Telegrammi. 637



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 637 del 4 agosto 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Il Parlamento del Reich millenario

2. Sette domande a Marzia Marzoli

3. Sette domande a Barbara Romagnoli

4. Sei domande a Laura Tussi

5. Sette domande a Giulio Vittorangeli

6. Si e' svolto il 2 agosto a Viterbo un incontro di riflessione sulla nonviolenza oggi in Italia

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: IL PARLAMENTO DEL REICH MILLENARIO

 

Il Parlamento del Reich millenario

delibero' di nuovo il due di agosto

del duemilaundici che il posto

dell'innocente fosse la prigione.

 

Delibero' che il pubblico erario

pagasse per far guerre e far massacri

per profanare tutti i luoghi sacri

e di tutti il piu' sacro: le persone.

 

Delibero' la morte dell'inerme

la schiavitu' del povero e l'esposto

ridurre i buoni e i miti a simulacri.

 

Delibero' che l'uomo fosse un verme

vittima nuda di ogni vessazione.

E trasformo' lo Stato in un sicario.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MARZIA MARZOLI

[Ringraziamo Marzia Marzoli (per contatti: nocoketarquinia at yahoo.it) per questa intervista.

Marzia Marzoli (1966) vive a Tarquinia. Operatrice turistica, lavora da anni per una conversione ecologica di tutte le attivita' ricettivo-turistiche all'aria aperta. Attivista nel movimento No Coke Alto Lazio e nel Coordinamento nazionale No al Carbone, si batte contro lo scempio dei territori che hanno loro malgrado la presenza di una centrale a carbone. Convinta sostenitrice della formula democratica del movimento, senza strutture di tipo verticistico e personalistico, rappresenta insieme ai cittadini di Tarquinia e Civitavecchia il modello di un movimento aperto ed in grado di collaborare a tutti i livelli e diversita' culturali, con un'idea della trasversalita' per la difesa dei beni comuni. Dopo anni di manifestazioni e sit-in, e' ancora piu' convinta che la difesa del territorio e della salute debba essere nonviolenta e basata sull'esempio, sciopero della fame, marce per chilometri, come esempi di forza collettiva ai fini della consapevolezza che tutti dobbiamo essere disposti a donare agli altri noi stessi per una battaglia comune. Sostiene l'idea del patto di mutuo soccorso nato tra i movimenti come No Tav e No dal Molin dal 2007. Nel 2010 era la terza candidata Presidente alle Regionali del Lazio con la lista civica Rete dei Cittadini, nella competizione elettorale insieme a Emma Bonino e Renata Polverini. Dichiara apertamente il fallimento di tutti i partiti politici, causa di ogni mollezza e inerzia rispetto ai reali problemi della vita dei cittadini. Lavora alla rinascita civica della societa', e collabora con tutte le realta' di reti civiche, movimenti politici distinti e distanti da tutti i partiti politici attuali]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Marzia Marzoli: Uno stimolo a partecipare con un maggiore senso di responsabilita', visto l'aumento del ricorso alle armi, per motivare ricambi politici ed economici nei paesi dei continenti africano e asiatico. Assumersi la responsabilita', poiche' stare a guardare e' grave quasi come leggere di morti e stragismo senza indignarsi, senza muoversi nel senso opposto. La pace e' un valore collettivo da condividere in una marcia, ma per cui si deve lavorare molto di piu', per contrastare il ricorso alla guerra per favoreggiare gruppi economici, specialmente lobbies di produttori di energia, dediti al saccheggio di paesi ancora ricchi di materie prime naturali e di combustibili fossili come gas e petrolio.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Marzia Marzoli: Quest'anno ha il valore aggiunto del popolo dei 4 si' ai referendum: che ha vinto contro il nucleare ancora una volta; contro la privatizzazione dell'acqua; che ha vinto per difendere i beni comuni. Ecco cosa vorrei difendere, partecipando alla marcia della pace. No alla guerra, e difesa dei beni comuni a partire dal piu' importante: la pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Marzia Marzoli: La nonviolenza e' un movimento spesso collegato ai movimenti ecologisti, oggi piu' facilmente proponibile in vari ambienti culturali, frequentato dai giovani, culturalmente piu' sensibili alla politica internazionale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Marzia Marzoli: Aldo Capitini e' ancora il padre di tutti i movimenti attuali, a livello nazionale e territoriali, ispirati a quel modello di movimento, in assemblea permanente, composto da uomini e donne che lavorano nel gruppo per aggregare, sperimentando esempi basati sulla democrazia diretta. Movimenti con grande identita' basata sulla nonviolenza e il rifiuto della strategia dell'odio.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Marzia Marzoli: I fatti della Libia in particolare, ma anche i processi ai carnefici della guerra dei Balcani: vecchie e nuove guerre, da condannare in nome della pace! Ho in mente un'idea romantica della pace, mi piacerebbe che la pace fosse anche un atto bellissimo di ogni cittadino che in una sorta di impegno per il proprio paese giuri, su una bandiera della pace, di difenderla: Giuro di difendere la pace!

