Telegrammi. 541
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- Date: Sat, 30 Apr 2011 00:41:22 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 541 del 30 aprile 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Alfio Pannega, un anno dopo
2. "Ciao Alfio". Il programma delle iniziative del 30 aprile e del primo maggio
3. Far cessare la guerra assassina ed abrogare la normativa hitleriana del colpo di stato razzista
4. Mao Valpiana: Trentacinquesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare
5. Il 30 aprile a Civita Castellana
6. Raffaello Saffioti: Don Milani e Socrate. Il vero amore alla legge
7. Laura Di Fazio: Ernesta Legnani Bisi
8. Per sostenere il Movimento Nonviolento
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. ALFIO PANNEGA, UN ANNO DOPO
Un anno fa moriva Alfio Pannega.
Sabato 30 aprile e domenica primo maggio molti degli amici piu' cari lo ricordano a Viterbo con due giorni di iniziative che si svolgeranno sia in citta', nel quartiere medioevale di San Pellegrino, sia nella campagna di Castel d'Asso, e naturalmente presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" (che nell'area ex-Cogema nella campagna di Castel d'Asso da alcuni anni si e' trasferito), il centro sociale che e' stato la casa e la famiglia di Alfio negli ultimi due decenni della sua lunga vita, e che di Alfio s'impegna a serbare la memoria e proseguire la riflessione e le lotte.
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Era nato a Viterbo nel 1925, e della citta', della profonda sua anima popolare, era un simbolo, un simbolo luminoso.
Gia' anziano, quando sembrava lo avviluppasse ormai una nebbiosa solitudine e fosse in agguato un incipiente declinare, nel 1993 per cosi' dire rinacque, trovo' una nuova e vasta umana famiglia (la famiglia degli animali, che accudiva con immenso amore, non lo aveva mai abbandonato) e visse una seconda giovinezza: quando con l'occupazione dell'ex gazometro e la nascita del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" una generazione di giovani e giovanissimi lo conobbe nella sua autenticita' e si riconobbe in lui, nel suo magistero di persona limpida ed integra, semplice e generosa, compassionevole e solidale, in Alfio riscoprendo le ragioni della dignita' umana e della lotta per i diritti di tutti.
Per molti di quei giovani Alfio Pannega e' stato come un secondo padre, e un maestro di vita.
Da lui seppero la storia della Viterbo proletaria e antifascista, da lui appresero i segreti dell'alimentarsi con cio' che la campagna offre a chi la conosce e l'ama, da lui conobbero la sapienza, la saggezza, la dignita', la virtu' eroica e misericordiosa che e' dei poveri che non si arrendono all'ingiustizia e alla degradazione del mondo.
Attraverso lui scoprirono la poesia a braccio ma anche la tradizione dantesca e dei poemi cavallereschi, il piacere della declamazione e dell'improvvisazione, della memoria di antiche parole che da quella voce venivano fatte nuove, e nuovamente vere a dire i compiti dell'oggi per ogni persona decente.
Aveva una innata vocazione pedagogica, ed insegnava nell'unico modo in cui si insegna veramente qualcosa: con l'amore, con l'esempio.
Poco prima della morte tenne presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori a un pubblico di giovanissimi una "lectio magistralis" sul valore della cultura, della solidarieta' e della liberta' che profondamente commosse gli astanti e la citta', e che resta uno dei culmini dell'epifania della politica a Viterbo.
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E per la citta' di Viterbo, che immensamente amo', Alfio Pannega e' stato e resta un testimone, un segno di contraddizione, una pietra di paragone: testimone di una Viterbo popolare ad un tempo colta e umile, generosa e orgogliosa dei suoi saperi e delle sue pratiche, della sua storia e della sua resistenza alla barbarie che lungo i secoli e di nuovo e vieppiu' in questi ultimi anni l'eversione dall'alto tenta di imporre alla citta'; segno di contraddizione e avversario non riconciliato di ogni potere oppressivo e menzognero contro cui ancora nei suoi tardi anni e fino all'ultimo giorno di vita continuo' a lottare in nome dei diritti di tutti, per la dignita' e la liberazione di tutti; pietra di paragone per quante e quanti ne conobbero la persona e ne intesero il messaggio.
