Telegrammi. 636
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- Date: Wed, 3 Aug 2011 00:30:13 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 636 del 3 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: L'orrore quotidiano, il quotidiano golpe
2. Pasquale Pugliese: La lunga marcia della nonviolenza
3. Sette domande a Nicola Lo Bianco
4. Cinque domande a Gianluca Patrizi
5. Sette domande a Elio Rindone
6. Sette domande a Christiana Soccini
7. Enrico Peyretti ricorda Luca Magosso
8. Si e' svolto a Blera dal 28 al 31 luglio 2011 il XV incontro nazionale della rete dei villaggi ecologici
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: L'ORRORE QUOTIDIANO, IL QUOTIDIANO GOLPE
Dopo il Senato della Repubblica anche la Camera dei Deputati ha approvato il rifinanziamento delle guerre in cui l'Italia e' illegalmente, criminalmente impegnata. Le guerre che quotidianamente provocano stragi in Afghanistan e in Libia, le guerre in cui anche decine di nostri giovani connazionali sono morti, tra le altre innumerevoli vittime, afgane, libiche, di altri paesi ancora, tutti esseri umani, tutti membri dell'unica umana famiglia.
Cessi la partecipazione italiana alle guerre e alle stragi.
Torni l'Italia al rispetto della sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana, che la partecipazione a quelle guerre terroriste e stragiste esplicitamente proibisce.
Solo la pace salva le vite.
2. EDITORIALE. PASQUALE PUGLIESE: LA LUNGA MARCIA DELLA NONVIOLENZA
[Ringraziamo Pasquale Pugliese (per contatti: puglipas at interfree.it) per averci messo a disposizione il seguente intervento apparso su "Azione nonviolenta" n. 7 del luglio 2011 e successivamente anche sul suo blog www.pasqualepugliese.blogspot.com
Per un profilo di Pasquale Pugliese dall'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 267 riprendiamo la seguente notizia biografica: "Sono nato nel 1968 a Tropea, sul Tirreno calabrese, ho studiato filosofia e svolto il servizio civile al di la' dello stretto, Messina. Migrante in direzione Nord, come molti calabresi della diaspora, sono infine approdato a Reggio Emilia. Dove ho fatto per diversi anni l'educatore in un progetto del Comune chiamato Gruppi Educativi Territoriali. Ne sono poi diventato coordinatore, supervisore ed oggi mi occupo di progettazione educativa. Contemporaneamente, fin dai tempi dell'universita', ho mantenuto un costante dialogo con il Movimento Nonviolento grazie al quale sono maturate molte di quelle convinzioni che ho appena espresso. Da un po' di tempo, accompagno la vita del movimento cercando di dare un contributo al suo coordinamento nazionale ed alla rivista "Azione nonviolenta", sulla quale seguo, per lo piu', le tematiche educative. A Reggio Emilia, dopo aver partecipato negli anni, a molte reti, coordinamenti e campagne, negli ultimi tempi mi dedico alla Scuola di Pace, sia sul piano dell'organizzazione che della formazione (www.comune.re.it/scuoladipace). Da poco tempo sto provando anche a muovere i primi passi sul web, dove ho un "profilo" su facebook, nel quale sono attivi diversi contatti con amici della nonviolenza di tutt'Italia, e dove cerco di seguire un rudimentale blog nel quale, man mano, inserisco articoli e interventi e dove finira' anche questa intervista. (www.pasqualepugliese.blogspot.com). Tuttavia, tra tutte le attivita', quella principale, che richiede le mie migliori energie e mi da' le maggiori soddisfazioni, e' quella di papa' di due splendide bambine: Annachiara e Martina"]
Da venerdi' 17 a domenica 19 giugno Bolzano e' stata la capitale italiana della nonviolenza.
Il Centro Pace di Bolzano, Pax Christi, la Tavola della Pace e il Movimento Nonviolento vi hanno svolto un Convegno denso e partecipato in preparazione della Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli, cinquant'anni dopo quella voluta da Aldo Capitini, da Perugia ad Assisi.
E' stata l'occasione per tanti amici della nonviolenza, vecchi e nuovi, di ritrovarsi sia per fare un bilancio sull'esperienza delle Marce nel mezzo secolo trascorso da quel 24 settembre del 1961, sia per riflettere insieme sulle prospettive che il movimento per la pace vuole aprire con la prossima Marcia del 25 settembre.
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La rivoluzione nonviolenta
Il venerdi' sera ha aperto i lavori la sessione introduttiva sulle resistenze nonviolente nel Mediterraneo, che ha aiutato a contestualizzare lo scenario di cambiamento internazionale nel quale si colloca questa Marcia per la Pace e del quale vuole essere, a sua volta, parte attiva.
