Voci e volti della nonviolenza. 385



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 385 del primo agosto 2011

 

In questo numero:

1. Sette domande a Norma Bertullacelli

2. Sette domande a Mimma Ianno' Latorre

3. Sette domande a Daniele Lugli

4. Sette domande a Paola Mancinelli

5. Sette domande a Rosangela Pesenti

 

1. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A NORMA BERTULLACELLI

[Ringraziamo Norma Bertullacelli (per contatti: norma.b at libero.it) per questa intervista.

Norma Bertullacelli, nata a Genova nel 1952, insegnante elementare, presidente del Centro Ligure di document-azione per la pace. Ha cominciato ad insegnare nel 1972, cercando di applicare alla scuola i principi pedagogici di Don Milani. Ha pubblicato due articoli scientifici sulla didattica delle scienze, incentrati sulla necessita' di far "scoprire" ai bambini attraverso la sperimentazione diretta i principi della fisica e della matematica, piuttosto che insegnarli "gia' pronti". Ha partecipato dal 1979 all'86 alle lotte contro la mostra navale bellica di Genova, concluse con l'eliminazione della mostra dal calendario delle iniziative della Fiera del Mare. E' stata presente a Comiso ai blocchi dei lavori di costruzione della base che avrebbe dovuto ospitare ordigni atomici. E' tra i fondatori/trici della "Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti", il primo gruppo (in ordine di tempo) che ha proposto di opporsi al g8 di Genova del 2001. Con don Andrea Gallo, Franco Fuselli, Luca Ottonello e Giordano Bruschi ha denunciato alla magistratura Mssimo D'Alema, allora presidente del consiglio dei ministri, per violazione della Costituzione per i bombardamenti della guerra nella ex Yugoslavia. Da dieci anni partecipa all'"Ora in silenzio per la pace", un'iniziativa che si ripete ogni mercoledi' dalle ore 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova ed alle iniziative della Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti. Per un lievemente piu' ampio profilo di Norma Bertullacelli dall'intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 245 riprendiamo la seguente notizia biografica: "Sono nata nel 1952, sono figlia di un operaio metalmeccanico e di una casalinga. Sono stata la prima persona della mia famiglia a conseguire un diploma di scuola superiore. Se potessi usare solo una parola per definire me stessa, direi che sono un'insegnante: non ho mai fatto altro, e non saprei fare nient'altro. Amo e credo nel mio lavoro, anche se dare un'occhiata veloce intorno dovrebbe bastare a farmi cambiare idea. Sono contenta che questa vostra domanda mi inviti a ripercorrere la mia storia di pacifista, antimilitarista e nonviolenta, e vado ad elencare. Nel 1970 e nel 1971 ho partecipato alla marcia antimilitarista Trieste-Aviano. Non riesco ad immaginare niente di piu' eterogeneo: dai radicali agli obiettori di coscienza; da Lotta Continua al Movimento Nonviolento di Pietro Pinna. Pero' fu una tappa fondamentale nella mia vita. Negli anni successivi ho contribuito a fondare a Genova il Movimento Nonviolento, che faceva soprattutto attivita' di promozione dell'obiezione di coscienza e per il suo riconoscimento come diritto. Prima uscita a Genova: una contestazione all'alzabandiera del 4 novembre 1971. Fino al 1989 si svolgeva a Genova ogni due anni la Mostra Navale, che noi ribattezzammo Mostra Navale Bellica, e cosi' viene tuttora definita. Si trattava dell'esposizione del "meglio" dell'industria militare italiana. La prima volta che tentammo un'azione di contestazione ci sedemmo in due davanti ai cancelli, e le auto degli espositori e della polizia ci aggirarono senza nemmeno prenderci in considerazione. All'ultima edizione, quella del 1989 eravamo migliaia: e la Fiera del mare non ospito' piu' la mostra e la "Rivista Militare Italiana" scrisse che Genova "non la meritava". Non ci illudiamo di aver risolto il problema del commercio delle armi, ma credo che si sia trattato di esperienze significative. Nel 1983 partecipai ai blocchi dei cancelli della base di Comiso: la polizia carico' con la stessa violenza che avremmo rivisto al G8 di Genova, ma non furono poche le persone che resistettero alla carica sedute al proprio posto davanti ai cancelli della base. Nel 1999 arrivo', inaspettato, l'annuncio che Genova sarebbe stata la sede del g8, e cominciammo a darci da fare. Un'esperienza tragica, sotto molti punti di vista. Innanzitutto l'assassinio di Carlo Giuliani, che ancora aspetta verita' e giustizia. Grandi rimpianti e riflessioni autocritiche nel nostro gruppo pacifista: fummo i primi a mobilitarci e ad organizzarci ( la prima assemblea contro il g8 porta