Telegrammi. 574



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 574 del 2 giugno 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. La repubblica

2. Mao Valpiana: Sessantottesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

3. Associazione "Respirare": Si'. Col voto popolare per fermare la criminale follia nucleare

4. Si e' svolto a Blera il primo giugno un incontro di formazione alla comunicazione nonviolenta

5. A Verona dal 2 al 4 giugno

6. A Vicenza dal 3 al 5 giugno

7. "Associazione italiana medici per l'ambiente": Alcune considerazioni e raccomandazioni in relazione al dearsenificatore di Nepi

8. Associazione "Liberarsi": Giornate di mobilitazione contro la tortura del carcere e nel carcere

9. Danilo Dolci: Collegarsi

10. Heinz Kohut: Un sogno di Franz Jaegerstaetter

11. At-Tanukhi: Gli ospiti

12. Angela Dogliotti Marasso

13. Raffaella Mendolia

14. Per sostenere il Movimento Nonviolento

15. Segnalazioni librarie

16. La "Carta" del Movimento Nonviolento

17. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. LA REPUBBLICA

 

La Repubblica Italiana ripudia la guerra.

La Repubblica Italiana e' antifascista.

 

2. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: SESSANTOTTESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Anche oggi una notizia cattiva e una buona.

La cattiva (ma non inaspettata) e' che la Nato ha deciso di prolungare per altri 90 giorni la missione militare "Unified Protector" (cioe' la guerra) in Libia: i bombardamenti dovevano cessare il 27 giugno, e proseguiranno fino a settembre. Doveva essere una "missione lampo", e come tutte le guerre, si sa come iniziano, ma non si sa come finiscono.

La buona (molto attesa) e' che il 12-13 giugno si votera' anche per il referendum antinucleare. La Corte di Cassazione ha bocciato il tentativo di inganno messo in atto dal governo per togliere agli elettori il diritto di voto referendario. Ora l'obiettivo da raggiungere e' quello di superare il quorum, facendo si' che almeno la meta' piu' uno degli aventi diritto si rechi alle urne.

Dunque, i motivi che ci hanno spinto a dare avvio al digiuno a staffetta, ci spronano a proseguire questa iniziativa nonviolenta: l'Italia rispetti la Costituzione ed esca dalla guerra in Libia; gli elettori votino a favore dell'abrogazione del nucleare.

Il digiuno che stiamo conducendo e' un gesto di nonviolenza attiva, e' un atto di speranza, e' un fatto concreto contro la guerra e la sua preparazione, contro il nucleare che uccide il presente e il futuro.

Sono piu' di 160 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare". C'e' chi digiuna anche se malato in ospedale, chi in una cella di convento o di carcere, chi partecipa ma preferisce non farlo sapere pubblicamente e chi, non potendo aderire per vari motivi, lo fa spiritualmente.

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a mercoledi' 8 giugno. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 68 giorni.

Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

*

Di seguito l'elenco delle persone che digiuneranno nei prossimi giorni.

Mercoledi' primo giugno: Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara); giovedi' 2 giugno: Claudio Bedussi (Brescia), Caterina Del Torto (Ferrara - Verona); venerdi' 3 giugno: Rocco Altieri (Pisa), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Paola e Marco Baleani (Gubbio), Piero P. Giorgio (Gargnano - Brescia), Maria Bernarda Cursano (Macapa' - Brasile); sabato 4 giugno: Giovanni Chianchini (Chieti), Marco Iannelli (Roma), Jolanda Spallitta (Alessandria); lunedi' 6 giugno: Giovanni Sarubbi (Monteforte Irpino - Avellino), Pasquale Dioguardi (Livorno), Gianluca D'Andrea (Potenza), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia); martedi' 7 giugno: Oriana Gorinelli (Rivalta di Torino); mercoledi' 8 giugno: Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara).

Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Gianluca D'Andrea, Pasquale Dioguardi, Adalgisa Freddi, Marco Rizzinelli e Giovanni Sarubbi digiuneranno tutti i lunedi'; Oriana Gorinelli digiunera' tutti i martedi'; Anna Bellini e Marco Palombo digiuneranno tutti i mercoledi'; Claudio Bedussi digiunera' tutti i giovedi'; Rocco Altieri, Paola e Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Piero P. Giorgio, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'; Marco Iannelli digiunera' tutti i venerdi' e i sabato; Giovanni Cianchini digiunera' tutti i sabato. Alessandro Natalini e Marzia Manca digiuneranno un giorno a settimana.

 

3. APPELLI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": SI'. COL VOTO POPOLARE PER FERMARE LA CRIMINALE FOLLIA NUCLEARE

[Riceviamo e diffondiamo]

 

La Corte di Cassazione ha deciso che si svolgera' il referendum per fermare la criminale follia nucleare, insieme ai due per difendere l'acqua e l'accesso all'acqua come fondamentale diritto umano, e a quello per l'uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge.

Il 12-13 giugno si votera' quindi per quattro referendum, tutti e quattro importanti.

Votiamo si' a tutti e quattro.

Si' per fermare la criminale follia nucleare.

Si' per l'acqua bene comune e non merce.

Si' per l'accesso all'acqua come fondamentale diritto umano che deve essere garantito dai pubblici servizi.

Si' per l'uguaglianza di diritti, la legalita', la democrazia.

Difendiamo la biosfera casa comune dell'umanita' intera.

Difendiamo i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Mai piu' Hiroshima.

Mai piu' Cernobyl.

Mai piu' Fukushima.

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L'associazione "Respirare"

Viterbo, primo giugno 2011

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

4. INCONTRI. SI E' SVOLTO A BLERA IL PRIMO GIUGNO UN INCONTRO DI FORMAZIONE ALLA COMUNICAZIONE NONVIOLENTA

 

Mercoledi' primo giugno 2011 si e' svolto a Blera (Vt), nell'ambito di uno specifico percorso formativo iniziato da diversi mesi, un incontro di formazione alla comunicazione nonviolenta in ambito comunitario.

Nella prima parte dell'incontro sono state programmate alcune attivita' culturali che si svolgeranno nelle prossime settimane.

La seconda parte dell'incontro e' stata dedicata all'approfondimento della riflessione sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti.

All'incontro ha preso parte il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo.

 

5. INCONTRI. A VERONA DAL 2 AL 4 GIUGNO

 

Dal 2 al 4 giugno 2011 presso l'Universita' di Verona si svolge il simposio internazionale "Politica ed estetica della nonviolenza".

Per informazioni e contatti: guerinielena at gmail.com, olivia.guaraldo at univr.it

 

6. INCONTRI. A VICENZA DAL 3 AL 5 GIUGNO

 

Dal 3 al 5 giugno 2011 a Vicenza si tiene il convegno "La prevenzione dei conflitti armati e la formazione dei Corpi civili di pace".

Per informazioni e contatti: tel. 0444327395 - 3356429807, e-mail: casaperlapace at gmail.com

 

7. RIFLESSIONE. "ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI PER L'AMBIENTE": ALCUNE CONSIDERAZIONI E RACCOMANDAZIONI IN RELAZIONE AL DEARSENIFICATORE DI NEPI

[Dall'Associazione italiana medici per l'ambiente (per contatti: tel. 3383810091, e-mail: isde.viterbo at gmail.com) riceviamo e diffondiamo.

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate a consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione]

 

L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo ritiene le  tecniche di dearsenificazione delle acque contenenti arsenico, applicate ad ogni presa di acqua a servizio degli acquedotti comunali, le uniche soluzioni fattive e concrete da predisporre immediatamente contro la minaccia alla salute rappresentata dalla presenza di arsenico nelle acque destinate a consumo umano.

In merito ad un dearsenificatore di recente realizzazione nel Comune di Nepi, l'Associazione rende noto di aver ottenuto copia dalla Talete spa della documentazione (protocollo n. 11/1771 del 15/04/2011) relativa all'impianto in questione.

