Telegrammi. 539
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- Date: Thu, 28 Apr 2011 00:30:57 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 539 del 28 aprile 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Senza la scelta della nonviolenza, tutto e' subalternita' e complicita' con la guerra
2. Mao Valpiana: Trentatreesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare
3. Anpi di Nepi: All'insegna dell'impegno antifascista per la democrazia e la difesa della Costituzione
4. "Pax Christi": Rinsavite! Nessuna bomba e' intelligente
5. Primo Levi: La bambina di Pompei
6. Gianni Mattioli e Massimo Scalia: Fukushima punto di non ritorno. Dall'era atomica all'era solare
7. Vandana Shiva: Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena
8. Il 30 aprile e il primo maggio a Viterbo due giorni per ricordare Alfio Pannega
9. Per sostenere il Movimento Nonviolento
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: SENZA LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA, TUTTO E' SUBALTERNITA' E COMPLICITA' CON LA GUERRA
Opporsi occorre alla guerra e al razzismo.
Insorgere occorre contro il governo golpista.
In difesa del diritto alla vita di ogni essere umano.
Con la scelta della nonviolenza.
Poiche' senza la scelta della nonviolenza tutto e' subalternita' e complicita' con la guerra.
*
Non sono credibili gli accorati appelli contro i bombardamenti italiani, se non ci si oppone anche alla messa a disposizione delle basi italiane per i bombardieri delle altre potenze massacratrici.
Non sono credibili i solenni proclami contro la guerra in Libia, se non ci si oppone anche alla guerra in Afghanistan.
Non sono credibili le esternazioni generiche contro la guerra, se non ci si oppone anche agli eserciti e alle armi.
Non sono credibili le roboanti esortazioni alla pace, se non si nomina, non si propone, non si testimonia l'alternativa necessaria e urgente, il passo concreto e indispensabile da compiere: la scelta della nonviolenza.
Poiche' senza la scelta della nonviolenza tutto e' subalternita' e complicita' con la guerra.
*
Opporsi occorre alla guerra e al razzismo.
Insorgere occorre contro il governo golpista.
In difesa del diritto alla vita di ogni essere umano.
Con la scelta della nonviolenza, forza della verita'.
Con la scelta della nonviolenza, affermazione della dignita' di tutti gli esseri umani.
Con la scelta della nonviolenza, amore solidale per l'umanita' che e' una e infinitamente plurale.
Con la scelta della nonviolenza, amore accudente per la biosfera casa comune dell'umanita' intera.
Poiche' senza la scelta della nonviolenza tutto e' subalternita' e complicita' con la guerra.
*
Opporsi occorre alla guerra e al razzismo.
Insorgere occorre contro il governo golpista.
In difesa del diritto alla vita di ogni essere umano.
Con la scelta della nonviolenza: in difesa della legalita', della democrazia, della civile convivenza, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Con la scelta della nonviolenza: eredita' della Resistenza, verita' della Liberazione, spirito animatore e progressivo itinerario della Carta delle Nazioni Unite e della Costituzione della Repubblica Italiana, promessa e impegno della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Poiche' senza la scelta della nonviolenza tutto e' subalternita' e complicita' con la guerra.
2. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: TRENTATREESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
La guerra tutto distrugge, tutto uccide, tutto annienta.
Con la guerra la vita e' distrutta, la verita' e' uccisa, la civilta' e' annientata. La guerra e' morte.
La nonviolenza vuole salvare ogni vita, e' unita'-amore con tutti.
La nonviolenza cerca la verita', e' la sola via di pace.
Il digiuno che stiamo conducendo e' un gesto di nonviolenza attiva, e' un atto di speranza, e' un fatto concreto contro la guerra e la sua preparazione.
Sono piu' di 120 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare".
Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a sabato 30 aprile. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Bolzano a Catania, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.
La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 33 giorni.
Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).
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Di seguito l'elenco dei digiunanti aggiornato alle ore 20,30 del 27 aprile 2011.