la data del 13 dicembre '99 e si svolse nella nostra sede), ma non riuscimmo a far sentire la nostra voce  quando le "grosse organizzazioni"  diventarono maggioritarie nel Genoa Social Forum. E questo avvenne nonostante il fatto che la nostra proposta ed il gruppo che mettemmo in piedi, la Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti, avesse ottenuto sostegni autorevoli, da Samir Amin a padre Zanotelli, da George Houtart a Jose' Bove'. Ci piace pero' ricordare che in quella "carta di intenti" era esplicito e condiviso il riferimento alla nonviolenza. La nostra proposta di assedio pacifico degli otto (circondiamo i cancelli, le gabbie e le transenne, e non ci muoviamo di li') ottenne scarsa attenzione: la maggio parte preferi' il corteo "militante" dei centri sociali o le "piazze tematiche" lontano dalla zona rossa. Da quasi dieci anni partecipo all'"ora in silenzio per la pace": presenza ogni mercoledi' dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova (scelto non a caso: fu il palazzo dove si svolse il g8) contro tutte le guerre, in particolare quelle che coinvolgono l'Italia in modo diretto. Siamo arrivati/e alla 422sima ora: i volantini che abbiamo distribuito possono essere letti su www.orainsilenzioperlapace.org Perdonate l'immodestia, ma, visto che lo avete chiesto, cito anche le mie ("ben") tre pubblicazioni: due ricerche sulla didattica della fisica sulla rivista della Societa' Italiana di Fisica; ed una ricerca sui risultati scolastici nelle scuole medie superiori che dimostra che nelle classi piu' numerose e' piu' probabile essere bocciati ( per lo meno, lo era nel 1990...)"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Norma Bertullacelli: Credo la continuita' e la sua capacita' di coinvolgere, specie nelle ultime edizioni, moltissimi/e giovani.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Norma Bertullacelli: Mi addolora moltissimo scriverlo, per il rispetto che provo a chi ha lavorato e lavora per costruire questa grande iniziativa, ma ritengo che il carattere principale della marcia sia l'assenza, certo non casuale, di qualsiasi riferimento alle guerre nelle quali e' coinvolta oggi l'Italia. "Le guerre, come le note musicali, hanno un nome ed un cognome" abbiamo scritto qualche tempo fa, dedicando una delle nostre "ore in silenzio per la pace" all'anniversario della morte di John Lennon. E le guerre nelle quali oggi l'Italia e' coinvolta, inutili, illegali e criminali, e vietate dalla Costituzione, si chiamano guerra in Libia e guerra in Afghanistan. Non sono le guerre puniche. Come si puo' scrivere un appello per la Perugia-Assisi senza citarle con nome e cognome? Leggere le parole di Aldo Capitini citate all'inizio dell'appello, "Un solo essere, purche' sia intimamente persuaso, sereno e costante, puo' fare moltissimo, puo' mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio" (Aldo Capitini, 1966), non mi ha fatto pensare ad un'esortazione rivolta ai marciatori perche' si liberino del vecchiume ma alle decine di personaggi che un giorno in parlamento votano la guerra e l'indomani si fanno fotografare tra i marciatori. Personaggi che non sono mancati nel passato e - scommettiamo? - non mancheranno neppure questa volta. E all'inqualificabile silenzio del presidente della repubblica, che sa benissimo che cosa dice l'articolo 11; sa benissimo che sarebbe suo dovere farlo rispettare; sa benissimo che il prestigio internazionale dell'Italia sarebbe molto meglio difeso da progressi scientifici, prodotti artistici, difesa dei diritti, della dignita' e della vita dei lavoratori. E che - temo - mandera' anche lui il suo bravo messaggio ai "giovani" marciatori; molti dei quali non mancheranno di esserne acriticamente soddisfatti e di continuare a considerarlo l'unico baluardo contro il berlusconismo imperante.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Norma Bertullacelli: Non dispongo di informazioni sufficienti per poter rispondere in modo esauriente; ma certo rimangono, anche tra le persone impegnate politicamente, moltissimi pregiudizi. E il peggiore di tutti e' quello di chi considera i nonviolenti delle persone che cercano di evitare conflitti e contrapposizioni. Vorrei citare qui un'iniziativa di cui siamo molto fieri/e: La nostra piccolissima "ora in silenzio per la pace" e' giunta ormai alla 480ma settimana e ogni mercoledi' cerca di fare, come si diceva una volta, "controinformazione" sulle guerre, sul razzismo e sulle ingiustizie. Non e' molto, e la partecipazione e' molto varia (dalla decina al migliaio, per intenderci) ma... e' meglio di niente, no? (ulteriori informazioni nel sito: www.orainsilenzioperlapace.org)