Nel  documento citato si  legge quanto segue.

"5) Per la realizzazione dell'impianto per l'abbattimento dell'arsenico nel Comune di Nepi, avente la potenzialita' di 23 lt/sec, e' stato stanziato un finanziamento complessivo di euro 808.500,00.

6) In data 13/01/2009 e' stato concluso il contratto di affidamento dell'appalto per la costruzione del detto impianto con la societa' Zilio S.p.A. e in data 09/02/2009 sono iniziati i lavori. In data 09/04/2010 sono terminati i lavori di costruzione del dearsenificatore e, come da convenzione stipulata con la STO, sono iniziate le attivita' di controllo del rendimento dell'impianto di trattamento sotto la supervisione dell'I.S.S.

7) I primi dati analitici del nostro laboratorio sul rendimento dell'impianto sono del mese di maggio 2010.

Per quanto concerne i dati tecnici di dimensionamento si espongono di seguito alcune caratteristiche:

1) La portata idraulica delle fonti ubicate presso l'area Varano e' di circa 35 lt/sec.

2) L'impianto di trattamento per l'abbattimento dell'arsenico ha una potenzialita' di circa 23 lt/sec.

3) L'acqua trattata viene miscelata al restante quantitativo ed inviata in distribuzione. Tale operazione si rende necessaria perche' il quantitativo trattato dall'impianto (23 lt/sec) non garantisce l'approvvigionamento idrico all'intera popolazione dell'abitato di Nepi".

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Sulla base di quanto  affermato dalla societa' Talete risulterebbe quindi che attualmente le acque immesse nell'acquedotto di Nepi e captate anche dalla sorgente Varano (in altri punti di presa dell'acqua non c'e' alcun sistema di dearsenificazione operativo) non sono dearsenificate in maniera completa e sufficiente.

Questa situazione e' motivo di preoccupazione in quanto l'arsenico, come noto, e' classificato dall'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) come cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute (una consistente documentazione scientifica lo correla anche ai tumori del fegato e del colon); l'assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, e' inoltre indicata anche quale responsabile di patologie cardiovascolari; neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni cutanee; disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.

Il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001 ha abbassato il limite previsto per l'arsenico nelle acque potabili da 50 a 10 microgrammi/litro proprio in considerazione della sua cancerogenicita' e dell'evidente rischio per la salute umana.

Ci corre quindi l'obbligo di ricordare come in un decennio di deroghe non siano stati realizzati a Nepi e in tutti gli altri Comuni della  provincia di Viterbo interventi efficaci e definitivi per la soluzione di questo grave problema sanitario (deroghe concesse unicamente a questo fine e pur essendo questo un preciso compito di enti ed istituzioni locali e regionali).

Si invita quindi anche l'amministrazione comunale di Nepi, come piu' volte gia' fatto nei confronti di tutte le amministrazioni dei Comuni della provincia di Viterbo, ad agire urgentemente senza piu' ritardi per attuare interventi efficaci e definitivamente risolutivi per la dearsenificazione di tutta l'acqua destinata a consumo umano e per la piena tutela della salute pubblica.

In particolare e' necessario predisporre immediatamente anche a Nepi, vista la parziale dearsenificazione di acqua captata da una sola fonte, forme alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per tutta la popolazione e in particolare per i neonati, i bambini, i malati e le donne in gravidanza ( l'arsenico supera la barriera placentare), e le industrie alimentari, come raccomandato e disposto in forma assolutamente vincolante dalla Commissione europea anche nel documento del 22 marzo 2011.

