Nonviolenza. Femminile plurale. 383
- Subject: Nonviolenza. Femminile plurale. 383
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- Date: Sat, 2 Jul 2011 07:04:07 +0200 (CEST)
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 383 del 2 luglio 2011
In questo numero:
1. Una insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro il razzismo
2. Michela Marzano: Potere e visibilita'
3. Rosanna Fiocchetto presenta "Le tredici lune" di Luisa Francia
4. Simonetta Fiori presenta "La scoperta del mondo" di Luciana Castellina
5. Lea Miniutti presenta "Io e le spose di Barbablu'" di Ada Celico
6. Giovanna Minardi: Barbara Jacobs
7. Giovanna Minardi: Angelina Muniz Huberman
8. Elena Silvestrini: Elsa Morante
9. Elena Silvestrini: Iris Origo
10. Elena Silvestrini: Christina Georgina Rossetti
11. Elena Silvestrini: Barbara Torelli
12. Vincenza Silvestrini: Gianna Manzini
13. Vincenza Silvestrini: Paola Masino
14. Vincenza Silvestrini: Emilia Nobile
15. Vincenza Silvestrini: Lucrezia Tornabuoni
1. EDITORIALE. UNA INSURREZIONE NONVIOLENTA CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO
Una insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro il razzismo.
Una insurrezione nonviolenta per la legalita' che salva le vite.
Una insurrezione nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
E' cio' che occorre.
2. RIFLESSIONE. MICHELA MARZANO: POTERE E VISIBILITA'
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 30 giugno 2011 col titolo "La cultura del divismo" e il sommario "
Perche' oggi il potere ha bisogno di visibilita'. Se i governanti scelgono di trasformare tutto in uno show vengono oscurati i cittadini. Su questo interviene Michela Marzano alle 'Parole della politica'. Non conta piu' quello che si dice ma quanto e dove si parla e si appare".
Su Michela Marzano dalla Wikipedia estraiamo la seguente scheda: "Maria Michela Marzano (Roma, 20 agosto 1970) e' una filosofa e docente italiana, residente in Francia. Nata nel 1970 a Roma, ha studiato all'universita' di Pisa e alla Scuola Normale Superiore. Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, è diventata docente all'Università di Parigi V (René Descartes), dove è attualmente professore ordinario. Autrice di numerosi saggi e articoli di filosofia morale e politica, ha curato il "Dictionnaire du corps" (PUF, 2007). Si occupa di filosofia morale e politica e in particolar modo del posto che occupa al giorno d'oggi l'essere umano, in quanto essere carnale. L'analisi della fragilità della condizione umana rappresenta il punto di partenza delle sue ricerche e delle sue riflessioni filosofiche. Ambiti di ricerca: il corpo umano e il suo statuto etico; etica sessuale; etica medica; aspetti teorici del ragionamento morale e delle norme e dei valori che possono giustificare una condotta. Bibliografia: a) in francese: Penser le corps, Presses universitaires de France 2002; La fidelite' ou l'amour a' vif, Hachette 2005; Alice au pays du porno (con Claude Rozier), Ramsay 2005; Le Corps: Films X : Y jouer ou y etre, entretien avec Ovidie, Autrement 2005; Je consens, donc je suis... Ethique de l'autonomie, Puf 2006; Malaise dans la sexualite', J.C. Lattes 2006; La philosophie du corps, Puf 2007; Dictionnaire du corps, Puf 2007; La mort spectacle, Gallimard 2007; La pornographie ou l'epuisement du desir, Buchet-Chastel, 2003, Hachette 2003, 2007; L'ethique appliquee, Puf 2008; Extension du domaine de la manipulation, de l'entreprise a' la vie privee, Grasset et Fasquelle 2008; Visage de la peur, Puf 2009; Le Fascisme. Un encombrant retour?, Larousse 2009). b) in italiano: Straniero nel corpo. La passione e gli intrighi della ragione. Milano, Giuffre' Editore, 2004; Estensione del dominio della manipolazione. Dalla azienda alla vita privata. Milano, Mondadori, 2009; Critica delle nuove schiavitu'. Lecce, Pensa MultiMedia, 2009 (con Yves Charles Zarka e Christian Delacampagne); Sii bella e stai zitta. Perche' l'Italia di oggi offende le donne, Milano Mondadori, 2010; La filosofia del corpo, Il Melangolo, 2010; Etica oggi. Fecondazione eterologa, "guerra giusta", nuova morale sessuale e altre questioni contemporanee, Edizioni Erickson, 2011"]
"Visibilita'", "notorieta'", "divismo", "spettacolarizzazione". Piu' il tempo passa, piu' il linguaggio della politica si impoverisce e si svuota di senso. Non conta piu' quello che si dice, ma quanto e dove si parla e si appare. All'epoca dei mass-media, la visibilita' e' sovrana. Non solo nell'universo dello spettacolo, ma anche e soprattutto nel mondo politico. Come se per acquisire credibilita', si dovesse essere presenti ovunque, saturare il dibattito pubblico, pronunciare sempre le stesse formule. Come se bastasse ripetere una bugia cento, mille, un milione di volte, come diceva Joseph Goebbels, perche' la menzogna si trasformi magicamente in verita'. Forse e' per questo che, pur di essere visibili, sono sempre piu' numerose le persone disposte a fare qualunque compromesso. Come se la notorieta', di per se', fosse una garanzia di qualita'. Ma cos'e' mai questa visibilita' di cui, oggi, nessuno sembra piu' poter fare a meno, soprattutto quando cerca di ottenere delle responsabilita' pubbliche?
Il concetto di visibilita' non e', di per se', negativo. Al contrario. Nel corso del XX secolo, la lotta per la visibilita' e' stata una battaglia politica necessaria al riconoscimento di tutti coloro che, per secoli, erano rimasti nell'ombra. Basti pensare alle donne, agli omosessuali, ai malati mentali. A tutti coloro che, anche se per motivi diversi, erano rimasti a lungo "invisibili", vuoi perche' relegati nella sfera privata senza aver la possibilita' di far ascoltare la propria voce e di rivendicare i propri diritti, vuoi perche' messi ai margini di una societa' che funzionava in base al tristemente celebre precetto "sorvegliare e punire".