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Norma Bertullacelli: Cercare, appunto, di sfatare questo pregiudizio: si puo' fare opposizione contro le inaccettabili ingiustizie imperanti facendo ricorso alle tecniche della nonviolenza e della disobbedienza civile.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Norma Bertullacelli: Certamente le rivoluzioni nei paesi arabi. Dal molto grande al molto piccolo: si sono appena concluse le iniziative in occasione del decennale del g8 di Genova. Non e' certo per il fatto che non ci siano stati incidenti al corteo che le si possa definire nonviolente. Ma molte delle occasioni di discussione hanno toccato gli argomenti della nonviolenza e dell'opposizione alla guerra.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Norma Bertullacelli: So di non essere originale: la guerra in Libia ed in Afghanistan, che e' ormai considerata dall'opinione pubblica un dato di fatto. Ricordate le manifestazioni contro la prima guerra del Golfo? Purtroppo e' vero il detto che afferma che ogni guerra giustifica le successive. Quante persone sono scese in piazza contro la guerra in Libia?

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Norma Bertullacelli: Quanto tempo e quanta voglia di ascoltare ha questa persona? A parte gli scherzi, risponderei che e' un modo per lottare contro le ingiustizie che rinuncia volontariamente ad aggredire e colpire la persona dell'avversario. E' efficace, ma sconosciuta. E' spesso confusa con passivita' ed acquiescenza, ma e' il suo contrario. E' basata sull'educazione, l'autoeducazione e soprattutto la coscienza. E rimanderei agli scritti di don Milani, tanto per cominciare...

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MIMMA IANNO' LATORRE

[Ringraziamo Domenica Ianno' Latorre (per contatti: lkian at tin.it) per questa intervista.

Mimma Ianno' Latorre e' insegnante, impegnata per la pace e i diritti, partecipe di molte esperienze di intercultura e solidarieta', referente del Cem (Centro di educazione alla mondialita'). "Sono, da un anno, una insegnante di scuola primaria in pensione. Spero di riuscire a continuare a dare il mio modesto contributo nel sociale e nell'adesione al movimento Cem. Amo la letteratura italiana e straniera e scrivo poesie e racconti. Alcuni editi, altri in lavorazione... sostengo il movimento della nonviolenza in cammino, appoggiando tutte le campagne che vengono proposte". Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 248]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Mimma Ianno' Latorre: Di rappresentare la coscienza civile della maggior parte di donne e uomini che dal dopoguerra in poi hanno maturato atteggiamenti pacifici e solidali verso il prossimo. Di rendere visibile agli occhi del mondo che la guerra si deve ripudiare non appoggiando mai la militarizzazione degli Stati, disapprovando tutte le altre azioni che provocano violenza e morte. La marcia Perugia-Assisi, voluta dal grande filosofo Aldo Capitini, testimonia sempre che la costruzione di un mondo nuovo e' possibile... se passa dalla determinazione consapevole di ogni essere umano che aspira a vivere e a far vivere le generazioni che verranno nella pace e nella sorellanza/fratellanza dei popoli della Terra.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Mimma Ianno' Latorre: Mohamed Bouazizi, come nel '68 Ivan Palach, due giovani che si sono ribellati alle ingiustizie degli oppressori dandosi fuoco e iniziando primavere di speranza per la moltitudine degli oppressi di ogni angolo del pianeta, sono certamente i simboli del desiderio profondo di ogni essere umano di comunicare il dolore e la disperazione contro il male che imperversa nel mondo. La marcia, che quest'anno parte dalla Tunisia, vuole significare l'amplificazione del grido di liberazione solidale e nonviolento contro tutte le oppressioni accomunando sempre di piu' i popoli del mondo. Con l'unico scopo di far comprendere che la societa' mondiale puo' trasformare le coscienze individuali rendendole illuminate e capaci di azioni costruttive e pacifiche. Le/i partecipanti alla marcia dimostrano con i fatti che ora e' giunto davvero il momento di credere fortemente che la salvezza dell'umanita' intera dipende dall'assunzione di responsabilita' di ognuno verso l'altro che soffre.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Mimma Ianno' Latorre: Centinaia di associazioni, ong, movimenti e molta parte della cittadinanza attiva che sul territorio italiano, da molti anni ormai, fanno sentire la loro voce critica e pacifica attestano che le coscienze sono attente e resistono sulle barricate, sventolando bandiere e sogni, opponendosi alle nuove barbarie e alle quotidiane degenerazioni del malgoverno e delle infinite mafie glocali. Tutto cio' fa ben sperare ma sappiamo che non bisogna mai abbassare la guardia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Mimma Ianno' Latorre: Certamente il ruolo deve essere politico (quella buona politica incorruttibile e  incorrotta) ma soprattutto  piu' esteso e condiviso da tutti gli strati della popolazione. Auspicherei una presenza e un radicamento nelle aule parlamentari attraverso una rappresentanza significativa e incisiva delle personalita' piu' in vista e non, anche semplici aderenti (come tante donne e tanti uomini di buona volonta' e sapienza) a movimenti pacifisti od altro... per riuscire meglio nella attuazione dei programmi inerenti al disarmo e alle infinite battaglie per ristabilire la giustizia sociale. Oppure il "destino amaro" vuole che la politica debba essere fatta solo dai disonesti e gli onesti devono restarne fuori?