Il sabato mattina si e' svolta una doppia sessione di lavori.
La prima ha messo a fuoco il tema "Aldo Capitini e la rivoluzione nonviolenta", con interventi di Fabrizio Truini, Enrico Peyretti e Daniele Lugli, presidente emerito del Movimento Nonviolento. Ne e' emersa la figura rivoluzionaria di Capitini, il cui lascito politico e culturale deve ancora essere messo a valore per intero, che continua ad essere compresente attraverso le molte iniziative da lui avviate, sovente in anticipo rispetto ai suoi tempi. Non a caso quest'anno ricorrono sia i cinquanta anni della Marcia Perugia-Assisi sia del Movimento Nonviolento, figlio della prima Marcia, entrambi voluti fortemente dal filosofo perugino.
La figura e il pensiero di Capitini e dei maestri di pace Danilo Dolci, Tonino Bello, Ernesto Balducci, Lorenzo Milani, Primo Mazzolari e Lanza del Vasto sono poi stati ripresi nei laboratori pomeridiani, nei quali sono stati anche narrati i contatti e i collegamenti reciproci tra questi profeti di speranza, che hanno delineato il profilo culturale di un'Italia diversa.
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La lunga marcia della nonviolenza
La seconda sessione sul tema "La lunga marcia della nonviolenza" con Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace e mons. Luigi Bettazzi, presidente emerito di Pax Christi, e' entrata nel merito della funzione svolta dalle Marce negli ultimi cinquant'anni di storia patria. La Marcia del 61, e' stato ricordato da Mao Valpiana, aveva tre caratteri fondamentali: promossa da un Centro nonviolento indipendente, popolare ed aperta a tutti. Attraverso di essa e' entrato sulla scena politica e culturale italiana il movimento per la pace con una propria voce autonoma e, come ha ricordato Flavio Lotti, un'idea positiva di pace. Voce che ha continuato ad essere presente anche attraverso le venti edizioni successive, sia quelle convocate dal Movimento Nonviolento (1978, 1981, 1985, 2000) che quelle convocate dalla Tavola. Quest'anno, per la prima volta, la Marcia ha una convocazione congiunta del Movimento Nonviolento e della Tavola della Pace. E questo e' gia' il primo importante risultato di questo cinquantesimo anniversario.
Ma la Marcia non puo' essere solo una celebrazione, deve porre all'attenzione dell'agenda politica del paese i propri temi specifici ("una marcia non e' fine a se stessa: fa sorgere problemi, orientamenti, attivita'...", scriveva Capitini, all'indomani della prima), all'altezza dei compiti del presente. Essa deve porre all'attenzione di tutti cio' che il documento preparatorio del Movimento Nonviolento ha definito la mozione del popolo della pace (vedi "Azione nonviolenta" n. 6/2011).
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I compiti della Marcia per la Pace
Quali siano questi compiti e' emerso anche, in parte, nella sessione plenaria del sabato pomeriggio, in particolare con il contributo dal segretario confederale della Cgil Enrico Panini, il quale ha ricordato come non e' vero che il governo abbia operato un taglio orizzontale della spesa pubblica, perche' c'e' un settore, quello delle spese militari, che ha raggiunto la cifra astronomica di 25 miliardi di euro, ossia ben 130 milioni in piu' rispetto allo scorso anno, senza contare le spese folli per la guerra in Libia e l'acquisto dei cacciabombardieri F35. Ammettendo, tra l'altro, che su questo tema lo stesso sindacato ha il dovere di istruirsi, non puo' essere disattento.
Si pone, dunque, con forza il tema del disarmo e del ripudio della guerra e della sua preparazione, anche per ricucire lo strappo all'art. 11 della Costituzione il quale, ripudiando la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, indica la necessita' della ricerca di mezzi alternativi.
Ripudiare la guerra e la sua preparazione e costruirne le alternative e', direbbe Capitini, "il punto piu' profondo del sovvertimento di una realta' inadeguata", a partire dal quale si possono aprire prospettive di trasformazione profonda in tutti i piani di realta', come e' stato anche evidenziato dai relatori nella sessione conclusiva di domenica mattina: nelle chiese (Fabio Corazzina), nella cultura e nel linguaggio (Lidia Menapace), nell'economia (Nanni Salio). E si possono costruire modalita' nonviolente per la trasformazione dei conflitti, capaci di fondare una nuova convivenza, dal piano delle relazioni interpersonali a quello delle relazioni internazionali (Marianella Sclavi).