Hanno finora digiunato a staffetta: Mao Valpiana (Verona), Caterina Del Torto (Ferrara - Verona), Elisabetta Pavani (Ferrara), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Lucia Grieco (Mestre - Venezia), Sergio Paronetto (Verona), Daniele Lugli (Ferrara), Maddalena Soffi (Verona), Domenico Letizia (Caserta), Alessandro Pizzi (Soriano - Viterbo), Luca Giusti (Genova), Massimiliano Pilati (Trento), Piercarlo Racca (Torino), Angela Dogliotti Marasso (Torino), Enrico Peyretti (Torino), Rocco Pompeo (Livorno), Caterina Bianciardi (Livorno), Mirella Martini (Mestre - Venezia), Vincenzo Benciolini (Verona), Gabriella Falcicchio (Bari), Albachiara Orlando e Stefano Daga (Oristano), Gavina Galleri (Cagliari), Giovanni e Graziella Ricchiardi (Torino), Mira Mondo (Condove - Torino), Claudia Pallottino (Torino), Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi), Pier Cesare Bori (Bologna), Marzia Manca (Cagliari), Tommaso Gradi (Ferrara), Laura Cappellari (Pedavena - Verona), Aurora Bedeschi (Ferrara), Marco Baleani (Gubbio), Silvana Valpiana (Verona), Claudia Capra (Brescia), Paolo Predieri (Brescia), Adriano Moratto (Brescia), Anna Zonari (Ferrara), Tiziana Valpiana (Verona), Marina Nardovino (Verona), Carmine Buro (Prato), Pier Cesare Bori (Bologna), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Maria Erminia Satta (Tempio Pausania), Andrea Zanetti (Orvieto), Lucia Agrati (Roma), Claudia Bernacchi (Padova), Marzia Manca (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Ignazio Carta (Cagliari), Frate Antonio Santini (Trieste), Ettorina Rubino (Trieste), Massimiliano Brignone (Torino), Danilo Villa (Monza), Maria Grazia Misani (Monza), Stefano Panozzo (Padova - Bruxelles), Tiziana Cimolino (Trieste), Francesca Cimolino (Trieste), Arianna Salan (Verona), Beatrice Pascucci (Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Liliana Obad (Trieste), Gianfranco Aldrovandi (Guastalla), Paolo Predieri (Brescia), Pier Cesare Bori (Bologna), Giorgio Pellis (Trieste), Marzia Manca (Cagliari), Raffaele Ibba (Cagliari), Pietro Del Zanna (Poggibonsi), Marco Baleani (Gubbio), Paola, Giovanni, Benedetta Baleani (Gubbio), Alessandro Capuzzo (Trieste), Giorgio Pellis (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Claudia Pallottino (Torino), Massimiliano Brignone (Torino), Serena Pulcini (Trieste), Gloria Germani (San Casciano - Firenze), Teresa Piras (Iglesias), Edvino Ugolini (Trieste), Cristina Cometti (Milis - Oristano), Enrico Peyretti (Torino), Peppe Sini (Viterbo), Pasquale Dioguardi (Livorno), Mao Valpiana (Verona), Jolanda Spallitta (Alessandria), Enrico Gabbioneta (Sesto ed Uniti - Cremona), Raffaele Barbiero (Forli' - Cesena), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Tiziana Cimolino (Trieste), Rosaria Totino (Trieste), Antonio Poce (Ferentino - Frosinone), Tiziana Valpiana (Verona), Alessandro Natalini (Perugia), Loretta Viscuso (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Salerno), Liliana Obad (Trieste), Caterina Giustolisi (Firenze), Andrea Ferralasco (Genova), Paolo Predieri (Brescia), Loredana Caletti (Sesto ed Uniti - Cremona), Antonio Santini (Trieste), Luciano Ferluga (Trieste), Tonino Bisceglia (Varazze - Savona), Furio Semerari (Bari), Gabriella Falcicchio (Bari), Gianni D'Elia (Rivalta di Torino), Ettorina Rubino (Trieste), Alessio Di Florio (Casalbordino - Chieti), Andrea Salvoni (Barga - Lucca), Marzia Manca (Cagliari), Samuele Venturi (Castel San Pietro Terme - Bologna), Graziella Prendivoi (Trieste), Luca Dorizzi (Verona), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara), frate Antonio Santini (Trieste), Francesco Spagnolo (Roma), Adriano Moratto (Brescia), Francesco Montanari (provincia Pesaro-Urbino), Aldo Matzeu (Settimo San Pietro - Cagliari), Francesco Comina (Bolzano/Bozen), Pierpaolo Loi (Monserrato - Cagliari), Luca Alberghi (Faenza - Ravenna), Massimiliano Brignone (Barbania - Torino), Claudia Pallottino (Barbania - Torino), Cinzia Picchioni (Torino), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Lorenzo Porta (Firenze), Massimiliano Pilati (Lavis - Trento), Raffaella Mendolia (Mestre - Venezia), Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Silvana Valpiana (Verona), Elena Buccoliero (Ferrara), Daniele Lugli (Ferrara), Maria Longhi (Vicenza), Saverio Ciarrocchi (San Benedetto del Tronto), Antonio Saulle (Trieste), Marco Iannelli (Roma), Paolo Predieri (Brescia), Franca Maria Bagnoli (Pescara), Antonio Santini (Trieste), Liliana Obad (Trieste), Maddalena Soffi (Verona), Michele Boato (Mestre), Maria Cossu (Mestre), Marzia Manca (Cagliari), Giusi Danelon (Trieste), Anna Bellini (Ferrara), Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bravo (Torino), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia).
