Nonviolenza. Femminile plurale. 384



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 384 del 4 luglio 2011

 

In questo numero:

1. Peppe Sini: Concludendo un digiuno contro la guerra

2. Peppe Sini: Minimo un programma costruttivo contro la guerra e il razzismo (una proposta all'indomani di un digiuno)

3. Allegra Alacevich: Elisabetta Caminer Turra

4. Allegra Alacevich: Louise Victorine Choquet Ackermann

5. Allegra Alacevich: Jennifer Johnston

6. Allegra Alacevich: Erica Jong

 

1. DOCUMENTAZIONE. PEPPE SINI: CONCLUDENDO UN DIGIUNO CONTRO LA GUERRA

[Riproponiamo questo testo del marzo 2011]

 

Gentili lettrici e lettori, care amiche e cari amici,

concludo oggi il digiuno contro la guerra che ho iniziato lunedi' scorso.

Mi sembra stia crescendo nel nostro paese la visibilita' dell'opposizione alla guerra e al razzismo, opposizione alla guerra e al razzismo che sono persuaso sia molto, ma molto piu' ampia e profonda di quanto riferiscano i principali mass-media (in gran parte prevalentemente impegnati nell'attivita' di propaganda bellica).

Occorre che questa opposizione riesca a passare dalla testimonianza all'azione nonviolenta, affinche' la scelta della nonviolenza riesca a farsi guida della politica italiana ed internazionale, ovvero ottenga la realizzazione di quanto affermato sia nella Carta delle Nazioni Unite sia nella Costituzione della Repubblica Italiana: il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani e il ripudio della guerra assassina.

A queste poche righe allego in calce alcune proposte di iniziativa che mi sembrano utili, coerenti, persuasive.

Grazie ancora dell'attenzione, augurandovi ogni bene,

Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, all'ottavo ed ultimo giorno di digiuno contro la guerra

Viterbo, 28 marzo 2011

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Allegati

I. Esporre dai balconi le bandiere della pace

II. Un digiuno collettivo per opporsi alla guerra e al nucleare

III. Il 2 aprile una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra

IV. Una proposta agli enti locali

V. Per impedire i decolli dei bombardieri l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace (alcuni materiali gia' diffusi nel 1999)

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I. Esporre dai balconi le bandiere della pace

[Dal Comitato "Nepi per la Pace" (per contatti: info at comitatonepiperlapace.it)]

Il Comitato Nepi per la Pace unisce la propria voce a quella di chi con forza, impegno e coerenza chiede l'immediata fine della guerra in Libia, in Afghanistan e in ogni parte del mondo.

E' necessario che siano deposte le armi e che si risolvano i conflitti con mezzi nonviolenti che favoriscano il dialogo e soluzioni diplomatiche.

L'Italia cessi pertanto immediatamente la sua partecipazione alle guerre che violano l'art.11 della nostra Costituzione che afferma: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione della controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".

L'Italia accolga con solidarieta' e dignita' quanti stanno fuggendo da guerre e repressioni ed operi per il pieno rispetto dei diritti inviolabili di tutte le persone e di tutti i popoli.

I miliardi di euro che vengono spesi per l'acquisto di armi e per le guerre, che generano solo morte odio e vendetta, siano invece destinati ad aiuti umanitari, alla lotta alla poverta', alla fame, alle malattie, siano destinati alla costituzione e al sostegno di forze d'interposizione; queste sono e devono essere le vere politiche di pace di ogni nazione che si definisce civile ed ha come principi fondanti liberta' e democrazia.

Il Comitato Nepi per la Pace chiede di esporre da ogni balcone la bandiera della pace in segno di solidarieta' con tutte le vittime di ogni conflitto e per sostenere la richiesta di fine immediata di ogni azione militare.

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II. Un digiuno collettivo per opporsi alla guerra e al nucleare

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org)]

Libia e Giappone, militare e nucleare: il Movimento Nonviolento attua e propone un'azione nonviolenta per opporsi alla guerra e al nucleare. Un digiuno del cibo e della parola.

Libia e Giappone, militare e nucleare, sono due facce della stessa moneta.

Si fa la guerra, contro l'umanita' e contro la natura, per il potere energetico, per lo sviluppo infinito dei consumi. Quello che sta accadendo, in Giappone come in Libia, e' un segnale di allarme che dobbiamo cogliere. Tutti dicono che le cose vanno sempre peggio, che cosi' non si puo' andare avanti. Ci vuole un cambiamento.

Pace tra le persone e con la natura, di questo ha bisogno il mondo.

Noi del Movimento Nonviolento vogliamo iniziare con un'assunzione di responsabilita'. Mettiamo in campo un'iniziativa simbolica, ma concreta.

Un digiuno del cibo e della parola, un'azione semplice ma incisiva - se non altro su noi stessi - per riflettere sulla necessita' di rifiutare la violenza per scegliere la strada della nonviolenza.

Rinunciare a mangiare e' anche un modo per condividere le tante sofferenza e la fame che porta la guerra. Rimanere in silenzio e' anche un modo per evidenziare quanta violenza c'e' nella parole di menzogna (la prima vittima della guerra eì la verita'): "operazione umanitaria" per nascondere che e' una guerra; "nucleare sicuro e pulito" per nascondere i rischi e i costi dell'energia atomica.

Iniziamo con un digiuno collettivo di 48 ore, sapendo che la nonviolenza e' contagiosa e altre azioni nonviolente seguiranno nei giorni successivi. Vogliamo con questo dare l'avvio ad un modo nuovo di "stare in piazza" e di concepire la politica.

Sappiamo bene che la guerra non si ferma con i digiuni. Vogliamo pero' richiamare l'attenzione sulla necessita' di prevenire la prossima, contrastando eserciti e armi che la renderanno possibile, e lavorando per costruire gli strumenti utili per veri interventi umanitari di pace.

