Nonviolenza. Femminile plurale. 377



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 377 del 25 giugno 2011

 

In questo numero:

1. Annamaria Rivera: Libia e Tunisia di nuovo gendarmi dei nostri confini?

2. Carla Ravaioli: L'assurdo vivere quotidiano del consumismo usa e getta

3. Alcuni collaboratori e alcune collaboratrici del sito ingenere.it

 

1. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: LIBIA E TUNISIA DI NUOVI GENDARMI DEI NOSTRI CONFINI?

[Dal blog di Annamaria Rivera nel sito di "MicroMega" (blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it) riprendiamo il seguente articolo originariamente apparso sul quotidiano "Il manifesto" del 21 gugno 2011 col titolo "Da un cane da guardia all'altro".

Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009; La Bella, la Bestia e l'Umano. Sessismo e razzismo senza escludere lo specismo, Ediesse, Roma 2010]

 

L'abbiamo scritto piu' volte: la sorte delle rivolte o delle rivoluzioni nei paesi della sponda sud del Mediterraneo e' legata anche alla capacita' di resistere alle pretese dell'Unione Europea e dello Stato italiano, che vorrebbero tornare a fare della Libia e della Tunisia paesi subalterni ai loro interessi economici e politici, e soprattutto gendarmi feroci a guardia delle frontiere europee.

Le premesse non sono rassicuranti: il 5 aprile scorso la Tunisia ha sottoscritto con l'Italia un accordo di cooperazione per il contrasto dell'immigrazione "clandestina", che sta producendo i suoi frutti, se e' vero che recentemente il "nostro" ministro dell'Interno si e' felicitato per l'ottima collaborazione fra i due paesi. In effetti, dopo una prima fase di sbandamento post-rivoluzione, ora le autorita' tunisine, fedeli all'accordo, reprimono i tentativi di partenza verso l'Europa. L'Italia ha anche consegnato alla Tunisia navi e strumenti per il pattugliamento, il controllo e il respingimento dei migranti.

In tal modo e in una certa misura, la rivoluzione del 14 gennaio e' gia' stata tradita dal governo di transizione, se e' vero che la liberta' per la quale i giovani tunisini hanno lottato, pagando l'insurrezione con un pesante tributo di sangue, e' intesa anche come liberta' di movimento. E' improbabile che coloro che la hanno gia' sperimentata virtualmente attraverso il web e la comunicazione su scala planetaria siano disposti a farsi confinare di nuovo entro i recinti nazionali. E' dubbio che l'accordo fermi i giovani proletari delle regioni piu' povere. Nonostante le baggianate che si scrivono, sono gli stessi che hanno innescato e guidato la rivoluzione. Ma ora l'urgenza di cercare il pane per se' e per i familiari li spinge ad abbandonare per il momento un paese ancor piu' afflitto dalla disoccupazione, soprattutto a causa del crollo del turismo e del suo vasto indotto informale.

Quanto al Comitato nazionale di transizione libico di Bengasi, la sua posizione fa cadere le braccia anche a chi, compresa chi scrive, all'inizio aveva simpatizzato per quell'insorgenza, auspicando che finalmente avesse ragione di Gheddafi, feroce cane da guardia delle frontiere europee. Il piu' feroce, per meglio dire: la persecuzione di migranti e rifugiati, gli arresti arbitrari, le deportazioni, i taglieggiamenti, le torture, gli stupri - atrocita' di cui l'inferno della prigione di Cufra era l'apoteosi - avevano come corollario lo sfruttamento della manodopera straniera, fino alla riduzione in schiavitu', e di conseguenza una xenofobia popolare diffusa. Non si puo' certo pretendere di rappresentare la rottura radicale con il regime gheddafiano e le sue nefandezze senza spezzarne i cardini portanti: fra questi, gli accordi bilaterali di riammissione di migranti e potenziali richiedenti asilo.

Insomma, dopo l'intesa contro l'immigrazione "clandestina", sottoscritta alcuni giorni fa a Napoli tra Frattini, per il Governo italiano, e Mahmud Jibril, per il Comitato di transizione di Bengasi, e' arduo continuare a chiamare rivoluzionari i rivoltosi libici o almeno i loro rappresentanti. Paradossale e derisorio e' che l'accordo sia stata siglato in occasione di una tavola rotonda su "La Primavera araba: come reagire?". Tragicamente paradossale e' che i rifugiati possano essere bloccati con la forza in un paese lacerato dalla guerra civile, bombardato dalla Nato, tormentato dall'escalation di "danni collaterali". Crudele e contrario a ogni diritto internazionale e' che verso quello stesso paese in guerra - e che non ha mai ratificato la convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati - possano essere respinti qualora siano riusciti a fuggirne avventurosamente.

Con un tale accordo - illegittimo perche' non sottoposto alle Camere, assurdo perche' prevede che si possano "rimpatriare" nella Cirenaica amministrata dal Comitato di transizione coloro che sono fuggiti dalla Tripolitania amministrata da Gheddafi - in un colpo solo si violano il diritto d'asilo garantito dalla Costituzione e le norme comunitarie e internazionali che tutelano i diritti umani fondamentali. La Giornata Mondiale del Rifugiato non poteva essere celebrata peggio.