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Marzia Marzoli: Mancano poche settimane alla marcia della pace, dovremmo lavorare ad un appello, una chiamata non alle armi ma alla partecipazione alla marcia della pace. Un appello da inviare a tutti i comitati e movimenti, per garantire una grande partecipazione alla marcia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Marzia Marzoli: La nonviolenza e' la cultura di una societa' che pensa positivo, che pensa al valore di ogni persona, per lavorare tutti insieme per la difesa di questi principi. Gli esempi attuali sono i No-Tav, le donne di Terzigno, il popolo delle carriole, i movimenti di tutta Italia... che nessuna testata giornalistica permette di conoscere.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A BARBARA ROMAGNOLI

[Ringraziamo Barbara Romagnoli (per contatti: mail at barbararomagnoli.info) per questa intervista.

Barbara Romagnoli e' nata a Roma nel 1974, giornalista professionista dal 2004, aspirante apicoltrice. Attualmente collabora con Editori Laterza e la Iowa State University - College of Design, Rome Program. E' laureata in filosofia con una tesi su "Louise du Neant: esperienza mistica e linguaggio del corpo", da allora si interessa di studi di genere e femminismi, ha partecipato a seminari, incontri, workshop e convegni sulla storia e i movimenti politici delle donne in Italia e all'estero; Dal 1999 al 2004 ha lavorato presso la rivista Carta, ha collaborato come freelance con varie testate (fra cui Marea, Bcc Magazine, Liberazione, Peacereporter, Amisnet, Carta, Aprile, Nigrizia, Left, La nuova ecologia, Confronti, Cem mondialita', Noi donne); Fra il 2002 e il 2005 e' stata coordinatrice del progetto Radio Carta (magazine radiofonico settimanale distribuito a circa 25 radio su territorio nazionale); Ha lavorato come ufficio stampa per convegni ed eventi culturali (fra cui Eurovisioni 2007 e 2008, Parole per cambiare, parole per piacere - Fiera della piccola editoria, 2005) e presso l'ufficio stampa della Sottosegretaria ai Diritti e Pari Opportunita', presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (2007-2008); Ha vissuto due anni in Olanda a Leiden, dove ha imparato a convivere con il vento. Ha fatto parte per diversi anni del collettivo A/matrix con cui ha condiviso la passione per la politica, il femminismo e la buona tavola. Continua ad essere attiva nei movimenti femministi, ma non la convince per niente l'iniziativa di Snoq ("Se non ora quando?")]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Barbara Romagnoli: Ho scoperto la marcia una quindicina di anni fa, credo che sia un simbolo ancora forte della volonta' di pace di molte persone. La marcia e' stata capace in questi anni di unire mondi molto diversi fra loro e credo sia questo uno degli aspetti piu' belli per chi vi prende parte.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Barbara Romagnoli: E' il cinquantesimo dalla prima che si invento' Aldo Capitini, per cui credo avra' anche il potere attrattivo che hanno tutte le ricorrenze, oltre al fatto che di guerre da terminare ce ne sono a iosa, oltre a quello che sta accadendo in Siria, e' vergognoso il silenzio internazionale, forse non c'e' abbastanza petrolio?

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Barbara Romagnoli: Ho la sensazione che sia ancora un pensiero minoritario, poco conosciuto e non preso seriamente in considerazione soprattutto dai movimenti, in particolare quelli misti, e' stato piu' elaborato nelle pratiche femministe e nel movimento delle donne. Anche se dopo Genova 2001 certamente c'e' stato un ripensamento sull'uso/abuso di parole che possono essere comunque violente. Certamente non e' facile agire la nonviolenza in un paese come l'Italia in cui la violenza sistemica di un governo inadeguato, eppure attaccato alla propria poltrona, e' ogni giorno sempre piu' indecente. In questo contesto, gesti dettati dalla disperazione, anche se sfociano in atti violenti, possono accadere.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Barbara Romagnoli: Aumentare l'informazione e la diffusione capillare del pensiero e delle possibili pratiche della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Barbara Romagnoli: In Italia, penso al movimento No Tav, a quello di Vicenza e dell'Aquila, sono state situazioni in cui  la popolazione ha manifestato pacificamente il proprio dissenso. La presenza di alcuni violenti che risuona sui titoli dei giornali non puo' e non deve cancellare il resto. Nel resto del mondo, penso ad una iniziativa molto provocatoria ma che andrebbe organizzata anche in Italia, la marcia delle puttane, che sta facendo il giro del mondo, contro la violenza maschile sulle donne, sia fisica sia di pensiero, rispetto a chi vorrebbe imporci ruoli e abbigliamento.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Barbara Romagnoli: Sovvertire l'immaginario, lavorare sulle teste delle persone, in questi ultimi vent'anni il potere in Italia ha agito magistralmente sulle teste delle persone, da li' bisogna ripartire.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Barbara Romagnoli: La nonviolenza e' un atteggiamento mentale e una pratica, e' un modo di accogliere il conflitto e viverlo avendo chiaro che si puo' non usare violenza fisica e/o mentale. Non e' assolutamente facile, certo, spesso l'aggressivita' e' in agguato, non sempre si coglie la violenza di altri modi di fare apparentemente innocui. Per avvicinarsi a questo modo di pensare la cosa migliore, oltre a leggere i bei testi di Capitini e altri, e' quella di fare esperienza diretta, magari qualche corso per avere chiaro cosa significa cosa fare se devi difenderti da una violenza fisica.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A LAURA TUSSI