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E resta un simbolo e una guida per la lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi: generoso nell'accogliere e nel donare, antifascista, militante del movimento operaio e della solidarieta' internazionale, tenacemente impegnato contro il razzismo, contro la guerra, in difesa dell'ambiente (e in difesa dei diritti non solo degli esseri umani, ma anche degli altri animali non umani), aveva partecipato e fortemente contribuito all'elaborazione teorica e pratica, morale e politica, che aveva portato il centro sociale di Viterbo alla scelta della nonviolenza.
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Il 30 aprile e il primo maggio Alfio Pannega sara' ricordato in questa antica citta e nell'ubertosa sua campagna non come una figurina del passato, non come un "personaggio caratteristico" da imbalsamare nell'aneddotica; ma come una persona straordinariamente colta e versatile, portatrice di un'esperienza forte e di molte preziose riflessioni, come un compagno di vita e di lotte, come un uomo che fino all'ultimo giorno della sua vita lotto' per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani, per difendere la biosfera casa comune dell'umanita' intera, per una umanita' di persone libere, solidali ed eguali in diritti, per una cultura prassi di liberazione, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
2. MEMORIA. "CIAO ALFIO". IL PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE DEL 30 APRILE E DEL PRIMO MAGGIO
[Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul nostro foglio, da ultimo negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265]
Programma delle iniziative promosse dal Centro sociale "Valle Faul" il 30 aprile e il primo maggio 2011 nei "Due giorni per Alfio Pannega poeta e compagno".
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30 aprile 2011
Ore 10,30, in Via Pietra del Pesce (dinanzi al Due Righe Book Bar):
- Letture da "Allora ero giovane pure io. Travagliata e poetica vita di Alfio Pannega".
- Ricordo di Alfio Pannega a cura del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
Dalle ore 18,30, presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" (in strada Castel d'Asso snc):
- Inaugurazione mostra fotografica permanente (opere fotografiche di Valentino Costa, Francesco Galli e Mario Onofri; opere pittoriche di Lella Biagi e Massimo De Giovanni).
- Cena sociale.
ore 22: Spettacolo teatrale, La Banda del Racconto in "Vittoria! Malinconica e avventurosa vita di Pietro Rossi Garibaldino".
- A seguire musica popolare e canti di lotta.
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Primo maggio 2011
Ore 13, presso il centro sociale occupato autogestito Valle Faul (in strada Castel d'Asso snc): Pranzo sociale.
Ore 17: Passeggiata per Castel d'Asso con raccolta di erbe selvatiche.
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Per ulteriori informazioni e contatti: Centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", area ex Cogema, strada Castel d'Asso snc, 01100 Viterbo, e-mail: csavallefaul at autistici.org, sito: http://csavallefaul.noblogs.org/
3. EDITORIALE. FAR CESSARE LA GUERRA ASSASSINA ED ABROGARE LA NORMATIVA HITLERIANA DEL COLPO DI STATO RAZZISTA
Le due cose piu' necessarie ed urgenti oggi in Italia a noi pare che siano queste.
Far cessare la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan e in Libia.
Far cessare la persecuzione razzista dei migranti e dei viaggianti.
Ovvero tornare al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.
Tornare alla civile convivenza.
Vi e' una sola umanita'.
4. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: TRENTACINQUESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
Ipocrisia. E' ipocrisia protestare contro la guerra solo ora che aerei italiani, guidati da piloti italiani, buttano bombe italiane. L'Italia era gia' in guerra, l'Italia stava gia' calpestando l'articolo 11 della Costituzione. Mantenere l'esercito, costruire armi, vendere armi, preparare l'apparato bellico, e' gia' essere parte della guerra. L'Italia ha partecipato alla guerra in Iraq, in Serbia, in Afghanistan e in ogni luogo della terra dove vi sono armi di fabbricazione italiana.
L'unico modo concreto, vero, per contrastare la guerra, tutte le guerre, e' quello di non prepararla, la guerra. Dissociarsi dalla guerra. Non collaborare con la guerra. Non finanziarla, la guerra.
E questo ha un nome: nonviolenza.
Il digiuno che stiamo conducendo e' un gesto di nonviolenza attiva, e' un atto di speranza, e' un fatto concreto contro la guerra e la sua preparazione.
Sono piu' di 120 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare".
Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a sabato 30 aprile. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Bolzano a Catania, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.
La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 35 giorni.
Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).
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Di seguito l'elenco dei digiunanti aggiornato alle ore 13,30 del 29 aprile 2011.