 

2. RIFLESSIONE. CARLA RAVAIOLI: L'ASSURDO VIVERE QUOTIDIANO DEL CONSUMISMO USA E GETTA

[Da "Urania" del 29 maggio 2011, col titolo "L'assurdo vivere quotidiano del consumismo usa e getta" e il sommario "Rileggere oggi l'austerita' di Enrico Berlinguer. Una riflessione a partire dagli anni nei quali le radici della crisi di oggi era stata individuata - con un pensiero presto gettato alle ortiche"

Carla Ravaioli e' un'autorevole giornalista e saggista, si e' occupata principalmente di movimenti sociali, dell'oppressione sulle donne, di economia e di ambiente. Tra le opere di Carla Ravaioli: La donna contro se stessa, Laterza 1969; Maschio per obbligo, Bompiani 1973; La questione femminile, 1976; Il quanto e il quale. La cultura del mutamento, Laterza 1982; Tempo da vendere, tempo da usare, Angeli 1986; (con Enzo Tiezzi), Bugie, silenzi, grida. La disinformazione ecologica in un'annata di cinque quotidiani, Garzanti 1989; Il pianeta degli economisti, ovvero l'economia contro il pianeta, Isedi 1992; Lettera aperta agli economisti. Crescita e crisi ecologica, Manifestolibri, Roma 2001; Un mondo diverso e' necessario, Editori Riuniti, Roma 2003]

 

"Uno sviluppo fondato sull'incessante aumento dei redditi, dei beni e dei consumi individuali, da un lato non arriva a coprire le necessita' di tutti, e dall'altro non soddisfa vaste parti della societa' che pur ne usufruiscono, perche' e' uno sviluppo che non migliora la qualita' della vita". Queste parole sono parte di un articolo pubblicato su "l'Unita'" del 21 settembre 1981; titolo: "Con forza e con fiducia"; firma: Enrico Berlinguer. Un evidente antefatto del famoso discorso su "L'austerita'", peraltro - come noto - pochissimo apprezzato dalla base del Pci, gia' allora anch'essa sedotta dal produttivismo che a ritmi accelerati andava imponendosi nel mondo.

La posizione di Berlinguer si trovava d'altronde in sintonia con un ampio dibattito che sul finire degli anni Settanta era andato elaborando una severa critica di una realta' sociale sempre piu' orientata a identificarsi col binomio produzione/consumo. Ne erano partecipi grossi cervelli, quali Agnes Heller, Ralph Dahrendorf, Jaques Attali, Ferenc Feher, Jurgen Habermas, ecc. che da prospettive diverse mettevano a fuoco le piu' gravi contraddizioni in atto: dalle disuguaglianze perduranti nonostante l'euforia produttivistica, al concetto stesso di "crescita" centrato su dimensioni puramente quantitative, dunque a un falso "progresso" fondato sulla moltiplicazione di merci e mercati; e tutti gia' ne indicavano il nesso con i "limiti dello sviluppo", da un decennio denunciati dall'Mit e dal Club di Roma, di fronte alla sempre piu' preoccupante crisi ecologica. Un discorso ricco e profondo, fermo nell'auspicio di una possibile espressione dell'"umano" piu' vera e polivalente di quella che si trovavano a vivere.

Auspicio, ahime', clamorosamente mancato. Piu' che mai, un trentennio dopo, la societa' e' dominata, anzi definita dal binomio produzione-mercato, non solo nei suoi obiettivi espliciti e immediati, ma nella sua dimensione piu' profonda, nella sua stessa razionalita'. Quella che (orchestrata dalla comunicazione di massa, orientata dal clamore pubblicitario, promossa praticamente senza eccezione dalla politica) e' riuscita a sedurre per larghissima parte la popolazione del mondo, a indurne l'identificazione con oggetti da acquistare e velocemente scartare, per sostituirli con nuovi sempre piu' desiderabili: in una illusione di straripante abbondanza, certo prima o dopo alla portata di tutti...

Una rappresentazione che curiosamente non sembra scossa dal fatto che l'1% della popolazione mondiale detiene il 50% della ricchezza; che un sesto degli abitanti del globo e' sottoalimentato, mentre circa il 40% del cibo prodotto in Occidente viene gettato; che (opinione di personaggi quali Keynes, Galbraith, Chomsky, ecc.) ogni volta che il Pil non cresce a dovere e' consuetudine inventare una nuova guerra; che, per soddisfare la nostra voglia di "cose", stiamo "consumando" la Terra, e spingendo la crisi ecologica planetaria verso livelli forse senza ritorno.

Ma, accanto a una accertata maggioranza di umani che, impavidi, continuano a invocare piu' Pil, e a consumare di conseguenza, c'e' pero' un numero non piccolo - e in deciso aumento - di persone che avvertono e soffrono la sempre piu' insostenibile gravita' dello squilibrio ambientale; le quali, in mancanza di scelte politiche adeguate, vorrebbero intervenire utilmente, in modi anche alla portata dell'iniziativa individuale, e spesso pongono agli "esperti" interrogativi in proposito. L'operazione non e' davvero facile, e certo di limitata efficacia rispetto alle dimensioni del problema, ma non inutile qualora trovi impegno adeguato. Provo a proporre un piccolo elenco di iniziative in questo senso praticabili.

Riscaldamento e refrigerazione si sono affermati ormai dovunque quali irrinunciabili correttivi della temperatura degli interni, senza dubbio di grande utilita', specie in quei giganteschi manufatti di cemento che sono gran parte di sempre piu' gigantesche metropoli. Stranamente pero' la capacità di regolare caldo e freddo ormai dovunque viene spinta al massimo, cosi' da "produrre" estati a 16 -18 gradi quando fuori si toccano e superano i 40 gradi, e inverni a 25 -26 gradi quando l'atmosfera esterna scende a 0 gradi o molto sotto: di fatto non attenuando i disagi causati dai mutamenti stagionali, ma capovolgendoli, fino a soffrire caldo d'inverno e freddo d'estate; tra l'altro con conseguenze sanitarie negative, spesso non lievi.