Proseguono: giovedi' 28 aprile: Maurizio Grotta (Verona), Cinzia Picchioni (Torino), Graziella Prendivoi (Trieste); venerdi' 29 aprile: Anna Pau (Settimo San Pietro - Cagliari), Sandro Capuzzo (Trieste); sabato 30 aprile: Ignazio Carta (Cagliari), Maria Elena Sulis (Cagliari), Giovanni Chianchini (Chieti), Adriano Sincovich (Trieste).
Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Pasquale Dioguardi digiunera' tutti i lunedi'; Anna Bellini, Adalgisa Freddi, Marco Palombo e Marco Rizzinelli digiuneranno tutti i mercoledi'; Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'; Marco Iannelli digiunera' tutti i venerdi' e i sabato; Giovanni Cianchini digiunera' tutti i sabato. Alessandro Natalini e Marzia Manca digiuneranno un giorno a settimana.
3. INIZIATIVE. ANPI DI NEPI: ALL'INSEGNA DELL'IMPEGNO ANTIFASCISTA PER LA DEMOCRAZIA E LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE
[Dal circolo Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) "Emilio Sugoni" di Nepi (per contatti: tel. 0761570405, e-mail: anpi.nepi at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Il circolo Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) "Emilio Sugoni" di Nepi ha celebrato la Giornata del 25 aprile 2011 all'insegna di un rinnovato impegno antifascista e di una sempre piu' convinta difesa della Costituzione.
Tutti gli interventi che si sono succeduti, nella bella piazza del Comune di Nepi, alternati all'esecuzioni dal vivo di brani musicali della tradizione popolare italiana e prima fra tutti della commovente esecuzione di "Bella Ciao", hanno sottolineato la necessita' di diffondere con ancora piu' forza i principi di liberta', giustizia e pace che sono fondamento della nostra Costituzione, insieme alla necessita' di attualizzare l'impegno antifascista con azioni concrete a sostegno della legalita', della difesa dell'ambiente, del diritto alla salute, dei diritti fondamentali per ogni persona.
Dal circolo Anpi di Nepi anche la netta condanna alla partecipazione militare dell'Italia alla guerra in Libia e alla guerra ormai decennale che si consuma in Afghanistan in aperta violazione proprio di quell'articolo 11 della nostra Costituzione che fa dell'Italia una nazione che rifiuta la guerra.
Da Nepi anche l'appello per una piu' forte coesione di tutti gli italiani che si riconoscono nella Costituzione per contrastare la deriva razzista, militarista ed autoritaria che sta sempre piu' caratterizzando la politica dell'attuale governo.
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Il circolo Anpi "Emilio Sugoni" di Nepi
Nepi (Vt), 26 aprile 2011
4. APPELLI. "PAX CHRISTI": RINSAVITE! NESSUNA BOMBA E' INTELLIGENTE
[Dagli amici di Pax Christi riceviamo e diffondiamo]
"Rinsavite! Nessuna bomba e' intelligente e le persone non sono 'effetti collaterali'". E' la supplica del vescovo di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli, all'annuncio che anche l'Italia bombardera' la Libia. C'e' piu' politica nelle sue dichiarazioni che nelle stanze dei governi europei. Concetto analogo esprimeva giorni fa il cardinal Tettamanzi: "Perche' ci sono gli uomini che fanno la guerra, ma non vogliono si definiscano come 'guerra' le loro decisioni, le scelte e le azioni violente?".
Che paradosso ricordare il 25 aprile, la fine di una guerra, con la continuazione aggravata di un'altra guerra. Che orrore il vuoto della nostra politica degradata a teatro per gli interessi di pochi e prigioniera di affari sostenuti dal riarmo e da imprese militari. "Le nostre bombe colpiranno solo obiettivi militari", dichiara il capo del governo. Come se le bombe "intelligenti" cui ci ha abituato la cronaca non avessero sempre provocato migliaia di vittime civili innocenti.
Il fenomeno bellico e' proprio un'uscita dalla razionalita' ("alienum a ratione" diceva Giovanni XXIII) che fa impazzire tutti (Gheddafi, ribelli, potenze europee, Italia, forze internazionali). Si invocano armi da una parte e dall'altra in una spirale senza fine. Nel momento in cui si pensa alle armi come strumento principale di intervento, la politica celebra il suo vuoto totale, esalta la sua nullita'. Anche la guerra in Libia "non puo' essere svenduta come guerra per i diritti umani, e' diventata una guerra come le altre, un crimine contro l'umanita', una guerra d'aggressione" (monsignor Giovanni Giudici, "L'Eco di Bergamo", 3 aprile 2011). Anzi la guerra sta sparendo dalle nostre preoccupazioni. Sembra che temiamo solo i profughi perche' potrebbero raggiungere le nostre coste.