Hanno finora digiunato a staffetta: Mao Valpiana (Verona), Caterina Del Torto (Ferrara - Verona), Elisabetta Pavani (Ferrara), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Lucia Grieco (Mestre - Venezia), Sergio Paronetto (Verona), Daniele Lugli (Ferrara), Maddalena Soffi (Verona), Domenico Letizia (Caserta), Alessandro Pizzi (Soriano - Viterbo), Luca Giusti (Genova), Massimiliano Pilati (Trento), Piercarlo Racca (Torino), Angela Dogliotti Marasso (Torino), Enrico Peyretti (Torino), Rocco Pompeo (Livorno), Caterina Bianciardi (Livorno), Mirella Martini (Mestre - Venezia), Vincenzo Benciolini (Verona), Gabriella Falcicchio (Bari), Albachiara Orlando e Stefano Daga (Oristano), Gavina Galleri (Cagliari), Giovanni e Graziella Ricchiardi (Torino), Mira Mondo (Condove - Torino), Claudia Pallottino (Torino), Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi), Pier Cesare Bori (Bologna), Marzia Manca (Cagliari), Tommaso Gradi (Ferrara), Laura Cappellari (Pedavena - Verona), Aurora Bedeschi (Ferrara), Marco Baleani (Gubbio), Silvana Valpiana (Verona), Claudia Capra (Brescia), Paolo Predieri (Brescia), Adriano Moratto (Brescia), Anna Zonari (Ferrara), Tiziana Valpiana (Verona), Marina Nardovino (Verona), Carmine Buro (Prato), Pier Cesare Bori (Bologna), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Maria Erminia Satta (Tempio Pausania), Andrea Zanetti (Orvieto), Lucia Agrati (Roma), Claudia Bernacchi (Padova), Marzia Manca (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Ignazio Carta (Cagliari), Frate Antonio Santini (Trieste), Ettorina Rubino (Trieste), Massimiliano Brignone (Torino), Danilo Villa (Monza), Maria Grazia Misani (Monza), Stefano Panozzo (Padova - Bruxelles), Tiziana Cimolino (Trieste), Francesca Cimolino (Trieste), Arianna Salan (Verona), Beatrice Pascucci (Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Liliana Obad (Trieste), Gianfranco Aldrovandi (Guastalla), Paolo Predieri (Brescia), Pier Cesare Bori (Bologna), Giorgio Pellis (Trieste), Marzia Manca (Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Marco Baleani (Gubbio), Paola, Giovanni, Benedetta Baleani (Gubbio), Alessandro Capuzzo (Trieste), Giorgio Pellis (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Claudia Pallottino (Torino), Massimiliano Brignone (Torino), Serena Pulcini (Trieste), Gloria Germani (San Casciano - Firenze), Teresa Piras (Iglesias), Edvino Ugolini (Trieste), Cristina Cometti (Milis - Oristano), Enrico Peyretti (Torino), Peppe Sini (Viterbo), Pasquale Dioguardi (Livorno), Mao Valpiana (Verona), Jolanda Spallitta (Alessandria), Enrico Gabbioneta (Sesto ed Uniti - Cremona), Raffaele Barbiero (Forli' - Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Tiziana Cimolino (Trieste), Rosaria Totino (Trieste), Antonio Poce (Ferentino - Frosinone), Tiziana Valpiana (Verona), Alessandro Natalini (Perugia), Loretta Viscuso (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Salerno), Liliana Obad (Trieste), Caterina Giustolisi (Firenze), Andrea Ferralasco (Genova), Paolo Predieri (Brescia), Loredana Caletti (Sesto ed Uniti - Cremona), Antonio Santini (Trieste), Luciano Ferluga (Trieste), Tonino Bisceglia (Varazze - Savona), Furio Semerari (Bari), Gabriella Falcicchio (Bari), Gianni D'Elia (Rivalta di Torino), Ettorina Rubino (Trieste), Alessio Di Florio (Casalbordino - Chieti), Andrea Salvoni (Barga - Lucca), Marzia Manca (Cagliari), Samuele Venturi (Castel San Pietro Terme - Bologna), Graziella Prendivoi (Trieste), Luca Dorizzi (Verona), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara), frate Antonio Santini (Trieste), Francesco Spagnolo (Roma), Adriano Moratto (Brescia), Francesco Montanari (provincia Pesaro-Urbino), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Francesco Comina (Bolzano/Bozen), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Luca Alberghi (Faenza - Ravenna), Massimiliano Brignone (Barbania - Torino), Claudia Pallottino (Barbania - Torino), Cinzia Picchioni (Torino), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Lorenzo Porta (Firenze), Massimiliano Pilati (Lavis - Trento), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Silvana Valpiana (Verona), Elena Buccoliero (Ferrara), Daniele Lugli (Ferrara), Maria Longhi (Vicenza), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Antonio Saulle (Trieste), Marco Iannelli (Roma), Paolo Predieri (Brescia), Franca Maria Bagnoli (Pescara), Antonio Santini (Trieste), Liliana Obad (Trieste), Maddalena Soffi (Verona), Michele Boato (Mestre), Maria Cossu (Mestre), Marzia Manca (Cagliari), Giusi Danelon (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bravo (Torino), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia), Maurizio Grotta (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Graziella Prendivoi (Trieste), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Sandro Capuzzo (Trieste), Bruno Salvador (Treviso), Massimiliano Brignone (Barbania - Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari).