Sono fatti che vorrebbero la lettura di sociologi, o meglio ancora di psicologi, per scorgervi forse atteggiamenti da "nouveaux riches", identificazione con la propria capacita' di consumo, ecc. E' comunque certo che, al fine di un possibile contributo a minor dissipazione di "natura", mantenere la temperatura degli interni - diciamo - a un minimo di 27-29 gradi d'estate, e un massimo di 19-20 gradi d'inverno, in tutto il mondo, significherebbe un enorme risparmio di energia. E certo anche maggior benessere. I grandi potentati del petrolio non sarebbero contenti. E forse nemmeno politici ed economisti, allarmati di un qualche calo del Pil. Ma appunto, questo ci conferma l'assurdo del nostro vivere; cui qualcuno, anzi per fortuna parecchi ormai, vorrebbero trovare dei correttivi.

Gia' una ventina d'anni fa Andre' Gorz stigmatizzava la tendenza a programmare per una vita sempre piu' breve merci cosiddette "durevoli" (automobili, elettrodomestici, mobilio, ecc.). Non produrre pezzi di ricambio era, ed e' tuttora, il modo piu' sicuro per obbligare alla sostituzione dell'oggetto; ma l'induzione al consumo, in questo settore come in ogni altro, sempre piu' si vale di "novita'" solo formali (il colore, il design, l'inclusione di accessori minimi che nulla aggiungono alla funzione) ma pubblicizzate come imprescindibili. E' una regola comune ormai a tutta la produzione, che pero' tocca livelli di delirio per computer, telefonini, macchine fotografiche, cineprese, e simili: piu' che mai qui affidandosi alla seduzione di nuovi accessori, in genere d'altronde non solo privi di reale utilita', ma quantomai fragili, e dunque promessa di ulteriori acquisti. E anche tutto cio' puo' essere oggetto di utile riflessione, e di scelte conseguenti, per chi sia critico dell'iperconsumo dominante.

Non voglio soffermarmi sull'universo dei contenitori (buste, sacchi, sacchetti, scatole, astucci, di ogni foggia e dimensione, tutti puntualmente di plastica e pertanto votati all'eternita') che di tanto in tanto qualcuno propone di vietare, di regola inascoltato: benche' certo ridurre l'uso, e quindi la produzione, di tutto cio', sarebbe una bella ripulita del globo. Voglio piuttosto occuparmi un attimo di quella sconfinata fiera dell'inutile che e' ormai l'abbigliamento, in particolare femminile: il quale (a prescindere da qualsiasi giudizio estetico) si pone come una delirante apoteosi dell'inutile. Ricami, merletti, nastri, frappe, fiocchi, catenine, lustrini, accostamenti bicolori o multicolori, impensate bizzarrie di ogni sorta, che si affiancano incrociano sovrappongono indifferentemente su magliette, camicie, giacche, abiti da sera, vestaglie da camera, pigiami da notte, impermeabili, jeans, calze, scarpe... in uno sterminato "di piu'" fine a se stesso, un'apoteosi del consumo per il consumo. O una sorta di barocco della disperazione; d'altronde operante per mille altri modi. Come giustificare ad esempio (e mi scuso per l'ineleganza del tema) la carta igienica decorata di fiori, racemi, farfalle, uccelletti, ecc., come accade ormai per la piu' parte di questa produzione? Considerando tra l'altro che, trattata a questo modo, la carta igienica non e' piu' igienica, essendo l'inchiostro tipografico fortemente tossico...

Si potrebbe a lungo insistere in questa rassegna dell'"inutile-dannoso"; sterminata massa di prodotti, spesso destinati a passare direttamente dal supermercato alla discarica, illeggibili in qualsiasi funzione che non sia l'aumento del Pil. Riflettere su questi fatti puo' (forse) servire ai non pochi che, di fronte allo sfascio del mondo, si domandano se sia possibile fare qualcosa per contenerlo (almeno). Magari andando a rileggere quei grandi pensatori cui accennavo sopra, che oltre un trentennio fa prevedevano, e temevano, cio' che noi stiamo vivendo.

 

3. PROFILI. ALCUNI COLLABORATORI E ALCUNE COLLABORATRICI DEL SITO  INGENERE.IT

[Dal sito www.ingenere.it riportiamo le seguenti schede]

 

Tindara Addabbo, professore associato raggruppamento Politica Economica presso l'Universita' degli studi di Modena e Reggio Emilia. Membro del Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche (Capp) Dipartimento Politica - Universita' degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Research fellow Child-Centre for Household, Income, Labour and Demographic. Componente del Comitato Direttivo dell'Associazione Italiana degli Economisti. Referee per le riviste: International Journal of Manpower, Lavoro e Relazioni, Economica, Labour, Journal of Population Economics. Dottorato di ricerca in Economia, presso l'Istituto Universitario Europeo. Aree di ricerca attuali: trasformazioni del mercato del lavoro, offerta di politiche pubbliche e sociali, gender auditing dei bilanci e delle politiche pubbliche, reddito, poverta', esclusione sociale, qualita' del lavoro e condizioni di vita, negazione occupazionale di genere, economia dello spettacolo dal vivo.