Se si analizza la grammatica del potere, ci si rende perfettamente conto che, per secoli, quest'ultimo si e' costruito e consolidato proprio grazie all'assenza di visibilita'. Il segreto e l'opacita' hanno permesso ai sovrani, ai despoti e poi anche agli apparati di partito di abusare del proprio potere, senza che i sudditi o i cittadini potessero esercitare alcuna forma di "vigilanza", come direbbe Locke. L'oscurita' ha reso invisibile non solo la verita', ma anche le persone. Ed e' stata proprio la persistenza di aree di opacita' nell'esercizio del potere pubblico, e quindi di incontrollabilita' e di arbitrio, che hanno messo sistematicamente in pericolo le nostre democrazie. Basti pensare alla corruzione, alle malversazioni e al peculato denunciati da Bobbio attraverso il famoso concetto di potere invisibile. E' per questo che la lotta per farsi vedere e sentire e' diventata un aspetto fondamentale dei movimenti politici e sociali odierni. E che si e' progressivamente capito che uscire dall'afasia e battersi per ottenere la visibilita' significava lottare per il riconoscimento delle proprie idee e dei propri diritti.
La richiesta di visibilita' pubblica e' una richiesta di accettazione. Della propria identita', delle proprie differenze, delle proprie specificita'. Anche se la rivendicazione di visibilita' obbliga a rimettere almeno in parte in discussione la famosa separazione tra la sfera pubblica (visibile) e la sfera privata (invisibile). Come si diceva negli anni '60 e '70, "il privato e' pubblico": esiste una continuita' tra le due sfere della vita che non si puo' far finta di ignorare quando ci si batte per l'uguaglianza e la liberta' di tutti, senza che per questo il potere abbia il diritto di interferire con le scelte o con i valori individuali di ognuno di noi. Non si tratta di pretendere che le proprie idee e i propri valori siano approvati o condivisi da tutti. Si tratta solo di fare in modo che tutti abbiano il diritto di esprimersi e di rivendicare i propri diritti, senza per questo essere stigmatizzati dall'esclusione.
Ma la visibilita', in questi ultimi anni, e' diventata anche e soprattutto altro. Perche' si e' progressivamente slittati dal piano politico al piano mediatico. Come se l'unico modo di esistere e di essere visibili fosse quello di occupare lo spazio visivo. Essere presenti sempre e comunque, fino alla saturazione dello spazio pubblico. La visibilita', da questo punto di vista, va sempre piu' di pari passo con la personalizzazione del potere. E' il trionfo dell'individualismo spettacolare: "Esisto, sono importante e dovete credere a quello che vi dico, perche' ve lo dico alla televisione e ve lo ripeto una, mille e cento volte". Ormai sono coloro che esercitano il potere che cercano la visibilita', e non piu' coloro su cui il potere si esercita.
Ma attraverso quest'eccesso di visibilita' dei potenti non stiamo allora assistendo, paradossalmente, al ritorno dell'opacita' e dell'invisibilita' dei cittadini? Cosa e' veramente visibile, al di la' dell'apparenza, dello spettacolo e degli slogan pubblicitari? Piu' il tempo passa, piu' la visibilita' spettacolare si trasforma in una cortina di fumo che rende invisibili i veri meccanismi del potere.
3. LIBRI. ROSANNA FIOCCHETTO PRESENTA "LE TREDICI LUNE" DI LUISA FRANCIA
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano riprendiamo la seguente recensione dal titolo "Il cammino magico di Luisa Francia"]
Luisa Francia , Le tredici lune, Venexia, 2011, euro 22.
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Strega contemporanea e poliedrica, combattiva e poetica, Luisa Francia ha esteso la magia a tutte le sfere del suo vissuto, dalla lotta politica per la liberazione delle donne ad una pratica dell'arte e della scrittura non accademica, basata sull'esperienza e sulla sperimentazione. La sua popolarita' nel contesto tedesco e' stata indubbiamente agevolata dalla sua particolare e immediata facolta' comunicativa, sostenuta da un umorismo demistificatorio; doti che l'hanno resa rapidamente un punto di riferimento sia all'interno del movimento femminista che al di fuori di esso, e che continuano ad attrarre donne di ogni eta' e condizione non solo attraverso i suoi libri, ma anche mediante il diario quotidiano del suo sito internet, "Salamandra". Un titolo che, non a caso, ricorda il motto della poeta pre-femminista italiana del Cinquecento Gaspara Stampa, la quale aveva anche lei scelto come simbolo questa piccola anfibia: "viver ardendo e non sentire il male". Francia, con analogo e audace ardore metamorfico, ha contribuito a svincolare la parola "strega" da ogni accezione negativa patriarcale e a rinominarla come potenzialita' liberatoria; a divulgare informazioni e concetti espulsi dal campo culturale dominante rimettendoli in circolo in diversi ambiti mediatici, dall'editoria al cinema e alle arti visive e performative, ma anche e soprattutto in incontri diretti, nel "faccia a faccia" tutto femminile di seminari e rituali. Spirito libero e nomade, intellettuale divertente e provocatoria, ha fatto di se stessa e della sua vita un messaggio prezioso di "iniziazione", un veicolo di resistenza individuale e comunitaria ai molti volti dell'oppressione misogina e alla maschilizzazione del simbolico.