Alla fine di questo importante Convegno erano ancora molte le cose che si sarebbero potute dire, i confronti che si sarebbero potuti avviare, ma i tempi serrati e le molte relazioni previste non hanno lasciato molto spazio al dialogo tra tutti, al capitiniano ascoltare e parlare.
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La mozione del popolo della pace
Tuttavia ci siamo lasciati con la chiara consapevolezza che con la Marcia del 25 settembre ci aspetta un compito importante e, per certi versi, analogo a quello della prima edizione. La Marcia del 1961 era perfettamente inserita nella storia del suo tempo - la guerra fredda, con le forti ripercussioni italiane - rispetto alla quale ha aggiunto la voce e la presenza fisica di un nuovo soggetto storico: il popolo della pace. Analogamente la Marcia del 2011 si deve inserire nel tempo presente in maniera proattiva e propositiva.
E' questo un tempo in cui, dopo vent'anni di berlusconismo, il vento del cambiamento politico e della partecipazione dal basso ha iniziato a soffiare impetuoso anche in Italia. Ha soffiato con le elezioni amministrative e, sopratutto, con i referendum che hanno travolto le alchimie delle segreterie dei partiti ed hanno posto alcuni punti chiari di un metodo di partecipazione e di nuovo programma politico. Il metodo e' quello dell'assunzione della responsabilita' individuale e dell'esercizio del potere di tutti, che ha fatto risorgere dal basso il principale istituto di democrazia diretta previsto in Italia, il referendum popolare. Attraverso di esso, i cittadini hanno espresso tre fondamentali principi: i beni comuni sono sottratti al neoliberismo e alla logica di mercato; l'energia si deve coniugare con l'ecologia, cioe' con l'ambiente, la salute e il futuro; la legge e' uguale per tutti.
Alla Marcia della pace, che deve diventare la prossima tappa di questo nuovo processo di Liberazione del paese, rimane il compito e la responsabilita' di indicare ancora un principio, di porre la propria mozione in questo varco della storia: il ripudio della guerra e della sua preparazione, il disarmo e la costruzione dei mezzi alternativi.
Una rivoluzione nonviolenta e costituzionale, che apre tutte le altre.
3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A NICOLA LO BIANCO
[Ringraziamo Nicola Lo Bianco (per contatti: nicolalobianco at alice.it) per questa intervista.
"Sono nato e vivo a Palermo. Ho insegnato Letteratura italiana e Latino nei licei. La consapevolezza civile e politica inizia con la partecipazione alle lotte studentesche ed operaie degli anni '60 e '70. La mia attivita' si svolge tra poesia e teatro, ma l'asse del mio impegno e' quello di docente, nel rapporto continuo con gli studenti alla ricerca di un accrescimento morale e civile in rapporto a un coinvolgimento sociale attivo. Pubblicista, collaboro a diverse riviste, con note di costume, recensioni e brevi saggi critici su scrittori e poeti contemporanei, oltre a una serie di profili sui maestri della nonviolenza. Negli anni '60, insieme ad altri giovanissimi "ribelli", sono promotore de "I Draghi", gruppo teatrale di base, che negli anni successivi sara' punto d'incontro di autori e attori protagonisti di quella che e' stata definita "drammaturgia palermitana". Ho pubblicato "Rapsodia del centro storico" (Borgonuovosud, 1989), "Riflessioni di un insegnante solitario" (Borgonuovosud, 1995), "Monologo sulla strage degli innocenti" (Caputo tipografica, 2003), e piu' recentemente "Lamento ragionato sulla tomba di Falcone" (Coppola - Di Girolamo editori, 2010). Tra le opere teatrali ricordo "Liberta' Provvisoria", "Cantica del lupo et altre stelle", "Bianchi e Neri", "Il muro il pane i bambini", "I tempi del poeta in piazza", "Sanfraso'", e piu' recentemente "Vicolo sedie volanti". Per conto del Comune di Misilmeri sono autore di una drammaturgia della Divina Commedia tradotta in siciliano. Nell'ottobre 2010, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, ho organizzato incontri su Gandhi e la nonviolenza, nelle scuole di Misilmeri e Trabia (Palermo). Cerco, dialogando con gli studenti nelle varie scuole, di avvicinarli alla poesia. Non disdegno appassionati recital di poesie mie e di altri poeti". Cfr. anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 274]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Nicola Lo Bianco: Che in Italia, e nel mondo, esiste uno "zoccolo duro" che non si fa disperdere, che non rinuncia a pensare in termini morali ed etici, essendo la nonviolenza essenzialmente il fondamento di ogni atto morale, individuale e collettivo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Nicola Lo Bianco: Io penso che bisognerebbe far capire che la violenza non e' solo il pugno o il colpo di pistola. Violenza e' anche "smontare" la Fiat, disperdere centinaia di migliaia di famiglie, disporre a piacimento della vita (e della morte) di gran parte dell'umanita'. Bisognerebbe far capire che la guerra in Afghanistan o l'aggressione alla Libia sono parte di un progetto di guerra globale contro i diritti e le condizioni di vita anche del popolo italiano, di tutti quei popoli, europei compresi, che non si rassegnano all'asservimento globale economico e civile. L'esempio lampante in questi ultimi mesi e' il terrore psicologico e poliziesco sulla popolazione greca.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Nicola Lo Bianco: Permane lo "zoccolo duro", ma con tutto l'impegno di "grandi e piccini" la nonviolenza non riesce a proporsi come fattore sociale coesivo, rimane l'"utopia" di individui e gruppi che "non capiscono la realta'".