Proseguono: sabato 30 aprile: Ignazio Carta (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Giovanni Chianchini (Chieti), Adriano Sincovich (Trieste), Daniele Taurino (Fiumicino - Roma).
Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Pasquale Dioguardi digiunera' tutti i lunedi'; Anna Bellini, Adalgisa Freddi, Marco Palombo e Marco Rizzinelli digiuneranno tutti i mercoledi'; Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'; Marco Iannelli digiunera' tutti i venerdi' e i sabato; Giovanni Cianchini digiunera' tutti i sabato. Alessandro Natalini e Marzia Manca digiuneranno un giorno a settimana.
5. INCONTRI. IL 30 APRILE A CIVITA CASTELLANA
[Dall'Associazione italiana medici per l'ambiente (per contatti: tel. 3383810091, e-mail: isde.viterbo at gmail.com) riceviamo e diffondiamo.
Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate a consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione]
A Civita Castellana (Vt) l'"Associazione italiana medici per l'ambiente" informa i cittadini sul problema dell'arsenico nelle acque destinate a consumo umano.
Sabato 30 aprile 2011 alle ore 9,30 presso la sala "Pablo Neruda" a Civita Castellana, la dottoressa Antonella Litta, referente dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia), terra' una relazione medico-scientifica sul tema: "L'arsenico nelle acque destinate a consumo umano: problematiche ambientali e sanitarie, e proposte d'intervento".
La relazione sara' incentrata sui meccanismi di azione e d'interazione dell'arsenico, elemento tossico e cancerogeno, e le patologie neoplastiche e le malattie correlate all'esposizione cronica a questo elemento soprattutto attraverso l'assunzione cronica di acque contaminate e di alimenti preparati con le stesse.
Saranno anche illustrate le proposte dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" per realizzare subito interventi efficaci per fornire le popolazioni di acqua dearsenificata che come raccomandato dalla comunita' scientifica internazionale e dall'Organizzazione mondiale della sanita' deve avere come obiettivo di qualita' un contenuto di arsenico pari a zero (o al piu' e in via transitoria di non oltre 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano come vera e sicura tutela della salute pubblica.
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L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)
Viterbo, 28 aprile 2011
6. RIFLESSIONE. RAFFAELLO SAFFIOTI: DON MILANI E SOCRATE. IL VERO AMORE ALLA LEGGE
[Ringraziamo Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it) per questo intervento.
Raffaello Saffioti, amico della nonviolenza, infaticabile promotore di iniziative di pace, solidarieta', cultura, e' animatore dell'esperienza della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone" di Palmi.
Tra le innumerevoli opere su Socrate segnaliamo introduttivamente, oltre ovviamente alle opere di Platone, di Senofonte e di Aristofane in cui compare ed alle altre fonti antiche, almeno le opere recenti di Francesco Adorno, Introduzione a Socrate, Laterza, Roma-Bari 1970, 1973; Gabriele Giannantoni, Che cosa ha veramente detto Socrate, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1971; Romano Guardini, La morte di Socrate nei Dialoghi di Platone, Morcelliana, Brescia 1981, 1984; Jan Patocka, Socrate, Rusconi Libri, Sant'Arcangelo di Romagna 1999; Giovanni Reale, Socrate. Alla scoperta della sapienza umana, Rcs Libri, Milano 2000, 2001.
Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008.