Nata nel 1949 a Monaco, Luisa Francia e' cresciuta in Baviera e dalla fine degli anni Sessanta ha trascorso lunghi periodi a Parigi, Losanna, Roma e Londra. Dopo una tournee di sei mesi come cantante nel musical Hair, ha svolto lavoro politico nelle file della sinistra e dal 1971 si e' impegnata nei gruppi e nelle iniziative del movimento femminista, diventando madre di sua figlia Anna Valentina nel 1974. Ha collaborato con Margarethe von Trotta alla sceneggiatura dei film "Il secondo risveglio di Christa Klages" (1978) e "Sorelle" (1979). Ha scritto e diretto cortometraggi - fra cui "Hexen", un documentario sulla caccia alle streghe ai tempi dell'Inquisizione - e il lavoro teatrale "Fischmaul" (1986). Dal 1982 ha esposto i suoi dipinti in varie mostre e ha tenuto laboratori corporei di trance, rilassamento e immaginazione. Contemporaneamente si e' dedicata ad una intensa attivita' di viaggiatrice, giornalista freelance e scrittrice, pubblicando oltre quaranta libri il cui centro di gravita' permanente e' la spiritualita' femminista, un tema al quale ha dato innumerevoli contributi anche alla radio e alla televisione. La sua ultima fatica/piacere e' il libro Die Goettin im Federkleid (La dea piumata, 2010), sulle donne nelle societa' celtiche e germaniche.
Francia ha affinato le proprie arti e conoscenze attraverso la "passione per la superficie del mondo", come la celebre esploratrice Freya Stark definiva il viaggio. Ma nel suo caso si tratta di una passione che l'ha condotta a studiare sul posto medicine popolari e tradizioni magiche. Ha visitato piu' volte l'Africa, dove ha passato lunghi periodi nel Sahara, in Mali, Nigeria, Niger, Burkina Faso, Senegal, Marocco, Gabon, Tanzania, Kenya, sostenendo i progetti delle donne. Ha tratto reportages e ricerche anche dalle sue peregrinazioni in India, Nepal, Tibet, e dalle sue avventure di scalatrice di vette. Un frutto non secondario di questo nomadismo, esteso a molti altri paesi vicini e lontani, e' un'ampia collezione di sculture di dee che presto avra' una "Goettinnenhaus" in Portogallo. Quanto al suo instancabile collezionismo di oggetti magici, non li considera "reperti morti", ma "tesori" di cui dice: "ogni pezzo e' vivo, mi porta energia, irradia forza, mi incanta, mi protegge, mi fa ridere e sognare, mi racconta le antiche storie della terra".
Mond, Tanz, Magie, uscito in Germania nel 1986, e' ormai diventato un "anticlassico" femminista e contiene in nuce molti temi successivamente sviluppati da Francia: la dimensione celeste come struttura aperta e in movimento, il viaggio nel suo duplice aspetto esplorativo di mondi sia interiori che geografici, la storia matriarcale e la cultura della dea madre, il valore sacrale e propulsivo delle mestruazioni, la capacita' di auto-guarigione, la magia come arte e l'arte come magia, il potere delle piante e delle pietre, la moltiplicazione delle forze nei rituali collettivi fra donne, e tanti altri ancora. In questo libro, l'approccio di Francia alla luna e al culto lunare coinvolge le figure mitiche femminili ma anche l'energia della danza, il corpo, la sua storia personale, i suoi desideri; induce alla meditazione e alla presa di coscienza individuale, collegandola al cambiamento culturale e sociale. L'autrice, sin dall'introduzione, prende le distanze dai luoghi comuni della magia e dei culti patriarcali ed invita ad utilizzare il testo come materiale ludico - e non prescrittivo - di riavvicinamento collettivo alle nostre matrici matriarcali e alla natura, alla connessione profonda ed ecologica con le piante, gli animali, gli elementi. E, nell'arco di un magico anno lunare, fornisce continuamente stimoli ad intraprendere un percorso personalmente liberatorio e inventivo, non costretto in formule rigide, ma improntato dalla giocosita' e dalla gioia. Un invito sempre presente, questo, in tutto il lavoro di Francia, convinta che "dove non c'e' niente da ridere, bisogna fare le valigie"; e che riecheggia nello spirito il famoso "se non posso ballare, allora questa non e' la mia rivoluzione!" di Emma Goldman.
Con la sua individuale originalita' di "femminista inclassificabile", Francia ha contribuito e contribuisce in modo notevole e peculiare, da strega che "lavora con tutti i mezzi del suo tempo", allo sviluppo e alla diffusione del movimento dei moderni studi sul matriarcato in Germania; un movimento che unisce ricerche e spunti di studiose di altri paesi come Esther Harding, Gerda Lerner, Barbara Walker, Merlin Stone, Patricia Monaghan, Riane Eisler, Giti Thadani a quelli della grande archeologa Marija Gimbutas e di studiose tedesche quali Marie E. P. Koenig, Heide Goettner-Abendroth, Vera Zingsem, Gerda Weiler, Gabriele Meixner, e al prezioso lavoro del Frauenmuseum di Wiesbaden, in un tessuto interdisciplinare strettamente connesso ad una azione politica e culturale.
Purtroppo ancora quasi completamente sconosciuta in Italia, terra di radici del suo patchwork familiare italo-anglo-tedesco, Luisa Francia merita percio' un posto speciale - come lo e' del resto la sua personalita' - in questa collana, che auspicabilmente aprira' la strada ad ulteriori traduzioni delle sue opere, ciascuna delle quali approfondisce gli elementi di una indispensabile riappropriazione spirituale e culturale della "donna selvaggia" in noi, a partire dal quotidiano e dal "qui e ora", ricordandoci che "non c'e' realta' senza sogno".