[Ringraziamo Laura Tussi (per contatti: laura.tussi at istruzione.it) per questa intervista.

Laura Tussi, docente, giornalista e scrittrice. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Ha conseguito vari Master di carattere pedagogico. Collabora con diverse riviste telematiche come www.peacelink.it, www.politicamentecorretto.com, www.ildialogo.org Autrice dei libri: Sacro (Emi 2009); Memorie e Olocausto (Aracne 2009); Il disagio insegnante (Aracne 2009); Il dovere di ricordare (Aracne 2010); Il pensiero delle differenze (Aracne 2011); Educazione e pace (Mimesis 2011). Collabora con l'Istituto Comprensivo Prati Desio (Mb) e con diverse riviste di settore, tra cui: Rassegna dell'Istruzione (Le Monnier, Mondadori - Miur), Scuola e Didattica (La Scuola), Education 2.0 (La Nuova Italia), Rivista dell'Istruzione (Maggioli). Cfr. anche l'ampia intervista in "Coi piedi per terra", nn. 291-292]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Laura Tussi: Per rispondere a questa domanda, riporto un mia lettera pubblicata dal sito www.ildialogo.org: "Marcia Perugia-Assisi. Vogliamo una marcia che si dissoci dalle guerre che violano la nostra Costituzione. [La seguente lettera redatta dalla nostra redattrice Laura Tussi e' stata sottoscritta dalla nostra redazione e dal Comitato promotore della campagna di Obiezione alle Spese Militari che l'ha inviata alla Tavola della Pace - nota redazione de "Il dialogo" -]. Cari promotori della Perugia-Assisi, concorderete di sicuro che qualsiasi guerra e' un crimine contro l'umanita' e che pertanto devono cessare le guerre neocoloniali in Libia e in Afghanistan, anche e soprattutto perche' ammantate di 'ragioni umanitarie' e di 'difesa della liberta''. L'umanita' necessita della smilitarizzazione dei conflitti, del disarmo, della pace, ed e' necessaria l'accoglienza e l'assistenza di tutti i profughi e i migranti, vittime della guerra. Auspichiamo un movimento di protesta dei popoli contro la barbarie per contestare, con l'affissione delle bandiere di pace e con manifestazioni nonviolente, tutte le guerre, sia civili sia, appunto, le cosiddette guerre ipocritamente definite 'umanitarie' o 'di legittima difesa'. Il movimento in favore della pace deve nascere, come e' accaduto in passato, da un sentimento laico condiviso di valori e di credi in cui si rispecchia il pacifismo, l'azione nonviolenta, in una presa di coscienza e di posizione collettiva, ma soprattutto a partire da ogni singolo individuo. L'idea di Pace deve investire la coscienza di ognuno di noi, di ogni essere umano, donne e uomini, in quanto attori e costruttori nel quotidiano e nel presente di contesti di dialogo. Il valore del sentimento globale e mondiale di pace consiste, in primis, nell'osservare e constatare che ogni soggetto singolo, ogni individuo, e' ontologicamente promotore di pace, in quanto essere pensante e comunicativo e raziocinante: la pace negli affetti, il confronto costruttivo nelle relazioni, l'interscambio positivo negli ambiti di lavoro, nelle istituzioni, nella scuola... insomma nell'attualita' del vivere ordinario e di ogni giorno. Passo per passo, momento per momento, ogni persona per la pace diviene creatrice di accordo e conciliazione, fautrice di bene e portatrice intrinseca