A partire da domenica 27 e lunedi' e 28 marzo, in molte citta' d'Italia (Verona, Trento, Venezia, Ferrara, Livorno, Genova, Brescia, Torino, ecc.) gli amici e le amiche della nonviolenza staranno senza cibo e senza parole per:

- opporsi alla guerra (e alla sua preparazione);

- opporsi al nucleare (votare si' al referendum);

- sostenere i Corpi Civili di Pace (veri strumenti di intervento umanitario);

- sostenere le energie rinnovabili (sole, vento, acqua sono doni gratuiti della natura);

- proporre una seria riflessione sulla nonviolenza, che e' la forza della verita'.

Il Movimento Nonviolento

Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org

Chi desidera partecipare e proseguire questa azione nonviolenta, singolarmente o in gruppo, nei modi e nei tempi che vorra', lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it

I nominativi e il calendario saranno diffusi tramite il nostro sito www.nonviolenti.org e nella pagina facebook del Movimento Nonviolento.

A chi pensa invece che questa proposta sia un'ingenuita', o che non serva a niente, proponiamo di provare, per un giorno solo, e capira' quanto costa fatica e quanto fa bene la nonviolenza.

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III. Il 2 aprile una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra

[Il seguente appello e' stato promosso da Emergency]

"La guerra non si puo' umanizzare, si puo' solo abolire" (Albert Einstein)

Appello ai cittadini e alle associazioni per una giornata di mobilitazione nazionale sabato 2 aprile 2011.

Ancora una volta i governanti hanno scelto la guerra. Gheddafi ha scelto la guerra contro i propri cittadini e i migranti che attraversano la Libia. E il nostro Paese ha scelto la guerra "contro Gheddafi": ci viene presentata, ancora una volta, come umanitaria, inevitabile, necessaria.

Nessuna guerra puo' essere umanitaria. La guerra e' sempre stata distruzione di pezzi di umanita', uccisione di nostri simili. Ogni "guerra umanitaria" e' in realta' un crimine contro l'umanita'.

Nessuna guerra e' inevitabile. Le guerre appaiono a un certo punto inevitabili solo quando non si e' fatto nulla per prevenirle.

Nessuna guerra e' necessaria. La guerra e' sempre una scelta, non una necessita'. E' la scelta criminale e assurda di uccidere, che esalta la violenza, la diffonde, la amplifica, che genera "cultura di guerra".

"Questa e' dunque la domanda che vi poniamo, chiara, terribile, alla quale non ci si puo' sottrarre: dobbiamo porre fine alla razza umana o deve l'umanita' rinunciare alla guerra?" (Dal Manifesto di Russell-Einstein, 1955).

Perche' l'utopia diventi progetto, dobbiamo innanzitutto imparare a pensare escludendo la guerra dal nostro orizzonte culturale e politico.

Il nostro no alla pratica e alla cultura della guerra e' un ripudio definitivo e irreversibile, e' il primo passo per fare uscire la guerra dalla storia degli uomini.

"La guerra non si puo' umanizzare, si puo' solo abolire" (Albert Einstein).

Primi firmatari: Gino Strada, Carlo Rubbia, Luigi Ciotti, Renzo Piano, Maurizio Landini, Massimiliano Fuksas, Luisa Morgantini

Per adesioni: e-mail: dueaprile at emergency.it, sito: www.dueaprile.it

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IV. Una proposta agli enti locali

Proponiamo a tutte le persone amiche della nonviolenza di inviare al sindaco del Comune, al presidente della Provincia ed al presidente della Regione in cui si risiede, una lettera aperta (da diffondere quindi anche a tutti i membri del consiglio comunale, provinciale, regionale, ed ai mezzi d'informazione) con cui chiedere che l'assemblea dell'ente locale approvi una deliberazione recante il testo seguente o uno analogo.

"Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... ripudia la guerra, nemica dell'umanita'.

Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... riconosce, rispetta e promuove la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.

Richiede al Governo e al Parlamento che cessi la partecipazione italiana alle guerre in corso.

Richiede al Governo e al Parlamento che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

Richiede al Governo e al Parlamento che l'Italia svolga una politica internazionale di pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per il riconoscimento e l'inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

Solo la pace salva le vite".

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V. Per impedire i decolli dei bombardieri l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace (alcuni materiali gia' diffusi nel 1999)

[Riproponiamo i seguenti materiali gia' apparsi piu' volte nel notiziario "La nonviolenza e' in cammino"]

L'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere della pace" con cui ostruire lo spazio aereo di decollo dei bombardieri, realizzata con successo per alcune ore ad Aviano nel 1999 durante la guerra dei Balcani, aveva due caratteristiche fondamentali:

a) la concretezza anziche' la mera simbolicita', l'efficacia anziche' la mera testimonialita';

b) il fatto che la nonviolenza contrastava una potentissima macchina militare, lo faceva durante una guerra, lo faceva efficacemente e concretamente, operativamente e per cosi' dire "sul campo", valorizzando alcune condizioni a nostro vantaggio (la legislazione italiana; il rispetto e l'amicizia da parte delle forze dell'ordine impegnate cola' - peraltro ovviamente reciproci; la limpidezza del nostro agire ed una preparazione accurata anche nella costruzione di un rapporto corretto con tutti gli interlocutori incluse le controparti);

c) la chiarezza nell'assunzione di responsabilita' in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana; e la nitida scelta di tutelare l'incolumita' di tutti, di promuovere il diritto alla vita di tutti.

Si e' trattato di uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta di effettivo, operativo contrasto di una macchina bellica impegnata in guerra. Uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana.

E' nostra convinzione che se questa azione diretta nonviolenta venisse fatta propria da un movimento di massa - che naturalmente si attenesse nel modo piu' rigoroso alla nonviolenza - essa potrebbe mettere in effettiva profonda difficolta' la macchina bellica almeno per quanto concerne la parte di essa dislocata nel territorio italiano.

Di seguito riportiamo alcuni materiali relativi all'iniziativa gia' diffusi nel 1999.