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Nicola Lo Bianco: L'individuo e' accerchiato, immerso, fino a non rendersene conto, nella violenza, e' potenziale violenza esso stesso, e non trova altra soluzione che rispondere "per le rime". Quello della nonviolenza e' un compito difficile e di lunga durata, che non puo' svolgere da solo il movimento, perche' rischia sempre di rimanere una voce nel deserto. Occorre trovare persistenti collegamenti con quelle realta' che non hanno interesse alla menzogna (scuola, universita', movimenti religiosi e civili), o che difendono con la verita' dei fatti chi viene aggredito e ridotto ad uno stato di disperata sopravvivenza. Le lotte di chi difende i diritti primari della persona, di chi non si rassegna alla sopraffazione, sono di per se' nonviolente (a onta delle menzogne televisive di regime), ma non c'e' ne' metodo, ne' consapevolezza della nonviolenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Nicola Lo Bianco: Da Nord a Sud, le ultime elezioni amministrative e i referendum, che hanno tracciato pacificamente, civilmente, democraticamente, il profilo di un'Italia ben diversa da quella di chi ci governa. Manca l'ulteriore passo, quello compiuto in Islanda, dove imponenti, pacifiche, spontanee manifestazioni di piazza hanno rimesso in discussione il sistema, mettendo in luce la complicita' delle forze politiche con il cieco potere delle lobby finanziarie, a cominciare dalle banche dell'Unione Europea e dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Il popolo islandese ha bocciato, con un referendum popolare plebiscitario, la restituzione del cosiddetto debito pubblico. Ma qui di tutto questo non ci fanno sapere nulla o quasi, ci informano invece quotidianamente sulla crisi della Grecia, ad ammonimento e minaccia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Nicola Lo Bianco: Porre al centro di ogni iniziativa la questione morale, primaria, essenziale, della precarieta' in ogni senso. E con cio' smascherare la falsa opposizione, la falsa sinistra, i falsi sindacati: far vedere cio' che si cela dietro le quinte della farsa politica.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Nicola Lo Bianco: La nonviolenza, per usare le parole di Kant, "e' l'uscita dell'uomo dalla minorita'", nel senso che ogni essere vivente (pietre comprese) non puo' e non deve piu' dipendere dalla legge del piu' forte, ma da cio' che e' possibile costruire insieme con lo scopo comune della salvaguardia di tutto cio' che ci circonda, che e' poi il modo piu' profondo e duraturo di salvaguardare se stessi e le nuove generazioni. Come accostarsi ad essa? Guardandosi attorno, constatando come ogni forma di violenza, oggi piu' che mai, e' nulla piu' che regressione materiale e morale; osservando cio' che emana e che succede attorno a persone benevole, rispettose, solidali, oneste, e da loro prendere esempio: come primo passo del cammino della nonviolenza.
4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. CINQUE DOMANDE A GIANLUCA PATRIZI
[Ringraziamo Gianluca Patrizi (per contatti: koster2000 at yahoo.it) per questa intervista.