Si fa inoltre presente che il valore dell'arsenico nelle acque non e' stabile ma soggetto a importanti e spesso improvvise oscillazioni, anche in relazioni ad eventi meteorologici, e dato che tutti i Comuni della provincia di Viterbo hanno usufruito del regime della deroga fin dal 2003, e' del tutto logico ed evidente che non si debbono considerare in modo rassicurante i risultati di sporadici esami sulle acque che possono mostrare valori di arsenico compresi tra 10 e 20 microgrammi/litro (limite  massimo consentito solo in via transitoria dalla Commissione europea, con le  vincolanti prescrizioni di cui sopra e valido fino al 31 dicembre 2012) e cosi' favorire da parte di soggetti piu' a rischio - donne in gravidanza, bambini e malati - l'assunzione di acque contenti arsenico con valori al di sopra del parametro di legge ed alimenti preparati con le stesse.

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Comunicato stampa a cura dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)

Viterbo, 26 maggio 2011

 

8. APPELLI. ASSOCIAZIONE "LIBERARSI": GIORNATE DI MOBILITAZIONE CONTRO LA TORTURA DEL CARCERE E NEL CARCERE

[Dall'Associazione "Liberarsi" (per contatti: assliberarsi at tiscali.it) riceviamo e diffondiamo]

 

Aderisci anche tu alle giornate di mobilitazione contro la tortura del carcere e nel carcere.

Il carcere in Italia e' un luogo di tortura.

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Il 26 giugno sara' la Giornata internazionale dell'Onu contro la tortura.

Il 24-25-26 giugno nelle carceri italiane i detenuti daranno vita a una mobilitazione contro la tortura del carcere e nel carcere. All'esterno degli istituti di pena si mobiliteranno associazioni, partiti, sindacati, movimenti e organizzazioni della societa' civile.

Perche' la situazione delle carceri italiane si configura ormai da tempo, in quasi tutte le sue realta', come una situazione di tortura. In particolare, vogliamo segnalare quattro ambiti specifici all'attenzione dell'opinione pubblica e degli organi politici e amministrativi competenti:

- La tortura quotidiana del sovraffollamento, vissuta dai quasi settantamila detenuti presenti nelle carceri italiane e che si concretizza nella convivenza forzata di quattro persone nelle celle "singole" e di nove-dieci nei "celloni" di alcuni istituti, nelle condizioni igieniche intollerabili, nei suicidi, tentati suicidi e negli atti di autolesionismo, nell'ulteriore ridursi delle possibilita' di accedere al lavoro, nella negazione del diritto alla salute e al reinserimento sociale. Una situazione riconosciuta anche dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, che nel luglio 2009 ha imposto all'Italia il pagamento di un risarcimento di un detenuto recluso per due mesi e mezzo nel carcere di Roma-Rebibbia in un cellone di 16,20 metri quadrati insieme ad altre cinque persone. Una esperienza che riguarda migliaia di altri detenuti.

- La tortura dell'ergastolo, che contraddice il principio costituzione della finalita' rieducativa della pena (art. 27, comma 3), e in particolare la tortura dell'ergastolo cosiddetto "ostativo", in base al quale oltre 1.000 detenuti condannati all'ergastolo sono formalmente esclusi anche da quelle limitate possibilita' giuridiche che permettono l'uscita dal carcere dopo un tempo determinato. Si configura cosi' in Italia, diversamente dagli altri Paesi dell'Unione Europea, un "fine pena mai" effettivo che elimina perfino la speranza di tornare nella societa', come per quegli uomini e donne attualmente detenuti nelle carceri italiane da oltre trenta e perfino da oltre quaranta anni consecutivi.

- La tortura del regime di "41 bis", cioe' la violenza dell'isolamento continuo, con la possibilita' di interagire solo con gli agenti di polizia penitenziaria e per due ore al giorno con tre altri detenuti, i colloqui con i familiari al di la' di un vetro antiproiettile e attraverso un citofono. Un meccanismo che non produce "sicurezza" ne' all'interno ne' all'esterno delle carceri, mentre produce danni irreparabili di natura fisica e psichica nei detenuti con l'obiettivo (non dichiarato e illegale) di farne dei collaboratori di giustizia.