Riportiamo qui ancora una volta alcune parti della nostra "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri", che diffondemmo in migliaia di copie durante la guerra [dei Balcani nel 1999], opuscolo nel quale presentavamo il ragionamento, la sperimentazione e la proposta dell'azione diretta nonviolenta che per alcune ore blocco' i decolli dei bombardieri ad Aviano. Sottolineiamo ancora una volta che questa azione e' stata l'unica concepita e realizzata in Italia nel periodo della guerra del 1999 con lo scopo preciso di bloccare realmente con la forza della nonviolenza i decolli dei bombardieri, in una logica non simbolica o testimoniale ma concretamente operativa; l'esperienza condotta dimostra che la nonviolenza puo' fronteggiare efficacemente, e - se condotta da un numero adeguato di persone adeguatamente preparate - puo' mettere in scacco la piu' forte macchina bellica del mondo. E' un troppo grande dolore per noi non essere riusciti a persuadere di questo piu' che poche persone; fossimo stati capaci di spostare il movimento pacifista sulle posizioni della nonviolenza, e si fosse stati capaci di passare all'azione diretta nonviolenta a livello di massa, molte vite umane sarebbero state salvate.

* Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace

I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza.

II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.

III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di questa azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", vale a dire:

a) fare un'azione nonviolenta concreta:

- per impedire il decollo dei bombardieri;

- opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al razzismo;

- chiedere il rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale che proibiscono questa guerra;

b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo' andare incontro (possibilita' di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi.

IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:

- non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa);

- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita');

- dire sempre e solo la verita';

- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina;

- assumersi la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano;

- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui.

Chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' rigorosamente nonviolenta.

* Possibili conseguenze penali per chi promuove e per chi partecipa all'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace"

- Chi promuove, propaganda, sostiene ed invita a realizzare l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Istigazione a delinquere, reato previsto e punito dall'art. 414 del Codice Penale.

La pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio.

- Chi esegue o tenta di eseguire l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Attentato alla sicurezza dei trasporti, reato previsto e punito dall'art. 432 del Codice Penale.

Anche per questa fattispecie di reato la pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio.

* Una breve descrizione della nostra proposta (del 15 aprile 1999, diffusa all'assemblea nazionale del movimento per la pace a S. Maria degli Angeli, aprile 1999)

- Passare dalla testimonianza dell'orrore e dell'impotenza all'azione diretta nonviolenta: aggiungere alle manifestazioni locali diffuse ed alle manifestazioni nazionali, una pratica concreta di specifica lotta nonviolenta che contrasti direttamente la macchina bellica; qualificare l'impegno pacifista nel senso della concretezza e dell'intervento diretto nel conflitto con le tecniche della nonviolenza.

- Una proposta di azione diretta nonviolenta: qui in Italia concretamente occorre fermare i bombardieri, che appunto partono dall'Italia; si puo' fermarli al decollo, che e' l'unico momento in cui cio' e' realmente possibile con mezzi nonviolenti (e quindi senza provocare pericoli per la vita di alcuno); l'idea e' di cercare di farlo invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi da cui partono i raid; e di invadere questo spazio aereo con mongolfiere di carte e palloncini gonfiati ad elio con appesi festoni e striscioni con motti pacifisti, e fogli di alluminio o piccoli elementi metallici - fil di ferro e simili - che possano essere di disturbo sia alla visibilita', sia per gli apparecchi elettronici militari di guida dei decolli e di controllo dello spazio aereo.

- Solo con la nonviolenza si puo' contrastare efficacemente la guerra: l'iniziativa deve essere rigorosamente nonviolenta, e non prestare il fianco ne' ad equivoci, ne' a strumentalizzazioni e falsificazioni; l'iniziativa deve essere visibile, creativa, facilmente comprensibile e tale da poter essere accolta e diffusa da tutti, ed altresi' dai mass-media, senza che ne venga distorto il significato, che e' semplicemente quello di cercar di impedire i bombardamenti, di essere una iniziativa per cercar di fermare la guerra, le stragi, le deportazioni; questa iniziativa ha una vera possibilita' di efficacia concreta; ci sembra anche che essa sia riproducibile su ampia scala (perche' e' economica - i materiali usati sono di poco costo -; perche' e' facile da realizzare da parte di chiunque; perche' non implica pericoli ne'  per se' ne' per altri); infine tale iniziativa puo' dimostrare a nostro avviso che con la nonviolenza si puo' intervenire concretamente ed efficacemente nel conflitto, e contrastare realmente i bombardamenti; per quelli di noi che sono "amici della nonviolenza" la realizzazione di questa iniziativa ed il suo successo nel bloccare od ostacolare il decollo dei bombardieri sia pure per poche ore, sarebbe un forte argomento a sostegno della tesi che la nonviolenza, con la sua carica di creativita' ed amore, puo' essere piu' forte anche dei piu' giganteschi e feroci apparati di morte e di distruzione...

- Per concludere: l'opposizione alla guerra deve essere fatta su posizioni limpide e che vadano alla radice; ergo a noi pare che l'opposizione alla guerra debba essere rigorosamente nonviolenta...

- Alcuni suggerimenti pratici: Una iniziativa nonviolenta richiede che si comunichi preliminarmente alle autorita' cosa si intende fare; richiede che i partecipanti siano addestrati alla nonviolenza e si attengano strettamente ad essa, e siano disposti a subire le conseguenze anche giudiziarie del loro gesto; richiede che in nessun caso si faccia del male ad alcuno; richiede una condotta limpida e coerente ed una disponibilita' ad accettare le sofferenze che il proprio impegno richiede; noi sconsigliamo che ad azioni dirette nonviolente partecipino persone non preparate e non informate, o che non accettino le regole condivise della condotta nonviolenta.