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Mimma Ianno' Latorre: Certamente la manifestazione "Se non ora quando" organizzata dalle donne e la resistenza che le varie associazioni stanno portando avanti per riuscire a far sentire la loro voce su questioni importanti come la No-Tav, e in particolare l'opposizione alle guerre infinite volute dagli Stati guerrafondai per continuare ad arricchire il piu' ricco e impoverire il piu' povero.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Mimma Ianno' Latorre: Continuare a far sentire la voce di tutta la cittadinanza ai nostri governanti soprattutto sulle finte missioni di pace, per rendere l'articolo 11 della nostra Costituzione "L'Italia ripudia la guerra..." una realta' tangibile e non teorica: con tutti i mezzi nonviolenti possibili. Come ci ha insegnato Aldo Capitini.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Mimma Ianno' Latorre: Amare il nemico, come testimonio' Gesu', e come le cristiane e i cristiani di ogni tempo continuano a fare. Per accostarsi ad essa e' necessario fare un cammino di conversione all'Amore Liberatore, rappresentato in Terra non solo da Gesu' Cristo ma da tutte quelle persone che pur professando fedi diverse amano il prossimo e non lo uccidono.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A DANIELE LUGLI

[Ringraziamo Daniele Lugli (per contatti: daniele.lugli at libero.it, d.lugli at alice.it) per questa intervista.