Piero Calamandrei, nato a Firenze nel 1889 ed ivi deceduto nel 1956, avvocato, giurista, docente universitario, antifascista limpido ed intransigente, dopo la Liberazione fu costituente e parlamentare, fondatore ed animatore della rivista "Il Ponte", impegnato nelle grandi lotte civili. Dal sito dell'Anpi di Roma (www.romacivica.net/anpiroma) riprendiamo la seguente notizia biografica su Piero Calamandrei: "Nato a Firenze nel 1889. Si laureo' in legge a Pisa nel 1912; nel 1915 fu nominato per concorso professore di procedura civile all'Universita' di Messina; nel 1918 fu chiamato all'Universita' di Modena, nel 1920 a quella di Siena e nel 1924 alla nuova Facolta' giuridica di Firenze, dove ha tenuto fino alla morte la cattedra di diritto processuale civile. Partecipo' alla Grande Guerra come ufficiale volontario combattente nel 218mo reggimento di fanteria; ne usci' col grado di capitano e fu successivamente promosso tenente colonnello. Subito dopo l'avvento del fascismo fece parte del consiglio direttivo dell'"Unione Nazionale" fondata da Giovanni Amendola. Durante il ventennio fascista fu uno dei pochi professori che non ebbe ne' chiese la tessera continuando sempre a far parte di movimenti clandestini. Collaboro' al "Non mollare", nel 1941 aderi' a "Giustizia e Liberta'" e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione. Assieme a Francesco Carnelutti e a Enrico Redenti fu uno dei principali ispiratori dei Codice di procedura civile del 1940, dove trovarono formulazione legislativa gli insegnamenti fondamentali della scuola di Chiovenda. Si dimise da professore universitario per non sottoscrivere una lettera di sottomissione al duce che gli veniva richiesta dal Rettore del tempo. Nominato Rettore dell'Universita' di Firenze il 26 luglio 1943, dopo l'8 settembre fu colpito da mandato di cattura, cosicche' esercito' effettivamente il suo mandato dal settembre 1944, cioe' dalla liberazione di Firenze, all'ottobre 1947. Presidente del Consiglio nazionale forense dal 1946 alla morte, fece parte della Consulta Nazionale e della Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione. Partecipo' attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d'inchiesta e della Commissione per la Costituzione. I suoi interventi nei dibattiti dell'assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i suoi discorsi sul piano generale della Costituzione, sugli accordi lateranensi, sulla indissolubilita' del matrimonio, sul potere giudiziario. Nel 1948 fu deputato per "Unita' socialista". Nel 1953 prese parte alla fondazione del movimento di "Unita' popolare" assieme a Ferruccio Parri, Tristano Codignola e altri. Accademico nazionale dei Lincei, direttore dell'Istituto di diritto processuale comparato dell'Universita' di Firenze, direttore con Carnelutti della "Rivista di diritto processuale", con Finzi, Lessona e Paoli della rivista "Il Foro toscano" e con Alessandro Levi del "Commentario sistematico della Costituzione italiana", nell'aprile del 1945 fondo' la rivista politico-letteraria "Il Ponte". Mori' a Firenze nel 1956". Tra le opere di Piero Calamandrei segnaliamo particolarmente Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente ristampato da Laterza, Roma-Bari 1977, poi riproposto da Linea d'ombra, Milano 1994, e nuovamente ripubblicato da Laterza nel 2006]
Due grandi maestri della storia: Socrate e don Milani
Nei giorni in cui il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e' chiamato a difendersi nei processi in tribunale, se si osserva il suo comportamento nei confronti dei giudici, vengono in mente due processi famosi, uno della storia antica, un altro della storia contemporanea, che videro come imputati Socrate e don Lorenzo Milani.
Socrate e don Milani sono tra i grandi maestri nella storia dell'educazione, ma furono accusati uno di corruzione dei giovani e di empieta', l'altro di apologia di reato, come dire accusati di essere cattivi maestri. Socrate fu condannato a morte dal tribunale di Atene alla fine del V secolo a. C. e mori' bevendo la cicuta. Don Milani, assolto in primo grado dal tribunale di Roma nel 1966, venne condannato in appello, e "il reato" fu dichiarato "estinto per morte del reo".
Quale fu il comportamento durante e dopo il processo dei due imputati?
Quale l'insegnamento dei due grandi maestri?