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Marzia Barbera, ordinaria di diritto del lavoro presso la Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' degli Studi di Brescia. Titolare degli insegnamenti di Diritto del lavoro, Diritto comunitario del lavoro, Diritto antidiscriminatorio del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza e del corso di laurea in Servizi giuridici della Facolta' di Giurisprudenza di Brescia. Direttrice del Cesmer (Centro studi sul mercato del lavoro e sulle relazioni collettive, istituito presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Universita' di Brescia. Responsabile scientifica del Corso universitario Donne, politica, istituzioni, tenuto presso la Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Brescia. Componente della delegazione sindacale di parte pubblica per la contrattazione decentrata. Delegata del Rettore per le pari opportunita'. Componente del Collegio dei docenti del dottorato di Diritto del lavoro delle Universita' Cattolica e Statale di Milano, di Insubria - Como e di Brescia. Componente del comitato di redazione delle riviste "Giornale di diritto del lavoro e delle relazioni industriali", "Rivista giuridica del lavoro", "Diritti, lavori, mercati", "Quaderni di diritto del lavoro e delle relazioni industriali".

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Magda Bianco ha conseguito il Ph.D. in Economia presso la London School of Economics nel 1995. Dal 1989 lavora in Banca d'Italia, prima presso il Servizio Studi, dal 1999 nell'Ufficio Diritto dell'economia. Ha insegnato Economia industriale all'Universita' degli Studi di Bergamo. Si occupa di corporate governance, economia del diritto fallimentare, efficienza della giustizia civile.

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Fabrizio Botti, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi Sociali, Economici, Attuariali e Demografici dell'Universita' di Roma "La Sapienza". Collabora con la Fondazione Giacomo Brodolini sul tema dell'invecchiamento attivo e con la Fondazione Risorsa Donna sull'impatto della microfinanza sull'empowerment femminile. Svolge attivita' di ricerca su tematiche connesse all'esclusione finanziaria e sociale in un'ottica di sviluppo economico ed umano ed ha realizzato indagini di campo in Italia, nei Balcani ed in Mali. E' attualmente impegnato in progetti di ricerca riguardanti la clandestinita', il sistema di accoglienza e protezione dei richiedenti diritto d'asilo in Italia e la microfinanza in Europa in una prospettiva di genere.

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Francesca Brezzi, professore ordinario di Filosofia Morale, direttore del Dipartimento di Filosofia della Facolta' di Lettere, delegata del Rettore per le Pari opportunita' - Studi di genere dell'Universita' Roma Tre. Nel 1998 ha ideato e diretto un Corso di perfezionamento post-lauream in Storia e temi del pensiero femminile, primo master su tali tematiche in Italia, che, vista l'alta qualita' dei docenti e la notevole presenza dei partecipanti, e' continuato anche negli anni successivi, trasformandosi nel 2001 in Master di II livello. La sua ricerca si e' inizialmente concentrata sulle tematiche filosofico-morali, con particolare attenzione alla filosofia francese contemporanea, nei suoi vari filoni (esistenzialismo, fenomenologia esistenziale, filosofia riflessiva, ermeneutica). Da molti anni si occupa del pensiero femminile e delle tematiche relative alle pari opportunita', cioe' si occupa della presenza della donna nella societa' moderna, vista sia in termini di filosofia etica che di confronto con le diverse realta' nel mondo, partecipando in maniera attiva al dibattito sull'identita' e dignita' dell'individuo tra prospettive sociali e politiche, religiose e psicologiche.

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Giustina Caputo Orientale, ricercatrice presso il Dipartimento di Sociologia dal 1996, attualmente insegna Sociologia del lavoro. Da anni si occupa di tematiche relative al mercato del lavoro con particolare attenzione alle dinamiche relative al Mezzogiorno e all'immigrazione. Ha condotto diverse ricerche sulla disoccupazione e le strategie di vita dei giovani disoccupati; sulla condizione dei minori, con particolare riguardo alla politiche sociali a favore dei nuclei familiari poveri con minori a carico; sui percorsi di inserimento lavorativo degli immigrati in Campania.

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Gilberto Corbellini, docente di Storia della Medicina, Bioetica ed Epistemologia Medica all'Universita' di Roma La Sapienza. Laureato in filosofia e dottore di ricerca in sanita' pubblica, ha studiato diversi aspetti della storia e della filosofia delle scienze biomediche del Novecento. In modo particolare la storia delle immunoscienze e delle neuroscienze, l'evoluzione dei modelli eziologici delle malattie nella medicina scientifica, gli sviluppi della pedagogia medica nel Novecento e l'emergere delle istanze etiche in relazione agli avanzamenti conoscitivi e applicativi piu' recenti della medicina.

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Carlo D'Ippoliti, ricercatore universitario presso la Facolta' di Scienze Statistiche dell'Universita' di Roma "La Sapienza". Titolare dell'insegnamento di Economia Applicata (corso di studi "Statistica, popolazione e ricerca sociale") e collabora agli insegnamenti di Economia Politica 1 e 2, e Storia delle idee in campo economico, demografico e sociale. I suoi interessi di ricerca sono le politiche economiche e sociali (in particolare fiscali, dell'impiego e delle pari opportunita') e la storia del pensiero economico. Membro del Dipartimento di Studi Sociali, Economici, Attuariali e Demografici dell'Universita' "La Sapienza" di Roma e della Facolta' di Economia dell'Universita' "W. F. Goethe" a Francoforte sul Meno. In precedenza e' stato docente a contratto (Adjunct Professor) di Storia delle dottrine economiche presso la John Cabot University, e assegnista di ricerca presso la Luiss "Guido Carli".