4. RIFLESSIONE. SIMONETTA FIORI PRESENTA "LA SCOPERTA DEL MONDO" DI LUCIANA CASTELLINA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo la seguente recensione apparsa su "La Repubblica" del 4 marzo 2011 col titolo "Quell'adolescenza tra i Parioli e il Pci"]
Un diario puo' rivelare molte cose, specie se riaffiora quasi settant'anni dopo dal cassetto di una protagonista irregolare della sinistra italiana. Quaderni annotati da un'adolescente tra il 1943 e il 1948, quando il mondo cambiava faccia e la storia non rinunciava ai suoi colpi di scena. Ma quello di Luciana Castellina e' un racconto antieroico, che ritrae un'educazione sentimentale nutrita di passioni, curiosita' e leggerezza del vivere, a tratti anche svagata e frivola. E nel confronto con tanti memoires al maschile anche bellissimi - in cui l' autore sembra sapere sempre tutto, governa fino all'ultimo le proprie scelte - qui prorompe quella sincerita' spietatamente femminile nel definirsi ignare e inadeguate rispetto agli appuntamenti della storia. "A me innanzitutto il Pci ha evitato di restare stupida", annota l'autrice nelle ultime pagine. Solo una donna poteva scriverlo, o almeno scriverlo cosi'. La scoperta del mondo, che sara' presentato oggi a Roma alle 18 al teatro Tordinona da Alfredo Reichlin e Nichi Vendola, e' stato candidato al premio Strega (nottetempo, pp. 296, euro 16,50).
Quello di Luciana Castellina e' un percorso anomalo, figlia d'una famiglia borghese di radice ebrea, cresciuta nel conformismo dei Parioli insieme a una madre molto poco conformista, Lisetta, a sua volta segnata dall'eccentricita' della Mitteleuropa triestina. Cospiratore antiaustriaco il nonno materno Adolfo Liebman, compagno d'avventura di Oberdan; famiglia della microborghesia milanese laica e socialista, quella dei Castellina, che pero' ha meno influenza. Se la vita e' l'arte dell'incontro, l'adolescente Luciana sa coltivarla con sapienza, ma soltanto molto piu' tardi riuscira' a trovarne il senso. La fine del fascismo, il 25 luglio del 1943, la sorprende a casa Mussolini, a Riccione, dove sta giocando a tennis con la sua compagna di classe Annamaria, primogenita del Duce. La Resistenza, per lei, e' solo un messaggio nascosto sotto le suole dello zio Memmo. I volontari di Salo' non le paiono tremendi ma solo malinconici. Bisogna aspettare il suo ingresso nel ' 44 a casa Apicella perche' la ragazza dei Parioli guardi con occhi diversi comunisti e azionisti.E poi la scoperta dell'arte, di Mafai e Guttuso; e quella lezione su Picasso al Tasso, su incarico del Pci, che sara' il suo primo gesto politico. Arriveranno presto i primi viaggi a Parigi e Praga, la costruzione della ferrovia nella Jugoslavia di Tito, il lavoro nelle periferie, l' incontro con gli intellettuali dell' "Unita'", tra cui il futuro marito Alfredo Reichlin. Ma la Castellina non tralascia di annotare anche la fatuita' della sua vita festaiola tra il '45 e il '46, le serate in maschera dove lei vestita da finlandese viene "comprata" dal giovane Carlo Aymonino. O la civetteria esercitata con Roger Vadim, futuro marito di Jane Fonda. Si deve essere divertita, e anche molto, l'autrice di questo diario. Negli anni di Botteghe Oscure l'avra' vissuta come una colpa. Oggi che puo' raccontarlo, ostenta imbarazzo, ma sotto sotto ne gode.
Come tutte le memorie di quella generazione, nata tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, anche La scoperta del mondo puo' indurre in lettori piu' giovani un'inconfessabile invidia. Epoca di ferro e fuoco, ma anche stagione di passioni e furori, in cui la felicita' individuale coincide con la felicita' collettiva. Una condizione negata alle generazioni che seguono, come scrive nell'introduzione anche la figlia Lucrezia Reichlin. Felicita' doveva essere il titolo del diario. Poi ne hanno scelto un altro, forse per non esagerare.
5. LIBRI. LEA MINIUTTI PRESENTA "IO E LE SPOSE DI BARBABLU'" DI ADA CELICO
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano riprendiamo la seguente recensione]
Ada Celico, Io e le spose di Barbablu', Mursia, Milano 2011, pp. 215, euro 15.
*
Una valigia azzurra che ha odore di plastica nuova e una sacca con alcuni libri. E' tutto quello che porta via Amanda quando decide di allontanarsi da casa per non subire piu' le violenze del marito. Tutto scorre via veloce fuori dal finestrino del treno che la porta dalla Calabria, sua terra natale, a Milano. Una vita intera le si srotola davanti. Sono passati molti anni dal giorno in cui Amanda si innamora di un ragazzo dagli occhi nocciola. Era bello e gentile. Poi, fragilita' e imprevedibili cambiamenti di umore trasformano le gentilezze del bel ragazzo in violenze. E per lei tutto diventa incubo.
Ora, stanca di maltrattamenti, fugge via lontano con pochi bagagli e un indirizzo in tasca: verra' accolta in una casa segreta dove altre donne cureranno le sue ferite fisiche e psicologiche.
Amanda e' la protagonista letteraria che racconta la storia di Ada Celico, autrice del libro. Una toccante testimonianza resa leggera dal linguaggio poetico che arriva subito all'animo di chi legge. Sensibilita' propria di chi, per molto tempo, ha subito violenza e ha provato tutte le mediazioni possibili per riuscire a mantenere una situazione familiare vivibile. Fino a quando le sue figlie, ormai maggiorenni, le preparano la valigia e l'aiutano a partire per mettersi in salvo.
Ada Celico e' scrittrice: ha trovato le parole adatte per denunciare. Ha raccontato la sua storia, anche per dare voce e coraggio a tante altre vittime, che non trovano la forza per sottrarsi ai soprusi e alle violenze che si consumano tra le mura di casa.
C'erano anche molti lettori maschili tra il folto pubblico durante la presentazione del libro. Uno di essi ha rotto il silenzio e ha posto una domanda: "Perche' devono lasciare la loro abitazione le donne violentate. Perche' invece non vengono allontanati da casa i violenti e costretti a un serio trattamento educativo?".
"E intanto - risponde la scrittrice - in questa lotta impari tra i generi, la morte lascia sull'asfalto sempre e in ogni caso le donne. Quante, perche' si giunga a provvedimenti giusti, devono ancora farsi ammazzare?".