* Modello di cartellino di riconoscimento da indossare durante l'azione diretta nonviolenta

Premessa: e' indispensabile che tutti coloro che sono presenti all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace indossino sugli abiti (attaccandolo con lo scotch in posizione visibile sul petto) un cartellino di riconoscimento: esso costituisce un elemento di responsabilizzazione personale e collettiva, ed un elemento di rassicurazione per tutti (quindi anche per i mass-media, le forze dell'ordine, gli interlocutori, gli eventuali oppositori dell'iniziativa) poiche' tutti sanno perfettamente chi hanno di fronte.

Noi proponiamo due possibili qualifiche sul cartellino: "partecipante", ovvero persona che concretamente partecipa al lancio delle mongolfiere e quindi si assume anche il rischio della denuncia, del fermo e dell'arresto; ed "osservatore", ovvero persona che non partecipa al lancio delle mongolfiere, ed il cui ruolo e' unicamente quello di osservare lo svolgimento degli eventi, di essere imparziale testimone, di contribuire con la sua sola presenza osservante a rasserenare tutti ed a garantire la denuncia di tutte le violenze ed i soprusi che dovessero eventualmente verificarsi (ed a tal fine e' utile che gli osservatori abbiano anche macchine fotografiche, videocamere, registratori).

Proponiamo il seguente modello di cartellino di riconoscimento:

Luogo e data

Azione diretta nonviolenta per la pace e la legalita' costituzionale

Nome e cognome:

Qualifica:

Firma del movimento promotore dell'iniziativa

* Sulla necessita' dei training nonviolenti

Sottolineiamo che e' indispensabile che chi vuole partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace abbia precedentemente partecipato ad almeno un ciclo di incontri di addestramento alla nonviolenza.

* Schema di richiesta di autorizzazione

Al Sindaco del Comune di ...; al Segretario Comunale; al dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale; al dirigente della Polizia Municipale; a tutti i consiglieri comunali di ...; al Prefetto di ...; al Questore di ...; al Presidente della Provincia di ...; al Comandante della Stazione Carabinieri di ...; al Ministro della Difesa; al Ministro dei Trasporti; al Ministro dell'Interno; al Ministro degli Affari Esteri; e per opportuna conoscenza: al Comandante della base Nato di ...; al Presidente del Consiglio dei Ministri

Oggetto: richiesta di autorizzazione per realizzare a ... a partire dal giorno ... una azione diretta nonviolenta denominata "mongolfiere per la pace" consistente nell'innalzamento di mongolfiere di carta, di palloncini gonfiati ad elio e di aquiloni con appesi festoni di carta con motti umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti fogli di alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo spazio aereo circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui partono i bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in Jugoslavia, con l'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi' impedendo l'esecuzione dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e criminali ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, dello Statuto dell'Onu e dello Statuto della Nato).

Egregi signori,

con la presente il sottoscritto ..., nato a ... il ... e residente in ..., a nome di ...,

fa richiesta di autorizzazione

per realizzare a ... a partire dal giorno ... una azione diretta nonviolenta denominata "mongolfiere per la pace" consistente nell''nnalzamento di mongolfiere di carta e di palloncini gonfiati ad elio con appesi festoni di carta con motti umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti fogli di alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo spazio aereo circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui partono i bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in Jugoslavia, con l'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi' impedendo l'esecuzione dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e criminali ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, dello Statuto dell'Onu e dello Statuto della Nato).

Si sottolinea il fatto che tale iniziativa sara' rigorosamente nonviolenta, che non si offendera' nessuno, non si fara' del male a nessuno, si accetteranno tutte le conseguenze della propria condotta, accettando nonviolentemente quindi le decisioni ed i provvedimenti che le autorita' dovessero prendere nei confronti dei nonviolenti che partecipano all'iniziativa (compreso il fermo e l'arresto), ed a tal fine vi invio in allegato i seguenti documenti (che formano parte integrante di questa richiesta; documenti che vi pregherei di leggere con attenzione, ed in relazione a cui vi sarei grato di comunicarmi eventuali vostri pareri e commenti):

1. testo del nostro Appello all'azione diretta nonviolenta per bloccare i decolli dei bombardieri;

2. testo delle nostre Regole di condotta obbligatorie per partecipare all'iniziativa nonviolenta delle mongolfiere per la pace (testo la cui accettazione incondizionata sara' da noi richiesta a tutte le persone che vorranno partecipare o assistere all'iniziativa nonviolenta stessa);

3. testo della nostra Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree da cui partono i bombardamenti sulla Jugoslavia.

In attesa di riscontro alla presente richiesta si comunica l'intendimento di realizzare comunque tale azione diretta nonviolenta a partire dalla data del ..., iniziativa finalizzata a cercar di salvare delle vite umane, a contrastare la guerra, ed a difendere il diritto internazionale e la legalita' costituzionale, in particolare gli articoli 11 e 78 della nostra legge fondamentale che il governo italiano ha sciaguratamente violato.

Restando in attesa di un vostro sollecito riscontro, al nostro recapito postale o piu' tempestivamente al nostro numero telefonico e fax ...,

e restando altresi' a disposizione per ogni opportuno chiarimento o comunicazione,

vogliate gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene,

Firma

luogo e data

* Lettera aperta al personale delle basi Nato

Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree da cui partono i bombardamenti sulla Jugoslavia in cui si enuncia il senso e il fine dell'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" con cui cercheremo di impedire il decollo dei bombardieri che stanno provocando stragi in Jugoslavia, e si invita a far prevalere le ragioni dell'umanita' e della legalita'

Egregi signori,

con questa lettera aperta, nell'impossibilita' di farlo singolarmente, vi informiamo della nostra intenzione di realizzare un'azione diretta nonviolenta consistente nel tentativo di invadere con delle piccole mongolfiere lo spazio aereo sovrastante e circostante le basi da cui si levano in volo gli aerei impegnati nei bombardamenti che stanno massacrando le popolazioni della Jugoslavia; con tale tentativo cerchiamo di impedire che gli aerei assassini decollino, e quindi speriamo di riuscire a salvare delle vite umane, le vite di coloro che le bombe ed i missili scagliati dai bombardieri Nato stanno appunto sopprimendo.