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Gianpiero Dalla Zuanna, professore straordinario in Demografia all'Universita' di Padova. Attualmente e' presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Statistica, Popolazione e Societa' e vicedirettore della Scuola di Dottorato di Ricerca in Scienze Statistiche presso l'Universita' di Padova. Ha diretto numerose indagini campionarie, sia di tipo demografico che socioeconomico. E' esperto dei problemi di campionamento e di trattazione dei dati mancanti. I suoi interessi di ricerca concernono le problematiche concernenti l'integrazione delle seconde generazioni di immigrati, i comportamenti sessuali e riproduttivi.

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Patrizia David, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro; Sociologia dei fenomeni politici; Sociologia delle organizzazioni sociali presso la Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Camerino. E' referente del Rettore per "Tutela delle fasce deboli, equita' e pari opportunita'", membro del Consiglio di Amministrazione dell'Universita' di Camerino. Vicedirettore del Dipartimento di Scienze Giuridiche e Politiche, Universita' di Camerino. Fa parte del Consiglio di Presidenza della Facolta' di Giurisprudenza, Universita' di Camerino. Fa parte della Consulta Regionale sull'immigrazione della Regione Marche, in rappresentanza delle Universita' delle Marche. Fa parte della Consulta Provinciale sui Minori e l'Adolescenza della Provincia di Macerata, in rappresentanza dell'Universita' di Camerino. E' stata eletta a far parte del Comitato di Presidenza della Conferenza Nazionale Permanente dei Comitati Pari Opportunita' delle Universita' Italiane, in rappresentanza delle Universita' del Centro Italia.

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Daniela Del Boca insegna Economia Politica all'Universita' di Torino, e' direttora di Child (Center for Research on Household, Income, Labour and Demographics).

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Alisa Del Re, professoressa associata in Scienza Politica presso la Facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Padova dove insegna: Partiti politici e gruppi di pressione nell'Unione Europea e Politiche sociali e di Pari opportunita' nell'Unione Europea. Direttora del Cirspg (Centro interdipartimentale di ricerca: Studi sulle politiche di genere). E' stata responsabile scientifica per quattro annualita' del corso "Donne politica istituzioni" cofinanziato dal Ministero delle Pari Opportunita' e dall'Universita' di Padova. Ha partecipato a ricerche europee sulla cittadinanza sociale (Cnr, Paris VII, Ulb), sulle politiche familiari (Cnaf), le trasformazioni socioeconomiche e demografiche (Dgv), la problematica di genere della cittadinanza politica (DgXII), la rappresentanza politica nel parlamento europeo (DgXII), la qualita' del governo delle citta' da un punto di vista di genere (DgXII). E' nel comitato di redazione della rivista "Cahiers du Genre".

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Marina Della Giusta, Senior Lecturer presso l'Universita' di Reading.

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Fiorenza Deriu, professore a contratto presso la Facolta' di Scienze Statistiche dell'Universita' di Roma "La Sapienza". Autrice di saggi e curatrice di volumi sulle vecchie e nuove forme di poverta', sul mercato del lavoro e le scelte familiari dei giovani, nonche' sull'eta' anziana, sempre con una particolare attenzione alla prospettiva di genere. Ha inoltre scritto diversi saggi sui sistemi informativi sociali e diretto progetti di ricerca per la progettazione di osservatori sociali.

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Paola Di Cori insegna studi culturali e studi di genere all'universita' di Urbino. Ha insegnato e svolto ricerche in diverse universita' italiane ed estere e pubblicato molti saggi sul genere, la storia delle donne e gli studi culturali. Ha curato (con Donatella Barazzetti) la prima raccolta di Studi delle donne in Italia (Carocci, 2001). Tra gli scritti recenti: Infanzia, autobiografia e storia, "Rassegna di psicologia", n. 1, 2004; Maschilita' fin de siecle in crisi: intorno al presidente Schreber, in Maschilita' decadenti. La lunga fin de siecle, Bergamo, 2004; Michel de Certeau: una po(i)etica della storia, in "Contemporanea", n. 2, 2007; Slittamenti di Hegel oltre la filosofia. Brevi considerazioni su antidiscipline in lingua inglese, in "Postfilosofie", n. 4, 2007, pp. 181-206; Praticare l'ubiquita'. Gli appunti di viaggio in Messico di Michel de Certeau, in "S-nodi", n. 3, 2009. Ha curato (insieme a Clotilde Pontecorvo) la raccolta Tra ordinario e straordinario: modernita' e vita quotidiana, Roma, Carocci, 2007. Sta completando una monografia su Michel de Certeau, sul quale ha aperto il sito www.micheldecerteau.eu

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Maria Laura Di Tommaso, ricercatrice di Economia presso la Facolta' di Scienze Politiche di Torino.

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Dora Gambardella, docente di Metodologia della ricerca sociale presso la Facolta' di Sociologia dell'Universita' Federico II di Napoli. Si occupa di esclusione sociale, di pari opportunita' e dello studio dei fenomeni di marginalita' e poverta'.

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Anna Maria Gentili insegna Storia e Istituzioni dell'Africa sub-sahariana, Facolta' di Scienze politiche, Dipartimento di Politica istituzioni e storia, Alma Mater Studiorum, Universita' di Bologna. E' membro residente dell'Istituto di Studi Avanzati (Isa) e dell'Accademia delle Scienze di Bologna. E' responsabile scientifico del Centro dipartimentale di studi storici e politici su Africa e Medio Oriente, e presidente del Centro Amilcar Cabral, biblioteca e centro di iniziative su Africa, Asia, America Latina e Medio Oriente del Comune di Bologna, del collegio docenti del Dottorato in Cooperazione internazionale e politiche di sviluppo sostenibile (Bologna), del comitato scientifico della rivista Afriche e orienti, della Fondazione Alexander Langer, del Centro per la formazione alla solidarieta' internazionale di Trento. Si occupa prevalentemente di ricerca storico-politica con particolare riferimento all'Africa australe e al Mozambico, di sviluppo politico e relazioni internazionali dello sviluppo.