6. PROFILI. GIOVANNA MINARDI: BARBARA JACOBS
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).
Per un profilo dell'autrice di questa voce, cfr. "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 347]
Laureatasi in Lettere alla Unam, ha insegnato Lingue all'Universita' Iberoamericana di Citta' del Messico ed e' stata invitata da Universita' americane e europee per conferenze e/o letture delle sue opere. Ha seguito vari seminari di creazione letteraria, e in uno di questi ha conosciuto lo scrittore Augusto Monterroso, col quale si e' sposata. Alcune sue opere sono state pubblicate ultimamente in Spagna.
Opere: Un justo acuerdo (1979); Doce cuentos en contra (1982); Las hojas muertas (Messico, 1987); Las siete fugas de Saab, alias El Rizos (1992); Escrito en el tiempo (1985).
Bibliografia: Giovanna Minardi, Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del XX secolo, Palermo, Anteprima, 1998.
7. PROFILI. GIOVANNA MINARDI: ANGELINA MUNIZ HUBERMAN
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]
Nata in Spagna nel 1936, nel 1939, alla fine della guerra civile spagnola, la sua famiglia abbandono' definitivamente la Spagna ed esilio' prima a Cuba, poi in Messico, dove arrivo' nel 1942. Laureatasi in Lettere alla Unam, insegna in questa Universita' e collabora con varie riviste culturali. Scrive narrativa, poesia e saggistica, soprattutto sulla letteratura sefardita e sulla cabala, un tema che la appassiona particolarmente e che si trova presente in alcuni dei suoi racconti, insieme a uno studio dissacrante dei miti classici.
Opere: a) narrativa: Morada interior (1972); Tierra adentro (1977); La guerra del unicornio (1983); Huerto cerrado, huerto sellado (1985); De magias y prodigios (1988); Primicias (1990); Serpientes y escaleras (1991); Dulcinea encantada (1992); Narrativa relativa, Antologia personal (1992); Castillos en la tierra (1995); b) poesia: Vilano al viento (1982); El libro de Miriam (1990); El ojo de la creacion (1992); La memoria del aire (1995); c) saggi: La lengua florida. Antologia sefardi' (1989); Las raices y las ramas. Fuentes y derivaciones de la cabala hispanoebrea (1993); Autobiografia: El juego de escribir (Messico, 1991).
Bibliografia: Giovanna Minardi, Passione e scrittura. Antologia di narratrici messicane del XX secolo, Palermo, Anteprima, 1998.
8. PROFILI. ELENA SILVESTRINI: ELSA MORANTE
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]
Scrittrice, nata a Roma nel 1912. Ancora giovane si allontano' dalla famiglia vivendo di lezioni private e di collaborazioni giornalistiche. Nel 1941 sposo' Alberto Moravia, dal quale si separo' nel 1962. La casa dei due scrittori, durante il dopoguerra, divenne il punto di incontro degli intellettuali romani. Negli anni '60-'70 la scrittrice partecipo' alle vicende politiche e sociali con i suoi libri e con interventi saggistici e giornalistici. Ottenne il premio Viareggio nel 1948 per Menzogna e sortilegio, e il premio Strega nel 1957 per L'isola di Arturo. Mori' a Roma nel 1985, in seguito ad una grave malattia.
Opere: a) poesia: Alibi, Milano, 1958; Il mondo salvato dai ragazzini, Torino, 1968; b) narrativa e prose varie: Il gioco segreto, Milano, 1941; Menzogna e sortilegio, Torino, 1948; L'isola di Arturo, Torino, 1957; Le straordinarie avventure di Caterina, Torino, 1959; Lo scialle andaluso, Torino, 1963; La Storia, Torino, 1974; Aracoeli, Torino, 1982; Pro o contro la bomba atomica e altri scritti, Milano, 1987; Diario 1938, Torino, 1989; c) edizioni complessive: Opere, a cura di C. Cecchi e C. Garboli, Milano, Mondadori, "I Meridiani", 1988-90, 2 voll.
Bibliografia: P. Pancrazi, Fantasia e sortilegio della Morante (1948), in Id., Scrittori d'oggi, serie V, Bari, 1950; C. Varese, Elsa Morante, in Id., Cultura letteraria contemporanea, Pisa, 1951; G. De Benedetti, L'isola della Morante (1957) in Id., Intermezzo, Milano, 1963; Dizionario universale della letteratura contemporanea, Milano, Mondadori, 1963, vol. III, p. 634; A. R. Pupino, Struttura e stile nella narrativa di Elsa Morante, Ravenna, 1968; C. Garboli, L'isola di Arturo, in Id., La stanza separata, Milano, 1969; E. Siciliano, L'anima contro la storia. Elsa Morante (1967) in Id., Autobiografia letteraria, Milano, 1970; L. Stefani, Elsa Morante, in "Belfagor" XXVI, 1971, pp. 290-308; C. Cases, La Storia. un confronto con "Menzogna e sortilegio" (1974) in Id., Patrie lettere, Torino, 1974; Articoli riuniti sotto il titolo: Contro il "romanzone" della Morante, su "Il Manifesto", 18 luglio 1974; G. C. Ferretti, Il dibattito sulla Storia di Elsa Morante, in "Belfagor", XXX, 1975, pp. 93-98; C. Bria, Elsa Morante, Ciranna, 1976; G. Venturi, Morante, La Nuova Italia, 1977; A. Nozzoli, Tabu' e coscienza, La Nuova Italia, 1978; C. Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, Mursia, 1978; G. Ricci, "L'isola di Arturo". Dalla storia al mito, in "Nuovi Argomenti", n.s., n. 62, 1979, pp. 237-75; D. Ravanello, Struttura e follia nei romanzi di Elsa Morante, Venezia, 1980; S. Petrignani, Le signore della scrittura, La Tartaruga, 1984; F. Fortini, "Aracoeli" (1982), in Id., Nuovi saggi italiani, Milano, 1987; Letture di Elsa Morante, Rosenberg & Sellier, 1987; G. Bernabo' Sacchi, Come leggere "La Storia" di Elsa Morante, Mursia, 1991; Enciclopedia della letteratura, Garzanti, Milano 1991, pp. 639-40; G. Bettin, "L'isola di Arturo" di Elsa Morante, in Leggere gli anni verdi, Edizioni e/o, 1992; E. Cecchi, N. Sapegno, Storia della letteratura italiana, Garzanti, Milano 1992, Il Novecento, tomo II, pp. 419-23 e 439-41; Per Elsa Morante, Linea d'ombra, 1993; C. Garboli, Gioco segreto. Nuove immagini di Elsa Morante, Adelphi, 1995; G. Rosa, Cattedrali di carta, Il Saggiatore, 1995; N. Orengo, J. Notabartolo, Cahiers Elsa Morante, Sottotraccia, 1995; S. Lucamante, Elsa Morante e l'eredita' proustiana, Cadmo, 1998; M. Bardini, Morante Elsa. Italiana. Di professione poeta, Nistri-Lischi, 1999; C. K. Jorgensen, Visione esistenziale nei romanzi di Elsa Morante, L'Erma, 1999.