Vi preghiamo pertanto di tener conto di questa nostra iniziativa e di rinunciare a far decollare i bombardieri.

Cercando di impedire i bombardamenti, con questa nostra iniziativa nonviolenta intendiamo anche:

1. fare appello alla vostra coscienza di esseri umani;

2. impedirvi di essere corresponsabili degli omicidi causati dai bombardamenti;

3. proporvi di rifiutare di partecipare ad una guerra assolutamente fuorilegge sia in relazione alle basi stesse del diritto internazionale, sia in relazione agli accordi e le norme dell'alleanza atlantica;

4. con particolar riferimento a quanti di voi sono cittadini italiani (e comunque tutti vi trovate in territorio italiano), vi richiamiamo altresi' al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, che vi proibisce di prender parte a questa guerra che in base alla nostra Costituzione e' illegale (cfr. art. 11 Cost.).

Abbiamo voluto scrivervi questa lettera perche' vi sia chiaro che non abbiamo alcuna intenzione di nuocere alle vostre persone, e che anzi la nostra iniziativa nonviolenta finalizzata ad impedire, se possibile, il decollo dei bombardieri e quindi le stragi, ha anche la funzione di aiutarvi a veder chiaro in questa terribile situazione e nella vostra stessa coscienza, di aiutarvi a far prevalere la vostra umanita', di pregarvi di non volervi macchiare di crimini efferati.

Un fraterno saluto di pace.

* Lettera aperta ai responsabili delle basi Nato

Al responsabile della base di ... da cui decollano i bombardieri stragisti

Egregio signore,

come le e' gia' noto, a partire dal pomeriggio del ... eseguiremo l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", con le quali invaderemo lo spazio aereo circostante e sovrastante la base di ... posta sotto la sua responsabilita', per impedire cosi' il decollo dei bombardieri che portano devastazione e morte in Jugoslavia.

La preghiamo pertanto di soprassedere ai decolli dei bombardieri finche' lo spazio aereo sara' ingombrato dalle nostre mongolfiere di carta, dai nostri palloncini gonfiati ad elio, dai nostri aquiloni di carta.

A onor del vero la preghiamo anche, e qui le parliamo da esseri umani ad essere umano, di cessare definitivamente di far decollare i bombardieri che portano devastazione e morte su popolazioni innocenti, che non sono certo responsabili dei crimini dei loro governanti.

E la preghiamo anche di desistere dai bombardamenti, nella nostra qualita' di cittadini italiani, e lei e' ospite del nostro paese, quindi alle nostre leggi deve obbedienza: lei sa, o dovrebbe sapere, che la legge fondamentale dello Stato italiano, la Costituzione della Repubblica Italiana, proibisce all'Italia di avallare o partecipare ad una guerra come questa: illegale secondo la nostra Costituzione (art. 11), illegale secondo i principi del diritto internazionale, illegale secondo la Carta delle Nazioni Unite, illegale secondo lo stesso Statuto della Nato.

Come lei sa, sciaguratamente il nostro governo ha violato la nostra Costituzione, ma questo non rende inefficace la Costituzione della Repubblica Italiana, semplicemente rende fuorilegge il governo che l'ha violata.

Quindi, dal profondo del cuore la preghiamo: desista dal contribuire al protrarsi di stragi, desista da una guerra illegale e criminale. Ascolti la voce delle leggi scritte e delle leggi non scritte che illuminano la sua coscienza di essere umano.

Vorremmo infine che lei fosse certo che la nostra e' un'iniziativa rigorosamente nonviolenta: non nutriamo odio per nessun essere umano, non vogliamo far del male a nessun essere umano. Ci sta a cuore anche l'incolumita' sua e dei suoi uomini.

Un fraterno saluto di pace.

* "Ma abbiamo il dovere di farlo"

Cercar di salvare delle vite umane e di difendere la legalita' costituzionale attraverso l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere che bloccano i bombardieri puo' costare dieci anni di reclusione. Ma abbiamo il dovere di farlo.

Sabato primo maggio [1999] ad Aviano sono stato denunciato per istigazione a delinquere (art. 414 C. P., che prevede da uno a cinque anni di reclusione) e per attentato alla sicurezza dei trasporti (art. 432 C. P., che prevede anch'esso da uno a cinque anni di reclusione).

Il motivo: aver proposto ed aver cercato di fermare il decollo dei bombardieri Nato che dalle basi italiane portano devastazione e morte alle popolazioni della Jugoslavia.

Ed aver proposto ed aver cercato di farlo con l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, ovvero invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi Nato con mongolfiere di carta, palloncini gonfiati ad elio, aquiloni.

Ed averlo proposto, ed aver cercato di farlo, per cercar di salvare qualche vita umana, per oppormi a una guerra illegale e criminale, per difendere il diritto internazionale e la Costituzione della Repubblica Italiana che il governo ha sciaguratamente violato.

Ebbene, continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni cittadino italiano difendere la legalita' costituzionale ed opporsi ad una guerra fuorilegge; continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni essere umano cercar di salvare altre vite umane; continuo ad essere convinto che impedire con un'azione diretta nonviolenta il decollo dei bombardieri stragisti sia azione legittima e giusta.

E quindi continuero' a proporre di farlo a tutte le persone di volonta' buona; e quindi continuero' a cercare di farlo. Con la nonviolenza, senza fare del male a nessuno, con le mongolfiere per la pace.

 

2. DOCUMENTAZIONE. PEPPE SINI: MINIMO UN PROGRAMMA COSTRUTTIVO CONTRO LA GUERRA E IL RAZZISMO (UNA PROPOSTA ALL'INDOMANI DI UN DIGIUNO)

[Riproponiamo questo testo del marzo 2011]

 

1. Uscire dall'invisibilita'

La stragrande maggioranza del popolo italiano e' contraria agli omicidi.