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Cristiano Gori e' docente di politica sociale presso l'Universita' Cattolica di Milano, consulente scientifico dell'Istituto per la Ricerca Sociale (Irs) di Milano e visiting fellow presso la London School of Economics. I suoi principali interessi di ricerca sono i servizi sociali e le politiche per gli anziani.

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Donata Gottardi e' docente ordinaria di Diritto del lavoro presso la Facolta' di giurisprudenza dell'Universita' di Verona; si occupa in particolare di relazioni industriali e di diritto del lavoro.

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Wendy Harcourt dal 1988 e' curatrice della rivista "Development" edita dalla Society for International Development, ong con base a Roma. Ha conseguito il Ph. D. in antropologia economica presso l'Australian National University (1987). Ha appena pubblicato il suo quinto libro su Body Politics in Development (2009, Zed Books, Londra), ed e' ora curatrice della collana su genere e sviluppo della casa editrice Zed Books. Il suo campo di ricerca e' il genere e lo sviluppo, tematica su cui ha scritto ampiamente, come responsabile di progetti di ricerca e di politiche sia per la Sid che per le Nazioni Unite che per ong internazionali che si occupano di globalizzazione, economia non-capitalista e genere, diritti riproduttivi, salute, cultura e comunicazione. E' un'attivista impegnata in diversi network di donne europei e internazionali.

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Simona Lanzoni, Project Director per la Fondazione Pangea. Attiva per la promozione delle questioni di genere, i diritti delle donne, l'empowerment, la pace e la microfinanza, ha lavorato in Afghanistan, India, Nepal, ed in altri paesi africani. E' laureata in scienze politiche ed attualmente svolge un Ph. D. sui temi del microcredito e la social performance.

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Cristina Marcuzzo, economista. Nata a Udine nel 1948, si e' laureata in Filosofia a Milano e ha ottenuto un Master in Economia presso la London School of Economics. Ha insegnato nelle Universita' di Modena, della Calabria e di Udine. Ha svolto attivita' di ricerca presso l'University of California (Los Angeles e Berkeley), Harvard University e Cambridge University (Uk) ed e' stata Professore Visitatore al King's College di Cambridge, all'Universita' di Londra, Sydney, Tokyo e Delhi. Attualmente e' professore di Economia Politica presso la Facolta' di Scienze Statistiche dell'Universita' di Roma "La Sapienza", e' nel Comitato Scientifico di due riviste internazionali di storia del pensiero economico. E' membro del Direttivo della Sie (Societa' Italiana degli Economisti), della Storep (Storia dell'Economia Politica) e presidente della Eshet (European Society for the History of Economic Thought). E' inoltre collaboratore del Domenicale del "Sole 24 ore". E' un'esperta del pensiero di Keynes e della Scuola di Cambridge su cui ha pubblicato numerosi saggi, articoli e libri, ha inoltre scritto in tema di valutazione della ricerca scientifica, con particolare riferimento all'economia.

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Mita Marra e' ricercatrice presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 2000, attualmente in comando presso il Dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell'Universita' di Salerno. Si occupa da tempo di analisi e valutazione delle politiche di riforma della pubblica amministrazione, per lo sviluppo economico e per l'uguaglianza di genere. Dal 2003 ha ricevuto incarichi universitari per l'insegnamento di Analisi delle Politiche Pubbliche presso l'Universita' di Salerno, Politica economica dei servizi sociali e Economia delle organizzazioni presso l'Universita' di Napoli "Federico II". Ha svolto attivita' di consulenza per la Banca mondiale (1998-2003), le Nazioni Unite (2007-2009), la Regione Puglia (2008-2009), il Formez (2002-2004) e la Fondazione G. Brodolini (2007-presente). Ha ottenuto la laurea in Economia presso l'Universita' di Napoli "Federico II" nel 1995, il Master of Arts in International Relations presso la John Hopkins University (Washington Dc, Usa) nel 1998 e il Ph. D. in Public Policy presso la George Washington University (Washington Dc, Usa) nel 2003.

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Enzo Mingione, docente di sociologia e preside della Facolta' di Sociologia dell'Universita' di Milano-Bicocca. E' il coordinatore del Dottorato Europeo European Local and Urban Studies consorziato con la London School of Economics a Londra, la Humboldt University a Berlino e la Fondation Nationale de Sciences Politiques a Parigi. I suoi principali interessi di ricerca sono: welfare comparato, mercato del lavoro, poverta', sociologia urbana.

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Francesca Molfino ha una formazione psicoanalitica freudiana e lavora privatamente a Roma con pazienti adulti. Dal 1974 ha fatto parte del movimento femminista, fondando con altre il Centro Culturale Virginia Woolf (Universita' delle Donne). In questi trent'anni ha continuato a lavorare con le donne nei Centri antiviolenza. Insieme ad altre nel 2004 ha costituito l'Associazione donne e scienza. E' autrice di numerosi saggi sui temi dell'identita' femminile e sul rapporto tra psicoanalisi, femminismo e cultura.

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Rossella Palomba, demografa sociale, del Cnr, esperta di problemi di genere e in particolare dell'impatto che l'appartenenza di genere ha sulla scienza e sulle carriere scientifiche. E' autrice di numerosi saggi e volumi tra cui ricordiamo il Rapporto Etan della Commissione Europea e Figlie di Minerva, Franco Angeli editore.