9. PROFILI. ELENA SILVESTRINI: IRIS ORIGO
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]
Nata a Birdlip in Inghilterra nel 1902, ha operato, nel corso della guerra, come ufficiale di collegamento tra Croce Rossa italiana e americana. Ha fondato e diretto, nel 1940, la Casa toscana dei Fanciulli. E' morta nel 1988 a Chianciano.
Opere: Allegra, Londra, 1935; Tribune of Rome, ivi, 1938; Guerra in Val d'Orcia, Firenze, 1968; Leopardi, Milano, 1974; Il mercante di Prato: Francesco di Marco Datini, Milano, 1979; A Measure of Love, Londra, 1979; Bernardino da Siena e il suo tempo, Londra, 1982; Immagini e ombre. Aspetti di una vita, Londra, 1984; Bisogno di testimoniare (Quattro vite: Lauro De Bosis, Ruth Droper, Gaetano Salvemini, Ignazio Silone), ivi, 1985.
Bibliografia: Prefazione di L. Einaudi a Il mercante di Prato: Francesco di Marco Datini, I ed., Milano, 1958; Prefazione di P. Calamandrei a Guerra in Val d'Orcia, Firenze, 1967; E. Cecchi, N. Sapegno, Storia della letteratura italiana, Garzanti, Milano 1992, Il Novecento, tomo II, pp. 596-97 e 977.
10. PROFILI. ELENA SILVESTRINI: CHRISTINA GEORGINA ROSSETTI
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]
Nata a Londra nel 1830. Figlia del noto carbonaro abruzzese Gabriele Rossetti, esule a Londra dopo i moti napoletani, e sorella di Dante Gabriele Rossetti. Esercito' grande influenza sulla confraternita preraffaellita, collaborando alla rivista "The Germ". In seguito alla pubblicazione del manifesto preraffaellita si ritiro' in solitudine, dedicandosi alle pratiche religiose e alla poesia. Mori' a Londra nel 1894.
Opere: a) le poesie sono in The poetical works, a cura di W. M. Rossetti, Londra, 1929, traduzione italiana, Poesie d'amore, Firenze, 1948; b) narrativa e prosa: The prince's progress, 1866; Commonplace and other short stories, Londra, 1870; Annus domini, 1874; Seek and find, 1879; A Strange Journey or pictures from Egypt and the Soudan, 3 vol., 1882; Letter and Spirit, 1883; The face of the Deep, 1892; Maude - a story for girls, Londra, 1897; Called to Be Saints, 1895; R. Papers 1862-1870, a cura di W. M. Rossetti, 1903; The family letters of Christina Georgina Rossetti, 1908; Three unpublished letters to and from Gabriel C. William, a cura di J.Camp Troxell, Cambridge, 1937.
Bibliografia: Fanny Salazar, Studi sulla vita e le opere di Cristina Rossetti e Jane Austen, 1922; qualche notizia anche in Ead., Olivia Agresti Rossetti, "Nuova Antologia", Roma 1922; R. Serra in "Nuova Antologia", 4, 1929; F. Sargaro in "Rassegna Italiana", IX, 1929; M. Sawtell, Christina Rossetti. Her Life and Religion, Londra, 1955; Dizionario della letteratura contemporanea, Mondadori, Milano, 1963; G. Petronio (a cura di), Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, Laterza, Bari, 1970, vol. IV; G. Covi, in Come nello specchio, La Rosa, 1981; D. Daiches, Storia della letteratura inglese, Garzanti, Milano, 1982, vol.III, pp. 86-87; M. Del Sapio Garbero, L'assenza e la voce. Scena e intreccio della scrittura in Christina Rossetti, May Sinclair e Christine Brooke- Rose, Liguori, 1991.
11. PROFILI. ELENA SILVESTRINI: BARBARA TORELLI
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]
Nata a Ferrara nel 1475 circa. Sposo' Ercole Bentivoglio che successivamente abbandono'. Si innamoro' di Ercole Strozzi, autore di elegie in latino, che venne assassinato poco tempo dopo la loro unione e al quale dedico' un sonetto. Mori' nel 1533.
Opere: in Rime scelte di poeti ferrraresi antichi e moderni, a cura di G. Baruffaldi, Ferrara, 1713.
Bibliografia: Ginevra Canonici Fachini, Prospetto biografico delle donne italiane rinomate in letteratura dal sec. XIV fino ai nostri giorni, Venezia, 1824; Jolanda De Blasi, Le scrittrici italiane dalle origini al 1800, Firenze, 1930; Jolanda De Blasi (a cura di), Antologia delle scrittrici italiane, Firenze, 1930; M. Catalano, La tragica morte di Ercole Strozzi e il sonetto di Barbara Torelli, Geneve, 1926; G. Carducci, La gioventu' di Ludovico Ariosto, e la poesia latina in Ferrara, in Id., Opere, vol. XIII, Bologna, 1936, pp. 348-353; F. Orestano ed., Eroine, ispiratrici e donne d'eccezione, in Enciclopedia bio-bibliografica italiana, 1940, p. 341; Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, a cura di G. Petronio, Laterza, Bari, 1970, vol. V.
