non della Costituzione, nell'indicare l'orientamento alla nonviolenza e ai mezzi non armati per la risoluzione dei conflitti, il popolo della pace promuove le attivita' e le campagne necessarie: il disarmo e la costituzione dei corpi civili di pace.

La guerra, comunque aggettivata - umanitaria, preventiva, giusta, chirurgica  ecc. - e' un costo insostenibile sia in termini di vite umane e sofferenze per le popolazioni, sia in termini di tenuta del patto democratico, sia in termini di  bilanci economici. Mentre tutti i settori della spesa pubblica subiscono pesanti e continue contrazioni, mentre i settori produttivi risentono delle crisi finanziarie internazionali, solo il settore delle spesa pubblica militare lievita incessantemente e solo il settore dell'industria degli armamenti diventa piu' florido. In questo preparare quotidianamente, ed economicamente, il mezzo della guerra, la Costituzione e' gia' ripudiata. L'invio dei bombardieri ne e' solo la tragica ma inevitabile conseguenza. Percio' la condizione preliminare e necessaria per il ripudio della guerra e' il disarmo. In tempo di crisi, l'invito del presidente Pertini e' sempre piu' attuale: "Svuotare gli arsenali e riempire i granai": questa e' la prima attivita'.

La seconda attivita' e' darsi i mezzi e gli strumenti necessari per intervenire all'interno dei conflitti, come prevedono sia la Costituzione italiana che la Carta delle Nazioni Unite, ossia costituire i Corpi Civili di Pace nazionali e internazionali. Dotare il nostro Paese, e orientare in questo senso le Organizzazioni internazionali, di Forze disarmate costituite da personale formato ed equipaggiato, presente nei luoghi dei conflitti prima che questi degenerino in guerra. Corpi civili esperti nella complessa ma indispensabile arte della prevenzione, mediazione, interposizione e riconcliazione tra le parti.

Significa costruire un nuovo ordine internazionale fondato sulla nonviolenza. Se poi tutti gli interventi civili messi in campo, fino in fondo, all'interno di un conflitto non saranno stati efficaci e sara' necessario un intervento, limitato e circoscritto, di una forza armata, sara' compito della Polizia internazionale al servizio delle Nazioni Unite. La quale, come tutte le polizie, non fara' guerre e bombardamenti ma separera' i contendenti, neutralizzando i soggetti piu' violenti e arrestando chi si rende responsabile di crimini.

Per il popolo della pace questo e' il nuovo varco da aprire oggi nella storia.

Questa la sua mozione: ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Per questo marcera' ancora una volta da Perugia ad Assisi

*

Il Movimento Nonviolento

Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, sito: www.nonviolenti.org, e-mail: azionenonviolenta at sis.it

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 393 del 10 agosto 2011

 

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