Gianluca Patrizi e' persona di grande rigore morale e intellettuale; tra altre iniziative, ha preso parte all'esperienza di "Terra e Liberta'" a Bracciano, una associazione impegnata nell'informazione, nella formazione e nell'azione nonviolenta]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Gianluca Patrizi: Negli anni in cui l'ho vissuta piu' da vicino credo che questa marcia abbia avuto un grande significato, e' riuscita a mettere insieme le varie anime del pacifismo, talvolta molto lontane tra loro, spesso non comunicanti, dalla cattolica a quelle politiche di sinistra. E' stata capace di avvicinare migliaia di giovani e molto giovani, di infondere in loro la curiosita' e la voglia di partecipare a questi temi. Oggi, mi pare, che gran parte di questo sia andato perso.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Gianluca Patrizi: Credo che negli ultimi anni questa manifestazione abbia perso un po' di incisivita', ha forse raggiunto l'apice alcuni anni fa, quando gran parte del movimentismo (cosiddetto no-global) italiano ci conflui', oggi risente molto dell'arretramento delle varie realta' ed esperienze. Da qualche anno assistiamo a una sorta di involuzione, ognuno sembra essere tornato nella propria nicchia, perdendo quella straordinaria capacita' di fare rete che porto' a delle grandi manifestazioni di resistenza sul territorio.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Gianluca Patrizi: Se rimuoviamo le ignobili azioni di propaganda fatte dalla politica italiana e da moltissimi organi di informazione credo che possiamo guardare ai movimenti no-tav, ai manifestanti aquilani, agli operai licenziati e alle migliaia di immigrati in fuga da guerre e da poverta' come a grandi prove di resistenza nonviolenta. Credo rappresentino un "no" nonviolento alla logica predominante della mancanza di democrazia e ai soprusi violenti esercitati direttamente sulle vite delle persone e sui territori abitati. Che il cittadino non viene ascoltato o considerato di fronte a decisioni determinanti per la sua vita e' un atto di violenza inaudita, resistere a cio' credo che oggi rappresenti una manifestazione nonviolenta di enorme valore. Impedire all'essere umano di scappare da guerre e poverta', peraltro con viaggi infiniti e disumani, ritengo sia uno degli atti di maggiore violenza oggi perpetrati nei confronti delle persone. Chi, nonostante tutto, ancora tenta di resistere rifugiandosi presso altri territori, credo rappresenti una manifestazione alta di nonviolenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Gianluca Patrizi: Contro le guerre e la logica della guerra. Penso rimanga in cima alle urgenze. A partire dalla difesa della nostra Costituzione, soprattutto dell'articolo 11, ignorato non solo dai partiti italiani vecchi e nuovi, ma anche dalle istituzioni compreso il presidente della Repubblica.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa è la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Gianluca Patrizi: Chi ha partecipato ad esperienze di formazione e/o azione nonviolenta sa che un nonviolento si ribella! Non e' passivo di fronte allo sfacelo della societa', non e' timido e rassegnato davanti alle guerre, ai vuoti di democrazia, alla violazione dei diritti umani, dei diritti delle donne, alle ingiustizie sociali a cui assistiamo quotidianamente. Un nonviolento partecipa, reagisce, si oppone, resiste. Con metodi nonviolenti.
5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ELIO RINDONE
[Ringraziamo Elio Rindone (per contatti: eliorindone at tiscali.it) per questa intervista.
Elio Rindone, docente di storia e filosofia nei licei, oggi in pensione, ha conseguito nel 1984 il baccellierato in teologia presso la Pontificia Universita' Lateranense e in seguito, per tre anni, ha condotto un lavoro di ricerca presso l'Universita' Cattolica di Nijmegen (Paesi Bassi) tenendosi in contatto con E. Schillebeeckx. Ha pubblicato L'ispirazione della S. Scrittura dal Vaticano I al Vaticano II, Centro di Formazione Cristiana, Palermo 1982; Attualita' del pensiero greco. Quattro saggi, Centro di Formazione Cristiana, Palermo 1985; Per comprendere l'eucaristia, Augustinus, Palermo 1989; Ma e' possibile essere felici?, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2004; Chi e' Gesu' di Nazareth?, Ilmiolibro, 2011, oltre a vari articoli su "Aquinas. Rivista internazionale di filosofia" e su "Critica liberale"]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Elio Rindone: Ricordare che il pacifismo e la nonviolenza, come diceva Capitini, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti ma una forma di lotta per un mondo migliore.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Elio Rindone: La necessita' di richiamare gli Italiani a impegnarsi per un governo rispettoso dell'articolo 11 della nostra Costituzione.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Elio Rindone: L'Italia in tutti i campi vive un momento particolarmente critico della sua storia: bisogna raddoppiare gli sforzi per uscire dal pantano.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Elio Rindone: Quello di una testimonianza, oggi minoritaria: ma le minoranze possono avere anche un'efficacia storica.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Elio Rindone: La capacita' del popolo islandese di affermare pacificamente la propria sovranita'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Elio Rindone: Sollecitare i docenti piu' sensibili a parlare della nonviolenza ai propri studenti.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Elio Rindone: Nonviolenza e' anzitutto rispetto dell'altro. Utile la proiezione (e la successiva discussione) del film "Gandhi" di Richard Attenborough.
6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A CHRISTIANA SOCCINI
[Ringraziamo Christiana Soccini (per contatti: ch.soccini at tin.it) per questa intervista.