E' per questo che, all'annuncio dei bombardamenti italiani, il vicario di Tripoli, che guarda la guerra dal di dentro, con gli occhi delle vittime, grida "Rinsavite!" rivolgendosi al nostro governo, riprendendo le parole del papa a favore del cessate il fuoco e di un'azione diplomatica e umanitaria risolutiva.
Celebrare in questi giorni la beatificazione di Giovanni Paolo II vuol dire per noi rilanciare il suo dimenticato magistero di pace. A tal fine intendiamo promuovere una riflessione operativa con altri movimenti sulla nonviolenza come arte politica e scienza della pace.
In vista della prossima marcia Perugia-Assisi dedicata ad Aldo Capitini (ottobre) e dell'Assemblea delle religioni (ottobre), sentiamo l'esigenza di itinerari formativi, pratiche ecclesiali e civili nonviolente per il disarmo, i corpi civili di pace, il controllo del commercio delle armi e la difesa dei beni comuni che possono rinnovare la politica, la societa' e la Chiesa e allontanarci da ogni esperienza di guerra che Giovanni Paolo II definiva con sguardo profetico "avventura senza ritorno", "spirale di lutto e di violenza", "sconfitta della ragione e dell'umanita'", "suicidio dell'umanita'", "abisso del male", "silenzio di Dio", "disonore per la santita' di Dio e la dignita' dell'uomo", "tragedia umana e catastrofe religiosa".
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Consiglio nazionale di Pax Christi
26 aprile 2011
5. MAESTRI. PRIMO LEVI: LA BAMBINA DI POMPEI
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 549.
Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e' tragicamente scomparso nel 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Opere di Primo Levi: fondamentali sono Se questo e' un uomo, La tregua, Il sistema periodico, La ricerca delle radici, L'altrui mestiere, I sommersi e i salvati, tutti presso Einaudi; presso Garzanti sono state pubblicate le poesie di Ad ora incerta; sempre presso Einaudi nel 1997 e' apparso un volume di Conversazioni e interviste. Altri libri: Storie naturali, Vizio di forma, La chiave a stella, Lilit, Se non ora, quando?, tutti presso Einaudi; ed Il fabbricante di specchi, edito da "La Stampa". Ora l'intera opera di Primo Levi (e una vastissima selezione di pagine sparse) e' raccolta nei due volumi delle Opere, Einaudi, Torino 1997, a cura di Marco Belpoliti. Opere su Primo Levi: AA. VV., Primo Levi: il presente del passato, Angeli, Milano 1991; AA. VV., Primo Levi: la dignita' dell'uomo, Cittadella, Assisi 1994; Marco Belpoliti, Primo Levi, Bruno Mondadori, Milano 1998; Massimo Dini, Stefano Jesurum, Primo Levi: le opere e i giorni, Rizzoli, Milano 1992; Ernesto Ferrero (a cura di), Primo Levi: un'antologia della critica, Einaudi, Torino 1997; Ernesto Ferrero, Primo Levi. La vita, le opere, Einaudi, Torino 2007; Giuseppe Grassano, Primo Levi, La Nuova Italia, Firenze 1981; Gabriella Poli, Giorgio Calcagno, Echi di una voce perduta, Mursia, Milano 1992; Claudio Toscani, Come leggere "Se questo e' un uomo" di Primo Levi, Mursia, Milano 1990; Fiora Vincenti, Invito alla lettura di Primo Levi, Mursia, Milano 1976]
Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero.
Invano, perche' l'aria volta in veleno
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.
20 novembre 1978
6. RIFLESSIONE. GIANNI MATTIOLI E MASSIMO SCALIA: FUKUSHIMA PUNTO DI NON RITORNO. DALL'ERA ATOMICA ALL'ERA SOLARE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 aprile 2011.