La stragrande maggioranza del popolo italiano e' contraria alla guerra.

La stragrande maggioranza del popolo italiano e' contraria al razzismo.

Avremo mille difetti, ma di queste tre cose possiamo essere certi.

Ed allora dobbiamo rendere visibile questa nostra volonta' di opporci alle uccisioni, alle guerre, alle persecuzioni.

Un modo e' esporre ancora una volta la bandiere della pace e della nonviolenza ai balconi e alle finestre.

Un modo e' unirci al digiuno collettivo contro la guerra e contro il nucleare promosso dal Movimento Nonviolento.

Un modo e' scrivere a tutte le istituzioni democratiche chiedendo loro di prendere posizione contro la guerra e le persecuzioni, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la legalita' e la democrazia, per l'umanita' che e' una.

Un modo e' organizzare pubbliche manifestazioni contro le stragi e le persecuzioni, per la pace che salva le vite, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga.

Un modo e' contribuire a far pervenire aiuti umanitari ai popoli e alle persone nel piu' grave bisogno.

Un modo e' promuovere ed organizzare accoglienza ed assistenza ai profughi ed ai migranti.

Un modo e' impegnarsi per ottenere dalle istituzioni italiane il rigoroso rispetto delle leggi italiane: e la legge fondamentale dello stato italiano, la Costituzione della Repubblica Italiana, all'articolo 10 fa obbligo di accogliere ed assistere i migranti in fuga da fame, guerre e dittature; ed all'articolo 11 fa obbligo di ripudiare la guerra.

*

2. Uscire dalla passivita'

I poteri che uccidono si fanno forti della passivita' altrui.

Se l'umanita' unita si levasse contro i dittatori e le guerre, contro le mafie e i fascismi, contro i razzismi e le discriminazioni, contro lo sfruttamento che provoca la miseria e la fame e la morte, contro le devastazioni dell'ambiente che provocano disastri, ebbene, se l'umanita' unita si sollevasse allora la civilta' umana prevarrebbe.

Comincia tu ad uscire dalla passivita'.

*

3. Uscire dall'ambiguita'

Occorre decidersi a dire la verita' che e' a tutti evidente: ogni guerra consiste di uccisioni. Le violenze sui migranti sono crimini contro l'umanita'. L'omissione di soccorso a chi e' in pericolo di vita e' un crimine.

Se la guerra e' un crimine contro l'umanita', consistendo essa dell'uccisione massiva di esseri umani, allora occorre agire contro la guerra. Qui in Italia questo oggi significa in primo luogo opporsi alle guerre cui lo stato italiano illegalmente partecipa: in Afghanistan, in Libia.

Se il razzismo e' un crimine contro l'umanita', consistendo esso della persecuzione e finanche dell'uccisione di esseri umani, allora occorre agire contro il razzismo. Qui in Italia questo oggi significa in primo luogo accogliere ed aiutare tutti gli esseri umani che in fuga da fame, guerre e dittature giungono nel nostro paese.

Chi salva una vita umana salva l'umanita'.

*

4. Uscire dalla subalternita'

Ci viene detto di delegare altri - pretesamente piu' importanti e piu' esperti di noi - alla "grande politica", alle relazioni internazionali, alla gestione delle questioni che l'intera umanita' riguardano.

Ma cio' che riguarda l'intera umanita' riguarda ogni essere umano.

Ed ogni crisi, ed ogni conflitto, per quanto gravi siano, possono essere affrontati senza commettere ulteriore violenza, contrastando la violenza, riducendo cosi' la violenza fino ad estinguerla. Questa forma di intervento e' la nonviolenza.

E la nonviolenza ha un fondamento a cui ogni essere umano in cuor suo sente di poter aderire: il suo fulcro e' il principio del "non uccidere e non consentire che altri uccidano"; il suo fulcro e' il principio dell'"agisci nei confronti degli altri esseri umani cosi' come vorresti che gli altri esseri umani agissero nei tuoi confronti"; il suo fulcro e' la forza dell'amore: per l'umanita', per la vita, per il mondo.

*

5. Affrontare la macchina bellica con la forza della nonviolenza

La violenza non e' cosi' forte come appare: senza il consenso di chi si rassegna nessuna macchina di dominazione, oppressione e distruzione e' invincibile.

Nega il tuo consenso alla violenza, e gia' la violenza e' meno totale, gia' e' meno forte, gia' e' indebolita.

Scegli di contrastare la violenza con una forza ancora piu' grande: la forza della verita', la forza dell'amore per l'umanita' intera, la forza della nonviolenza.

Discutiamo, organizziamo e realizziamo azioni dirette nonviolente per fermare la macchina bellica, impedendo ad essa di agire.

Nel 1999 per alcune ore in poche persone con una limpida azione nonviolenta, senza mettere in pericolo la vita di nessuno, bloccammo i decolli dei bombardieri che recavano strage nei Balcani: con una partecipazione popolare ampia e consapevole, con il coraggio della nonviolenza, potremmo oggi fermare pressoche' qualunque atto di guerra.

*

6. Affrontare il regime razzista con la forza della nonviolenza

Il razzismo si basa su pregiudizi e paure che non e' difficile smascherare, contrastare e guarire.

Nega il tuo consenso al razzismo, e gia' il razzismo si confonde, si vergogna, si affloscia.

Scegli di contrastare il razzismo con la forza piu' grande: la forza della verita', la forza dell'amore per l'umanita' intera, la forza della nonviolenza.

Discutiamo, organizziamo e realizziamo azioni dirette nonviolente per contrastare il razzismo, inveriamo col nostro concreto agire i diritti umani di tutti gli esseri umani.