di valore. Un valore universale e umano che viene calpestato dalle prepotenti decisioni governative, dettate dalle piu' bieche ragioni di stato di qualche "capo di governo", sospinto da volonta' estremamente nazionaliste, da manovre di potenza miranti a conservare, in una logica schiacciante e capitalistica, il potere sul mondo. Il "Dio petrolio" funge da pretesto per queste manovre belliche di menti votate alla follia, ottenebrate dall'arrivismo piu' esasperato, a scapito delle vite umane e della dignita' dell'umanita'. Abbiamo assistito a bombardamenti ed evoluzioni belliche, meglio considerabili come messe in scena di conflitto tra i grandi della terra, che alla fine si spartiscono il bottino, dietro occulte connivenze, a scapito del popolo sottomesso, senza considerazione per il valore dell'umanita' e per l'integrita' della stessa. L'eta' contemporanea, l'era planetaria attuale, esige la risoluzione di esigenze e problematiche ben piu' pressanti delle guerre, che non coincidono con politiche distruttive ed omicide antiumane, o con lo sterminio e sottomissione di un nemico considerato negativo ed inferiore perche' "altro" e "diverso" dal modello di un Occidente supposto emancipato, e presunto essere aperto al progresso. Le questioni pressanti da risolvere e i gravi problemi planetari sono ben altri rispetto alle spietate logiche belliche vendicative, intrise di orgoglio e superbia nazionalista: dalla grave situazione di degrado ambientale del pianeta, alla ricerca di energie alternative, alla risoluzione della fame nel mondo. La globalizzazione economica viene perseguita a tutti i costi, anche con mezzi illegittimi, ma possiede una crepa incolmabile: la crescita della coscienza dell'umanita' intera. La pace e' condivisione di idee, di valori, di opinioni con il fratello, amico e compagno, e' confronto e costruzione di progetti e speranze, di gioie e dolori, di successi e delusioni, e' portare gli uni il peso degli "altri" tramite la tenerezza della dedizione, del dono. La pace e' futuro e sara' promotore ed attore di pace chi gioiosamente raggiungera' la meta della condivisione di ogni alterita' e diversita' nell'altro da noi. Non costruiremo pace se non siamo in grado di trovarci ricchi e importanti gli uni per gli altri, nelle nostre reciproche ed imprescindibili differenze. Le istanze ed i valori sopra richiamati, benissimo espressi dal manifesto di convocazione della Marcia del Cinquantenario, hanno pero' bisogno, per concretizzarsi quale materia di responsabilita' individuale e collettiva, di un esplicito riferimento, da parte vostra, alla necessita' che la nostra Costituzione non venga contraddetta dalle due guerre, che abbiamo citato, in cui l'Italia e' attivamente coinvolta. Sottacere questa realta', come finora voi fate nel modo in cui comunicate, significa, nei fatti, dare una mano a chi si pone fuori dalla legalita' repubblicana e costituzionale; e, nei fatti, tradire la vera volonta' dei marciatori, che ripudiano le guerre, non solo in generale ed in astratto, ma partendo da quelle che violano la Costituzione del Paese cui appartengono ed il cui parlamento eleggono. Siete in tempo per rimettere nei corretti binari l'iniziativa che state organizzando e vi invitiamo capitinianamente a farlo".