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Francesco Pastore insegna Economia Politica ed Econometria presso la Seconda Universita' degli studi di Napoli. E' inoltre research fellow dell'Iza di Bonn e collabora alle attivita' di ricerca della Fondazione Brodolini. Ha conseguito il Ph. D. in Economics presso la University of Sussex nel Regno Unito ed e' stato consulente dell'Organizzazione Internazionale del lavoro e dell'United Nations Development Programme. I suoi interessi di ricerca riguardano prevalentemente l'economia del lavoro, in specie i temi della disoccupazione giovanile e della discriminazione.

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Vitorocco Peragine, professore associato di Scienza delle finanze, II Facolta' di Economia - sede di Taranto, Universita' degli Studi di Bari. Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sull' Etica Economica ed Aziendale (Creea), Universita' degli Studi di Bari. I suoi principali interessi di ricerca sono: analisi economica della disuguaglianza, della poverta', della mobilita' sociale; politiche sociali; politiche di genere; economia dell'istruzione; economia normativa e teoria delle scelte sociali; federalismo fiscale; etica economica e responsabilita' sociale d'impresa.

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Marina Piazza, sociologa, studio Gender. Lavora sull'analisi delle soggettivita' femminili e delle trasformazioni negli atteggiamenti e nei comportamenti sia in ambito lavorativo che familiare. Negli ultimi anni si e' occupata prevalentemente della tematica della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.

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Antonella Picchio, professore straordinario di Economia Politica, titolare dei corsi di Storia del Pensiero Economico, Storia del Pensiero Economico Progredito, laurea specialistica di Economia Politica, Economia di Genere, Sviluppo Umano.

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Flavia Piperno si e' laureata con 110 e lode in filosofia all'universita' di Roma "La Sapienza" nel 1999 con una tesi su "Il problema del lavoro e il dibattito contemporaneo" che ha ricevuto il Premio "Aldo Nori Maria Passa". Nel 2001 ha conseguito un master in analisi e gestione di progetti di sviluppo presso l' Universita' statale di Milano; nel 2003 ha effettuato un corso di specializzazione all'estero presso il Sussex Centre for Migration Research (Scmr) alla Sussex University. Ha svolto attivita' di ricerca in Italia e all'estero (principalmente in Albania e Romania) su tematiche connesse al nesso tra migrazione e sviluppo. Dal 2002 e' ricercatrice presso il Cespi (Centro Studi di Politica Internazionale) sui temi legati alla cooperazione decentrata, alla migrazione di ritorno e alla relazione tra flussi migratori, sviluppo e welfare.

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Barbara Poggio e' ricercatrice e insegna Sociologia dell'Organizzazione e Sociologia Industriale nell'Universita' di Trento e Sociologia dell'Organizzazione presso l'Universita' di Siena. Ha conseguito una laurea in Sociologia (1992) e un dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale (1997) presso l'Universita' di Trento.

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Tommaso Rondinella, laureato in statistica, e' coordinatore delle attivita' di ricerca della campagna "Sbilanciamoci!". Esperto di cooperazione ed economia dello sviluppo, si occupa di politica economica e di indicatori di benessere.

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Alessandro Rosina, professore associato di Demografia all'Universita' Cattolica di Milano, dove insegna Demografia e Modelli di Population Dynamics. Ha al suo attivo molte pubblicazioni su volumi e riviste nazionali ed internazionali su temi riguardanti l'entrata nella vita adulta, la formazione della famiglia, le differenze di genere e la paternita'. Recentemente ha pubblicato (con D. del Boca) Famiglie sole. Sopravvivere con un welfare inefficiente (Il Mulino, 2009) e ha curato (con E. Ruspini) Un decalogo per i genitori italiani. Crescere capitani coraggiosi (Vita e Pensiero, 2009).

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Elisabetta Ruspini, professore associato di Sociologia presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Universita' degli Studi di Milano-Bicocca. Tra i suoi interessi di ricerca: i processi di costruzione delle identita' di genere; rappresentazioni e narrazioni mediatiche di femminilita' e mascolinita'; genere e mutamento sociale (nuove mascolinita' e nuove femminilita', incroci tra genere e orientamento sessuale, transgenderismo, transessualita'); le discriminazioni connesse con l'orientamento sessuale e con le transizioni da un genere all'altro; nuove genitorialita' (madri e padri soli; genitorialita' lgbt); la dimensione di genere di poverta' ed esclusione sociale. In campo metodologico: ricerca e analisi longitudinale; approccio biografico; ricerca gender-sensitive; ricerca comparata; ricomposizione tra qualita' e quantita'.

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Manuela Samek, economista, e' responsabile dell'Area Mercato del Lavoro dell'Irs e professore incaricato di Economia del Lavoro presso l'Universita' Cattaneo (Liuc) di Castellanza e il Dipartimento di Sociologia dell'Universita' di Milano-Bicocca, insegna inoltre Economia dell'Istruzione presso l'Universita' Cattolica di Milano. Le principali attivita' di ricerca riguardano l'analisi comparata delle tendenze del mercato del lavoro e dei sistemi di regolazione del lavoro, la valutazione delle politiche del lavoro e di pari opportunita', con particolare attenzione alla programmazione dei fondi strutturali europei, l'analisi delle tendenze di medio periodo dei fabbisogni professionali e dell'occupazione per professioni. Su questi aspetti ha partecipato come esperta a numerosi network europei e svolto attivita' di consulenza per la Commissione Europea e le amministrazioni pubbliche nazionali e locali.