*

7. Un programma costruttivo minimo ed essenziale

Ripetiamolo una volta ancora: le persone, le associazioni e le istituzioni fedeli all'umanita', impegnate quindi contro le uccisioni, contro la guerra e contro il razzismo, potrebbero nella situazione presente:

- far cessare la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan e in Libia;

- far cessare la persecuzione razzista dei migranti;

- promuovere ed organizzare l'accoglienza e l'assistenza di tutti i profughi e i migranti;

- promuovere ed organizzare l'invio di Corpi civili di pace nelle aree di crisi per realizzare un'interposizione nonviolenta tra le parti in conflitto;

- promuovere ed organizzare l'invio di aiuti umanitari alle popolazioni nel bisogno, da gestire direttamente con le comunita' locali in forme democratiche e condivise (altrimenti anche gli aiuti umanitari divengono strumenti di guerra);

- promuovere ed organizzare il sostegno ai movimenti nonviolenti e alle associazioni di difesa dei diritti umani nelle aree di crisi e di conflitto, sostenendo in particolare i movimenti e le associazioni di donne o guidati da donne;

- promuovere ed organizzare iniziative per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, e per il disarmo e contro il militarismo tout court;

- promuovere la nonviolenza ed organizzare la formazione alla nonviolenza;

- preparare e realizzare azioni dirette nonviolente con cui effettualmente contrastare le macchine della morte.

 

3. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ELISABETTA CAMINER TURRA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Per un profilo della curatrice di questa voce, cfr. i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 557]

 

Elisabetta nasce a Venezia il 29 luglio 1751 da Domenico Caminer e Anna Maldini. Grande agitatrice culturale del secondo Settecento, e' in debito circa l'avvio della propria carriera giornalistica nei confronti del padre Domenico, collaboratore di svariate riviste, tra cui la "Nuova Gazzetta Veneta", e che diede vita nel settembre 1768 a "L'Europa Letteraria"; tale mensile si avvaleva del lavoro di collaboratori giovani, come Elisabetta ed il meno noto fratello, che dalla temperie illuminista del tempo riuscirono a trarre una proposta di azione militante relazionandola alla tradizione giurisdizionalista veneta. Nel 1768 Elisabetta ha solo 17 anni, ha gia' letto molto, composto versi e si esercita a tradurre dal francese e proprio in quell'anno comincia a collaborare traslando degli articoli dal "Mercure de France" e da altri giornali francesi dell'epoca. E' una giornalista, per quel che dice lo storico Marino Berengo, decisamente dotata di entusiasmo e che "non si attenne mai alle umili mansioni di riassumere e informare". Tant'e' che appena diciottenne non ha timore a criticare Carlo Gozzi, facendolo infuriare.

Nel 1769 Elisabetta sposa Antonio Turra, uno dei migliori naturalisti dell'epoca, rampollo di una distinta famiglia vicentina apprezzato persino da Goethe. Ella si trasferisce nella citta' maritale, dove il suo salotto diviene in quegli anni il punto di riferimento di scienziati e letterari italiani, dal Monti al Pindemonte, dal Cesarotti al Parini che le dedica alcune parole dell'ode "La magistratura"; l'opinionista, in tale ambito, conosce le veneziane Giustina Renier Michiel e Isabella Teotochi Albrizzi, e la veronese Silvia Curtoni Verza.

"L'Europa Letteraria" fu pubblicato fino al maggio 1773, dopodiche' Domenico Caminer, con l'intento di svecchiare la pubblicazione, fondo' nel 1774 una nuova testata: "Il Giornale Enciclopedico", alla stesura del quale partecipa l'ex agostiniano e insigne naturalista Alberto Fortis che favori' l'allontanamento del fondatore a favore dell'insediarsi nella direzione della figlia... Dopo aver aperto una tipografia vicentina, nel 1783 Elisabetta Caminer Turra muto' il titolo del periodico in "Il Nuovo Giornale Enciclopedico", che divenne uno dei giornali piu' brillanti ed informati della letteratura settecentesca. Dopo l'abbandono della testata da parte di Fortis, la sede di essa torno' a Venezia, ma la stampa ne fu sempre piu' contrastata dalle cattive condizioni economiche della responsabile che mori' prematuramente nel 1791 a causa di un male incurabile (probabilmente un cancro al seno).

Opere: Onesto colpevole, piece di Falbaire, 1768, rappresentato nel teatro San Salvador a Venezia; Eufemia ovvero il trionfo della religione, piece di D'Arnaud, 1769; Alcuni versi di Elisabetta Caminer Turra sono in: AA. VV., Tributo alla Verita', Vicenza, Turra, 1788.

Bibliografia: Rita Unfer Lukoschik (a cura di), Elisabetta Caminer Turra: una letterata veneta verso l'Europa, Essedue, Verona, 1998; Paola Azzolini, Elisabetta Caminer: giornalista, in "Leggere donna", n. 78, gennaio-febbraio 1999; Flora Diamanti, Profili di donne: Elisabetta Caminer Turra, ne "Il giornale di Vicenza", 24 aprile 2001.

 

4. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: LOUISE VICTORINE CHOQUET ACKERMANN

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Louise Victorine Choquet Ackermann, poetessa francese. Nacque il 30 novembre 1813 e fu educata dal padre nella filosofia degli enciclopedisti. Trasferitasi a Berlino nel 1838 per studiare il tedesco, si sposo' nel 1843 con il filologo alsaziano Paul Ackermann. Dopo soli due anni il marito mori', cosi' Louise si trasferi' a Nizza con la sorella. Studiosa di letterature orientali, classiche e moderne, divenne famosa dopo il 1870 come autrice di poesie filosofiche ispirate ad antiche leggende. Nel 1855 pubblico' Contes en vers, e nel 1862 Contes et poesies. La sua opera principale e' costituita dalle Poesies philosophiques (1871), in cui espresse una visione della vita dominata da un profondo pessimismo; la sua rivolta contro la sofferenza umana prende forma in versi semplici e pieni di forza, particolarmente apprezzati da Sainte-Beuve, Theophile Gautier - che l'avvicinava a Leopardi - e da Barbey d'Aurevilly. Il volume fu entusiasticamente recensito nella "Revue des deux mondes" del maggio 1871 da E. Caro. Poco dopo la pubblicazione l'autrice torno' a Parigi, dove costitui' un circolo letterario frequentato dai propri amici; non pubblico' piu' nulla tranne un volume in prosa, Pensees d'une solitaire (1883), con l'intento di stendere una breve autobiografia. Mori' a Nizza il 2 agosto 1890.