Gianni Mattioli, docente universitario di fisica, tra i promotori del movimento antinucleare e dell'ambientalismo scientifico in Italia, gia' parlamentare, sottosegretario e ministro. Tiene l'insegnamento di Complementi di Fisica matematica per il corso di laurea in Matematica e gli insegnamenti di Fisica (laurea triennale) e di Complementi di Fisica (lauree specialistiche) per il corso di laurea in Scienze naturali presso la facolta' di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Universita' di Roma "La Sapienza". Ha effettuato ricerca in fisica delle particelle elementari, meccanica quantistica, moti quasi-periodici nel formalismo hamiltoniano. Si e' occupato inoltre di energia e dell'impatto ambientale delle fonti energetiche, in particolare per quanto attiene alle radiazioni ionizzanti e ai modelli di diffusione in aria di sostanze inquinanti. Piu' recentemente, si e' dedicato all'approfondimento delle tematiche dell'effetto serra e della sostenibilita'. Ha pubblicato articoli su riviste scientifiche internazionali ed e' coautore di alcuni libri sulle questioni energetiche e sui problemi della sostenibilita'. Sui problemi energetici e' stato ascoltato come esperto in sedi istituzionali nazionali ed europee. Dal 1987 al 2001 e' stato deputato per i Verdi e, nella penultima legislatura, ha fatto parte dei governi che si sono avvicendati come sottosegretario ai Lavori pubblici e come ministro delle Politiche comunitarie e, ad interim, dell'Ambiente. Attualmente e' membro della giunta del Centro di ricerca de "La Sapienza" per le scienze applicate per la protezione dell'Ambiente e dei Beni Culturali. E' membro della Presidenza del Comitato scientifico del Decennio per l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell'Unesco e del Comitato scientifico di Legambiente.
Massimo Scalia, docente universitario di fisica matematica, tra i promotori del movimento antinucleare e dell'ambientalismo scientifico in Italia, gia' parlamentare. Dal sito di Greenpeace (www.greenpeace.org) riprendiamo la seguente scheda: "Massimo Scalia, nato a Roma il 27 maggio 1942, e ivi residente, si e' laureato in Fisica nel 1969. E' titolare del corso di Modelli di Evoluzione nelle Scienze Applicate (Fisica Matematica) e insegna Fisica Ambientale presso la Facolta' di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Universita' di Roma "La Sapienza". E' titolare di un programma di ricerca sulla teoria dei sistemi dinamici e sulle applicazioni alla Meccanica (sistemi lagrangiani e hamiltoniani), alla Fisica e alla Biologia. La sua ricerca, dopo gli esordi nella Fisica Teorica Nucleare (decadimenti b, "materia nucleare") , si e' orientata, da trent'anni, sugli aspetti qualitativi dell'evoluzione dei sistemi dinamici (stabilita', turbolenza, caos). Nello stesso periodo, dalla meta' degli anni Settanta, inizia lo studio delle questioni energetiche: impatto ambientale dei diversi tipi di produzione energetica (in particolare del ciclo del combustibile nucleare e aspetti di sicurezza), innovazione tecnologica, bilanci energetici su scala paese e su scala mondo, aspetti economici connessi. E' stato invitato come relatore alle conferenze regionali sull'energia - Basilicata (1978), Piemonte (1979), Puglia (1984) - e alle conferenze sull'ambientalizzazione del carbone di Brindisi e di Lignano Sabbiadoro (entrambe nel 1984). Subito dopo l'incidente di Chernobyl (1986), due periodici nazionali, "Espresso" e "Airone", richiesero dei volumetti divulgativi, per un'ampia tiratura, sul nucleare e sull'energia, che vennero redatti da lui insieme al prof. Gianni Mattioli, e pubblicati. Viene chiamato dal Governo a far parte della Commissione Energia/Economia presieduta da Paolo Baffi (1987), per la preparazione della Conferenza Nazionale sull'Energia. Viene invitato a far parte di varie commissioni scientifiche, attivate da enti locali e territoriali per la valutazione dell'impatto ambientale di impianti di produzione industriale e di energia; in tale contesto sviluppa e pubblica un modello fisico-matematico per descrivere la diffusione in atmosfera di inquinanti (1989). Dal 1981 al 1993, come direttore editoriale del periodico "Quale Energia" - la rivista sull'energia del movimento ambientalista italiano - cura, nelle rubriche piu' strettamente scientifiche della rivista, le analisi di valutazione del rischio di incidenti nucleari, la critica rigorosa ai diversi piani energetici del Governo ("I conti sbagliati del Piano energetico nazionale") e l'innovazione tecnologica legata all'uso efficiente dell'energia e alle fonti rinnovabili. Nel 2003-2004 ha fatto parte del gruppo di ricercatori che ha messo a punto il "Progetto Arese" per una mobilita' sostenibile, commissionato all'Enea dalla Regione Lombardia, curando in particolare l'analisi energetica e dei costi per i diversi modi di produzione da fonti rinnovabili dell'idrogeno insieme ai professori Gianni Mattioli ("La Sapienza") e Vincenzo Naso (direttore del Cirps). Nel luglio 2004 e' stato nominato, su indicazione della Regione Basilicata, componente della Commissione tecnico-scientifica per l'emergenza sulla sicurezza nucleare (Dpcm 3355/04, prorogata con Dpcm del 17/2/06). In relazione a tali problemi ha pubblicato: "Una strategia per la gestione delle scorie nucleari" (Geologia dell'Ambiente, n. 2, 2004), dove si illustra la ricerca fisica fondamentale in corso (Ads, laser) per affrontare la questione delle scorie radioattive di emivita lunghissima. E' stato deputato del Parlamento italiano nella X, XI, XII e XIII legislatura (1987-2001). Nella XII e XIII legislatura e' stato presidente della Commissione di inchiesta sui rifiuti. Nei lavori che tale Commissione ha realizzato nella XIII legislatura (1996-2001) ha, tra l'altro, redatto come relatore il primo documento parlamentare che affrontava organicamente la questione delle scorie nucleari, tenendo conto di inderogabili vincoli fisico-geologici e biologici, oltre che normativi, e predisponeva una strategia per la gestione dei rifiuti. Le linee essenziali del documento, approvato all'unanimita' nell'aprile 1999, venivano condivise dal Governo di allora con vari atti conseguenti. Quella strategia e' stata gravemente disattesa (purtroppo, vedi "Decreto Scanzano") nella successiva legislatura (2001-2006)".