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"Il vero amore alla legge"
Don Milani nella "Lettera ai giudici" ha scritto: "In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge e' d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioe' quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioe' quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perche' siano cambiate. La leva ufficiale per cambiare la legge e' il voto. La Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero. Ma la leva vera di queste due leve del potere e' influire con la parola e con l'esempio sugli altri votanti e scioperanti. E quando e' l'ora non c'e' scuola piu' grande che pagare di persona un'obiezione di coscienza. Cioe' violare la legge di cui si ha coscienza che e' cattiva e accettare la pena che essa prevede... Chi paga di persona testimonia che vuole la legge migliore, cioe' che ama la legge piu' degli altri. Non capisco come qualcuno possa confonderlo con l'anarchico. Preghiamo Dio che ci mandi molti giovani capaci di tanto. Questa tecnica di amore costruttivo per la legge l'ho imparata insieme ai ragazzi mentre leggevamo il Critone, l'Apologia di Socrate, la vita del Signore nei quattro Vangeli, l'autobiografia di Gandhi, le lettere del pilota di Hiroshima. Vite di uomini che son venuti tragicamente in contrasto con l'ordinamento vigente al loro tempo non per scardinarlo, ma per renderlo migliore" (Documenti del processo di don Milani, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Libreria Editrice Fiorentina, 1969, pp. 37-9).
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Il dialogo di Socrate con le Leggi
Socrate in carcere prima dell'esecuzione della sentenza riceve la visita dell'amico Critone che gli propone di mettersi in salvo evadendo dal carcere. Socrate ragionando rifiuta la proposta e dimostra che bisogna obbedire alle leggi della citta', anche se ingiuste.
Nel dialogo Socrate dice a Critone: "Per nessuna ragione mai si deve fare ingiustizia; neanche se ingiustizia ci e' fatta... non e' mai cosa retta ne' fare ingiustizia ne' rendere ingiustizia, ne', chi soffra male, vendicarsi restituendo male".
Socrate immagina cosa gli chiederebbero le leggi se egli evadesse. E' la famosa prosopopea: "Se ci venissero incontro le Leggi e la citta' tutta quanta, e ci si fermassero innanzi e ci domandassero: - Dimmi, Socrate, che cosa hai in mente di fare? ... Che cosa hai da reclamare tu contro di noi e contro la citta', che stai tentando di darci la morte? ... Ma ora che sei nato, che sei stato allevato, che sei stato educato, potresti tu dire che non sei figliolo nostro e un nostro servo e tu e tutti quanti i progenitori tuoi? E se questo e' cosi', pensi tu forse che ci sia un diritto da pari a pari fra te e noi, e che, se alcuna cosa noi tentiamo di fare contro di te, abbia il diritto anche tu di fare altrettanto contro di noi? O che forse, mentre di fronte al padre tu riconoscevi di non avere un diritto da pari a pari, e cosi' di fronte al padrone se ne avevi uno; il diritto, dico, se alcun male pativi da costoro, di ricambiarli con altrettanto male; e nemmeno se oltraggiato di oltraggiarli, e se percosso percuoterli, ne' altro di questo genere: ecco che invece, di fronte alla patria e di fronte alle leggi, questo diritto ti sara' lecito; cosicche', se noi tentiamo di mandare a morte te, reputando che cio' sia giusto, tenterai anche tu con ogni tuo potere di mandare a morte noi, che siamo le Leggi e la Patria, e dirai che cio' facendo operi il giusto, tu, il vero e schietto zelatore della virtu'? O sei cosi' sapiente da avere dimenticato che piu' della madre e piu' del padre e piu' degli altri progenitori presi tutti insieme e' da onorare la Patria... e che, o si deve persuaderla o s'ha da fare cio' che ella ordina di fare, e soffrire se ella ci ordina di soffrire... che se a taluno queste leggi non piacciono e' libero di prender seco le cose sue e di andarsene dove vuole... Ma chi di voi rimane qui, e vede in che modo noi amministriamo la giustizia e come ci comportiamo nel resto della pubblica amministrazione, allora diciamo che costui si e' di fatto obbligato rispetto a noi a fare cio' che noi gli ordiniamo... Diciamo o non diciamo la verita' quando affermiamo che tu, realmente e non a parole, avevi convenuto di regolare secondo noi la tua vita di cittadino?".
"Che cosa dobbiamo rispondere a queste parole, o Critone? Non dovremo consentire che le Leggi dicono la verita'?".
(Platone, Critone, Laterza, 1967, pp. 49, 52, 54, 56, 57, 59).