Christiana Soccini, insegnante, svolge contemporaneamente attivita' di conservazione della piccola fauna e degli habitat naturali in collaborazione con Enti locali, Universita', Parchi e Riserve naturali. Collaboratrice di diverse case editrici come traduttrice, referee, autrice di testi ed opere scientifiche, di lavori divulgativi e libri su tematiche naturalistiche, ecologiche e di bioetica. Nell'ambito della divulgazione, con particolare attenzione ai diritti animali e al rapporto uomo-ambiente, e' stata anche fra i pionieri della comunicazione radiofonica, per cui ha redatto e condotto programmi di ecologia e bioetica, collaborando altresi' con testate massmediatiche sugli stessi argomenti. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 263]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Christiana Soccini: Dipende dalla prospettiva con cui si guarda all'evento. Se da un lato la sempre grande partecipazione di gruppi di diversa estrazione sociale e culturale dimostra che l'imperativo della pace e' il tema trasversale e fondamentale nella direzione del cambiamento, dall'altro rimarca come sia ancora necessario ribadire la necessita' di soddisfare questo bisogno in una societa' globalizzata e preponderantemente tale per lo piu' su temi materiali e per le diffuse situazioni di guerra, violenza e sofferenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Christiana Soccini: Probabilmente il fatto che si ricorderanno il pensiero e l'opera di Aldo Capitini. Memori, appunto, della sua idea di pace universale, quest'anno il movimento antispecista portera' a Perugia la propria voce contro la caccia. Fra le parole che segnano questa scelta si legge: "La caccia causa milioni di vittime ogni anno. Animali ammazzati per il solo gusto di uccidere con le armi fabbricate dalle stesse industrie che armano gli eserciti regolari e irregolari di tutto il mondo. Le guerre causano milioni di vittime ogni anno. Aldo Capitini, padre della nonviolenza in Italia e fondatore 50 anni fa della Marcia Perugia-Assisi, credeva nell'imperativo 'non uccidere' anche per gli altri animali: un passo fondamentale per vivere in un mondo libero dalle guerre, da tutte le guerre. L'Umbria, la Regione italiana con la piu' alta densita' di cacciatori, e' soprattutto la terra di San Francesco che chiedeva amore e rispetto per tutti gli esseri viventi. Quest'anno la Marcia Perugia-Assisi, domenica 25 settembre, pochi giorni dopo l'apertura della stagione di caccia, portera' un messaggio di pace e rispetto per tutti gli esseri viventi. Contro le proposte di aumentare i giorni e i luoghi di caccia, di diminuire le gia' tenui sanzioni contro la caccia illegale, di abbassare la tutela delle aree protette e la difesa della natura. Per questo, contro tutti i tipi di caccia, all'uomo e agli animali, saremo alla Marcia Perugia-Assisi".
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Christiana Soccini: Complicato. Il benessere (leggi: beneavere) tende a gettare tutti nell'isolamento gregario camuffata da pacificazione con gli altri. Il modello dominante, con tutta evidenza, e' un involucro vuoto, leggero, pret-a'-porter. Tendenzialmente, l'omologazione al nulla - meno impegnativa dell'affermazione dell'individualita' nella pluralita' - invade la scena e la prospettiva futura. Con l'attacco degradante e continuo alle opportunita' formative ed educativo-culturali dell'uomo, e' sempre piu' difficile contrastare la vacuita'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Christiana Soccini: In questa situazione: il ruolo assegnato al sovversivo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Christiana Soccini: Senz'altro l'ultimo atto dell'azione nonviolenta dei valsusini. Un popolo solidale, partigiano, che senz'armi affronta un esercito, armato e formato per nuocere, per riaffermare il diritto all'autodeterminazione, alla salvaguradia ambientale, ad un sistema socio-economico diverso da quello di Wall Street.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Christiana Soccini: L'economia e' un tema dominante, certo attualmente piu' accattivante di quelli squisitamente speculativi politico-filosofici. Seguire la via dell'economia eco-friendly puo' essere una strategia per sostenere anche la - necessaria - diffusione del pensiero che la genera, quello della conoscenza del resto del mondo - la massima diversita' - e, con la sua conoscenza, la sua comprensione, l'empatia con esso e il suo rispetto.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Christiana Soccini: Nonviolento e' chi mette in pratica qualsiasi azione al fine di non nuocere ad alcuno e favorisce l'affermarsi di questo sistema di vita. Chi si mette nei panni degli altri approccia la nonviolenza.