Il libro piu' recente di Gianni Mattioli e Massimo Scalia e' Nucleare: a chi conviene? Le tecnologie, i rischi, i costi, Edizione Ambiente, Milano 2010, alcuni estratti del quale abbiamo riproposto nei "Telegammi della nonviolenza in cammino" n. 490]
Qualcuno ha osservato che la vera bomba atomica e' stato l'accelerato accrescimento, rispetto ai tempi biologici, della massa cerebrale, che dall'Homo abilis a noi - Homo sapiens - e' aumentata di piu' di due volte in appena un milione di anni. Prima, l'Homo abilis ha passato circa un milione di anni a scheggiare la pietra per tirarne fuori un lato piu' aguzzo e tagliente per uccidere gli altri animali, o sezionarli per cibarsene o forse anche per sfruttare le loro pelli. Insomma, unico, a quanto sembra, tra i primati e gli altri animali ha usato la sua abilita' per dotarsi di maggiore capacita' di offesa e di aggressione. E la mente va alle famose immagini con le quali Kubrick, in "2001: Odissea nello spazio", ritrae la perdita dell'innocenza dei nostri avi ancestrali: con gli strumenti di cui si e' impadronito, l'Homo abilis puo' uccidere il suo simile. E su questa strada ha continuato con una velocita' e dei "successi" incredibili, si potrebbe aggiungere, se si pensa che sull'arco dei brevissimi tempi storici e' riuscito a realizzare la possibilita' di autodistruzione della sua specie e, allo stesso tempo, di tutta la biosfera: la potenza della fissione nucleare, la bomba termonucleare. Ma poi, anche se ci si e' andati piu' vicino di quanto immaginino gli attuali quarantenni, quell'esito non c'e' stato.
Non stupisce, con queste premesse, che il mito di Prometeo abbia attraversato indenne la mitologia greca, il pensiero giudaico-cristiano, lo stesso marxismo, per arrivare ai giorni nostri. "Prometeo e' caduto a Cernobyl", proclamavamo poco tempo dopo il disastro, denunciando proprio dalle colonne del "Manifesto" il perenne mito del dominio dell'uomo sulla natura. Ancor di piu' oggi, dopo Fukushima. Al di la' di ogni forzatura retorica, bisogna superare l'illusione di una scienza in grado di rispondere a tutti i problemi dell'uomo, e della tecnologia, sua fedele ancella, che distribuisce a piene mani dalla cornucopia della sicurezza.
Viviamo sempre piu' nella societa' del rischio, non solo tecnologico. Il nucleare ne e' il paradigma estremo, che incrocia la proliferazione atomica delle armi coi rischi del reattore, la piramide gerarchica e la subordinazione totale del lavoro coi pochi posti che crea, il mito della crescita illimitata dei consumi con gli effetti della radioattivita' illimitati rispetto alla nostra ordinaria percezione di tempo e spazio. E sul piano della comunicazione, la segretezza interna con la diffusione esterna di menzogne criminali o di nubi d'ideologia. Non chiese scusa la stampa francese per aver occultato Cernobyl ai lettori, fino a quando il clamore della manifestazione dei duecentomila il 10 maggio a Roma rese impossibile il silenzio a favore dello Stato nucleare per eccellenza?