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L'"Elogio dei giudici scritto da un avvocato" di Piero Calamandrei
Ricordiamo che e' stato un insigne giurista e avvocato del secolo scorso, Piero Calamandrei, a fare l'elogio dei giudici, richiamando il processo di Socrate.
"Socrate nel carcere spiega serenamente ai discepoli, con una eloquenza che mai nessun giurista ha saputo uguagliare, qual e' la suprema ragione sociale che impone, fino all'estremo sacrificio, di prestare ossequio alla sentenza anche se ingiusta: il passaggio in giudicato della sentenza importa che essa si distacchi dai suoi motivi, come la farfalla che esce dal bozzolo, e diventi da quel momento inidonea ad esser qualificata giusta o ingiusta, posto che essa e' destinata a costituire d'ora in poi l'unico e immutabile termine di paragone, cui gli uomini dovranno riferirsi per conoscere qual era in quel caso la parola ufficiale della giustizia... Il giudice e' il diritto fatto uomo; solo da quest'uomo io posso attendermi nella vita pratica quella tutela che in astratto la legge mi promette... Per questo si indica nella iustitia, non semplicemente nel ius, il vero fundamentun regnorum" (Piero Calamandrei, Elogio dei giudici scritto da un avvocato, Ponte alle Grazie, 2009, pp. 10-11).
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Il vero amore alla legge e l'obiezione di coscienza: "I care"
In questi giorni dei "ragazzi della scuola di Barbiana" in cui vive "lo spirito di don Milani", diventati nonni, hanno scritto una "lettera aperta" al Presidente della Repubblica con la quale testimoniano quanto hanno appreso dal loro maestro sul tema del "vero amore alla legge".
In essa si legge: "Il degrado morale e politico che sta investendo l'Italia ci riporta indietro nel tempo, al giorno in cui un amico, salito a Barbiana, ci porto' il comunicato dei cappellani militari che denigrava gli obiettori di coscienza. Trovandolo falso e offensivo, don Milani, priore e maestro, decise di rispondere per insegnarci come si reagisce di fronte al sopruso. Piu' tardi, nella Lettera ai giudici, giunse a dire che il diritto-dovere alla partecipazione deve sapersi spingere fino alla disobbedienza.. Questo invito riecheggia nelle nostre orecchie, perche' stiamo assistendo ad un uso costante della legge per difendere l'interesse di pochi, addirittura di uno solo, contro l'interesse di tutti. Ci riferiamo all'attuale Presidente del Consiglio che in nome dei propri guai giudiziari punta a demolire la magistratura e non si fa scrupolo a buttare alle ortiche migliaia di processi pur di evitare i suoi... Quando l'istituzione principe della rappresentanza popolare si trasforma in ufficio a difesa del Presidente del Consiglio siamo gia' molto avanti nel processo di decomposizione della democrazia e tutti abbiamo l'obbligo di fare qualcosa per arrestarne l'avanzata".
Gli autori della "Lettera aperta" chiedono al Presidente della Repubblica di fare "obiezione di coscienza ogni volta che e' chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione".
E concludono: "Solo lo spirito milaniano potra' salvarci, chiedendo ad ognuno di assumersi le proprie responsabilita' anche a costo di infrangere una regola quando il suo rispetto formale porta a offendere nella sostanza i diritti di tutti. Signor Presidente, lasci che lo spirito di don Milani interpelli anche lei".
Ma oggi siamo tutti interpellati dallo "spirito di don Milani".
E' lo stesso spirito che si esprime nella "Lettera ai giudici"(1965). In essa leggiamo: "Dovevo ben insegnare come il cittadino reagisce all'ingiustizia. Come ha liberta' di parola e di stampa. Come il cristiano reagisce anche al sacerdote e perfino al vescovo che erra. Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto. Su una parete della nostra scuola c'e' scritto grande: 'I care'. E' il motto intraducibile dei giovani americani migliori. 'Me ne importa, mi sta a cuore'. E' il contrario esatto del motto fascista 'Me ne frego'" (Documenti del processo di don Milani, L'obbedienza non e' piu' una virtu', cit., p. 34).