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Laura Tussi: La Marcia per la pace Perugia-Assisi e' un grande evento della storia d'Italia. Sono centinaia di migliaia le persone che in tanti decenni vi hanno partecipato. Possiamo dire che essa e' una palestra di formazione politica, di cittadinanza attiva, un'assemblea itinerante per la pace. Non possiamo permettere che questa storica marcia rischi di diventare una ritualita', una tradizione, un fenomeno di massa strumentalizzato da manovre politiche e partitiche. Quest'anno e' il cinquantesimo anniversario della Marcia, quella voluta da Aldo Capitini. All'indomani della marcia del 1961 nacque il Movimento Nonviolento che percio' nel 2011 compie 50 anni. Capitini volle dare vita al Movimento Nonviolento per avere a disposizione uno strumento utile per lavorare al fine dell'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale a livello locale, nazionale e internazionale. Il primo punto del suo programma e' l'opposizione integrale alla guerra. Dopo cinquant'anni il cammino deve ripassare dall'opposizione integrale alle guerre perpetrate dal nostro Paese in Libia e in Afghanistan. La questione della Marcia Perugia-Assisi e' dirimente, perche' e' li' che si gioca il significato ultimo del nostro impegno. Quando parlo del valore, del significato e del portato valoriale di questa Marcia e purtroppo delle strumentalizzazioni partitiche soggiacenti ad essa, trovo spesso omerta' o i miei argomenti vengono elusi. Ma se vogliamo fare veramente i pacifisti e commemorare Gandhi e Capitini non dobbiamo sottrarci alla responsabilita' che tutti abbiamo nei confronti di tale evento. Altrimenti siamo fantocci nelle mani di una casta politica che ipocritamente spaccia presunti contenuti di pace, antirazzismo, nonviolenza e giustizia sociale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Laura Tussi: Personalmente collaboro con molti centri studi e di ricerca per la pace e la nonviolenza, tramite la scrittura, la ricerca e la testimonianza, e penso che si debba puntare a creare maggiormente ponti di dialogo, per intessere reti di relazioni, di collaborazioni e cooperazioni e aprire varchi di speranza in un mondo migliore, oltre gli individualismi e i settarismi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Laura Tussi: Il nostro ruolo deve essere di costante Resistenza, per non perdere la capacita' di indignarci. R-esistere oggi significa assumere consapevolezza e avere la capacita' di non essere indifferenti di fronte a tutte le ingiustizie sociali. La Resistenza non puo' essere intesa solo come un evento storico limitato agli ultimi anni della seconda guerra mondiale, ma deve essere soprattutto un atteggiamento e un modo etico e morale permanente di porsi di fronte alle situazioni e agli eventi di rilevanza sociale e politica. Guido Petter - storico, pedagogista e presidente onorario dell'Istituto Pedagogico della Resistenza di Milano - ha sostenuto a questo proposito principi sociali ed etici importanti ed imprescindibili. La memoria non deve essere un vacuo esercizio retorico, ma un processo di accrescimento culturale che coinvolga le scuole in percorsi e processi educativi, formativi, didattici che aprano al dialogo tra culture, tra generi e generazioni: memoria quale fattore propulsivo di consapevolezza dei diritti umani. La Resistenza  deve attivare una coscienza morale ed etica perenne. Il padre costituente Piero Calamandrei, in questo senso profondo intendeva l'espressione "ora e sempre Resistenza". Come anche, in anni piu' recenti, il procuratore Borrelli incitava a "Resistere, Resistere, Resistere". I fratelli Rosselli, prima di rifugiarsi in Francia, dove dopo alcuni anni furono uccisi su mandato fascista, avevano fondato con Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e altri, un giornale clandestino, dal titolo emblematico "Non mollare!"... Resistenza non e' solo memoria del passato, ma linfa ed esercizio del presente, come sostiene anche Moni Ovadia. Il magistrato antimafia Antonino Caponnetto disse: "Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova Resistenza, la Resistenza dei valori, la Resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli". R-esistere oggi significa assumere consapevolezza e avere la capacita' di non essere indifferenti di fronte a tutte le ingiustizie sociali. R-esistere oggi significa avere la capacita' di indignarsi e prendere posizione, ieri contro il fascismo, attualmente contro la corruzione, il malcostume, le mafie, il terrorismo, il razzismo, le guerre; contro il degrado morale, sociale, politico e istituzionale. Hessel, uno dei padri costituenti della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, ha scritto recentemente un libro dal titolo "Indignatevi!", che incita a prendere coscienza e posizione. R-esistere oggi significa avere la capacita' di essere responsabili delle proprie azioni ed opinioni, per lanciare ponti di dialogo (Langer), messaggi di pace, per intessere reti di relazioni, per aprire varchi di speranza in un avvenire migliore, per un futuro dove il concetto di pace divenga la forma mentis di tutti i soggetti, di noi donne e uomini: proprio la pace per cui si sono battuti i partigiani antifascisti, perche' la guerra finisse per sempre... questo anno il nostro pensiero non puo' che essere rivolto a Vittorio Arrigoni che era ed e' la forza terrena della lotta contro l'ingiustizia, una lotta pacifica di chi presta la propria voce a chi non ha voce e si esprime attraverso la solidarieta' umana che soccorre chi ha bisogno di aiuto. "Restiamo umani" diceva Vittorio, e noi continuiamo a ripeterlo oggi perche' quella che Vittorio ci ha lasciato e' una eredita' preziosa... Ha scritto Kim Malthe-Bruun, 21 anni, partigiano danese, arrestato, torturato e fucilato il 6 aprile 1945: "Io non sono che una piccola cosa, e il mio nome sara' presto dimenticato, ma l'idea, la vita e l'ispirazione che mi pervasero continueranno a vivere. Li incontrerai ovunque, sugli alberi in primavera, negli uomini sul tuo cammino, in un breve e dolce sorriso. Incontrerai cio' che ebbe un valore per me, l'amerai e non mi dimenticherai".