12. PROFILI. VINCENZA SILVESTRINI: GIANNA MANZINI
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]
Nata a Pistoia nel 1896, sposo' il critico Enrico Falqui e collaboro' alle riviste "Solaria" e "Letteratura". Ottenne il premio Viareggio nel 1956 con La sparviera e il premio Campiello nel 1971 con Ritratto in piedi. Mori' a Roma nel 1974.
Opere: Tempo innamorato, Milano, 1928; Incontro col falco, ivi, 1929; Bosco vivo, Roma, 1932; Casa di riposo, ivi, 1934; Un filo di brezza, Milano, 1936; Rive remote, ivi, 1940; Venti racconti, ivi, 1941; Carta d'identita', Roma, 1945; Lettera all'editore, Firenze, 1945; Il valzer del diavolo, ivi, 1947; Forte come un leone ed altri racconti, Milano, 1947; Ho visto il tuo cuore, Firenze, 1948; Cara prigione, ivi, 1951; Animali sacri e profani, Roma, 1953; Foglietti, Milano, 1954; La sparviera, ivi, 1956; Ritratti e pretesti, ivi, 1960; Arca di Noe', ivi, 1960; Un'altra cosa, ivi, 1961; Allegro con disperazione, ivi, 1965; Ritratto in piedi, ivi, 1971; Sulla soglia, ivi, 1973.
Bibliografia: E. Montale, Il libro di cui si parla (Tempo innamorato), in "La Fiera Letteraria", 5 agosto 1928; B. Tecchi, Incontro col Falco di Gianna Manzini, in "Solaria", giugno 1929; G. Ferrata, Tempo innamorato, in "Solaria", settembre-ottobre 1928; A. Seroni, Gianna Manzini, in Id., Ragioni critiche, Firenze, 1944; C. Bo, Note sull'arte di Gianna Manzini, in Id., Nuovi studi, 1946; C. Varese, Gianna Manzini, in Id., Cultura letteraria contemporanea, Pisa, 1951; Numero dedicato a G. Manzini de "La Fiera Letteraria", 16 maggio 1960; E. De Michelis, La Manzini e lo stile (1941), in Id., Narratori al quadrato, Pisa, 1962; G. De Robertis, Animali sacri e profani, in Id., Altro Novecento, Firenze, 1962; G. Petrocchi, Le voci di Gianna Manzini, in Id., Poesia e tecnica narrativa, Milano, 1962; F. Ulivi, Prosa e romanzo di Gianna Manzini, in "Convivium", n. s. XXX, 1962, pp. 690-703; A. Seroni, Gianna Manzini: secondo tempo, in Id., Esperimenti critici sul Novecento italiano, Milano, 1967; G. Contini, Il walzer del diavolo, in Id., Altri esercizi, Torino, 1972; Interventi di E. Cecchi raccolti in Id., Letteratura italiana del Novecento, a cura di P. Citati, vol. II, Milano, 1972; G. Titta Rosa, Gianna Manzini, in Id., Vita letteraria del Novecento, Milano, 1972; E. Panareo, Invito alla lettura di Gianna Manzini, Mursia, 1977; M. C. Papini, in Il linguaggio del moto. Storia esemplare di una generazione, Firenze, 1981; M. A. Parsani, N. De Giovanni, Femminile a confronto. Tre realta' della narrativa italiana contemporanea: Alba de Cespedes, Fausta Cialente, Gianna Manzini, Lacaita, 1984; Enciclopedia della letteratura, Garzanti, Milano 1991, p. 583; E. Cecchi, N. Sapegno, Storia della letteratura italiana, Garzanti, Milano 1992, Il Novecento, tomo II, pp. 390- 394 e p. 956.
13. PROFILI. VINCENZA SILVESTRINI: PAOLA MASINO
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]
Nata a Pisa il 20 maggio 1908, da Enrico Alfredo e Luisa Sforza, si trasferi' giovanissima a Roma, dove visse fin quando, nel 1929, si trasferi' a Parigi con Massimo Bontempelli. Tornata in Italia, nel 1933, continuo' il suo lavoro di scrittrice, di giornalista (collaboro' a varie riviste e quotidiani tra cui: "'900", "Solaria", "Noi donne", "Il Gazzettino", "Epoca", "L'Unita'", "Il popolo di Roma", "Letteratura") e di traduttrice; curo' le edizioni delle opere di Bontempelli dopo la sua morte. Nel 1933 vinse il premio Viareggio per il romanzo Periferia. Mori' a Roma nel 1989.
Opere: a) narrativa: Decadenza della morte, Roma, Stock, 1931; Periferia, Milano, Bompiani, 1933; Monte Ignoso, Milano, Bompiani, 1945 e Genova, Il Melangolo, 1994; Nascita e morte della massaia, Milano, Bompiani, 1945 e Milano, La Tartaruga, 1982; Poesie, Milano, Bompiani, 1947; Colloquio di notte, Palermo, La Luna, 1994; Io, Massimo e gli altri, Milano, Rusconi, 1995; b) traduzioni: O. Barnabooth, Opere complete, Milano, Bompiani, 1969; Hector Malot, Senza famiglia, Firenze, Giunti 1979; Madame de La Fayette, L'amor geloso: tre racconti, Palermo, Sellerio, 1980; Honore' de Balzac, La ragazza dagli occhi d'oro, Torino, Einaudi, 1993; c) libretti: Viaggio d'Europa, libretto d'opera radiofonica per la musica di V. Rieti Vivi', opera rappresentata al S. Carlo di Napoli il 26 marzo 1956; La Madrina, per le musiche di Cesare Brero; Luisella, dramma in quattro quadri dal racconto omonimo di T. Mann, rappresentato per la prima volta al Teatro Massimo di Palermo il 28 febbraio 1969 per la musica di Franco Mannino; Il ritratto di Dorian Gray, con Beppe De Tommasi, Milano, 1974.