- La tortura dell'ospedale psichiatrico giudiziario (Opg), ossia dell' "ergastolo bianco", di una misura di sicurezza legata all'idea lombrosiana della "pericolosita' sociale" e priva di un fine pena definito. Gli internati sono cosi' privati a tempo potenzialmente indeterminato della propria liberta', costretti per giunta a vivere in quella situazione insostenibile che alcune recenti pubblicazioni e servizi giornalistici hanno ben descritto.

Aderiamo a questo appello che ci vedra' impegnati con sciopero della fame e con altre iniziative di informazione.

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Christian De Vito, Beppe Battaglia, Giuliano Capecchi, Carmelo Musumeci, Alfredo Sole, Giovanni Antonio Ruffo, ed altri...

Inviaci la tua adesione.

Aiutaci a diffondere questo appello tra le tue amiche e amici.

Per informazioni e contatti: e-mail: assliberarsi at tiscali.it, sito: www.informacarcere.it

 

9. MAESTRI. DANILO DOLCI: COLLEGARSI

[Da Danilo Dolci, Esperienze e riflessioni, Laterza, Roma-Bari 1974, p. 253.

Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recentissimo e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.org, www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org, www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it]

 

Collegarsi a quanto ha valore: se si vuole, si impara.

 

10. RESISTENZA. HEINZ KOHUT: UN SOGNO DI FRANZ JAEGERSTAETTER

[Da Heinz Kohut, Potere, coraggio e narcisismo. Psicologia e scienze umane, Astrolabio - Ubaldini, Roma 1986, Fabbri - Rcs Libri, Milano 2077, 2011, pp. 38-39

Heinz Kohut "(1913-1981), dopo gli studi di medicina all'Universita' di Vienna, si specializzo' in neurologia e psichiatria all'Universita' di Chicago, dove inegno' per tutta la vita. Il suo lavoro, basato su una elaborazione creativa dell'opera di fred, ha aperto la strada alla 'Psicologia del Se'' e ai rapporti tra essa e le scienze umane" (dalla quarta di copertina del libro citato). Su Heinz Kohut dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente notizia: Heinz Kohut ( 1913-1981) e' stato uno psicoanalista austriaco. E' considerato il caposcuola della "Psicologia del Se'", una delle piu' recenti scuole psicoanalitiche, sviluppatasi negli anni '70. Il suo pensiero psicoanalitico per certi aspetti e' stato influenzato dalle teorie dello psicoanalista inglese Fairbairn, nel quale l'impianto teorico della Klein, che di per se' gia' si presentava come alquanto critico della teoria pulsionalista, subisce un'ulteriore revisione in senso ancor piu' relazionale. Kohut si e' dedicato soprattutto a studi sul narcisismo... Uno psicoanalista che svilupperà alcune opinioni espresse da Kohut in merito allo sviluppo delle dinamiche proprie del narcisismo sara' Bela Grunberger. Anche Christopher Lasch, in La cultura del narcisismo (1981), riprendera' alcune tematiche proprie del pensiero psicoanalitico di Kohut. Allievi di Kohut furono Michael Basch, Anna Ornstein, Paul Ornstein, Lotte Koehler. Heinz Kohut e la sua scuola psicoanalitica, detta "psicologia del Se'", vengono considerati anche tra i maggiori ispiratori della piu' recente corrente di psicoanalisi detta "psicoanalisi intersoggettiva". Tra le opere di Heinz Kohut: Narcisismo e analisi del Se', 1971; La guarigione del Se', 1977; La ricerca del Se', 1978; La cura psicoanalitica, 1984; Heinz Kohut, Potere, coraggio e narcisismo, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1986, Fabbri - Rcs Libri, Milano 2077, 2011; Seminari, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1989; Le due analisi del signor Z, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1989; Lezioni di tecnica psicoanalitica, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1997. Opere su Heinz Kohut: Ronald R. Lee, J. Colby Martin, Psychotherapy After Kohut, The Analytic Press, Hillsdale NJ 1991; Charles B. Strozier, Heinz Kohut, Astrolabio-Ubaldini, Roma 2005".