Daniele Lugli, nato a Suzzara (Mn) nel 1941, risiede a Ferrara; laureato in giurisprudenza, e' Difensore civico della Regione Emilia Romagna. Presidente emerito del Movimento Nonviolento, figura storica della nonviolenza, unisce a una lunga e limpida esperienza di impegno sociale e politico anche una profonda e sottile competenza in ambito giuridico ed amministrativo, ed e' persona di squisita gentilezza e saggezza grande. "Ho conosciuto Aldo Capitini all'indomani della Marcia del '61. Ero un lettore dei suoi scritti fin dal Ginnasio per indicazione di un compagno di studi figlio di un professore, amico di Capitini e di Baglietto, studente alla Normale di Pisa quando Capitini ne era segretario. Da allora mi sono impegnato nel Gruppo di Azione Nonviolenta che, guidato e spronato da Piero Pinna, ha dato impulso all'azione per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e in altre attivita' del Movimento. Come Difensore civico, come si potrebbe vedere anche dal mio sito, mi occupo dei diritti dei cittadini e in particolare di chi ne ha piu' bisogno: minori, immigrati, privati della liberta', disabili... Aldo diceva che il cittadino a contatto con le istituzioni era rimandato da Erode a Pilato. Come Difensore mi sforzo di evitarlo". Per una piu' ampia informazione riportiamo la seguente scheda: "Daniele Lugli, nato a Suzzara (Mn) il primo settembre 1941. Residente a Ferrara. Laureato in Giurisprudenza, con lode, presso l'Universita' degli studi di Ferrara, nel 1964. Abilitato all'insegnamento di materie giuridiche ed economiche. Avvocato. Difensore Civico della Regione Emilia-Romagna dal maggio 2008. Gia' presidente nazionale del Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini nel 1961. Si occupa, operando in Associazioni senza fini di lucro, particolarmente di questioni inerenti i diritti umani, la pace, la trasformazione dei conflitti, la partecipazione, l'ambiente, la qualita' della vita. E' stato portavoce del Forum del III Settore della provincia di Ferrara tra associazioni, cooperative sociali e volontariato. E' stato componente del Comitato regionale di indirizzo dell'Azienda ospedaliera-universitaria S. Anna di Ferrara. E' stato componente del Comitato etico dell'Arcispedale S. Anna. E' stato componente del Collegio dei Garanti del Comune di Ferrara. Ha svolto attivita' di consulenza giuridica ed organizzativa nei confronti prevalentemente di Enti locali e gestori di Servizi pubblici. Ha prestato attivita' di docenza in materie giuridiche, organizzative e sociali in generale in vari corsi, di differenti istituzioni, indirizzati a diverse tipologie di utenti, particolarmente operatori. Ha svolto attivita' di formazione rivolta agli obiettori e successivamente ai volontari del Servizio Civile Volontario, nonche' agli Olp del medesimo Servizio Civile Volontario. Gia' Dirigente dell'Amministrazione provinciale di Ferrara, presso la quale ha lavorato per oltre un trentennio. Ha collaborato per un decennio negli anni '70 alla cattedra di Sociologia dell'Educazione della Facolta' di Magistero (ora Lettere e Filosofia) dell'Universita' degli Studi di Ferrara. Ha ricoperto incarichi amministrativi, in particolare come Assessore alla Pubblica Istruzione nei Comuni di Codigoro e Ferrara. Ha presieduto la Commissione per l'ammissione dei quesiti referendari presso il Comune di Comacchio; il Collegio arbitrale per le questioni attinenti la disciplina del personale del Comune e della Provincia di Ferrara; la Commissione Mista Conciliativa dell'Ausl e dell'Azienda ospedaliera di Ferrara; la Commissione, formata da Comune, Universita', Azienda ospedaliera-universitaria, Azienda Unita' sanitaria locale di Ferrara, sulla realizzazione della struttura Ospedaliera-Universitaria, nuovo S. Anna, a Cona. Ha predisposto il primo testo di Statuto del Comune di Comacchio e dei Regolamenti di Contabilita' e Contratti. E' stato insignito, dal Presidente Sandro Pertini, del titolo di Ufficiale della Repubblica". Cfr. anche la recente ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 278]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Daniele Lugli: La capacita' di richiamare a un impegno corale per la pace. Era il senso della proposta capitiniana della prima marcia. Perche' l'impegno non restasse generico e non si disperdesse Capitini promosse il Movimento Nonviolento per la Pace (questa era allora la sua denominazione). Resta un appuntamento conosciuto e molto partecipato, ma non approfondito per modalita' e contenuti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Daniele Lugli: Il ricollegarsi alla prima marcia dovrebbe evidenziare il ruolo decisivo della nonviolenza per l'opposizione integrale alla guerra e alla sua preparazione e per la costruzione della pace. Non so quanto cio' sara' possibile.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Daniele Lugli: Ci sono molte realta' poco conosciute e che faticano a comunicare tra loro. Un bilancio dell'Italia nonviolenta, come nel dopoguerra ha fatto Capitini, sarebbe utile. Forse "La nonviolenza e' in cammino" e "Azione nonviolenta" potrebbero lavorare a realizzarlo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Daniele Lugli: Sono molto contento, come "presidente emerito", dell'impegno e delle iniziative del Movimento, presieduto ora da Mao Valpiana. Credo che il Movimento abbia il compito di richiamare, con coerenza ed apertura assieme, se stesso e le diverse realta' associative e i singoli, che alla nonviolenza dicono di ispirarsi, a un protagonismo politico piu' incisivo. Il nostro paese ha un estremo bisogno di nonviolenza per contrastare la deriva autoritaria e miserabile dei suoi assetti politici e sociali.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Daniele Lugli: Sono numerosi. Tra i positivi metterei senz'altro l'iniziativa "Se non ora quando" di donne italiane, a difesa della dignita' di tutte e tutti, la nomina di una donna, Dilma Rousseff, a presidente del Brasile, la nascita senza violenze del Sud Sudan, la "primavera" del Maghreb, alla quale non abbiamo saputo rispondere che con misure contro l'immigrazione e con la guerra in Libia, la protesta degli indignados, che porta all'attenzione la grave situazione delle giovani generazioni, l'esito dei referendum in Italia. L'assassinio di Osama richiama la guerra in Afghanistan, il pretesto con il quale e' stata avviata, la sua insensata prosecuzione, il disastro che seguira' la sua cessazione. La costituzione ungherese adottata, credo mentre quel paese era presidente di turno dell'Unione Europea, ci ricorda l'eredita' che il nazismo ha lasciato nel cuore del nostro continente, come attestato sanguinosamente anche dalla strage di giovani in Norvegia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Daniele Lugli: "Il rifiuto della guerra e' la condizione preliminare per un nuovo orientamento", diceva Capitini. L'Italia conduce guerre in violazione dell'art. 11 e dell'art. 78 della Costituzione, cosi' come, in cattiva compagnia, della Carta dell'Onu. Di qui occorre partire e agire caratterizzandosi come quelli che non pretendono di avere la verita', ma sapendosi fallibili praticano la "nonmenzogna" della quale c'e' estremo bisogno in Italia e non solo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Daniele Lugli: La nonviolenza e' una pianta di molte radici. Gli chiederei quali sono i suoi amori, i principi che ritiene validi per lui e se trovo delle risonanze, di solito avviene, mostrerei i collegamenti che mi pare di vedere con la ricerca nonviolenta. Valorizzerei nella domanda che mi viene posta l'atteggiamento di apertura che e' caratteristica fondamentale della nonviolenza. Se necessario lo stimolerei a obiettare con forza alle mie argomentazioni. La discussione, mi ha insegnato Capitini, e' scuotere con forza per saggiare la validita' delle proprie convinzioni. Forse gli accennerei al mio inadeguatissimo percorso, che e' quello che conosco meglio. Gli proporrei qualche lettura ed incontro con persone che, piu' di me, sono amici della nonviolenza.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A PAOLA MANCINELLI

[Ringraziamo Paola Mancinelli (per contatti: mancinellipaola at libero.it) per questa intervista.