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno?

- Laura Tussi: Sono  moltssime; a mero titolo di esempio vorrei segnalare l'iniziativa "Per non dimenticare" in cui sono personalmente impegnata: un progetto che si propone di sviluppare iniziative, documentazione e dibattito sul recupero della memoria storica e sulla tutela dei diritti sociali e civili sanciti dalla Carta costituzionale democratica e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, che ci sono state donate dai nostri padri costituenti, in seguito alla Resistenza partigiana antifascista. Gli incontri culturali del Progetto "Per non dimenticare" sono itineranti e si svolgono nelle scuole e nelle sedi Anpi e Arci, negli ambiti istituzionali, con la partecipazione di testimoni diretti e indiretti della Deportazione, della Resistenza e della Liberazione... Gli incontri a tema sono volti ad approfondire il Progetto memoria storica a Nova Milanese, dal titolo "Per non dimenticare". Il progetto e' stato intrapreso, a partire dagli anni '70, dall'Amministrazione Comunale e dalla Biblioteca Civica Popolare, con la raccolta di videotestimonianze, interviste, biografie e documentazioni inerenti la memoria dei campi di concentramento e di sterminio nazifascisti. Tutto questo enorme materiale documentale e audiovisivo, inerente le deportazioni di civili per motivazioni politiche, e' racchiuso nel sito www.lageredeportazione.org. Nel 2000 la Biblioteca Civica Popolare di Nova Milanese, in collaborazione con l'Archivio Storico della città di Bolzano, hanno realizzato con Rai ducational la trasmissione dal titolo Testimonianze dai Lager; questa trasmissione e' nel sito www.testimonianzedailager.rai.it. Anche l'Archivio Storico dell'Aned della Citta' di Sesto San Giovanni e Monza raccoglie informazioni storiche sugli oltre 44.000 deportati civili, per motivazioni politiche, provenienti da tutta Italia.... Una finestra sul futuro e' stata aperta dal dibattito su "Resistenza e nonviolenza", svoltosi a Nova in occasione del Giorno della Liberazione... Nell'Auditorium Comunale a Nova Milanese (Monza e Brianza) sabato 29 ottobre 2011 si aprira' la nuova stagione del Progetto "Per non dimenticare" con una staffetta benefica di raccolta di fondi a favore delle comunita' del caro amico don Andrea Gallo... Don Andrea Gallo, che sara' ospite principale dell'iniziativa, e' un sacerdote, fondatore e animatore della comunita' di San Benedetto al Porto di Genova e di altri centri di accoglienza; le comunita' di don Gallo accolgono persone con ogni tipo di problema di emarginazione, tutti gli ultimi, i piu' deboli, i piu' fragili, tutte le persone con difficolta' che la societa' non riesce ad aiutare e ad integrare; ricordiamo l'ultimo suo libro, dal titolo "Di sana e robusta Costituzione", edito da Aliberti. Durante l'evento sara' presente anche Emergency.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Laura Tussi: Molti istituti di ricerca e movimenti attivi per la pace e la nonviolenza si oppongono con il digiuno, con l'azione nonviolenta, ad una societa' oligarchica e militarizzata, consegnata a rischi inaccettabili nell'interesse di poche caste potenti dei signori dell'atomo, del petrolio e dell'industria bellica. Tutti noi vogliamo che i diritti fondamentali siano garantiti per ogni persona e che i bisogni legati alla vita e alla dignita' umana siano soddisfatti, per una comunita' realmente solidale, per una societa' in cui l'acqua, diritto universale e inalienabile, non sia sottoposta alla logica del mercato e trasformata in fonte di ricchezza privata e pretesto di contese, di violenze e di guerre, come il petrolio. E' necessario contrastare il nucleare che non e' un'energia pulita, al contrario di quello che il governo vuole far credere, per investire, invece, sulle energie rinnovabili, alternative, pulite e sulla frontiera delle innovazioni ecologiche, migliorando cosi' la qualita' della vita in contesti democratici, aperti al dialogo tra le istituzioni, che accolgano le vittime delle guerre e offrano asilo e ospitalita' a tutti i migranti, per creare societa' dove si privilegino principi di saggezza, scelte di pace e percorsi di nonviolenza, nei rapporti tra individui, societa', istituzioni e stati. La guerra imperversa con conseguenze devastanti e massacri quotidiani di cui i canali di comunicazione di massa non fanno integralmente e in modo imparziale menzione. La guerra del colonialismo, dell'imperialismo, delle dittature, dello sfruttamento produce fame, desertificazione, morte e ingenera sempre violenza. La guerra, le connivenze e le complicita' con i conflitti imperialisti hanno privato di sensibilita' la coscienza civile che non reagisce: non si prova piu' orrore, sdegno e vergogna. La violenza diventa abitudine. Gli attivisti dei movimenti in favore della pace, del disarmo e della nonviolenza continuano a resistere, portando avanti campagne di digiuno, per opporsi alle guerre e alla catastrofe nucleare. Queste iniziative intraprese da singole persone amiche della nonviolenza costituiscono, tutte insieme, un modo per mettersi in gioco personalmente, per assumersi delle responsabilita' e per indicare la strada concreta della nonviolenza e della pace, per uscire dalla follia, dal baratro senza fine dei conflitti bellici e dell'era del nucleare. Vogliamo la pace come umanita' che si deve riconoscere una, plurale e solidale, concretamente esistente nei singoli esseri umani tutti uguali per diritti e dignita' e differenti per caratteri, propensioni e opinioni, nell'umana convivenza, nella comune responsabilita', nella reciproca solidarieta' di cui ogni persona e' promotrice. La pace e' un processo lungo di preparazione e meditazione dei popoli. La pace e' una forma mentis che deve investire ogni essere umano nelle proprie scelte e predisposizioni. Ringraziamo tutti gli amici della nonviolenza che giorno dopo giorno si impegnano per un ideale: la pace. Sono moltissimi le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento dal marzo al giugno 2011 "per opporsi alla guerra e al nucleare"; c'e' stato chi ha digiunato anche se malato in ospedale, e chi, non potendo aderire per vari motivi, lo ha fatto spiritualmente: si e' digiunato in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GIULIO VITTORANGELI