Il nucleare dopo Fukushima e' finito, e proprio a partire da quest'ultima catastrofe il mito di Prometeo appare sempre piu' come un portato arcaico della cultura umana, forse in procinto di sgretolarsi e frantumarsi. Sara' anche intrinseco all'avventurosa escalation che ricordavamo, quel procedere della conoscenza umana secondo il metodo trial and error; ma da oggi si potra' chiedere piu' sapere e consapevolezza sui trial, e di ridurre sempre piu' gli error. Scienza e tecnologia si impegnino, questo e' oggi un obiettivo possibile. Siamo alle soglie del superare l'angosciosa profezia di Einstein, che vedeva nell'era atomica che si era aperta il preludio di una "catastrofe senza fine", perche' e' sempre piu' chiaro che la risposta alla piu' grave crisi che ci minaccia, quella dei cambiamenti climatici, e' proprio nel passaggio dall'era atomica all'era solare.
7. MAESTRE. VANDANA SHIVA: PRINCIPI COSTITUTIVI DI UNA DEMOCRAZIA DELLA COMUNITA' TERRENA
[Riproponiamo ancora una volta il seguente estratto dall'introduzione del recente libro di Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, alle pp. 16-19.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008; Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008; Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009; Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009; Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009]
1. Tutte le specie, tutti gli esseri umani e tutte le culture possiedono un valore intrinseco.
Tutti gli esseri viventi sono soggetti dotati di intelligenza, integrita' e di un'identita' individuale. Non possono essere ridotti al ruolo di proprieta' privata, di oggetti manipolabili, di materie prime da sfruttare o di rifiuti eliminabili. Nessun essere umano ha il diritto di possedere altre specie, altri individui, o di impadronirsi dei saperi di altre culture attraverso brevetti o altri diritti sulla proprieta' intellettuale.
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2. La comunita' terrena promuove la convivenza democratica di tutte le forme di vita.
Siamo membri di un'unica famiglia terrena, uniti gli uni agli altri dalla fragile ragnatela della vita del pianeta. Pertanto e' nostro dovere assumere dei comportamenti che non compromettano l'equilibrio ecologico della Terra, nonche' i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l'umanita'. Nessun essere umano ha il diritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, ne' di trattarli con crudelta' e violenza.
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3. Le diversita' biologiche e culturali devono essere difese.
Le diversita' biologiche e culturali hanno un valore intrinseco che deve essere riconosciuto. Le diversita' biologiche sono fonti di ricchezza materiale e culturale che pongono le basi per la sostenibilita'. Le differenze culturali sono portatrici di pace. Tutti gli esseri umani hanno il dovere di difendere tali diversita'.
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4. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto naturale di provvedere al loro sostentamento.
Tutti i membri della comunita' terrena, inclusi gli esseri umani, hanno il diritto di provvedere al loro sostentamento: hanno diritto al cibo e all'acqua, a un ambiente sicuro e pulito, alla conservazione del loro spazio ecologico. Le risorse vitali necessarie per il sostentamento non possono essere privatizzate. Il diritto al sostentamento e' un diritto naturale perche' equivale al diritto alla vita. E' un diritto che non puo' essere accordato o negato da una nazione o da una multinazionale. Nessun paese e nessuna multinazionale ha il diritto di vanificare o compromettere questo genere di diritto, o di privatizzare le risorse comuni necessarie alla vita.
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5. La democrazia della comunita' terrena si fonda su economie che apportano la vita e su modelli di sviluppo democratici.
La realizzazione di una democrazia della comunita' terrena presuppone una gestione democratica dell'economia, dei piani di sviluppo che proteggano gli ecosistemi e la loro integrita', provvedano alle esigenze di base di tutti gli esseri umani e assicurino loro un ambiente di vita sostenibile. Una concezione democratica dell'economia non prevede l'esistenza di individui, specie o culture eliminabili. L'economia della comunita' terrena e' un'economia che apporta nutrimento alla vita. I suoi modelli sono sempre sostenibili, differenziati, pluralistici, elaborati dai membri della comunita' stessa al fine di proteggere la natura e gli esseri umani e operare per il bene comune.
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6. Le economie che apportano la vita si fondano sulle economie locali.
Il miglior modo di provvedere con efficienza, attenzione e creativita' alla conservazione delle risorse terrene e alla creazione di condizioni di vita soddisfacenti e sostenibili e' quello di operare all'interno delle realta' locali. Localizzare l'economia deve diventare un imperativo ecologico e sociale. Si dovrebbero importare ed esportare soltanto i beni e i servizi che non possono essere prodotti localmente, adoperando le risorse e le conoscenze del luogo. Una democrazia della comunita' terrena si fonda su delle economie locali estremamente vitali, che sostengono le economie nazionali e globali. Un'economia globale democratica non distrugge e non danneggia le economie locali, non trasforma le persone in rifiuti eliminabili. Le economie che sostengono la vita rispettano la creativita' di tutti gli esseri umani e producono contesti in grado di valorizzare al massimo le diverse competenze e capacita'. Le economie che apportano la vita sono differenziate e decentralizzate.