Paola Mancinelli e' nata ad Osimo (An) il 28 giugno 1963 e vive a Castelfidardo (An). Dottore di ricerca in filosofia teoretica presso l'Universita' di Perugia, ed e' ora docente al Liceo Classico Leopardi di Recanati. Membro della Societa' Filosofica italiana, sezione di Ancona, e del Coordinamento delle Teologhe Italiane, zona Umbria-Marche, si e' sempre impegnata sul fronte del dialogo fra filosofia e teologia, occupandosi tra l'altro del rapporto fra mistica e filosofia e la violenza del sacro in Rene' Girard, del pensiero neoebraico di Rosenzweig e dell'influenza dell'ebraismo nel rinnovamento dell'ontologia. Fra le pubblicazioni principali: Cristianesimo senza sacrificio. Filosofia e teologia in Rene' Girard, Cittadella, Assisi 2001; Homo revelatus, homo absconditus, di alcune tracce kierkegaardiane in Rene' Girard", in AA.VV., Nota Bene, Quaderni di studi kierkegaardiani, Citta' Nuova, Roma 2002. Di recente e' stata pubblicata la sua tesi dottorale con il titolo di Pensare altrove. Rivelazione e linguaggio in Franz Rosenzweig, Quattroventi, Urbino 2006. Nel 2008 sono stati pubblicati i suoi saggi di estetica, raccolti in un'opera dal titolo Lo stupore del bello, per i tipi di Polistampa, Firenze. Collabora alle riviste Filosofia e teologia, Quaderni di Scienze Religiose, Dialeghestai e Reportata. Attualmente e' collaboratrice della Rivsta Leussein delle Edizioni Universitarie Romane, ove sono stati pubblicati i suoi brevi studi su Petrarca ed Agostino e sulle tracce agostiniane in Heidegger e la sua traduzione di un inedito di G. Lukacs. Poetessa, ha al suo attivo diverse raccolte. Cfr. anche le interviste nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 247 e n. 421]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Paola Mancinelli: Probabilmente piu' di uno: in primis il risveglio di una coscienza civile basata non tanto su di una sorta di euristica della paura, quanto invece sull'idea che la responsabilita' fonda un principio di humanitas per cui la politica diventa davvero sostanza di un vivere pacificato, basato sull'operare pace e giustizia come quotidiana trama del futuro che e' gia' qui.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Paola Mancinelli: Penso che la prossima marcia sara' caratterizzata in primis dall'idea che impegnarsi per il pubblico significa dire "I care" e di conseguenza agire. Inoltre dalla denuncia/annuncio che giungere alla giustizia come promozione umana implica ripensare la comunita' umana a livello planetario pur mentre si ritorna ad una sobrieta' quotidiana e ad un lavoro per la dignita' di ogni creatura, il suo riconoscimento, i suoi diritti fondamentali, come quello dell'istruzione, della cultura, della bellezza, tutte radici di una nuova etica o era...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Paola Mancinelli: Lo ribadisco: non vedo attuata una grammatica, che e' poi l'organo stesso del pensiero indicante quella direzione. Come diceva Maria Montessori, grande responsabilita' in questo e' della scuola che insegna la competizione piuttosto che la cooperazione, l'obbedienza cieca, piuttosto che la coscienza della propria liberta' nell'agire, che castiga, invece di indurre ad una riflessione sul senso del rispetto dell'altro, che ordina e non testimonia... Se si assistera' mai ad una riforma in questo senso, allora potro' credere che il mutamento di paradigma verso la nonviolenza e' iniziato.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Paola Mancinelli: Quello di interagire con la politica, con le istituzioni, con la scuola e le Chiese per seminare una nuova coscienza: quella di un umanesimo di tipo planetario secondo la bella profezia di Balducci.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Paola Mancinelli: Che dire? Il lavoro di don Luigi Ciotti e la mobilitazione dei giovani per i referendum. Non posso dimenticare il discorso di suor Eugenia alla manifestazione "Se non ora quando?" di febbraio.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Paola Mancinelli: Scusa la deformazione professionale ma io cercherei di spiegare la filosofia e la storia sotto il profilo di un'educazione alla nonviolenza perche' ritengo sia la scuola il terreno che fa attecchire l'esigenza e la coscienza che con la violenza tutto e' perduto, sempre.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Paola Mancinelli: Con la regola aurea: non fare agli altri cio' che non vorresti sia fatto a te.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ROSANGELA PESENTI

[Ringraziamo Rosangela Pesenti (per contatti: e-mail: rosangela_pesenti at yahoo.it, sito: www.rosangelapesenti.it) per questa intervista.