Franz Jaegerstaetter, contadino cattolico, condannato a morte ed ucciso il 9 agosto 1943 per essersi rifiutato di prestare servizio militare nell'esercito nazista. Scritti di Franz Jaegerstaetter: Scrivo con le mani legate. Lettere dal carcere e altri scritti, Edizioni Berti, Piacenza 2005. Opere su Franz Jaegerstaetter: Gordon Zahn, Il testimone solitario. Vita e morte di Franz Jaegerstaetter, Gribaudi, Torino 1968, poi: Franz Jaegerstaetter, il testimone solitario, Editoria Universitaria, Venezia 2002; Erna Putz, Franz Jaegerstaetter. Un contadino contro Hitler, Berti, Piacenza, 2000; Giampiero Girardi, Franz Jaegerstaetter, il contadino contro Hitler: una testimonianza per l'oggi, Berti, Piacenza, 2007; Cesare G. Zucconi, Cristo o Hitler? Vita del Beato Franz Jaegerstaetter, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2008; segnaliamo anche l'articolo di Enrico Peyretti riprodotto sul n. 637 de "La nonviolenza e' in cammino", articolo che segnalava anche i seguenti materiali: Alfons Riedl, Josef Schwabeneder (Hg), Franz Jaegerstaetter - Christlicher Glaube und politisches Gewissen [Fede cristiana e coscienza politica], Verlag Taur, 1997; videocassetta Franz Jaegerstaetter: un contadino contro Hitler, (27 minuti, in vhs) prodotta dall'Associazione Franz Jaegerstaetter, via Endrici 27, 38100 Trento (tel. 0461233777, oppure 810441); il capitolo "Un nemico dello Stato" (pp. 76-86), in Thomas Merton, Fede e violenza, prefazione di Ernesto Balducci, Morcelliana, Brescia 1965; una nota di Paolo Giuntella in "Adista", n. 11, 13 febbraio 1993, pp. 9-10. L'associazione "Franz Jaegerstaetter Italia" pubblica periodicamente una newsletter alla figura di Franz Jaegerstaetter dedicata (per richieste e contatti: Giampiero Girardi, via del Forte 44/B, 38121 Martignano (Tn), tel. 0461829526 o 3474185755, e-mail: franzitalia at gmail.com, gia.gira at gmail.com)]

 

Nel caso dell'agricoltore austriaco Franz Jaegerstaetter, per esempio, fu chiaramente un insieme di ideali religiosi a motivare la sua decisione di non entrare nell'esercito tedesco. Il suo racconto commovente descrive il lungo cammino psicologico che egli dovette percorrere dall'iniziale conflitto morale vissuto nel momento in cui i nazisti invasero l'Austria nel 1938, alla decisione finale di accettare la morte. Egli rifiuto' tutti i compromessi che gli vennero proposti, particolarmente quello di prestare un servizio non combattente nell'esercito tedesco, e tranquillamente e "serenamente" - termine usato spesso dai martiri-eroi o da coloro che li osservano - ando' alla ghigliottina nel 1943, piuttosto che tradire i suoi valori cristiani.

L'intensita' con cui Jaegerstaetter rispose alla sfida originaria e' illustrata da un sogno che riferi' piu' tardi (e certamente e' significativo che questo contadino incolto non soltanto ricordasse il sogno ma che lo avesse anche annotato. Egli deve aver compreso che il contenuto di questo sogno - inclusa la sua interpretazione di esso - riguardava eventi importanti sul piano psicologico).

Ecco il racconto che Jaegerstaetter fece del suo sogno, in una libera traduzione (Zahn, p. 212): "Voglio descrivere innanzitutto una breve esperienza fatta in una notte dell'estate del 1938. Ero stato sveglio quasi fino a mezzanotte, anche se non ero malato; ma poi devo essermi addormentato per un po', perche' vidi un bellissimo treno che girava intorno a una montagna. Non soltanto gli adulti, ma anche i bambini correvano incontro a questo treno, ed era impossibile trattenerli. Mi dispiace dire quanto fossero pochi gli adulti che non volevano essere trascinati in questa situazione. Ma allora sentii una voce che mi parlava e diceva: Questo treno e' diretto all'inferno...".