Opere: Poesies, Paris, 1874.

Bibliografia: AA. VV., Nova, Grande dizionario enciclopedico, Torino, Utet, 2001; Seche', Alphonse, Les muses francaises. Anthologie des femmes poetes, 1200 a' 1891, Paris, Louis-Michaud, 1908.

 

5. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: JENNIFER JOHNSTON

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Scrittrice irlandese (Dublino 1930). Figlia di Denis Johnston, la sua magistrale capacita' espressiva, il suo stile delicato e preciso, sono tra le qualita' piu' apprezzate. Dopo aver studiato al Trinity College di Dublino, ha scritto cinque romanzi brevi fortemente radicati nella realta' irlandese. I primi tre - The Captains and the Kings (I capitani e i re, 1972), The Gates (I cancelli, 1973), How Many Miles to Babylon? (Quante miglia per Babilonia?, 1974) - sono centrati sull'analisi della complessita' dei rapporti umani, in particolare il contrasto generazionale. In Shadows on Our Skin (Ombre sulla nostra pelle, 1977) tale scontro assume connotati piu' specificamente politici intrecciandosi con il tema del terrorismo. Tutti questi temi, e in particolare il rifiuto della violenza, ritornano con forza anche nel seguente The Old Jest (La vecchia beffa, 1979). Johnston e' anche drammaturga, ha infatti scritto tre monologhi e qualche commedia. La scrittrice ha vinto diversi premi, si ricordino il Robert Pitman Award, lo Yorkshire Post Award, il Whitbread Award for The Old Jest (1979) e il Giles Cooper Award per il migliore pezzo radiofonico (1989).

Opere: The Captains and the Kings, London, Hamish Hamilton, 1972; The Gates, Hamish Hamilton, 1973; How Many Miles to Babylon?, Hamish Hamilton, 1974; Shadows on our Skin, Hamish Hamilton, 1977; The Old Jest, Hamish Hamilton, 1979; The Christmas Tree, The Railway Station Man, Hamish Hamilton, 1984; The Invisible Worm, London, Sinclair-Stevenson, 1991; The Illusionist, Sinclair-Stevenson, 1995; Two Moons, London, Review, 1998; The Gingerbread Woman, London, Review, 2001.

Bibliografia: Rachael Jane Lynch, Public Spaces, Private Lives: Irish Identity and Female Self-Hood in the Novels of Jennifer Johnston, in AA.VV., Border Crossings: Irish Women Writers and National Identities, University of Alabama Press, 2000,  pp. 250-68; Eadem, Contemporary (Big) Housekeeping in Jennifer Johnston's Two Moons and The Illusionist, Southern Region, Jacksonville, 2001.

 

6. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ERICA JONG

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Scrittrice e poetessa statunitense (New York, 1942). Ha iniziato l'attivita' di scrittrice con apprezzate raccolte di versi, come Fruits and Vegetables (1971; Frutta e verdura, Milano 1976) e Half Lives (Vite a meta', 1973), seguite da Here Comes and Other Poems (Ecco che viene e altre poesie, 1975). La scrittrice deve la sua fama ai romanzi: Fear of Flying (1973; Paura di volare, Milano 1983) e' un resoconto picaresco e autobiografico delle ambizioni letterarie di una giovane e, come il suo seguito, How to Save Your Own Life (1977; Come salvarsi la vita, ivi 1977), ebbe grande successo, nonostante qualche critica per il suo linguaggio, portavoce della contestazione femminista. Dei romanzi successivi sono da ricordare Fanny (1980; ivi 1980), riscrittura della storia dell'eroina di Cleland; Parachutes and Kisses (1984; Paracadute e baci, ivi 1984); Serenissima (1987; ivi 1987), e Any Woman's Blues (1990; La ballata di ogni donna, ivi 1990). A meta' fra il romanzo e il saggio autobiografico sono invece Megan's Book of Divorce (1984; Il mio primo libro del divorzio, ivi 1984), Fear of Fifty (1994; Paura dei cinquanta, ivi 1995), mentre Inventing Memory (Inventare la memoria, ivi 1997) esplora le relazioni tra madri e figlie e il significato della memoria in una famiglia ebrea.

Opere principali: Fear of Flying, New York, Holt, Rinehart, & Winston, 1973; How to Save Your Own Life, New York, Plume edition, 1977; Fanny, Being the True History of the Adventures of Fanny Hackabout-Jones, New York, New American Library, 1980; Parachutes & Kisses, New American Library, 1984; Shylock's Daughter: A Novel of Love in Venice (in precedenza: Serenissima), New York, Houghton Mifflin, 1987; Any Woman's Blues: A Novel of Obsession, New York, Harper & Row, 1990;

Fear of Fifty, New York, Harper Collins, 1994; Inventing Memory. A Novel of Mothers and Daughters, Harper Collins, 1997.

Bibliografia: Lodge M., About Erica Jong, in "Library Journal", New York, dicembre 1989; Steinberg S., Erica Jong, in "Publishers Weekly", primo dicembre 1989; Pritchard W., Erica Jong, in "Hudson Review", autunno 1990; Stanley A., Too Blue, in "Time", 5 febbraio 1990; Fleishmann-Stanger C., Foreword, in Any Woman's Blues, New York, Harper Paperbacks, 1991; Shelley Fisher Fishki, Erica Jong, New York, Charles Scribner's Sons, 2000.

Sito: www.ericajong.com

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 384 del 4 luglio 2011

 

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