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questa intervista.

Giulio Vittorangeli, nato a Tuscania (VT) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Donne in America latina, Celleno, luglio 1997; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; La cultura del nuovo impero: l'uomo a dimensione di merce, Celleno, luglio 2002; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003; America Latina: l'alternativa al neoliberismo, Viterbo, aprile 2004; Mulukuku: un progetto di salute mentale in Nicaragua, Viterbo, novembre 2010. Ha coordinando il Gruppo di approfondimento "Vivere nel nord  impegnati nel sud", all'interno del Convegno "Vivere e amare attraverso le contraddizioni", promosso dall'Associazione Ore Undici, e svolto a Trevi nell'Umbria (Pg), 25-30 agosto 2001. Ha partecipato alla trasmissione di "Rai Utile", del 24 gennaio 2006, dal titolo "America Latina e' sviluppo". Ha contribuito alla realizzazione, stesura, pubblicazione e presentazione di tre libri: Que linda Nicaragua!, Associazione Italia Nicaragua, Fratelli Frilli editori, Genova 2005; Nicaraguita, la utopia de la ternura, Terra Nuova, Managua, Nicaragua, 2007; Nicaragua. Noi donne le invisibili, Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, Davide Ghaleb editore, Vetralla 2009. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Attualmente cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Giulio Vittorangeli: Cinquanta anni sono tanti, e meriterebbero una vera analisi storiografica; non solo quella "militante". Saro' banale, ma il significato piu' rilevante mi sembra proprio quello della marcia. Coprire fisicamente a piedi una distanza tra due luoghi, vuol dire riscoprire la materialita' dei corpi, nella fatica dei chilometri da percorrere, a contatto diretto con altre persone. Una marcia consente di andare lentamente, permette di parlare e di ascoltare nel senso capitiniano; e questo e' oggi forse piu' rilevante che mai, perche' viviamo giornalmente immersi nella immaterialita' dei corpi, ad iniziare da internet. Credo che chiunque abbia partecipato almeno una volta alla Perugia-Assisi, ne sia uscito comunque arricchito, e che resti per questo un'esperienza decisamente particolare. Di manifestazioni "per la pace" ne abbiamo fatte tante e probabilmente tante continueremo a farne, ma la Perugia-Assisi ha decisamente una sua peculiarita'. Tutto questo, dando per scontato che l'asse portante della marcia e' la nonviolenza, la via maestra della nonviolenza, vissuta nella sua attualita', nel cercare di dare risposte alle domande che la situazione internazionale drammaticamente pone. Cosa che, mi sembra, nel passato, non sempre sia stata fedelmente rispettata.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Giulio Vittorangeli: Ho letto i documenti che convocano la prossima marcia "Per la pace e la fratellanza dei popoli"; certamente e' da apprezzare la particolare attenzione che viene rivolta ai giovani. Cosi' come e' da apprezzare il fatto che per la prima volta e' stata convocata congiuntamente dal Movimento Nonviolento e dalla Tavola della Pace. Difficile dire cosa la caratterizzera'. Credo che questo dipendera' essenzialmente dalla preparazione e consapevolezza di tutti i partecipanti. Voglio dire che sarebbe auspicabile che fossero ben visibili gli impegni che impone la nonviolenza nella attuale situazione italiana ed internazionale; e questo inevitabilmente dipende da chi sara' presente.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Giulio Vittorangeli: Mi viene in mente la famosa citazione di Antonio Gramsci, sul pessimismo della ragione e l'ottimismo della volonta'. C'e' un problema, grosso come un macigno, solo parzialmente superato dal recente straordinario risultato referendario, ed e' quello relativo alla marginalita' dei cosiddetti movimenti. Naturalmente non riguarda solamente la realta' nonviolenta, ma l'intero e variegato mondo eco-pacifista. Credo che questi movimenti sono di fatto invisibili perche' annichiliti troppe volte non solo dalle guerrafondaie strategie dei neoimperi, ma dalla volonta' bipartisan (tutta italiana) e da una sinistra che li ha cancellati dall'agenda. Ci troviamo davanti a "mille movimenti" che non fanno sistema perche' privi di una sponda politica credibile nella quale riconoscersi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Giulio Vittorangeli: E' evidente il riferimento alla precedente domanda, e rimanda all'interrogativo sul come non dico superare ma quantomeno affrontare l'ininfluenza e l'inadeguatezza attuale che riguarda tutti i movimenti che si oppongono al degrado politico e sociale che caratterizza la societa' italiana. Credo che il ruolo che si deve provare a svolgere sia duplice: superare l'eccessiva frammentazione e soprattutto diventare soggetto politico, ricercando forme nuove con una forte impronta femminile, di genere. Certo impresa tutt'altro che facile, dalle molte incognite e da far tremare le vene e i polsi, ma non credo esista alternativa.