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7. La democrazia della comunita' terrena e' una democrazia che tutela la vita.
Una democrazia che tutela la vita si fonda sul rispetto democratico di ogni forma vivente e su un comportamentodemocratico da adottare gia' a partire dalla quotidianita'. Ogni soggetto coinvolto ha il diritto di partecipare alle decisioni da prendere in merito al cibo, all'acqua, alla sanita' e all'istruzione. Una democrazia che tutela la vita cresce dal basso verso l'alto, al pari di un albero. La democrazia della comunita' terrena si fonda sulle democrazie locali, lasciando che le singole comunita' costituite nel rispetto delle differenze e delle responsabilita' ecologiche e sociali abbiano pieni poteri decisionali riguardo all'ambiente, alle risorse naturali, al sostentamento e al benessere dei loro membri. Il potere viene delegato ai livelli esecutivi piu' alti applicando il principio della sussidiarieta'. La democrazia della comunita' terrena si fonda sull'autoregolamentazione e sull'autogoverno.
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8. La democrazia della comunita' terrena si fonda su culture che valorizzano la vita.
Le culture che valorizzano la vita promuovono la pace e creano degli spazi di liberta' per consentire il culto di religioni diverse e l'espressione di diverse fedi e identita'. Tali culture lasciano che le differenze culturali si sviluppino proprio a partire dalla nostra umanita' e dai nostri comuni diritti in quanto membri della comunita' terrena.
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9. Le culture che valorizzano la vita promuovono lo sviluppo della vita stessa.
Le culture che valorizzano la vita si fondano sul riconoscimento della dignita' e sul rispetto di ogni forma di vita, degli uomini e delle donne di ogni provenienza e cultura, delle generazioni presenti e di quelle future.
Sono culture ecologiche che non producono stili di vita distruttivi o improntati al consumismo, basati sulla sovrapproduzione, sullo spreco o sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Le culture che valorizzano la vita sono molteplici, ma ispirate da un comune rispetto per il vivente. Riconoscono la compresenza di identita' diverse che condividono lo spazio comune della comunita' locale e danno voce a un sentimento di appartenenza che correla i singoli individui alla terra e a tutte le forme di vita.
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10. La democrazia della comunita' terrena promuove un sentimento di pace e solidarieta' universale.
La democrazia della comunita' terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l'impegno disinteressato, anziche' separarli attraverso la competizione, il conflitto, l'odio e il terrore. In alternativa a un mondo fondato sull'avidita', sulla diseguaglianza e sul consumismo sfrenato, questa democrazia si propone di globalizzare la solidarieta', la giustizia e la sostenibilita'.
8. INCONTRI. IL 30 APRILE E IL PRIMO MAGGIO A VITERBO DUE GIORNI PER RICORDARE ALFIO PANNEGA
[Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi fa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul nostro foglio, da ultimo negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265]
Il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo promuove l'iniziativa "Ciao Alfio. 30 aprile e primo maggio: due giorni per Alfio Pannega".
Di seguito il programma dell'iniziativa.
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30 aprile 2011
Ore 10,30, in Via Pietra del Pesce (dinanzi al Due Righe Book Bar):
- Letture da "Allora ero giovane pure io. Travagliata e poetica vita di Alfio Pannega".
- Ricordo di Alfio Pannega a cura del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
Dalle ore 18,30, presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" (in strada Castel d'Asso snc):
- Inaugurazione mostra fotografica permanente (opere fotografiche di Valentino Costa, Francesco Galli e Mario Onofri; opere pittoriche di Lella Biagi e Massimo De Giovanni).
- Cena sociale.
ore 22: Spettacolo teatrale, La Banda del Racconto in "Vittoria! Malinconica e avventurosa vita di Pietro Rossi Garibaldino".
- A seguire musica popolare e canti di lotta.
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Primo maggio 2011
Ore 13, presso il centro sociale occupato autogestito Valle Faul (in strada Castel d'Asso snc): Pranzo sociale
Oe 17: Passeggiata per Castel d'Asso con raccolta di erbe selvatiche.
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Per ulteriori informazioni e contatti: Centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", area ex Cogema, strada Castel d'Asso snc, 01100 Viterbo, tel. 3288680551 (Alessio), 3315063980 (Luciano), e-mail: csavallefaul at autistici.org, sito: http://csavallefaul.noblogs.org/
9. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.
Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Italo Mancini, Bonhoeffer, Vallecchi, 1969, Morcelliana, Brescia 1995, pp. 486.
- Italo Mancini, Filosofia della prassi, Morcelliana, Brescia 1986, 1987, pp. 496.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 539 del 28 aprile 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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