Rosangela Pesenti, 1953, ragioniera, laureata in filosofia, ha insegnato per trent'anni nella scuola media superiore, attualmente dottoranda in Antropologia ed Epistemologia della complessita'; Counsellor Professionista e Analista Transazionale (Cta) svolge da anni attivita' di counselling e formazione. Scrive per le riviste "Marea", "Noi Donne", "Su la testa" e altre. Entrata giovanissima nel movimento femminista, dal 1978 nell'Udi di cui e' stata in vari ruoli una dirigente nazionale fino al 2003, attualmente iscritta all'Udi Monteverde di Roma, collabora con numerosi gruppi e associazioni di donne, in particolare a Bergamo con il Centro "La Porta". Ha fondato, insieme ad altre, la Convenzione delle donne di Bergamo e il Gruppo Sconfinate di Romano di Lombardia. Tra le opere di Rosangela Pesenti: Trasloco, Supernova editrice, Venezia 1998; E io crescevo..., Supernova editrice, Venezia 2001; saggi in volumi collettanei: "Antigone tra le guerre: appunti al femminile", in Alessandra Ghiglione, Pier Cesare Rivoltella (a cura di), Altrimenti il silenzio, Euresis Edizioni, Milano 1998; "Una bussola per il futuro", in AA. VV., L'economia mondiale con occhi e mani di donna, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 1998; AA. VV., Soggettivita' femminili in (un) movimento. Le donne dell'Udi: storie, memorie, sguardi, Centro di Documentazione Donna, Modena 1999; "I luoghi comuni delle donne", in Rosangela Pesenti, Carmen Plebani (a cura di), Donne migranti, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 2000; "Donne, guerra, Resistenza" e "Carte per la memoria", in AA. VV., Storia delle donne: la cittadinanza, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 2002; Caterina Liotti, Rosangela Pesenti, Angela Remaggi e Delfina Tromboni (a cura di), Volevamo cambiare il mondo. Memorie e storie dell'Udi in Emilia Romagna, Carocci, Firenze 2002; "Donne pace democrazia", "Bertha Von Suttner", "Lisistrata", in Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti, Intra Moenia, Napoli 2003; "I Congressi dell'Udi", in  Marisa Ombra (a cura di), Donne manifeste, Il Saggiatore, Milano 2005; "Tra il corpo e la parola", in Io tu noi. Identita' in cammino, a cura dell'Udi di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, 2006; Il materno e il politico, in Donne e politica a cura di A. Zatti, Rubbettino 2010; Da Rosa a noi: il personale e' politico, in La Rosa d'inverno, Ed. Punto Rosso, Milano 2010; Le ambiguita' dell'emancipazione, in Corpi e Anticorpi, Ed. Punto Rosso, Milano 2010; Per Alice, in La stanza dei bambini, a cura di Dolores Munari Poda, Quaderni di Psicologia, Analisi Transazionale e Scienze Umane n. 44, 2005, Ed. La Vita Felice; Spazio e identita': i messaggi copionali dei luoghi abitati dai bambini, in Rivista Neopsiche, n. 9, Ananke 2010]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Rosangela Pesenti: Aver introdotto l'idea che e' possibile praticare la nonviolenza in gruppi sempre piu' ampi e con storie diverse ed essere diventata un appuntamento di confronto soprattutto per i/le giovani che hanno scoperto un modo diverso e piu' efficace di essere davvero "contro". Negli ultimi anni ci sono state pero' molte ambiguita' sia nel mondo cattolico che nel mondo politico e i due temi sono diventati per molti etichette generiche per una piacevole scampagnata senza nessun impegno a declinarli concretamente nella pratica. La marcia Perugia-Assisi puo' diventare un momento davvero unificante se ognuno dichiara le proprie intenzioni dentro il contesto in cui vive la propria azione politica, altrimenti resta una sorta di generica dichiarazione di intenti senza conseguenze.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Rosangela Pesenti: Il bisogno di democrazia espresso dalle lotte delle popolazioni del Nord Africa ci spinge a interrogarci sulla nostra democrazia, sul modello occidentale. Manca una definizione giuridica di pace, come ricorda spesso Lidia Menapace, e al di la' delle dichiarazioni di principio mancano ancora gli impegni per pratiche concrete, sia a livello nazionale che degli organismi internazionali. Mi piacerebbe che non si chiamasse piu' marcia, che ha un'origine militare, ma camminata, passeggiata, qualsiasi pratica civile, perche' la lingua non e' neutra e considero molto pericolosa in questo momento la ripresa spettacolare delle forze armate e di tutto cio' che e' militare. La retorica sui 150 anni dell'unita' d'Italia ha manipolato la verita' storica e soprattutto riportato in auge un nazionalismo deteriore a sfondo militare, la stessa cultura che cento anni fa ha determinato l'inizio dell'impresa coloniale italiana con la conquista della Libia. Si puo' camminare accanto, ma la marcia e' di fatto un'espressione politica e il pericolo maggiore e' l'ipocrisia. E poi la giustizia sociale, la necessita' di ripensare il mondo a partire dalla distribuzione delle risorse.