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Giulio Vittorangeli: Difficile da dire per l'Italia; per il resto, certamente la cosiddetta "Primavera araba". "Sono respiro del mondo e danno voglia di respirare anche a noi, che con la democrazia il coraggio sembra averlo perso", per citare le parole di Rossana Rossanda. Ma anche qui occorre andare fino in fondo; troppo facilmente si e' dato per scontato che le rivolte arabe avrebbero innescato processi che automaticamente avrebbero portato alla nascita di societa' piu' giuste e democratiche. Provare a dare risposte agli interrogativi: "Se e quanto hanno vinto? Chi e come le hanno ingabbiate?" e' un compito dal quale non dovremmo esimerci.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Giulio Vittorangeli: Due mi sembrano le emergenze attuali: la guerra e il razzismo. Primo, reagire alla barbarie che la guerra ci ha piantato dentro; arginare, cosi', la "cultura" e la legittimazione della guerra: "inevitabile", "umanitaria", ecc.; ritornando alle originarie interdizioni solenni, per noi la Costituzione, per il mondo la carta delle Nazioni Unite stesse. Secondo, reagire al razzismo di stato, a quelle politiche che vengono presentate come la necessaria risposta delle istituzioni a un sentimento popolare di insicurezza scaturito dall'invasione di alieni, percepiti come minacciosi per l'identita' e la civilta' occidentali. In realta', e' la banalita' della violenza istituzionale e burocratica ad alimentare i pogrom e i roghi della xenofobia popolare, non il contrario. Se non riusciamo in questo duplice scopo, il burrone nel quale sta precipitando la nostra umanita', diventera' sempre piu' profondo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Giulio Vittorangeli: "La nonviolenza e' il punto della tensione piu' profonda tesa al sovvertimento di una societa' inadeguata". Se non sbaglio la frase e' dello stesso Aldo Capitini. Quindi, uno stile di vita ed un metodo per ottenere positivi cambiamenti sociali, senza che questo comporti distruzione, umiliazione, punizione di chi vi si oppone. La nonviolenza attiva (l'umano ai tempi del disumano) e' una risorsa a disposizione di tutte le persone e di tutti i popoli per affermare i propri diritti e dunque la propria dignita'. Combattere percio' i meccanismi di oppressione e ingiustizia senza cadere prigionieri della spirale disumanizzante della violenza. Detto questo, auspico (come piu' volte ho avuto occasione di affermare) l'attenzione concreta alle ragioni degli oppressi e considero la nonviolenza un elemento determinante della solidarieta' internazionale "tenerezza dei popoli". Nel testo di convocazione della marcia si parla di "fratellanza dei popoli", mi sembra piu' appropriato ed incisivo il termine "solidarieta'". Quanto al "come accostarsi", credo che si possa seguire una doppia strada: una diciamo teorica o culturale, leggendo quindi i testi relativi alla nonviolenza; esiste una enorme bibliografia ed una enorme produzione editoriale in questo senso. L'altra strada, entrando direttamente in contatto con la nonviolenza organizzata. Anche qui esistono centri ed organizzazioni prestigiosi ed importanti sia a livello nazionale che a livello locale.

 

6. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 2 AGOSTO A VITERBO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE SULLA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA

 

Martedi' 2 agosto 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un nuovo incontro di riflessione sulla nonviolenza oggi in Italia.

L'incontro ha fatto seguito al precedente del 29 luglio e si e' concentrato su questioni metodologiche ed assiologiche fondamentali.

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Maurice Maeterlink, La vita delle api. La vita delle termiti. La vita delle formiche, Newton Compton, Roma 1991, pp. 368

- Maurice Maeterlinck, Serre calde e Quindici canzoni, Mondadori, Milano 1989, pp. 160.

- Emile Verhaeren, Lea Ailes rouges de la Guerre. Poemes, Mercure de France, Paris 1920, pp. 252.

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 637 del 4 agosto 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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