Bibliografia: G. Piovene, "Il Convegno", 25 maggio 1931; G. Artieri, "Il Mattino", 11 giugno 1931; G. Villaroel, "Il Popolo d'Italia", 27 giugno 1931; G. A. Borgese, "Corriere della sera", 10 luglio 1931; C. E. Gadda, "Solaria", luglio-agosto 1931; A. Tilgher, "Il popolo di Roma", 21 agosto 1931; F. Azzali, "Il popolo di Brescia", 16 settembre 1931; A. Boccelli, "La Nuova Antologia", primo ottobre 1931; V. Brancati, "Il Popolo di Sicilia", 27 ottobre 1931; E. Rivalta, "Il Giornale d'Italia", 18 febbraio 1932; G. Piovene, "L'Ambrosiano", 30 maggio 1933; G. Ansaldo, "Il Lavoro", primo giugno 1933; M. Gallian, "L'Impero", 10 giugno 1933; F. Bernardelli, "La Stampa", 25 luglio 1933; A Grande, "L'Italia letteraria", 30 luglio 1933; A. Bocelli, "La Nuova Antologia", 16 agosto 1933; Aristarco, "Corriere padano", 8 settembre 1933; L. Chiarini, "Quadrivio", 17 settembre 1933; M. Lombardi, "Lettere d'oggi", dicembre 1941; G. Villarofoel, "Il Popolo d'Italia", 5 gennaio 1942; S. Benco, "Il Popolo di Trieste", 15 gennaio 1942; M. Dazzi, "Il libro italiano", febbraio 1942; V. Pratolini, "Primato", primo aprile 1942; G. Bellonci, "Il Giornale d'Italia", 29 aprile 1942; A. Spadolini, "La Lettura", 17 agosto 1946; L. Bigiaretti, "Domenica", 3 marzo 1946; C. Bo, "Oggi", 4 giugno 1946; Bigiaretti, "Mercurio", marzo-maggio 1947; G. Caproni, "La Fiera Letteraria", 7 agosto 1947; A. Camerino, "Il Mattino del popolo", 3 novembre 1947; G. Lipparini, "Il Messagero", 18 febbraio 1948; D. Valeri, "Corriere di Milano", primo febbraio 1948; L. Russo, I Narratori (1850-1957), 1958, p. 394; Chi scrive? Repertorio biobibliografico degli scrittori italianim, 1966, p. 347; S. Petrignani, Le signore della scrittura, Milano, La Tartaruga, 1984, 1996.
14. PROFILI. VINCENZA SILVESTRINI: EMILIA NOBILE
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]
Nata a Napoli nel 1889, da Arminio e Emma von Sommer, si laurea in filosofia. Dal 1941 e' direttrice della Biblioteca Lucchesi Palli poi annessa alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Dal 1936 viene incaricata della cattedra di Filosofia Morale all'Universita' di Napoli. Ha curato edizioni di opere di autori come Aristotele, Bohme, Maxwell. E' morta a Napoli il primo marzo 1963.
Opere: Dualismo e religione, Albrighi e Segati, 1927; Jacob Bohme e il suo dualismo essenziale, D. Alighieri, 1928; Il dualismo filosofico: Le ragioni eterne del dualismo filosofico, Tipi Riano, Napoli 1935; I limiti del misticismo in Jacob Bohme, ivi, 1936; Eva al traguardo, Davite, Firenze 1936; Il figlio dell'Impero, Bemporad, 1938; La storia di Giuseppe, Laterza, 1938; Presupposti filosofici per una storia delle religioni, Alighieri, Napoli 1938; Il dualismo filosofico e l'umana educabilita', ivi, 1940 e Pironti, 1947; Panteismo e dualismo nel pensiero di Schelling, Pironti, 1946; La pace come ideale della ragione, ivi, 1947, 1955; Il IV libro della "Metafisica" di Aristotele, ivi, 1950; L'ideale dell'immortalita' dell'anima e la sua efficacia sulla civilta' e sull'educazione, ivi, 1952; La musica sacra di G. Verdi, in Almanacco dei bibliotecari italiani, Palombi, 1952; La censura borbonica contro il Gustavo III a un ballo in maschera di G. Verdi, in "Rassegna storica del Risorgimento", Roma, 1953; Storia ed eticita', Pironti, Napoli, 1956.
Bibliografia: Chi scrive? Repertorio bio-bibliografico degli scrittori italiani, 5, 1948, p. 337, 6, 1957, p. 344; G. Vaccaro (ed.), Panorama biografico degli italiani d'oggi, vol. 2, 1956, p. 360; M. Gastaldi, Dizionario delle scrittrici contemporanee, 1957, p. 362.
15. PROFILI. VINCENZA SILVESTRINI: LUCREZIA TORNABUONI
[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]
Nata a Firenze nel 1425. Moglie di Piero de' Medici e madre del Magnifico, fu amica e protettrice di molti poeti del tempo, tra i quali il Pulci. Mori' a Firenze nel 1485.
Opere: in O. Targioni Tozzetti, Antologia della poesia italiana, Livorno, 1899; in M. Bontempelli, Lirica italiana, Milano, 1944; Poemetti sacri, a cura di F. Pezzarossa, Olschki, Firenze, 1978; alcune lettere ha pubblicato A. Levati in "Illustrazione toscana", XII, 1941, pp. 12 sg.
Bibliografia: Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, a cura di G. Petronio, Laterza, Bari, 1970, vol. V; N. Costa Zalessow, Scrittrici italiane dal XIII al XX secolo. Testi e critica, Longo 1982; A. Asor Rosa, Letteratura italiana. gli Autori, vol. II, p. 1736.
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 383 del 2 luglio 2011
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