7. PROFILI. LAURA DI FAZIO: ERNESTA LEGNANI BISI
[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it
Laura Di Fazio "vive e lavora a Milano. Laureata in Lingue e letterature straniere, si e' poi diplomata in Archivistica, Paleografia e Diplomatica. E' dirigente in un grande gruppo bancario dove si occupa con ostinata dedizione di formazione. Da sempre interessata al disegno e alle discipline artistiche, dal 1990 si dedica con passione all'incisione ed alcuni suoi lavori sono presenti presso la Civica Raccolta di Stampe Bertarelli di Milano"]
Ernesta Legnani Bisi (Milano o Losanna 1788 - Milano o Cormeno 1859).
Anche un ritratto sommario di Ernesta Legnani Bisi restituisce l'insieme della sua persona: ogni aspetto rilevante della sua memoria infatti sfiora ambiti diversi di una vita, ma in un certo senso tutti: pittrice, insegnante di disegno; sensibile e attiva nei circoli culturali e politici della Milano antiasburgica. Vicina alle Giardiniere e maestra di Cristina di Belgioso. E madre di cinque figli, due delle quali diverranno come lei, e suo marito, pittrici.
Ernesta studia all'Accademia di Brera e suo maestro e' il celebre incisore Giuseppe Longhi; nel 1810, a 22 anni, vince il premio per il disegno. L'anno dopo sposa Giuseppe Bisi, pittore genovese e professore presso la stessa Accademia. Ernesta con questo matrimonio entra in una vera e propria famiglia di artisti: il padre del marito e' Tommaso Bisi, detto Bizzarri, il cognato Michele e' pittore, cosi' come il nipote Luigi, figlio di Michele. E i Bisi sono artisti di successo, hanno una bottega in Brera molto rinomata: i loro clienti sono nobili, re e imperatori: e' del 1838 la commissione a Giuseppe Bisi della Veduta del Palazzo Raimondo da parte, ironia della sorte, dello stesso Imperatore d'Austria che Ernestina contestera' aspramente. Francesco Hayez, trentenne, sara' ospitato dai Bisi con affettuosa sollecitudine presso il loro studio. Nel 1829 i due compiono un viaggio a Roma che offre nuovi stimoli per soggetti paesaggistici; tornati a Milano, Giuseppe ottiene nel 1838 la cattedra di Pittura del paesaggio, appena istituita all'Accademia di Brera. Ernesta invece coniuga la famiglia, l'amicizia, l'attivita' artistica e l'insegnamento: e' incisora, acquerellista, pittrice e predilige la ritrattistica. Realizza cinque lastre di rame, "i rami" per la Pinacoteca di Palazzo Reale di Milano, poi pubblicate dal cognato Michele. Educa all'arte le due figlie Antonietta e Fulvia. Antonietta (Milano 1813-1866) sara' allieva di Hayez, con una predilezione per il ritratto, e, come la madre, si dimostrera' una convinta e ardente patriota partecipando alle Cinque Giornate di Milano. Fulvia (Milano 1818-1911) invece optera' per la pittura paesaggistica di impronta romantica.
Un'altra allieva di Ernesta e' anche la brillante Camilla Guiscardi Gandolfi, che quindicenne gia' espone a Brera e diverra' poi "pittrice onoraria" di Carlo Alberto. Ma l'allieva piu' cara (alla quale dedichera' un ritratto) sara', per Ernesta, Cristina Belgioioso, con la quale condivide gli ideali e la determinazione delle Giardiniere. Come la combattiva e straordinaria amica pittrice di Cristina, Bianca Milesi Moyon: entrambe saranno ricordate dal Porta tra le donne celebri di Milano "E' in tra i donn la Milesi, la Legnana".
Fonti, risorse bibliografiche, siti: Rachele Farina (a cura di), Dizionario delle donne lombarde, Baldini & Castoldi 1995; M. Monteverdi, Donne di quadri, Milano 1981-83; L. Servolini, Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1955; A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1970-72. Sulle Giardiniere: www.url.it/donnestoria/testi/trame/giardiniere.htm
8. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.
Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Martin Luther King - Malcolm X, I diritti dei neri d'America, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2011, pp. 96, s.i.p. (in supplemento al settimanale "L'Espresso").
*
Riedizioni
- Roberta D'Adda (a cura di), Rembrandt, Skira-Rcs, Milano 2003, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Margherita d'Ayala Valva e Alexander Auf der Heyde (a cura di), Renoir, Skira-Rcs, Milano 2003, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Eugene Minkowski, La schizofrenia, Einaudi, Torino 1998, Fabbri - Rcs, Milano 2008, pp. CIV + 226, euro 9,90.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 541 del 30 aprile 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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