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Silvia Sansonetti, ricercatrice presso la Fondazione Giacomo Brodolini su temi socio-economici legati alle pari opportunita': disuguaglianze e soggetti vulnerabili, organizzazione, politiche sociali e della famiglia, bilancio di genere, stima del lavoro non pagato, valutazione delle politiche pubbliche. Di formazione statistica ha sempre preferito un approccio multidisciplinare alla ricerca coniugando strumenti quantitativi e qualitativi e punti di vista micro e macro.

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Chiara Segrado vive e lavora a Roma come Regional Coordinator per l'Asia, i Balcani ed il Medio Oriente per Save the Children Italia. Per cinque anni ha lavorato su progetti di sviluppo sul campo in Brasile ed in India con diverse ong ed in Medio Oriente con la Cooperazione Italiana (come Un Fellow presso l'Utl del Cairo) e con l'Ifc (World Bank Group). Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche con una tesi sul ruolo del microcredito nell'empowerment femminile, continua ad occuparsi di tematiche relative alla microfinanza, allo sviluppo ed al gender in qualita' di esperta con l'organizzazione Assaif (Associazione per lo Sviluppo di Strumenti Alternativi e di Innovazione Finanziaria) e come collaboratrice di Rena (Rete per l'Eccellenza Nazionale).

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Giovanni B. Sgritta, docente di Sociologia alla Facolta' di Scienze statistiche dell'Universita' di Roma "La Sapienza", presidente del Comitato scientifico della Fondazione don Luigi Di Liegro.

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Maria Letizia Tanturri e' ricercatore di Demografia alla Facolta' di Scienze Statistiche dell'Universita' di Padova e lavora al Dipartimento di Scienze Statistiche. Dal 2005 al 2009 e' stata Ricercatore di Demografia presso la Facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Pavia. Dal 2009 e' membro del Consiglio Scientifico dell'Aisp (Associazione Italiana per gli Studi di Popolazione), nell'ambito della Societa' Italiana di Statistica. I suoi interessi di ricerca riguardano le determinanti della bassa fecondita' italiana, le relazioni tra ruoli di genere, uso del tempo e comportamento riproduttivo, la condizione socioeconomica degli anziani in Europa in un'ottica di genere, e lo studio della presenza straniera. Collabora a diversi progetti nazionali e internazionali sul cambiamento demografico e le relazioni di genere (es. Maggie: Major Aging and Gender Issues in Europe, Progetto Chi.Cos. (sul costo dei figli in Italia), progetto Galileo su Child cost in terms of time across the life-cycle in Italy and France.

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Rossana Trifiletti insegna Sociologia della Famiglia e Politica Sociale nel Corso di Laurea in Scienze Politiche all'Universita' di Firenze.

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Chiara Valentini, giornalista e saggista. Ha scritto parecchi libri, fra cui una fortunata biografia di Enrico Berlinguer. Sulla condizione femminile ha pubblicato Le donne fanno paura (Il Saggiatore) e La fecondazione proibita (Feltrinelli). Sull"Espresso", a cui collabora da tempo, scrive di donne e di ambiente e sul sito on line tiene la rubrica Rosablog.

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Nicla Vassallo, professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l'Universita' di Genova, dove fa parte del corpo docente del Dottorato in Filosofia, coltiva attualmente filoni di studio e di ricerca che concernono da una parte la natura della conoscenza nelle sue tante declinazioni e fonti, dall'altra alcune forme specifiche di espressione epistemica che paiono presupporre l'esistenza di categorie ontologiche - per esempio, della categoria "donna". Tra i suoi volumi piu' recenti: Teoria della conoscenza (Laterza 2003, 2008) in qualita' di autrice, Filosofia delle donne (Laterza 2007) in qualita' di coautrice, Donna m'apparve (Codice Edizioni 2009) in qualita' di curatrice, Knowledge, Language, and Interpretation (Ontos Verlag 2008) in qualita' di co-curatrice. Scrive regolarmente sul supplemento culturale del quotidiano "Il Sole 24 Ore" Sito: www.niclavassallo.net

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Giovanna Vingelli, ricercatrice di Sociologia presso la Facolta' di Economia dell'Universita' della Calabria. Insegna "Pari Opportunita'" e "Metodi della ricerca sociale e indicatori di genere" nel Corso di Laura di Discipline economiche e sociali per lo sviluppo e la cooperazione. La sua attivita' di ricerca si e' concentrata, negli ultimi anni, sulle politiche di genere - con particolare riferimento all'analisi delle discriminazioni in un'ottica di intersezionalita' - e sullo studio di strumenti innovativi (mainstreaming e bilanci di genere). Ha svolto inoltre ricerche sui movimenti transnazionali e i processi di innovazione istituzionale. E' componente del Network europeo Athena 3 (Advanced Thematic Network of Women's Studies in Europe) e del Comitato scientifico del Centro di Women's Studies "Milly Villa" dell'Universita' della Calabria. Fra le sue pubblicazioni: Un'estranea fra noi. Bilanci di genere, movimento femminista e innovazione istituzionale, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005; (con M. Marino), Utopie della memoria. Percorsi di gruppi organizzati di donne nella provincia di Catanzaro, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006; "Intersectionality in Italy; State of the Art", in A. Cabo, A. Woodward et al., Teaching gender, University of Goteborg Press, 2009; "We are all mainstreaming now. Politiche di genere e democrazia paritaria", in A. Falcone (a cura di), Verso una democrazia paritaria, Milano, Giuffre', 2009.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 377 del 25 giugno 2011

 

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