7. LUTTI. ENRICO PEYRETTI RICORDA LUCA MAGOSSO
[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: enrico.peyretti at gmail.com) per queste parole pronunciate alle esequie di Luca Magosso il 21 luglio 2011.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente centrale dal 1959 al 1961 della Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana); ha insegnato nei licei Storia e Filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nonviolenta nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi; e' socio del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione. Ha curato il volume collettivo Al di la' del "non uccidere" (Cens, Liscate, Milano 1989, oggi editrice Servitium, Sotto il Monte); ha pubblicato Dall'albero dei giorni. Soste quotidiane su fatti e segni (Servitium, Sotto il Monte 1998); La politica e' pace (Cittadella Editrice, Assisi, 1998); Per perdere la guerra (Beppe Grande editore, Torino, 1999); Dov'e' la vittoria? Piccola antologia aperta sulla miseria e la fallacia del vincere (Il Segno dei Gabrielli editori, Nogarine, Verona, 2005); Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi (Pazzini editore, Villa Verucchio, 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio su politica, fede, nonviolenza, Claudiana, Torino 2011); e numerosi articoli su riviste e volumi collettivi. Ha tradotto il volume di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, (Edizioni Plus, Pisa University Press 2004). Siti internet: www.peacelink.it/peyretti, www.peacelink.it/pace/a/5745.html, www.ilfoglio.info, www.serenoregis.org; online e' reperibile la sua Bibliografia storica delle lotte nonviolente "Difesa senza guerra". Alcune recenti interviste ad Enrico Peyretti sono nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 264 e n. 420. Un'ampia bibliografia (ma da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68.
Luca Magosso, autentico punto di riferimento per tutte le persone amiche della nonviolenza e per quanti impegnati nel Servizio Civile, era direttore del Centro Studi "Sereno Regis" di Torino, vicepresidente del Tavolo degli enti di servizio civile della provincia di Torino (Tesc) e consigliere del Coordinamento degli enti di servizio civile (Cesc)]
Caro Luca,
sei partito da noi e sei piu' che mai intimamente presente a noi.
Con questa tua vicenda improvvisa, che e' per noi uno strappo doloroso, ci inviti a sostenerci con qualche riflessione, nella linea di quell'impegno che abbiamo condotto insieme, di cercare vita giusta, libera, buona.
La morte si prende di prepotenza l'ultima parola, anche in modo violento e improvviso. Ma l'umanita', in tutte le culture profonde, in tutte le spiritualita', di tutti i popoli, tempi e latitudini, non ha mai accettato del tutto di lasciare l'ultima parola alla morte, e in vari modi ha rivendicato la vita sulla morte.
Anche un tacere sospeso e pensoso, aggrappato agli affetti e alle amicizie ferite, e' un nostro resistere alla imperiosa definitivita' della morte. Noi non ci arrendiamo a concederle l'ultima parola, la vittoria sulla vita.
Alcune persone illuminate e luminose, guide profetiche dell'umanita' attraverso i tempi, in vari linguaggi e prospettive, hanno delineato diverse immagini di una presenza di vita trasformata, resistente e superiore alla morte.
C'e' una parola di Aldo Capitini: "La protesta contro la morte e' piu' religiosa della sua accettazione". Mi sembra che questa parola valga anche per chi non ha una determinata religione, e magari da una religione ha ricevuto dure delusioni, e tanto piu' vale per chi ha una speranza religiosa.
La protesta non e' sterile e vana, non e' frustrante, se ora traduce il dolore in forza, in nuova volonta' di vita e di azione, e in ricerca di valori vissuti. Aiutiamoci in questo, aiutiamo specialmente Christine e Sofia, piu' intimamente colpite dallo strappo del loro Luca dalla loro famiglia.
Con Luca abbiamo condiviso e abbiamo promosso, col suo lavoro prezioso, un operare tenace nell'organizzare e diffondere la cultura e il costume della nonviolenza attiva, costruttiva, vera via alla pace nella giustizia, alternativa alla vita come dominio, che usa la morte stessa, invece di vincerla.
Luca e' stato fermato tragicamente dai limiti della nostra condizione naturale. Ma la vita generosa supera se stessa. Nulla di noi e' assicurato in permanenza. Ma nulla e' perduto di cio' che ha valore umano. Una vita dedicata agli altri e a cio' che e' giusto, va nella vita.
Luca ora e' in una pace per noi inimmaginabile, dove non c'e' dolore ne' morte, dove l'essere e' liberato da minacce distruttive, in una compresenza universale, negli spazi larghi della Grande Vita.
Noi ne soffriamo il silenzio e l'invisibilita', ma la sua presenza e' intima nei nostri cuori e nelle nostre vite.