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Rosangela Pesenti: La presenza delle donne in tutti i movimenti sociali e in forma spesso maggioritaria, sia numericamente che idealmente, determina di fatto la prevalenza delle pratiche nonviolente anche se si tratta di una presenza non riconosciuta. Ma questo e' un problema degli uomini che non si sono ancora misurati col deleterio mito dell'eroe e del leader. Non mi sembra invece che ci si confronti con la nonviolenza come pratica attiva, individuale, che richiede anche di uscire dalle complicita' quotidiane della zona grigia di cui parlava Primo Levi. Si accendono i riflettori sui pochi individui aggressivi (di cui si sa poco) e si tengono spenti sulle ragioni di intere popolazioni come nel caso dei No-Tav, per citare solo l'ultimo. La disinformazione costante praticata da tutte le agenzie culturali, scuola compresa, e' una violenza che puo' generare violenza perche' senza memoria qualsiasi atrocita' si puo' ripetere.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Rosangela Pesenti: Trovare il modo per costruire un impegno comune e pensare ad alcune azioni che scuotano l'opinione pubblica manipolata dalle grandi agenzie d'informazione, compresa la Chiesa cattolica. Un impegno contro la guerra in Libia, quello per costruire autentiche relazioni di cittadinanza tra nativi e migranti, contro razzismo e omofobia, per la giustizia nelle relazioni tra donne e uomini, per un mondo a misura di bambine e bambini, per la cancellazione delle gerarchie sociali e delle pratiche classiste. L'elenco puo' essere molto lungo, ma l'importante e' capire che sono mete possibili se le consideriamo parte dello stesso tessuto di convivenza umana. Sono mete possibili nella politica istituzionale come nella pratica quotidiana di ognuno.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Rosangela Pesenti: La rinnovata presenza delle donne nelle piazze con una soggettivita' politica multiforme e autonoma, oltre che in tutti i movimenti. I movimenti che chiedono democrazia. La rinnovata vivacita' della societa' civile, nella quale le donne sono la maggioranza, che si organizza, fa rete, costruisce informazione e relazione, sperimenta nuove solidarieta'. La crisi del capitalismo visibile in tutto l'Occidente anche se i governi cercano di minimizzarla, che e' la crisi del sistema costruito sulla produzione di armi, per sintetizzare al massimo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Rosangela Pesenti: La risposta dipende da quale posizione sociale si occupa e non e' la stessa cosa stare in Parlamento, in un giornale importante, avere a disposizione risorse (e non penso solo al denaro) o non contare nulla. Vorrei che nei tanti luoghi dell'impegno nonviolento si ricominciasse a pensare in modo radicale che significa andare alla radice delle cose e non limitarsi agli slogans: il presente non e' nato dal nulla e la pazienza di capire e' la prima pratica nonviolenta. Porrei con forza la questione dell'economia della riproduzione come misura della produzione, cioe' di un totale cambiamento di orizzonte dell'economia e delle sue priorita'. Mettere al mondo e crescere bambini, la manutenzione della casa e dell'ambiente in cui viviamo, sanita', scuola, pubblica assistenza, pubblica amministrazione, informazione, cultura (e mi esprimo solo per grandi categorie) sono lavori necessari alla sopravvivenza della specie ed a questi vanno commisurati i lavori produttivi. Se utilizziamo quest'ottica la morte per fame, la morte di bambini diventano problemi prioritari da risolvere e la produzione di armi finisce all'ultimo posto degli investimenti. Un'economia che si regge sulla produzione di armi, di beni superflui, e sulla manipolazione delle coscienze, cioe' sulla distruzione di tutte le risorse a cominciare dalla vita umana, produce le condizioni della sua stessa fine. Possiamo fare in modo che questa fine non sia quella barbarie di cui parlava gia' Rosa Luxemburg con straordinaria lucida preveggenza?

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Rosangela Pesenti: Mi viene chiesto spesso e la risposta comincia dall'ascolto, dal capire che cosa contiene la domanda in termini di vita, aspirazioni, rabbia, delusioni, stanchezze. L'ultima volta ho risposto: Guardati intorno, ripensa a quello che hai letto, hai studiato e certamente hai gia' incontrato qualcuno che ti ha insegnato a trovare dentro di te le risorse per non diventare violenta, a non usare la manipolazione per ottenere cio' che vuoi, ad avere il coraggio di porre le domande prima di adeguarti alle risposte e hai certo gia' sperimentato la pazienza di fronte a qualcuno o qualcosa che ha toccato i tuoi sentimenti nel profondo. Poi arrivano anche le citazioni, i libri e tutta l'altra storia, quella che non viene mai insegnata a scuola, a cominciare dalla presenza delle donne, ma senza salire in cattedra.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Numero 385 del primo agosto 2011

 

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