Jaegerstaetter riflette' sul significato di questo sogno e giunge alla conclusione che esso ritraeva l'invasione nazista. Il sogno mostrava un collettivo accorrere verso il vincitore, ma quel movimento che accomunava tutti era male e avrebbe portato alla completa distruzione.

 

11. ALTERNATIVE. AT-TANUKHI: GLI OSPITI

[Da Francesco Gabrieli, Virginia Vacca, Antologia della letteratura araba, Edizioni Accademia, Milano 1976, p. 158,

At-Tanukhi, "cadi iraqeno, fine del X secolo, vivace e garbato narratore di aneddoti e racconti, tolti in gran parte dalla vita di ambienti cortigiani, ufficiali e cittadini contemporanei. In al-Farag bada sh-shidda (Il sollievo dopo la distretta) narra casi di liberazione insperata da situazioni difficili" (Ivi, p. 144)]

 

Trecento prigionieri furono condotti davanti a Maan ibn Zaida, che ordino' di decapitarli. Venne il boia, fu recata la spada affilata e disteso il tappeto di cuoio, si fece avanti un prigioniero e fu giustiziato.

Poi venne fuori il secondo, un giovane, e disse: "O Maan, non uccidere i tuoi prigionieri mentre hanno tanta sete!".

E Maan ordino': "Date loro da bere".

Bevvero, e il giovane: "O emiro, hai esaudito la nostra richiesta, e per ogni bene che si fa ad un essere vivente c'e' il suo premio. Pero', giuro a Dio, siamo anche affamati; prima di morire, dacci da mangiare!".

Maan ordino' che fossero portati dei viveri, mangiarono.

Appena si furono saziati, quel giovane disse: "O emiro, eravamo tuoi prigionieri, adesso siamo diventati tuoi ospiti...".

Ordino' l'emiro: "Lasciateli andare", e furono liberati tutti.

 

12. PROFILI. ANGELA DOGLIOTTI MARASSO

 

Angela Dogliotti Marasso, rappresentante autorevolissima del Movimento Internazionale della Riconciliazione e del Movimento Nonviolento, svolge attivita' di ricerca e formazione presso il Centro studi "Sereno Regis" di Torino e fa parte della Commissione di educazione alla pace dell'International peace research association; studiosa e testimone, educatrice e formatrice, e' una delle figure piu' nitide della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Angela Dogliotti Marasso segnaliamo particolarmente Aggressivita' e violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino; il saggio su Domenico Sereno Regis, in AA. VV., Le periferie della memoria, Anppia - Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999; con Maria Chiara Tropea, La mia storia, la tua storia, il nostro futuro, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2003; con Elena Camino (a cura di), Il conflitto: rischio e opportunita', Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2004. Un'ampia intervista ad Angela Dogliotti Marasso e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 220; due piu' recenti interviste sono nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 345 e n. 439.

 

13. PROFILI. RAFFAELLA MENDOLIA

 

Raffaella Mendolia fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento, ed ha a suo tempo condotto per la sua tesi di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" una rilevante ricerca sull'accostamento alla nonviolenza in Italia (ampi estratti di questo lavoro abbiamo riportato in vari fascicoli del nostro notiziario nel settembre-ottobre 2007). Cfr. l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 354.

 

14. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

15. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Paul Tillich, La mia ricerca degli assoluti, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1968, pp. 107 + VI.

- Paul Tillich, Lo spirito borghese e il Kairos, Doxa, Roma 1929, pp. 168.

- Stefano Mistura, Paul Tillich, teologo della nuova psichiatria tra coraggio di esistere e problema dell'angoscia, Claudiana, Torino 1978, pp. 80.

 

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

17. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 574 del 2 giugno 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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