Noi ti ringraziamo, Luca, noi ringraziamo la luce sulla vita che, da diverse prospettive, riusciamo un poco a intravedere, e a questa luce ti affidiamo.
Noi protestiamo contro la morte ricevendo da te, Luca, un impegno rinnovato a lavorare per la vita, come hai fatto tu.
8. INCONTRI. SI E' SVOLTO A BLERA DAL 28 AL 31 LUGLIO 2011 IL XV INCONTRO NAZIONALE DELLA RETE DEI VILLAGGI ECOLOGICI
[Dalle amiche e dagli amici della cooperativa "Il Vignale" di Blera (per contatti: tel. 3475988431 - 3478113696, e-mail: ilvignale at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Con un grande successo e un unanime apprezzamento si e' concluso domenica 31 luglio a Blera (Vt) l'incontro nazionale della rete degli ecovillaggi cui hanno partecipato oltre cinquecento persone provenienti da tutta Italia e da altri paesi.
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Da giovedi' 28 luglio a domenica 31 luglio 2011, in localita' il Vignale, presso Civitella Cesi, nel comune di Blera (Vt), la Cooperativa agricola "il Vignale", con il patrocinio del Comune di Blera, ha ospitato il XV Incontro nazionale della Rete italiana dei villaggi ecologici. Il tema di quest'anno e' stato: "Ecovillaggi: la transizione fuori e dentro di noi".
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Da giovedi' a domenica si sono affrontate diverse tematiche riguardanti la vita comunitaria, non solo all'interno e all'esterno della comunita', ma anche come viene vissuta dentro e fuori di noi.
Nel primo incontro tematico su "Azioni e semi di consapevolezza sul territorio: agire localmente e pensare globalmente" si e' discusso sulla necessita' di portare maggiore attenzione allo sviluppo locale, riferendosi ad una filosofia e una politica che si prendano cura anche di quello che succede nell'economia e nella societa' a livello globale.
Nel secondo incontro tematico su "Ricerca interiore e relazioni: io e gli altri", tenutosi venerdi' 29 luglio, la riflessione si e' spostata sull'analisi del rapporto fra singoli individui e possibilita' relazionali nelle realta' rurali e urbane, comunitarie e non comunitarie.
Nel terzo incontro tematico, "Dal sogno alla realizzazione: i primi passi dell'ecovillaggio", sabato 30 luglio gli ecovillaggi presenti hanno messo in evidenza l'importanza che i rapporti interpersonali hanno nelle diverse fasi della costruzione di un villaggio ecologico.
Nell quarto incontro tematico, su "Tradizione e transizione: natura, altra economia e societa' solidale", si e' riflettuto su ecovillaggi e vita comunitaria come laboratori di sperimentazione sociale per un'economia che si prenda cura del pianeta e serva a conservare la possibilita' di vita per tutti gli esseri umani, noi, i nostri figli e le generazioni future.
I workshop di approfondimento hanno toccato vari temi di interesse generale: dalla filosofia alla panificazione tradizionale, dall'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili al benessere psicofisico, dalla nonviolenza alle attivita' creative e ricreative per i bambini, dall'agricoltura alla salvaguardia dei beni comuni.
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Straordinaria la partecipazione: oltre cinquecento persone di tutte le eta' provenienti da tutta Italia e da altri paesi hanno preso parte all'incontro. L'evento e' stato visitato con interesse e apprezzamento anche da numerose personalita' della vita pubblica di Blera e di tutto il viterbese.
Una serena armonia ha caratterizzato i quattro giorni, in cui convivialita' e riflessione, studio e condivisione, gioco ed impegno, teoria e pratica si sono efficacemente intrecciati.
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La Cooperativa agricola "il Vignale" ha ospitato l'incontro con grande impegno, servendo squisiti ristori a base di cibi naturali e prodotti artigianali locali e garantendo un'accoglienza vivamente apprezzata.
La Cooperativa "Il Vignale" ringrazia di cuore la popolazione civitellese e blerana e tutte le persone, le esperienze comunitarie, associative e le istituzioni che hanno contribuito al felice esito dell'incontro. Un ringraziamento particolare al Comune di Blera per il patrocinio.
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La Cooperativa agricola "il Vignale"
Per ulteriori informazioni: 3471714294 (Daniele), 3483816391 (Fabiana), 3895864091 (Mauro), e-mail: ilvignale at gmail.com
Blera, primo agosto 2011
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, Rusconi, Milano 1996, pp. 1032.
- Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Fenomenologia dello Spirito, Rusconi, Milano 1995, pp. 1152.
- Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, Rusconi, Milano 1996, pp. 672.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 636 del 3 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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